“Essere radicali nella profezia è il famoso sine glossa, la regola sine glossa, il Vangelo sine glossa. Cioè: senza calmanti! Il Vangelo va preso senza calmanti. Così hanno fatto i nostri fondatori”: parole del Papa ai superiori generali maschili, dette il 25 novembre 2016 e pubblicate oggi da “La Civiltà Cattolica” come pezzo forte per il suo fascicolo n. 4000. Nei commenti i brani della conversazione che ho deciso di avere nel mio archivio bergogliano.
“Vangelo sine glossa cioè senza calmanti” dice Bergoglio
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Sorprese. Scusate per il ritardo. La vita è così: piena di sorprese. Per capire le sorprese di Dio bisogna capire le sorprese della vita.
Essere criticato. È bene essere criticato, a me piace questo, sempre. La vita è fatta anche di incomprensioni e di tensioni. E quando sono critiche che fanno crescere, le accetto, rispondo. Le domande più difficili però non le fanno i religiosi, ma i giovani. I giovani ti mettono in difficoltà, loro sì. I pranzi con i ragazzi nelle Giornate Mondiali della Gioventù o in altre occasioni, queste situazioni mi mettono in difficoltà. I giovani sono sfacciati e sinceri e loro ti chiedono le cose più difficili.
Vado ma non parlo. Nel primo Consiglio post-sinodale è stata fatta una bella discussione. Io ero presente. Ci vado sempre, ma non parlo. Per me importante è ascoltare davvero. È importante che io ascolti, ma lascio che siano loro a lavorare liberamente. In questo modo capisco come emergono le problematiche, quali sono le proposte e i nodi, e come si affrontano.
Crescere nel discernimento. Ragionando sulla formazione dei giovani e sulla formazione dei seminaristi, ho deciso il tema finale così come è stato comunicato: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». La Chiesa deve accompagnare i giovani nel loro cammino verso la maturità, e solo con il discernimento e non con le astrazioni i giovani possono scoprire il loro progetto di vita e vivere una vita davvero aperta a Dio e al mondo. Dunque ho scelto questo tema per introdurre il discernimento con maggior forza nella vita della Chiesa […]. Dobbiamo crescere nel discernimento.
Nuovi istituti. La diminuzione della vita religiosa in Occidente mi preoccupa. Ma mi preoccupa anche un’altra cosa: il sorgere di alcuni nuovi Istituti religiosi che sollevano alcune preoccupazioni. Non dico che non debbano esserci nuovi Istituti religiosi! Assolutamente no. Ma in alcuni casi mi interrogo su che cosa stia accadendo oggi. Alcuni di essi sembrano una grande novità, sembrano esprimere una grande forza apostolica, trascinano tanti e poi… falliscono. A volte si scopre persino che dietro c’erano cose scandalose… Ci sono piccole fondazioni nuove che sono davvero buone e che fanno sul serio. Vedo che dietro queste buone fondazioni ci sono a volte anche gruppi di vescovi che accompagnano e garantiscono la loro crescita. Però ce ne sono altre che nascono non da un carisma dello Spirito Santo, ma da un carisma umano, da una persona carismatica che attira per le sue doti umane di fascinazione. Alcune sono, potrei dire, «restaurazioniste»: esse sembrano dare sicurezza e invece danno solo rigidità. Quando mi dicono che c’è una Congregazione che attira tante vocazioni, lo confesso, io mi preoccupo. Lo Spirito non funziona con la logica del successo umano: ha un altro modo. Ma mi dicono: ci sono tanti giovani decisi a tutto, che pregano tanto, che sono fedelissimi. E io mi dico: «Benissimo: vedremo se è il Signore!». Alcuni poi sono pelagiani: vogliono tornare all’ascesi, fanno penitenze, sembrano soldati pronti a tutto per la difesa della fede e di buoni costumi… e poi scoppia lo scandalo del fondatore o della fondatrice… Noi sappiamo, vero? Lo stile di Gesù è un altro. Lo Spirito Santo ha fatto rumore il giorno della Pentecoste: era all’inizio. Ma di solito non fa tanto rumore, porta la croce. Lo Spirito Santo non è trionfalista. Lo stile di Dio è la croce che si porta avanti fino a che il Signore non dice «basta». Il trionfalismo non va bene d’accordo con la vita consacrata.
Sano menefreghismo. Qual è la sorgente della mia serenità? No, non prendo pastiglie tranquillanti! Gli italiani danno un bel consiglio: per vivere in pace ci vuole un sano menefreghismo. Io non ho problemi nel dire che questa che sto vivendo è un’esperienza completamente nuova per me. A Buenos Aires ero più ansioso, lo ammetto. Mi sentivo più teso e preoccupato. Insomma: non ero come adesso. Ho avuto un’esperienza molto particolare di pace profonda dal momento che sono stato eletto. E non mi lascia più. Vivo in pace. Non so spiegare […]. La mia pace è un regalo del Signore. Che non me la tolga!
Dalla croce alla pace. I superiori devono imparare a soffrire, ma a soffrire come un papà. E anche a soffrire con molta umiltà. Per questa strada si può andare dalla croce alla pace.
Mi hanno dato il cilicio. Persino l’ascetica può essere mondana. E invece deve essere profetica. Quando sono entrato nel noviziato dei gesuiti, mi hanno dato il cilicio. Va bene anche il cilicio, ma attenzione: non deve aiutarmi a dimostrare quanto sono bravo e forte. La vera ascesi deve farmi più libero.
La povertà è midollare. Con i beni dobbiamo essere molto delicati. La povertà è midollare nella vita della Chiesa. Sia quando la si osserva, sia quando non la si osserva. Le conseguenze sono sempre forti.
O poveri o falliti. Il Signore vuole tanto che i religiosi siano poveri. Quando non lo sono, il Signore manda un economo che porta l’Istituto in fallimento! A volte Congregazioni religiose sono accompagnate da un amministratore ritenuto «amico» e che poi le fa fallire.
Paura di sbagliare. Andate avanti con coraggio e senza paura di sbagliare! Quello che non sbaglia mai è quello che non fa nulla. Dobbiamo andare avanti! Sbaglieremo, a volte, sì, ma c’è sempre la misericordia di Dio dalla nostra parte.
Caro Luigi, non ho letto l’intervista intera su Civiltà Cattolica, ma solo la selezione fatta da Spadaro sul Corriere. Quello che ritengo scandaloso è la scelta da parte del redattore del titolo da dare alla intervista ” Si’, c’e’ corruzione in Vaticano. Ma non perdo la mia serenità ” . Un titolo che per fare audience stravolge il contenuto della intervista che tu ci hai proposto nei tuoi commenti. Sai certamente da dove è stato estrapolato il titolo, da questo breve passaggio: ” ..Nelle Congregazioni Generali si parlava dei problemi del Vaticano, si parlava di riforme. Tutti le volevano. C’e’ corruzione in Vaticano. Ma io sono in pace. Se c’e’ un problema , io scrivo un biglietto a San Giuseppe e lo metto sotto una statuetta che ho in camera
mia.”
Ma come e’ possibile che una intervista che affronta così tanti temi venga ridotta a un titolo scandalistico ? Questa “sera” sono molto…arrabbiato con il Corriere della “sera”!
È vero , anche in TV hanno messo lo stesso titolo.
I titoli ad effetto sono strumentali molto spesso, vogliono attrarre l’ attenzione morbosa dei lettori.
Dove sta di casa l’ etica?
E il titolo dell’articolo della Giansoldati sul Messaggero allora?”La mia serenita’?Niente pastiglie, sono un sano menefreghismo”
Che belle parole ! Da fare imparare agli studenti la notte prima degli esami. Peccato che il giorno del Giudizio viene per tutti e allora il menefreghismo non sara’una scusante dei propri errori.
Probabilmente vogliono far passare l’immagine di un papa serafico dall’imperturbabile calma “zen”, dopo la brutta immagine della facia cupa e arrabbiata dei manifesti romani
Anche tu ci sei cascata o ci hai voluto cascare. Isolando il titolo dal contesto si interpreta come si vuole
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/papa_francesco_curia_vaticano_psicofarmaci_tranquillanti_ansia_civilta_cattolica_intervista-2248457.html
caro Andrea Salvi cosa vuol dire ci sei cascata?Che io credo che il papa abbia un “sano menefreghismo”‘?? No non lo credo affatto, come non credo che nelle interviste con Eugenio Scalfari abbia detto le cose che quel giornalista gli attribuiva e che sono state riportate a caratteri cubitali nei titoli di Repubblica.
questa però è una intervista rilasciata a Civiltà cattolica a padreSpadaro, suo stretto collaboratore ed amico. Mi sembra strano che padre Spadaro esperto di comunicazione si sia fatto “fregare” dei media che hanno tutti titolato mettendo in risalto la “serenità” di papa Francesco. Secondo me tale rilievo sulla serenità era voluta proprio da padre Spadaro e dall’entourage del pontefice per sfatare l’immagine di un Bergoglio collerico e preso spesso da crisi d’ira. Si vuole ripeto dare l’immagine di un papa sereno e distaccato.
Che ci siano sempre stati nella Chiesa “movimenti” di particolare impatto è vero -penso ai novaziani, ai priscilliani piuttosto che ai donatisti- ma anche questi avevano come obiettivo una esplicita tensione interiore di riforma, animati dallo stesso “ritorno” alle origini cui anela ogni progetto Riformatore. Lo stesso cui tende il Papa a vantaggio di una Chiesa distaccata da ricchezza e mondanità . Purtroppo il rischio in cui incorrono molti movimenti è ridurla alle anguste dimensioni di una setta questo è vero. Tuttavia, se dimenticassimo che accanto a questi ci fu lo sforzo dei Francescani che presentavo, anch’essi, una evidente deformazione in tal senso. Un pensiero in proposito va ai Pentecostali, ai cosiddetti “Carismatici” in cui il ruolo dei laici è dominante i quali hanno una tradizione plurisecolare nati come movimenti di risveglio di fine XVIII inizio XIX secolo che si andarono sviluppando nelle Americhe. In questo caso, mi chedo, come mai il Papa non li annoveri tra gli “esaltati” ma, anzi,fa incontri con loro di portata storica? Qualche domanda me la faccio. Forse la Riforma non è sempre e totalmente beneplacito di coloro che la dirigono, ma, magari è anche compito e possibilità donata alla Chiesa dal Signore, l’uomo, si sa, è sempre portatorie d’imperfezione! Preghiamo per un santo e santo discernimento!
I titoli dei quotidiani probabilmente sono stati fuorvianti, ma, quelle parole il papa le ha pronunciate e, a mio modesto avviso, sono parole di un semplicismo (lo dico in maniera negativa) disarmante….
Mi sono un po’ cadute le braccia sinceramente…..
Abbastanza disarmanti!
Caro Fabrizio, possibile che ti sia scandalizzato per quelle parole? Non posso crederci.
Il termine “menefreghismo” può suonar male, ma se si considera il contesto in cui è inserito ( mai prescindere dal contesto!) si capisce bene il senso da dare alla parola.
Fosse stato padrone della lingua italiana, probabilmente avrebbe usato una parola diversa.
Il Papa ha voluto dire che la serenità gli viene anche dal non dare un peso eccessivo alle contrarietà con cui deve fare i conti ogni giorno. La grande fiducia nel Signore, che egli sente vicino sempre, lo aiuta molto in questo suo percorso.
Possibile che gli si debbano fare le pulci per ogni cosa che dice?
Questo, sì, scandalizza me.
Non ci credo! Tra poco diranno, parafrasando Don Milani, che il papa, anziché il motto ” I care” ha scelto il motto fascista ” me ne frego” . Siamo al ridicolo.
Cara Victoria,
qui non è questione di “fare le pulci” al papa, ma se egli rilascia interviste o vengono riportate testualmente sue parole, penso si possano liberamente commentare (senza ovviamente scadere in offese e insulti).
Premesso che non devo certo io insegnare a un papa come si fa il papa, (non saprei da che parte iniziare), ma confermo che mi cadono le braccia nel sentirgli dire che:
.bastano due bigliettini a San Giuseppe per stare tranquillo di fronte a ogni problema.
.la corruzione in Vaticano c’è, ma ci vuole anche un po’ di sano “menefreghismo”, -vabbè- su questo contestualizziamo, ok…
.gli economi fan fallire gli istituti religiosi. Sarà, anzi è capitato sicuramente, ma ci sono economi che fanno i salti mortali per gestire correttamente i propri istituti religiosi…
E, sulla pedofilia?? Occhio, perchè se si fa passare il concetto che è solo una malattia, si apre una voragine dal punto vista penale giudiziario.
Detto ciò, ci sono altre cose interessanti che mi sento di condividere del papa come la riflessione sullo Spirito Santo che non è trionfalista, ma porta la croce, come il rilievo sui soldati defensor fidei con spada/sciabole e scudo, oppure come il passaggio dedicato al discernimento.
(Spero di essermi spiegato meglio.)
Ciao.
Ogni cristiano, allora, sa bene di dover fare tutto quello che può, ma che il risultato finale dipende da Dio: questa consapevolezza lo sostiene nella fatica di ogni giorno, specialmente nelle situazioni difficili. A tale proposito scrive Sant’ Ignazio di Loyola: «Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio» (cfr Pedro de Ribadeneira, Vita di S. Ignazio di Loyola, Milano 1998).. da un “Angelus” del giugno 2012 di Benedetto XVI….
A onor del vero, Fabrizio, il richiamo al “sano menefreghismo” non è affatto correlato alla corruzione in vaticano, in nessuna parte della intervista.
Perché allora volercelo correlare?
“Gli economi fanno fallire gli istituti religiosi” non mi sembra possa essere inteso in alcun modo come una critica alla categoria, ma come esempio di gestione terrena fin troppo degli istituti contro la loro natura che dovrebbe essere ispirata al altri criteri.
Quanto alla pedofilia, dove hai trovato , scusa, quel ” solo ” una malattia?
Io non l’ho trovato affatto.Mi sembra al contrario chiaro, leggendo la frase, l’idea che ci sta sotto: che essendo questa una tendenza presente e connaturata alla persona, non basta occuparsi solo del lato penale giudiziario, come lo definisci tu, ma porre vigilanza e attenzione estrema alla formazione e al da dove arrivino le persone religiose.
Capisco che uno potrebbe attendersi da un papa linguaggi più paludati, soppesati, ufficiali e soprattutto più vicini a quello che uno si aspetterebbe.
MA questo non significa che uno debba attribuirgli qualcosa che, francamente, non vedo dove stia.
Un abbraccio dei soliti.
Ciao Lorenzo,
qui il passaggio sulla pedofilia preso direttamente dal testo riportato da La Civiltà Cattolica:
Circa gli abusi sessuali: pare che su 4 persone che abusano, 2 siano state abusate a loro volta. Si semina l’abuso nel futuro: è devastante. Se sono coinvolti preti o religiosi, è chiaro che è in azione la presenza del diavolo che rovina l’opera di Gesù tramite colui che doveva annunciare Gesù. Ma parliamoci chiaro: questa è una malattia. Se non siamo convinti che questa è una malattia, non si potrà risolvere bene il problema.
Riguardo al “sano menefreghismo”, sì, sono d’accordo…Va contestualizzato.
Significa che il problema non puoi affrontarlo solo con un intervento che finisce in confessionale, ma colui che ha tendenze pedofile va avviato anche a un percorso di guarigione, se possibile, dalle sue tendenze, con i mezzi che la scienza ci offre e comunque non è adatto a fare il prete
Lorenzo caro in merito al linguaggio del papa, penso, ma è solo una mia opinione che vale 1/uno che sì, le parole debbano sempre essere soppesate…
Esempio: sarà la sessantesima volta che, ribadisce, senza che nessuno glielo chieda che non prende pastiglie tranquillanti….
Tu sei persona intelligente Lorenzo: sai che affermazioni del genere non vanno bene….
Ti dico questo perchè ho visto persone distrutte, ma letteralmente distrutte dalla depressione o dall’ansia o dai disturbi di panico cui i religiosi dicevano…prega, recita la misericordina: e il male non passava…..
Poi sono guarite sì, con la preghiera e con la recita della misericordina, ma anche con la farmacoterapia.
Ora, io mi sto focalizzando solo su alcuni aspetti dell’ampio colloquio avuto dal papa e, sono forse troppo “certosino” nel fare le pulci, ma per dindirindina, io dal papa certe affermazioni “all’acqua di rose” non me le aspetto proprio.
Ok Andrea, e con le denunce penali come la mettiamo? Con la segnalazione al Tribunale Speciale in materia, istituito presso la Congregazione per la Dottrina della Fede?
Papa Francesco è stato durissimo sulla pedofilia seguendo le indicazioni di Benedetto XVI…ma se ora il reato diventa una malattia………………..
Se sta bene, non si sente ansioso né depresso, dorme spontaneamente nonostante tutti i problemi che lo circondano, perché deve assumere psicofarmaci? Lui sta parlando di sé, non ha mai detto che chi è depresso non si deve far curare!.!!!
Caro Fabrizio,
certo che le parole del Papa, come quelle di chiunque, si possono commentare, ci mancherebbe altro. L’importante è saper cogliere lo spirito delle parole, non fraintenderle o altro. Se poi qualcuno le fraintende volutamente per strumentalizzarle a suo piacimento, allora c’è il “dolo”. Ma certo non è il tuo caso.
Per quanto riguarda le parole sulla pedofilia, nemmeno io sono d’accordo.
La pedofilia, l’ho già detto altre volte, non è una malattia. Qualcuno deve avere informato male il Papa.
Ciao.
A Fabrizio: attenzione, un conto sono le tendenze pedofile che uno sente dentro di sé, e se le ha si deve far curare (malattia) e non puo’ comunque fare il prete, un conto è l’esercizio della pedofilia che e’ reato oltre che peccato grave e quindi anche di competenza della magistratura
A domanda, risposta: Come stai?
Sto bene, grazie, nonostante tutte le responsabilità.
Invece: santità come sta?
Non prendo pastiglie tranquillanti…
E’ la stessa cosa? Secondo me, no….E chi se ne frega se prendi le pastiglie o no, io ti ho chiesto come stai.
Santo Padre, la sua missione nella Chiesa non è facile. Malgrado le sfide, le tensioni, le opposizioni, Lei ci offre la testimonianza di un uomo sereno, di un uomo di pace. Qual è la sorgente della sua serenità? Da dove viene questa fiducia che la ispira e che può sostenere anche la nostra missione? Chiamati a essere guide religiose, cosa ci suggerisce per vivere con responsabilità e pace il nostro compito?
Qual è la sorgente della mia serenità? No, non prendo pastiglie tranquillanti!
Ma il superiore generale dell’istituto religioso che gli ha posto la domanda gli ha per caso chiesto se prende pastiglie tranquillanti”??
Mi pare di no. Che c’entra allora…
@andreasalvi delle 16.45: siamo d’accordo.
“sarà la sessantesima volta che, ribadisce, senza che nessuno glielo chieda che non prende pastiglie tranquillanti….”
Fabrizio, non voglio fare l’interprete del Papa. Ma un po’ di intuizione no?
Quella frase vuole esprimere semplicemente che la sua serenità deriva dal suo affidamento totale al Signore, che la sua tranquillità non è correlata a nessun aiuto che venga dall’esterno, sia esso farmaco o altro ancora.
Devo ammettere che mi fai anche sorridere un po’.
Victoria ho compreso molto bene cosa volesse intendere il papa.
Ma a che pro, ribadirlo per la sessantesima volta?? Ripeto, sei il pontefice, non il primo che passa per la strada.
Fabrizio, se non si prende atto che questo è un Papa che parla come mangia, che ha la schiettezza dei popoli sudamericani, ogni tentativo di comprensione è vano.
E allora dài ragione,forse inconsapevolmente, a chi lo definisce, con una sorta di disprezzo, un Papa-parroco di campagna.
Lui non si paluda di stereotipi papali all’insegna della ieraticità che apparteneva ad altri papi. Non gli interessa. È semplice e vuol restare semplice.
Questi tratti di semplicità piacciono a moltissimi fedeli semplici come lui.
E sono la maggioranza.
E non dimentichiamo che Pietro era un povero pescatore, non era un discepolo della scuola di Gamaliele come Paolo, non era cioè un teologo di quel tempo. Chiederemo a tempo debito a Gesù perché scelse proprio Pietro come primo “papa”…
D’accordo anch’io col commento di Andrea delle 16:45.
Victoria, la pedofilia è nella lista delle malattie. Stanno cercando di toglierla, dopo aver tolto l’omosessualità, facendola passare per una tendenza sessuale (e quindi farla rientrare nella normalità), staremo a vedere.
Il Papa penso insista sul fatto che è una malattia per dire che ad una persona non viene in mente da un giorno all’altro per caso di molestare i bambini. Se è una malattia, con un attento esame dei candidati al seminario forse è possibile cogliere segni rivelatori e quindi scartare quelli non adatti.
Sugli economi il discorso fatto dal Papa è questo:
‘Forse non c’è il tempo per una risposta molto articolata e faccio affidamento alla vostra sapienza. Fatemi dire però che il Signore vuole tanto che i religiosi siano poveri. Quando non lo sono, il Signore manda un economo che porta l’Istituto in fallimento! A volte Congregazioni religiose sono accompagnate da un amministratore ritenuto «amico» e che poi le fa fallire. Comunque, criterio fondamentale per un economo è quello di non essere personalmente attaccato ai soldi. Una volta accadde che una suora economa svenne e una consorella disse a chi la soccorreva: «Passatele sotto il naso una banconota e certamente si riprenderà!». C’è da ridere, ma anche da riflettere. Importante poi verificare come le banche investono i soldi. Non deve mai accadere che ci siano investimenti in armi, ad esempio. Mai.’
Mi pare chiaro e condivisibile.
Sui tranquillanti, voi forse non avete idea di quanta gente li usi, gente che magari incontrate tutti i giorni e che non direste mai che ha bisogno di questi ‘aiuti’. La necessità di questi farmaci nasce nel momento in cui non si riesce ad affrontare i problemi in maniera adeguata e questi iniziano a schiacciarci, togliendoci il sonno la notte e dandoci ansia di giorno. Il Papa ci ha tenuto a specificare che lui riesce a non farsi opprimere dai problemi (questo è il senso del sano menefreghismo, che è quindi ben diverso dal menefreghismo fascista, se Socci ci pensa lo accusa di fascismo), la battuta può piacere o meno, ma bisogna leggere tutta la risposta per capire il significato delle sue parole.
Cari Victoria e Andrea state forse un po’ mescolando le carte.
Guardate che, se Angelo Roncalli non fosse stato un diplomatico con –mi sia permesso–le palle quadrate, e anni su anni di studio, noi il Concilio Vaticano II lo potevamo sognare di notte e non l’avremmo forse mai avuto.
Se Agostino Casaroli non fosse stato un abile diplomatico di importanti studi, il comunismo avrebbe forse fatto ancor più danni.
Queste sono cose che sapete benissimo.
Aggiungo inoltre che entrambe le persone da me menzionate erano ecclesiastici semplicissimi. Agostino Casaroli viveva addirittura se non erro in una piccola stanza di un orfanotrofio.
Sto dicendo che tutti devono essere diplomatici o tutti devono studiare alle pontifice università??: lungi da me una tale affermazione, lungi da me.
Occhio però all’esaltazione, -questa sì stereotipata- della semplicità.
Un abbraccio.
Scusate l’OT
Leggo ora che, dopo i manifesti per le vie di Roma, una finta edizione dell’Osservatore Romano è stata inviata via mail a vescovi e personalità varie del mondo cattolico, ovviamente non per tessere le lodi di Francesco.
io , scustae se mi ripeto,non credo affatto al suo “sano menefreghismo ” neanche se sinonimo di tranquillità, imperturbabilità, saggezza ,
Bergoglio non è noto , non era noto neppure quando era arcivescovo di buenos Aires o superiore dei gesuiti, per avere un carattere pacioso e tranquillo stile Buddha
Diciamo che di carattere non è pacioso e tranquillo. OK. Ha tutto il diritto di non esserlo.
Ma allora perchè ripetere ossessivamente che lui è “sereno e distaccato”, che dorme “come un ciocco”, che tutti i mostruosi problemi della chiesa cattolica a lui gli fanno un baffo, non gli tolgono il sonno ne’ l’appetito, che gli basta per essere in pace, scrivere un bigliettino a san Giuseppe, che è in pace da quando è papa ( prima no, a Buenos aires dice lui stesso che era ansioso)?
ripeto: perchè lanciare ossessivamente questo messaggio? che peraltro è falso, come testimoniano tutti quelli che hanno assistito alle sue furibonde scenate a Santa Marta nonchè ai suoi scatti d’umore?
perchè?
Per altro tuttti questi articoli che sottolineano la sua serenità, pace e distacco sono incominciati dopo l’affare dei manifesti. Perchè i manifesti con la foto della sua faccia corrucciata non come sempre sorridente e misericordiosa, sono apparsi come una crepa nella sua immagine, come una pericolosa defaillance della sua immagine pubblica. Vogliamo lanciare l’immagine di un papa sempre buono, umile, sorridente e misericordioso? questi odiosi manifesti ci hanno rotto le uova nel paniere insinuando malignamente che in realtà il papa non sia affatto SEMPRE buono sorridente e misericordioso.. allora bisogna correre ai ripari! e infatti i collaboratori sono corsi ai ripari. Su tutti i principali giornali articoli su come è sereno papa Francesco e sul suo “sano menefreghismo” , ma senza pillole eh, che se no poi sembra che sia sotto l’effetto di psicofarmaci!.
per volare un po’ più in alto vi propongo questsa magnifica riflessione di Don Elia:
http://lascuredielia.blogspot.it/
e per non dimenticare che al di là del sano menefreghismo i “dubia” son sempre lì , inesorabili:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-al-tensioninella-trinceadel-confessionale-18903.htm
Anche le domande cui tu, nel tuo formichesimale, non ti degni di rispondere sono sempre li, Maria Cristina.
I dubia stanno bene dove devono stare, evidentemente.
🙂
Fabrizio, per quanto mi riguarda, io non esalto niente e nessuno. Cerco di capire e basta.
La semplicità del Papa, che alcuni scambiano erroneamente per sciatteria e superficialità, viene dimostrata ampiamente da molti particolari che attengono al suo parlare e ai suoi comportamenti in pubblico.
Per quanto riguarda i tranquillanti che tanto hanno urtato la tua suscettibilità, condivido in pieno quanto ha detto il sig.E.Usvelli.
Il paragone fra Bergoglio e i due che tu hai citato, è fuori luogo, se posso permettermi.
@MCV ore 20.04: va bene che de gustibus…ma non hai qualcosa di più interessante da proporci? Questo Don Elia c’è l’ha su con tutti: Neocatecumenali, carismatici, adoratori della bibbia, tradizionalisti tranne lui, traditori vari della tradizione, ebrei e chi piu’ ne ha più ne metta. Per favore!!
Sig.Enrico Usvelli, io non credo che la pedofilia né l’omosessualità siano malattie.
Sull’omosessualità ho parlato a lungo in altri post, e non riprendo l’argomento.
La pedofilia, invece, la ritengo un crimine fra i più gravi.
Può darsi pure che certe persone abbiano devianze sessuali per cui si sentano particolarmente attratti dai bambini.
Ma credo che nella maggior parte dei casi le cose stiano diversamente. Soprattutto mi rifiuto di credere che, in ambito ecclesiastico, tantissimi preti pratichino o abbiano praticato, in passato, la pedofilia. Tutti malati? Non credo proprio. A mio avviso, in questo caso si tratta di frustrazione sessuale motivata dalla difficoltà di dare sfogo–mi si passi l’espressione un po’ spinta–alle pulsioni sessuali che tutti gli uomini normali hanno, e che preti e monsignori devono reprimere per ottemperare al voto di castità o verginità. Ora , è facile capire che i bambini sono elementi deboli, che possono essere convinti a soggiacere, anche con intimidazioni di vario genere, ai desideri di questi ministri. Costoro rovinano la vita di tanti bambini che probabilmente resteranno segnati a vita dalle azioni di chi dovrebbe proteggerli.
Ho letto e visto molto su questi argomenti, e mi sono fatta delle idee chiare.
E i pedofili che non sono preti? Questi, nella maggior parte dei casi, lo fanno per “sporcizia” e per sadismo. Provano un piacere disgustoso nel vedere le reazioni che provocano nei bambini che non riescono a sottrarsi all’azione strumentale di quegli odiosi sporcaccioni.
Anche su questo ho letto parecchio. Non invento nulla.
Altro che malattia!
Si tratta, a mio avviso, di “sporcizia”, di volontà di soggiogare
Mi scuso per quel rigo in più che è saltato fuori inavvertitamente.
La pedofilia è una malattia, una perversione sessuale e tale viene definita nella classificazione delle malattie psichiatriche (DSM5). Purtroppo la maggior parte degli abusi sui minori avviene nelle famiglie.
La pedofilia è SPORCIZIA.
Don Francesco di Noto che con la sua associazione ” Mater” la contrasta e ne fa una nobile missione, parla a chiare lettere di CRIMINE.
Infatti non condivide quel che ha detto il Papa.
Proprio il fatto che certi misfatti avvengano in famiglia, fa capire che non è una malattia ma un vizio osceno.
Mi sono accorta in ritardo che nel post @ 21:37 c’è un periodo in cui ho espresso male un concetto essenziale:
“Soprattutto mi rifiuto di credere che, in ambito ecclesiastico, tantissimi preti pratichino o abbiano praticato, in passato, la pedofilia.”
Correggo:
“Soprattutto mi rifiuto di credere che, in ambito ecclesiastico, tantissimi preti pratichino o abbiano praticato, in passato, la pedofilia PERCHÉ MALATI”.
Anch’io credo che pure le affermazioni del nostro Papa Francesco vadano sempre e comunque “contestualizzate”, ma anche a me pare che qualche sua frase di quell’intervista non sia stata esplicitata benissimo, e, dunque, penso di poter comprendere il senso di sorpresa espresso dall’amico Fabrizio.
Buon fine-settimana.
Roberto Caligaris
La inclinazione alla pedofilia rimane una malattia, il suo esercizio diventa un crimine. Non c”e’ contraddizione tra le 2 definizioni. Se aspetti che diventi un crimine e’ troppo tardi. Devi accorgertene prima nel discernimento vocazionale.
Questo mi sembra il senso dele parole del papa.
Ma allora perchè ripetere ossessivamente che lui è “sereno e distaccato”, che dorme “come un ciocco”,
MCV,
o lei è molto distratta o è in malafede.
Che lui dormisse come un legno il Papa l’aveva detto nell’intervista a TV2000 di novembre 2016, quindi prima dei manifesti, e ora riparla del suo sonno in un’unica intervista. Che tanti media l’abbiano ripresa e commentata non significa che il Papa ripeta ossessivamente una cosa. Ci sono validi motivi piuttosto per pensare che ad essere ossessionata sia lei, MCV.
Ringrazio l’amico Roberto per aver ben compreso e sottolineato il mio senso di sorpresa, successivo a questo colloquio del papa con i superiori degli ordini religiosi.
Buona Domenica a tutti.
Posso capire tutti i sensi di sorpresa, ma concordo con Andrea: il senso dell’affermazione mi sembra chiaro,e non va certo nel senso di una diminuzione della gravità o di una depenalizzazione del problema. Semmai invita ad alzare la guardia dell’attenzione.
Maria Cristina Venturi leggo ora la tua argomentazione su quella che chiami “intervista” e conoscendo il tuo scrupolo documentale mi chiedo quale sia stata la tua fonte:
Questa però è una intervista rilasciata a Civiltà cattolica a padreSpadaro, suo stretto collaboratore ed amico. Mi sembra strano che padre Spadaro esperto di comunicazione si sia fatto “fregare” dei media che hanno tutti titolato mettendo in risalto la “serenità” di papa Francesco. Secondo me tale rilievo sulla serenità era voluta proprio da padre Spadaro e dall’entourage del pontefice per sfatare l’immagine di un Bergoglio collerico e preso spesso da crisi d’ira.
Non era un’intervista ma un colloquio con un’assemblea di superiori generali. Non è avvenuto ora ma il 25 novembre 2016. Viene pubblicato ora come elemento di richiamo per il fascicolo 4000 di “Civiltà Cattolica”. Dove hai preso gli elementi della tua irresistibile argomentazione?