Il papa è appena salito sul treno che lo porterà ad Assisi: un Freccia Argento delle Ferrovie dello Stato sul quale viaggerà con trecento ospiti di tutte le chiese e le religioni mondiale, in vista della quarta Giornata delle religioni per la pace, a 25 anni dalla prima. Ero alle altre tre come inviato del Corsera, felice di esserci. Stavolta non ci vado ma ci sono e vi ci porto con la rete, sempre felicemente.
Benedetto sul Freccia Argento per Assisi
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Quella del 1986 aveva come titolo Giornata mondiale di preghiera per la pace e non aveva un “tema”. Stavolta il titolo è Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo – vi è chiara l’intenzione che la preghiera sia un momento e non il tutto della giornata – e il tema è Pellegrini della verità, pellegrini della pace.
Fin dall’indizione, la Giornata del 1986 fu duramente contestata dai tradizionalisti – destino toccato poi a tutte le altre – che vollero vedervi un “cedimento” all’idea che “tutte le religioni si equivalgono”. Gli stessi ambienti tornarono a farsi sentire il gennaio scorso. Anche l’ala lefebvriana, che sta trattando la piena “riconciliazione” con il Papa, insorse giudicando “catastrofiche” le due decisioni benedettiane di convocare questa Giornata e di beatificare Giovanni Paolo, che fu l’inventore della prima.
Ultimamente i lefebvriani hanno parlato di “scandalo” per l’evento di oggi e hanno indetto, in contemporanea, una “giornata di riparazione” per tale scandalo. Ecco come ne parla un comunicato del Distretto italiano della Fraternità di San Pio X.
E se non ci voglio venire sul Freccia Argento con Joseph e soci?
Non è ancora tempo che qualcuno mi cinga la veste e mi porti dove non voglio andare.
Anche tenendo presente questa opposizione, Benedetto ha voluto che il ritorno ad Assisi avvenisse con alcune novità – le principali sono tre o quattro – rispetto al 1986 e tutte nella direzione di un maggiore controllo dottrinale dell’evento in modo da evitare contaminazioni e sincretismi.
Sono nuovi: l’estensione dell’invito a “personalità” del mondo della cultura e della scienza; la mancanza di momenti pubblici – sia isolati, sia collettivi – di preghiera delle diverse religioni.
Bene Marco vedo che ci sei anche tu.
Ah, ah!
Stavo a scherzà, Luigi…
E’ la maschera che permette di fare tutto questo…
Buona giornata!
C’è da dire che almeno i lefebvriani hanno di buono che non usano circonlocuzioni e perifrasi…
Non solo, ma oggi digiunano e pregano per la pace… fanno le cose di gran lunga più importanti… solo che non le fanno con il papa… e questa è faccenda decisamente meno importante…
I non credenti che sono oggi ad Assisi sono il filosofo italiano Remo Bodei, il filosofo messicano Guillermo Hurtado, l’economista austriaco Walter Baier e la filosofa e psicanalista francese Julia Kristeva, che prenderà la parola nella fase finale dell’incontro di apertura nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, dopo otto interventi di esponenti religiosi tra i quali il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e il rabbino David Rosen del Gran Rabbinato di Israele. Dopo Julia Kristeva parlerà Benedetto XVI – verso mezzogiorno – e sarà l’unico suo discorso della giornata.
Benedetto e i trecento arrivano ora a Santa Maria degli Angeli. Il Freccia Argento è stato puntuale.
Benedetto accoglie gli ospiti sulla porta della basilica. Tra i primi il primate di Canterbury e il patriarca di Costantinopoli. Uno degli ospiti arrivato davanti al papa si ferma, tira fuori la macchina fotografica e sta per scattare un primo piamo ma uno degli uomini della sicurezza gli ferma il braccio.
Il cardinale Ravasi presenta al papa i rappresentanti dei non credenti.
Papa e ospiti stanno vedendo – nella basilica di Santa Maria degli Angeli – un video che rievoca le precedenti Giornate di Assisi. Il Video è stato preparato dai colleghi di Rai Vaticano.
Con il patriarca Bartolomeo iniziano gli interventi degli ospiti. “E’ nostro compito di mostrare che noi non viaviamo gli uni contro gli altri ma gli uni insieme agli altri”
L’arcivescovo di Canterbury: “Siamo qui perchè la famiglia umana possa rendersi conto di quanta saggezza può venire dalle nostre diverse tradizioni per combattere insieme la follia della guerra”. “Come cristiani dobbiamo mostrare che il volto dell’uomo per noi è cambiato quando Dio ha preso un volto d’uomo”.
Sta parlando il rev. dott. Olav Fykse Tveit, luterano norvegese, Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Il suo clergyman con impeccabile colletto romano mi fa pensare ai lefebvriani e mi viene questa idea curiosa: se domani i lefebvriani si staccassero definitivamente dalla Chiesa di Roma e questa li invitasse a una giornata come quella odierna, loro non verrebbero. Vi sarebbe tutto il mondo cristiano ma non vi sarebbe Econe. Caspita.
E i cristiani copti? ci sono tutti, persino i buddisti coreani e i copti egiziani non li hanno invitati ??? Eppure loro sì che di pace avrebbero bisogno? Forse per non scontentare i musulmani, presenti nella figura del Segretario generale della Conferenza Internazionale delle scuole islamiche??
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1349995
Discepolo nell’elenco che hanno dato oggi nella sala stampa di Assisi – mi dice al telefono il collega Gian Guido Vecchi – figura il patriarca dei Copti di Alessandria Antonios Naguib.
La diretta…
http://www.porziuncola.org/contactus/webtv.php?l=it
Mi chiama la Radio Vaticana e mi intervista chiedendo: che bisogno c’era di questa giornata, non essebndoci oggi le minacce nucleari cui reagiva Assisi 1986? Ho risposto che oggi il bisogno è molto maggiore essendo moltepolici le minacce che allora era solo una ed essendo la più parte delle attuali minacce direttamente alimentate da fuochi a matrice religiosa.
Uà!!!
Grande Benedetto XVI!!!
Ancora sulla “fede” e sul “purificare” due parole chiave di questo pontificato!
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350009
Certo, ha ragione !!molti agnostici ed atei non credono perchè il Dio che offrono loro i credenti , la “verità” che offrono loro i credenti, non è il vero Dio e la vera verità, ma solo la loro mediocre e meschina interpretazione!
il loro EGO! non Dio ma l’interpretazione meschina e bigotta di Dio!!!
scusatemi, sono entusiasta di questo discorso di Benedetto XVI , uno dei più belli credo, pronunciati nel suo Pontificato.
ha ammesso con “vergogna” che i cristiani hanno storicamente usato la violenza. Ma ha anche dato una bella botta ai cosidetti illuministi, umanisti ed atei: anche le loro teorie hanno portato a violenze e crimini contro l’umanità! ( da Luigi XVI decapitato .. per arrivare al muro di Berlino)
e che dire del culto di “Mammona ” oggi in auge? il culto del Dio denaro che ha soppiantato antichi e ben più dignitosi culti…
insomma per chi con mente aperta e illuminata veramente senta questo discorso oggi: non si può che dire così parla l’intelligenza umana, così parla non tanto il rappresentate di Dio ma il rappresentate dei (migliori) fra gli uomini.
altro che la psicanalista Julia Kristeva!!! che solo per aver citato nel suo intervento come eroe positivio il Marchese de Sade ( uno per cui la sofferenza del prossimo valeva meno del proprio piacere) merita solo biasimo e vergogna!
Ecco l’intervento della Kristeva come anticipato dal Corsera di oggi:
http://www.corriere.it/cultura/11_ottobre_27/kristeva_umanesimo_acb17182-007f-11e1-a50b-be6aa0df10bc.shtml
Qui l’intero discorso del papa:
http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/28283.php?index=28283&lang=it
Queste le parole di Benedetto sull’uso della violenza da parte dei cristiani:
Come cristiano, vorrei dire a questo punto: sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna. Ma è assolutamente chiaro che questo è stato un utilizzo abusivo della fede cristiana, in evidente contrasto con la sua vera natura. Il Dio in cui noi cristiani crediamo è il Creatore e Padre di tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e sorelle e costituiscono un’unica famiglia. La Croce di Cristo è per noi il segno del Dio che, al posto della violenza, pone il soffrire con l’altro e l’amare con l’altro. Il suo nome è “Dio dell’amore e della pace” (2 Cor 13,11). È compito di tutti coloro che portano una qualche responsabilità per la fede cristiana purificare continuamente la religione dei cristiani a partire dal suo centro interiore, affinché – nonostante la debolezza dell’uomo – sia veramente strumento della pace di Dio nel mondo.
In questo momento il papa e i trecento sono impegnati nella preghiera personale. Il “tempo di silenzio, per la riflessione e/o la preghiera personali” – che viene dopo il pranzo e dura 90 minuti – è presentato così nel programma ufficiale: “A ciascuno dei partecipanti sarà assegnata una stanza nella casa di accoglienza adiacente al Convento di S. Maria degli Angeli”.
La novità più grande di questa Assisi 4 è quella della preghiera silenziosa, che è nominata due volte nella nota di presentazione della Giiornata pubblicata il 2 aprile scorso. “Sarà poi – cioè dopo il pranzo – lasciato un tempo di silenzio, per la riflessione di ciascuno e per la preghiera”. Nel pomeriggio, tutti i presenti in Assisi parteciperanno a un “pellegrinaggio” che salirà da Santa Maria degli Angeli verso la Basilica di San Francesco: “Con esso si intende simboleggiare il cammino di ogni essere umano nella ricerca assidua della verità e nella costruzione fattiva della giustizia e della pace. Si svolgerà in silenzio, lasciando spazio alla preghiera e alla meditazione personale”.
Non vi sono dunque in questa Giornata preghiere collettive, né di tutte le religioni nello stesso luogo, né di ognuna in un proprio luogo, come invece si erano avute – in ambedue le forme – nel 1986. Il pregare in silenzio e in stanze separate – deve aver argomentato il Papa teologo – toglierà ogni idea di una preghiera comune e dunque eliminerà una delle obiezioni capitali che erano state mosse all’appuntamento di 25 anni addietro.
La conclusione della Giornata avverrà “all’ombra della Basilica di San Francesco, là dove si sono conclusi anche i precedenti raduni”: cioè nel piazzale della Basilica inferiore, con inizio alle 16,30. Lì “si terrà il momento finale, con la rinnovazione solenne del comune impegno per la pace”. Ed era stato appunto lì che nel 1986 le delegazioni avevano proposto – in sequenza – ognuna la propria preghiera.
Verrà letto a più voci un testo concordato, un paragrafo a testa: per primo leggerà il patriarca Bartolomeo I, poi un luterano, un sikh, un esponente del Patriarcato di Mosca, un battista, un musulmano, un cristiano di Siria, un taoista, un buddhista, uno scintoista, un rabbino, un cristiano della Riforma e per ultimo uno dei quattro “non credenti”. L’ultima paragrafo spetterà a Benedetto XVI.
Perchè la chiamo Assisi 4. La prima Giornata di Assisi poer la pace avvenne a questa stessa data nel 1986 con il tema e le modalità che ho ricordato in akltri commenti. La seconda si fece il 9 e 10 novembre 1993 in riferimento alla guerra di Bosnia ed ebbe il titolo di Veglia di preghiera per la pace in Europa e in particolar modo nei Balcani. Oltre alle Chiese cristiane erano presenti ebrei e musulmani d’Europa. La terza ebbe il titolo di Giornata di preghiera per la pace nel mondo e si fece il 24 gennaio 2002, quattro mesi dopo l’attentato islamista alle Torri Gemelle di New York.
Dice il papa : “L’assenza di Dio, sarebbe causa di violenza e persino dei campi di concentramento, perché la negazione del divino corrompe l?uomo, lo priva di misure, gli fa perdere l?umanità”.
Scusa ma non capisco, Hitler era cattolico e le chiese esponevano anche le bandiere naziste. Ricordi la madonna del manganello ? ( quella dei fascisti ?) e mica lo hanno scomunicato. Di quale assenza di dio parla ? di quello dei buddisti quello dei cattolici quello dei mussulmani di quello dei filosofi lì presenti ?
“Il ‘no’ a Dio ha prodotto crudeltà e una violenza senza misura possibile solo perché l’uomo non riconosceva più alcuna norma e alcun giudice al di sopra di sé”. Ma allora come spiegare tutte quei morti – Eh,.. ma si è dimenticato dei “Trovatori”, degli Albigesi, degli Ariani, delle streghe, ecc. era anche quella mancanza di un dio ? Di quel dio di cui dice : “sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna” – Pensi che il Dio possa perdonare una cosa come questa ? Magari si, ma dovrebbe fare la penitenza che ancora non mi risulta sia stata fatta. Insomma quando sono gli altri a fare i birichini è perché sono atei senza dio , quando sono loro si vergognano ma non sono senza dio ma neanche fanno penitenza.Ne hanno uno che vale tre ma è un mistero. Beh, se la cavano con il sermoncino strappalacrime.
E poi, dai, ? “l’adorazione di mammona” una “contro-religione”, in cui “il desiderio di felicità degenera, ad esempio, in una brama sfrenata e disumana”. Ma dove l’avranno raccolto quel + di 1 miliardo di $ per pagare le compensazioni ai danneggiati se non dalle offerte dei poveri che contribuiscono e magari non sanno nemmeno come vengono sperperati i loro soldi. Quello non è mammona ? E quella richiesta di essere l’autorità mondiale che garantisca la trasparenza dei mercati che regoli le transazioni finanziarie ? Quella non è mammona ?
Mi ricorda quella frase di un non cattolico che dice :” in nome dell’ateismo non è stata mai combattuta alcuna guerra, e che i paesi con il maggior numero di atei sono anche quelli dove il tasso di criminalità è minore”. Sarà che il papa si è scordato qualcosa ? nella voglia di restaurare ?
Lo dice anche Sigmun Freud : “Dove sono coinvolte questione religiose gli uomini si rendono colpevoli di ogni sorta di disonestà e di illecito intellettuale” ( L’avvenire di un illusione)
Gli ultimi saranno primi.
“Nel silenzio che si è fatto preghiera, digiuno, espressione del nostro desiderio di purificazione e vicinanza a chi soffre, e nel pellegrinaggio che ci ha visto viandanti in cammino verso la Verità, siamo giunti all’ultima parte della nostra celebrazione”: con queste parole il cardinale Jean Louis Tauran ha introdotto alle 16, 30 l’assemblea finale della Giornata, nel piazzale della basilica inferiore di an Francesco.
Bartolomeo I: “Per costruire la pace è necessario amare il prossimo, rispettando la regola d’oro, ‘fa’ agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te’. Con questa convinzione non ci stancheremo di lavorare nel grande cantiere della pace”.
Mounib Younan della Federazione luterana mondiale: “Ci impegniamo a proclamare la nostra ferma convinzione che la violenza e il terrorismo contrastano con l’autentico spirito religioso e a condannare ogni ricorso alla violenza e alla guerra in nome di Dio o della religione. Ci impegniamo a fare quanto è possibile per sradicare le cause del terrorismo”.
Tarunjit Singh Butalia della delegazione Sikh: “Ci impegniamo ad educare le persone a rispettarsi e a stimarsi reciprocamente” in vista di “una convivenza pacifica e solidale”.
Aleksandr metropolita del Patriarcato di Mosca: “Ci impegniamo a promuovere la cultura del dialogo perché crescano la comprensione e la fiducia reciproca fra gli individui e i popoli, premesse queste dell’autentica pace”.
John Upton dell’Alleanza battista mondiale: “Ci impegniamo a difendere il diritto di ogni persona umana a vivere una degna esistenza secondo la propria identità culturale e formarsi liberamente una famiglia”.
Mulina Mohammed Zubair Abid musulmano: “Ci impegniamo a dialogare con sincerità e pazienza, non considerando quanto ci differenzia come un muro invalicabile ma, al contrario, riconoscendo che il confronto con l’altrui diversità può diventare occasione di migliore comprensione reciproca”.
Mar Gregorios metropolita del Patriarcato assiro-ortodosso di Antiochia: “Ci impegniamo a perdonarci vicendevolmente gli errori e i pregiudizi del passato e del presente e a sostenerci nel comune sforzo per sconfiggere l’egoismo e il sopruso, l’odio e la violenza e per imparare dal passato che la pace senza la giustizia non è vera pace”.
Wai Hop Tong taoista: “Ci impegniamo a stare dalla parte di chi soffre nella miseria e nell’abbandono, facendoci voce di chi non ha voce e operando concretamente per superare tali situazioni, nella convinzione che nessuno può essere felice da solo”.
Phra Phommolee buddista: “Noi ci impegniamo a fare nostro il grido di chi non si rassegna alla violenza e al male e vogliamo contribuire con tutte le nostre forze per dare all’umanità del nostro tempo una reale speranza di giustizia e di pace”.
Tsunekiyo Tanaka scintoista giapponese: “Noi ci impegniamo a incoraggiare ogni iniziativa che promuova l’amicizia fra i popoli, convinti che il progresso tecnologico, quando manchi un’intesa solidale tra le nazioni, espone il mondo a rischi crescenti di distruzione e di morte”.
Betty Ehrenberg della delegazione ebraica: “Noi ci impegniamo a chiedere ai responsabili delle Nazioni di fare ogni sforzo perché, a livello nazionale e internazionale, si edifichi e si consolidi, sul fondamento della giustizia, un mondo di solidarietà e di pace”.
Setri Nyomi della Comunione mondiale delle Chiese riformate: “Noi persone di tradizioni religiose diverse non ci stancheremo di proclamare che pace e giustizia sono inseparabili e che la pace nella giustizia è l’unica strada su cui l’umanità può camminare verso un futuro di speranza, consapevoli che la sicurezza, la libertà e la pace non potranno essere garantite dalla forza, ma dalla fiducia reciproca”.
Guillermo Hurtado rappresentante dei non credenti: “Noi, umanisti laici, in dialogo con i credenti, ci impegniamo con tutti gli uomini e le donne di buona volontà a costruire un mondo nuovo. Dedichiamo ogni sforzo affinché credenti e non credenti vivano, nella fiducia reciproca, la ricerca comune della verità, della giustizia e della pace”.
Il cardinale Koch, presidente del Consiglio per l’unità dei cristiani, introducendo il segno di pace: “Diventiamo strumenti della pace che viene dall’alto. Ricordiamo che non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono. Sigilliamo con un gesto di pace tra noi l’impegno per la pace proclamato a più voci. Rechiamo pace ai vicini e ai lontani, alle creature e al creato”.
Benedetto a introduzione dello scambio della pace: “Mai più violenza! Mai più guerra! Mai più terrorismo! In nome di Dio ogni religione porti sulla terra Giustizia e Pace, Perdono e Vita, Amore!”.
Il Freccia Argento con Benedetto e i trecento è arrivato alle 20.02 nella stazione della Città del Vaticano.
Grazie della cronaca 🙂
Il Papa è tornato a casa. Ma ce l’ha poi una casa? Che cos’è casa?
Ho visto solo 5 minuti di collegamento e letto la tua cronaca minuziosa e scelta. Ho guardato il volto del Papa più che altro.
Lo vedevo stanco, tirato, pallido,
e pensavo alla responsabilità che ha nel mondo.
Ho pensato anche a come fa a non scoraggiarsi mai e se a volte lo è scoraggiato, a chi si rivolge? Qui sulla Terra?
E noi, siamo tornati a casa?
Ce l’abbiamo una casa?
Scusa Luigi, le domande.
Grazie Fabi delle domande appropriate. Ti propongo – a modo di risposta indiretta – alcune parole con cui il cardinale Ratzinger nel volume Dio e il Mondo (San Paolo 2000) risponde a due domande dell’intervistatore che gli chiede se abbia sperimentato di persona la “forza opprimente dell’incredulità” e se sia pensabile che “anche un papa” possa essere assalito dal dubbio.
“Accettare di essere attraversati dall’angoscia di ciò che oggi parla contro la fede e perseverare interiormente nella fede è una componente essenziale del mio compito” (p. 30).
Ancora a Fabi dal volume citato nel commento precedente: “Si può ben immaginare che anche un papa possa soffrire sotto il peso delle questioni che ostacolano la fede” (p. 31).
Terzo testo per Fabi dalla stessa fonte, stessa pagina della citazione precedente: “Quando ero cappellano a Monaco giunse Romano Guardini a tenere una conferenza e il mio parroco potè parlargli. Non so cosa si dissero, ma poi il parroco mi ha raccontato costernato come, secondo Guardini, con l’avanzare dell’età, rapportarsi alla fede diventi non più facile ma più difficile“.
Non ho potuto vedere niente della giornata di Assisi, perché ero per impegni fuori casa. Ringrazio perciò Luigi e il suo blog che mi permettono di rivivere quei momenti. Penso inoltre che la realtà della globalizzazione renda quasi invetabili questi incontri. Molte divisioni del passato furono dovute, penso, a fatti geografici e linguistici, che oggi possiamo facilmente superare.
Grazie, Luigi, di questa cronaca e approfondimento riguardo l’incontro di Assisi. Neanche io ho potuto seguirlo oggi…lo farò tramite il blog.
Caro Luigi, ti vedo entusiasta e certo è apprezzabile che esponenti di religioni diverse si siano incontrati nella quarta Giornata delle religioni per la pace.
Sulla base delle tue relazioni, esprimo alcune riflessioni.
Intanto ho apprezzato che tutti i partecipanti, religiosi e non, si siano espressi a favore della necessità assoluta della costruzione della giustizia e della pace fra i popoli, in un tempo segnato da violenze di ogni genere, da guerre e da ingiustizie sociali oltre ogni limite.
Il che significa che, anche se non tutte le religioni si equivalgono, in tutte c’è comunque il seme di Dio, cosa che ho sempre sostenuto con convinzione. E significa che tutti, di qualsiasi religione, siamo fratelli in quanto figli dell’unico Padre.
Su questo molti cristiani dovrebbero riflettere, ad esclusione, naturalmente, dei lefebvriani che già da tempo hanno fermamente “deciso” che così non è.
Considerarli cristiani perché digiunano e indicono una “giornata di riparazione”, ritenendo questo evento scandaloso? Come è possibile? Qual è la loro immagine di Dio? Gesù Cristo, che ha detto: “chi non è contro di me, è con me”, li giustificherebbe? Mi riesce difficile crederlo.
Poi gli interventi del patriarca Bartolomeo, dell’arcivescovo di Canterbury e di altri religiosi cristiani, ricchi di valori umani e di lodevoli propositi a favore della pace e contro la guerra.
“Non viviamo gli uni contro gli altri ma gli uni insieme agli altri”; “Come cristiani dobbiamo mostrare che il volto dell’uomo per noi è cambiato quando Dio ha preso un volto d’uomo”; “Ci impegniamo a promuovere la cultura del dialogo perché crescano la comprensione e la fiducia reciproca fra gli individui e i popoli…”; “Ci impegniamo a perdonarci vicendevolmente gli errori e i pregiudizi del passato e del presente e a sostenerci nel comune sforzo per sconfiggere l’egoismo e il sopruso…” etc..
Bellissime parole e magnifici intenti ma manifestati da cristiani divisi, che temo resteranno tali chissà fino a quando. Gesù avrebbe approvato queste divisioni? Non sono queste che danno scandalo? Incoraggianti davvero per chi non ha fede e vorrebbe averla.
Proprio poco tempo fa una vecchia signora, quasi centenaria, di fede incerta, mi ha detto: troppe religioni.
Cattolici, protestanti, anglicani, ortodossi: tutti cristiani ma ogni confessione con le proprie rivendicazioni sulla verità.
Molto interessanti mi sono sembrate le parole del Papa sugli agnostici: “persone alle quali non è stato dato il dono del poter credere e che tuttavia cercano la verità, sono alla ricerca di Dio.
Persone del genere non affermano semplicemente: “Non esiste alcun Dio”. Esse soffrono a motivo della sua assenza e, cercando il vero e il buono, sono interiormente in cammino verso di lui.
Sono “pellegrini della verità, pellegrini della pace”.
Non è stato dato il dono del poter credere proprio perché si pongono molte domande a cui non hanno risposte, vogliono una fede non semplicistica, non si accontentano più del Dio presentato loro dai genitori e anche al catechismo. Diventati adulti,alla luce di certe realtà, rimettono in discussione l’educazione religiosa. Obiezione fin troppo banale: perché ad alcuni, o molti, è stato dato il dono e ad altri no? Di questi ultimi, alcuni lo vanno cercando (Dio) e sono tormentati e forse questa è già fede, ma altri si rassegnano e scadono nell’ateismo ( se Dio non si fa trovare da me che lo inseguo, vuol dire che non c’è alcun Dio).
Biasimarli per questo? E quale sarà il loro destino ultraterreno? Io la risposta l’ho data in altri interventi e non mi ripeto.
Interessante anche questa tua citazione, caro Luigi : “…poi il parroco mi ha raccontato costernato come, secondo Guardini, con l’avanzare dell’età, rapportarsi alla fede diventi non più facile ma più difficile“.
Queste parole mi confermano nell’idea che riguardo alla la fede non ci può essere un punto fermo.
Su questo dovrebbero riflettere quei cattolicissimi dalla fede adamantina ( secondo loro), che puntano il dito contro i più umili “relativisti”; dovrebbero pensare che la realtà è tanto complessa che, in un batter d’occhio, la loro fede potrebbe vacillare al punto da restarne meravigliati loro stessi. L’ho visto in alcune degnissime persone.
La vita in tutti i suoi aspetti è piena di sorprese che ci colgono impreparati nostro malgrado.
Ciò detto, mi auguro che questi periodici incontri inaugurati da G.P.II, siano effettivamente utili, sia pure a lungo termine e secondo gli imperscrutabili disegni di Dio, per dare vita non effimera a quei valori di giustizia e di pace che li ispirano e che oggi sembrano una chimera.
Beati gli uomini di buona volontà.
Caro Luigi, dopo tutti questi impegni formali, che dici lo toglieranno il crocifisso dal muro delle aule e dai tribunali ? E si impegneranno a non rivendicare mai più in tribunale il presunto diritto violato dell’arredo scolastico ?
Perdonami Luigi, ma non capisco il cardinale Koch deve aver preso un granchio, “non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono” Ma che dice ? Ma dove avrà mai preso questa stranezza ? Sarà andato fuori di testa o si tratta vi demenza senile ? Luigi, tu che li conosci, di loro che devono lasciare il posto a qualcuno più giovane. Non è vero ciò che dice, non può buttare il Vangelo alle ortiche, nè va della legittimazione. Ma non lo potevano fare prima senza fare la sceneggiata ? Le cose vere si fanno in silenzio e senza mettersi in mostra, no ?
Ricordalo a Koch, ti prego Luigi, “ e se il sangue non è versato non ha luogo nessun perdono.” ( Ebrei 9.22) doveva dire : “il perdono solo nella Giustizia”
Ricordalo A Koch ti prego, si sbaglia e deve fare attenzione :” Guai a quelli che dicono che il bene sia male e che il male sia bene, quelli che mettono le tenebre per la luce e la luce per le tenebre, quelli che mettono l’amaro per il dolce e il dolce per l’amaro!” ( Isaia 5.20)
“Guai ai pastori che distruggono e disperdono le pecore del mio pascolo!” è l’espressione di Geova.” ( Ger. 23.1)
Diglielo Luigi forse lo hanno dimenticato !
Io Luigi ti ringrazio molto delle risposte.
E della cortesia che hai nei nostri confronti
ad ospitarci nel tuo blog.
Buona festa!