Secondo giorno della mia settimana di Esercizio di Quaresima sulla conversazione dei Papa con i ragazzi romeni: vedi al post precedente. Qui riporto il saluto di Francesco, la prima domanda e la prima risposta. Troviamo nelle parole del Papa l’affidamento a Dio e alla Vergine fatto anche a nome dei morti, la distinzione tra le domande che possono avere risposta umana e quelle che ci mettono davanti al mistero e alle quali solo Dio può rispondere, il richiamo alla nostra condizione di peccatori che dovrebbe guidarci all’invocazione del perdono e all’attesa che il Signori trasformi il nostro cuore.
Bergoglio e i perchè ai quali solo Dio può dare risposta
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Affidamento a Dio e alla Vergine. Saluto del Papa: Cari ragazzi, cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per questo incontro, e per la confidenza con cui mi avete rivolto le vostre domande, in cui si sente la realtà della vostra vita. Ho qui le vostre domande, che avevo già letto. Ma prima di rispondervi vorrei ringraziare con voi il Signore perché siete qui, perché Lui, con la collaborazione di tanti amici, vi ha aiutato ad andare avanti e a crescere. E insieme ricordiamo tanti bambini e ragazzi che sono andati in cielo: preghiamo per loro; e preghiamo per quelli che vivono in situazioni di grande difficoltà, in Romania e in altri Paesi del mondo. Affidiamo a Dio e alla Vergine Madre tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che soffrono per le malattie, le guerre e le schiavitù di oggi.
Domanda che viene dal cuore. Saluto del Papa 2: E ora vorrei rispondere alle vostre domande. Lo farò come posso, perché mai si può rispondere del tutto a una domanda che viene dal cuore. In queste domande la parola che voi usate di più è “perché?”: ci sono molti “perché?”. Ad alcuni di questi “perché?” posso dare una risposta, ad altri no, solo Dio può darla. Nella vita ci sono tanti “perché?” ai quali non possiamo rispondere. Possiamo soltanto guardare, sentire, soffrire e piangere.
Voi preti ci dite. Prima domanda: Perché la vita è così difficile e tra noi amici litighiamo spesso? E ci imbrogliamo? Voi preti ci dite di andare in Chiesa, ma immediatamente quando usciamo sbagliamo e commettiamo peccati. Allora perché sono entrato in Chiesa? Se io considero che Dio è nel mio animo, perché è importante andare in Chiesa?
Perchè c’è il peccato. Papa Francesco: I tuoi “perché?” hanno una risposta: è il peccato, l’egoismo umano: per questo – come dici tu – “litighiamo spesso”, “ci facciamo del male, ci imbrogliamo”. Tu stesso lo hai riconosciuto, che anche se andiamo in Chiesa, poi sbagliamo ancora, rimaniamo sempre peccatori. E allora giustamente tu ti domandi: a cosa serve andare in chiesa? Serve a metterci davanti a Dio cosi come siamo, senza “truccarci”, cosi come siamo davanti a Dio, senza trucco. A dire: “Eccomi, signore, sono peccatore e ti chiedo perdono. Abbi pietà di me”. Se io vado in chiesa per far finta di essere una buona persona questo non serve. Se vado in chiesa perché mi piace sentire la musica o anche perché mi sento bene non serve. Serve se all’inizio, quando io entro in chiesa, posso dire: “Eccomi Signore. Tu mi ami e io sono peccatore. Abbi pietà di noi. Gesù ci dice che se facciamo così, torniamo a casa perdonati. Accarezzati da Lui, più amati da Lui sentendo questa carezza, questo amore. Così piano piano Dio trasforma il nostro cuore con la sua misericordia, e trasforma anche la nostra vita. Non restiamo sempre uguali, ma veniamo “lavorati”. Dio ci lavora il cuore, è Lui, e noi siamo lavorati come l’argilla nelle mani del vasaio; e l’amore di Dio prende il posto del nostro egoismo. Ecco perché credo che è importante andare in chiesa: non solo guardare Dio, lasciarsi guardare da Lui. Questo penso. Grazie.
C’è chi accusa Francesco di non credere alla preghiera e di non proporla, di non fare mai riferimento alla Vergine, di non chiamare i peccatori alla conversione: tutto questo invece è in ogni fase della conversazione che stiamo esaminando. Richiamo l’attenzione sul passaggio della risposta alla prima domanda, nel quale il Papa dove dice che è Dio a trasformare il nostro cuore e la nostra vita, se invochiamo la sua misericordia: “Dio ci lavora il cuore”. Al commento seguente richiamo l’ultima storia che ho inserito nella pagina del blog “Cerco fatti di Vangelo”, che narra di una ragazza morta a 19 anni di tumore che nell’accettazione di quella prova suprema si rivolgeva al Signore con parole del tutto simili a quelle con cui il Papa ha parlato ai ragazzi romeni.
Angelica parla come Francesco. La ragazza si chiama Angelica Tiraboschi e ho intitolato la sua storia “Voglio lasciarmi modellare da Gesù: mi fido di lui”. La si può leggere qui:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/cerco-fatti-di-vangelo/7-la-vita-e-mutata-ma-non-e-tolta/b-il-santo-e-colui-che-acconsente-alla-morte/angelica-tiraboschi-voglio-lasciarmi-modellare-da-gesu-mi-fido-di-lui/
Segnalo queste forti parole di Angelica, morta nel 2015, giovane testimone della fede cristiana in questo nostro tempo:
Voglio lasciarmi modellare da Gesù attraverso il calvario che sperimento con atroci dolori fisici. Mi fido di Lui. In questo modo il Signore può compiere meraviglie in ciascuno di noi e ci perfeziona facendoci diventare un’opera d’arte. Il suo agire in noi ci fa essere capaci di voler bene, di amare.
Così come nel Thread precedente ho manifestato le mie perplessità, in questo thread voglio dire che concordo profondamente con la risposta del Papa alla domanda del giovane.
Importante soprattutto il richiamo al fatto che il procedere verso la santità è un cammino che solo raramente ha un carattere miracolistico e richiede umiltà nel riconoscersi peccatori, fiducia nella bontà del Signore che ci concede la Sua grazia e perseveranza.
Stupende poi le parole di Angelica, parole che andrebbero proposte a tutti come VIA da seguire: questo è quello che può la FEDE!
ANCHE questo è quello che può la FEDE.Una delle VIE che possono essere seguite:certo non la sola e sempre che si sia chiamati,per misteriosa e magari non voluta grazia, ad imboccarla e a seguirla.
Guai a pensare che sia l unica.
Guai anche a pensare che chi non ha fede NON sia in grado di arrivare a scoprire nella sofferenza dimensioni di dignità altruismo dono di sé e amore almeno pari a quelle di grandi credenti
La FEDE è la sola che ci dà la assicurazione della “vittoria sulla morte” ed in questo senso è UNICA.
Per questo questa via va offerta a tutti.
L’accettazione o meno di questa offerta è e rimane un mistero.
Certamente la sofferenza ha una dimensione “umanizzante” che può essere colta da tutti, indipendentemente dalla fede. (Anche se temo che tu ed io diamo al termine Fede significati diversi)
Il significato che tu ed io, perfettamente insignificanti come siamo erga omnes, possiamo dare alla parola Fede , ha importanza nulla.
La via della Fede ( non quella che intendiamo o crediamo di intendere o sulla quale spacchiamo il capello in quarantaquattro noi con interminabili ciarle) è offerta a tutti.
Stravero.
Proprio perché è offerta a tutti, proprio perché è costata quello che è costata: una incarnazione di Dio, una morte di Dio e una sua Risurrezione,( il che significa , prima che teologia e tante belle parole, CARNE E SANGUE vivi e veri, esattamente identici a quelli di tutti noi) non possiamo permetterci di renderla irricevibile, questa offerta, sporcandola, gravandola, inquinandola e zavorrandola con nostre considerazioni, retropensieri, tentativi di interpretazione che sono altrettante porte che, crudelmente, senza autorità e sneza ciostrutto, spranghiamo sul muso della gente che di quella offerta e di quella salvezza connessa ha bisogno come l’aria.
Ci rendiamo conto che , così facendo, ogni volta si rende vana e inutile , in quel momento e per quelle persone, la croce di Cristo?
Un bel risultato davvero.
devo dire che a stento trattengo la mia irritazione.
Il Cuffini , oltre a straziarci ancora una volta con la sua affermazione che ripete come un mantra che quello che scriviamo – io e lui – non conta nulla (per cui che scriviamo a fare sul blog? ogni commento trae la sua origine da una certa visione) – non esita ad attribuirmi ( anche se non lo dice esplicitamente, ma questo è il modo mellifluo di certi cristiani impegnatissimi nel servizio ma che non conoscono il detto di Gesù sia il vostro parlare si, si e no, no il di più viene dal maligno) dichiarazioni che rendono “la fede irricevibile, sporcandola, gravandola, inquinandola e zavorrandola con considerazioni, retropensieri, tentativi di interpretazione che sono altrettante porte che, crudelmente, senza autorità e senza costrutto, sprangandola sul muso della gente “. E questo senza evidenziare una, dico una, mia affermazione, che non sia pienamente ortodossa. J’en ais marre (dicono i francesi).
Chiedo all’intestario del blog: posso scrivere quello che penso o devo sottostare alla ingiunzione di Cuffini di tacere? Se la risposta è si, non esiterò – con rimpianto – a cessare di partecipare. Se la risposta è che posso continuare, mi eserciterò nella cristiana virtù della pazienza sopportando le continue affermazioni di Cuffini che quello che scrivo non conta niente e che farei meglio a starmi zitto perché faccio danno.
🙂
E chi mai sarebbe un cristiano impegnatissimo nel servizio?!
Sbagli completamente persona.