Magistrale catechesi di Francesco, stamane, su “La preghiera vocale”, terminante con l’invito a non cadere nella superbia di disprezzarla, rivolto a chi si senta chiamato a cercare “la preghiera mentale, la meditazione, il vuoto interiore perché venga Dio”. Non solo condivido pienamente l’argomentazione, ma mi ritrovo puntualmente in tutto quanto dice con l’esercizio che mi ingegno poveramente a condurre ogni giorno per ottenere che le parole della preghiera principe, il Padre Nostro, suscitino in me i sentimenti che furono di Gesù quando ce la insegnò. Nei commenti riporto alcuni passaggi della catechesi, che invito a leggere e ruminare per intero. A modo che fa il bue quand’è coricato nella stalla. Cioè a ruminarla parola per parola posando in ozio, cioè facendo solo quello.
Bergoglio invita a non disprezzare la preghiera vocale
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Le parole nostre madri. Catechesi 1. La Parola divina si è fatta carne, e nella carne di ogni uomo la parola torna a Dio nella preghiera. Le parole sono nostre creature, ma sono anche nostre madri, e in qualche misura ci plasmano […]. Le parole nascono dai sentimenti, ma esiste anche il cammino inverso: quello per cui le parole modellano i sentimenti.
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/04/21/0237/00516.html
Per prime si muovono le labbra. Catechesi 2. La prima preghiera umana è sempre una recita vocale. Per prime si muovono sempre le labbra. Anche se tutti sappiamo che pregare non significa ripetere parole, tuttavia la preghiera vocale è la più sicura ed è sempre possibile esercitarla […]. La preghiera del cuore è misteriosa e in certi momenti latita. La preghiera delle labbra, quella che si bisbiglia o che si recita in coro, è invece sempre disponibile, e necessaria come il lavoro manuale.
Intercessori delle parrocchie. Catechesi 3. Tutti dovremmo avere l’umiltà di certi anziani che, in chiesa, forse perché ormai il loro udito non è più fine, recitano a mezza voce le preghiere che hanno imparato da bambini, riempiendo la navata di bisbigli. Quella preghiera non disturba il silenzio, ma testimonia la fedeltà al dovere dell’orazione, praticata per tutta una vita, senza venire mai meno. Questi oranti dalla preghiera umile sono spesso i grandi intercessori delle parrocchie: sono le querce che di anno in anno allargano le fronde, per offrire ombra al maggior numero di persone.
Quando pregate dite. Catechesi 4. Qualcuno dice: “Eh, la preghiera vocale è cosa per i bambini, per la gente ignorante; io sto cercando la preghiera mentale, la meditazione, il vuoto interiore perché venga Dio”. Per favore, non bisogna cadere nella superbia di disprezzare la preghiera vocale. È la preghiera dei semplici, quella che ci ha insegnato Gesù: Padre nostro, che sei nei cieli… Le parole che pronunciamo ci prendono per mano; in qualche momento restituiscono il gusto, destano anche il più assonnato dei cuori; risvegliano sentimenti di cui avevamo smarrito la memoria, e ci portano per mano verso l’esperienza di Dio. E soprattutto sono le sole, in maniera sicura, che indirizzano a Dio le domande che Lui vuole ascoltare. Gesù non ci ha lasciato nella nebbia. Ci ha detto: “Voi, quando pregate, dite così!”.
La mia idea. Sulla preghiera vocale mi capita di insistere quando faccio incontri nelle parrocchie. La chiamo “preghiera pregata”. Ne ho esposto un possibile esercizio di apprendimento – rivolto a chi non ha tempo per scuole più impegnative – in un volumetto di commento al Padre Nostro pubblicato dalla EDB nel 2005. Quel testo ora è fuori commercio ma lo si può leggere per intero qui nel blog, a questo link:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/antologia-delle-pubblicazioni-2/il-padre-nostro-e-il-desiderio-di-essere-figli/
https://gpcentofanti.altervista.org/la-professione-di-fede-di-gesu-il-padre-nostro/
“Non bisogna cadere nella superbia di disprezzare la preghiera vocale ,e’la preghiera dei semplici . ?
Qualcuno c’e’gia’caduto e ha fatto carriera in Vaticano .
“io non mi identifico con le facce inespressive di chi recita il Rosario davanti alle cliniche abortiste” Mons. Nunzio Galantino, attualmente a capo di tutto il patrimonio del Vaticano .
La preghiera vocale è quella che ci permette di pregare in coro, uniti agli altri. La preghiera silenziosa, secondo me, spesso non ha parole. E’ bello contemplare in silenzio il Tabernacolo. Cosa vogliamo dire? Semplicemente: Sono, siamo qui. Eccomi! Dimmi tu qualcosa, Signore:
MONS .Galantino non disprezza la preghiera vocale, ma l’utilizzo che in quel caso ne viene fatto.
Cristina Vicquery