“Raramente la pietà è stata più corale e la documentazione più scarsa”: è un’affermazione ad effetto con cui presento – per il Corriere della Sera online – il “Perdono di Assisi” e la visita alla Porziuncola che Papa Francesco farà oggi pomeriggio. Nei commenti il dettaglio della visita e qualche elemento della querelle storica sul Perdono.
Bergoglio da Francesco per il “Perdono di Assisi”
17 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Appena due ore. Oggi pomeriggio Papa Francesco va ad Assisi a ricordare gli otto secoli del «Perdono della Porziuncola», la deliziosa chiesetta medievale tanto amata da San Francesco che lì maturò la conversione e lì volle morire, steso in terra, la sera del 3 ottobre 1216. La visita durerà appena due ore: il Papa arriva alle 16, visita la sola Basilica di Santa Maria degli Angeli, all’interno della quale si trova la Porziuncola, prega in silenzio, parla alla folla e riparte.
La pietà e i documenti. Sull’origine dell’indulgenza della Porziuncola concessa a chi visiti quella chiesetta «tra il vespro del 1° agosto e il vespro del 2» non ci sono documenti certi. Si tratta di un «perdono» simile a quello degli Anni Santi, che arriverà nel 1300. Dalla data del 2 agosto 1216, quando fu «promulgato» da Francesco in persona, devono passare da 65 a 95 anni perché arrivino fonti scritte attendibili. E nessuna delle biografie di Francesco, come quelle di Tommaso da Celano e di Bonaventura, accenna al Perdono. Ma la credenza popolare in quell’indulgenza dura ininterrotta, dagli ultimi decenni del Duecento a oggi e tutti i Papi hanno confermato la «concessione» e ovviamente la fa sua Bergoglio, che ha preso il nome di Francesco e che ha indetto un Giubileo della Misericordia proprio come il Poverello con la sua predicazione del «perdono» cercò di favorire un più ampio accostamento del popolo alla misericordia divina.
Segnalo un bel testo del cardinale Ratzinger sul Perdono di Assisi, intitolato “Porziuncola”, che si trova nel volume di scritti del cardinale intitolato “Immagini di Speranza. Percorsi attraverso i tempi e i luoghi del Giubileo”, San Paolo 1999 (originale tedesco del 1997). Una parte di quel capitolo si può leggere qui:
http://www.porziuncola.org/bibliografia-86-1.html
Andando il.2 agosto a Santa Maria degli Angeli sono rimasta sorpresa per non avere trovato traccia della approvazione di Onorio III. Penso che in realtà l’indulgenza sia stata promulgata dalla gente
Confessa in Basilica. Francesco ha pregato in silenzio nella Porziuncola e uscito sulla soglia ha parlato alle persone che erano nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Al termine della breve esortazione a chiedere e a trasmettere il perdono ha annunciato che sarebbe andato a un confessionale per ascoltare confessioni, e ha invitato cardinali e vescovi e sacerdoti presenti a fare altrettanto. Questa immediata applicazione dell’esortazione alla penitenza non era prevista dal programma.
Carezza del perdono. Francesco all’uscita dalla Porziuncola: Perché dovremmo perdonare una persona che ci ha fatto del male? Perché noi per primi siamo stati perdonati, e infinitamente di più. Non c’è nessuno fra noi, qui, che non sia stato perdonato. Ognuno pensi… pensiamo in silenzio le cose brutte che abbiamo fatto e come il Signore ci ha perdonato. La parabola ci dice proprio questo: come Dio perdona noi, così anche noi dobbiamo perdonare chi ci fa del male. E’ la carezza del perdono. Il cuore che perdona. Il cuore che perdona accarezza.
Non conosce limiti. Ancora il Papa alla Porziuncola: Il nostro Padre, infatti, si impietosisce sempre quando siamo pentiti, e ci rimanda a casa con il cuore tranquillo e sereno dicendoci che ci ha condonato ogni cosa e perdonato tutto. Il perdono di Dio non conosce limiti; va oltre ogni nostra immaginazione e raggiunge chiunque, nell’intimo del cuore, riconosce di avere sbagliato e vuole ritornare a Lui. Dio guarda al cuore che chiede di essere perdonato.
Imam di Perugia. Nella Basilica il Papa ha incontrato l’imam di Perugia, Abdel Kader, che domenica era andato nella cattedrale di Perugia ad attestare la solidarietà dei musulmani che pregano ai cristiani aggrediti da terroristi islamisti.
Il perdono cristiano teologicamente non ha nulla a che vedere col “condono“o l‘amnistia o il colpo di spugna. Non significa che “tutto e‘cancellato“.Non significa che “tutto e‘amnistiato“. Il perdono cristiano significa che una persona Dopo aver fatto del male si pente di questo male e perdona a se stessa di questo male PERCHE‘SI CONVERTE.
San Francesco prima di essere san Francesco era uno di noi uno come noi:un giovanotto benestante,il padre mercante ricco,pieno di amici ,sufficentemente ricco e bello per avere un sacco di donne e per goderei la vita. Insomma uno come tanti giovanotti che anche noi conosciamo :giovane bello ricco gaudente. Come e‘che poi e‘diventato un santo?
La ragione e!molto semplice:perdono e conversione. Dio l‘ha perdonato perche‘Francesco si e CONVERTITO. Cioe‘ha cambiato praticamente la sua vita. ribaltandola:dall‘edonismo alla penitenza dalla ricchezza alla poverta‘ dal piacere all‘ascesi. Il perdono della Porziuncola se ha ancora un senso spirituale presuppone una CONVERSIONE,Chi aspira al perdono deve cambiare la propria vita se no vuol dire che aspira soli al “colpo di spugn“all‘amnistua alla grazia a buon mercato. Senza conversione. della propria vita,conversione RADICALE, tutte queste cerimonie tipo giubileo perdono di Assisi ecc sono vane
La “grazia buon mercato“ (la definizione e‘del teologo protestante Bonheffer) e‘il grande equivoco in cui si puo“cadere oggi che si parla solo di “misericordia“. E‘quell‘equivoco per cui un uomo puo‘dannarsi all‘inferno credendo invece ottimisticamente di aver “diritto“ al Paradiso. San Francesco e i fraticelli francescani non sono mai caduti in questo equivoco:la loro vita e‘sempre stata ascetica,eroica e nello stesso tempo umile. Nell‘equivoco possono invece cadere certo cristiani di oggi che sensa essere ne‘umili ne‘ casti ne‘obbedienti e neppure poveri accampano invece come un diritto di essere perdonati dalla misericordia di Dio. Costoro di francescano non hanno nulla:gia‘la parola “avere diritto/ad essere perdonati farebbe inorridire un vero francescano. Della spiritualita‘autentica del Poverello di Assisi oggi non e‘rimasto quasi piu‘nulla. Forse Padre Pio e‘stato l‘ultimo boccio della pianta francescana.
Padre Pio che cacciava violentemente dal suo confessionale molti sedicenti penitenti.falsi ed ipocriti. Padre Pio che era ilcontrario dell‘oggi politicamente corretto. Padre Pio piu‘vicino e piu‘simile a San Francesco dei sedicenti francescani arcobaleno inclusivi e sincretisti. Padre Pio l‘ ultima pianticella del ceppo d San Francesco:sincero fino alla rudezza,non ipocrita,assolutamante non “inclusivo“,assolutamente non “moderno“.
Eppure ,nel Giubileo della Misericordia voluto daBergoglio l‘unico grAnde spontaneo afflusso di popolo c‘e‘ stato per Padre Pio.Chissa‘perche‘.
E anche di fronte ai musulmani San Francesco non rinuncio‘ad annunciare Gesu‘Cristo anche di fronte alla prospettiva del martirio
Non rinuncio‘a cercare di convertire il Sultano. Non disse ne“penso‘che la riligione musulmana fosse vera e santa come quella cristiana. San Francesco credeva in Gesu“Cristo. Per lui Cristo era il Signore.
Maria Cristina Venturi: “Nell‘equivoco possono invece cadere certo cristiani di oggi che sensa essere ne‘umili ne‘ casti ne‘obbedienti e neppure poveri accampano invece come un diritto di essere perdonati dalla misericordia di Dio”.
Prima domanda: tu ed io, Maria Cristina, possiamo ringraziare di non essere come costoro, non è vero?
Seconda domanda: chi citi quando metti tra virgolette “avere diritto ad essere perdonati”? Io ho la fissazione delle citazioni esatte e mi farebbe piacere saperlo.
“Diritto al perdono”, a me sembra che tra i due lemmi ci sia un contrasto insanabile, magari solo apparentemente. Certo, noi porgiamo a Dio il nostro calice mescolato di amore e di tutti gli altri sentimenti negativi in modo che Lui possa penetrare questo calice e trasformarlo in amore vero.
Nella vita spirituale si parla quindi di cambiamento, pero si può cambiare e trasformare solo quello che porgo o sono pronto a porgere a Dio;
Altra cosa, a mio avviso, e di più ampio respiro, son le riflessioni sulla misericordia e la giustizia e in che modo questa si relaziona la perdono, sia rispetto alla giustizia terrena che a quella divina. In prospettiva di fede circolano almeno due accezioni della parola giustizia rintracciabili, in parte , nelle beatitudini – giustificazione per il regno e davanti alla volontà di Dio- e quella ‘giuridica’ intesa come “criterio” di un comportamento.
Ecco, penso che il perdono si insinui proprio nei suoi rapporti con quest’ultima, e d’altro canto é quest’ultima che fa problema essendo l’atteggiamento di perdono parte integrante del “fare” la volontà di Dio ed essere giusti secondo Dio anziché secondo gli uomini.
Mi sovviene Antigone ed il suo mito sempre attuale, il summum ius summa iniura dei Romani, e il richiamo che lo stesso Giovanni Paolo II nella Dives in misericordia (n.14 g) fa rispetto ad una «giustizia fredda e irrispettosa», utile per rivendicare i diritti.
Pertanto :giustizia’, inserimento del ‘perdono, misericordia- che trova il suo fondamento nel “figliol prodigo”-sono Verità intimamente. Il prospettiva Evangelica appartengono ad una scelta Divina non attribuibile né alla giustizia umana né alla volontà umana! Tuttavia, in nessun passo del messaggio evangelico il perdono, e neanche la misericordia come sua fonte, significano indulgenza verso il male, verso lo scandalo, verso il torto e l’oltraggio arrecato. La riparazione del male e dello scandalo, il risarcimento del torto la soddisfazione dell’oltraggio sono condizioni del perdono, affidato alla grande, paterna misericordia di Dio…
@sono Verità intimamente legate…
Il Vangelo è rivelazione.
Nel Vangelo esiste la parabola del “Padre misericordioso” che svela la sostanza e la realtà della misericordia di Dio.
Non c’ e’ una minima traccia, in questa parabola, un minimissimo riferimento alla riparazione del male e dello scandalo, al risarcimento del torto e alla soddisfazione
dell’oltraggio come condizioni del perdono.
Almeno si eviti di riscrivere il Vangelo…
Il nostro padrone di casa possiede un’abilità unica (e meritoria) nel riuscire a “silenziare” la signora Venturi: basta che le chieda conto di una (una a caso: c’è ampia scelta …….) tra le innumerevoli “affermazioni” (chiamiamole così ………..) che la stessa signora Venturi colleziona in un qualche suo intervento, ed ecco che, richiesta di puntuale spiegazione, la signora Venturi cessa (almeno per un pò) di petulare contro tutto e tutti e s’ammutolisce di colpo (“scena muta”, si diceva a scuola ……).
‘Notte a tutti !
Roberto Caligaris