“A otto o nove anni mi sono fatto chierichetto. In quel tempo non c’erano ancora le chierichette, ma le ragazze leggevano meglio di noi. Esse quindi leggevano le letture della liturgia, noi facevamo i chierichetti”: così ha parlato papa Benedetto sabato a una folla di bambini dell’Opera per l’infanzia missionaria nell’Aula Nervi. Una bambina di nome Letizia gli ha chiestio se da ragazzo avesse mai pensato di fare il papa e ha risposto che no: “Non avrei mai pensato di diventare papa perché, come ho già detto, sono stato un ragazzo abbastanza ingenuo in un piccolo paese molto lontano dai centri, nella provincia dimenticata”. In un articolo pubblicato oggi da “Liberal” ho sviluppato un mio ritratto del papa teologo a partire da quella battuta con i bambini: http://www.liberal.it/primapagina/accattoli_2009-06-02.aspx
Benedetto: mai pensato a diventare papa
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🙂 quanto lo capisco!!!!
Qualche anno fa mi pare che il cardinale Ratzinger avesse esplesso perplessità sulle chierichette.
In effetti, la perplessità ce l’ho pure io, oggi.
La risposta del Papa alla bambina non mi sorprende,penso che chiunque altro al suo posto avrebbe risposto più o meno allo stesso modo.Io non credo(o forse sono un po’ ingenua?) che coloro che intraprendono la vita ecclesiastica-in un piccolo paese di provincia o meno- lo facciano aspirando a cariche elevate,tanto meno al papato(che tra l’altro comporta oneri non indifferenti).
O almeno così dovrebbe essere stando alla logica dell’umiltà del servizio cui decidono di dedicare la loro esistenza;e infatti le figure ecclesiastiche migliori,direi più sante,che hanno glorificato la Chiesa erano(e sono) dei semplici sacerdoti o religiosi.
Certo poi ,dato che non si può prescindere dalla carriera ecclesiastica che pure esiste,lavorare umilmente nella vigna del Signore(come ha detto questo Papa)dovrebbe essere lo specifico dovere di chiunque si ritrovi a ricoprire cariche importanti e-io ritengo-soprattutto del sommo Pontefice.
Ma francamente temo che non sia per tutti così:le ambizioni terrene possono sfiorare e lusingare chiunque,anche i pastori della Chiesa.
Ricordo benissimo l’espressione (indovinata) “umilissimo lavoratore nella vigna del Signore”, pronunciata dal nostro Papa pochi minuti dopo la sua elezione: non ricordo, invece, la “parabola”, se così può chiamarsi, dell’Orso di San Corbiniano che il Pontefice richiamò, nel settembre del 2006, nella “sua” Monaco di Baviera.
La frase di Sant’Agostino, però (sulla “bestia da soma”), resta la più bella: m’è sempre piaciuto pensare (anche se non credo proprio sia vero: ma, giusto per citare ancora il Papa, “il Signore è così grande da riuscire a lavorare anche con strumenti insufficienti”) che ad essa si siano ispirati (mi perdonerete l’irriverenza del paragone) i Rolling Stones quando hanno musicato la loro bella canzone “Beast of burden”.
Buona serata del 2 giugno !
Roberto 55
Penso che Joseph Ratzinger non si aspettasse di essere eletto quando era un bambino e anche dopo, per molto tempo. E credo che questo volesse dire con la sua risposta.
Da ultimo no, sapeva benissimo di essere candidato e candidato forte.
A Roma il suo nome circolava con insistenza almeno nell’ultimo biennio wojtyliano, con movimenti importanti di cardinali decisivi che lavoravano per la sua elezione.
Benedetto è un uomo troppo onesto e sobrio, non si presterebbe mai alla retorica della finta umiltà per cui non lo sapeva o non se ne poteva capacitare.
Su, non facciamogli torto.
mai pensato di diventare padre di tre figli, di avere due blog e questo nomignolo che mi sono affibbiato da solo…. oh, la vita è incredibile!
la lettura di Francesco73 la trovo onesta.
Qui a Roma nelle chiese e negli ambienti dei Palazzi, negli ultimi anni di pontificato di Woitila, molti parlavano di Ratzinger come papabile.
Per tanti era una speraza desiderata, per tanti altri era la prospettiva di una ulteriore chiusura della Chiesa nel mondo da evitare..
Mai successo a un bimbo con forte sensibilità religiosa (poi vocazione…) d’aver sognato e soltanto sognato a occhi aperti di essere un giorno papa?
Non poteva certo accadere a lui…!
Probabilmente Ratzinger non si pensava sulla cattedra di Pietro, per il dopo-Woitila,
ma immediatamente dopo la morte di Woitila,
le letture sulla realtà della Chiesa che lui ha fatto in pubblico e in privato con gli eminentissimi elettori del Conclave, avevano costruito una impalcatura psicologica tale, che ha messo gli altri nelle condizioni di eleggere Papa chi era stato più capace di “leggere” sulla Chiesa,
e in quei giorni, solo lui teneva teneva la scena…..
Un uomo sobrio, discreto, che pensava a rientrare in Baviera a riposarsi tra le amate carte, finito il conclave…..
ma che aveva fornito elementi che dava riscontro ai cardinali di ritenerlo unico al ministero petrino.
Mi piace la tua lettura, Luigi,
ma un puro diamante ha diverse sfaccettature,
questo fa della pietra la sua preziosità e bellezza.
Perché non dovremmo credere che, per quanto inverosimile, Bendetto XVI non si aspettasse e neppure desiderasse diventare Papa? Certo, ancora non se n’è visto uno, da che mondo è mondo, che dicesse il contrario, tuttavia penso che se una persona parla, fino a prova contraria, dice il vero.
Quanto alla piccola Letizia, scusate ma lo devo dire: lui, maschio, Papa; lei, femmina, manco chierichetto (pensate, se lo scrivo al femminile pure il programma di scrittura mi dà errore).
Se uno entra in seminario e diventa prete pensando, o anche solo sognando, di diventare papa, credo che si possa definire una persona un po’ disturbata.
Per le “chierichette femmine” propongo il termine trans-gender “ministrante”, così il programma di Leopoldo non darà l’errore.
Attenzione, non ho mai detto, scritto o pensato che Ratzinger si sia fatto la campagna elettorale.
Che non desiderasse essere eletto, ma tornarsene in Baviera a pregare e studiare, lo trovo assolutamente credibile.
Che non abbia macchinato, orchestrato, predisposto, organizzato, sarei pronto a farne oggetto di scommessa pesante.
Che però fosse oggettivamente candidato penso sia un fatto noto a tutti gli osservatori che vanno oltre l’oleografia, e che lui lo sapesse ritengo sia probabile, visto che lo sapevo pure io! 🙂
Peraltro, nessun Conclave si apre completamente al buio, non di rado gli accordi di massima si fanno prima, e vi ricordo che Benedetto è stato eletto al secondo giorno.
Che sia stata una sorpresa emotiva per lui non c’è dubbio, ma un evento imprevedibile e inaspettato no, nè per lui nè per nessuno.
Mi piacerebbe che il vaticanismo, anche quello degli osservatori dilettanti come me, si togliesse un pò di patina devozionale pur senza diventare retroscenista e complottista.
Altrimenti disegnamo santini, non esprimiamo opinioni verosimili.
Daiiiiii
don78,
se l’ho affermato, è perchè mi è capitato di sentire da esperienze personali,
non c’è nulla di male,
accade che una bimba sogni di essere una star del cinema o del teatro…
ad un bimbo, sogni di essere un attore famoso, un poliziotto, o che altro,
un bimbo non si pone ancora limiti o censure se non quando lo impara dai grandi, diversamente la sua fantasia si permette le libertà che vuole.
Nella fantasia di un bimbo dai sentimenti religiosi cattolici può accadere e accade,
ma poi cresce…
e allora ci sarebbe da preoccuparsi se un giovane entrasse in seminario sognando di diventare papa.
Credo che tu sai come una volta si entrasse verso gli 11/12 anni…. (bimbi) in seminario (ma qualcuno ancora oggi… con modalità pedagogiche diverse…)
ma c’era anche il preseminario, quindi si entrava ancora prima.!!!!!
Insomma, in quei tempi un bimbo in preseminario o al minore, poteva concedersi questi sogni? o li aveva già censurati?
don78?
te la senti di escludere tale ipotesi?
A Francesco73,
chissà perchè discutere o approfondire, fa diventare agli occhi degli altri…complottisti….
La settimana scorsa, mi colpiva l’espressione di un teologo non italiano, che definiva Ratzinger, più “douce” di Woitila e che il razionalismo in Ratzinger è molto più aperturista di quanto lo fosse in Woitila.
Sto cercando ancora di capire….
Quello che so,
è che sul piano pragmatico, Woitila era informatissimo, da vescovi di fiducia, su realtà pastorali che ufficialmente non erano prese in considerazione, ma era interessato a seguire.
Non mi dispiace continuare a voler capire…..
Non sempre quello che appare è tutta la realtà….
Io ho uno zio che quando ancora era piccolo faceva finta di celebrare la messa… con tanto di stola ecc… Lo desiderava tanto e così si pensava….
Da grande è diventato sacerdote!
Io quando facevo le medie ho chiesto a mio papà quali erano gli studi che avrei dovuto fare per diventare Presidente della Repubblica….
ed ora sono educatrice…
A parer mio, a parte il fatto si pensarsi o meno in un modo piuttosto che un altro, io penso che sia stato lo Spirito Santo che abbia agito nella scelta di Benedetto XVI.
Evidentemente aveva le caratteristiche giuste!
“Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi” (2Cor 4,7)
Buona giornata a tutti!
Ok Matteo,
se si parla di bambini che a 6-8 annie sognano di fare l’astronauta o il pompiere o il papa non c’è nulla di male…. (per inciso, anch’io conosco colleghi che giocavano a “celebrare” la messa)… naturalmnte quando si entra in seminario (fosse anche in prima media, come ancora succede dalle mie parti caro matteo…) non lo si deve fare perchè si vuole o si sogna di diventare papa… solo questo volevo dire.
Dopodichè è a tutti chiarissimo che don 78 diventerà papa, vero? 🙂
adesso salterà qualche by-pass… 🙂
Nell’adolescenza, tra le tante attività svolte nella comunità parrocchiale non ho mai voluto fare il chierichetto, anzi l’ho rifiutato con sommo rammarico del mio parrocco.
Chierichetto o no tra i tanti sogni di gioventù non ho mai pensato di diventare Papa. Tanto meglio per voi.
Negli USA le “chierichette” sono prassi normale. Anzi! il corso per chierichetti (prima di arrivare a servire Messa) è frequentato in ugual numero da bambini e bambine.
Saluti e abbracci a tutti
Franc73 (14:08),
profezia di Verwandlungen?
purtroppo dagli USA importiamo sempre le schifezze.
Le chierichette non sono schifezze.
@ lyco:
profezia di Grande Elettore
all’uopo, peraltro, don78 mi ha adeguatamente prezzolato
ma resti tra noi
pensavo alle schifezze importate dagli Usa… oh! le chierichette mi erano sfuggite… lo dirò a mia sorella… di evitare tale turpe servizio liturgico…. poverina… non so come la prenderà…
Provo a convincere Giovanni Mandis: “le chierichette sono una solida diga morale contro il tracimare delle veline!” Ci sono riuscito?
In ogni caso -ti prego- dici qualche “cattiveria” anche sull’ostia in mano e sui parroci che alla fine della messa domenicale vanno a salutare i fedeli all’ingresso della chiesa senza prima passare per la sagrestia… tutte “americanate”.
Ad essere sincero, l’ostia in mano non convince nemmeno me. Soprattutto perchè il più delle volte si passa a tale pratica senza spiegare il perchè, in modo surrettizio.
Non mi piacciono le cose surrettizie, appartengono a una fede somministrata per consuetudini confortanti più che per ragioni persuasive.
Stesso discorso per le chierichette: occorre spiegare il perchè questo servizio prima era riservato solo ai ragazzi e ora è anche per le ragazze.
Se la liturgia non è una cosa banale, i passaggi occorre spiegarli, altrimenti si tratta il pubblico come mia nonna quando aveva 10 anni, 75 anni fa.
Lo sappiano, i reverendi del loco, compresi i papabili. 🙂
“Dicci” non “dici”.
Caro Francesco,
In favore dell’ostia in mano mi basta una motivazione puramente igienica, per rimanere sullo spicciolo e non affrontare i massimi sistemi. Ti assicuro che tra comunicanti c’è uno scambio di saliva non indifferente attarverso le mani del prete, quando questi ricevono l’ostia in bocca.
Per le ministranti (altar girls, Ministrantinnen… come si dice altrove senza grossi problemi ortografici) credo si possa applicare un analogico concetto di “igiene mentale”, sempre per non entrare nel teologico spinto, anche perchè credo non ci sia nessuna motivazione teologico-liturgica al fatto che “questo servizio prima era riservato solo ai ragazzi”. Ragazzi e ragazze che portano ampolline e manutargi mi sembra una cosa equilibrata/igienica a livello mentale.
le chierichette sono una pagliacciata.
dal momento che la parola chierichetto significa piccolo chierico, dal latino clerus, il richiamo all’ordine sacerdotale è inequivocabile.
ma le donne al sacerdozio non sono ammesse, sicchè le “chierichette” a che servono?
secondo alcuni a far credere che prima o poi, quando i tempi saranno opportuni, magari quando la Chiesa finalmente sarà meno misogina e si aprirà al mondo con carità, anche le donne saranno ammesse al sacerdozio…
non ho mai preso la Comunione sulla mano e mai lo farò, però con tutte le mani che si stringono durante il segno di pace ho seri dubbi che sia più igienica del riceverLa in bocca; e quanti prima del segno di pace si grattano, si soffiano il naso, hanno toccato soldi prima di venire in Chiesa, hanno messo la mano davanti alla bocca prima di tossire?
accetto pedissequamente le spiegazioni di natura igienico-sanitaria ammannitemi dal candidato che ho deciso di portare, e mi taccio senza null’altro quaerere
In tutta la vita che ricevo la Comunione in bocca non ho mai avvertito l’inconveniente salivare di cui parla il reverendo Don78.
Luigi mi meraviglio che tu abbia pensato che io ritenga le bambine usate come “chierichette” delle schifezze. il termine schifezze (e anche pagliacciata) è riferito all’usanza di utilizzare le “chierichette”.
alcuni commenti mi indurrebbero a battute boccaccesche… ma non sia mai ridere!
caro Mandis, cerco di entrare in dialogo sul tuo piano.
Mi risulta (ma chiedo lumi ai “professionisti”) che il termine “clero” (parte scelta) nella chiesa delle origini fosse un aggettivo usato per tutto il popolo di Dio… è interessante… lo so, sono un patetico archeologo, anzi, paleontologo…
Poi leggo pure che nel medioevo per essere chierici non bisognava essere per forza “in carriera” come preti, bastava la “tonsura”… ed era sopratutto l’unico modo per poter studiare, tant’è che come sai il termine chierico veniva sopratutto usato per individuare i letterati…
così, per discutere
Moralista sono d’accordo che per servire Messa non è necessario essere a propria volta sacerdote e neppure religioso, ma la vera domanda secondo me è: qual’è il senso di far fare le chierichette alle bambine? spero che la risposta non sia per non farle sentire discriminate..
d’altra parte che dal servire la Messa da bambino molti abbiano maturato la vocazione al sacerdozio è innegabile, e anche la Chiesa lo ha sottolineato.
il giorno che qualche bambina se ne uscirà “ah che bello servire all’altare, da grande voglio fare come Don Luigi” allora sì che ci rimarrà male sentendosi rispondere che non potrà mai “fare come Don Luigi”…
io credo che sia un segno chiaro per testimoniare la nostra vocazione sacerdotale che sta già nel Battesimo di ciascuno.
Il fatto è che spesso c’abbiamo la capoccia fatta “a prete”… se non diventi prete, a che servi? Che fai a fare quello e quell’altro?
Da un punto di vista spiritual-vocazionale (nel senso più ampio del termine) trovo molto sano e bello avvicinare i giovani, tutti, al servizio liturgico… è proprio un’educazione al sacro, e alla nostra corresponsabilità ai segni liturgici, al mistero eucaristico (bene), sembra spesso in molti evocate quando trattiamo di “tradizione”, messe in latino etc etc… spero non venga solo immaginata come una specie di “trappola” per tentare di farti venire voglia di diventare prete!
io ho visto fare il chierichetto/a a dei ragazzi di strada (che ce ne hanno diverse da raccontare in confessionale, se si sentissero voluti bene)… miracoloso!
c’è un refuso… ma se capisce, no?
“Altar girls” è fantastico!
Ma la nemesi è già lì, pronta a colpire: la ricerca google, a cui mi sono ovviamente dedicato subito, dà tra i primissimi risultati questo:
http://www.imdb.com/title/tt0891695/
(Matteo, ce l’hai nella tua presumo ricchissima videoteca?)
da bambino non ho mai fatto il chierichetto, ma non per questo mi son sentito sminuito nel mio essere battezzato (o dovrei dire “nel mio sacerdozio comune” o “nel mio essere comunemente sacerdote” ?).
Il Sacerdozio comune non è il Sacerdozio ministeriale.
Uno attiene al Battesimo, l’altro è, per l’appunto, un altro e diverso Sacramento.
Giovanni sono stupito che tu possa trovare schifoso e pagliaccesco il fatto che in Germania, negli Usa, in Italia, in Brasile – cito solo i paesi dove ne ho viste di più – vi siano le chierichette, spesso in pari numero con i chierichetti. Che ogni anno vi sia un raduno dei ministranti – comprese le bambine – in tante diocesi e anche a piazza San Pietro, con presenze quasi paritarie che arrivano a 40 e 50 mila. Vi sono organizzazioni internazionali di ministranti maschi e femmine che da decenni organizzato pellegrinaggi a Roma, avendo sempre un saluto papale. Nella mia parrocchia e in tutta Roma le chierichette ci sono, con soddisfazione generale, dai tempi di Poletti e Paolo VI, confermate da Ruini e Giovanni Paolo II, Vallini e Benedetto XVI. L’autorizzazione che “fanciulle o donne” siano ammesse “al servizio dell’altare” sta nei documenti della Santa Sede. Ma ti so dieci volte più tenace di me e dunque non insisto. Mi permetto appena appena di farti notare che Benedetto sabato ne ha parlato con simpatia. In un altro commento metterò un pensiero di Giovanni Paolo.
Giovanni ecco come parlò Giovanni Paolo II a un raduno di 43 mila chierichetti e chierichette il 1° agosto 2001 in piazza San Pietro: “Come sarebbe bello se qualcuno di voi potesse scoprire la vocazione al sacerdozio! Gesù Cristo ha un urgente bisogno di giovani che si mettano a sua disposizione con generosità e senza riserve. Inoltre, il Signore non potrebbe chiamare anche l’una o l’altra di voi ragazze ad abbracciare la vita consacrata per servire la Chiesa e i fratelli? Anche per coloro che vorranno unirsi in matrimonio, il servizio da ministrante insegna che un’autentica unione deve sempre includere la disponibilità al servizio reciproco e gratuito”.
Luigi, stranamente sono gli stessi paesi (ai quali ci si accoda in Italia) dai quali periodicamente si fanno richieste di sacerdozio femminile.
La Chiesa le ammette come eccezione non come regola.
dalla Redemptionis Sacramentum: “A tale servizio dell’altare si possono ammettere fanciulle o donne a giudizio del Vescovo diocesano e nel rispetto delle norme stabilite.”
I vescovi di Roma le hanno ammesse, dunque non può essere una schifosa pagliacciata.
le tollerano per carità cristiana.
Mi sa che il servizio dei chierichetti non è stato più tanto elaborato sistematicamente.
Un tempo l’orientamento prevalente era quello di guardare al chierichetto come potenziale candidato alla vocazione sacerdotale.
In tal senso si comprende che fosse cosa riservata ai maschi.
Alberto Melloni nel suo L’inizio di Papa Ratzinger (Einaudi) ricorda come questa fosse in un certo senso anche la prospettiva del Prefetto del Sant’Uffizio, che infatti aveva perplessità – a dire dell’autore – sulle chierichette.
Dopo, le cose sono probabilmente cambiate, però – come dicevo in precedenza – non so se tale evoluzione sia stata adeguatamente spiegata.
In ogni caso, a me le chierichette non danno nessun fastidio, anche se comprendo benissimo che la presenza di figure femminili in paramenti sul presbiterio della Chiesa può essere un modo (surrettizio) di cominciare ad abituare il popolo fedele a donne in paramenti che celebrano il sacrificio eucaristico.
A Francé!!! e dai!!
Te ce metti pure tu!
“può essere un modo (surrettizio) di cominciare ad abituare il popolo fedele a donne in paramenti che celebrano il sacrificio eucaristico”
ma surrettizio de che? escogitato da chi? secondo quale diabolica nascosta trama??
Nessuna diabolica trama, nessun complotto.
Ma il surrettizio – dovresti saperlo, Maestro – è uno degli abiti dell’ipocrisia cattolica.
Lo faccio senza dirlo, lo impongo fingendo di proporlo, lo suggerisco allettando, lo offro ma omeopaticamente, lo voglio ma fingo di subirlo, magari per le circostanze…
Ripeto, nessuna trama, del resto basta girare per le chiese, dove la cosa cambia a seconda del parroco, come cambia pure l’intenzione.
Si può dire o vi incazzate? 🙂
Se fosse così lo stesso doverebbe essere applicato a QUALSIASI scelta liturgica del prete, dal campanellino alla casula, dalle candele ai fiori… non solo alle chierichette.
Cmq, scusami Francesco, con questo modo di pensare cadiamo nella sindrome da dietrologia cronica 🙂
… che è deleteria… per preti e laici.