L’impero cristiano, il papato mondano, il cristianesimo come chiave della civiltà sono le forme “sempre nuove” in cui nella storia si è “continuamente ripresentata” la tentazione di “assicurare la fede mediante il potere” che è la terza e ultima delle tre che Gesù respinge nel deserto – quando il diavolo gli offre il dominio del mondo – e che papa Benedetto tratta nel secondo capitolo del suo volume su Gesù. Vedi in particolare le pagine 61-67. Nell’ultima di queste pagine trova conclusione il forte ragionamento dell’autore su quale sia il vero apporto del cristianesimo alla storia dell’umanità, dal momento che dobbiamo fare “mea culpa” e riconoscere come forme della tentazione originaria ogni proiezione o riduzione della fede cristiana a grandezza mondana. Una conclusione centrale per l’autore e per i suoi lettori:
Qui sorge però la grande domanda che ci accompagnerà per tutto questo libro: ma che cosa ha portato Gesù veramente, se non ha portato la pace nel mondo, il benessere per tutti, un mondo migliore? Che cosa ha portato? La risposta è molto semplice: Dio. Ha portato Dio (…): ora noi conosciamo il suo volto, ora noi possiamo invocarlo (…) Solo la nostra durezza di cuore ci fa ritenere che ciò sia poco. Sì, il potere di Dio nel mondo è silenzioso, ma è il potere vero, duraturo. La causa di Dio sembra trovarsi continuamente in agonia. Ma si dimostra sempre come ciò che veramente permane e salva (67)
Sto avanzando,lentamente, passo dopo passo nella lettura di “Gesù di Nazaret”.
Il mio libro si sta riempiendo di “orecchiette ” in cima alle pagine, che stanno a segnalarmi passaggi che mi hanno colpito e so già sin d’ ora che quando passerò alla seconda lettura altri passaggi attireranno la mia attenzione!
Sono immersa oggi nel quinto capitolo” la preghiera del Signore”.
Mi tocca che Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, abbia sottolineato quanto sia difficile per molti, pronunciare la parola “padre” trovandovi consolazione e leggo: ” l`esperienza del padre è spesso o del tutto assente o offuscata dall`insufficenza dei padri”.
Effettivamente quante volte mi è stato detto non poter recitare il Padre Nostro ,la parola “padre” risuonando negativamente nel vissuto della persona.
Il Papa ci dice: ripartiamo da Gesù per imparare che cosa significhi “padre”.
Sono anche stata colpita dalla riflessione sulla parola” nostro” che il Papa definisce “impegnativa”, ed effettivamente mi ha illuminato sull` importanza di uscire dal`”recinto chiuso del nostro io”, dicendo “nostro” diciamo sì alla Chiesa vivente, preghiera personale e ecclesiale, che fa di noi una “famiglia al di là di ogni confine”!
E come non essere toccati dalla descrizione della nostra volontà come una forza di gravità che ci ” trascina sempre di nuovo lontano dalla volontà di Dio”, quando Egli “ci accoglie, ci attrae in alto verso di se, dentro di se” ?
Sì Santo Padre , io che mi domando sovente,”quale è la tua volontà Signore?”, recitando il Padre Nostro con questa terza domanda, domanderò che la volontà di Dio vinca la forza di gravità del mio egoismo, e mi renda degna “dell`altezza alla quale siamo chiamati” !
Il Papa aveva detto agli studenti di Pavia che il suo libro è impegnativo. È vero, vi sono dei passaggi in salita, non facili, , in questa prima lettura non mi soffermo, continuo, vi sono capitoli che si leggono più facilmente, altri più ardui, e sono solo al quinto capitolo!
Vorrei tanto poter leggere il libro in tedesco e invidio coloro che possono farlo, me ne parlano con un`ammirazione senza limiti per la finezza del pensiero del Papa che non è senza dubbio facile rendere in una traduzione!
E per la disobbediente un pò anarchica che sono , mi ricorderò che “la prima cosa, quella essenziale è il cuore docile,perchè sia Dio a regnare e non noi. Il regno di Dio viene attraverso il cuore docile perchè sia Dio a regnare e non noi”.
Luisa
…rettifico: “Il regno di Dio viene attraverso il cuore docile. Questa è la sua via. E per questo noi dobbiamo pregare sempre.”