Nel capitolo sul Discorso della montagna – quarto del volume su Gesù – papa Ratzinger conduce un lungo dialogo con “il grande erudito ebreo Jabob Neusner” autore di un volume intitolato Disputa immaginaria tra un rabbino e Gesù (Piemme 1996), facendone – si direbbe – l’interlocutore privilegiato dell’intera opera. Quel dialogo gli è occasione per esprime una comprensione fraterna dell’ebraismo di oggi e delle interpellanze che esso rivolge ai cristiani. Ecco qualche brano che meglio segnala questo atteggiamento:
Questa disputa (di Neusner con Gesù, ndr) mi ha aperto gli occhi sulla grandezza della parola di Gesù e sulla scelta di fronte alla quale ci pone il Vangelo. Così, in un paragrafo, desidero entrare anch’io da cristiano nella conversazione del rabbino con Gesù, per comprendere meglio, partendo da essa, ciò che è autenticamente ebraico e ciò che costituisce il mistero di Gesù (93);
Cerchiamo di riprendere l’essenziale di questo colloquio per conoscere meglio Gesù e comprendere più a fondo i nostri fratelli ebrei (130);
Alla cristianità farebbe bene guardare con rispetto a questa obbedienza di Israele (alla Torah, ndr) e così cogliere meglio i grandi imperativi del Decalogo, che essa deve tradurre nell’ambito della famiglia universale di Dio (150).
La ricerca di un atteggiamento fraterno con gli ebrei di oggi risuona anche in altre parti del volume. Ecco per esempio nel capitolo sul Padre nostro come viene commentata la norma ebraica che “non si pronunciasse” l’audodefinizione di Dio – “Io sono colui che sono” – “percepita nella parola YHWH”: “E pertanto non è corretto che nelle nuove traduzioni della Bibbia si scriva come un qualsiasi nome questo nome per Israele sempre misterioso e impronunciabile, riducendo così il mistero di Dio, del quale non esistono nè immagini nè nomi pronunciabili, all’ordinarietà di una comune storia delle religioni” (173).
Con piacere ho letto sull’Avvenire del 1° giugno che il rabbino Jacob Neusner ha dato un giudizio entusiasta del volume del papa: “Col suo Gesù di Nazaret le dispute ebraico-cristiane entrano in una nuova era“.
Ho conosciuto Neusner: mi è parsa una persona molto simpatica, e ruvida (simpatica perché ruvida, direi). Il papa ha proprio ragione nell’apprezzarlo tanto, non solo per il grandissimo studioso che è (una bibliografia da far paura!) ma soprattutto per la chiarezza di atteggiamento, che contrasta con tanti improbabili (o velleitari, o ambigui) embrassons nous tra ebrei e cristiani che si sentono oggi in giro. Trovo anch’io bellissima la sua reazione quando dice che con il libro del papa le DISPUTE EBRAICO-CRISTIANE entrano in una nuova era.