“Luca non ha detto che gli angeli hanno cantato. Egli scrive molto sobriamente: l’esercito celeste lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli…” (Lc 2,13s). Ma da sempre gli uomini sapevano che il parlare degli angeli è diverso da quello degli uomini; che proprio in questa notte del lieto messaggio esso è stato un canto in cui la gloria sublime di Dio ha brillato. Così questo canto degli angeli è stato percepito fin dall’inizio come musica proveniente da Dio, anzi, come invito ad unirsi nel canto, nella gioia del cuore per l’essere amati da Dio. Cantare amantis est, dice sant’Agostino: cantare è cosa di chi ama. Così, lungo i secoli, il canto degli angeli è diventato sempre nuovamente un canto di amore e di gioia, un canto di coloro che amano. In quest’ora noi ci associamo pieni di gratitudine a questo cantare di tutti i secoli, che unisce cielo e terra, angeli e uomini. Sì, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa. Ti ringraziamo per il tuo amore. Fa che diventiamo sempre di più persone che amano insieme con te e quindi persone di pace“: è la conclusione dell’omelia di papa Benedetto la notte di Natale. Omelia straordinariamente bella, inventiva nel linguaggio, gentile in ogni pensiero. Un regalo per ognuno. Nei primi commenti riporto altre perle di quel capolavoro.
Benedetto in Agostino: “Cantare è cosa di chi ama”
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Nella vastità universale della Santa Eucarestia
[Segue dal post] “L’infinita distanza tra Dio e l’uomo è superata. Dio non si è soltanto chinato verso il basso, come dicono i Salmi; Egli è veramente “disceso”, entrato nel mondo, diventato uno di noi per attrarci tutti a sé. Questo bambino è veramente l’Emmanuele – il Dio-con-noi. Il suo regno si estende veramente fino ai confini della terra. Nella vastità universale della santa Eucaristia, Egli ha veramente eretto isole di pace. Ovunque essa viene celebrata si ha un’isola di pace, di quella pace che è propria di Dio”.
Ha acceso negli uomini la luce della bontà
[Segue dal post] “Questo bambino ha acceso negli uomini la luce della bontà e ha dato loro la forza di resistere alla tirannia del potere. In ogni generazione Egli costruisce il suo regno dal di dentro, a partire dal cuore. Ma è anche vero che “il bastone dell’aguzzino” non è stato spezzato. Anche oggi marciano rimbombanti i calzari dei soldati e sempre ancora e sempre di nuovo c’è il “mantello intriso di sangue” (Is 9,3s). Così fa parte di questa notte la gioia per la vicinanza di Dio”.
Signore mostra la tua potenza
[Segue dal post] “Ringraziamo perché Dio, come bambino, si dà nelle nostre mani, mendica, per così dire, il nostro amore, infonde la sua pace nel nostro cuore. Questa gioia, tuttavia, è anche una preghiera: Signore, realizza totalmente la tua promessa. Spezza i bastoni degli aguzzini. Brucia i calzari rimbombanti. Fa che finisca il tempo dei mantelli intrisi di sangue. Realizza la promessa: “La pace non avrà fine” (Is 9,6). Ti ringraziamo per la tua bontà, ma ti preghiamo anche: mostra la tua potenza. Erigi nel mondo il dominio della tua verità, del tuo amore”.
Ha sfondato il muro della morte
[Segue dal post] “San Paolo, nelle Lettere ai Colossesi e agli Efesini, ha ampliato ed approfondito l’idea di Gesù come primogenito: Gesù, ci dicono tali Lettere, è il Primogenito della creazione – il vero archetipo dell’uomo secondo cui Dio ha formato la creatura uomo. L’uomo può essere immagine di Dio, perché Gesù è Dio e Uomo, la vera immagine di Dio e dell’uomo. Egli è il primogenito dei morti, ci dicono inoltre queste Lettere. Nella Risurrezione, Egli ha sfondato il muro della morte per tutti noi. Ha aperto all’uomo la dimensione della vita eterna nella comunione con Dio”.
In tutti gli uomini il tuo volto
[Segue dal post] “Signore Gesù, tu che hai voluto nascere come primo di molti fratelli, donaci la vera fratellanza. Aiutaci perché diventiamo simili a te. Aiutaci a riconoscere nell’altro che ha bisogno di me, in coloro che soffrono o che sono abbandonati, in tutti gli uomini, il tuo volto, ed a vivere insieme con te come fratelli e sorelle per diventare una famiglia, la tua famiglia”.
Chi intravede Dio prova gioia
[Segue dal post] “Chi intravede Dio prova gioia, e in questa notte vediamo qualcosa della sua luce”.
Non si lascia confondere dal nostro peccato
[Segue dal post] “Dio ci ha prevenuto con il dono del suo Figlio. Sempre di nuovo Dio ci previene in modo inatteso. Non cessa di cercarci, di sollevarci ogniqualvolta ne abbiamo bisogno. Non abbandona la pecora smarrita nel deserto in cui si è persa. Dio non si lascia confondere dal nostro peccato. Egli ricomincia sempre nuovamente con noi. Tuttavia aspetta il nostro amare insieme con Lui. Egli ci ama affinché noi possiamo diventare persone che amano insieme con Lui e così possa esservi pace sulla terra”.
Chiedo scusa per i troppi “commenti” di fila, ma ero calamitato dalla bellezza delle parole di Benedetto e voglioso di segnalarle per quanto possibile.
Caro Luigi, hai fatto bene. Ti ricordi le suore che cantano con giubilo?
Che regalo di Onomastico, Luigi!
Grazie.
Anche perché ho letto questo tuo inaspettato post appena tornato a casa da un momento molto particolare per me, spiritualmente: tornavo da Santo Stefano dopo aver cantato per intero (con altri tre e un organista, ma nel ruolo delicato quanto inedito di ‘primus inter pares’ e intonatore, etc..) i Vespri per la Festa di Santo Stefano.
Che emozione nuova, intonare l’inno “Deus, tuorum mìlitum Sors et corona” ,
e poi, da solo, nella chiesa antichissima di nuda pietra, le antifone “Adhesit anima mea post te”, “Stephanus vidit caelos apertos” (con salmo 115 in tono VIII, da Miserere) , “Ecce video caelos apertos”, e -al Magnificat- “Sepelierunt Stephanum viri timorati, et fecerunt planctum magnum super eum.” Che con-mozione..
“Cantare amantis est”
Verissimo.
(..Anche se ieri mi son divertito a cantare al karaoke casalingo del mio acquisito cugino pugliese “Femmena, tu sì ‘na malafemmena” -vissuta poi in pectore come una sorta di catartico ‘tedeum’ laico di fine anno, come una mentale litania dei duedipicche, amori e passioni, lasciamenti e infatuazioni, etc.. del 2010..:)
(Femmena,
si dolce come ‘o zucchero
però sta faccia d’angelo
te serve pe ‘ngannà…
Femmena,
tu si ‘a cchiù bella femmena,
te voglio bene e t’odio,
nun te pozzo scurdà…
Te voglio ancora bene,
ma tu non saie pecchè,
pecchè l’unico ammore
si stata tu pe me…)
(Ogni tanto ci vuol qualcosa di più drastico di Dowland, soprattutto alle nostre latitudini..;)
Tornando alle cose serie, cantare per metà da solo il Magnificat, stasera mi ha fatto provare rare emozioni, quasi da amante che canta una serenata..
Non è un caso se un sacco di compositori hanno composto con successo sui toni del Magnificat. Quel salto di quinta, abisso metafisico, interno al “fi” della parola iniziale “magnificat”, è un tutto un mondo, se lo si ascolta, ma cantarlo, da solo, con la voce che rimbomba nelle antiche volte di una ex antichissima abbazia olivetana…è oltremondano. Grazie, Dio.
“Adhaesit anima mea post te, quia caro mea lapidata est pro te, Deus meus”
(‘A Te si stringe l’anima mia, poiché la mia carne è stata lapidata per Te, Mio Dio.’)
(prima antifona al primo salmo dei Vespri di oggi, il 114 : “Amo il Signore perché ascolta/il grido della mia preghiera. Verso di me ha teso l’orecchio/nel giorno in cui lo invocavo.”)
Grazie ancora Luigi, e grazie in principio al Padre Santo Benedetto (col suo amore per Augustinus).
è un salto di quarta! scusate..
http://www.youtube.com/watch?v=QPL2wtxO_vM
(Magnificat gregoriano)
Un salto di quinta, veramente abissale, è quello di ieri:
http://www.youtube.com/watch?v=ASpva3d1VEw
(“Puer natus est nobis”)
http://www.youtube.com/watch?v=JdaWEDWoOkw
(Non ho secondi nomi di Battesimo, però questo è uno che basta e avanza: superabundat. Ogni anno lo capisco di più.)
Buona serata.
(P.S.: Oggi mia sorella mi ha parlato enusiasta del suo studio dell’Arabo. E curiosamente ho notato analogie, almeno apparenti, fra la scrittura dell’arabo e la notazione antica gregoriana, neumatica..
Comunque, il mio principio guida -e getto uno sguardo ammiccante al post precendente- è quello -anche se talvolta può parere il contrario- del “Sutor, ne ultra crepidam!”.
Son solo un ciabattino, ma che dico, un sciuscià nella Vigna del Signore..)
Buon Natale (tanto siamo nell’Ottava) e Buon Santo Stefano, Luigi! E a tutti!
Magnifico Magnificat di Gabrieli: http://www.youtube.com/watch?v=pjaIFQ5pafA
Magnificamente magnificante Dufay : http://www.youtube.com/watch?v=UjsBOVR1W_A
Che magnifico Lasso : http://www.youtube.com/watch?v=FShw3LWMKSQ
L’Indonesia magnifica Bartolucci magnificante :
http://www.youtube.com/watch?v=elDZgZbadkk
Che bel Pachelbel che varia e fugge sul Magnificat:
http://www.youtube.com/watch?v=sGl1lfw5WL4
Per concludere, la Fuga di Bach sul Magnificat (ma trattasi del “Magnificat tedesco” – “Meine Seele erhebt den Herrn”, che è il magnificat in volgare e basato sul Tonus Peregrinus -lo stesso, per intenderci, che canta il soprano nel Requiem di Mozart nell’Introito, quando dice ‘Te decet hymnus Deus in Sion, et tibi reddetur votum in Jerusalem’…) :
http://www.youtube.com/watch?v=hAdX4-EyahM
(Da qquando comincia la recapitulatio del tema al pedale -nel video al 4:17- , è la sopraffazione dell’anima dell’ascoltatore…: un “roveto ardente” organistico e più in generale musicale che brucia senza consumarsi, sino all’ultima battuta…)
“Dio nessuno l’ha mai visto”: però c’è chi è capace di farci ascoltare, veicolandolo e incarnandolo in note, il Logos del Figlio che ce Lo ha rivelato…
Auguri.
Che scherzetto del caso… cercavo del “tonus peregrinus” in Youtube, e, senza averlo cercato, trovo:
“Views of Notre Dame de Paris accompanied by Perotin’s 4-part organum “Sederunt principes,” believed to have been composed for performance in that (half finished) cathedral on the feast of St Stephen in 1199. There are excellent older recordings by Alfred Deller and the Deller Consort (Harmonia Mundi France), by David Munrow and the Early Music Consort of London (EMI), and by Paul Hillier and the Hilliard Ensemble (ECM). But the most beautiful performance and recording is by Anthony Pitts and Tonus Peregrinus (Naxos).”
http://www.youtube.com/watch?v=FvJ6xl3l1ek
Non ci son parole.
[me lo disse scherzando dieci anni fa un gran musicista, direttore, musicologo e didatta genovese: “Se senti l’esigenza di farti una pera, senti Perotinus”. Non pensavo sino a questi punti. e non è la prima volta che l’ascolto. Ma son passati anni dall’ultima volta. E ‘sti qua son proprio bravi. Se cantare è dell’amante, queste son pagine d’ars amandi..]
L’incipit del Magnificat tedesco secondo Bach (cantata 10) :
http://www.youtube.com/watch?v=MBmQajBY2w8
(sentite i soprani-bambini intonare il ‘tonus peregrinus’ a 0:43 e 1:26)
Grazie a Luigi ed a Syriacus.E tanti auguri a tutti gli amici del pianerottolo.
Per completezza.
Il Tonus Peregrinus nell’Introito del Requiem di Mozart:
http://www.youtube.com/watch?v=d88xIIRDI9U
(la soprano: “Te decet…” fra 2.00 e 2:28)
Scusate il tedio, ma è un pò come quando uno si dilunga con gli amici a magnificare la propria ragazza di cui è follemente innamorato…
Buona serata e buona notte davvero.
(E buon inizio di settimana, per chi domani riprende a lavorare.)
Syriacus/Stefano
Antonella certo che le ricordo. Il titolo del post infatti era dedicato a te, a ricordo del testo che qui si può leggere mella pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, capitolo QUI E’ PERFETTA LETIZIA, al titolo “Antonella Lignani e le monache che cantano con giubilo”.
Il titolo era dedicato ad Antonella, detta anche Antonilla, ma il post per intero era dovuto a Davide70 che in un commento al post precedente aveva segnalato la bellezza dell’omelia benedettiana nella Notte di Luce.
Bellissimp Peroti, Syriacus. Ma ti posso assicurare che il canto delle suore dal vivo era più bello, perché era la sintesi della loro vita.
E’ dalla sera di Natale che rimugino su queste “isole di pace” (ognitanto mi confondo con oasi, che potrebbe valere uguale sostituendo ai perigli del mare le tempeste di sabbia del deserto).
E allora oso condividere che non solo il Dio che si fa carne e ci assimila nel suo corpo è un’isola di pace, ma anche gli sposi che “tenderanno verso” una sola carne possono ricreare un’isola di pace.
E mi scopro a navigare tra questi due sacramenti, tra queste “due” Chiese. Porti sicuri da cui ripartire. Duc in altum!
Cara Antonilla, le “tue” Suore vivono (molte di loro senz’altro già “oltre”) in una girandola-ghirlanda di Lex Credendi, Lex Orandi, Lex Vivendi e Lex Canendi : ognuno di questi elementi, senza l’altro, non regge. (Almeno se parliamo di vita monastica: per i “laici” ‘extra moenia’ il discorso è diverso, e paradossalmente più articolato..)
Che vuol dire, Syriacus, che sono già “oltre”? Se alludi ad età venerande, ti sbagli di grosso. Sono molto giovani.
Una piccola poesia di Tagore (poeta indiano)
“Signore io sono qui soltanto
per cantare il tuo canto
nel tuo grande universo
dammi il mio piccolo posto”
Per Stefano (Syriacus)
http://www.youtube.com/watch?v=oye51I4QjdM&feature=related
sempre per stefano…. se ti piace Scarlatti ( a me piace molto)
http://www.youtube.com/watch?v=Iev5B89Ab0Q&feature=related
MC
Per tornare al tema.. l’omelia del Papa nella notte di Natale mi trova assolutamente commossa ed entusiasta come Luigi Accattoli .. andrebbe meditata parola per parola da quanto è ricca di significati MOLTO profondi e insieme semplice..
questo Papa mi fa sempre venire in mente la frase del filosofo Wittengstein “Tutto quello che si PUO’ dire lo si può dire in modo CHIARO”
nel senso che tutti i veri profondi intellettuali si esprimono in modo da essere compresi da tutti! ( diffidare dai discorsi fumosi ed inintellegibili!)
E in questo, Papa Benedetto XVI è veramente un maestro. Raramente concetti tanto profondi sono espressi con così cristallina, limpida
semplicità.
MC
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1346098
Antonella, so molto bene quanto i Francescani e le Francescane dell’Immacolata (penso tu ti riferisca a queste ultime) abbiano un’età media di gran lunga inferiore a quella di molti altri ordini e congregazioni (e sono personalmente convinto che ciò non sia casuale: hanno un amore e una pratica tale di forme ‘tradizionali’ di Liturgia, che attrae moltissimo molti giovani..)
Detto ciò, credo che tu abbia (senz’altro per il mio linguaggio troppo cryptico:) frainteso al 100% il mio “oltre” : intendevo appunto il contrario di “età venerande”.. O meglio: anime venerande, al di là dell’età.
Per darti un esempio a mio avviso di antonomasia dell'”oltre” (e per l’appunto nella fattispecie quanto di più diametralmente opposto al concetto mondano e trivialmente denigratorio di “vecchio” ) , ti rimando a questa immagine:
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4b/Enkhuisen_Book_of_Hours_%28folio_39v%29.jpg
“Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”
Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Certo, Maria Cristina, che mi piace Scarlatti Alessandro: della sua generazione è uno dei più “intelleggibili” per me. Ti consiglio se non l’hai mai ascoltata la sua giovanilissima Passione Secondo Giovanni. Ma ne ho cantato la Messa di Santa Cecilia, che è una goccia nel mare di opere sacre e profane (sommo operista!).
Il figlio Domenico, invece, coetaneo di JSBach e arcinoto per le centinaia di sue sublimi quanto virtuosistiche sonate per clavicembalo, è molto meno noto per composizioni vocali, relativamente al padre. Una volta ne studiai, da solista, una cantata che parlava di questioni d’amore profanissimo, e forse qualcos’altro di sacro, in coro : ma il ricordo che ho, dello Scarlatti Domenico “vocale” (e che da quasi vent’anni non mi si schioda più dall’anima, per la sua bellezza) è lo Stabat Mater a 10 voci :
http://www.youtube.com/watch?v=soz-nsntNQg
(lo so che è un frutto un pò fuori stagione, ma…l’albero della Croce è un sempreverde…)
Toh, scrivo “profanissimo” nel commento prima, e, cercando una cantata profana di Domenico, scopro qualcuno che ha applicato ad una di esse (non quella che cantai) delle immagini di vita americana “anni ’50” (e comunque immagini d’archivio “profanissime”) :
http://www.youtube.com/watch?v=gL84tFfvHU8
(ma l’accostamento ha un suo fascino. -..Un pò meno quello che ho beccato ieri sera, di uno che ha messo brani del requiem di Mozart su uno slideshow di immagini della sua attrice preferita Emma Watson, con commento -all’obiettiva oscenità- “la musica più bella per la ragazza più bella”- ma forse è stato vittima di una pozione d’amore del Maghetto occhialuto.. Comunque, se un ragazzo poco conoscitore della Grande Musica -termine che non amo- ha l’ardire di far ciò per un’infatuazione per un’icona mondana, vuol dire che Mozart aveva “capito tutto”..
-e infatti l’unico commento è “funny choice of music for a photo montage of her. she dying? lol? jk. this? is an amazing song, very passionate.”
Ah, i commenti su YouTube… epifanie del reale…)
Discepolo, poi ti parlerò della sonata di Scarlatti che ho ascoltato in bis da Ciccolini una settimana fa… Ma per oggi, per quelli che pensano di aver visto tutto:
http://www.stabatmater.info
L’ho appena scoperto: il sito di un olandese che ha fatto l’elenco delle duecento e più registrazioni di diversi Stabat Mater di ogni tempo e luogo, della sua collezione…
MA
Scopro adesso che il collezionista iperappassionato è morto cinque anni fa; ecco la nota di sua moglie:
” In Memoriam Hans van der Velden (1937-2005)
On 28 December 2005 my dear Hans passed away. The Ultimate Stabat Mater Website was one of his passions. Hans has always enjoyed all the contacts he had through this website. The website will remain online as a memorial to Hans and I will try to continue his work from now on.
Hannie van Osnabrugge ”
Quando corpus morietur, fac ut animae donetur Paradisi gloria.
(E’ il caso di dirlo.)
[Ciao, e buon tempo sospeso dell’Ottava.]
[Basito. Quel tipo olandese degli Stabat Mater è morto cinque anni esatti fa. Lo noto solo adesso. Davvero. Quando si dicono le coincidenze..]
[E tutto per aver cercato l’anno di composizione dello Stabat Mater di Scarlatti Domenico : http://www.stabatmater.info/scardom.html ]
[amen.]
[Una doverosa precisazione: nel video con le immagini di Miami a bianco e nero, si dà come anno di morte di Domenico Scarlatti il 1775, quando trattasi invece di 1757. Coetaneo non solo di JS Bach (1685-1750) ma anche di GF Handel (1685-1759) , per quanto longevo per l’epoca, novant’anni son tanti… -anche se il gran Telemann nacque nel 1681 e morì nel 1767…:]
(buon proseguimento di 27 dicembre)
a me piace suonare , da sola a solo per me, la sonata in do minore di Domenico Scarlatti .. c’è una bella incisione di Arturo Benedetti Michelangeli
http://www.youtube.com/watch?v=y2kIjE0c4MY&feature=fvst
Sì, le suore sono già “oltre” da quando hanno passato quella porta. “Trans fores illas Paradisi vestibulum patet”. Certo, Syriacus, hai una passione per la musica veramente straordinaria.
Invece sarebbe molto bello se tu potessi , discepolo MC(tempo permettendo ovviamente) fare un servizio per il Signore: c’è tanto bisogno di musicisti nelle parrocchie.Io presto questo servizio: canto, diciamo che ho il dono , ma non basta cantare, bisogna farlo bene, ed è quel “bene” che fa la differenza.La voce, è come l’anima: cambia, si evolve, matura nella misura in cui attinge dal profondo -ad esempio non potrei mai cantare al di fuori del contesto Liturgico-rituale-sacrale- A volte faccio dei ritiri presso i trappisti, in foresteria mi trattengo per il tempo necessario a recuperare le forze, a ritrovare quella parte di serenità quando il quotidiano “dissangua”! E li, dal silenzio perfetto attingo,mi perdo tra quelle mura nude alte, fredde, con appena qualche leggera larvatura di affreschi stinti dai secoli. Quando le voci dei monaci intonano i salmi in gregoriano mi ritrovo muta come Zaccaria. Non mi esce la voce. Mi sono chiesta moltissime volte del perchè mi accada una roba del genere…..il salmista canta ed io canto ma solo a livello interiore, animico!
Le parole del papa mi hanno colpito molto, le ho rimuginate, ruminate soprattuto la frase““il bastone dell’aguzzino non è stato spezzato. Anche oggi marciano rimbombanti i calzari dei soldati”! …Siamo chiamati a costruirci la pace con le nostre mani, pezzo per pezzo, passando attraverso le bufere della vita, fino in fondo, accettando il duro mestiere di cristiani, “schifando” ogni compromesso rifiutando ogni genere di marciume: condizione affinché in questa notte ci sarà dato di “vedere qualcosa della sua luce”.
La luce, altro tema,altra ricerca nostra, infantile,pignola: perché non accettiamo serenamente, anche se dolorosamente, di camminare al buio, e illuminare gli altri anche quando dentro di noi non c’è questa luce…Si sbatte il muso, e vabbé! I martiri non sono arrivati forse alla meta con il naso tumefatto…?!
Syr, mi piacerebbe moltissimo sentirti cantare “Femmena, tu sì ‘na malafemmena”… mmm…
Syriacus, cosa fai nella per avere tanto tempo a disposizione? (non è sarcasmo, solo curiosità e legittimo desiderio di emulazione…)
Il tempo non esiste !!!! è un concetto relativo e .. personale .. cioè il tempo è dilatabile.. in nostro amico Syriacus ha un tempo.. dilatabile.. !!!!
come molti di noi…
MC
dicono che Mozart scrisse una parte del preludio del Don Giovanni mentre dormiva perchè era stanco.. cioè la sera prima il preludio non era ancora scritto ( per la disperazione dei collaboratori che dovevano mettere inn scena l’opera il giorno dopo ) il mattino dopo lo mise giù appena sveglio.. in pochi minuti…
MC
http://www.youtube.com/watch?v=SotSKAYTyDw
[ Cum autem natus esset Iesus in Bethlehem Iudaeae in diebus Herodis regis, ecce Magi ab oriente venerunt Hierosolymam dicentes: “ Ubi est, qui natus est, rex Iudaeorum? Vidimus enim stellam eius in oriente et venimus adorare eum ”.
Audiens autem Herodes rex turbatus est et omnis Hierosolyma cum illo;
et congregans omnes principes sacerdotum et scribas populi, sciscitabatur ab eis ubi Christus nasceretur.
At illi dixerunt ei: “ In Bethlehem Iudaeae. Sic enim scriptum est per prophetam: “Et tu, Bethlehem terra Iudae, nequaquam minima es in principibus Iudae; ex te enim exiet dux, qui reget populum meum Israel” ”.
Tunc Herodes, clam vocatis Magis, diligenter didicit ab eis tempus stellae, quae apparuit eis; et mittens illos in Bethlehem dixit:
“ Ite et interrogate diligenter de puero; et cum inveneritis, renuntiate mihi, ut et ego veniens adorem eum ”.
Qui cum audissent regem, abierunt. Et ecce stella, quam viderant in oriente, antecedebat eos, usque dum veniens staret supra, ubi erat puer. Videntes autem stellam gavisi sunt gaudio magno valde. Et intrantes domum viderunt puerum cum Maria matre eius, et procidentes adoraverunt eum; et apertis thesauris suis, obtulerunt ei munera, aurum et tus et myrrham.
Et responso accepto in somnis, ne redirent ad Herodem, per aliam viam reversi sunt in regionem suam. ]
Qui cum recessissent, ecce angelus Domini apparet in somnis Ioseph dicens: “ Surge et accipe puerum et matrem eius et fuge in Aegyptum et esto ibi, usque dum dicam tibi; futurum est enim ut Herodes quaerat puerum ad perdendum eum ”.
Qui consurgens accepit puerum et matrem eius nocte et recessit in Aegyptum et erat ibi usque ad obitum Herodis, ut adimpleretur, quod dictum est a Domino per prophetam dicentem: “ Ex Aegypto vocavi filium meum ”.
Tunc Herodes videns quoniam illusus esset a Magis, iratus est valde et mittens occidit omnes pueros, qui erant in Bethlehem et in omnibus finibus eius, a bimatu et infra, secundum tempus, quod exquisierat a Magis.
Tunc adimpletum est, quod dictum est per Ieremiam prophetam dicentem:
“ Vox in Rama audita est, ploratus et ululatus multus:
Rachel plorans filios suos, et noluit consolari, quia non sunt ”.
Ex ore infantium, Deus, et lactentium perfecisti laudem propter inimicos tuos.
Domine Dominus noster: quam admirabile est nomen tuum in universa terra.
§
Anima nostra sicut passer erepta est de laqueo venantium: laqueus contritus est, et nos liberati sumus.
Adjutorium nostrum in nomine Domini, qui fecit coelum et terram.
Alleluia, alleluia : Laudate, pueri, Dominum, laudate nomen Domini. Alleluia.
§
Vox in Rama audita est, ploratus, et ululatus: Rachel plorans filios suos, et noluit consolari, quia non sunt.
per tutti coloro che amano la musica riporto il bellissimo articolo di rodari su
Mons. bartolucci creato cardinale dal Papa nell’ultimo concistoro
http://www.paolorodari.com/
Due cose mi hanno colpito delle parole di mons. Bartolucci.
una è l’umiltà con la quale dice che il cardinalato non è stato dato a lui come persona ma alla “musica sacra”
l’altra è quando dice che con la Sistina ha fatto un giro di concerti e ha potuto riproporre , in concerto, una musica che NON GLI ERA PIU’ LECITO SUONARE LITURGICAMENTE!
vuol dire che ora la gente deve acquistare un biglietto e pagare per sentire il gregoriano, Alessandro Scarlatti, Palestrina, mentre prima li sentiva gratis alla Messa.
bel progresso!
MC
a questo abbiamo voltato le spalle con uno sprezzante sorrisetto di superiorità in nome delle schitarrate sciamannate:
http://www.youtube.com/watch?v=dndVUNqm0Js&feature=related
ognuno probabilmente ha la musica che si merita . ….!!!!!
noi ci meritiamo
“il signore é la mia salvezzaaaaaa
e con lui non temo piùùùùùùù
perchè ho nel cuore la certezzaaaaaaa
la salvezza è qui con meeeeeeeeee
Non me ne parlare discepolo MC: a Roma si sta facendo una battaglia all’ultimo sangue per questo motivo. Mi dispiace dirlo, adoro il papa, ma quello ritengo quest’ultima scelta del nuovo direttore oltremodo scellerata e sbagliata, mettendo in mano il deposito della tradizione musicale a quell’incapace di un salesiano suvvià, non è veramente da lui! Non so cosa accidenti lo abbia convinto a firmare una nomina del genere! Cosa ci sia dietro veramente, lo sanno solo loro. So soltanto che..hai voglia a ricoprirlo di porpora il maestro Bartolucci: nulla potrà mai cancellare l’onta di quella cacciata dalla direzione, su due piedi, e senza preavisso! Dopo di che, venne nominato il sicilinao Liberto, che non era malaccio, certo, con un Perosi prima e un Bartolucci poi, qualunque successore sarebbe apparso figura esigua e sbiadita. Tuttavia, diciamo che fece del suo meglio Liberto, e che comunque non meritava il trattamento ignobile : licenziato su due piedi anche lui per lasciare il posto a questo energumeno salesiano, figlioccio di babbo Bertone, che non sa dove sia di casa la classe, la musica, non sa comporre…è una nullità!! Ritengo tutto questo … scandaloso. Hai ragione, ognuno ha la musica che si merita! La cosa assurda che stride come le unghie sulla lavagna è vedere come il liturgista del santo padre abbia a cuore che tutto sia perfettamente in sintonia con la tradizione : paramenti, ori, gemme, tappezzerie..eppoi…sull’orrore che fuoriesce dalla cantoria della sistina fa spallucce! Ora anche le donne saranno ammesse tra i cantori…una cosa mai accaduta in tutta la storia della chiesa. assurdo!
chiedo venia : ” posso eliminare quell’aggettivo dimostrativo [ “quello”?? ] non mi spiego il motivo per il quale si sia intrufolato nella frase: ma che brutto! !Uffa! Ma perchè non si possono correggere i refusi Luigi…
Care Clodine e Discepolo, vi capisco. Non ho però tempo per articolare alcunché. E ne avrei di cosa da dire..
Ma che volete, noi lavoratori dipendenti (fortunatamente o meno, a tempo indeterminato, sinché dura..) che siamo tenuti a casa per più di due settimane filate causa crisi, abbiamo anche lavori domestici da fare, e molto altro.
Inoltre, i più sfortunati di noi, pur essendo ultratrentenni, non hanno una famiglia (per scelta altrui o nostra, o entrambe, a seconda), quindi, al netto di lava-stira-pulisci-cucina (che neanche Soldini in traversata solitaria) e di buro-commissioni varie, e altre azioni “comandate”, beh, al netto di tutto ciò, talvolta (magari di notte, in loco di pargoli piangenti) ci dedichiamo a scrivere, come faceva l’impiegato delle assicurazioni Kafka Franz (peraltro di notte), o l’impiegato chimico Levi Primo.
La mia attività lavorativa si potrebbe dire un misto di quelle due, quindi non il massimo del dispiegamento della Fantasia e dello Spirito.. Ma ha dei pregi anch’essa, perchè anche accertare e dire se un termomentro misura giusto al centesimo di grado, o un gas scalda tot sino all’ultimo Joule, ha un suo fascino -e si è in contatto sia con una realtà fisica che altri considerano lontana dal reale, sia con l’eco-nomia del Paese, sia con quelle creature mitologiche che sono gli Operai. (Anche se non sarò mai operaista. Né padronale. Né liberista. Né aziendalista. Basta essere esseri umani. Punto.)
Comunque, ho trovato -dopo aver scritto quanto sopra-, il molto a proposito :
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-09-17/scrittori-quel-difficile-equilibrio-192603.shtml?uuid=AYL4jrQC
Mi ha colpito molto l’incipit dell’articolo. Proprio oggi pensavo come, alla Maturità che mi riuscì -almeno in parte- inaspettatamente bene, dopo aver saputo quella mattina d’estate dalla Commissaria di Italiano che il mio tema (un fumosamente retorico quando chilometrico potpourri dantesco, pur con spunti d’indubbia originalità..) era «quanto di più ‘maturo’ ho letto da uno studente in 35 anni di carriera -e sto andando in pensione-» (quel tema non l’avrei mai più riletto: è o era la regola: archivio e poi macero..) , dopo ciò ebbi la faccia di andare a dire alla Commissione, rispondendo alla domanda (“Cosa intende fare dopo il Liceo?”)
«Beh, mi iscriverei volentieri a Filosofia, ma, siccome “Philosophia non dat panem”… Mi iscriverò a Chimica.»
Allora la Chimica era ancora un settore apparentemente fiorente : Tangentopoli e varie cessioni/svendite, “ripensamenti strategici” nazionali la ridimensioneranno di molto, troppo, negli anni a venire… Demoralizzando molti giovani. (E poi c’era la guida all’Università della Fondazione Agnelli, che diceva, più o meno: «Chimica è [anche] per quelli che sentono l’esigenza -per ragioni per es. filosofiche- di conoscere la “verità”» -le virgolette c’erano, me lo ricordo ancora..- Oltre a naturalmente dire -allora era la vulgata: “persin più che Ingegneria..!”- che lavoro se ne trovava, seppur senza grandissime prospettive di reddito…)
Poi loro mi corressero con “Libri non dant panem”. Ma io pensavo alla Philosophia ( o alla Historia).. 🙂
[Eppure, la Prof di Scienze voleva che facessi Epistemologia, mentre un ottimo Professore di Filosofia mi convinse in maniera definitiva del contrario, dicendomi -invero un pò con tono da Sgarbi- , ex-cathedra e in una ideale camera charitatis in un’ora di buco… “Guarda dove sono: ero borsista dell’Istituto Croce, e guarda dove sono ora. No: non fare una facoltà umanistica.”
(Detto fra parentesi, devo però a lui una risposta ad una mia domanda su il Tutto e la sua conoscibilità: “Vedi, ragazzo, la Verità esiste, ma è come un poliedro con moltissime sfaccettature: queso poliedro esite, ma da un punto di vista tu puoi vederne solo certe facce…” – In realtà non ricordo più se questa fu una mia riorganizzazione e sistematizzazione di un suo esempio -che forse era basato su un meno geometrico “paesaggio visto da più punti di vista”…)
In quinta avevo persino pensato di iscrivermi a Filosofia a Tubinga o ad Heidelberg, dopo aver passato l’estate dei 18 anni in famiglia sul lago di Costanza… Ma poi, dopo tutto, quell’istinto del “Voglio vedere come son fatte le cose” (come mia madre racconta che io le dicevo da bambino, spiegando di vole fare “lo scienziato”) , ha avuto la meglio, e ha la meglio, tutti i giorni, qualunque cosa faccia, ad ogni passo e ad ogni respiro..
Mi sento un pò un “ebreo errante” (‘Der ewige Jude’, in tedesco: “L’Ebreo eterno”) della Conoscenza : condannato a non perdere mai la curiosità per (e a sistematizzare contestualmente) ogni particella d’informazione che entra, volontariamente o involontariamente, accidentalmente trovata o famelicamente cercata, dentro di me.
(Chiamatemi spregevolmente e derubricatemi pure a “dispersivo”: ci sono abituato dalla prima elementare, e ormai morirò felicemente “tale”…)
Sarà stato un tragico errore: forse potrei essere a insegnare alla London School of Economics, o essere un netturbino, o un impiegato del catasto, o un degnissimo e appassionato insegnante di Liceo, o un libraio (grande passione dell’adolescenza, la libreria antiquaria..). Non so. So che sono qui.
Il fondatore di un gruppo chi Chimica su Yahoo!, mi ricordo che aveva nel suo profilo una citazione, mi pare di C.S. Lewis (quello di Narnia..) : “Il futuro ci è costantemente rivelato. L’unica cosa che non potremo sapere, è come sarebbe andata.”
(O qualcosa del genere. MA : non son riuscito più a trovare tale citazione -trovando la pima vicina in : “The future is something which everyone reaches at the rate of sixty minutes an hour, whatever he does, whoever he is.”)
Sconvolgente è però che, nel cercare tale perduta citazione, per uno “strano” fenomeno di “serendipity”, abbia trovato una citazione di Lewis che sembra fatta apposta per dar ragione ai miei detrattori ‘esistenziali’ (tipo il caro Leonardo) :
“A man who is eating or lying with his wife or preparing to go to sleep in humility, thankfulness and temperance, is, by Christian standards, in an infinitely higher state than one who is listening to Bach or reading Plato in a state of pride. ”
Ma, si badi: lo “state of pride” , è il discrimine…
(E potrei controbattere che:
“A [celibate] man who is listening to Bach or reading Plato in humility, thankfulness and temperance, is, by Christian standards, in an infinitely higher state than one [maybe father of ten children] who is eating or lying with his wife or preparing to go to sleep in a state of pride. “)
Buona serata per gli insonni e buona notte per i mattinieri.
(Buon resto di giornata per chi è ad altri fusi.)
[Un’unica chiosa: l’unico rimedio all’onnivoro “uomo faustiano” ‘in state of pride’ è appunto la riconsiderazione della propria inestinguibile quanto maldestra famelicità di “sapere”, “conoscere” ed “esperire” ; non negandola ma inverandola “by Christian standards” : a quel punto tutto acquista un senso diverso, infinitamente più profondo ed appagante.]
[Per parlare ancora per un attimo di Musica: ad un concerto di musica medievale e rinascimentale cui assistetti -nelle belle palazzzine secentesche del Porto Antico appna restaurate- a diciott’anni qui a Genova, mi ricordo come rimasi profondamete affascinato da una (breve) descizione di una figura gigantesca della storia occidentale, e troppo poco conosciuta oggidì: Athanasius Kircher [“(Geisa, 12 maggio 1602 – Roma, 28 novembre 1680) è stato un gesuita, filosofo e storico tedesco del XVII secolo.”]
Tanto per dare un’idea, ecco alcune pagine della sua “Musurgia Universalis” (Roma, 1650) :
http://special.lib.gla.ac.uk/exhibns/month/nov2002.html
Si commentano da sé. (Commoventi come può esserlo altrettanto solo un Matteo Ricci e non molti altri..: non bisogna essere né Gesuiti né Euclidei per sentirlo..) ]
[Scusate i diffusi refusi, ma ho scritto con indosso le lenti a contatto, che non tollero più tantissimo, e così…
Comunuqne: belli stasera i Vespri nell’Ottava di Natale, a San Filippo: per raggiungere la chiesa son passato in mezzo ai residui bordelli di Via del Campo -di DeAndréiana memoria- : dalle Boccadirosa a alle Antifone in tre minuti. (Don Gallo dice che De André è “il quinto Vangelo”. Io stimo maggiormente la tradizione luterana che definisce con immenso amore e riconoscenza Bach “il quinto Evangelista”. In ogni caso io e un amico abbiamo molto cattolicoromanamente aiutato dalla navata il choro degli Oratoriani, lui a destra e io a sinistra. E’ stato davvero bello. Anche perché in chiesa oltre a noi due c’erano quattro persone- anziane e semi-mute. Laus Deo. ]
[ E’ con grande emozione (non immaginate quanta..) che per la prima volta riascolto quel “rimedio musicale per tarantolati” che ascoltai incantato sedici lontani anni fa a quel concerto, in cui sentii parlare per la pima volta di Athanasius Kircher :
http://www.youtube.com/watch?v=gxtjdrwPpyA
(nel video, immagini da sue Opere)
(W YouTube! 🙂
(ciao) ]
[ Visto che quell’ Antidotum Tarantulae mi ricorda mille altre cose, per ricambiare l’Alessando Scarlatti (1660-1725) di Discepolo, volevo donare un brano intressante del suo assoluto coetaneo lipsiense -come sarà Bach- Johann Kuhnau (1660-1722) , che, di grande spessore umanistico in generale, ha anche composto le “Sonate bibliche” [Musicalische Vorstellung einiger biblischen Historien in sechs Sonaten auf dem Claviere zu spielen (1700)] in cui rappresenta musicalmente episodi dell’Antico testamento.
Ecco quindi una sonata che mi colpì molto:
http://www.youtube.com/watch?v=DoTjrGEcVxQ
“Saul malinconico è trastullato per mezzo della Musica”
« 1Samuele 16, 21-23
Davide giunse da Saul e cominciò a stare alla sua presenza. Saul gli si affezionò molto e Davide divenne suo scudiero. E Saul mandò a dire a Iesse: «Rimanga Davide con me, perché ha trovato grazia ai miei occhi».
Quando dunque lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui.»
Ecco, mi son detto, nella tua vita dovresti tentare di passare idealmente, pur in maniera parzialissima, dal ruolo di Saul a quello di Davide.. (Una parola! E poi, diciamocelo, malinconici o no, “trastullarsi per mezzo (dell’ascolto) della Musica”, è sempre una gran cosa.. Anche se farLa e trastullando gli altri e sé stessi, è davvero meraviglioso..) ]
Per Leonardo, che lo definì “medico” 🙂
“La grandezza di Borodin equamente si distribuisce tra la passione nella sperimentazione chimica e creatività musicale; l’opera “Il Principe Igor” ed il bellissimo poema sinfonico “Sulle Steppe dell’asia Centrale” richiamano le ballate, gli spazi e le suggestioni delle pianure siberiane…
Borodin fu un genio anche nella sua maggior passione, la chimica del periodo romantico, ma non voglio qui far doppioni: le informazioni su questo scienziato-compositore si leggono facilmente in rete in pochi secondi; voglio parlare invece di una reazione poco conosciuta, detta di Borodin-(Hunsdiecker).
Ho messo la parentesi perchè il primo scopritore di questa reazione fu proprio il nostro Porfirevic, mentre Heinz e Chiara Hunsdiecker l’hanno ripresa e generalizzata circa ottant’anni dopo..” :
http://blog.libero.it/paoloalbert/8334814.html
Ma per dar ragione a Leonardo:
“…Si iscrisse alla facoltà universitaria di medicina a San Pietroburgo… La sua vera passione però era la chimica sperimentale e quindi si trasferì a Heidelberg (in Germania) e successivamente a Pisa per continuare gli studi. Divenne medico eminente, professore universitario e scienziato di fama europea, anche se tutto il suo tempo libero -purtroppo molto poco- era dedicato alla musica.
Nel 1863 Borodin sposò la russa Ekaterina Protopopova, una brillante giovane pianista. Si conobbero in Germania e s’innamorarono in un viaggio insieme a Baden-Baden dove si fidanzarono. Ebbero tre figlie.” (wp)
Ma:
“La vita di Borodin fu piuttosto caotica e concitata: doveva sempre lottare contro la mancanza di tempo, correndo dal laboratorio per gli esperimenti chimici al pianoforte per comporre. Spesso non riusciva a completare i suoi lavori musicali per le date stabilite e doveva ricorrere all’aiuto di qualcuno dei suoi amici compositori.”
E
“Era figlio illegittimo del principe georgiano Luka Stepanovi? Gedianov, un luogotenente in pensione dell’esercito russo che faceva risalire la sua origine alla casa regnante dei Gedevanišvili dell’ex regno georgiano di Imeretia.
La madre, Evdokija Konstantinovna Antonova, era l’amante 24enne del principe. Poiché il padre naturale era sposato, fece dichiarare il bambino figlio del suo servo Porfiri Borodin, tuttavia, poco prima della sua morte, lo riconobbe come suo figlio.”
Non so quanto Wikipedia abbia ragione. Comunque uno così è un genio e basta.
[“Don’t be humble… you’re not that great.” -attribuita a Golda Meir.]
Per augurarvi davvero buona notte (davvero davvero) , vi dono questo:
http://www.youtube.com/watch?v=muJwN2gquns
Una bellissima interpretazione del gigantesco quanto profondo (in tutti i sensi) Boris Christoff di una celeberrima aria di Borodin, che ascoltai una decina d’anni fa e mi commosse subito, se non altro per il titolo (ignoro ancora oggi il testo) :
“??? ??????? ??????? ???????” (“Per i lidi del tuo paese lontano” ; testo di Pushkin)
Ora non ignoro più il testo!
Eccovelo (ed eccomelo, finalmente: grazie, internet!), in inglese:
“For the shores of your far homeland
You left this strange land;
Within this unforgettable hour, this hour of sadness,
I wept lingeringly before you.
My chilling hands
Tried to detain you;
Dreading the anguish of parting
My moan beseeched you not to go.
But you wrenched your lips away
From our bitter kisses;
From this country of gloomy exile
You bid me to another land.
You said: “On the day of our rendezvous
Under the ever-blue skies,
In the shade of olive trees,
Our kisses, my friend, will again re-unite us.”
But there, where the horizons
are radiant blue,
and the waters dream beneath the cliffs,
you fell into eternal slumber.
Your beauty, your suffering has
Disappeared into the grove;
The kiss of our rendezvous has also disappeared…
But I still await it: You promised it to me!”
[a text in Russian by Aleksandr Sergeyevich Pushkin (1799-1837) , no title, published 1830]
Quod erat demonstrandum : ultraromantico. [Roba da Chimici che amano.]
[In memoriam della libreria musicale (proprio davanti al Conservatorio) che a quanto pare sta chiudendo in questi giorni dopo anni e anni di onorato commercio (e in questo : “no grazie internet”.. Ma è la storia, e il mondo che cambia..) , dove comprai una introvabile raccolta di arie scelte di Borodin per voce e piano -fra cui quella sopra- .
A me piace comprare spartiti e prestarli o donarli a gente che sa come usarli, per allargare la “cultura” locale.. (Un Mecenate in trentaduesimo..)
Pur ambendo eseguirli un giorno (ma uno deve a volte trasportare le note, perché come ‘tessitura’ può essere troppo alta o bassa..: e gli odierni programmi di notazione musicale fan miracoli..) , intanto anni fa fotocopiai (impunemente, ma a fin di Alta Cultura) quel libro per uno studente russo del Conservatorio, Georgi, che avevo da poco ascoltato eseguire bene Mozart.. Non so se nei cinque anni intercorsi Georgi abbia eseguito una delle arie. Comunque, mi ringraziò, e, per darvi l’idea di cosa mi muovesse, sentitevi l’aria di cui sopra, eseguita per voce e pianoforte (come la sentii la prima volta in un cd) :
http://www.youtube.com/watch?v=rq-khhjhmmI
(bellissima, l’ambientazione deliziosamente post-sovietica.., ma c’è tutta “l’anima di un Popolo” .)
[ Qui la versione “più patinata” della medesima Russia che canta se stessa..:
http://www.youtube.com/watch?v=wpjFaUc56FE&NR=1
(Ci si deve commuovere, davanti a Musica simile.. – Sennò, quando?)
Notte notte notte . (Davvero Davvero Davvero.) ]
[Per godervi anche la dizione e, diciamo, la metrica:
http://www.recmusic.org/lieder/get_text.html?TextId=13027 😉 ]
Carissimo Syr (solo ora apprendo che il tuo nome è Stefano: bello, mi piace!)
Ho letto d’un fiato i tuoi interventi, tutti, in barba a quell’incipit il cui tempo non ti permetteva di articolare alcunché…eh eh eh…eppure…eh eh ehe ne avevi di cose da dire!! (troppo forte)!!
Ebbene, tutto quanto dicesti in seguito lo lessi d’un sol fiato [inceppandomi miseramente nelle “partiture” anglosassoni: su quel versante sono una capra!] Posto che ho sempre rilevato in te una certa originalità e singolarità che lasciava ben intuire una intelligenza assai fervida e fuori dal comune. Tutto pensavo della tua formazione tranne fosse scientifica. Ero straconvinta che fossi laureato in storia e letteratura e che la tua professione (strano eh) fosse “insegnante di conservatorio”. Ora tu dirai (?) e invece si! Con tutto quel po’ po’ di bagaglio musicale che palesi in questo blog credevo che alla fine avessi preso due piccioni con una fava: formazione umanistica=musica (!). Non so per quale anfratto delle mie meningi fosse passato un simile pensiero lo ignoro, ma ciò che ignoro ancor di più, e che mi sorprende assai, è :”come sia possibile che i due emisferi di materia grigia, distinti e strutturati in modo tale che ciascuno sia sviluppato e preposto ad un certo compito e null’altro possano convivere nel tuo cranio senza fare a pugni”. E se è vero che l’idealista cammina in punta di piedi e il materialista sui talloni, non so come tu faccia a cammini in entrambe i versi: scienziato e letterato, musico e poliglotta: un cervello a tutto tondo, poliedrico e “spaziale” che tutto rumina e tutto divora. Che dirti: mi affascini! (potete anche reggere la candela ma, sto facendo la corte a Syr) Io, sinceramente ti trovo sorprendente !! Anch’io rumino e scopro, alzo veli e mi infervoro dinnanzi al corso della storia e degli eventi, ma non so fare due più due: dei mie due lobi ne funziona solo uno, l’altro e “atrofico”, numericamente piatto!!! Come mi affascini Syr. Me tapina! Perché non ti ho incontrato qualche anno addietro!? Ti avrei fatto la corte in barba a colui che disse che “non serve a niente essere intelligenti. Sarebbe meglio essere biondi e belli”, mentre io preferisco di gran lunga l’uomo che mantiene la sua intelligenza a una temperatura indipendente dalla temperatura dell’ambiente in cui vive!
Ti dico questo affinché tu sappia che anche la sottoscritta ha un mucchio di rimpianti (non aver concluso un dottorato di ricerca ad esempio), oppure, non aver lottato sufficientemente per conservare la cattedra (altro rimpianto che mi fa rosicchiare i gomiti)..però alla fine…parafrasando Claudel
Ciao! Fantastico ragazzo…
scusa…mi è sfuggito l’invio prima di concludere..dicevo..parafrasando P.Clodel, che quando l’uomo tenta di immaginare il Paradiso in terra, il risultato immediato è un molto rispettabile inferno…ma, per chi ha fede… Dio solo basta, tutto il resto è noia!….
un bacio!
Mah.
Oggi ho incontrato per caso per strada un ragazzo che conobbi al liceo per via di un comune amico, che nel frattempo ha avuto più successo nella vita della somma di noi due sommati assieme elevati alla terza… “Piove sul bagnato”, mi ha detto, con in mano il suo basso elettrico e la sua custodia con qualche moneta, per strada… (Alludeva al fatto che l’amico comune fa soldi a palate con la musica, e la sua famiglia ne faceva, con la musica, anche se in maniera un pò differente..)
Lo ricordo talentuoso pianista jazz adolescente. Ora suona il basso per strada e nei locali, in duo con un chitarrista.
Oggi ho cantato i Vespri con un uomo che -dopo essere uscito dal seminario-mai riuscì a ottenere -la tesi pronta- la Licenza di Teologia -causa dissidi in commissione..
Oggi a cena dagli zii ho incontrato un amico di amici che accopagnava una sorella di amica mia loro vicina, il quale, brillante ingegnere di una multinazionale dell’elettronica delle telecomunicazioni, gira il mondo ma anche suona l’organo bene..
Di ciascuno ho un ricordo oggi:
la canzone che suonava il primo; il libricino tascabilissimo della Novena di Natale (in notazione moderna) stampato nel ’42, rilevato al secondo ; lo scambio velocissimo, inaspettato ed appagante di opinioni musicali col terzo, sull’uscio di casa quando la serata era finita. (“Conoscerai Rheinberger.. Conoscerai Zelenka…” non son scambi di opinioni musicali da tutti i giorni, specie se certi “”minori”” li si adora, e Zelenka lo si stava ascoltando solo poche ore prima per i fatti propri.. : la spontaneità con cui quell’uomo ha fatto quei due nomi , senza che la loro pronuncia venisse in alcun modo sollecitata da alcun discorso preparatorio -salvo “tu canti tanto, suonicchi, e conosci tanti organisti..”- ha dello sconvolgente..; gli ho setto: “è proprio vero che chi ‘se ne intende’ abbastanza, riconosce quali sono i ‘minori’, o meglio i ‘misconosciuti’ in maniera molto chiara e spontanea..”)
#1 – La canzone suonata per strada dal primo:
http://www.youtube.com/watch?v=ZxYGeTV6fCw
“The House Of The Rising Sun” -Animals
«The House of the Rising Sun è una canzone folk americana. Non si è a conoscenza di chi sia stato il compositore e, nel corso del tempo, ne sono state composte numerose versioni. L’arrangiamento fatto dagli inglesi The Animals, nel 1964, è generalmente considerato il più famoso ed è stato il numero uno in classifica sia negli Stati Uniti, sia nel Regno Unito.
The House of the Rising Sun ha come argomento una vita sfortunata ed è ambientata a New Orleans. L’espressione “House of the Rising Sun” (Casa del sole nascente) è un eufemismo per indicare una casa chiusa. Alcuni ritengono che la casa sia esistita realmente ed era presieduta da una maitresse di origini francesi chiamata Marianne Le Soleil Levant, dal cui cognome (o forse soprannome) sembra essere derivata la denominazione della casa.
Tra le ipotesi più accreditate c’è quella che la vuole situata proprio a New Orleans: la notizia del suo abbattimento, avvenuto nel 2007, ha trovato spazio nelle pagine di qualche quotidiano statunitense.
Del testo esistono due diverse versioni: una al maschile e una al femminile. Quella maschile parla di un ragazzo proveniente da una famiglia problematica e pentito di aver passato la sua vita nel peccato e nella infelicità frequentando la “Casa del sole Nascente”; quella femminile invece parla di una ragazza ravveduta di essere entrata nel giro della prostituzione e costretta a rimanere in quella casa per poter vivere.
La versione maschile è la più nota ed è quella riproposta dai The Animals, sebbene quasi tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere il testo al femminile quello originario. Fra i musicisti che hanno riproposto questa versione spiccano Bob Dylan e Joan Baez.»
#2 – Una messa in musica “moderna” dell’Antifona Maggiore “O Radix Jesse”, da parte di un autore tedesco, Peter Witte (*1955) , che sino a pochi minuti fa ignoravo completamente:
http://www.youtube.com/watch?v=BnNQMJjzpXc
(ne ha musicate anche altre, ma oggi al Vespro dell’Ottava c’era un’antifona che parlava della Radix Jesse che ha germinato…)
«Peter Witte studied classical guitar, singing and composition at the “Hochschule Westfalen Lippe, Institut Münster”, later musical science, music theory and ear-training in Osnabrück. Since 1988 he has been teaching music theory, ear-training, improvisation, musical history, composition and musical arrangement at various conservatoires. He is the leader of the “University Big Band” and the “University Jazz Choir” in Osnabrück and has appeared as a composer in both, Jazz and classical music. With his 12-piece-ensemble “Blasnost” he won several awards, and in 2007 he was the artistic director and composer of the “Jazz Art Ensemble Niedersachsen”. Especially in his numerous compositions for choir, he succeeds in connecting Jazz and classical elements into a harmonious unity, his particular strength being the extraordinary use of colourful harmonies.»
#3 – La Suite per Violino, Cello , e Organo, (che io, su due piedi, tirai fuori con entusiasmo come “Sonata per Violoncello e Organo ,… fantastica, incredibile…!” -venendo prontamente corretto dall’ingegnier musico, che disse “mi sa che c’è anche il violino” . Al che in contemporanea ci siam messi a canticchiarne l’incipit, trovandoci daccordo fra le risate..) di Joseph Gabriel Rheinberger (Vaduz, 1839 – Monaco di Baviera, 1901)
http://www.youtube.com/watch?v=5nDTC5_7c6k
[Già dopo un primo ascolto, capirete perché poi uno ne canta volentieri l’incipit: tremendamente melodioso e di un tardoromanticismo assolutamente sobrio e disciplinato..]
«Rheinberger fu un compositore prolifico. Le sue opere religiose comprendono dodici Messe (uno per doppio coro, tre per quattro voci a cappella, tre per voci femminili e organo, due per voci maschili e una per orchestra), un requiem, e uno Stabat Mater. Le altre opere annoverano parecchie opere, sinfonie, musica da camera e musica corale. Oggi è ricordato quasi esclusivamente per le sue composizioni per organo, elaborate e impegnative, che comprendono 2 concerti, 20 sonate, 22 trii, 12 meditazioni, 24 fughette e 36 pezzi solisti. Le sue sonate furono un tempo salutate come
« …indubbiamente il più valido apporto alla musica per organo dai tempi di Mendelssohn. Sono caratterizzate da un felice amalgama di moderno spirito romantico, di contrappunto magistrale e di stile organistico nobilitato. »
(J. Weston Nicholl) »
(da WP.)
# – Il Requiem per la maggior parte *in una tonalità maggiore* (anche il Dies Irae!) il primo che mi capita nelle orecchie in una vita, almeno a quanto ricordi- di Jan Dismas Zelenka, compositore ceco (Lou?ovice, 16 ottobre 1679 – Dresda, 23 dicembre 1745) (che ne ha composto almeno un altro, bellissimo, nell’usuale modo minore, catalogato ZWV45, mentre quello che ho scoperto tra martedì e mercoledì è il ZWV 46) :
(sentire per credere!)
http://www.youtube.com/watch?v=L4dhInKtXOk
«Compositore boemo stilisticamente affine a J.S. Bach, Zelenka viene dimenticato subito dopo la morte e solo nel corso del XIX secolo viene riscoperto in chiave nazionalistica.
Jan Dismas Zelenka nasce a Lounovice, vicino Praga. Deve la sua prima formazione musicale al padre Jirì, organista; successivamente studia presso il Collegio Clementino dei Gesuiti a Praga, si perfeziona poi a Vienna con J.J. Fux e in Italia con Antonio Lotti. Nel 1710 entra come violinista nell’orchestra di Dresda, città che nel corso degli anni lo vede attivo a corte come maestro della cappella di musica sacra e come compositore.
La produzione musicale di Zelenka comprende soprattutto musica sacra; sono presenti alcune cantate e mottetti, sei sonate per due oboi e fagotto, cinque capricci per archi e fiati. I suoi lavori, estremamente originali e inusuali per l’epoca, sono altamente espressivi; gli incastri polifonici, le progressioni, gli inseguimenti, rivelano un sapiente uso del contrappunto.
Morto Zelenka, le sue musiche vengono completamente ignorate per una sorta di ostracismo da parte dei musicisti della Corte di Dresda che, di conseguenza, ne hanno impedito la divulgazione; questo autore verrà gradatamente riscoperto dopo il 1825 grazie all’interesse del critico e teorico musicale F. Rochlitz, affascinato dalla bellezza e dalla ricchezza inventiva della sua musica sacra.»
(dal blog Diesisebemolle)
[Detto il “Bach Boemo”, e con un secondo nome “del Ladrone buono” , Zelenka
(1679-1745) è (visto che Domenico Scarlatti è coetaneo di Bach ed Handel, visto che Alessando Scarlatti è coetaneo di Johann Kuhnau) praticamente coetaneo di Antonio Vivaldi (1678 – 1741) . Zelenka è terribilmente sottostimanto dal grade pubblico.
Non si sa se fosse legato alla personalità di Zelenka, ma gli sbalzi di ‘umore’ (anche inaspettati) nelle sue composizioni, sono un loro tratto caratteristico. ]
Una sola cosa, per chi legge (maschi e femmine, grandi e piccini) : praticamente tutto ciò che scrivo, è legato ad uno spontaneo desiderio di condividere informazioni e conoscenze (nuove o meno) con altri esseri umani. Nulla di più.
[E i “grandi” uomini sono altri, non il sottoscritto: c’è gente che conosco con Dottorato di Matematica a Oxford e Diploma al Regio Conservatorio di Londra ; c’è gente qui in Italia con tre diplomi di Conservatorio e due Lauree… Per tutta una vita mi hanno frainteso come quello “che voleva parlare di scuola”, quando il mio era solo genuino entusiasmo per lo scoprire cose nuove.. “Che antipatico… Guarda come se la tira..” Dopo una vita così, si tollera di tutto, ma.. Ok, spero abbiate capito.
(E, come dice quella frase sarcasticissima attribuita a Golda Meir che ho più sopra inserito in inglese in un commento: “Non essere umile… : non sei così grande!”)
Davvero, non so che fare per non essere frainteso. Da una vita.
Comunque, grazie.]
“Nel salotto sgombrato erano accese le fiamme a gas delle lumiere, e sul camino le candele. Il pavimento era cosparso di talco, e gli allievi stavano silenziosi a semicerchio. Di là dalle portiere, però, nella stanza adiacente, madri e zie, sedute su sedie felpate, osservavano con l’occhialetto il signor Knaak, chinato in avanti, sollevare con due dita di ciascuna mano l’orlo della finanziera ed eseguire, molleggiandosi sulle gambe, le singole figure della mazurca. Se invece lui voleva sbalordire del tutto il suo pubblico, allora, senza motivo pressante, balzava di colpo da terra, piroettava le gambe, avvolgendole una nell’altra con rapidità sconvolta, gorgheggiando quasi con esse, per poi, con un tonfo attenuato, che però faceva tremare ogni cosa, tornarsene su questa terra…
Che scimmiotto inconcepibile, pensava Antonio Kröger in cuor suo. Eppure vedeva bene Inge Holm, l’allegra Inge, seguire spesso, con un sorriso estatico, le evoluzioni del signor Knaak, e non solo per tal motivo tutta quella padronanza fisica gli procurava, in fondo, qualcosa simile all’ammirazione. Com’erano calmi e imperturbabili gli occhi del signor Knaak! Non penetravano le cose fino al punto in cui diventan complicate e tristi; non conoscevano altro che d’esser scuri e belli. Ecco perché il suo portamento era così superbo! Stupidi si doveva essere, certo, per saper incedere come lui; allora si poteva aver l’amore, perché attraenti. Lo comprendeva così bene lui, che Inge, la bionda, la dolce Inge, guardasse il signor Knaak in quel modo. Ma proprio nessuna ragazza gli avrebbe mai rivolto uno sguardo simile?
O sì, era accaduto! Alla figlia dell’avvocato Vermehren, Magdalena, dalla bocca delicata e dagli occhi grandi, scuri, lustri, colmi di serietà e d’infatuazione. Ballando cadeva spesso per terra; ma al ballo delle dame andava ad invitarlo, sapeva che lui scriveva poesie, due volte l’aveva pregato di mostrargliele, e sovente lo guardava da lontano con il capo inclinato. Ma a che gli serviva? Lui, lui amava Inge Holm; la bionda, allegra Inge che certo lo disprezzava perché scriveva cose poetiche… la guardava, guardava quegli occhi azzurri, dal taglio sottile, pieni di felicità e di scherno, e si sentiva radicare in petto e ardere uno struggimento invidioso, un dolore acuto e pungente d’essere da lei respinto, a lei eternamente estraneo…”
Syr, ma che dici, tu sei fantastico! Lo sei davvero, non ti ho frainteso, credo di avere un po’ di discernimento, e se ti dico che ravviso in te una straordinaria intelligenza, dei semi di originalità non comuni devi credermi. Ti ringrazio per ciò che comunichi e apprezzo il tuo invito a deliziarci di tanta bella musica. Ascolta: io ho conosciuto persone tipo quelle da te descritte ma, spesso sono una grande delusione, fidati! persone le quali,malgado l’elevata cultura e il successo risultano arroganti, privi di grazia, di anima e del benché minimo senso dello stare al mondo, anche sotto l’aspetto puramente pratico! Ci si pone il dilemma se sia meglio vivere una vita piena, spesa nella ricerca del sapere, sempre più prigionieri della nostra crescente conoscenza, che ci apre gli occhi sulle multiple sfaccettature del nostro essere, o rimanere un po’ “estranei” [non dico ignoranti, non mi piace questa parole perché, come diceva il mio prof di filosofia” non si possiede mai la conoscenza in toto e malgrado si abbia in pugno l’intero scibile umano si può ignorare lo spirito di adattamento, la capacità di togliersi d’impaccio dinnanzi ad un lavabo ostruito: ergo, che si può essere colti e ignoranti allo stesso tempo e nello stesso momento” chiudo chiosa]] Forse il crinale tra l’essere colti o meno consiste nella capacità più o meno lucida di analizzare ciò che ci circonda, farsi un’idea e porsi domande di senso, contestualizzarsi circa l’ambiente in cui vive e a darsi un valore commisurato su una scala di misurazione soggettiva….questo penso! Ho conosciuto persone di elevata cultura,entrare nel pallone dinnanzi ad una lampo rotta, e cadere nella disperazione quando la giostra della vita e della fortuna ha rallentato la sua corsa. Ecco, credo non sia un discorso di lauree, ma di grandezza interiore, di equilibrio, maturità ,del saper stare al mondo, di essere una brava persona, e di posserede la capacità di ricominciare senza drammi, sempre, e comunque perchè la vita è un percorso fatto di continue sorprese e mutazioni e per me l’intelligenza consiste in una parola “spirito di adattamento” allora si che si è grandi e “colti” perchè si è “coltivato”, zappato, arato e raccolto il frutto della conoscenza che solo una vita vissuta in pienezza, malgrado i drammi e le sconfitte, riesce a dare! ….questo penso! Grazie Syr, bellissimo quel brano, bellissimo…da dove è tratto? Lo ignoro..chiedo lumi! sicché…
Jan Dismas Zelenka: magnifico!…Ecco vedi…come faccio a non ringraziarti?!
Il brano letterario è tratto dal “Tonio Kröger” di Thomas Mann. Lo lessi in Tedesco a più o meno l’età del protagonista nell’episodio descritto nel libro… E da quel momento non mi lasciò (volente o nolente) più quella classificazione di tipi (e destini) umani, giusta o sbagliata che sia, che opera Mann creando le contrapposte categorie
“Hans Hansen”/”Tonio Kröger” – “Inge Holm/Magdalena Vermehren”.
Oh, mi son detto: “Cerchiamo un ‘bis’ di Zelenka, magari profano, per Clodine.”
Sono andato su YouTube: ho digitato ‘Zelenka’: il primo risultato è stato il video (registrato quest’anno) di una (celeberrima) Sarabanda per violoncello di JSBach, eseguito da una tale Winona Zelenka. (Che ora scopro essere un pò più che “una tale”, a livello canadese.)
http://www.youtube.com/watch?v=HQx7i_0Ga0Y
Ma forse qualcuno -Fiorenza in primis- apprezzerà ciò che il caso ha messo assieme:
“Winona Zelenka plays J.S.Bach Cello Suite No. 2 Sarabande in concert at Glenn Gould Studio, Toronto, June 6th, 2010.”
😉
A volte il Caso commuove anche.
Ma il Caso suggerisce anche, se si vuole: a fianco del video con Bach, ecco il suggerimento di un brano eseguito dalla Zelenka, di un altro autore, che ho conosciuto da pochissimo…:
http://www.youtube.com/watch?v=qWs5uquOvbM
“Winona Zelenka Plays Cassado:
First movement “Preludio-Fantasia””
Un autore che volevo segnalare ai musicofili del blog già a inizio dicembre, subito dopo averlo ascoltato ad un bellissimo concerto di Mario Brunello… Ma poi. Beh, il caso ha fatto il resto, oggi.
“Gaspar Cassadó (Barcellona, 30 settembre 1897 – Madrid, 24 dicembre 1966) è stato un violoncellista e compositore spagnolo.
All’età di 5 anni cominciò a studiare musica con il padre Joaquin (compositore e organista) dimostrando una predilezione per il violoncello. A 7 anni si esibì in concerto per la prima volta a Barcellona, dopo di che andò a Parigi dove fu allievo di Pau Casals e conobbe Maurice Ravel e Manuel de Falla. Suonò con Alfredo Casella e Vines. Compose un oratorio e molta musica da camera, soprattutto per violoncello, tra cui spicca la celebre suite per violoncello solo. Dopo la prima guerra mondiale effettuò tournée in tutto il mondo suonando brani classici nonché dei più famosi compositori del periodo; come il Maestro Pau Casals, anche lui insegnò all’Accademia Musicale Chigiana di Siena.” (wp)
[Il Tempo è forse inesorabile a sgretolare e a cancellare, ma a volte -magari alleandosi col Caso- sistema i conti, e dà a ciascuno il suo (o almeno un piccolo grande risarcimento.) ]
In inglese c’è un’espressione “to make someone’s day” : “It made my day”.
A volte, se sei solo in una giornata grigia, e magari incavolato pure, e incontri un vecchio amico che ti racconta una facezia facendoti un pò ridere, o meglio, ricevi una lettera da una persona per te importante che ti scalda il cuore, o anche solo un saluto in ufficio al caffé con un bel sorriso: “ha fatto la tua giornata”. E’ quasi intraducibile: ‘mi basta per illuminare, redimere un giorno intero della vita in questa valle di lacrime’, si potrebbe dire..
Ebbene, il caso mi ha mandato il più bel video di violoncellista che suona (e che sia donna è un plus, in quanto le Violoncelliste son creature privilegiate nella loro metà del cielo) , che abbia mai avuto la grazia di vedere. ..E ne ho visti/e decine suonare dal vivo! Ma lì, per chi non va a concerti da camera ogni settimana, c’è lì tutto quel che basta a dire: “ho finalmente visto da vicino suonare un cellista.” E, credetemi, non è poco..
(w youtube)
Scrivere “W Youtube!” mi fa un pò sorridere. Per una banale assonanza.
Mio padre, bambino, durante la guerra, dormì da dalle suore, dove sua zia Rosalia era superiora. Le suore, invero un pò traumaticamente, svegliavano i bambini ogni mattina irrompendo nella stanza con un “Viva Gesù!” . E i bambini, ancora mezzi addormentati e intorpiditi rispondevano -magari sbadigliando : almeno così piace immaginarmeli- con un più o meno corale “..Che è sempre nei nostri cuori!”
-Comunque meglio che lo “Svegliaaaaa!” che molti anni dopo il pronipote di Madre Rosalia dovrà rifilare alla sei e trenta ai commilitoni, nella improbabile veste di “Caporale di giornata”..-
Approposito: grazie a YouTube ho potuto di recente rivedere una delle scene del cinema di tutti i tempi (recenti) che mi è più entrata nel cuore, e che altrimenti avrei rivisto con difficoltà:
http://www.youtube.com/watch?v=ybC8kEgCWas
[“Il barbiere di Siberia”
Un film di Nikita Mikhalkov. Con Richard Harris, Julia Ormond, Oleg Menshikov Titolo originale Sibirskij tsiryulnik. Avventura, durata 177 min. – Francia, Russia, Italia, Cecoslovacchia 1999. ]
(E’ una delle più belle metafore “della mia vita” -e di quella di moltissimi altri..- che abbia mai trovato in in film: sostituite “Mozart” con lo stesso Mozart, con “Bach”, con la “Liturgia” … Applicatelo anche a voi, per quel che vi è più caro, e che gli altri attorno non capiscono. Ma bisogna resistere. Testardamente, sinché almeno, imprecando, accettano, anche pur non condividendole a fondo, le tue -vitali- ragioni.)
[Ah, il film -costosissimo cimento mihailkoviano in tarda epoca di decandenza jelziniana- venne strocato dalla maggior parte dei critici, come una roboante quanto nostalgica autocelebrazione nazionalistica dei Russi. (Peché, la maggior parte dei film americani, mutatis mutandis, non lo sono? -chiusa parentesi). Il film sarà pure non riuscitissimo, ma ha momenti, anche solo come fotografia, di enorme impatto. Diamo ai Critici quello che è dei Critici, al Regista quel che è del Regista, e allo Spettatore quello che è dello Spettatore…]
Per chi capisce a sufficienza l’inglese (americano), l’audio originale della scena (anche nelle espressioni da trivio) è davvero impagabile.. :
http://www.youtube.com/watch?v=4UWzDGG-0ys
(La trama è intricata, però basti :
“…Andrei si innamora subito di Jane ma la sua condizione di militare gli impone rigidi comportamenti. Quando però il Generale gli chiede di leggere al posto suo la richiesta di matrimonio a Jane, Andrei cambia il testo e si dichiara. Riesce tuttavia a restare solo con Jane, che gli racconta la propria storia. Entrato in crisi, viene poi arrestato, condannato ai lavori forzati e inviato in Siberia. Là, tempo dopo, Jane cerca di raggiungerlo, ma capisce che ormai è tardi e che non le resta altro da fare che tornare in America. Qui nasce il figlio, che a sua volta si iscrive all’accademia militare ed è preso di mira per la sua passione per Mozart: anche il padre aveva partecipato come cantante alla messa in scena del “Le nozze di Figaro”…” )
(Gli ultimi trenta secondi del video in inglese, che con ci sono in quello doppiato in italiano, sono fortissimi..:)
Comunque, se avete apprezzato l’accenno al concerto n°23 che il cadetto russo-americano suona di notte allo scettico sergente istruttore per tentare di rendergli conto del suo viscerale attaccamento al “great composer” Mozart , eccovi una perla fra le perle (racchiusa in uno scrigno di leggenda) :
http://www.youtube.com/watch?v=6l0bsTNsnX0
(Maria Judina suona Mozart Concerto No. 23 K. 488 in La Maggiore
2. Adagio
registrazione del 1943)
“Nel 1943 Stalin ascolta alla radio il Concerto K 488 di Mozart eseguito dal vivo dalla Judina. Ne resta così colpito da chiederne immediatamente il disco. Ma il disco non esiste perché si tratta di una diretta, effettuata negli studi della radio di Mosca. Non è il caso di perdere tempo in spiegazioni: la Judina è convocata d’urgenza, l’orchestra è pronta, due direttori declinano l’invito, solo un terzo accetta, in una notte la registrazione è fatta, il disco confezionato in pochi esemplari e recapitato all’illustre ammiratore.
Stalin è generoso, fa avere alla Judina ventimila rubli, una cifra strepitosa per l’epoca. Con un gesto folle, li rifiuta: «La ringrazio. Pregherò giorno e notte per Lei e chiederò al Signore che perdoni i Suoi gravi peccati contro il popolo e la nazione. Dio è misericordioso, La perdonerà. I soldi li devolverò per i restauri della chiesa in cui vado».
Ancora una volta, non le viene torto un capello. Sale spontaneamente alla bocca la parola “miracolo”. Alla morte di Stalin, sul grammofono del dittatore, c’è quel disco della Judina. ”
(dall’articolo “MARIJA JUDINA/ La pianista che commosse Stalin”, di Enrico Raggi
Il Sussidiario di lunedì 30 marzo 2009 )
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=15235
“«Suonare per me è un avvenimento interiore», testimonia la giovane Judina, donna inquieta, inappagata, sempre in ricerca. «Non m’interessano la fama o la tranquillità. Al centro della mia vita c’è la ricerca della verità. Devo inoltrarmi nella mia vocazione, alla ricerca di un’illuminazione che mi sorprenderà», riassume. Questa sua tormentosa indagine approderà finalmente alla Fede. A vent’anni si fa battezzare nella Chiesa ortodossa: «Conosco solo una strada che porta a Dio, l’arte». “
Forse ai critici, dodici anni fa, non è piaciuto l’eccessivo “bizantinismo” (slavofilo, zarofilo, ortodossofilo..) del film di Mihailkov.
Per ripagarli adeguatamente:
http://www.youtube.com/watch?v=pC23hZG2M60
(sottotitoli i Romeno)
Per ripagarLi ulterioremente. La medesima scena (o meglio, parte del video precedente) con Zar e Suoi Cadetti al Cremlino -con sottotitoli in Greco (moderno;) :
http://www.youtube.com/watch?v=Ljd2MLlkg6g .
(l’uccellino noncurante dei marziali stivali all’inizio, è carinissimo)
Certo, il tempo si potrebbe usare diversamente: come andare (ho vari abbonamenti e prepagati per più cinema) a vedere un qualunque filmone ‘blockbuster’ americano (o non americano) da due ore e più alla multisala più vicina… Il mattino ha l’oro in bocca, sì: oggi mi tengo il pomeriggio e la sera d’agento e di bronzo…
C.: “come diceva il mio prof di filosofia” non si possiede mai la conoscenza in toto e malgrado si abbia in pugno l’intero scibile umano si può ignorare lo spirito di adattamento, la capacità di togliersi d’impaccio dinnanzi ad un lavabo ostruito: ergo, che si può essere colti e ignoranti allo stesso tempo e nello stesso momento”
🙂
LAVABO
Du latin lavabo.
lavabo – masculin
1. (Religion) Prière que le prêtre dit en lavant ses doigts durant la messe, avant la consécration.
2. (Par métonymie) Vasque destinée aux ablutions du prêtre officiant.
3. (Ordinairement) Dispositif mobile garni d’une cuvette et d’un pot à eau ou d’une cuvette fixe, surmontée de robinets et dotée d’un trou d’évacuation d’eau et destinée à se laver.
* Un lavabo à deux vasques.
4. (Par métonymie) Pièce où est fixée cette sorte de cuvette.
5. (Par extension) (Souvent au pluriel) Cabinet d’aisances installés dans cette pièce ou à proximité.
* Il se rendit aux lavabos, en revint les mains nettes, les cheveux brossés, le regard éclairé d’une petite flamme. — (Francis Carco, Messieurs les vrais de vrai, 1927)
http://www.etimo.it/?term=lavabo
e…tra i trascendentali -che trovano ragion d’essere nell’ ” Esse Ipsum” ovvero nell’Ente Supremo, il Creatore, Colui che possiede tali proprietà- il vero, il buono, il bello si sperimenta in ogni forma darte, e non si tratta di una “archeologia concettuale”, ma, come direbbe Hans Urs von Balthasar “Verità , bontà e bellezza sono a tal punto proprietà trascendenti dell’essere che possono venir comprese solo l’una nell’altra e l’una mediante l’altra. Esse esibiscono nella loro comunione la prova per la profondità inesausta e per la ricchezza traboccante dell’essere…”…
Grazie Syr…io leggo tutto quello che scrivi..
venia: d’Arte..
Ma dovevo dare il bis di Zelenka!
Profanissimo: http://www.youtube.com/watch?v=qa78V3uEA3U
Jan Dismas Zelenka – Hipocondrie à 7 concertanti in A-major, ZWV 187
(Già uno che chiama una sua composizione “Hipocondrie” -a prescindere- è un grande..
E se apprezzerete quel non riuscire a inquadrare il suo costante cangiamento d’umore musicale -e magari la sua affinità a Bach nei momenti più rigorosi- , potrete dire che “vi piace Zelenka”.
E avrete un nuova Stella nella Via Lattea dei Musicisti (o un Santo nel loro Paradiso, se preferite).
(Scusate l’immagine ardita: ma se Bach fosse idealmente sulla Croce, senz’altro direbbe all’ ‘ipocondriaco’ collega Gian Disma :
„Amen, ich sage dir: Heute noch wirst du mit mir im Paradies sein.“
“Hodie mecum hodie mecum eris in Paradiso”) ]
E , SE , per caso il Requiem in re maggiore (btw: quello di Mozart è in re minore) e l’Ipocondria concertante non vi hanno appieno convinto della grandezza di quest’uomo misterioso (di cui credo non sopravviva neanche un ritratto ; e va bene che parte delle sue composizioni son sopravvissute all’olocausto non solo umano, ma anche artistico ed archivistico che fu il Bombardamento di Dresda, la sua Dresda..) , ecco, ascoltatevi il suo Miserere (il cui incipit ricorda non poco quello della Passione secondo Giovanni di Bach -la ricordate?) :
http://www.youtube.com/view_play_list?p=CB5FED2052EDE1E7
“Russkaya Conservatoria”
Nikolay Khondzinsky, cond.
Live in Jauza Palace 30 apr 2010
(ho creato una breve playlist in un mio profilo youtube, per farvelo sentire tutto d’un fiato…)
[La dimostrazione più lampante della grandezza del grande compositore -cattolico- boemo Jan Dismas Zelenka. Eseguita da dei giovani musicisti moscoviti ques’anno. Commovente. “Zelenka is a great composer!” –
(avrei voluto metterne un’altra, ma “per caso” ho trovato questa che… “tout se tient”;) ]
Auguro a tutti una buonissima giornata, serata (e forse anche nottata, se non ci si rivede.)
Il fine.
Amen.
[Ciao!]
Altro caso, altra caduta di cose che cadono insieme, altra coincidenza: questo post di Luigi che, “calamitato dalla bellezza delle parole di Benedetto”, ce le dona mettendo in evidenza, in primo piano, il tema del canto (“canto di coloro che amano”) e questa serie di interventi che si susseguono come un lungo canto e “invito a unirsi nel canto”.
Vorreste forse dire che non è un “caso” ma che sono le parole del post ad aver influenzato, “calamitato”, il modo di intervenire dei commentatori?
Liberissimi di pensare che non siamo liberi. Ma obbligati, anche, a considerare come la sovrana libertà espressiva ed inventiva di quell’omelia di Natale e quella del post con i successivi otto commenti/canto del suo autore e quella degli scritti/canto dei visitatori vengano, qui, luminosamentre, a coincidere.
Per gli splendori che ci hai donato, Syriacus, posso ringraziarti soltanto raccontandoti qualcosa di un libro che mi hanno regalato per Natale e che ho letto in questi giorni : è di Elisabeth Strout, titolo “Resta con me” (“Abide with me”). Tutto costruito, dall’inizio alla fine, su quell’ Inno, che a me pare bellissimo. “Come, Friend of sinners, thus abide with me”.
http://www.youtube.com/watch?v=cxqylxfYyQM
“Cantare amantis est”. “In quest’ora noi ci associamo pieni di gratitudine a questo cantare di tutti i secoli, che unisce cielo e terra, angeli e uomini”.
Grazie a tutti.
[Ma per Fiorenza, che mi ha fatto scoprire quel bellissimo canto-inno-corale (ho un debole anche per gli anthems anglicani e anglosassoni) di uno che ha scritto “the words to his poem while he lay dying from tuberculosis, and lived only three weeks after its completion.”
Un ‘church anthem’ cantato da iglesi in questo caso ma…:
http://www.youtube.com/watch?v=BXQuOQccCWA
“Jesus, wondrous king
and noble conqueror,
ineffable delight,
wholly to be desired,
remain with us, Lord,
dispel the darkness of our minds
and enlighten us with your light,
fill the world with your sweetness.”
🙂 ]
E, credimi, Florence, non è dell’ironia, era solo un pò di innocente sense of humour… (Quel brano l’ho cantato spesso a Messe, in rito antico soprattutto.)
Non è ironia anche perché ho letto il tuo commento tornato a casa (oltre che dal funerale di un ottimo sacerdote, che amava il rito antico e che avevo servito diverse volte) da un negozietto di dischi dove non andavo da anni, e dove ho preso una marea di roba (Beethoven Edition, Sinfonie tutte di Mahler, etc..) ma ho anche prenotato per gennaio due collezioni complete di Purcell , di cui posponevo da anni l’acquisto.. Ne avevo comprato a campione un cd di Church Anthems and Sevices e uno di Odes profane, ma dopo più di dieci anni, visto che edizioni molto economiche delle stesse non arrivavano, ho deciso di ordinare i due cofanetti completi a prezzo abbastanza più conveniente di singoli cd..
Sono della (costosa quanto ottimma e nobile) etichetta “Hyperion” .
Per darti un esempio di brano ‘sacro’ di Pucell, ecco uno che è proprio nell’unico cd (certo non l’unica mia fonte di conoscenza del Purcell sacro..) che da molti anni già possiedo di quell’edizione :
I will sing unto the Lord – Henry Purcell (1659 – 1695)
“Canterò inni al Signore finché vivo”
http://www.youtube.com/watch?v=EG-JpEZGIbc
“A fine example of Purcell’s full anthem composing. Most texts are biblical in nature and this is no exception. Taken from the book of Psalms.”
[Un gigantissimo coetaneo di Scarlatti Alessandro, e di Kuhnau, morto a 36]
“#
There? is nothing quite like the Anglican choral tradition – and this is a fine example? of it 🙂
5355vbxjbj76rvn 4 mesi fa
”
(Spero bene per Anglicanorum Coetibus nel Nuovo Anno..:)
E approposito: buon ‘Cambiodanno’ a tutti! ]
Non sapevo nulla di Marija Judina, Syriacus. Ora, improvvisamente, eccola che mi viene incontro in più luoghi, nel suo “scrigno di leggenda”. Stasera, per esempio, leggo quello che ha scritto Berlicche ieri nel suo blog, ed ecco, lei era là: http://berlicche.splinder.com/post/23795611/fa-che-siamo-liberi