No al proselitismo, allo spirito settario e alle strutture quiete. Avere il cuore inquieto e camminare insieme con i fratelli luterani. Sono affermazioni del Papa in un colloquio in vista della visita a Lund, in Svezia, per il 500° della Riforma, con la rivista dei gesuiti svedesi “Signum”, diffuso ieri in traduzione italiana dalla “Civiltà Cattolica”. Nei commenti alcuni brani.
Bergoglio verso Lund con cuore e strutture inquiete
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Avvicinarmi. Quali sono le sue speranze e le sue attese per questo storico evento? A me viene da dire una sola parola: avvicinarmi. La mia speranza e la mia attesa sono quelle di avvicinarmi di più ai miei fratelli e alle mie sorelle. La vicinanza fa bene a tutti. La distanza invece ci fa ammalare. Quando ci allontaniamo, ci chiudiamo dentro noi stessi e diventiamo monadi, incapaci di incontrarci. Ci facciamo prendere dalle paure […]. Quello che mi viene spontaneo da aggiungere adesso è semplice: andare, camminare insieme! Non restare chiusi in prospettive rigide, perché in queste non c’è possibilità di riforma.
Riforma e Scrittura. Che cosa la Chiesa cattolica potrebbe imparare dalla tradizione luterana? Mi vengono in mente due parole: «riforma» e «Scrittura». Cerco di spiegarmi. La prima è la parola «riforma». All’inizio quello di Lutero era un gesto di riforma in un momento difficile per la Chiesa. Lutero voleva porre un rimedio a una situazione complessa. Poi questo gesto — anche a causa di situazioni politiche, pensiamo anche al cuius regio eius religio — è diventato uno «stato» di separazione, e non un «processo» di riforma di tutta la Chiesa, che invece è fondamentale, perché la Chiesa è semper reformanda. La seconda parola è «Scrittura», la Parola di Dio. Lutero ha fatto un grande passo per mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo. Riforma e Scrittura sono le due cose fondamentali che possiamo approfondire guardando alla tradizione luterana. Mi vengono in mente adesso le Congregazioni Generali prima del Conclave e quanto la richiesta di una riforma sia stata viva e presente nelle nostre discussioni.
Preghiera e opere. Chiaramente spetta ai teologi continuare a dialogare e a studiare i problemi: su questo non vi è alcun dubbio. Il dialogo teologico deve proseguire, perché è una strada da percorrere. Penso ai risultati che su questa strada sono stati raggiunti con il grande documento ecumenico sulla giustificazione: è stato un grande passo avanti. Certo, dopo questo passo immagino che non sarà facile andare avanti a causa delle diverse capacità di comprendere alcune questioni teologiche […]. Personalmente credo anche che si debba spostare l’entusiasmo verso la preghiera comune e le opere di misericordia, cioè il lavoro fatto insieme nell’aiuto agli ammalati, ai poveri, ai carcerati. Fare qualcosa insieme è una forma alta ed efficace di dialogo. Penso anche all’educazione. È importante lavorare insieme e non settariamente.
Proselitismo peccaminoso. Un criterio dovremmo averlo molto chiaro in ogni caso: fare proselitismo nel campo ecclesiale è peccato. Benedetto XVI ci ha detto che la Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione. Il proselitismo è un atteggiamento peccaminoso. Sarebbe come trasformare la Chiesa in una organizzazione. Parlare, pregare, lavorare insieme: questo è il cammino che dobbiamo fare.
Cattivo invecchiamento. La vivacità delle comunità ecclesiali non dipende dallo spazio, dalla geografia, ma dallo spirito. È vero che le Chiese giovani hanno uno spirito più fresco e, d’altra parte, ci sono Chiese invecchiate, Chiese un po’ addormentate, che sembrano essere interessate solamente a conservare il loro spazio. In questi casi non dico che manchi lo spirito: c’è, sì, ma è chiuso in una struttura, in un modo rigido, timoroso di perdere spazio. Nelle Chiese di alcuni Paesi si vede proprio che manca freschezza. In questo senso la freschezza delle periferie dà più posto allo spirito. Bisogna evitare gli effetti di un cattivo invecchiamento delle Chiese.
Cattolici e non settari. Come vede il ruolo dei cattolici in una cultura come quella svedese? Vedo una sana convivenza, dove ognuno può vivere la propria fede ed esprimere la propria testimonianza vivendo uno spirito aperto ed ecumenico. Non si può essere cattolici e settari. Bisogna tendere a stare insieme agli altri. «Cattolico» e «settario» sono due parole in contraddizione.
Strutture inquiete. Credo che il primo compito dei gesuiti in Svezia sia quello di favorire in ogni modo il dialogo con coloro che vivono nella società secolarizzata e con i non credenti: parlare, condividere, comprendere, stare accanto. Poi chiaramente occorre favorire il dialogo ecumenico. Il modello per i gesuiti svedesi deve essere san Pietro Favre, che era sempre in cammino e che era guidato da uno spirito buono, aperto. I gesuiti non abbiano una struttura quieta. Bisogna avere il cuore inquieto e avere strutture, sì, ma inquiete.
Ezechiele 16. Chi è Gesù per Jorge Mario Bergoglio? Gesù per me è Colui che mi ha guardato con misericordia e mi ha salvato. Il mio rapporto con Lui ha sempre questo principio e fondamento. Gesù ha dato senso alla mia vita di qui sulla terra, e speranza per la vita futura. Con la misericordia mi ha guardato, mi ha preso, mi ha messo in strada… E mi ha dato una grazia importante: la grazia della vergogna. La mia vita spirituale è tutta scritta nel capitolo 16 di Ezechiele. Specialmente nei versetti finali, quando il Signore rivela che avrebbe stabilito la sua alleanza con Israele dicendogli: «Tu saprai che io sono il Signore, perché te ne ricordi e ti vergogni e, nella tua confusione, tu non apra più bocca, quando ti avrò perdonato quello che hai fatto». La vergogna è positiva: ti fa agire, ma ti fa capire qual è il tuo posto, chi tu sei, impedendo ogni superbia e vanagloria.
LUTERO MON AMOUR FEBBRE ECUMENICA
MA I CATTOLICI HANNO DOVUTO SUDARE PER AVERE LA MESSA COL PAPA
http://www.marcotosatti.com/
Non si può essere cattolici e settari. Bisogna tendere a stare insieme agli altri. ‘Cattolico’ e ‘settario’ sono due parole in contraddizione. Per questo all’inizio “non prevedevo di celebrare una Messa per i cattolici in questo viaggio: volevo insistere su una testimonianza ecumenica. Poi ho riflettuto bene sul mio ruolo di pastore di un gregge cattolico che arriverà anche da altri Paesi vicini, come la Norvegia e la Danimarca. Allora, rispondendo alla fervida richiesta della comunità cattolica, ho deciso di celebrare una Messa, allungando il viaggio di un giorno.
Infatti volevo che la Messa fosse celebrata non nello stesso giorno e non nello stesso luogo dell’incontro ecumenico per evitare di confondere i piani. L’incontro ecumenico va preservato nel suo significato profondo secondo uno spirito di unità, che è il mio. ”
Capisco che a papa Francesco spiacesse dover contaminare la sua bella testimonianza ecumenica celebrando una Santa Messa cattolica per lo più per la festività di Ognissanti!.
La Santa Messa cattolica era esecrata e odiata dal dal buon Lutero , questo riformatore da cui “dovremmo imparare” (parole di Bergoglio)che vi vedeva la radice di tutti i mali
ma evidentemente l’hanno convinto a farlo obtorto collo, forse ricordandogli che lui è il papa , anche se gli scoccia, e che i cattolici svedesi sarebbero rimasti delusi ed addolorati. se li avesse snobbati . Eh no, sarebbe stato troppo!
e così ha dovuto cedere alle richieste di questi settari papisti! che celebrano la Messa tanto odiata dal buon Lutero .
Era ora.
La politica dei piccoli passi di avvicinamento inaugurata con il Concilio e portata avanti con fermezza e tenacia costanti da tutti i papi Conciliari, trova nel primo papa fuori Concilio il suo primo “esecutore” concreto.
Se si vuole avvicinarsi per davvero, un passetto un po’ piu’ deciso , unilaterale preferibilmente, andava fatto, con decisione.
Ed è piu’ che certo che, in qualcosa, tutti dovremmo imparare da Lutero.
http://isoladipatmos.com/riflessioni-su-lutero-alle-porte-dellanniversario-della-sua-psuedo-riforma/
ma certo , tutti dovremmo imparare da Lutero . imparare cosa?
ma come si fa a fare uno scisma, a provocare decenni di guerre di religione, milioni di morti, la divisione dell’Europa.
Imparare cosa da Lutero ? ma è semplice : a essere non-cattolici!
perchè questo è lo scopo principale dell’ecumenismo in salsa bergogliana diventare non-cattolici!
lo stesso Bergoglio badate bene, che solo pochi anni fa la pensava all’opposto su Lutero! Ci sono i documenti che non si possono distruggere: il gesuita Bergoglio la pensava proprio all’opposto su Lutero e sulla riforma protestante .
mah, si vede che avrà cambiato idea! come gli gira…
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351398
http://www.aldomariavalli.it/2016/10/20/dialogo-con-i-protestanti-da-bergoglio-a-francesco-il-come-il-quando-e-il-perche-di-un-cambiamento-radicale/
D’accordo con te, Lorenzo: avanti così, sulla strada tracciata dai Padri del Concilio, e dalla “Nostra Aetate”, e che Papa Francesco, con tutto l’aiuto del popolo di Dio, saprà portare avanti con la saggezza e la determinazione che gli riconosciamo.
Buona serata !
Roberto Caligaris
In Svezia c’è una piccola presenza del Cammino Neocatecumenale.
Maria Cristina, Maria Cristina….non dar del tu agli altri!
“perchè questo è lo scopo principale dell’ecumenismo in salsa bergogliana diventare non-cattolici!”
Acciderbolina!
A giudicare da quello che tu scrivi qui sopra- e noi su questo ci conosciamo e su questo solo- questo parrebbe essere il TUO di scopo: fare propaganda e dare controtestimonianza fiera e militante contro la Chiesa cattolica.
vedi un pochetto tu.
Quanto all’ecumenismo in salsa bergogliana, è purissima invenzione: esiste l’ecumenismo, che data da beeeeeeeen oltre l’arrivo del tuo predilettissimo papa gaucho.E gioverebbe ricordarti che la Chiesa Cattolica E’ ecumenica.
Se poi tu consideri ” ecumenismo ” una parolaccia, questo è tutto un altro paio di maniche: anzi, di manichette.
“oltre” scritto qui sopra va inteso come ” prima”.
Mi pare anche ottimo & pragmatico che, mentre è indispensabile che gli addetti ai lavori preposti debbano continuare ad inerpicarsi lungo i viottoli striminziti e scoscesi del dialogo teologico, sia da tasformare alacremente, da subito, in una autostrada a quattro corsie la strada ” verso la preghiera comune e le opere di misericordia, cioè il lavoro fatto insieme nell’aiuto agli ammalati, ai poveri, ai carcerati. Fare qualcosa insieme è una forma alta ed efficace di dialogo. Penso anche all’educazione. È importante lavorare insieme e non settariamente.”
Trovo lapalissiano, ma evidentemente da ripetersi ad ogni occasione per coloro che fingono di vivere su Papalla & dintorni, che “Cattolico» e «settario» sono due parole in contraddizione.”
Se qualcuno ha problemi di identità personale e di frustrazione propria e pensa di utilizzare la sua appartenenza alla chiesa fottendosene di quello che fa e dice la Chiesa stessa e propalando e abbaiando un” cattolicesimo di bandiera(?)”- esattamente come un ultrà usa la bandiera di una squadra per sfogare la sua aggressività e il suo paturniume -bene, si rivolga alle curve Nord, Sud et similia degli stadi, forse vi troverà un humus più consono.
“fare uno scisma, a provocare decenni di guerre di religione, milioni di morti, la divisione dell’Europa.”
Corbezzoli, tutto sulla coscienza di Lutero.
I cattolici, responsabilità storiche ( diciam pure, le loro brave colpe) no?
Ripassarsi per compito a casa le grandi Richieste di perdono Giubilari del 2000 by san GPII.
Erano mesi che il Papa aveva annunciato che sarebbe andato a Lund.
Prima si sono sentiti i lamenti perché a Lund sì e a Genova no.
Ora si leggono ovunque le lamentele perché il Papa non aveva inizialmente previsto una Messa per i cattolici svedesi.
Quando ero ragazzino tutti gli Italiani sapevano chi doveva giocare in Nazionale (e non erano mai quelli convocati dall’allenatore), ora tutti sanno cosa il Papa dovrebbe fare (al posto di quello che fa).
Papa Francesco a Santa Maria Maggiore per affidare alla Madonna il viaggio in Svezia:
http://ilsismografo.blogspot.it/2016/10/vaticano-papa-francesco-in-preghiera.html
Toh, guarda, che scivolone per quel non-cattolico di Bergoglio: andarsi a mettere sotto il manto della Madonna come un don Bosco qualsiasi…..
🙂 🙂 🙂 🙂
Accompagno il Papa con la mia preghiera. Lo farò in particolare domani al Santuario di Loreto, trovandomi da qualche ora nelle Marche, dove sono venuto per la visita alle tombe di parenti e amici. Prego anche per chi non approva oggi l’incontro di Francesco con i luterani come non approvava ieri gli analoghi incontri dei Papi Benedetto, Giovanni Paolo II, Giovanni Paolo I, Paolo, Giovanni. E come, prima ancora, non approvava Papa Pio XII che per primo autorizzò gli incontri con i non cattolici. Le due invocazioni – per il Papa e per chi lo combatte – hanno lo stesso fine: “Perchè siano una cosa sola”.
Che la Madonna lo assita, ne ha di che avere bisogno! Che vada il Papa in Svezia, dai Luterani. Pensare che l’opinione pubblica sia così partecipe al fatto -frutto di operazioni di vertice, perché in fondo questo è : un’ operazione di vertice- mah! Nutro dei dubbi. Certo, un elogio agli zelanti organizzatori bisogna farlo, purché non restino delusi per un evento ” destinato -come altri nella fattispecie- al “cartaceo” . Evento che, non soltanto non scuote le coscienze, ma concorre a turbare se non addirittura a scandalizzare e sarebbe l’ultima cosa di cui avremmo bisogno in questa Babele di confusione e disordine.
Ma per tornare all’ atteso incontro -unilaterale-che dire, In genere vi si s’assiste: o con olimpica indifferenza o con atteggiamento acritico. Non sarà la prima né l’ultima iniziativa del genere cui assistiamo e che, pur qualificata come ecumenica, risponde in minima parte alle finalità di un sano Ecumenismo; A) perché diffonde idee non sempre (anzi mai) sostenibili sia sul piano teologico che su quello storico; B) perché concorre, alla fine della fiera, a determinare un trend nella direzione non già dell’Oikoumène di Dio, ma piuttosto dell’irenismo ingenuo,sognatore, sentimentale se non addirittura pericoloso..
E in che cosa la visita di Bergoglio a Lund “diffonde idee mai sostenibili sia sul piano teologico che su quello storico? ”
E in che cosa concorrerebbe a determinare un trend nella direzione non già dell’Oikoumene di Dio, ma piuttosto dell’irenismo ingenuo, sognatore, sentimentale, se non ( udite udite) addrittura pericoloso?
Una affermazione che, fatta così come è stata scritta : A) è priva di ogni fondamento B) contrabbanda una ennesima volta una idea personale, vecchia e stravecchia di sessan’anni, peraltro) per verità oggettiva.
Dunque?
Anch’io pregherò per il papa, e siccome tutte le mattine alle 7:30 in punto seguo la Santa Messa, in diretta, dalla Santa Casa di Loreto lo farò, domani, avendo a cuore questa intenzione. Di fatto, per come la vedo io, l’Ecumenismo non è una roba che può acconentarsi di poco, a buon mercato. Il diaologo e il confronto ci sta. Ma non ci si può accontentare di un’unità qualunque e a qualunque costo, ferme restando le contrapposizioni dottrinali, etiche e quant’altro, men che meno adagiarsi su posizioni ambigue o di maniera che lasciano irrisolti i tanti, troppo problemi di fondo.. L’Ecumenismo vero è quando si mette al servizio della “verità che ci fa liberi” affinché illumini gli uni e , gli altri tanto più, quanto più sono vaganti nel dedalo delle contraddizioni…
Idee mai sostenibili: significa, in italiano, che non possono mai essere sostenute.In piu’, poiché sono ficcate in un unico calderone con non meglio precisate “iniziative precedenti”, c’è da dedurne, come da post di Accattoli che precede, che le iniziative analoghe portate avanti dai precedenti 6 papi siano tutte etichettabili nello stesso modo.
Mica roba da ridere.
E chi spara , senza una minima pezza d’appoggio, un giudizietto così da niente?
Ecco.
Solo per riportare lo cose alle loro giuste proporzioni
🙂
“L’Ecumenismo vero…….”
ma tu pensa.
Per intendere la finalità dell’incontro di Lund sono utili queste parole del vescovo cattolico di Stockholm Anders Arborelius:
È importante ricordare che il Papa è invitato alla commemorazione comune della Riforma, organizzata da luterani e cattolici. Non si tratta di una celebrazione o di un giubileo qualsiasi, bensì di una commemorazione in spirito di penitenza e di riflessione. Da entrambe le parti c’è il comune intendimento di voler passare dal conflitto alla comunione. Oggi, cinquecento anni dopo la Riforma con la quale ci siamo allontanati gli uni dagli altri, cercheremo di camminare insieme verso la piena e visibile unità in Cristo. Più e più volte ho cercato di spiegarlo ai tanti cattolici confusi perché avevano l’impressione di dover “celebrare” la Riforma. No, questo evento è inteso come una commemorazione in spirito di riconciliazione e di penitenza. Con l’aiuto di Dio, vogliamo sanare le ferite del passato, purificare i ricordi dolorosi del tempo della Riforma, quando abbiamo combattuto gli uni contro gli altri. D’ora in poi possiamo procedere in pace verso quel futuro che speriamo e per cui preghiamo, in cui saremo pienamente uniti.
http://ilsismografo.blogspot.it/2016/10/svezia-il-papa-in-svezia_29.html
Anche queste altre parole del vescovo Arborelius – prese dallo stesso testo – secondo me sono di aiuto:
Il 2 ottobre scorso il quotidiano svedese «Svenska Dagbladet» ha pubblicato un articolo scritto dal cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, e da Martin Junge, segretario generale della Federazione luterana mondiale. In questo articolo i due hanno sintetizzato il processo di riconciliazione tra cattolici e luterani in tre concetti chiave: gratitudine, contrizione e testimonianza comune. Siamo grati perché condividiamo la stessa fede fondamentale nel Dio uno e trino e nella salvezza portata per mezzo di Cristo. Siamo dispiaciuti e deploriamo di aver combattuto gli uni contro gli altri. Ma ora possiamo dare una testimonianza comune della gioia e della bellezza della nostra fede e mostrare il suo potere di trasformare il nostro mondo ferito dal peccato, specialmente ai poveri e agli oppressi. È della massima importanza che si lavori insieme per promuovere pace, giustizia e riconciliazione. Dobbiamo dare un segno profetico di misericordia e di carità in un mondo diviso.
Io sono pieno di gratitudine per l’incontro di Lund. Do la buonanotte ai visitatori dalla casa dei miei parenti di Recanati. Buon ritorno all’ora solare. Detto dalla campagna che è tra Recanati e Osimo.
Non sono contraria al fatto di per sé, che cioé Roma dialoghi con altre autocoscienze e ci si confronti. Piuttosto intravvedo l’ indizio che la Chiesa romana non ha ancora raggiunto il vero livello dell’ Ecumenismo; il che porterebbe a pensare, o meglio a sottintendere, la segreta speranza che Roma rinneghi finalmente se stessa per integrarsi in una grande “oikoumene” non più cattolica né protestante né anglicana o ortodossa, ma tutto questo insieme…l’idea di questa probabile nascita di una superchiesa dove regna confusione e disordine dove ciascuno mantiene i propri rispettivi principi cui appellarsi…a me, francamente, crea un tantino di sconcerto.
Il terremoto aiuto! Luigi, Luigi, che sei in Recanati, tutto bene? Dacci un segno…fa’ sapere come stai…
Scossa lunga, forte. La più forte rispetto a tutte le altre avvertite qui fino a oggi, dicono i nostri parenti. E anche noi diciamo che era più forte delle tre che avevamo avvertito a Roma. Ma per ora non ci sono notizie di feriti o morti.
Grazie a Dio! Ho avuto paura per te Luigi…si, è stato forte, molto, molto più delle altre volte, è bruttissimo tutto questo…sono spaventatissima…
Nel suo odierno articolo su Repubblica Eugenio Scalfari spiega che il suo amico papa Francesco gli ha telefonato tre giorni fa:
http://www.repubblica.it/vaticano/2016/10/30/news/francesco_lutero_e_il_valore_condiviso_della_riforma-150895049/?ref=HREC1-9
“Ho avuto l’onore di ricevere tre giorni fa una telefonata da lui che desiderava — così mi ha detto — parlare con me di quella Riforma che ebbe un’enorme importanza per tutta la Chiesa ”
Naturalmente Scalfari non si esime dal disquisire col papa, con pose da grande “esperto” come suo solito , sulla Riforma protestante e sulla necessità dell’Affratellamento Universale di tutte le religioni e della Unificazione di tutte
le Chiesa cristiane
Ci rassicura che papa Francesco crede nell’unicità di Dio e che il suo scopo è quello di superare ogni intermediazione fra il singolo fedele – e Dio:
” supera l’intermediazione dei sacerdoti tra i fedeli e Dio”
Siamo avvisati quindi, e questo primo incontro ecumenico di Lund porta a tale progetto, ad avere una Unica Religione Mondiale senza dogmi e senza preti dove il singolo fedele, alla luce della propria individuale coscienza si riferisce singolarmente a Dio .
Scalfari dichiara anche che ” La Chiesa ha sempre accettato anzi incoraggiato il rapporto diretto delle anime con Dio ma al tempo stesso ha ribadito che quel rapporto diretto si compie attraverso il clero che amministra i sacramenti. Di fatto avviene così ed è sempre avvenuto ma in un tempo assai remoto erano i fedeli stessi ad amministrare i sacramenti e l’eucarestia in particolare, l’unico sacramento che Gesù creò, secondo tutti i Vangeli, durante l’ultima Cena trasformando il pane ed il vino nel suo corpo e nel suo sangue.I cristiani dei primi secoli così facevano ed è questa — a guardar bene — l’intima essenza di quanto pensa l’attuale Pontefice non nella forma ma certamente nella sua sostanza.”
Ricapitolando secondo Scalfari: l’intima essenza del Vangelo e il progetto del suo amico papa Francesco è quella di abolire sacramenti e sacerdoti, ogni intermedizione fra singolo fedele e Dio. Insomma di abolire la Chiesa cattolica così come è sempre stata e di ridurla ad un insieme di individui ciascuno soggettivamente credente in una sua propria fede personale.
Sarà vero che papa Francesco la pensa così? sarà falso?
Eugenio Scalfari sta vaneggiando quando sostiene che così la pensa il suo amico Francesco?o sta dicendo la verità? e se dice la verità perchè papa Francesco queste importanti rivelazioni le dice solo a lui privatamente, in conversazioni telefoniche , e non davanti a tutto il popolo in Piazza San pietro o nelle Omelie di Santa Marta?
Forse perchè il “popolo” non è ancora pronto per apprezzare tali profonde rivelazioni?
Mah ! :-/
non sentite anche voi un certo come dire ..odorino se non puzza di gnosticismo, di illuminismo,di massoneria , nei dotti articoli di Scalfari? qualcosa di luciferino e di sulfureo? qualcosa di non cattolico? qualcosa di guasto e di rivoltante?
Credo che sia istintivo: il sano ” sensum fidei “che si ridesta quando si sentono fare certi discorsi mielosi e fumosi sull’affratellamento universale, la coscienza individuale ecc. ecc. il pensiero va al Serpente….
certo io non dico che realmente il pensiero di papa Francesco sia lo stesso di Scalfari , anzi spero bene di no e prego che idee gnostiche non si siano infiltrate ai vertici.. ma questo sgradevole, persistente odorino di qualcosa di non-cattolico che si è impadronito della Chiesa cattolica non riesco a non sentirlo dalla prima sera del famoso Buona sera.
Consiglierei a Maria Cristina nell’ordine: a) un buon spray nasale che le liberi le nari dalle sue costipazioni personali su qello che è cattolico e non cattolico, punto sul quale, a leggerla, è assai assai costipata.b) tenersi alla larga , a una buona distanza di sicurezza da quello che scrivono Tizio, Caio , Sempronio e Sempronietto su quello che dice/fa/pensa el papa gaucho.Vinca la sua confessata antipatia personale e si fermi alla fonte originale.Il giovamento sarà di breve durata, c’è da scommetterci, ma immediato.
Ma Giulianone Ferrara che ha spacciato per gli anni del suo pontificato papa Benedetto per un mix della Fallaci e di se stesso, non ci ha insegnato nulla? Mutate mutandis, e avrete Scalfari che fa lo stesso con Francesco.
Massima stima professionale e culturale, anche simpatia umana per i due “vati” del giornalismo, ma perchè mai ci si dovrebbe aspettare che dicessero qualcosa di minimamente cattolico, loro che dichiaratamente non lo sono?!
Mi sbalordisce assai di piu’ che non dicano NULLA di cattolico certi vatini vatoni e vatesse che si autoproclamano “la cattolicità”.
Quando Scalfari parla di Francesco, e quando Giulianone parla di Francesco, sono interessati fondamentalmente da una cosa sola: dire quello che essi stessi pensano su entrambi, con una evidente inclinazione a farlo passare per verità.
Solita vecchia solfa….
🙂
A Norcia, luogo simbolico che vede nascere San Benedetto, -Patrono d’Europa- e la prima regola monastica d’occidente che dilagherà, incendiando, l’interna Europa .Ebbene: non solo il terremoto sbriciola la Basilica ma non resta in piedi una delle 14 Chiesa. Se questo non è un segno, non è la metafora della fine della stessa Chiesa Cattolica allora “beati monoculi in terra caecorum”.
La Parola di Dio è una realtà , per come la vedo io, “visibile” che ci invita a penetrare delle realtà che non sempre comprendiamo soprattutto i segni quando non riguardano i miracoli. Ma non ci affranca dal rinunciare a dare un senso,alla luce della fede,a capire i segni celati tra le pieghe della Parola altrimenti saremmo “analfabeti” .
Ecco, con l’aiuto di Dio, umilmente, guidati dal Vangelo proviamo a leggere i segni, il significato [dei fatti] insiti anche in questa tragedia del terremoto. Connettendo fra gli episodi evangelici penso al Vangelo di Luca 13, 1-9 : la torre di Siloe [Siloe significa INVIATO”] che “rovina” schiacciando i malcapitati . Questa pericope, unitamente all ‘episodio della donna inferma sono raccontati uno dopo l’altro immediatamente. Immediatamente dopo il Signore parla di quella pianta trovata senza frutti dal padrone il quale la vuole recidere ma il contadino si interpone impegnandosi a vangarla e concimarla perché porti frutti di bene.
Questi racconti figurati non possono NON tradurre in una grande Verità: ci troviamno dinnanzi all’iniziativa di Dio che ammonisce, tramite il Verbo, alla conversione . vedere in filigrana semi di conversione in un paese secolarizzato come la Svezia la vedo dura.
” Per la prima volta cattolici, con la presenza del Papa, e luterani commemorano insieme questo quinto centenario della Riforma… frutto del dialogo che si è sviluppato in questi ultimi cinquant’anni, a partire dalle sollecitazioni del concilio Vaticano II”, con queste parole prende spunto un articolo del “L’ Osservatore Romano”
Spero non si dimentichi o nn venga addirittura baipassato che esiste un rapporto di continuità fondamentale tra il decreto sull’Ecumenismo”Unitatis Redintegratio (UR)” solennemente promulgato il 21 Novembre del 64 da PaoloVI in continuità con la LG (decreto che nella sua nervatura teologica avendo ha per fondamento una larga base dogmatica) e la Cattolicità della Chiesa sulla quale insiste: realtà intangibile ed irreformabile. E qui non siamo dinnanzi ad una banderuola che soffia al “vento del concilio” per cui ci si strizza l’occhiolino appellandosi a questo o a quello. Ma la certezza dogmatica d’essere l’unica vera Chiesa di Cristo e non una sua porzione da integrare con altre…
Quindi si, intuisco una relazioni, uno dei tanti “segni dei tempi” tra i due fatti che alla luce del Vangelo dovrebbero essere “lampanti” . Penso fosse marginale rispetto alla tragedia Italiana la visita a Lund in questo momento e penso dovesse essere prioritaria, rispetto a Lutero, la presenza fisica del Papa dinnanzi alla facciata della Basilica di San Benedetto da Norcia – ultimo bastione medievale scampato alla totale disfatta- in preghiera, assieme agli scampati, implorando la clemenza di Dio sui grandi peccati dell’umanità in qualità di testimone della sua stessa sortazione (Evangelii gaudium) che invita a seguire questa linea di pensiero: “Esorto tutte le comunità ad avere una «sempre vigile capacità di studiare i segni dei tempi» -(riferimento a Paolo VI, Ecclesiam suam)- Oggi la Basilica di San Benedetto è distrutta: emblema della civiltà cristiana antica d’occidentale risorta come la fenice dalle ceneri dell’impero non esiste più .
Quando bombardarono San Lorenzo a Roma nel 1943, l’ultimo epigono della “Chiesa costantiniana” Pio XII, accorse, e avvolse in un ideale disperato abbraccio la popolazione affranta, abbattuta, distrutta, allo stesso modo di Norcia in questo momento.
e avverto in tutto questo, come sostiene Maria Cristina Venturi, la presenza del maligno, presenza con il quale San Benedetto ingaggiò aspre lotte nell’arco dell’intera sua vita ora si erge su quelle macerie…pensiamoci…
Ecco cosa sostiene il teologo Valdese Ricca nel comunicare la sua più fervida soddisfazione circa il “principale” contributo offerto generosamente da Papa Francesco nel corso di un’intervista pubblicata il 9 Ottobre a Vatican Insaider:
«il suo sforzo -dice il Ricca in riferimento al papa- è di reinventare il papato, ossia la ricerca di un modo nuovo e diverso di intendere e vivere il ministero del vescovo di Roma. Questa ricerca – supposto che la mia lettura colga almeno un poco nel segno – potrebbe portare molto lontano perché il papato – per il modo in cui è stato inteso e vissuto negli ultimi 1000 anni – è uno dei grandi ostacoli all’unità dei cristiani. Mi sembra che papa Francesco si stia muovendo verso un modello di papato diverso da quello tradizionale, rispetto al quale le altre Chiese cristiane potrebbero assumere posizioni nuove. Se così fosse, questo tema potrebbe essere completamente ripensato in ambito ecumenico». Il fatto che l’intervista sia stata pubblicata anzitempo rispetto a Lund fa suppore come siano chiare le intenzioni pontificie assai gradite a papa Francesco….
‘Certo, dopo questo passo immagino che non sarà facile andare avanti a causa delle diverse capacità di comprendere alcune questioni teologiche […]. Personalmente credo anche che si debba spostare l’entusiasmo verso la preghiera comune e le opere di misericordia,’
Ho riportato parte di quanto già citato da Luigi Accattoli dell’intervista del Papa per rimarcare come il Papa abbia ben chiara la situazione e come in questo momento compiere insieme opere di misericordia sia la cosa migliore da fare (e infatti nella dichiarazione congiunta parlano dell’accoglienza allo straniero).
Già le ‘vecchie’ questioni teologiche sono macigni sulla strada dell’unità, se ci aggiungiamo questioni più moderne come il sacerdozio femminile e i matrimoni tra omosessuali sembra proprio che il cammino sia impossibile. Un più stretto dialogo, frutto delle cose in comune e della buona volontà di entrambe le parti, potrebbe innanzitutto impedire ulteriori passi di allontanamento e poi col tempo, con la preghiera e con l’aiuto di Dio…
Certo, Enrico, che il papa ha ben presente la situazione.
Ma ai mosconi impazziti che vedono realizzarsi sotto il loro naso il peggiore dei loro incubi , fa miglior gioco stracciarsi le vesti, tanto per cambiare.
Peccato che le vesti che stracciano sono le loro, e dunque, sotto le vesti, mostrano il vuoto pneumatico che c’è.
Salvo la vis polemica fine a se stante, naturlich.
🙂 🙂 🙂
Toh, Claudia Floris Leo, senza deporre la fascia di Madame la Theologie, salta piu’ modestamente sul carro- anzi sul carretto traballante- dei vari Socci, chiesaepostconcilio ecc.
Dal mio punto di vista, mi pare uno sciacallaggio propagandistico sulla pelle delle genti colpite dal terremoto.Oltre che una accozzaglia di stupidaggini senza né capo né coda.
Di questo parere ovviamente mi assumo la responsabilità, e pertanto ribadisco quanto scritto ieri:
“Poi leggo , su segnalazione di un amico marchigiano amareggiatissimo, le parole che definirei perlomeno ignobili, oltre che integralmente stupide, che compaiono su http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/
Un postello dozzinale sul crollo della basilica di Norcia, tirato giu’ tanto per scrivere con , in cauda venenum, questa frasetta significativa ( vero significato del post, evidentemente) :” Ma ora non possiamo fare a meno di chiederci: dove sta andando il pastore universale del gregge?”
Dunque: il crollo della basilica, il terremoto, segno della collera divina per il viaggio del papa.
Non possiamo fare a meno di chiederci come si fa a scrivere questa grandissima imbecillità -sulla pelle di Norcia -senza provare una vagonata di vergogna.”