Benedetto: una nuova croce e quelle pause di silenzio

“Da sabato il Papa ha una nuova croce pastorale quando celebra, più piccola della precedente che era stata usata da Pio IX. E tra poco sarà un anno che nelle liturgie papali si fanno lunghe pause di silenzio, in particolare dopo le letture e dopo la comunione. Sono due tra i tanti piccoli ritocchi dei riti e dell’immagine papale apportati da Benedetto, tutti nella direzione di un sapiente dosaggio di elementi nuovi e antichi in modo da segnalare la continuità del Papato oltre lo spartiacque conciliare”. E’ l’incipit di un mio articolo pubblicato oggi da LIBERAL con il titolo IL RITO DEL SILENZIO SECONDO PAPA RATZINGER.

21 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Un’aggiunta di pianerottolo a quanto ho scritto per LIBERAL: tra i ritocchi benedettiani quello che più mi aggrada sono le pause di silenzio. Suggerisco agli antipatizzanti di rallegrarsi per esse, prima di passare all’esame delle altre novità.

    1 Dicembre, 2009 - 18:39
  2. Buone le pause, buono il silenzio.
    8) Il pastorale è simbolo prezioso.
    Anche se essendo seguace della corrente di certo Francesco d’Assisi, per prezioso non intendo il valore a “peso d’oro massiccio”, ma “bene” altro.
    Accennavo qualcosa in questo mio post poche ore fa:
    http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=2838#comment-51492

    In seguito sono certo verranno anche altre cose, nello stile della continuità con il beato Giovanni XXIII, come la visita ai carcerati, ed ai bambini in ospedale. E da come sono messe le cose di quello stile si dovrà rispolverare pure qualche radiomessaggio…

    1 Dicembre, 2009 - 21:30
  3. Una aggiunta a correzione:
    E da come sono messe le cose …SIGH… di quello stile si dovrà rispolverare pure qualche radiomessaggio…

    1 Dicembre, 2009 - 21:42
  4. Domande a gamba tesa al Signor Luigi.
    Cosa ne pensa dell’icona del Cristo con il triregno, l’ermellino e lo scettro???
    E della definizione di Vicario???
    Crede davvero che innanzi al Crocifisso di S. Damiano il Serafico Santo abbia udito: “Francesco, và, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina” ???
    E’ stata riparata quella casa???
    Un caro saluto, augurando a lei e a tutti una buona notte.

    1 Dicembre, 2009 - 22:02
  5. Luigi Accattoli

    1. Non va bene.
    2. “Vicario di Cristo” in origine si applicava al papa in quanto era un titolo comune a ogni vescovo e in tal senso lo dobbiamo intendere anche oggi, altrimenti esso dice “troppo”.
    3. Sì.
    4. E’ sempre da riparare.
    Buona notte.

    1 Dicembre, 2009 - 22:35
  6. Carissimo Luigi, torno sul tuo ‘pianerottolo’ dopo un paio d’anni (circa) d’assenza, ed essendo stato tra i tuoi primi ospiti, sento come aria di casa.
    Me ne rallegro.
    E mi rallegro vivamente – per rifarmi all’argomento che hai proposto alla nostra attenzione – anche della continua riscoperta e della valorizzazione della gloriosa tradizione liturgica della Chiesa dovuta al Santo Padre Benedetto XVI.
    Di questo, per amore della verità, dobbiamo essere riconoscenti anche al nuovo Maestro delle Cerimonie Liturgiche Pontificie, Monsignor Guido Marini.
    Non c’è nulla che non vada nelle liturgie del Papa, nell’ambito delle quali è tutto magnificamente solenne e indirizzato verso Dio; ma più di tutto, ciò che adoro, e di cui rendo grazie particolarmente al Santo Padre, è la Sua decisione di amministrare la Comunione ai fedeli in ginocchio ed esclusivamente sulla lingua.
    Davanti a Cristo si piega ogni ginocchio in Cielo, in terra e sotto terra; se crediamo (ed io lo credo) che nell’Eucaristia vi sia realmente Gesù in Anima e Corpo, è allora giusto riceverLo in ginocchio.
    Un caro saluto di nuovo a te, Luigi, e un abbraccio a tutti gli abitanti del ‘pianerottolo’.
    Ad majora!

    1 Dicembre, 2009 - 23:41
  7. Luigi Accattoli

    Gianluca tu sie il bentornato. Fosti qui l’ultima volta l’8 agosto dell’anno 2008.

    2 Dicembre, 2009 - 8:25
  8. Sono tanti gli argomenti ed è difficile articolare la risposta. Ci provo ma non sarò assolutamente breve.
    Ci sarebbe da dire su cosa è la Tradizione legata al Vangelo, è cosa è la tradizione (consuetudine) legata al papato (il regno terreno che ormai non c’è più). Triregno ermellino e scettro sono molto (troppo!) legati allla consuetudine terrena.
    Il Pastorale è simbolo ereditato dalle Scritture, dall’Antico e dal Nuovo Testamento (Pasci i miei agnellli; pasci le mie pecorelle) (Per questo e per altri riferimenti del N.T. per “definizione” il Popolo di Dio è “Gregge”). Il Pastorale a “peso d’oro massiccio” è tradizione “terrena”. Le vesti ed i paramenti sono tradizione della Chiesa e dei Padri. Il pregio delle vesti sacre inteso come “manifattura” e qualità dei tessuti e come fibre naturali anche preziose, ben tessute (aborro anche io il sintetico) mi sta benissimo. Non riesco e non capirò mai però l’esigenza di Km di filo d’oro e delle pietre preziose, che ritengo legate a consuetudine terrena.
    Certo don Tonino Bello (è in corso il processo di canonizzazione) faceva notare che l’unico paramento sacerdotale usato da N.S. Gesù Cristo è “un asciugatoio” (Giovanni 13, 5).
    Su troni e tronetti è meglio che non mi pronuncio, certo è che spesso cita “si pose a sedere”, ma in montagna in barca ecc….
    E sulla eccitazione che crea questo Papa-Gossip in alcuni, taccio.
    Avevo accennato in un mio post precedente a quelli che vanno in fibrillazione nel sognare la sedia gestatoria, giustificando il fatto delle… bassa statura. Del fatto che il Vangelo si conosca e legga (per non dire del “capisca”) poco me ne sono lamentato spesso. Ci si dimentica di Zaccheo, basso di statura che salì su un sicomoro (Luca 19, 1-10). Sopra tutto si dimentica cosa altro fece Zaccheo il pubblicano dopo che il Signore entrò nella sua casa, ma questa è un’altra storia. Cosa dire… ci sono pur sempre i… lampioni…
    Detto questo c’è il problema di chi confonde la continuità in senso stretto, con la “restaurazione”.
    Direi che più che della “restaurazione” ci sia bisogno di “riparazione”, nel senso molto francescano del termine.
    Da quello che ho detto si dovrebbe evincere il senso della domanda “Vicario”.

    Altra considerazione: attacco discorso con una persona e inizio a parlare della Caritas in Veritate, alla fine questo mi fa: tutte belle cose ma come la mettiamo che quella che lei cita anche come massima autorità morale al mondo, abbia il suo piccolo stato in deficit??? Come fa a parlare di economia e solidarietà quando il suo stato è in perdità???

    E forse è meglio che mi fermo…
    Cordiali saluti.

    Poscritto per alcuni: con “eretico dolciniano” ve la cavate prima e meglio, e rendete l’idea subito.

    2 Dicembre, 2009 - 10:07
  9. Grande, grande Benedetto XVI!!!!
    Non vedo l’ora che la sua personale abitudine diventi legge della Chiesa Universale.
    Come fa la gente a ricordare, a meditare la Parola di Dio, se non c’è un tempo di silenzio?
    E, dopo la Comunione: una volta dopo la Messa la gente si fermava per il ringraziamento, adesso invece fuggono come se avessero detto: “C’è Bin Laden con il laser disintegratore, può colpire ovunque”. Allora, giustissimo inchiodare il popolo fedele tra la Comunione e la Benedizione finale, in sacrosanto silenzio (da quando la stragrande maggioranza delle parrocchie ha il bollettino settimanale gli avvisi non servono più! Chi non ha voglia non fa le cose né su sollecitazione scrittà né orale!!!)

    2 Dicembre, 2009 - 11:05
  10. Francesco73

    @Barile:

    un affettuoso bentornato, e se posso: come stai?

    2 Dicembre, 2009 - 11:16
  11. Leopoldo

    La pausa in musica rappresenta un preciso momento di silenzio. Ma è sempre musica.

    2 Dicembre, 2009 - 11:26
  12. Francesco73

    Piace anche a me la logica ratzingeriana del recupero del bello e soprattutto dell’articolazione dei segni liturgici in una sinfonia che mostra tutta la loro ricchezza lungo i secoli.
    Ciò che era prima non deve essere bandito, e l’aggiornamento non comporta l’interdetto del passato.
    Non sarebbe Chiesa, non sarebbe cattolica.

    Sul piano dell’immagine e del gusto, la mia sensibilità teme solo l’effetto immagine sfocata: certi troni e certi abbinamenti mi fanno pensare alle foto degli anni di Pio X e XI, alla corte dei Merry del Val, dei Rampolla, dei Gasparri, una sensazione un pò ingiallita, ecco.
    Sarei quindi per un’ulteriore quadratura del cerchio: il recupero di simboli e pezzi pregiati dentro uno sforzo di cornice complessiva alla Montini/Wojtyla.

    Chiedo troppo?? 🙂

    2 Dicembre, 2009 - 11:27
  13. Carissimo Francesco73,
    è un piacere ritrovarti:-)
    Grazie a Dio, a me va tutto bene; spero altrettanto:-)
    Un abbraccio sincero:-)

    2 Dicembre, 2009 - 12:14
  14. Gerry

    Non do patenti di eresia dolciniana a nessuno, se poi si crede che sia un titolo onorifico, prego, c’è sempre posto. Del resto correnti di “puri” – o sedicenti tali – e di pauperisti ce ne sono sempre state e sempre ce ne saranno, al di là dell’umiltà proclamata.
    Ricordo che San Francesco (povero e non pauperista, tanto meno dolciniano), evocato nei lunghi, documentati e “ironici” commenti di Ubi humilitas (traduzione di “dov’è l’umiltà”?) certo non amante dello sfarzo o di “vuote” forme, non malato di estetismo, voleva che per il Signore e per la Chiesa fossero utilizzati i migliori calici, corporali, tovaglie, ecc. per poter “compiere degnamente il sacrificio del corpo e del sangue del Signore nostro” (Lettera a tutti i chierici, in Lettere, 207/a e ss.); guarda caso San Francesco subito dopo parlava, senza mezzi termini, della presenza reale del Signore nell’eucarestia, e penso ci sia motivo.
    Forse si potrebbe aggiungere che la nuova ferula è stata donata al Pontefice dal Circolo di San Pietro (come accadde per quella del Beato Pio IX) e che è più maneggevole e pesa meno delle croci precedentemente in uso. Ci sarà un motivo per un uomo di 82 anni? Mah, forse.
    A chi fosse interessato all’iconografia, ci sono rappresentati l’agnello pasquale e ai lati della croce i simboli dei quattro evangelisti; il motivo della rete riprodotto sui bracci della croce richiama Pietro, il pescatore di Galilea. Sul retro sono incisi: al centro, il monogramma di Cristo – X e P intrecciate – e alle quattro estremità, i volti dei padri della Chiesa di Occidente e di Oriente: Agostino e Ambrogio, Atanasio e Giovanni Crisostomo. Insomma, croce e risurrezione con una particolare attenzione ai Padri ed all’Oriente.
    Il vero problema per tanti pensosi critici è che Benedetto XVI con il suo modo delicato ma convinto voglia introdurre nuova dignità e onore nella liturgia, per meglio venerare (certo, anche nella dimensione materiale dell’uomo, delle vesti o paramenti liturgici, ma sicuramente non solo in quelli, vedi i silenzi e la comunione in ginocchio) il Signore che è realmente presente nella Chiesa. Come fecero i Magi, offrendo al bambino di Betlemme doni preziosi, come l’oro.
    Forse per evitare problemi potremmo tradurre metallo invece di oro? Sarebbe un italiano più corrente e moderno.

    2 Dicembre, 2009 - 12:32
  15. Certo, il Serafico Santo gradiva il meglio per il Corpo ed il Sangue di Cristo.
    Sugli abiti probabilmente che dire, forse la pensava diversamente… ma lui era Diacono, non sacerdote…, ma guarda caso degli abiti parlava “di aborrire i panni fini e morbidi”… “in segno ed esempio di umiltà e povertà”.
    Non va però dimenticato che affermò anche che “preferisco spogliare l’Altare della Vergine, piuttosto che rinunciare a Madonna Povertà” (devo citare la fonte?).
    Questo però è secondario.
    Riguardo al peso del Pastorale, esistono le leghe leggere… (che non è oro ma alcune costano anche di più)… e non mi risulta il pastorale si usi per l’Eucaristia… è un simbolo… e basta.
    Ma si sa ..per alcuni…. se non è oro….
    Oro e incenso… ma anche Mirra, preziosa ma mooolto amara.
    E penso sia mirra (forse più aceto, quella costa troppo) quello che ingurgitano tanti affamati…
    (a proposito farsi un giretto su google ricercando “paramenti sacerdotali” e “vesti sacre”, io ci ho trovato una mitria da 22000 euro, e siti che non mettono i prezzi ma chiedono di essere contattati in privato sigh…)
    …il resto…è…

    tieni fame… mettiti a pancia sotto che ti passa… (si faceva in tempo di guerra, fatevelo raccontare dagli anziani…)…

    Poscritto e del fatto che ogni uomo è fatto a immagine e somiglianza… come la mettiamo… un tozzerello di pane a Dio lo vogliamo dare o no???
    Poscritto 2 La scritta di Firenze Rovezzano è stata cancellata!!!!!!!!!!

    2 Dicembre, 2009 - 13:12
  16. Gerry

    @ Ubi humilitas
    “…il resto…è…” … silenzio, non ho altro da dire. L’ho già detto che la ferula è un dono? Mi pare.
    Poscritto: qualcosa in comune tra noi l’ho trovata, da ragazzo ero lettore (sigh… abbonato!) a Topolino.
    Poscritto 2: i poveri li avremo sempre fra noi.

    2 Dicembre, 2009 - 13:30
  17. “Preferisco che tu spogli l’altare della Vergine gloriosa, quando la necessità lo richieda, piuttosto che vederti compiere anche il più piccolo attentato contro il voto di povertà e contro l’osservanza del Vangelo. Perché la beata Vergine avrà più caro vedere che noi lasciamo spoglio il suo altare, per osservare perfettamente il consiglio del santo Vangelo, anzi che vedere che lasciamo ben ornato il suo altare, ma trascuriamo il consiglio del Figlio suo.”

    Legenda Maior

    P.S. Morti di fame… ma sempre tra noi… al cimitero…

    2 Dicembre, 2009 - 13:33
  18. Dato che sono”coattissimo” e “fomentatissimo” sull’argomento, e per evitare di rovinarmi la giornata di festa per me, faccio l’ultimo intervento e chiudo.
    Topolino lo leggo anche ora oggi giorno, specie in treno, preferendolo al brain training.
    Appurato che Gesù oggi come sempre è presente nell’Eucaristia in Corpo Sangue Anima e Divinità e che ne S. Francesco e ne io come credo nessuno voglia negargli la riverenza “preziosa” che merita, ci sarebbe da dire che i poveri sono tra noi e che quindi è il caso che ci si pensi a loro e si sappia interpretare il Vangelo che si cita. Quanto ai doni rimando al poscritto 1 in fondo.

    Comunque detto questo, affermo senza remore che parlare di povertà, umiltà, disprezzo del mondo, Gesù Cristo, amore del prossimo, Caritas in veritate, radici cristiane e compagnia bella, bardati con oggetti dall’ingente valore economico seppur ricevuti in dono…
    per me è come dedicare un ………. a tutti. Stride … stride fortemente.
    Pure i prezzi che vedo stridono… anche se si fa regalo.

    Poscritto 1 “Qualunque cosa gli dessero per alleviare le necessità del corpo, chiedeva sempre ai donatori il permesso di poterla dar via lecitamente, se incontrava uno più bisognoso di lui.
    Insomma non la perdonava proprio a nulla: mantelli, tonache, libri e perfino i paramenti dell’altare, tutto elargiva agli indigenti, appena lo poteva, per adempiere ai compiti della pietà.” (Legenda Maior)

    Poscritto 2 Una letturina alla Legenda Maior, in particolare il Cap. 7 fa sempre bene.
    Saper leggere il Vangelo fa ancora meglio.
    Viverlo ancora di più.

    E mò dite pure che ho bestemmiato, e andatelo a dire ai sommi sacerdoti!

    2 Dicembre, 2009 - 14:36
  19. Gerry

    A “Humilitas”, ma chi t’ha detto niente! Almeno ci fossero trenta denari per fare i delatori ai sommi sacerdoti, ma ancora per te non hanno messo la taglia, e “aggratise”… Io poi la giornata ce l’ho già rovinata, e per ben altri motivi.
    Quanto al rispetto di San Francesco per il “Signor Papa” (Frate Francesco promette obbedienza e ossequio al Signor Papa Onorio e ai suoi successori canonicamente eletti e alla Chiesa romana) basta ricordare le prime parole della Regola. Altri tempi.

    2 Dicembre, 2009 - 16:13
  20. roberto 55

    Bentornato, anche da parte mia, a Gianluca Barile: non so se, in passato, abbiamo già avuto occasione d’incontrarci sul “pianerottolo” di Luigi (io lo frequento dal luglio del 2008), ma, in ogni caso, sarà un piacere ritrovarti.
    ……………. e, vi prego, non litigate su Francesco.

    A domani !

    Roberto 55

    2 Dicembre, 2009 - 23:09
  21. Devo le mie scuse e un chiarimento a Gerry.
    Le mie scuse perchè la frase “E mò dite pure che ho bestemmiato, e andatelo a dire ai sommi sacerdoti!” si presta ad essere offesa pesante, come a dare del Giuda. E messa in questi termini è più che signorile (avrei meritato peggio!) la sua risposta.
    Il chiarimento, che non vuole esimermi dalle scuse appena fatte, riguarda il fatto che non era quello l’intento. Era un modo per dire che su questo mio pensiero non temevo censure anche se venissero dai sommi vertici della Chiesa.
    Per i sommi vertici chiederò scusa in appropriata sede.
    In questa sede mi auguro accetti le mie di scuse, sincere.
    Un cordiale saluto per te Gerry.

    4 Dicembre, 2009 - 0:13

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