Benedetto ci ha portato tutti a Yad Vashem

“Io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un monumento e un nome… darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato” (Is 56,5). Questo passo tratto dal Libro del profeta Isaia offre le due semplici parole che esprimono in modo solenne il significato profondo di questo luogo venerato: yad – “memoriale”; shem – “nome”. Sono giunto qui per soffermarmi in silenzio davanti a questo monumento, eretto per onorare la memoria dei milioni di ebrei uccisi nell’orrenda tragedia della Shoah. Essi persero la propria vita, ma non perderanno mai i loro nomi: questi sono stabilmente incisi nei cuori dei loro cari, dei loro compagni di prigionia, e di quanti sono decisi a non permettere mai più che un simile orrore possa disonorare ancora l’umanità. I loro nomi, in particolare e soprattutto, sono incisi in modo indelebile nella memoria di Dio Onnipotente.
Così ha parlato Papa Benedetto a Yad Vashem oggi pomeriggio: è gran cosa che esista un cristiano che possa parlare a nome di tutti. Domani pregherà davanti al Muro Occidentale e nessuno di noi mancherà. Dopodomani visiteremo con lui un campo di profughi palestinesi. E come era bello essere con lui sabato sul Monte Nebo, quando ci ha invitati a invocare il Padre “perchè affretti la venuta del suo Regno”: davvero un’invocazione che conviene a tutti.

3 Comments

  1. Un pastore, il suo gregge. Le pecore che non sono del suo gregge, non ancora. Sì Luigi è bello, è davvero vangelo vivente. Grazie per la tua testimonianza.

    11 Maggio, 2009 - 22:26
  2. Grazie per quello che leggo, e per il cuore sincero

    11 Maggio, 2009 - 23:08
  3. marta09

    … Vangelo vivente e … Atti degli Apostoli di questi giorni!!!
    Speriamo che oggi abbiano tolto tutti i “sassi” intorno al Papa! 😀

    12 Maggio, 2009 - 11:55

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