“I peccati della carne non sono i più gravi” diceva ieri Francesco sull’aereo: il popolo l’ha sempre saputo e ci sono pure i proverbi ad attestarlo. I moralisti tuttavia fino a ieri alzavano la voce e sostenevano che il peccato di sesso è sempre grave. Da qualche tempo le classifiche sono state riviste ma Francesco è il primo a dirlo da Papa: è l’attacco di un mio articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera a pagina 25 con il titolo: “Con Francesco si torna a Dante. c’è di peggio dei lussuriosi”. Nei commenti riporto l’intero mio testo.
Bergoglio la pensa come Dante: quello della carne è il “peccato più lieve”
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Vi ricordate di Maritornes? Non è tuttavia la prima volta che lo dice e mettendo insieme i suoi accenni in materia si ottengono buone indicazioni su quali siano, per lui, i peccati più gravi. Ieri ha detto la superbia e l’odio. Un’altra volta aveva accennato alla vanità. Tante volte ha indicato come gravissimi il commercio delle armi, le guerre, la tratta degli esseri umani, l’appartenenza alle mafie. Una volta ha detto che la pedofilia è un sacrilegio.
Quanto alla gravità del peccato sessuale in un’occasione Francesco era arrivato a rovesciare la classifica tradizionale dicendo a Dominique Wolton (nel volume “Dio è un poeta”, Rizzoli 2018, a p. 154) che “i peccati più lievi sono quelli della carne”. In ciò avvicinandosi a Miguel de Unamuno che nella “Vita di Don Chisciotte e di Sancho” (1905) affermava della prostituta Maritornes che “si può dire a stento che pecchi”.
De Unamuno a sua volta seguiva il popolo, che ha sempre tenuto conto della debolezza della carne. “Pecài de mona Dio li perdona, pecài de pantaeòn pronta assoiussiòn”: asserisce un proverbio veneto che non vuole fare differenze tra i peccatori maschi e femmine e tutti li vuole assolti.
Già Paolo e Francesca. La paura del sesso è stata forte nelle Chiese cristiane degli ultimi secoli. Ma non fu sempre così. Dante mette i lussuriosi nel secondo girone dell’inferno, subito dopo il limbo, narrandoli con la storia degli adulteri Paolo e Francesca: cioè considera peggiori -rispetto alla lussuria – tutti gli altri peccati. Questo il suo ordine di gravità: golosi, avari e prodighi, iracondi e accidiosi, eretici, violenti, fraudolenti, traditori. Dunque possiamo dire che con Francesco torniamo a Dante, ovvero alla Scolastica, a Tommaso d’Aquino.
La voce grossa contro la sessualità – per quanto riguarda la Chiesa Cattolica – l’ha fatta la manualistica per confessori, che per secoli ha affermato come nelle cose dell’amore non si dia materia lieve: “In re venerea non datur parvitas materiae”.
E’ a motivo del celibato dei consacrati che il rigore contro la corporeità è salito, nei secoli della controriforma, a note acute. Quando la legge del celibato era meno stringente, come al tempo di Dante, anche la paura della corporeità era meno invasiva.
Buona festa dell’Immacolata a tutto il blog.
Viva il Sismografo. Questo mio articolo è stato ripreso dal Sismografo:
https://ilsismografo.blogspot.com/2021/12/vaticano-bergoglio-la-pensa-come-dante.html
Caro Accattoli, sono d’accordo con Lei.
Ma dopo l’intervista di ieri sulle dimissioni del vescovo di Parigi tantissimi commentatori – pecoroni con i paraocchi – hanno titolato che il Papa si è adattato ai tempi moderni rivedendo le classifiche dei peccati ecc. ecc. Un scemenza colossale (e ciò denuncia l’ignoranza dei commentatori stessi)!
Se avessero letto Dante saprebbero che anche per lui (e per tutti a partire da Aristotele e dai Padri della Chiesa) i peccati di lussuria sono “meno gravi” degli altri.
E allora? E allora la novità dell’intervista di ieri mi pare un’altra: basta il chiacchiericcio, la mormorazione (magari calunniosa) e l’ipocrisia per ottenere le dimissioni di una persona.
E questo mi rende molto triste. Perché è contrario a Dante, ad Aristotele e a tutta l’etica cristiana.
E penso al sacrificio di Gesù. «Meglio che un uomo solo sia sacrificato per tutti? Anche se magari fosse innocente?» Io non ci sto.
Il giornalista di Le Monde aveva chiesto a papa Francesco perche’ egli avesse accettato così rapidamente le dimissioni del vescovo di Parigi . La domanda non c’entrava nulla colla classifica della gravita’ dei peccati . Anche ammesso che i peccati dei lussuriosi siano i meno gravi, questo non toglie che e’ strano che le dimissioni siano state subito accettate, quasi non si volesse neppure fare accertamenti sulla verita’ delle accuse. Questo caso mi ricorda quello del card. Pell.
https://gpcentofanti.altervista.org/cappella-della-fiducia/
I peccati della carne non sono i più gravi ma sono i più facili da riconoscere. E per la economia della Salvezza è indispensabile, come dice il Papa, che tutti si riconoscano « peccatori « .
Per la cronaca, Paolo e Francesca sono all’inferno.
Molto bello l’intervento del Papa all’Angelus di oggi. A tutti buona festa dell’Immacolata!
BUON COMPLEANNO, LUIGI!