“La Chiesa è chiamata a uscire da sé stessa e a dirigersi verso le periferie, non solo quelle geografiche ma anche quelle esistenziali. Quando non esce da sé per evangelizzare diviene autoreferenziale e si ammala“: parole dette dal cardinale Bergoglio in una delle congregazioni generali che hanno preceduto il Conclave e riferite in un’omelia dal cardinale cubano Jaime Ortega. Trovo significativo lo spunto, anche se prevedo che i miei visitatori lo snobberanno perché male si presta alla diatriba tra amanti della tradizione e cercatori delle novità. Vi trovo la stessa idea espressa così da Karl Barth: “La Chiesa giace costantemente inferma, non potendo resistere alla potenza fisica e spirituale del mondo, quando esita o cessa di essere Chiesa missionaria” (Domande a Roma, 1967).
Aggiornamento al 27 marzo. Ecco la traduzione dell’intero testo manoscritto dell’intervento di Bergoglio in una delle Congregazioni generali.
Domenica, dando appuntamento ai giovani “a luglio a Rio” Papa Francesco ha ripetuto la consegna a raggiungere ogni periferia: “I giovani devono dire al mondo: è buono seguire Gesù; è buono andare con Gesù; è buono il messaggio di Gesù; è buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo e dell’esistenza per portare Gesù“.
E’ proprio un bello spunto questo, perchè lo si dovrebbe snobbare.
Sono d’accordo pienamente.
(Che poi sia detto, pur se a volte qui alziamo i toni e le voci, ma in fondo qui di amanti della tradizione siamo in tanti, se non tutti. Tradizionalisti nel senso negativo quasi nessuno, così come di progressisti idem. Diciamo che qui gli amanti della tradizione ci accontentiamo/remmo del minimo sindacale, cioè dignità e non sterile e fine a se stessa “solennità estetica” (quella poca edificante però ben venga); cosi come probabilmente i cercatori della novità apprezzano/rebbero certi gesti -dovuti pure direi- nella forma, ma non troppo nella sostanza. Insomma, per quanto belligeranti, siamo dei moderati rispetto a certi estremismi. La convergenza di simpatia e ossequio verso Papa Francesco che nutriamo noi tutti del pianerottolo ne è testimonianza.)
Sì, Ubi. No a tutti i montanismi, di qualnque colore siano. Lo dico perché proprio lo penso …
la Chiesa, nel suo incedere,ha attraversato 2000 anni di storia, tre secoli dei quali [ specie nella Cappadocia con S.Paolo, ma non di meno a Roma] vissuti dentro il ventre della terra, come i vermi. Eppure, anche sotto terra, tra cuniculi bui illuminati da torce la tradizione perpetuava il rito eterno così come dall’Inizio: da Cristo agli Apostoli fino ad oggi di generazione in generazione. La Tradizione è l’ancora della barca senza la quale è in balia dell’uragano!
La Tradizione non è una ideologia per cui la si può elaborare a piacimento ma è un fatto storico senza il quale non esisterebbe la Chiesa motivo per il quale ovunque Essa [la Chiesa] si porti ,si porta dietro la tradizione. Anche quando i barbari “quelle famose opere che oggidì più che mai sarebbono floride e belle, furono dalla scellerata rabbia e crudele impeto de’ malvagi uomini, anzi fiere, arse e distrutte e Roma restò senza ornamenti e l’ossa del corpo senza carne” ( Lettera di Leone X, dopo l’incendio di Roma) così oggi: anno del Signore 2013. Tante e tante volte la Chiesa ha subito dissoluzione e distruzioni ad intra e ad extra. Un tempo erano“Goti, Vandali,lanzichenecchi e d’altri tali perfidi nemici”. Oggi sono: secolarismo, relativismo, mancanza di fede, dissoluzione, immoralità, corruzione, carrierismo clericale , sono i nuovi barbari, i distruttori e lo scontro drammatico, tra il bene e il male -archetipico destinato a perpetuarsi nella storia tra una civiltà che passa e l’altra che segue – si perpetua,sempre in conflitto, ed ogni volta, ritorna la cenere e il sacco. la Chiesa, giunge al vertice del proprio splendore, e il secolo che segue porta invasori si da tornare” rude e primitiva decadente e devastata”.E’ l’odierno imbarbarimento e che si chiami Vatilix o lobby o altri accidenti non importa, è la scottante attualità.
La Chiesa deve ricominciare il cammino, uscire da sè per poter tornare in sé…
Io non mi sento tradizionalista e mi sento molto informale, non si sottrae a mio modo di vedere mai abbastanza, Ricorda Ubi tempo fa abbiamo avuto una discussione sull’oro, e io dissi che la mia fede era importante in sé non per il materiale, adesso che il Papa porta un anello in argento son contenta non aver allora sragionato.
Però mi piace la storia, mi piace studiare i tanti modi in cui il cristianesimo si è incarnato nei tempi e nelle culture e mi spiace quando vedo guardare tutto ciò con disprezzo come fosse una sciocchezza superata.
Anche l’oggi che ci sembra così pressante nel bene e nel male domani sarà storia per cui non va assolutizzato, ma preso come una delle tante tappe.
Immagino che questo mi tenga a metà strada tra modernisti e tradizionalisti, magari in certe cose è anche un limite (a volte bisogna avere il coraggio di cambiare) però è un modo di vedere che mi è connaturato.
La missionaietà nella Chiesa è il Suo fondamento, ma significa “andare verso…”,muoversi. Il discorso (credo sia un trabocchetto di Luigi) dei tradizionalisti e modernisti, invece, denota un fermarsi/arroccarsi/bloccarsi, sulle proprie idee.
Gli estremismi hanno sempre torto e fanno sempre del male, molto male provocando – anche al solo dirsi tali delle divisioni.
La missionarietà, però, non riguarda solamente una Chiesa istituzionale, ma riguarda – per forza di cose – le singole parrocchie, le singole persone.
Neppure missionarietà significa Carità relegata solo al “dare cose”, ma significa tutto ciò che San Paolo esprime in modo significativo in 1Corinzi 13.
… E questa è la settimana giusta per iniziare questo cammino,
Abbraccio e condivido, Marta.
Io per primo sono chiamato a uscire da me stesso ( che vuol dire dal MIO egone, dall’attenzione su di ME, dai MIEI convincimenti, dalle MIE “bandiere”, dai MIEI problemi, dalle MIE felicità, dai MIEI dolori ) e andare verso le “periferie”, geografiche e esisitenziali della mia vita.
A furia di parlare di Papa, Chiesa, Curia, e massimi sistemi- cose su cui non ho la minima influenza, se non di ciarla – dimentico che c’è un pezzo della partita che spetta a me giocare: anzi, se non lo gioco io, non c’è Papa e “Chiesa” che lo possa giocare al posto mio.
Se Gesù mi ha mai chiamato, lo ha fatto per questo.
Le periferie esistenziali sempre dimenticate: non atei e benpensanti, né atei devoti, ma i perduti, i dispersi, i senza bussola.
… e sono tanti, Mattlar, tanti …
….lo so! Per esperienza non per sentito dire.
Un ventennio di apostolato salesiano….tra i ragazzini di S.Basilio, Tor Bella Monaca …Pietralata, quartieri non solo periferici, ma difficili…vi garantisco che insegnano non solo a mandare a “fanculo” chi non ci piace -come solo loro sanno fare con quel romanesco forbito che è uno spettacolo e una spontaneità che non lascia spazio ad amibiguità- ma a vivere. Insegnano che si può essere felici e trovare uno spazio di cielo anche in mezzo alla miseria più nera, a situazioni familiari al limite del sopportabile. Basta un pallone, una gita, un momento ricreativo: attimi di condivisione dove si sentono amati, curati, coccolati, si sentono finalmente persone degne di essere accolte e ascoltate. Momenti di condivisione dove possono esporre le loro idee, i loro problemi tranquillamente, liberamente, sgrammaticati allo sbaraglio con i verbi sempre all’infinito non importa, ma liberi da giudizi castranti. Insegnano molto…moltissimo…
Ho letto tutto d’un fiato quello che il cardinale Ortega, a giusto titolo, definisce «un tesoro speciale della Chiesa e un ricordo privilegiato dell’attuale Sommo Pontefice».
In uno dei passaggi riportati dal cardinale, Bergoglio nel corso delle Congregazioni evidenzia che quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare «diventa autoreferenziale e allora si ammala» e qui Bergoglio fa un riferimento – stupendo! – al brano del Vangelo di Luca (13, 10) in cui Gesù guarisce una donna «curva» che «aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma», e poi denuncia come i mali che affliggono «le istituzioni ecclesiali» hanno radice nell’«autoreferenzialità», definita come «una sorta di narcisismo teologico».
«Nell’Apocalisse – continua Bergoglio riferendosi al verso 20 del capitolo 3 – Gesù dice che sta alla porta e bussa. Evidentemente il testo si riferisce al fatto che bussa da fuori la porta per entrare… Però penso che a volte Gesù bussi da dentro, perché lo lasciamo uscire. La Chiesa autoreferenziale pretende Gesù Cristo dentro di sé e non lo lascia uscire».
Da da pensare che l’intervento di Bergoglio si è svolto durante le Congregazioni generali e, quindi, egli fa l’auspicio di un Papa che contemplando Gesù Cristo aiuti la Chiesa a «uscire da sé» e vada verso le «periferie esistenziali».
Bergoglio non pensava di essere lui questo Papa. Ma i cardinali elettori, e lo Spirito Santo attraverso loro, hanno pensato proprio a lui.
Condivido qui tra voi,
un mio sentimento misto tra paura e gratitudine,
che scrivevo stamani ad una mia carissima amica:
“”Probabilmente questo episcopato romano,
potrebbe essere unico nel suo genere,
conviene viverlo pienamente,
nel dono che ci è fatto.
Missionarietà significa – prima di tutto – com-passione.
Questo vorrei tanto che nessuno se lo scordasse.
Non ci si può fregiare del titolo di cristiani cattolici se non si è capaci di vibrare ai problemi e sofferenze altrui … anche quando è un “altrui” non conosciuto e lontano.
Troppo spesso confondiamo la missionarietà con un inculcare in altri dei “concetti” (seppure siano verità), delle leggi o altro.
La nostra è forse l’unica religione dove il divino si intreccia saldamento con l’umano e negare questo significherebbe negare tutto.
Gesù è questo vincolo da sempre inscindibile con tutte le emozioni umane portate in primo piano e pienamente rispettate.
Missionari dell’umanità … portare l’umanità nel mondo. Basterebbe solo questo per rendere credibile il Vangelo e basterebbe solo questo per abbandonare definitivamente una Fede di concetti e di principi.
La Chiesa non è la Croce Rossa, la Chiesa è un Crocifisso.
…. credo però che il nostro Papa Francesco arriverà a precisare bene tutto nei prossimo giorni
“Le periferie esistenziali “
non è la città dei ragazzini 🙂
“la Chiesa è un Crocifisso”.
Scusami MARTA
scusami MARTA
non ho capito se questa anomala espressione è del mio vescovo.
Spero di non infastidire Marta, ma stamane devo di nuovo concordare pienamente con lei.
La Chiesa non è la Croce Rossa, la Chiesa non è la maestrina con la penna rossa in mano, la chiesa e per davvero un Crocifisso.
Con un corollario vincolante che ne discende: siccome la Chiesa siamo noi….
Occhio, che le funzioni imminenti della Settimana Santa sono molto di piu’ di una sacra rappresentazione a cui assistere col luccicone al ciglio.
Sono la strada che mi viene additata.
Qui si può leggere la traduzione dell’intero testo manoscritto dell’intervento di Bergoglio in una delle Congregazioni generali:
http://www.zenit.org/it/articles/le-parole-di-papa-francesco-prima-di-essere-eletto-pontefice
La croce è un passaggio però dopo la croce c’è la resurrezione.
Luigi, per adesso posso solo limitarmi a dire che il discorso dell’ allora card. Bergoglio è splendido.
Vuoi vedere che è stato eletto Papa per queste sue parole, che hanno centrato in pieno lo scopo della riforma della Chiesa nel senso indicato da lui?
No, no @Matteo … non sono del “tuo” Vescovo e “mio” Papa … sono solo mie povere parole.
@Sara1 … verissimo, ma a volte dovremmo metterci nei panni degli apostoli e non i nostri che già sanno come finirà la storia.
Credo sia utile per tutti sperimentare lo sgomento, ma lasciare andare avanti la Fede, altrimenti diverremmo tutti con un “cuore di pietra” che non capisce e percepisce.
Insomma spesso ci si sente accusati di essere dei cristiani bloccati al Venerdì Santo, ma neppure essere bloccati alla Pasqua di Resurrezione va molto bene.
Ci sono anni in cui si vive una Pasqua da Venerdì Santo (come il dolore – ad esempio – di quei due giovani genitori), altre che si vive un Sabato Santo come se fosse già Pasqua (e penso alle situazioni che si sbloccano all’improvviso) ed altre volte tutto ci passa sopra la testa.
@Lorenzo e perchè mai dovrei infastidirmi???? Grazie a te che completi sempre il mio pensiero.
A Matteo Lorenzo Sara Marta e a chiunque stia sveglio. Vivere la Settimana Santa è entrare sempre più nella logica di Dio, nella logica della Croce, che non è prima di tutto quella del dolore e della morte, ma quella dell’amore e del dono di sé che porta vita. E’ entrare nella logica del Vangelo. Seguire, accompagnare Cristo, rimanere con Lui esige un “uscire”, uscire. Così Papa Francesco poca fa all’udienza generale.
Devo dire: diavolo a parte (che per fortuna non cita più 3 volte al giorno :-)) questo Francesco mi sta proprio simpatico.
Caro Luigi,
come leggevo le teologiche parole di Benedetto XVI,
così continuo nel leggere le semplici parole del mio vescovo romano.
Stamani quando ho letto il tuo nuovo post,
mi sono detto:
Luigi sta rompendo!!!! 🙂
Metto la faccina, in quanto è solo un’espressione da intercalare,
dinanzi alla solita affermazione di Luigi !!!!
Incrimino 🙂 questa frase:
“male si presta alla diatriba tra
– amanti della tradizione e
– cercatori delle novità.”
Io sono un amante della tradizione,
ma non sono ideologicamente un tradizionalista.
Per altro,
che significa cercatori delle novità, ?
di quali novità ?
Da quando mi avvicinai all’età adulta e nell’attraversarla,
ho cominciato a capire, che io e la Gerarchia Chiesa,
dovevamo ritornare alle sorgenti, all’essenzialità tramandataci dai vangeli,
all’essenzialità della primigenia comunità apostolica,
quando non era stato ancora inventato il papato,
e quando questi non si era ancora costruito un impero ed
assassinato necessariamente tante persone.
Un episcopato senza vesti di epoca bizantina,
e soprattutto
senza pippe mentali bizantine.
Una Chiesa che abbandona il potere di casta e di classe,
un potere mai immaginato,
né da Gesù,
né dagli Apostoli
tanto che negli stessi evangeli vi è memoria per non cadere in una tale tentazione.
Ora,
il ritorno della Chiesa tutta, Popolo e Vescovi,
alle sorgenti essenziali del vangelo,
fatto di ESSENZIALITà e di SOBRIETà
è desiderio che indica che si è CERCATORI DI NOVITà ?
Non è forse la speranza CAPARBIA
di un ritorno all’ANTICO ?
In fondo chi ha studiato la storia,
conosce,
le demoniache “modernità”
che secolo dopo secolo
si sono incrostate
sin dall’accesso al potere (formalmente in epoca costantiniana),
in tutti gli ambiti della vita della Chiesa-(Popolo e Vescovi).
Dunque, caro Luigi,
se
per cercatori della novità
intendi quelli che sperano nel ritorno allo spirito, alle parole e ai gesti della Chiesa delle sorgenti,
è profondamente ingiusto contrapporlo
alle persone
che si cibano di ideologie di vecchie modernità(sedicenti tradizionaliste), che hanno incancrenito il Popolo della Chiesa.
Le parole semplici e forti del mio vescovo nell’udienza di oggi,
fanno crescere la mia speranza e mi incoraggiano.
io penso che questo Papa, oltre che l’indubbio omaggio all’amore per la povertà di stampo francescano, abbia portato nella Chiesa molta della spiritualità tipica dei gesuiti, l’ordine a cui appartiene.
Tutti sanno che fin dall’inizio i gesuiti si distinsero per il loro slancio missionario, e il loro modo di vivere la “missione” è sempre stato, persino in secoli formalistici e pomposi come il XVI e XVII pieno di creatività, direi quasi di “modernità” , basta pensare al famoso Padre Matteo Ricci in Cina .
E la tanto vituperata e criticata Chiesa del Concilio di Trento,la Chiesa della Controriforma, la Chiesa di San Pio V , che molti vorrebbero dimenticare , far sì che secoli non siano esistiti per tornare alla “purezza delle origini” ( ah, la” purezza” ! questo mito orgoglioso di ogni movimento ereticale) ,
la Chiesa controriformistica di cui San Ignazio, San Francesco Saverio, sono i più bei campioni, è stata piena di slancio missionario , è dalla metà del ‘500 in poi che la Chiesa romana da realtà “mediterranea”si è espansa in tutto il mondo !
E anche il citare spesso il diavolo , cara Sara , va visto secondo me tenendo presente la spiritualità ignaziana. : Negli Esercizi Spirituali il grande Santo ci
invita a “immaginare” due grandi eserciti uno che segue l’insegna di Cristo, l’altro la bandiera del Diavolo, e chiederci : sotto quale bandiera voglio combattere? Sant’Ignazio , prima di convertirsi a Cristo, era un guerriero spagnolo e quando penso a lui mi viene sempre in mente quanto un tempo ci dicevano a noi ragazzi quando facevamo la cresima : Da adesso in poi sei un soldato di Cristo!
La distinzione secondo me non è fra tradizionalisti e progressisti, la vera differenza è quella su cui ci chiede di riflettere San’Ignazio nei suoi Esercizi spirituali : quale comandante vuoi seguire, per chi ti vuoi battere, per chi sei disposto a dare la vita ? Per Cristo o per le tante altre insegne e bandiere effimere che via via nella storia si sono succedute….
Discepolo sul citare il diavolo e Ignazio lo avevo già visto sottolineato e infatti mi sono andata a rileggere gli esercizi spirituali.
Dagli Esercizi spirituali di San’Ignazio di Loyola:
4° giorno: il quarto giono meditazione delle due bandiere:l’una di Cristo, nostro sommo condottiero e signore, l’altra di Lucifero, mortale nemico della nostra natura umana.
La composizione visiva del luogo: qui consisterà nel vedere un grande accampamento in tutta quella regione di Gerusalemme dove il sommo condottiero generale dei buoni è Cristo Nostro Signore
e un altro accampamento nella regione di Babilonia dove il capo dei nemici è Lucifero (….) si consideri come egli chiami a raccolta innumerevoli demoni (..) si rifletta sul discorso che rivolge loro e come li inciti a gettare reti e catene, come per prima cosa debbano tentare colla cupidigia delle ricchezze, perchè gli uomini giungano più facilmente al vano onore del mondo e poi a grande superbia. In tal modo il primo scalino sarà quello delle ricchezze, il secondo quello dell’onore e il terzo quello della superbia e da questi tre gradi il Nemico poi spinge a tutti gli altri vizi.
Al contrario così si deve immaginare il sommo e vero Capitano che è Cristo Nostro Signore.. considerare come il Signore scelga tante persone . discepoli e li mandi per tutto il mondo a diffondere la sua sacra dottrina tra gente di ogni ceto e condizione..considerare il discorso che Cristo Nostro Signore fa a tutti i suoi servi che invia a tale lavoro, raccomandando loro di aiutare tutti col portarli prima a una somma povertà spirituale e , poi, se piacerà alla sua diivina maestà e li vorrà scegliere, anche alla povertà materiale…
in modo che sia tre i gradi : il primo povertà contro la ricchezza, il secondo la ricerca del disprezzo contro l’onore mondano, il terzo l’umiltà contro la superbia. E da questi tre gradi li spingano a tutte le altre virtù”
Nella prosa” logica ” e semplice , senza tanti fronzoli, del Santo Spagnolo c’è già tutto il piano di governo e il “programma” di questo suo figlio .che tanti secoli dopo è diventato Papa, il primo Papa gesuita.
E ci dicevano, ricordi discepolo, al famoso ritiro spirituale in preparazione della cresima -tre giorni, frugale pranzo, e al pomeriggio confessione, tutti in ginocchio nel silenzio della Chiesa. Cresceva l’ansia, il desiderio di arrivare a quel momento preparati di tutto punto- “Tenete sempre a mente, cari ragazzi,che lo Spirito Settiforme, dopo avervi resi fermi nella mente e nel cuore, da buoni soldati di Cristo, vi vestirà del sacro usbergo della Giustizia.Dopo avervi cinti i fianchi con la Verità [che significava fuggire l’ignoranza religiosa terreno favorevole a satana] vi darà lo scudo della Fede per spegnere i dardi infuocati del maligno; vi cingerà il capo con l’elmo della salvezza e tra le mani la spada della Parola di Dio perché possiate annientare l’altra spada contaria e avversa, quella della menzogna, della falsità e dell’errore”. Parole marchiate a fuoco dentro di me. Grazie per avermi fatto fare un balzo indietro di un bel mucchio d’anni…E’ sempre salutare rammentare le promesse che facciamo a Cristo e alla Chiesa, purtroppo ce ne dimentichiamo con troppa facilità..
Scusami Sara ho mandato il brano degli Esercizi prima di leggere il tuo commento …. 😉
comunque penso che la tua idea sia venuta a molti e cioè che ci sia molto dell’insegnamento e degli “esercizi” ignaziani nel nostro nuovo Pontefice… Del resto non si diventa gesuiti che dopo un lungo addestramento… e dopo tale lungo addestramento , i contenuti degli esercizi sono “introiettati” per sempre .
Discepolo conoscevo gli esercizi di Ignazio anche attraverso i libri del Cardinal Martini.
Però Martini citava molto spesso Ignazio meno il Diavolo (onestamente non ricordo così velocemente che lo abbia mai fatto negli stesi termini di Bergoglio).
Già, il Card. Martini dimenticava il diavolo…
Scusate, ma non si era detto -giustamente…- che non è cosa buona vedere in ogni cosa il diavolo?
Un giusto equilibrio è cosa buona.
Se se ne sente il puzzo lo si fa presente, se no perchè è in giro per luoghi aridi meglio non nominarlo (tenendo però presente che esiste e prima o poi ritorna, magari con i rinforzi…).
Il primo libro suo che lessi fu una riflessione sul salmo miserere, ha presente “contro di te contro te solo ho peccato”?
Però certo non parlava come Padre Livio o come quelli che per averne paura devono immaginarselo con la coda e con la puzza di zolfo .
Cmq le parole di oggi di Papa Francesco che mi hanno colpito sono queste:
“Dio pensa come il samaritano che non passa vicino al malcapitato commiserandolo o guardando dall’altra parte, ma soccorrendolo senza chiedere nulla in cambio; senza chiedere se era ebreo, se era pagano, se era samaritano, se era ricco, se era povero: non domanda niente. Non domanda queste cose, non chiede nulla. Va in suo aiuto: così è Dio. Dio pensa come il pastore che dona la sua vita per difendere e salvare le pecore.”
Condensando, per chi capisce: “misericordia”.
Ma quale diavolo dimenticato da parte di Martini, gesuita fino al midollo!!
E, riguardo alle parole di oggi di papa Francesco, proporrei una interpretazione ad hoc per i frequentatori dei blog cattolici: senza chiedere se era tradizionalista o conciliare, martiniano o ratzingeriano, di CL o cattolico di base…
anche a me le parole del papa di oggi hanno colpito,visto che mi dicono evidentemente come mi devo comportare io.
Ogni giorno che passa, Francesco diventa piu’ stringente ed esigente.
E non siamo che all’inizio, al primo dei numerosissimi antipasti…figurati quando arriverà al piatto forte.
Lorenzo,
penso che hai compreso
che ci sono numerosi fan del diavolo,
hanno nostalgia del fuoco,
dello zolfo.
Senza la paura dell’inferno
questi amati fratelli
non trovano senso
nel cristianesimo.
Per diversi cattolici
il cattolicesimo
è la religione della paura dell’inferno,
o forse
la religione dell’inferno.
Tante condanne
tanto onore.
😉
“Gesù bussa dall’interno per lasciarlo uscire”
direi che scalpita per uscire
Matteo,
ma non eri tu, caro, che bramavi un ritorno al Vangelo?
Ma il Vangelo, lo sai meglio di me, è pieno di diavoli!
E allora?
Elsa,
certo.
Ritorno al vangelo, e a Gesù.
non al demonio.
Il fatto è vedere fratelli o sorelle
che mettono l’accento in modo eminente sul diavolo,
piuttosto che su Gesù.
Fratelli e sorelle
che vogliono a tutti i costi che si abbia esclusivamente terrore delle punizioni
a causa del diavolo,
piuttosto che fare pubblicità a Gesù e al suo amore.
Probabilmente
sono fratelli e sorelle
che non credono all’amore,
non credono che l’amore di Gesù
conquista senza la paura, senza il terrore.
Il demonio è sicuramente una presenza non indifferente NEI VANGELI,
ma perdonami,
se faccio notare che I VANGELI
non sono affatto PIENI di diavoli
I vangeli sono piuttosto pieni di gente, di folle, che cercano continuamente Gesù.
Gesù non vuole farmi terrore,
e
per fortuna i vangeli NON sono PIENI di DIAVOLI.
Per favore,
non alimentare la paura.
” I mali che, nel tempo, colpiscono le istituzioni ecclesiastiche sono l’auto-referenzialità e una specie di narcisismo teologico.”
“La Chiesa autoreferenziale pretende di tenere Cristo dentro di sé e non lo fa uscire.”
“Quando la Chiesa è auto-referenziale, crede involontariamente di avere una luce propria.”
Sono proprio queste le ombre scure e ingombranti che gravano sulla Chiesa: l’autoreferenzialità e il narcisismo teologico.
Si piega su se stessa vedendosi al centro del mondo e poggiandosi su un edificio teologico che dovrebbe sorreggerla, e della teologia si avvale per rivendicare la sua inconfutabile autorità
Gli uomini dovrebbero guardare alla sua “luce” e credere e aderire sic et simpliciter.
Ma la vera “luce” è Gesù Cristo, che non deve essere solo annunciato dalla Chiesa in virtù di attestati teologici prodotti nel tempo e sempre proclamati e incorniciati, ma deve “uscire” dalla Chiesa per andare incontro agli uomini tutti, e soprattutto agli ultimi.
I quali non vengono toccati in nessun modo dalle parole più o meno convincenti, più o meno comprensibili, di una teologia che si fa portavoce della “verità”, ma hanno estremo bisogno di essere toccati, abbracciati, concretamente dal Gesù confessato dalla Chiesa cristiana.
Hanno bisogno di “speranza”.
La fede vera si genera in questo modo, non con parole, citazioni e con la conoscenza di testi, per quanto ricchi e autorevoli essi possano essere. E magari non alla portata di tutti.
Gesù il Cristo non restava chiuso in casa, andava incontro alla gente e si mostrava compassionevole verso gli ultimi, ma non solo a parole. Incontrava, toccava, incoraggiava, piangeva con chi era nel dolore.
Se il Papa, la gerarchia e i fedeli capissero fino in fondo queste verità che non necessitano di contorte spiegazioni e vengono capite da tutti perché semplici e intuitive, la religione cristiana ne sarebbe rigenerata ed esprimerebbe una ricchezza coinvolgente per tutti. Altro che documenti teologici e dottrina astratta!
Papa Francesco domani andrà in un istituto di pena minorile per celebrare la Messa del giovedì santo, e porterà il suo sorriso e il suo incoraggiamento ai giovani reclusi.
Questi sono fatti concreti; quelli di cui si sente il bisogno perché davvero credibili.
Gli istituti di BENEFICENZA e ASSISTENZA gestiti nel mondo dalla CHESA CATTOLICA comprendono: 5.558 OSPEDALI con le presenze maggiori in America (1.721) ed Africa (1.290); 17.763 DISPENSARI per la maggior parte in America (5.495), Africa (5.280) e Asia (3.634); 1156 LEBROSARI distribuiti principalmente in Asia (588) ed Africa (374); 16.073 CASE PER ANZIANI MALATI CRONICI E HANTICAPPATI per la maggior parte in Europa (8.238) ed America (4.144); 9.956 ORFANOTROFI per circa un terzo in Asia (3.406); 12.387 giardini d’infanzia; 13.736 consultori matrimoniali distribuiti per gran parte in Europa (5.948) ed America (4.696); 36.933 CENTRI DI EDUCAZIONE E RIEDUCAZIONE SOCIALE e 12.050 ISTITUZIONI DI OGNI ALTRO TIPO, per la maggior parte in America (4.484), Europa (3.939) ed Asia (1.857).
Circoscrizioni ecclesiastiche dipendenti dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli
Al 1° ottobre 2011 le Circoscrizioni ecclesiastiche dipendenti dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Cep) erano complessivamente 1103. La maggior parte si trova in Africa (499) e in Asia (473). Seguono America (85) ed Oceania (46). (SL) (Agenzia
Però,niente male per una Chiesa autoreferenziale e “chiusa”….caspita!
HANDICAPPATI….giusto per correggere il refuso
Volevo aggiungere che è sbagiatissimo identifica la Chiesa con i Sacri Palazzi e la curia. La Chiesa non è la curia – quella è si chiusa e autoreferenziale- non la Chiesa nel suo insieme e nelle sue membra la quale poggia sulla missionarietà, per sua natura, è il suo carisma, ma di che cosa stiamo parlando? Lo dico sommessamente, a me sembra assurdo parlare di una Chiesa autoreferenziale e chiusa perché L’Eucaristia stessa è principio e soggetto, emblema di quella “uscita da sè” di cui ora si rivendica la necessità. Non a caso ho voluto postare le cifre della sua attività missionaria che innerva le attività di apostolato “fino ai confini della terra” e questo da sempre, dagli Apostoli ai martiri a partire dal I sec d.C ai nostri giorni .
Papa Francesco in quella frase vuole sottolineare l’importanza di perpetuare per il tempo a venire la missione che la Chiesa e noi abbiamo ricevuto, di non addormentarci nell’attesa che arrivi il Signore del Regno. Mette in guardia semmai -questo si, certamente, a mo’ di ammonizione- di uscire sempre fuori. Non è una condanna ipso facto. Sa perfettamente papa Bergoglio quanto sia lunga la scia di sangue dei cattolici martirizzati con un’indescrivibile oscenità. Suore stuprate,sacerdoti decapitati, religiose e laici arsi vivi dalle etnia cinese, africane e non solo, anche da noi, preti uccisi dalla mafia, in Sicilia, in Calabria testomoni straordinari. Gente che messa di fronte all’alternativa di rinnegare la fede o soffrire i peggiori supplizi, non esitarono a testimoniare il loro amore a Gesú Cristo e alla Chiesa per mezzo del sacrificio delle loro vite.
Definire la Chiesa “inutile presenza, avulsa ai problem e infacrita di retorica” è una tale mancanza di rispetto che non merita considerazione. La Chiesa i cattolici, una miriade, non solo è sopravvissuta alle sanguinose persecuzioni perpetrate dal regimi, di ogni parte e latitudine, ma,
“grazie al sangue dei martiri, è stata rafforzata per affrontare con rinnovato vigore il XXI secolo. Talvolta i persecutori hanno potuto toglierle la voce, ma mai la memoria. E la memoria trasmessa di bocca in bocca diventa storia, e la storia rende sovente giustizia ai perseguitati. Sono uomini e donne, vecchi e bambini, laici e sacerdoti, spose e consacrate, borghesi e contadini. Ciascuno con un nome da ricordare. Perché è dovere di ogni cristiano fare memoria, e non solo della frazione del pane, che è il corpo di Cristo, ma anche della frazione di quel corpo mistico, che è la Chiesa.
buona giornata, la mia comincia ora…
scusate i tanti refusi….mannaggia! E colpa della mente e dei pensieri, sempre tanti, che precedono il movimento delle mani incapaci di gestire una tastiera sensibilissima…
I refusi, cara Clo, sono indice di chi scrive con il cuore e con passione.
Non è la tastiera sensibilisima che frega, ma è la sensibilissima persona che si è.
Caro Matteo,
non so quale opera di rimozione ti faccia affermare che i vangeli non sono affatto PIENI di diavoli.
Il 40% dei Vangeli parla di demonio, demoni, satana, inferno.
E’ una parte troppo rilevante per essere ritenuta trascurabile…
Non credi?
Il numero 40% l’ho preso da qui:
http://www.gliscritti.it/approf/dachille/diavolo.htm
non ho controllato, ma non credo sia un valore così campato per aria.
Il 40% significa che ogni 10 parole 4 sono dedicate al diavolo, mi pare francamente esagerato come dato.
Che poi leggo abbastanza regolarmente i canali ufficiali, Avvenire Osservatore, Radio Vaticana, seguo la voce del Papa della Cei, parlano nel 40 % dei casi del Diavolo?
Ruini e Bagnasco parlano del demonio 4 parole su dieci?
Non lo so, io passerei con il lanciafiamme su Radio Maria e soci lo dico seriamente.
Il 40% significa che ogni 10 parole 4 sono dedicate al diavolo, mi pare francamente esagerato come dato.
No, non credo significhi questo. Probabilmente il ragionamento è a livello di capitoli.
E, pur non essendo un’estimatrice di Radio Maria, sono più tollerante e lascio che risponda alle esigenze dell’audience cui si rivolge.
E sarebbe buona cosa che questa tolleranza l’avessero tutti, te compresa.
Cari amici, buon giorno!
Alla piromane Sara vorrei dire che anche azzittendo Radio Maria non si può negare la presenza di riferimenti a dannati, diavolo e inferno nel 40% dei “brani” del vangelo. Non fermiamoci alla contabilità delle parole, facciamo memoria di tutta la predicazione di Gesù (che inizia, guarda caso, con le tentazioni nel deserto e finisce quando “dopo quel boccone, satana entrò in” Giuda – Gv 13,27) e del Vangelo nel suo insieme. Del resto è vero che i sacerdoti, Avvenire e la stampa cattolica sono piuttosto restii a parlare del diavolo, ma la ragione non sta nel vangelo, ma in quello “spirito del concilio” (o come lo vogliamo chiamare) che per non impressionare troppo i fedeli preferisce evitare questo argomento.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti e varrebbe la pena, con papa Francesco, riconsiderare la questione alla luce del Vangelo e seguendo l’esempio dei Santi.
E poi scusi lo scritto che ha indicato è pure confuso, non si può ridurre il problema della teodicea alla presenza del demonio.
Una malattia è segno del demonio? se mio fratello ha la tetraparesi spastica è perchè il demonio lo ha colpito?
E lo dice una che da quando ha la memoria si macera su queste questioni.
Quanto a Radio Maria è vero sono poco tollerante perchè padre Livio mi sembra un pagano quando parla.
Alla cara Marilisa, che parla di Narcisismo Teologico
vorrei far notare che con questa locuzione si intende qualcosa di molto diverso.
Riprendo da Burk Parson – Narcisimo Teologico http://it.gospeltranslations.org/wiki/Narcisismo_Teologico
Nella nostra naturale arroganza, siamo facilmente attratti dai nostri cuori egoisti a guardare dentro – alla nostra saggezza, le nostre realizzazioni, i nostri averi, anziché fissare gli occhi solamente su Dio. La nostra preoccupazione narcisistica sposta costantemente i nostri occhi dal Creatore alla creatura, da Dio al sé. Così, cominciamo a sviluppare una nostra teologia personalizzata, creando un dio a nostra immagine, modellandolo a essere tutto ciò abbiamo sempre voluto in un Dio; un Dio che ama coloro che amiamo e odia coloro che odiamo, un Dio che è sovrano su tutte le cose buone della nostra vita ma impotente e ignorante riguardo tutte le brutte cose che ci accadono, un Dio che è sempre a nostra disposizione come se fosse il nostro fattorino cosmico personale nel cielo e che viene strisciando al minimo suono di campanella. Per indole, tale teologia è individualistica, non-pattuita, non-familiare e non ecclesiastica. Si tratta di una teologia centrata attorno a ciò che ha senso per me, ciò che a me sembra giusto, ciò che mi rende felice, e ciò mi fa sentire bene con me stesso. In poche parole, una teologia egocentrica che vede l’uomo così grande e Dio così piccolo.
e mi pare che questa sia un po’ una sintesi del pensiero, libero per carità, di qualcuno su questo Blog… 😉
Ma poi, proprio il Giovedì Santo, parlare di lanciafiamme verso un’emittente cattolica che aiuta a pregare e promuove la devozione mariana, che fa compagnia agli ammalati e agli anziani soli, che propone catechesi e momenti di spiritualità apprezzate anche da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI…
Se proprio “prudono le mani” potrei suggerire io altri soggetti che predicano il male e danno il cattivo esempio, che esortano all’apostasia e all’abbandono della fede per seguire le logiche del mondo…
Va bhe son poco caritatevole Federico che ci devo fare mi confesserò.
Si può stare vicini agli ammalati senza terrorizzarli così la penso e così mi sento di dire.
E a proposito di Radio Maria uno dei pochi che ha parlato chiaro è stato Bertone, che solo per questo ha tutta la mia simpatia.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/02_Febbraio/24/medjugorje.shtml
@Sara1
E poi scusi lo scritto che ha indicato è pure confuso, non si può ridurre il problema della teodicea alla presenza del demonio.
Non entro nel merito dello scritto, ero così solo banalmente interessa al numero, e non vorrei neppure avviare con esso una bieca questione di contabilità. La realtà ineludibile è che il demonio nel vangelo c’è, eccome!
Una malattia è segno del demonio? se mio fratello ha la tetraparesi spastica è perchè il demonio lo ha colpito?
E lo dice una che da quando ha la memoria si macera su queste questioni.
La religione cattolica ed il Vangelo ci dicono che il male non viene da Dio, perché NON PUO’ VOLERLO. O sbaglio?
Quanto a Radio Maria è vero sono poco tollerante perchè padre Livio mi sembra un pagano quando parla.
Molto male, se permette! Cosa facciamo, siamo tolleranti con l’islam e contemporaneamente intolleranti con certi cattolici?
E’ il vecchio problema di essere tollerante con gli intolleranti, dialogare con l’Islam non significa dire grazie a chi uccide i cristiani in nome di una fraintendimento religioso e così onestamente essere tolleranti verso chi dice che i terremoti sono mandati da Dio proprio quando qualcuno in quel momento sta ancora soffrendo richiede una carità che sinceramente credo di non avere pienamente.
Colpa mia , lo ammetto senza problemi.
La tolleranza, e direi di più l’amore reciproco e la fratellanza devono essere un valore assoluto, anzi il Valore con la via maiuscola, dato che è esattamente l’oggetto del Mandatum Novum, che proprio oggi la Liturgia ricorda.
Quindi mettiamo da parte una volta per tutte, per cortesia, i lanciafiamme. Grazie.
Il lanciafiamme è simbolico, Padre Livio mi pare stia lì indisturbato lanciando strali notte e dì pure nonostante la mia antipatia.
Lui ha una radio in mano io giusto due messaggi su un blog.
Padre Livio non lancia strali ma soprattutto prega giorno e notte e fa pregare: lodi, messe, rosari.
Prima di criticare, facciamo altrettanto.
http://italia.panorama.it/Il-diavolo-e-l-antenna-santa
Conti quante volte cita la parola Satana (e sinonimi) e quante Dio o Cristo.
Per questo parlo di paganesimo.
Poi c’è il libero arbitrio e amen, buon giovedì santo a tutti.
Il lanciafiamme è simbolico
Occorre fare attenzione all’uso dei simboli.
La distanza fra simbologia e realtà è corta a piacere.
Poi c’è il libero arbitrio e amen
Prima del libero arbitrio viene la Carità.
Buon giovedì santo anche a lei.
Ok che è corta ma da casa mia con il lanciafiamme non ci arrivo a Radio Maria.
Almeno questo.
“La Chiesa è chiamata a uscire da sé stessa e a dirigersi verso le periferie, non solo quelle geografiche ma anche quelle esistenziali. Quando non esce da sé per evangelizzare diviene autoreferenziale e si ammala“
——
Ah, come respiro! Diceva una pubblicità delle liquerizie aromatiche RESOLDOR.
Andare dritti al nocciolo delle questioni, parlare chiaro.
Linguaggio diretto, semplice e comprensibile a tutti.
La forza mite di Francesco e la determinazione di Ignazio.
W il Vescovo di Roma.
Alla cara Elsa vorrei suggerire di leggersi bene quell’articolo che mi ha proposto. Forse capirà meglio quel che ha voluto dire il card.Bergoglio e che io ho sottolineato ampliando il concetto.
Nino trovo provvidenziale che il primo Papa che prende il nome di Francesco sia un gesuita. Ovvero: che il primo Papa gesuita si chiami Francesco.
Con alcuni salti logici e parabolici vengo svolgendo tra me questo gioco del tre:
Benedetto Francesco Ignazio
[dedicato a Nino che aveva sognato Georgium Marium e l’aveva chiamato Ignazio: http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=11054&cpage=3#comment-96766 ]
Un papa mariano, ignaziano e francescano…caspita! Si può desiderare per la Chiesa, bisognosa di purificazione, qualcosa di più straordinario?