Benedetto parlando stamane ai nuovi ambasciatori di Moldavia, Guinea, Belize, Siria, Ghana e Nuova Zelanda ha trattato anche dell’ecologia umana e dell’alleanza tra l’uomo e la natura e – senza nominarle – delle centrali nucleari. Parole sagge, da leggere per intero, ma non affatto un intervento sui nostri referendum. Qui e nei primi due commenti riporto l’intero passo del suo discorso riguardante questo argomento: “I primi sei mesi di quest’anno sono stati caratterizzati da innumerevoli tragedie che hanno riguardato la natura, la tecnica e i popoli. L’entità di tali catastrofi ci interpella. È l’uomo che viene per primo, ed è bene ricordarlo. L’uomo, al quale Dio ha affidato la buona gestione della natura, non può essere dominato dalla tecnica e divenirne il soggetto. Una tale presa di coscienza deve portare gli Stati a riflettere insieme sul futuro a breve termine del pianeta, di fronte alle loro responsabilità verso la nostra vita e le tecnologie. L’ecologia umana è una necessità imperativa“.
Benedetto l’ecologia umana e il referendum
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[Segue dal post] Seguito del testo del papa sull’ecologia umana: “Adottare in ogni circostanza un modo di vivere rispettoso dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie adeguate che salvaguardino il patrimonio del creato e non comportino pericolo per l’uomo devono essere priorità politiche ed economiche. In questo senso, appare necessario rivedere totalmente il nostro approccio alla natura. Essa non è soltanto uno spazio sfruttabile o ludico. È il luogo in cui nasce l’uomo, la sua «casa», in qualche modo. Essa è fondamentale per noi“.
[Segue dal primo commento] Conclusione del testo del papa sull’ecologia umana: “Il cambiamento di mentalità in questo ambito, anzi gli obblighi che ciò comporta, deve permettere di giungere rapidamente a un’arte di vivere insieme che rispetti l’alleanza tra l’uomo e la natura, senza la quale la famiglia umana rischia di scomparire. Occorre quindi compiere una riflessione seria e proporre soluzioni precise e sostenibili. Tutti i governanti devono impegnarsi a proteggere la natura e ad aiutarla a svolgere il suo ruolo essenziale per la sopravvivenza dell’umanità. Le Nazioni Unite mi sembrano essere il quadro naturale per una tale riflessione, che non dovrà essere offuscata da interessi politici ed economici ciecamente di parte, così da privilegiare la solidarietà rispetto all’interesse particolare“.
…se penso al disboscamente delle foreste pluviali che sono il vero polmone della terra: foreste e torbiere ricche di carbonio, alberi secolari rasi fino alle radici e poi bruciati per gli usi più osceni, mediocri, profani tipo la carta usa e getta per il packaging di Barbie. Il miliardario Mattel, il peggiore distruttore di foreste con relative specie animali decimate ed estinte..
Finchè non si prenderà coscienza che la Terra è un essere vivente e non può essere assoggettato, piegato alla volontà degli uomini i quali non sono che pulci al confronto. Se non ci si mette in testa di rispettarne la sacralità -nella natura, nei paesaggi, nell’aria, o il terreno su cui camminiamo ogni giorno- ha ragione il S.Padre: ci aspetta un brutto, bruttissimo destino…“Caritas in veritate” (N. 48) un aiuto illuminante per approfondire questo tema così importante e delicato che riguarda soprattutto le politiche mondiali che fruttano le risorse del pianeta in modo schifoso, senza freni…indiscriminato…
Non è “affatto un intervento sui nostri referendum”, ed io a questo intervento di Benedetto dico Sì.
Mi piace dire Sì.
Sì Sì Sì Sì.
Ma sicuro Benedetto XIV a detto si aññe energie pulite, pervció a chiesto di votare si al nucleare.
Implicitamente “SI”…ci da il suo placet per un rotondissimo …OUI !!
Giannelli sul Corsera di oggi ritiene che il papa abbia dato una mano al raggiungimento del quorum:
http://www.corriere.it/foto_del_giorno/home/11_giugno_10/giannelli_c341d71e-9321-11e0-aa50-3c890fd936ef.shtml?p
I miei argomenti per affermare che le parole del papa non vanno lette come un intervento sui nostri referendum sono due: i destinatari diretti del messaggio (che sono gli ambasciatori di Moldavia, Guinea, Belize, Siria, Ghana e Nuova Zelanda (dunque il mondo e non l’Italia), la specificità del richiamo (egli concretamente invita a una “riflessione” da condurre in sede ONU). Quando gli uomini di Chiesa vogliono dare un’indicazione elettorale non parlano così: vedi l’invito della Cei nel 2005 al “non voto” nel referendum sulla fecondazione assistita a difesa della legge 40.
Ma so bene che in campagna elettorale tutto si semplifica e nulla si distingue.
..Si ma, non ci vedo nulla di male se [prendendo ancor più coscienza alla luce del discorso del S.Padre e illuminati dalla sua autorevole parola ci si disponga, in vista di un referendum che da libertà di scegliere se continuare a distruggere il pianeta o arrestare, con l’intervento di tutti noi, un sistema di sicura autodistruzione] ne ravvvisiamo un implicito assenso…Io, non ci vedo nulla di trascendentale!
Eppure, Luigi, è facile, oggi, ravvisare nelle sacrosante parole del Papa un richiamo indiretto ad alcuni temi del referendum. Avrebbe potuto parlare di altri argomenti; il suo discorso, invece, si è incentrato tutto sull’ ecologia, forse non a caso. Dico “forse”. Pensiamo al “chi ha orecchi per intendere, intenda”.
Comunque, c’è un dato di fatto inconfutabile. L’uomo, che ha creato la tecnologia, molte volte ne viene dominato per la presunzione di riuscire a dominare il prodotto della sua creatività. Crea ma senza lungimiranza, cioè senza pensare a quelle che potrebbero essere le conseguene negative. I singoli Stati pensano al loro tornaconto, che fa a meno degli interessi degli individui dimenticando che gli individui, tutti insieme, costituiscono lo Stato; insomma, c’è un egoismo di fondo che riguarda singole persone e governi. E, soprattutto, ci si dimentica che si è responsabili anche nei confronti dell’ intera famiglia umana, al di là dei confini circoscritti dei singoli Paesi. E questo non solo per quanto riguarda la comune ” patria natura”, ma altre situazioni nelle quali si trovano i diversi popoli. Per esempio, a quali risultati pervengono i cosiddetti “Grandi” della terra quando si riuniscono? Spesso rimandano ad altro tempo soluzioni di grandi problemi globali.
Tanto per parlare dell’acqua, perché non aiutare quei popoli a noi vicini, in Africa, dove gli abitanti, per averne pochi litri, fanno chilometri a piedi? Questo fatto mi ha sempre impressionato, e noi che, tutto sommato, ne abbiamo in abbondanza, spesso, nelle nostre case la sprechiamo, per non parlare degli sprechi di tutta la rete idrica ridotta a colabrodo. Non è “peccato” questo? Io direi di sì.
Riguardo al “vedi l’invito della Cei nel 2005 al “non voto” nel referendum sulla fecondazione assistita a difesa della legge 40,” vuoi che ti ricordi, Luigi, che la Chiesa era scesa direttamente in campo, nella persona di un certo cardinale, per un tema a cui era interessata particolarmente? Meglio non rinvangare.
FORSE CI SONO PROBLEMI TECNICI.
AVEVO GIA’ INVIATO IL POST CHE SEGUE, MA NON C’E’ PIU’.
LO RIPROPONGO.
http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/interviste/2008/201q08a1.html
(©L’Osservatore Romano 29 agosto 2008)
A colloquio con l’ingegner Villarini sui progetti per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili . Primo impianto a energia solare nella Città del Vaticano
di Nicola Gori
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http://vaticandiplomacy.wordpress.com/2008/05/13/fotovoltaico-315000-kw-di-energia-pulita-in-vaticano/
Fotovoltaico: 315.000 KW di energia pulita in Vaticano
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http://www.100ambiente.it/index.php?/archives/218-Il-piu-grande-impianto-fotovoltaico-al-mondo-sara-del-Vaticano.html
Il più grande impianto fotovoltaico al mondo sarà del Vaticano
Chiusura dell’articolo:
Dimenticavamo un dettaglio. Il Surplus dell’energia non consumata verrà venduto all’Italia.
Un demenziale paradosso
Mi verrebbe da dire: “Finalmente Benedetto XVI (secondo i media) ne ha fatta una giusta”.
Condivido il commento di Marilisa.
E ci sarebbe poco da aggiungere al suo incipit e alla sua chiusura!
Mi permetto sommessamente di ricordare che spesso la sapienza gira attormo ai problemi dell’uomo a cerchi concentrici.
Mai seguendo una retta.
Mai e poi mai facendo salti.
In questa circolarità è Matteo che ci invita a non giurare affatto “…nè per il cielo…nè per la terra” .
Così che il SI,SI , NO,NO si trasforma a volte in un SI,SI pensato ma indicibile. Parafrasato.
Preoccupato nella sua allusione.
Specie quando si confronta con la creazione.
Un saluto
@ Marilisa
“Tanto per parlare dell’acqua, perché non aiutare quei popoli a noi vicini, in Africa, dove gli abitanti, per averne pochi litri, fanno chilometri a piedi?”
Non per fare polemica, né per entrare nel discordo referendum, ma la sua affermazione per quanto mi riguarda e per esperienza diretta è destituita di fondamento. Perdoni se mi permetto.
Non si faccia manipolare dalla pubblicità e dai falsi messaggi veicolati ad arte dalla Tv. Ho vissuto 20 anni in Africa, ci sono tornato regolarmente quasi ogni anno e continuo a farlo e non solo in grandi città. Posso assicurarle che ci sono città, paesi e villaggi e borgate che sono perfettamente serviti da reti idriche che portano l’acqua potabile sia nelle case che negli alberghi che negli ospedali, magari costruite da imprese occidentali o cinesi, ma le reti idriche ci sono e funzionano.
Magari in certi sobborghi periferici detti “bidonville” ( ma sono più significative quelle brasiliane e quelle Indiane, le nuove potenze emergenti) là come quà dove non ci sono e neanche le fognature quando avvengono sommosse politiche o rivoluzioni fatte per motivi tribali ed egoistici in quelle occasioni capita che viene distrutto di tutto dalla furia rivoluzionaria e le condizioni possono variare, ma quella storiella che dice che fanno km a piedi con la brocca sulla testa non sta in piedi perché l’acqua evaporerebbe prima di arrivare a destinazione e quella che arriverebbe sarebbe troppo poca, necessitando di un continuo via vai di viaggi come le formichine per rifornire il villaggio che generalmente quando è sprovvisto di acqua viene costruito in vicinanza di fiumi o laghi la cui acqua viene depurata facendola bollire. E molti sono provvisti di pompe che la estraggono dai pozzi o dalle profndità del terreno.
Capisco quindi e condivido il desiderio che fa dire che essendo tutti fratelli dovremmo tutti condividere le risorse che generosamente il pianeta mette a disposizione, e osservo che tutti coloro che, come accade anche in Europa che inquina abbondantemente l’aria, l’acqua e il suolo, anche in Africa esistono coloro che inquinano e distruggono abbondantemente e questo ci riporta ai famosi figli di Dio e figli del Diavolo, ai giusti e gli sbagliati e alla necessità di quel famoso Venga in tuo Regno” altrimenti rimarrà solo un pio desiderio nella speranza che qualcuno imperfetto benché in buona fede riesca a fare qualcosa di perfetto.
E’ senza speranza, la storia e l’esperienza lo hanno dimostrato, ogni buon desiderio rimane solo un pio desiderio, ma non sarà quello a risolvere i problemi dell’umanità.
E per quanto riguarda i 315.000 Kw di energia pulita in Vaticano, posso osservare che a parte gli incentivi che sono a carico di quei cittadini italiani che non hanno installato l’impianto fotovoltaico ma sono coloro che li pagano, anche l’impianto stesso quando avrà terminato la sua vita operativa (20 anni forse meno) e dovrà essere smaltito è sarà inquinante. In quel caso sarei curioso di sapere dove lo smaltiranno e allora forse dovremmo ridurre quell’8×1000 dato che gli paghiamo anche quella bolletta della luce che non hanno mai pagato fino ad ora, magari riducendolo al 5×1000 o seguendo il consiglio evangelico, “Chi non lavora neppure mangi” ( 2Tessalonicesi 3.10).
@ Gioab
Non mi faccio manipolare. Ma mi è capitato di vedere spesso, in trasmissioni non sospette, in documentari che prescindono da ideologie politiche, immagini di persone che portano acqua, certo non in recipienti aperti dove effettivamente l’acqua evaporerebbe.
In quale parte dell’Africa lei ha vissuto? Ci sono ampie zone desertiche ai margini delle quali non ho difficoltà a credere che ci siano condizioni ambientali difficili, tralasciando di parlare delle guerre tribali, che so bene che sono una realtà, della quale, però, le popolazione non sono responsabili, laddove, invece, lo sono i capi che le governano; e non considerando le pompe, che sono pur sempre un mezzo rudimentale. Che poi anche in Africa esistano quelli che distruggono, non lo metto in dubbio. Tutto ciò non può fare a meno di un discorso più ampio di educazione in generale e, in particolare, al senso di responsabilità.
I problemi dell’umanità si potrebbero risolvere, almeno in parte, se tutti i Paesi più ricchi e potenti collaborassero, senza egoismi e senza ipocrisie, per risolverli.
@ Marilisa
Soddisfo la sua curiosità. Sono nato in Eritrea e ci sono rimasto 20 anni. Spesso andavo a caccia nel bassopiano ai confini col Sudan, perché avevo uno zio che aveva una piantagione in un luogo che si chiama Aikota, zona desertica e molto arida dove crescono solo acacie alberi di spine. I fiumi sono in secca per gran parte dell’anno e arrivano “le piene” solo durante il periodo delle piogge, poi l’acqua se ne va sotto la sabbia e viene pompata fuori da 5-10 mt. di profondità.
Lì vicino avevo anche un amico prete che aveva deciso di stabilire la sua missione nel mezzo del nulla, (padre Miguel, era spagnolo) e con amici andavamo a caccia per rifornirlo di carne lui e i suoi 20-30 ragazzini di cui aveva deciso di farsi carico.
Ho girato gran parte dell’Etiopia tra Asmara e Addis Abeba passando per la Dankalia 200 metri sotto il livello del mare via Assab. Ho trascorso 3 anni in Senegal e ho girato dal Gambia fino a St. Louis via Dakar sia in auto che con piccolo aereo di un amico francese che viveva lì. Conosco il Kenia e le periferie di Nairobi senza fognature, sono stato ad Accra in Gana e ad Abdijan in Costa d’Avorio dove la sera dopo le 18 mancava l’acqua. Un paio di volte a Daar es Salam e poi in Sud Africa a Johannesburg dove ho girovagato a lungo nel Kruger Park avendo amici greci che erano lì residenti. Dimenticavo Lusaka in Zambia dove avrei dovuto andare a lavorare ma poi ho rinunciato. Qualcosa so di acqua e di deserti, non molto, ma continuo sempre ad imparare.
Lei scrive: “ I problemi dell’umanità si potrebbero risolvere, almeno in parte, se tutti i Paesi più ricchi e potenti collaborassero, senza egoismi e senza ipocrisie, per risolverli.” E’ una bella frase che condivido ma anche un pio desiderio che l’uomo non sarà mai in grado di realizzare da solo perché l’avidità di alcuni sarà sempre dietro l’angolo pronta a depredare . Ed è per questo che è scritto “Non confidate nei nobili, Né nel figlio dell’uomo terreno, a cui non appartiene alcuna salvezza.” ( Salmi 146.3)
E aggiunge, “Non c’è nessuno che chiami con giustizia, e proprio nessuno è andato in tribunale con fedeltà. C’è stato un confidare nell’irrealtà, un parlare di cose non veritiere. C’è stato un concepire affanno, e un generare ciò che è nocivo. ( Isaia 59.4) – “ Poiché il letto è stato troppo corto per stirarvisi, e lo stesso lenzuolo tessuto è [troppo] stretto per avvolgervisi. Poiché Geova si leverà proprio come al monte Perazim, si agiterà proprio come nel bassopiano vicino a Gabaon, per fare la sua opera — la sua opera è strana — e per compiere il suo lavoro, il suo lavoro è insolito.” ( Isaia 28.20)
Capisco il suo desiderio di giustizia che le fa onore, ma ogni cosa non si può fare nuova se prima non si abbatte quella vecchia. Questa è la promessa – “Ecco, faccio ogni cosa nuova”. E dice: “Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veraci”.( Rivelazione 21.5)
Per i Referendum ho scelto: quattro SI’.
Buona Pentecoste a tutti!
Ciao
Anch’io andrò a votare (per farlo debbo spostarmi da Lucca a Ravenna): ma voterò due SI e due NO (come suggerisce Ceccanti), per evitare che l’esito del referendum (se, come mi auguro, si raggiungerà il quorum) venga interpretato in termini manichei.