Fin da piccoli, è importante essere educati al rispetto dell’altro, anche quando è differente da noi. Ormai è sempre più comune l’esperienza di classi scolastiche composte da bambini di varie nazionalità, ma anche quando ciò non avviene, i loro volti sono una profezia dell’umanità che siamo chiamati a formare: una famiglia di famiglie e di popoli. Più sono piccoli questi bambini, e più suscitano in noi la tenerezza e la gioia per un’innocenza e una fratellanza che ci appaiono evidenti: malgrado le loro differenze, piangono e ridono nello stesso modo, hanno gli stessi bisogni, comunicano spontaneamente, giocano insieme… I volti dei bambini sono come un riflesso della visione di Dio sul mondo. Perché allora spegnere i loro sorrisi? Perché avvelenare i loro cuori? Così ha parlato ieri il papa nell’omelia per la Giornata della pace. Dedico le sue parole a mia moglie che è madre e maestra e alla laboriosa festa di accoglienza che organizza per ogni bimbo straniero che la dirigente di istituto destina alla sua classe: e va dai fruttivendoli del Bangladesh o dalla colf peruviana per farsi leggere la pagella della scuola di provenienza e sapere che cosa può piacere a tavola o nei libri ai nuovi alunni.
Benedetto loda la scuola meticcia
13 Comments
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“In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.”
Senza dimenticare che dietro il volto dell’adulto di oggi, c’è quello del bambino di ieri. Cmq se non si ama se stessi non si potrà mai amare l’altro.
Complimenti a sua moglie, vera madre, vera maestra.
Lode a questa donna e alla “laboriosa festa di accoglienza che organizza per ogni bimbo straniero”.
“Laboriosa festa” è il segno di Dio (del Padre che “opera sempre”) in noi.
Questa è la vera “preghiera dei fedeli”.
“Laboriosa festa” è uno splendido ossimoro, Luigi.
Vero, Luigi, riguardo il rispetto e alla facilità di perdono dei bambini.
Ma è dura, considerando che non riusciamo a rispettare neppure chi è come noi (italiani, stesso grado di cultura, cattolici).
Il problema? Il mostro della propria libertà che – difendendola – ci schiavizza e ci rende sordi/ciechi/muti al prossimo. L’unica vera libertà che ci è stata donata è quella … da noi stessi.
Ci sono persone che il Vangelo preferiscono viverlo piuttosto che leggerlo soltanto, e, molto spesso,commentarlo senza praticarlo.
La signora Maria Luisa lo vive nella sua professione, in quella pratica quotidiana che arriva anche prima delle parole guida e dei consigli del Papa.
Così come dovremmo fare tutti.
(un altro esempio è citato nel post del 1 Dicembre 09 sul blog
http://www.cinziamaria.wordpress.com)
“I volti dei bambini sono come un riflesso della visione di Dio sul mondo”; “i loro volti sono una profezia dell’umanità che siamo chiamati a formare”: memorabile.
“Laboriosa festa” è un bel modo di descrivere, anche, il serissimo affaccendarsi dei bambini nei loro giochi. Che conservano sempre una luce da settimo giorno. Che sono sempre una festa.
Su “laboriosa festa” come “il segno di Dio in noi”, aggiungo che ho scritto così pensando a uno dei detti di Gesù tramandati dal Vangelo copto di Tommaso:
“Se vi domanderanno : Qual’è il segno del Padre vostro che è in voi?
Risponderete: Il movimento e il riposo”.
Avevo già accennato, in un precedente “post”, a queste belle parole pronunciate ieri dal nostro Papa nel corso della sua Omelia, e sono, perciò, specialmente contento che Luigi le abbia riprese, rendendole oggetto di commento tra gli amici del “pianerottolo”: continuo, comunque, a chiedermi (ed a chiedere agli amici) se, per caso, non siano state (casualmente ?) sottovalutate nei resoconti dei “media”.
“Off topic”, ed a proposito di bambini, m’è venuta in mente questa bella poesia di Alda Merini:
“Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia
legalo con l’intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l’ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell’acqua del sentimento.”
Buona domenica !
Roberto 55
P.S.: tutti pronti a commentare qui tra noi il brano evangelico di Giovanni che ascolteremo domani ?
L’idea che la festa sia un’altra forma del tempo libero è una tipica perversione della mentalità moderna o post-moderna; ottima definizione quella di Luigi: in effetti può esserci gioa del “segno di Dio in noi” sono se lo si coltiva (= culto) diligentemente (“laboriosa festa”!).
Errata corrige!
L’idea che la festa sia un’altra forma del tempo libero è una tipica perversione della mentalità moderna o post-moderna; ottima definizione quella di Luigi: in effetti può esserci GIOIA del “segno di Dio in noi” SOLO se lo si coltiva (= culto) diligentemente (“laboriosa festa”!).
Piccola nota sui bambini: “i bambini perdonano facilmente” i bambini sono buoni, gentili, accoglienti….
oggi noi idealizziamo esageratamente i bambini e così facendo, anche se diciamo di amarli, non li prendiamo sul serio e non li rispettiamo come persone e questo per loro, per i bambini, è deleterio. i frutti di questa eccessiva idealizzazione sono frutti marci
Per prenderli sul serio e rispettarli come persone infatti dovremmo prendere sul serio anche la loro cattiveria , cosa che ci rifiutiamo di fare.. i bambini infatti non sono solo e sempre buoni.. e l’infanzia non è l’età dell’innocenza…quante volte cercano di dimostrarcelo e noi non li capiamo!
perdonando tutto e sorridendo con indulgenza sminuiamo la capacità del bambino di sentire e di decidere..decidere di fare il male, di essere cattivo..
il “se non ritornerete come bambini” non vuol dire io credo che i bambini sono dei piccoli angeli, quali noi li abbiamo idealizzati e così facendo relegati a una dimensione stucchevolmente solo positiva.
Bisogna trattare il bambino come una persona umana, rispettarlo, non tramutarlo nel nostro idealizzato bisogno di purezza e di innocenza perdute!
Un po’ quello che diceva Sant’Agostino sulle “miserie dell’infanzia”, discepolo?
“Scevra di colpa è dunque la debolezza delle membra infantili, non l’animo dell’infante. Ed io vidi e studiai un bambino geloso: non parlava ancora e guardava pallido con occhio dispettoso il suo compagno di latte. Chi non conosce casi simili?” (Le Confessioni, Libro I, cap.VII). Lacan considerava Agostino il primo psicanalista.
E tuttavia…
Discepolo… e si vede che dipende da chi son figli e da come li educhi (non tu necessariamente)…
Maria Cristina perdonami (non smettero mai di complimentarmi con te per il nome), non te la prendere, ma sembra tu lo faccia apposta a porti sul “ring” del blog a guardia sguarnita…