Bergoglio festeggia i tre anni da Papa in un momento nel quale registra un massimo di efficacia della propria iniziativa e un massimo di contestazione: e i due massimi sono in relazione tra loro. Non sarebbe così aspramente criticato, anche all’interno della Chiesa, se la sua predicazione e le sue riforme non fossero incisive: è l’attacco baldanzoso – come si usa – di un mio commento pubblicato ieri dal Corriere Digital e Sito con il titolo Il Papa più innovatore degli ultimi cento anni.
Bergoglio: massima efficacia e massima contestazione
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“non sarebbe criticato anche all’interno della Chiesa , se la sua predicazione e le sue riforme non fossero incisive”
non è vero che i papi riformatori vengono criticati di più e che le critiche siano proporzionali alle riforme.
E Benedetto XVI allora? Non fu criticato molto più di Francesco e non ebbe contro molta più gente, compresi i media?
l vaticanista John L. Allen ha scritto pochi giorni fa: «C’è una convinzione profondamente radicata che Papa Francesco sia ostacolato dai vescovi conservatori arrabbiati con lui, sia in Vaticano che in tutto il mondo, e che alcuni di questi presunti nemici manovrerebbero contro di lui. In verità la stessa resistenza interna si è verificata anche nel pontificato di San Giovanni Paolo II e il contraccolpo interno subìto da Papa Benedetto XVI è stato molto più cattivo di quello oggi affrontato da Francesco: due autorevoli giornalisti italiani hanno pubblicato un libro intitolato “Attacco a Ratzinger” in cui sono state documentate le varie forze nella Chiesa, tra cui alcuni funzionari del Vaticano e vescovi di tutto il mondo, che non solo hanno criticato Benedetto, ma hanno sovvertito attivamente la sua agenda». Lo stesso, ha proseguito Allen, è accaduto a Papa Giovanni XXIII e Paolo VI. «Non esiste alcuna reale indicazione che il contraccolpo vissuto da Francesco sia superiore a quello dei suoi immediati predecessori».
le critiche più feroci e spietate nella storia recente della Chiesa le ebbe Papa Paolo VI , ma non per le sue riforme, al contrario le bbe dai progressisti per la sua enciclica Humanae Vitae , che non solo non era una enciclica riformatrice , ma anzi direi “restauratrice” della dottrina tradizionale.
Altrettante critiche spietate e feroci le ebbe Benedetto XVI con il suo Motu Proprio Summorum Pontificum, anch’esso un atto non di riforma ma di restaurazione.
Si potrebbe dire che nel caso di quei due pontefici le critiche erano proporzionali all'”incisività” della predicazione?
Evidentemente da parte dei cattolici progressisti c’è una specie di “amnesia storica”, e gli stessi che oggi cercano di dimostrare che le critiche sono contro le “riforme” si sono completamente dimenticati di cosa è successo nella chiesa solo cinque o sei anni fa.
un amnesia retrograda.
http://www.cruxnow.com/church/2016/03/09/lets-drop-the-obsession-with-criticism-of-francis/
Maria Cristina Venturi. Il raddoppio delle critiche ai Papi riformatori nel caso di Paolo VI l’intendo così: egli fu contestato per l’Humanae Vitae e altro (riaffermazione dell’esistenza del diavolo, difesa del celibato del clero…) come è legge che ogni Papa venga contestato; in più fu contestato in quanto Papa riformatore (riforma della liturgia, abolizione della corte papale, riforma della Curia, creazione del Sinodo dei vescovi, limite d’età per vescovi e cardinali…).
Silvia D’Argliano io l’intendo come te. Le domande ai Papi sul preservativo, sull’omosessualità, sulla morale sessuale in generale non sono fatte per conoscere la posizione della Chiesa ma “per poterli accusare”: cioè con la stessa tattica con cui interrogavano Gesù sul tributo a Cesare, sul guarire di sabato, sulla lapidazione dell’adultera. Infatti Francesco nel rispondere alla domanda sul preservativo ha ricordato la risposta di Gesù sul guarire in giorno di sabato. Ogni cristiano è circondato da domande trabocchetto. Conviene studiare il modo in cui Gesù si sottraeva a quelle domande e anche il modo in cui le affronta Francesco. Ci sono somiglianze nell’insidia e somiglianze nello sventarla.
Ancora a Silvia D’Argliano. Visitatore che non commenta più fa osservare che non solo la Scrittura va citata con puntualità, come io qui sempre dico, ma ci vuole puntualità anche con il Papa e segnala la tua referenza alle parole sui gay, che nel testo originale sono queste:
Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega in modo tanto bello questo, ma dice, aspetta un po’, dice: “non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società”. Il problema non è avere questa tendenza, no. Era il 29 luglio 2013.
Penso che il metro per misurare la verità di una religione stia nella capacità di suscitare speranza, a partire dal riconoscimento della condizione umana, anzi dalla condizione di esseri viventi. Penso che nessuno come Gesù abbia saputo fare questo, perciò “io sono la Verità”. Penso, infine, che tutte le discussioni su quale papa sia meglio o peggio lascino il tempo che trovano, per me agnostico ma ancora di più per un credente. E’ un fatto che Francesco di speranza ne dia tanta.
Il mio bentornato a Leopoldo Calò che viene a ogni cambio di stagione: vedi se puoi fare una volta al mese… grazie…
Criticare, quando lo si fa senza astio, nel rispetto dell’altro e soprattutto senza la pretesa di essere “La Verità”, può senz’altro essere un fatto positivo. La critica fondata e ragionata aiuta a migliorare e a migliorarsi. Luigi mi perdonerà, spero, se mi permetto di trascrivere un brano tratto da un saggio breve pubblicato il 13/03/16 in “Domenica”, inserto culturale de Il Sole 24Ore. L’autore è uno studente del Liceo Scientifico di S. Benedetto del Tronto (AP). Scrive il ragazzo: “…Ammettiamo di avere un gigantesco dado, di essere in sei e che ad ognuno di noi sia permesso di guardare una sola faccia (diversa per ognuno) di quel dado. Quando ci confronteremo tutti e sei, emergerà che ognuno di noi ha visto un numero differente da quello degli altri stampato su una faccia quadrata. Ragionando insieme, potremmo dedurre che, essendo tutte le facce quadrate ed essendo queste facce sei, abbiamo avuto a che fare con un cubo. Dopo un ulteriore ragionamento ci accorgeremo che questo cubo era nello specifico un dado. Con questo cosa voglio dire? I punti di vista sono fondamentali per comprendere la vera essenza di qualcosa; abbiamo appena reso evidente che l’integrazione e il confronto tra punti di vista identifica la vera essenza di quel qualcosa che stiamo studiando…”
Certo, niente di trascendente, ma che lo scriva un ragazzo è incoraggiante. E sarebbe utile che una considerazione del genere la tenessimo presente noi che non siamo “La Verità” e nemmeno più ragazzi…
P.S.: Io non riesco più a leggere Il Corriere in internet. Hanno reso tutto molto complicato.
Buona giornata a tutti.
Giuseppe mi stai dicendo che non riesci a leggere l’articolo linkato nel post? Il mio link funziona. Aiutami a capire…
Sì, Luigi. Mi compare tutta questa roba che ti incollo qui sotto. Il tuo articolo non viene riportato nemmeno nella rassegna stampa del sito http://www.finesettimana.org dove ci sono tutti gli articoli di argomento religioso, comporsi di giorno in giorno negli organi di stampa non solo italiani:
CARO LETTORE, HAI ESAURITO I 20 ARTICOLI AL MESE DI Corriere Della Sera CHE PUOI LEGGERE GRATUITAMENTE
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ACCESSO MULTIDEVICE
(Ho tolto tutta la parte illustrativa dei tre punti precedenti).
Scusa, “comparsi”.
Concordo con quanto affermato da Giuseppe.
Che è presupposto indispensabile perché ogni discussione abbia un minimo di interesse , se non di utilità.
In caso contrario, si va diritto al muro contro muro.
Al dialogo fra sordi.
Alla negazione reciproca della patente di cattolicità.
All’accusa , sempre in tasca e buona per ogni evenienza, di aborrito relativismo.
Che sono quattro dei virus letali che ammorbano la sfera dei cattoblog.
E di cui portiamo TUTTA INTERA la responsabilità noi che ci scriviamo, personalmente presi.
Senza poter , una volta tanto, scaricarla sulla chiesa, la società, la cultura, la rete,i progressisiti, i conservatori, e tutta la compagnia a briscola delle etichette che servono così bene a scaricarsi la coscienza e a precostituirsi un alibi pronto alla bisogna.
Naaaaaaaaa…….questa volta è : COLPA MIA / COLPA TUA ecc ecc ecc.
Non si scappa.
In risposta a Giuseppe Di Melchiorre e per la comodità di ogni altro visitatore che abbia trovato la stessa difficoltà a leggere il mio articolo linkato nel post, lo riporto di seguito in tre pezzi, in questo e nei due commenti successivi.
Francesco a tre anni dall’elezione
Il più innovatore tra i Papi degli ultimi cent’anni
Eletto il 13 marzo 2013, Bergoglio festeggia i tre anni da Papa in un momento nel quale registra un massimo di efficacia della propria iniziativa e un massimo di contestazione: e i due massimi sono in relazione tra loro. Non sarebbe così aspramente criticato, anche all’interno della Chiesa, se la sua predicazione e le sue riforme non fossero incisive.
Sul fronte interno, l’efficacia è stata forte con i due sinodi sulla famiglia e con la riforma del processo matrimoniale a loro legata. La riforma della Curia non ha ancora dato frutti ma è ben avviato – grazie all’esempio trainante dato dal Papa – il cambiamento del linguaggio, degli stili, dei comportamenti. Un mutamento che è forse più importante di quello delle istituzioni.
Sul piano ecumenico, cioè del rapporto con le altre Chiese cristiane, le due punte simboliche sono state l’incontro con il patriarca russo Kirill a Cuba il mese scorso e l’accordo con la Federazione Luterana Mondiale per commemorare insieme il 500° anniversario della Riforma, a Lund, in Svezia, il prossimo 31 ottobre.
Sul fronte esterno, cioè verso le nazioni e per la pace e l’ecologia ci sono stati: la distensione tra Cuba e gli Usa, l’avvio del processo di pace interno alla Colombia, segnali premonitori di un accordo con la Cina, l’appello per le sorti del pianeta e dei poveri (contenuto in particolare nell’enciclica Laudato sì’ pubblicata lo scorso giugno), la continua presenza sul dramma dei migranti e dei rifugiati.
Mio commento 2. Ad aprile arriverà un documento – si tratterà di un’esortazione apostolica – che tirerà le conclusioni dei due sinodi sulla famiglia e ci si attende che le novità siano nette come lo sono state con la riforma dei processi di riconoscimento della nullità varata lo scorso settembre.
Dopo la riforma giuridica avremo dunque quella pastorale, che dovrebbe avere queste caratteristiche: meno preoccupazione per la disciplina canonica, maggiore impegno nell’accompagnamento delle coppie irregolari, ruolo dominante dei vescovi nelle decisioni sui casi difficili (compresa la riammissione ai sacramenti dei divorziati risposati, che resterà comunque riservata a casi particolari).
Questo mutamento delle priorità segna tutto il rinnovamento della vita interna alla comunità della Chiesa che il Papa sta conducendo e che chiama “conversione pastorale” e “riforma della Chiesa in uscita missionaria”.
Quanto elencato fino a qui ci segnala Francesco come il Papa più sociale e più innovatore degli ultimi cento anni, anche più di Giovanni XXIII e di Paolo VI, al cui programma di dottrina sociale e di riforma istituzionale si richiama. Ed eccoci alla contestazione che gli viene mossa dall’interno stesso della Chiesa e che è motivata innanzitutto dalle novità che introduce in questi due versanti dell’azione sociale e delle riforme.
Tutti i Papi sono contestati, da dentro o da fuori, da destra o da sinistra. E’ lo scotto che la Chiesa cattolica paga con la sua pretesa – unica oggi sul pianeta – di affidare a una sola persona il governo di una realtà mondiale che raccoglie oltre un miliardo di battezzati.
Mio commento 3. Ma se tutti i Papi sono contestati, i Papi riformatori sono contestati due volte: e Francesco – come dicevo – è il primo in questa sfida delle riforme. C’è un convincimento antico nella Chiesa Cattolica, ma anche nelle altre, che non si debba mai cambiare nulla e chi propone cambiamenti viene posto comunque sotto accusa.
Infine Bergoglio è contestato tre volte: tutti i Papi recenti cercavano di attenuare con il linguaggio il risentimento di chi non era d’accordo. Seppure dovevano contraddirli, provavano a farlo con buone parole. Papa Francesco non si preoccupa di tenere buoni gli oppositori e – qui è la più sorprendente delle sue novità – persino polemizza apertamente con loro, dicendo per esempio che quanti vogliono “tornare indietro” rispetto al Concilio Vaticano II sono “stolti” e “testardi”.
Si tratta di un atteggiamento spregiudicato che è forse attribuibile alla “libertà di spirito” dei gesuiti che è famosa, e che Bergoglio sia da cardinale sia da Papa ha più volte rivendicato. Una libertà che spiazza gli oppositori e che costituisce una delle migliori armi in mano al riformatore venuto “dalla fine del mondo”. Ma la prima fra tutte è il favore dell’opinione pubblica.
Molti si chiedono che succederà “dopo” che Bergoglio sarà uscito di scena, per morte o per rinuncia. Sarei tentato di scommettere che se durerà quanto Benedetto – cioè otto anni – riuscirà a porre le premesse per l’elezione di un altro Papa latino-americano che continuerà l’opera da lui avviata.
Grazie, Luigi.
A me piace molto l’innovazione. Solo innovando il mondo, in tutte le sue manifestazioni, progredisce. Addirittura dall’errore può scaturire anche il progresso. Mi affascina “La nascita imperfetta di tutte le cose” di Guido Tonelli, fisico del CERN di Ginevra e uno dei principali protagonisti della scoperta del bosone di Higgs, la particella di Dio. Nel suo libro scrive che tutto l’universo, e quindi anche noi, siamo il risultato di un minuscolo difetto, una sottile imperfezione verificatasi un centesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang. Non è straordinario? Si potrebbe pensare che anche uno come Papa Francesco sia figlio di quella nascita imperfetta. E questo è incoraggiante, no? Ma sto andando fuori tema, vero? Pardon.
Ma l’unico perfetto, infatti, l’unico giusto è Nostro Signore Gesù Cristo. “Neppure io ti condanno.Va e non peccare più” , è una locuzione valida sempre. Il Papa non è Cristo,ma ne è comunque il Suo Vicario, colui che lo rappresenta, una sorta di ambasciatore tenuto a comunicare quello che vuole il Capo. Si dice che “ambascator non porta pene”, e francamente “chi sono io per giudicare”, dal Vicario di Cristo, fa un po’ specie..
Qui non si tratta di “innovare”, ma di veicolare messaggi inopportuni…
L’assioma “Ecclesia semper reformanda”non può prescindere da una riforma interiore: per essere cattolici ,non basta un vago sentimento, ma una formale accettazione del Vangelo, dei sacramenti, di tutte quelle strutture portanti che sono immutabili .
Se non siamo in grado di riconoscere l’oggettività del male,che parte sempre dai singoli e infesta tutta la Chiesa , da dove partire, ditemelo, solo Dio è padrone della Chiesa in quanto non è nostra, ma sua.
Ne deduco, sommessamente che le “riforme”, i “rinnovamenti” – doverosi ci mancherebbe- non possono risolversi erigendo nuove strutture quasi che si possa fare un lavoro “manuale” per edificare ex novo una Chiesa “nostra”, a nostra misura. Che può anche piacere per carità, ma è la nostra, non è quella Vera, non è quella di Cristo, non quella che ci sorregge con la fede secondo Cristo.
Riformare non è sinonimo di Rinnovare con nuove facciate, anzi, è l’esatto contrario: far sparire quello che noi abbiamo apportato perchè emerga ciò che è di Cristo….e anche qui ci sarebbe molto da dire…
“Da dove partire, ditemi …?!” per rifomare?
Bè, dalla Chiesa stessa.
Se non è il primo rapagnetta di turno, a dire la sua, ma è la Chiesa Cattolica e il legittimo papa che si è dato, Lei che sola ha il mandato di legare e sciogliere, tutti i rapagnetta dell’universo mondo possono dormire sonni tranquilli, tra due o tre guanciali.
Passatemi un suggerimento che mi è stato dato da un vecchio pretone di campagna, seguendo il quale mi sono sempre trovato perfettamente bene. Quando incocci qualcuno che, senza averne autorità, parla a nome del papa e della Chiesa, o che dice: il Papa e la Chiesa può o non può fare questo e quello…. vuol dire che parla a nome di se stesso. Tenersene accuratamente alla larga.
Savio consiglio, rivelatosi sempre vero.
Quanto alle riforme interiori, vedo , anche qui, ma soprattutto altrove, gran sfoggio di richiami, moniti e memento vibranti alla povera Chiesa e al suo papa , in una gamma completa di toni e intensità: dalla critiche a mezza voce di fare un po’ specie e veicolare messaggi inopportuni fino alle accuse piu’ smaccate e plateali di filomassoneria , eresia modernista, e chi più ne ha più ne metta.
Peccato che verso l’unica riforma interiore che conti, l’unica che è alla nostra portata, quella fatta al proprio interno, ci sia, da parte dei preoccupatissimi monitores, una sovrana, assoluta indifferenza….
🙂
Lei ha una visione allucinante della Chiesa Cuffini, mi perdoni, mi auguro per lei che tutto quanto esca dai suoi polpastrelli sia opera di mera ignoranza.
Non oso immaginare, Cuffini, se una certa anonima cattolica di nome “Caterina” una “monitores tra le tante preoccupata di sé stessa” -per dirla con lei- non avesse alzato la voce. Una voce che si leva ancora potente ed attuale dai suoi scritti. Lei pensa che la cristianità, o meglio , i cattolici del “mondo universo” -sempre per dirla con lei- avessero la netta percezione di quello che stava accadendo quando Clemente V anziché prendere la strada di Roma imboccò Avignone?
No mio caro, nessuno si accorse di quanto accadeva, dopo tutto, spostare la curia non poteva interessare a nessun altro se non al papa, secondo lei, vero Cuffini? dopo tutto a noi non deve interessare di quanto accade dentro il governo della Chiesa, di quello che fanno o non fanno i Papi riformatori o i rettori circa la gestione del Patrimonio et altro…
Lei pensa che queste povere pecore debbano solo “belare”? Se lei non si sente parte della Chiesa è un suo problema, io mi sento parte di quel corpo e avverto i mali che lo affliggono. Riforma e rinnovamento? Certo, ci mancherebbe, ma non certamente il sovvertimento delle sue strutture
essenziali, e se in quel lontano 1348 si pensava di «gallicizzare” la Chiesa acquistata il 12 giugno per 80.000 fiorini, oggi la si vuole protestantizzare ….come vede, le cose non sono molto diverse: stessa Europa frammentata senza alcuna identità.
Perciò, per quanto mi riguarda dico un decisoee netto “no” alla protestantizzazione della Chiesa…No!
Condivido, come sempre, la riflessione e i timori di Clodine.
La Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, e San Giuseppe, protettore della Chiesa, ci aiutino.
Qualcuno dovrà bene ricordarlo, Floris Leo.
No per dare delusioni irreparabili.
Di Caterina ce n’è una sola, e non mi risulta che siamo nè io né lei.
🙂
Condivido anch’io, come spesso mi capita, le preghiere di Federico.
Che dall’alto ci aiutino anche a non perdere il senso delle proporzioni tra noi pulci e la Chiesa di Cristo a cui fare di continuo prediche e rampogne….
Non solo di Caterine, ma anche di Giovanni Battista ce n’è stato uno, e non mi risulta che partecipi a cattoblog…
🙂
Troppi ce ne furono di profeti, dopo Caterina, e a Dio piacendo ce ne saranno ancora perché il Signore suscita sempre Profeti nella Sua Chiesa. Guai, caro Cuffini,se così non fosse, vorrebbe dire che siamo arrivati al capolinea. Ma come disse Nostro Signore: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua” (Luca 4,24)
Buona giornata Cuffini
Clo
Buona giornata anche a lei, profetessa…..
🙂
https://gloria.tv/media/jgBB9K8Fi7H
Da buon clericale qual’è lei, caro Cuffini, non posso che ricambiare l’augurio…
Luca 4, 24:
Nemo propheta acceptus est in patria sua: Nova Vulgata
Nessun profeta è bene accetto nella sua patria: Cei 2008
Nessun profeta ha fortuna in patria: Interconfessionale
Sto scherzando Clodine-Claudia.F.Leo: la faccenda non ha alcuna importanza, ma tu a Luca 4, 24 gli fai dire un’altra cosa. Attenersi ai testi.
Mi sono attenuta alla versione Lucana…Luigi, la prima che mi è venuta in mente!
con l’aggiunta di Matteo, che per un lapsus freudiano , o per meglio dire ” un linguaggio di corrispondenze” ‘ho agganciato in un impulso quasi irrefrenabile in vista dello “sbertucciamento”del tutto gratuito del Cuffini, quell’ironia del quale non dovrebbe mai essere motivo d’orgoglio e che non fa, purtroppo, che sottolineare il serpeggiare continuo della spada…che è la Parola di Dio “viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio ta-glio; essa penetra fino al punto di divisione della vita e dello spi-rito, fino alle giunture e alle midolla e sa discernere i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4,12).
Anche se…essendo la pericope comune sia ai sinottici che in Giovanni…credo di aver usato per esteso la versione di Marco 6, 1-6
Un clericale sbertucciante.
Ma è bellissimo!
🙂