“Qui prego, col dolore nel cuore, perché mai più vi siano tragedie come questa, perché l’umanità non dimentichi e sappia vincere con il bene il male; Dio conceda all’amato popolo armeno e al mondo intero pace e consolazione. Dio custodisca la memoria del popolo armeno. La memoria non va annacquata né dimenticata; la memoria è fonte di pace e di futuro. Francesco 25 giugno 2016”: parole scritte dal Papa sul Libro d’Onore al Memoriale di Tzitzernakaberd, Yerevan, questa mattina.
Bergoglio all’Armenia perché vinca con il bene il male
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Ho qui dimorato. Ieri sera, nel Palazzo apostolico di Etchmiadzin (24 giugno 2016), firmando il Libro d’Onore il Papa aveva scritto: “Con grande gioia ho qui dimorato, accolto come a casa in questi luoghi santi e benedetti; vivamente ringrazio e prego il Signore, perché benedica l’Armenia e il nostro cammino di Cristiani verso la piena comunione”.
Quel genocidio. Parlando ieri nel Palazzo Presidenziale di Yerevan il Papa ha salutato il presidente dell’Armenia ricordando la sua presenza l’anno scorso a Roma, in San Pietro, alla celebrazione per il centenario del “genocidio”, quando egli stesso – Francesco – aveva usato questa parola provocando una forte reazione della Turchia. “In quella occasione – ha detto ieri il Papa – si è fatta memoria del centenario del Metz Yeghérn, il ‘Grande Male’, che colpì il vostro popolo e causò la morte di un’enorme moltitudine di persone. Quella tragedia, quel genocidio, inaugurò purtroppo il triste elenco delle immani catastrofi del secolo scorso, rese possibili da aberranti motivazioni razziali, ideologiche o religiose, che ottenebrarono la mente dei carnefici fino al punto di prefiggersi l’intento di annientare interi popoli. E’ tanto triste che – sia in questo come negli altri due – le grandi potenze guardavano da un’altra parte”.
Solo Papa Benedetto XV cercò, pressoché inascoltato, di richiamare l’attenzione del mondo sul genocidio del popolo armeno da parte dell’impero ottomano: ma, appunto, e come ben ricorda oggi Papa Francesco, le grandi potenze erano voltate dall’altra parte; molta parte del mondo occidentale (governi USA in testa) ha, poi, continuato per decenni ad ignorare questa tragedia per motivi di “realpolitik” (la Turchia era pedina strategica della NATO e non bisognava inimicarsela).
Credo, dunque, che la forza, il coraggio, la vicinanza della presenza, nelle parole e nei fatti, del nostra Papa ai fratelli in Cristo dell’Armenia meritino tutte le nostre preghiere.
Buona domenica, amici del “pianerottolo” !
Roberto Caligaris
Benedetto xv è stato veramente un grande papa (piccolo certo fisicamente, ma grande per l’animo, se si pensa che poi aiutò i prigionieri di guerra turchi tanto da meritare una statua ad Istanbul).
non importa si chiami Benedetto o Francesco: se il pontefice romano parla in un certo modo per il governo turco “ha una mentalità da crociata”
http://www.lastampa.it/2016/06/26/vaticaninsider/ita/vaticano/il-vicepremier-turco-il-papa-ha-una-mentalit-da-crociata-hejCo7ecoNAGnw6TWuXR3H/pagina.html
risponde il Vaticano ad Ankara : il papa non fa crociate
http://www.lorientlejour.com/article/993291/armenie-les-propos-du-pape-sur-le-genocide-relevent-de-la-mentalite-des-croisades-ankara.html
OT
E’ finito il Santo Sinodo Panortodosso. Purtroppo nei giornali italiani e anche sui blog se ne è parlato pochissimo . nessuno per esempio si è preso la briga di spigare seriamente e in maniera approfondita perchè la Chiesa di Mosca ed altre Chiesa non hanno voluto parteciparvi. ci sono state spiegazioni 2politiche2 secondo me superficiali che davano tutte le colpe a Putin.
una interpretazione riduttiva e semplicistica.
il santo Sinodo è stato un evento molto importante che meritava più attenzione anche da parte dei cattolici:
http://www.ilblogdelregno.it/
“….sui blog se ne è parlato pochissimo”
NON SU QUESTO, DI BLOG.
🙂 🙂 🙂
http://www.luigiaccattoli.it/blog/seguo-il-concilio-di-creta-sul-sito-del-regno/
chi avesse voluto, aveva le possibilità per seguirlo “in diretta” quasi….
e dal suo inizio.
Strumentali e aggressive le parole della Turchia.
Anche riguardo al genocidio (come chiamarlo diversamente?) degli Armeni, vale il principio caritas in veritate: bisogna accertare e accettare la verotà, anche se scomoda, per superare le sofferenze e arrivare al perdono e alla riconciliazione.
Ho seguito con attenzone il viaggio del Papa in Armenia e spero di cuore che porti i frutti attesi.