«Commosso e fortemente scosso» dalla loro sofferenza, Benedetto XVI ha incontrato venerdì sera a Erfurt, un gruppo di vittime di abusi sessuali commessi da sacerdoti o da impiegati ecclesiastici: due donne e tre uomini, provenienti da diverse parti della Germania, con i quali si è intrattenuto per circa mezz’ora nel seminario locale, al ritorno dalla celebrazione mariana presieduta a Etzelsbach. – E’ l’attacco della cronaca pubblicata oggi dall’Osservatore romano sull’incontro di ieri. Il resto nei primi due commenti.
Benedetto: paese che vai abusati che trovi
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[Segue dal post] I cinque – scrive ancora l’Osservatore – erano accompagnati dal vescovo di Treviri, Stephan Ackermann, responsabile per la Conferenza episcopale tedesca del trattamento degli abusi sessuali, e da alcune persone impegnate nel campo della prevenzione e della salvaguardia dei giovani. L’incontro si è svolto in un clima «molto comunicativo, molto sereno», ha detto il portavoce padre Lombardi, sottolineando che «Il Santo Padre ha espresso la sua profonda compassione e il suo profondo rammarico per tutto ciò che è stato commesso nei loro confronti e delle loro famiglie». Il Pontefice ha anche «assicurato i presenti che a quanti hanno responsabilità nella Chiesa sta molto a cuore affrontare accuratamente tutti i crimini di abuso ed essi si impegnano a promuovere misure efficaci per la tutela di bambini e giovani».
[Segue dal post] Quello di venerdì sera in Germania – conclude l’Osservatore – è stato il quinto di analoghi incontri durante i viaggi internazionali di Papa Ratzinger, dopo i precedenti negli Stati Uniti (aprile 2008), in Australia (luglio 2008), a Malta (aprile 2010) e nel Regno Unito (settembre 2010). Come sempre è avvenuto lontano dai riflettori, nello stile di riservatezza voluto da Papa Ratzinger in queste circostanze.
Dite quel che volete, Papa Ratzinger ha saputo abbracciare la Croce. Quale croce più grande dell’umiliazione? Il fatto poi che in questi momenti appaia credibile significa che non fa questi di atti di penitenza per salvarsi da guai maggiori. Personalmente in materia di fede ho deciso di credere solo a chi porta la Croce, e quindi non ai tanti teologi saccenti o matematici presuntuosi ecc. Dico per paradosso che l’Anticristo potrà essere smascherato perché non vorrà portare la Croce. Seguo paoa Benedetto perché è una grande mente ed un uomo di grande euilibrio, ma soprattutto perché non esita ad abbracciare (senza enfasi) la Croce.
Credo sia il primo papa della storia, almeno a memoria, che abbia avuto la forza di aprire il vaso di Pandora ed esporre al mondo, senza esitare,consapevole delle conseguenze e delle accuse che inevitabilmente sarebbe state imputate anche alla sua persona, le ombre, spalancato le finestre e messo in luce il marciume che si accumulava da anni nei vicoli oscuri della Chiesa. Ha preso la ramazza e ha fatto pulizia superando; la vergogna si è lasciato “masticare”, cincicare eppure, impavido, ha continuato la sua battaglia puntando il dito senza pietà contro alti prelati, insospettati personaggi coperti, invero, dai precedenti pontificati. Inutile girarci intorno, inutile fingere che “tutto andò bene”. No!, non andò bene col GPII su questo, come su altri versanti, non andò affatto bene. Non me ne vorrete, spero, se dico che tra tutte le colpe andava chiesto perdono in primis alle giovani vittime dell’osceno vizio. Ma evidentemente, in quel preciso momento storico in agenda c’erano altre priorità e sicuramente di maggior impatto ed effetto “pirotecnico”: andava chieso perdono per i mali giurassici di cui la Chiesa si rese, ahinoi, rea! Troppo facile spolverare il passato ed eclissare il presente,”rimuovere”, continuando a coprire l’odioso crimine.
W il Papa
W Benedetto XVI
Venia : “Ha preso la ramazza e ha fatto pulizia superando la vergogna.”
Caro Luigi, sono particolarmente orgogliosa di avere formulato questo assioma: solo chi abbraccia la Croce è credibile. Sarebbe facile fare un lungo elenco, ma ti posso assicurare che alcuni dei ragazzini dell’oratorio portano la Croce. E la portava Luca, morto di leucemia quando non aveva quaranta anni. La portava Giovanni Paolo II e la porta Benedetto XVI. Molto bella la foto che ritrae il passaggio della Croce dall’uno all’altro.
http://2.bp.blogspot.com/-80u5fv0NRJU/TblP43rjcNI/AAAAAAAAAKQ/Wqajwnh_OHI/s1600/GiovanniPaoloII-BenedettoXVI.jpg
La porta Mancuso? la porta Augias? la porta Oddifreddi? la porta la Littizetto? la porta Antonio Socci? lui sì. Tu pure l’hai portata. Oggi Benedetto XVI la porta piangendo nel silenzio e nel nascondimento le colpe dei suoi figli e mostrando a tutti un viso sorridente e accogliente.
Si, Clodine…
con il solito ritardo di qualche secolo.
Senza lo scandalo mediatico avrebbe fatto lo stesso?
Tutti, chi più chi meno nel corso della propria esistenza siamo destinati a portare la croce: tutti, nessuno escluso! Non sempre la croce è visibile agli occhi…talvolta e interiore e..questo non la rende più leggera! Eppoi chi siamo noi per dire :questo si, quello no!?
GPII soffrì molto,certamente, subi’ un attentanto e in vecchiaia lo colpì l’infausto morbo [anche mia madre ne fu colpita] che portò stoicamente e altrettanto stoicamente proseguì il suo mandato costellato di spine. Nessuno nega questa porzione di bene, ci mancherebbe. Ma se occultassimo certe realtà non si renderebbe giustizia alla verità. Ha sofferto, certo, compatibilmente con la vetustà, la malattia e la decadenza, ma è innegabile che l’essere stato un papa giovane ed aver coperto per un quarto di secolo quel ruolo eccelso, per certi aspetti, lo portò a godere un discreto lusso, e privilegi. Si adoperò per la causa della Polonia e il prezzo che pagò la Chiesa fu molto alto in termini economici e non solo…non lo dimentichiamo…e non intendo entrare in particolare, Nè fomentare alcuna polemica,….nessun giudizio per carità, sarà la storia e il pensiero critico a tirare le somme: nessuno sfugge alla storia; l’importante è non fare di lui un martire tutto qui! Altri furono i martiri, è andato giustappunto ad incontrarli Bendetto XVI, i veri martiri…
Un papa davvero Benedetto e una benedizione per questa Chiesa, devastata dall’indegnità di molti, che hanno seguito lo spirito del mondo senza alcuna minima decenza, come qui denunciato: http://blog.messainlatino.it/2010/06/la-progressista-chiesa-belga-riceve-la.html
Chissà perché però
i crimini di pedofilia risalgono in grandissima parte agli anni 50-60…
E’ molto più probabile che
la psiche
colma di madonne sempre vergini,
piatte, purissime
diafane
con gli occhi imploranti,
possa vedere
nel corpo leggero e casto
nella pella candida e perfetta
negli occhioni ingenui
del giovinetto o della giovinetta
quella madonna di cui è innamorata.
E l’energia repressa
il bisogno di carne e senso
manifestarsi nella sodomia.
L’asimmetria del Pastore, dell’uomo di Dio
può scorgere
nel giovinetto
la pecorella candida da pascere e immolare sul palo.
Ciao Marco e ciao a tutti!
Mi sono fermata a ripensare per l ‘ennesima volta a questi argomenti,
Io lavoro in mezzo ai bambini e non c’è niente, credo, che mi indigni di più che il sapere che si è fatto del male ad un bambino in qualsiasi modo. Non
credo che le parole rendano il senso di repulsione. Eppure accadono fatti di violenza ogni giorno da sempre. Questo Papa vive qui e ora, è Papa adesso, e secondo me, ha scelto la via della ‘giustizia senza dimenticare il peccatore’.
Concordo con chi di voi ha detto che non ha fatto così l’amato G.P. II,
però non ci sono solo i preti che abusano di minori o altri. E tutto non si riesce mai a sapere. Per di più non è che un Papa possa fare chissà cosa,
anche perché è Papa di tutto il mondo e di tutti e i problemi sono tanti.
Ho letto, Marco, la tua frase: bisogno di carne e di senso.
Ci ho pensato un attimo: forse sì noi esseri umani ne abbiamo bisogno, a volte crediamo di sublimare, con immagini di cui parli o con un cristianesimo che sembra ‘di ripiego’, che vada a riempire un vuoto che non sappiamo come riempire. Senza essere negativa, né con la pretesa di giudicare gli altri, ch enon è mio compito, vado avanti provando a trstimoniare ciò che c’è di bello e di pulito nell’essere cristiani dentro la carne, come Gesù, che l’ha scelto.
Non ho mai scritto tanto 🙂
Scusa Luigi.
L’idea sarebbe, dunque, che l’innaturale repressione degli istinti carnali, propria della disciplina ecclesiastica degli anni ‘50-‘60, avrebbe provocato le violenze pedofile dei preti.
Questo è un pregiudizio deterministico duro a morire, del tutto antiscientifico tra l’altro.
Difficilmente un fenomeno psicopatologico così complesso ha una e una sola causa.
D’altra parte negli stessi anni ‘50-’60 (del secolo scorso, non dimentichiamolo) c’era sicuramente una sorta di Chernobyl spirituale nella comunità cristiana.
Ma c’era, anche e soprattutto, il prepotente emergere di una laicissima apologia della liberazione sessuale, anche nei modi di una laicissima apologia della perversione sessuale.
Così la comunità cristiana, vittima del fall-out secolarizzante, ha inteso prima conservare le sole forme della disciplina interiore ed esteriore, poi ha assunto in proprio modi e forme del fall-out, come evidenziato nel link (sconvolgentissimo) del mio precedente intervento.
Le responsabilità della chiesa progressista, come di quella conservatrice, andrebbero equamente divise, non senza un adeguato confronto con il fenomeno in tutta la società: non esistono isole felici e in troppi hanno scheletri negli armadi.
Meglio sarebbe chiedersi reciprocamente perdono e fare come ha fatto il Papa, che ha posto un NO fermissimo a quel fenomeno e alle sue ramificatissime collusioni.
Saper dire NO, una virtù non facile espesso dimenticata.
Ma anche dire “si”alla Verità è difficile , venire fuori come Lazzaro dal buio della morte in virtù di quel Cristo amato e creduto è senz’altro rischioso: ci si mette alla berlina, ci si espone al dileggio si diventa bersaglio di un’invisibile spirituale lapidazione non meno mortale e dolorosa di quella che subì il Signore all’indomati del portentoso prodigio.Non ci sono scappatoie: solo chi “FA’ LA VERITA’!” viene alla luce, non “colui che custodisce” o “colui che difende”la Verità, ma colui che “FA'” la VERITA'”. Qui di fronte al male non si tratta tanto di prevenire quanto di “premunire”,non è sufficiente che la Chiesa mi dica cosa NOn devo fare o dove NOn devo andare, è necessario mi dica dove DEVO andare e se c’è ancora posto per il Signore in questa Chiesa…Per recuperare credibilità, in questo momento storico, non c’e’ altra alternativa che uscire allo scoperto, la smetta la gerarchia di costruire bastioni, di arroccarsi a difesa dei propri vessilli e scenda tra la gente, si sporchi le mani e le affondi nella realtà. Non si difende l’onore di Dio proteggendo l’illegalità tappandosi gli occhi per non vedere e il naso per non sentire il puzzo. Ne sa qualcosa Don Puglisi: morto ammazzato, lui solo sa quanto gli costò aver difeso la “Verità”, a padre Romero assassinato come un cane. Ma non sono saliti agli onorti degli altari, don Escrivà c’è salito, GPII c’è salito…ma non chi ha praticato e pagato con la vita l’amore per la “Verità”: un simulacro se non la si traduce nei fatti.
Il fatto che non ci siano solo i preti ad abusare dei minori non giustifica l’enorme gravità di questi fatti, l’ho già detto in un post precedente. Per la Chiesa, in generale, è una macchia indelebile, e bene fa il papa a denunciare e fare il “mea culpa”. Ci si chiede, però, perché prima si tendesse a nascondere. Anche questa è colpa.
Il “fenomeno psicopatologico” di cui si parla, non va interpretato alla luce della temperie delle varie epoche, ma più semplicemente considerando quella che è la natura umana da sempre.
Quelli che si dedicano alla vita religiosa sono semplicemente “uomini”, che come tali hanno generalmente gli stessi impulsi di tutti gli altri, non ne sono esentati affatto. Non vivono in un mondo di puro spirito, non sono angeli senza ali. E queste pulsioni, se non dominate da caratteri forti, prima o poi vengono veicolate verso persone dello stesso sesso o verso minori, con tutto il corollario che ne consegue, oppure determinano turbe psichiche.
Perché non considerare questa semplice realtà e voler trovare giustificazioni di natura sociale o psicologica?
Chi sta fuori pensa, sbagliando, che preti, vescovi e papi siano solo rivestiti di spiritualità, sottratti ai richiami della carne, e che, in virtù del voto di astinenza, siano degli esseri speciali. Non è così, proprio non è così. Tanto è vero che i ministri delle altre confessioni cristiane si sposano, e non sono da meno dei nostri.
Il discorso si farebbe lungo e complesso a volerlo trattare a fondo. Non mi sembra il caso e non è il luogo.
La Chiesa cattolica deve farsene carico, una buona volta; magari con l’aiuto di validi psicologi. Altrimenti il “fenomeno” continuerà nonostante la vigilanza di vescovi e papa.
Molto bello e ad effetto, Marco.
Però il 70% degli abusi sessuali su minori avviene in famiglia.
E allora, lì, che asimmetria c’è a fare da detonatore?
Cosa “si scorge” nei figli, nipotini,amichetti di casa?
Il bisogno di carne e senso, qui, non è represso ideologicamente.
Per giunta, ha ragione lycopodium, la pedofilia è una psicopatologia complessa, generalmente presente come tendenza e difficilissima da gestire, mi pare.
E la terrei ben ben distinta dalla” sodomia”, come la chiami con linguaggio
che è gia’ un giudizio, che di per sé non implica né abusi né violenze.
Io credo piuttosto che, consapevolmente o meno, alcune persone con problemi di questo tipo, o con problemi con la sessualità non risolti in genere, possano aver scelto il seminario e il sacerdozio come una via d’uscita sperando nella ” sublimazione” e finendo invece nel disastro.
E su questo oggi credo che si abbiano tutti i mezzi, a partire dal vaglio delle vocazioni, per prevenire e intervenire a priori.
l’Anticristo potrà essere smascherato perché non vorrà portare la Croce. Seguo papa Benedetto perché è una grande mente ed un uomo di grande euilibrio, ma soprattutto perché non esita ad abbracciare (senza enfasi) la Croce.
“Queste stesse cose, in realtà, possiedono un aspetto di sapienza in un’autoimposta forma di adorazione e [finta] umiltà, in un severo trattamento del corpo, ma non hanno nessun valore” (Col. 2.23)
@ Clodine
“Credo sia il primo papa della storia, almeno a memoria, che abbia avuto la forza di aprire il vaso di Pandora ed esporre al mondo, senza esitare,consapevole delle conseguenze e delle accuse che inevitabilmente sarebbe state imputate anche alla sua persona,”
Aprire ? Già peccato che il “Crimen” l’ha scritto lui.
Lyco,
sai benissimo che non sto parlando di castità ma mi sto riferendo più profondamente all’immaginario sacro cattolico ed alla sua possibile azione su una psiche vulnerabile, fragile o deviata.
Non mi sembra nemmeno scientifico attribuirne le cause alla chiesa progressista, qualunque cosa voglia dire chiesa progressista.
Ondivago,
inconsapevolmente nel cercare di smentirmi mi confermi…
Il padre ricopre un ruolo asimmetrico in famiglia.
Nella figlia scorge qualcosa che ritiene suo al punto da possederla carnalmente e lo fa quando la figlia non può ribellarsi poiché dipende spiritualmente, psichicamente e materialmente da lui.
Padre.
Altro appellativo del Sacerdote e di Dio.
“Seguo papa Benedetto perché è una grande mente ed un uomo di grande euilibrio, ma soprattutto perché non esita ad abbracciare (senza enfasi) la Croce.”
“Aprire ? Già peccato che il “Crimen” l’ha scritto lui.”
Però lui segue papa Benedetto perché….
Certo che ha le idee chiare. Ridere o piangere?
Sul Corsera di ieri un altro mio commento sul papa in Germania, intitolato Benedetto XVI tra zelo e tolleranza – la piazza fatica a capire il suo verbo: http://archiviostorico.corriere.it/2011/settembre/24/Benedetto_xvi_tra_Zelo_Tolleranza_co_9_110924070.shtml
Due cose mi premono:
1. grazie, Luigi, per questo breve ma interessante commento.
Mi pare che tocchi un punto dolente, che a livello certamente diverso interessa la maggioranza delle nostre parrocchie: i preti tendono a perdere il contatto con i fedeli a loro affidati. Parlano e spiegano almeno un metro sopra le teste della gente, proponendo concetti magari densissimi ma che pochi comprendono davvero. San Gregorio Magno, il Pastore a cui sempre mi raccomando quando parlo con le persone, nel sesto secolo in tempo di invasioni barbariche diceva “La mia gente non è più in grado di masticare il pane duro e buono del Vangelo. Allora io sono chiamato a ridurlo in briciole, per renderlo nuovamente commestibile” (cito a memoria…).
Lezione oggi indispensabile…
2. Lyco, nel link (sconvolgente, concordo con te) che hai condiviso c’è una cosa tra le altre che aggiunge dolore a dolore: l’identificazione del dettato conciliare con la decadenza della vita della chiesa.
Studio il Concilio, ne ammiro la bellezza, ne conosco la fedeltà a Dio e all’uomo.
Credo che anche dell’aver sporcato questo grande evento di Chiesa molti dovranno rendere conto.
Marilisa,
lungi da me qualunque giustificazionismo, se ho usato il termine “fenomeno psicopatologico” non era certo per escludere che “il passaggio all’atto” di quel fenomeno configuri un reato penale, con le aggravanti del caso.
Per il resto, considerazioni sagge, le tue.
Quanto a Marco,
se c’è una vulnerabilità di base, qualunque stimolo può elicitare il quadro patologico. E, dentro un delirio o una perversione, ci si può far entrare di tutto, qualunque immaginario si sia introiettato.
Poi, si è liberissimi di pensare che l’immaginario cattolico sia di per sè perverso. Pensare questo è pensiero perverso, ma non reato, se non di vilipendio.
Ma un minimo di sano empirismo imporrebbe che, prima di coinvolgere l’immaginario cattolico, si rammente che ci sono state teorizzazioni pro-pedofile in ben altri lidi.
Prima, almeno, che i vescovi pseudoconciliari belgi dessero l’imprimatur a quell’immondo libraccio…
Lycopodium,
il “giustificazionismo” non era assolutamente riferito a te, ma a chi ti ha preceduto nel commento e, più in generale, a quelli( per esempio Marco) che ogni tanto sembrano vedere minore gravità nella pedofilia manifestata dai preti, per il fatto che se ne macchiano tanti altri individui al di fuori della Chiesa.
Per me, invece, è sempre una colpa grave, ma lo è di più quando viene commessa dai preti, che sconfessano, così facendo, quel Vangelo che vanno predicando e che dovrebbero testimoniare in prima persona.
È un concetto che ho espresso più volte.
Ma se perfino i sacerdoti come ad esempio don Mazzi, e non è il solo, sono per la chiusura dei seminari, forse ci sarà una ragione.
Se riprendiamo vecchi post sul’argomento, ritroviamo le solite tiretere e distinguo tra morale e neuropatologie.
Sull’argomento ho gia dato, per questo non m’appassionano le rivisitazioni pro o contro o peggio ancora le sfumature sul grigio.
Ribadisco che in ogni caso trattasi di gravi reati penali e come tali vanno trattati.
Purtroppo a questo reato la gerarchia ha aggiunto l’aggravante della correità e del silenzio, del nascondere come per il caso Claps, un cadavere tenuto per 18 anni nella soffitta della chiesa.
Qui non si tratta solo di abusi verso bambini-bambine affidate ai preti, ma anche di abusi di preti adulti verso seminaristi, vedi il caso di quel sant’uomo di Maciel fondatore dei legionari di Cristo.
E BXVI nel ribadire ad ogni visita patorale extra moenia il mea culpa e le scuse verso le vittime, evidentemente si è ravveduto e sente il bisogno di purificarsi dalle sue precedenti responsabilità attraverso gli atti che hanno contribuito al nascondimento.
Altrimenti sembrerebbe il più classico dei tormentoni.
Anzi gli suggerirei di non parlarne più, tanto ormai abbiamo capito, e di FARE,
quella necessaria conversione evocata nel Vangelo del mercoledì delle ceneri, nella curia e dove la stratificazione del potere luciferino domina da decine di anni.
Non credo che qualcuno qui volesse ‘giustificare’ i crimini di preti pedofili e anche di non -preti.
Però forse invece di parlarne sarebbe meglio vivere,
come dice Nino, qui di sopra.
I ragionamenti anche se giusti non portano a molto in questo caso.
Potere luciferino non solo in curia, ma anche altrove e della stessa razza: http://www.paolorodari.com/2011/09/23/biancaneve-e-i-7-antipapisti-un-report-segreto-e-al-vetriolo-sui-dissidi-nella-chiesa-tedesca-e-su-chi-li-pilota/
Benedetto sa di cosa parla, ne parla da sempre: http://www.paolorodari.com/2011/09/24/meno-strutture-piu-spirito-please/
E a chi è tentato di dire “e che fa?”, suggerirei di lasciarlo agire, quel poco che ha potuto fare, e che gli hanno lasciato fare, bene l’ha fatto.
Amen!
Zelo e Tolleranza: secondo me è bello trovarli uniti nella stessa persona. La tolleranza viene dall’intelligenza, perchè più si è intelligenti, più si è portati a capire gli altri, anche quelli di cui si sottolinea l’errore. Lo zelo viene dalla “caritas Christi” (“caritas Christi urget nos”), che spinge Ratzinger a tenere saldo il timone della barca e a proporre un modo serio, lineare e intenso di vivere la liturgia. Mi sembra un bel “mix” per un papa, ed anche molto evangelico. Scusami il fervorino, Luigi, mi è venuto così, non ci ho nemmeno pensato troppo su.