Benedetto onora l’Islam che prega

Sono ancora a Istanbul – ripartiamo per Roma alle 13 – scrivo con una tastiera che non controllo per dire che papa Benedetto ieri ha onorato l Islam che prega; come farebbe ognuno di noi che venga a trovarsi con un musulmano che durante la visita a una moschea si metta in preghiera – cosi’ ha mostrato ai veri musulmani che non e’ un crociato e non disprezza la loro fede. Non mi aspettavo che visitasse una moschea e non mi aspettavo quel minuto di raccoglimento ma sono contento che vi siano stati. Sono mutamenti che capitano a chi gira il mondo e ovviamente per primi agli apostoli – chiamati a farsi giudei con i giude. pagani con i pagani, ismaeliti con i figli di Ismaele.

9 Comments

  1. fabrizio

    Io sono di nuovo a casa.
    Ciao a tutti

    1 Dicembre, 2006 - 15:10
  2. Carlo Silvano

    Sono certo che la visita e la preghiera nella moschea blu da parte di Benedetto XVI porterà cose buone sia ai cristiani che ai musulmani.
    ciao, Carlo

    1 Dicembre, 2006 - 15:38
  3. Luisa

    Vedere il Santo Padre seduto nel divano dell`aeroporto di Istanbul, disteso, sorridente , direi gioioso, scherzando sul fatto che la città di Reggensburg non aveva ricevuto il titolo di città della cultura europea, parlando di lui come di un “vecchio nelle mani del Signore”, in risposta al ministro turco che gli diceva sperare rivederlo ancora , descrivendo il suo soggiorno come bellissimo tanto da lasciare un pezzo del suo cuore in Turchia…. ha colmato il mio cuore di affettuosa ammirazione !
    Quante sfide nuove , delicate e esigenti, quanti limiti spinti ancor più lontano di quanto forse anche lui poteva immaginare , per un uomo che sperava ancora in tempi vicini poter ritirarsi tranquillamente fra i suoi amati libri!
    Non posso non pensare alla fine di questo viaggio alla frase letta nelle ultime righe del suo libro “La mia vita” : ” Signore,sono diventato per te come una bestia da soma e proprio così io sono in tutto e per sempre vicino a te .”
    Ben ritornato Santo Padre ! Luisa

    1 Dicembre, 2006 - 18:48
  4. Leonardo

    Sì, la Turchia è un paese bellissimo, ma gran parte della sua bellezza si deve, nell’ordine: al Creatore, ai greci, ai romani, ai bizantini … Assai più bello doveva essere cento anni fa, quando – secondo quanto sentii dire una volta da mons.Padovese – quasi il quaranta per cento (!) della popolazione era cristiana.
    Sui frutti di questo viaggio, mi pare sia lecito (e quindi doveroso) sperare che Dio
    ricompensi largamente i tanti sacrifici che il papa vi ha fatto. Sulla ‘simpatia’ che i giornali e la televisione dicono che si sia guadagnato presso il mondo musulmano non farei nessunissimo conto.

    1 Dicembre, 2006 - 19:02
  5. FABRICIANUS

    Sintetizzerei così il Viaggio In Turchia del Santo Padre: BEATI GLI OPERATORI DI PACE……..Ciao a tutti!

    1 Dicembre, 2006 - 20:41
  6. A volte avverto che non siamo ancora capaci di capire che, come san Paolo, è quando siamo deboli che siamo forti.
    Non giudico nessuno: è esattamente quello che capita a me troppe volte. Evidentemente papa Ratzinger non ha di queste paure. Forse non sono paure da papa?

    1 Dicembre, 2006 - 22:07
  7. Luisa

    Io penso, Luca che il Santo Padre è talmente abbandonato fiducioso nelle mani di Dio, sorgente di ogni amore, che non nutre paure per il suo avvenire.
    Ma quante volte egli ci ha parlato della sua debolezza, di non potere farcela da solo ! Ed è appunto , immagino, quando si trova in questo stato d`animo , che si abbandona fiducioso a Colui che è sorgente della sua straordinaria forza.
    Penso che Papa Benedetto ha una perfetta coscienza dei suoi limiti , ma sa anche dove si trova l`aiuto, nella preghiera, nello stare con Gesù Cristo. E la sua intimità con il Signore è evidente, luminosa. Cari saluti, Luisa

    1 Dicembre, 2006 - 22:59
  8. E’ vero. Io mi figuro che in quella moschea abbia pensato all’immensità del suo essere lì, in quel momento, piccolo uomo immerso nelle grandi tragedie e nei grandi movimenti del mondo. E che i nodi che alla nosta mente restano inestricabili, i passaggi difficili, gli interrogativi incessanti gli si siano per un attimo illuminati nella contemplazione dell’infinità di Dio e della tenerezza inesausta del suo amore verso tutti noi nel Figlio, per lo Spirito Santo.

    2 Dicembre, 2006 - 14:45

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