“Riforma è dare un’altra forma alle cose e si deve fare con intelligenza, con mitezza, ma anche con un po’ di ‘violenza’, ma buona: della buona violenza, per riformare le cose”: così ha parlato stamane il Papa alla prima Assemblea Plenaria della Segreteria per la Comunicazione. Nei commenti due passaggi del discorso e una mia glossuccia.
La riforma di Bergoglio richiede “un po’ di violenza”
15 Comments
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Una buona violenza. Questo Dicastero, che compirà due anni il prossimo 27 giugno – due candele – si presenta in piena riforma. E non dobbiamo avere paura di questa parola. Riforma non è “imbiancare” un po’ le cose: riforma è dare un’altra forma alle cose, organizzarle in un altro modo. E si deve fare con intelligenza, con mitezza, ma anche, anche – permettetemi la parola – con un po’ di “violenza”, ma buona, della buona violenza, per riformare le cose. È in piena riforma dal momento che è una realtà nuova che sta muovendo ormai passi irreversibili. In questo caso, infatti, non si tratta di un coordinamento o di una fusione di precedenti Dicasteri, ma di costruire una vera e propria istituzione ex novo.
Convergenza digitale. Questo nuovo sistema comunicativo nasce dall’esigenza della cosiddetta “convergenza digitale”. Infatti, nel passato ogni modalità comunicativa aveva i propri canali. Ogni forma espressiva aveva un proprio medium: le parole scritte il giornale o i libri, le immagini le fotografie e quelle in movimento il cinema e la televisione, le parole parlate e la musica la radio e i CD. Tutte queste forme di comunicazione oggi sono trasmesse con un unico codice che sfrutta il sistema binario. In questo quadro, dunque, “L’Osservatore Romano”, che dal prossimo anno entrerà a far parte del nuovo Dicastero, dovrà trovare una modalità nuova e diversa, per poter raggiungere un numero di lettori superiore a quello che riesce a realizzare in formato cartaceo.
Mia glossa. La riforma della Curia di Papa Francesco ha due settori organizzativi che sono stati affidati a due contenitori programmatici, la Segreteria per l’Economia e la Segreteria per la comunicazione, ognuno dei quali dovrebbe presiedere a una decina di organismi, unificando, uniformando, coordinando, rifacendo ad unum quello che si faceva multis modis. Si dice che la Segreteria per l’Economia – affidata al cardinale Pell – sia partita male e sia stata costretta a passi indietro rispetto al progetto iniziale mentre questa per la Comunicazione, affidata al monsignore milanese Dario Viganò, stia andando bene. I miei auguri al valido Viganò. Ma che vi sia bisogno di una qualche “violenza” per realizzare una vera riforma è verissimo: ambedue le riforme curiali del secolo scorso degne di questo nome, quella di Pio X e quella di Paolo VI, furono avvertite come autoritarie e impositive dai curiali degli anni ’10 e degli anni ’60. Auguro a Francesco il tempo necessario per portare a termine il progetto riformatore, nonché il “sano menefreghismo” parimenti indispensabile per non cedere alle lamentazioni della piccionaia, della colombaia, della voliera, della passeraia, nonché dei tanti vipistrelli che colà ronfano di giorno e tramano di notte.
Condivido in pieno le parole del Papa che tu , Luigi, hai postato.
E condivido in pieno il tuo augurio finale.
“dei tanti vipistrelli che colà ronfano di giorno e tramano di notte.”
Questa merita un dieci e lode, Luigi. Troppo carina. 😀
Del resto la Chiesa è sempre stata non soltanto una “ecclesia semper reformanda” ma anche,- e dobbiamo riconoscerlo con gratitudine ai papi precedenti nonostante tutte le deficienze che ancora perdurano-, una “ecclesia semper reformata” essendo fatta di uomini e di uomini per niente santi anzi, alcuni dei veri luciferi, la Chiesa sarà sempre “DEFORMATA” -dall’umana cupidigia, limitatezza, peccaminosità – e dunque dovrà sempre di nuovo RIFORMARSI. In questo senso Riforma più che dare una nuova forma è dare la forma originaria secondo il Vangelo di Gesù Cristo . Sarà resa capace di Rinnovamento dalla potente “graziosa” benevolenza di Dio purché a questo “Rinnovamento” esteriore corrisponda quello interiore, dei cuori : “Non vi conformate al mondo presente ma Riformatevi con un rinnovamento del giudizio, affinché possiate discernere qual’è la Volontà di Dio, ciò che è bene, gradito e perfetto (Rom12;2-Ef 4,20-24; Col3;10).
In assenza di ciò, ogni tentativo di Riforma è destinato a fallire e sarà come lo sforzo di Sisifo: inutile e faticoso oltre che vano!Tutta la Chiesa , tutta la comunità, tutti e ciascuno siamo chiamati alla conversione, a fede nuova, a santità, e questo non è per il beneplacido della Gerarchia o del Papa ma è una possibilità che ci offre il Padre Eterno in attesa del Regno…
E aggiungo a margine: se la Riforma è genuina non si limiterà mai a disfare, rigettare, proibire in forma autoritaria. Una Riforma autentica della Chiesa non è una rivoluzione -a meno che non si vuole un rovesciamento violento, non si desideri buttarsi a petto d’angelo sulle novità in forma teorica, con spirito fanatico. Per quanto di buono o positivo possa esservi nel ” nuovo”, credo che si dovrà sempre mantenere una certa attenzione al discorso della continuità , dello sviluppo storico. Riforma non può essere sinonimo di “innovazione”, sarà semmai di rinnovamento..
Le riforme “violente” fanno la fine di quelle di Renzi. Prima o poi arriva il 4 dicembre e ciaone…
Grazie al cielo qualunque papa non è un leader politico e non sono previsti referendum nella Catholica.
Anche se questo spiace un sacco ai collitorti avanti e indietro.
Direi che un papa è perfettamente in grado di sapere e gestire una riforma.
Lui sì. Noi, zero. Siamo a livello di chiacchiera da bar sport.
Diverso è se riuscirà a fare quello che si prefigge ( e per cui è stato evidentemente scelto dalla Chiesa). Ma questo rientra nella realtà della gestione della Chiesa stessa, che è perfettamente in grado di funzionare da sé, senza bisogno di notazioni a margine sul cosa puo’ essere fatto e cosa no ….
Dicono che l’Italia sia un paese di tutti commissari tecnici della nazionale. Ultimamente c’è qualche sparuto gallinaccio che si balocca a fare il papa in pectore o il piccolo padre sinodale.
Gli effetti sono gli stessi : nulli.
Grazie a Dio.
Gratta gratta e sotto la patina di luoghi comuni dei cattolici progressisti troverai I peggiori autocrati:con veropiacere ed entusiamo preconizzanp atti di autorita’violenze, e punizioni esemplari e sfracelli per chi non la pensa come loro.
Con tutta la loro democrazia sarebbero ben felici se il papa, d’imperio,con un po’di violenza, colonizzase tutti gli organi di informazione cattolica con uomini a lui “ligi”, come ha fatto Erdogan in Turchia. Magari “con un po’di violenza”il papa potrebbe ancheridurre al silenzio I suoi critici con epurazionidi stampo staliniano.Via tutti I piccioni vipistrelli ecc, solo gli adoratori del Leader Maximo hanno diritto di parola!
Se l’avesse fatto Benedetto gli stessi avrebbero protestato per la poca democrazia e pluralismo nella Chiesa.La storia si ripete, I rivoluzionari giunti al potere si trasformano nei peggiori reazionari.
!
Breve precisazione.
” I cattolici progressisti” di cui ossessivamente si parla, e che vengono per l’ennesima volta citati nel commento qui sopra, sono ” i cattolici”, e basta.
Il tentativo di far passare come corpo estraneo e catapultato da non si sa dove, quello che LA CHIESA nella sua autonomia e nel suo normalissimo e fisiologico funzionamento si è data come papa, nasconde solo il capriccio di non volerlo riconoscere.
Che “gli oppositori” ( per essere oggettivi, numericamente quattro gatti che si dannano l’anima per sollevare il massimo polverone possibile e sembrare legione) siano perseguiti e non abbiano diritto di parola, è una cretinata assoluta: smentita dai fatti e dal cicaleccio quotidiano che i suddetti quattrogatti piantano su in ogni sede….
🙂 🙂 🙂
Un piccolo elenco di domande necessarie, dopo aver letto il commento delle 09,38.
Quali sarebbero, i presunti ” luoghi comuni” dei cosiddetti ” cattolici progressisti”?
Dove, come e quando ( dove, come e quando significa dare riferimenti certi e precisi) “preconizzano atti di autorita’ ,violenze, e punizioni esemplari e sfracelli per chi non la pensa come loro.”?
Grazie.
“solo gli adoratori del Leader Maximo hanno diritto di parola!”
( per Leader Maximo, l’autrice intende el papa gaucho, ndr).
Non solo la cosa è falsa.
E’ semmai verissima, invece, la verità opposta.
Ad esempio: come si vede, qui sopra hanno diritto di parola tutti quanti, per dire la qualunque.
Al contarrio, ferrea censura punitiva vige , che so, a casa del dolente e tormentato (?!) Aldo Maria Valli.
🙂 🙂 🙂
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Ma se sotto Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI nella chiesa vigeva un conformismo e un ossequio ai pontefici che si inventarono perfino i Papa Boys…
Abbiamo mai visto un sinodo dei vescovi in cui veramente si dicutesse e non fosse già tutto preconfezionato? C’è mai stata una libertà tale nella Chiesa?
Francamente quando si parla di Francesco come di un leader maximo mi viene da ridere… I due pontefici precedenti, quelli sì che punivano quelli che esprimevano posizioni teologiche sgradite. O forse abbiamo la memoria corta?
Alberto Farina