Benedetto Castellini di Latina perde l’uso delle gambe nel 1998 – a 43 anni – per una lesione midollare causata da un intervento chirurgico per ernia dorsale. Insegnante di matematica e fisica nei licei, sposato, due figlie, è costretto a lasciare la scuola e muoversi con la sedia a rotelle, ma non si arrende e conquista con grande tenacia una sua autonomia di movimento. L’esperienza di tanta fatica ne ha fatto un lodatore del “prodigio” del corpo umano e della prudenza necessaria a proteggerlo. Vedi la sua storia nella pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, capitolo 4 REAZIONE ALL’HANDICAP.
Castellini: “Il prodigio di un piede avanti all’altro”
12 Comments
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Una storia di tenacia, fiducia e positività che ha tanto da dire.
Spesso mi lamento perché non riesco a fare tutto quello che vorrei e bene come lo vorrei, talvolta arrivo persino a imprecare…
Storie come questa fanno capire che basta un secondo, qualcosa che va storto e ci si può ritrovare in una tempesta tremenda, situazioni nelle quali ci si rende conto delle fortune cui non si è mai fatto caso, tesori scontati di cui non ci si accorge se non quando mancano.
Evviva Benedetto!
L’elogio della debolezza
…Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte» (2Cor 12,9-10).
http://www.monasterodibose.it/content/view/4080/26/lang,it/
quanto è forte la debolezza!!!!!
un caro pensiero a moralista,per la sua mamma
C’è una nota molto bella di quel bravo autore laico non credente, sarcastico e caustico al contempo che fu Ennio Flaiano il quale ebbe a condividere assieme a sua moglie Rosetta il dramma di una figlia cerebrolesa, Lelè. In alcuni suoi appunti illuminanti ,di struggente bellezza, che formeranno in seguito una raccolta dei suoi quaderni e vedranno la luce con il titolo di “cartevive”emerge tutto il suo dramma, la sua croce segreta. Ma ancora di più si rivelerà nei suoi scritti privati, pubblicati postumi, in quel grande romanzo che sarà “tempo di uccidere”. La sua disperazione di padre ferito, addolorato viene “tenuta a bada” da una forza indescrivibile che però macera dal di dentro. In questo contesto, Flaiano fantastica un ritorno di Cristo sulla terra. Questo ritorno così lungamente vagheggiato, atteso dalle masse, sarebbe accolto non come un ritorno a livello animico-spirituale ma come la panacea di tutti i mali fisici, come la salvazione dai dolori della carne. E tutti a invocare il miracolo, e chi lo urta a destra e chi a manca, il povero Gesù ritornato. Chi urla di qua chi tenta di toccarlo di la, ed ecco i media a darsi da fare per riprenderlo mentre fa ricrescere gli arti o ridona la vista ai ciechi, il tutto in una cornice sensazionalistica di grandissimo effetto. Uno scoup a tutto tondo il ritorno del Cristo sulla terra. Flaiano, il laico, il NON credente si avvicina a Lui, con in braccio questa bambina sgangherata, invalida, i due si guardano :
-anche tu qui!? Vuoi che la guarisca?-
-Voglio solo che Tu l’ami- fu la risposta.
Trovo questa frase di una grandezza incommensurabile…
Gesù la baciò e disse:
‘In verità, quest’uomo ha chiesto ciò che io posso dare.’ Così detto, sparì in una gloria di luce, lasciando la folla a commentare i suoi miracoli e i giornalisti a descriverli”.
@ Clodine
“Questo ritorno così lungamente vagheggiato, atteso dalle masse, sarebbe accolto …come la panacea di tutti i mali fisici, come la salvazione dai dolori della carne….”
E se fosse già tornato e non conoscendolo non lo riconoscono ?
I sogni, i sogni desideri dell’anima…..sono paragonabili al prosciutto sugli occhi della bella innamorata che non riesce a vedere la realtà, le differenze e le storture, così sposa l’innamorato e dopo 4 mesi è incinta e divorziata. Triste storia di milioni di giovani che hanno il prosciutto sugli occhi.
“ Esse hanno su di loro un re, l’angelo dell’abisso. Il suo nome in ebraico è Abaddon, ma in greco ha nome Apollion.” ( Rivelazione 9.11)
“E vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. Ed egli afferrò il dragone, l’originale serpente, che è il Diavolo e Satana, e lo legò per mille anni. E lo scagliò nell’abisso e chiuse e sigillò [questo] sopra di lui, affinché non sviasse più le nazioni.” ( Rivelazione 20.1-3)
Chi è Apollion ? Se non Colui che torna ?
“come avvenne ai giorni di Noè, così sarà anche ai giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, gli uomini si sposavano, le donne erano date in matrimonio, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e venne il diluvio e li distrusse tutti.” ( Luca 17.26-27)
”La stessa cosa avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà rivelato.” – “ Poiché come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo.” ( Matteo 24.37)
“Ricordate la moglie di Lot”. (17.32)
Non sarà un ritorno piacevole e gradito per molti.
La vicenda di Benedetto C. mette i brividi e parla al cuore. Una persona straordinaria; a parlarne si rischia di cadere nel retorico. Tanti patimenti sopportati oltre ogni umano limite significano, secondo me, che il Signore lo teneva per mano in ogni istante. Noi tutti dovremmo trarre insegnamento da un esempio così luminoso, ma sinceramente non so se io sarei in grado di accettare, con altrettanta rassegnazione, una sorte così ingrata. Certamente gli inviti che egli rivolge a tutti dalla lettura della sua esperienza, dovrebbero essere presi in considerazione, ma- si sa- gli esseri umani nella “normalità” difficilmente stanno attenti alle molte potenzialità del corpo in tutte la sue parti. Quando queste vengono indebolite o annullate dalle malattie o da qualche altro malanno, solo allora ci si riflette e si apprezza ciò che si è perduto. Se accade che avvenga il recupero, anche solo parziale, allora si sta molto più attenti di prima a non strapazzare il corpo e a dargli il valore che ha, purché non ci siano medici che facciano errori imperdonabili come spesso è accaduto.
Al di là di tutto, una considerazione: l’uomo è in grado di valutare e di vedere i doni a sua disposizione quando sta per perderli o già li ha perduti. Come dire che ne gode solo parzialmente. Non è una bella cosa. C’ è un vizio di fondo che ne limita la capacità di assaporare le bellezze della vita.
Scusate se mi permetto di ricordare che oggi 15 luglio si festeggia San Bonaventura da Bagnoregio, grandissimo teologo, alla pari di San Tommaso , e molto amato dal Papa BenedettoXVI
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2010/documents/hf_ben-xvi_aud_20100303_it.html
A chi si chiamasse Bonaventura..(, penso tantissimi 😉 ) auguri!
MC
nella biografia di san Bonaventura si legge che “fu colpito da una malattia
mortale e neppure il padre , medico, riusciva a guarirlo”
mi metto nei piedi di questo povero padre, essendo medico anch’io. Che disperazione deve essere dover ammettere che con tutta la nostra scienza e tutta la nostra buona volontà non riusciamo a cambiare il destino dei nostri cari!
San Bonaventura fu risanato da un miracolo di San Francesco, non dalla scienza di suo padre medico.Ben poca scienza, certo a quei tempi !!, ma ancor oggi, anche se ci sentiamo così orgogliosi e arroganti, così sicuri di noi stessi ( mi vengono in mente le parole di Don Verzè che voleva estendere la vita umana fino a 150 anni e ora sta annegando nei debiti ).
Non l’arroganza di chi usa ed abusa del suo corpo, certo di averlo in proprio potere, ma l’umiltà di chi ha conosciuto la malattia come Benedetto Castellini, può compiere il prodigio, il miracolo: la salute è uno stato in cui il corpo e l’anima , indissolubilmente legati, trovano una loro armonia, un loro equilibrio, anche se a volte “sul filo del rasoio”
MC
L’unica arroganza è quella dei cosiddetti cattolici in politica.
Un’oscena e brutale violenza immorale che si rivela in leggi come la 40 o come la 2350 in discussione al Senato oppure nell’azione di personaggi come don Tarcisio Bertone.
Ogni giorno leggo i tuoi post.
Questo mi fa scorrere brividi lungo la schiena.
Nel 2000 sono rimasto a letto per 4 mesi con la schiena bloccata,
era la mia prima esperienza che mi rivelava cosa era un’ernia discale.
Uno dei motivi di crisi, fu che da allora non avrei potuto avere la più totale libertà
di movimento del mio corpo.
L’elettromiografia al Gemelli, mi tranquillizzo’ sulla non urgenza di un operazione,
già prescrittomi da un ortopedico.
Successive verifiche mi spiegarono che l’operazione all’ernia discale deve essere tenuta come ultima ratio.
Devo fare nuoto, sedute dal chiroterapeuta,
stare attento alle posizioni del corpo,
attento a non portare pesi superiori ai tre kili.
Il pensierio di evitare l’operazione,
mi fa essere sempre molto attendo ad ascoltare il mio corpo.
Nonostante la mi fede nel Risorto,
non reggo il dolore fisico,
non reggo le amputazioni,
non reggo tubi che mi escano dal corpo.
Ho una enorme fobia
per tutto ciò di artificiale si connetta con il corpo.
E’ uno dei motivi
per cui non accetto nel modo più assoluto
che altri debbano usarmi violenza
nel decidere sul mio corpo.
Gli altri possono propormi,
possono aiutarmi
con l’esempio,
con l’accompagnamento,
ma non possono violare la mia coscienza e la mia psiche.
Lo scorso anno sono stato operato per la prima volta in vita mia,
era da 10 anni che dovevo fare quell’operazione,
ma è grazie agli amici
che mi hanno aiutato ad arrivarci,
grazie alla psicologa che mi ha accompagnato fino al momento di partire per la sala operazioni.
Ma è stata una scelta ed un discernimento a cui sono arrivato io,
io, nella mia totale e sovrana libertà,
io, che ho cercato le leve necessarie per affrontare un’operazione.
Qualche hanno fà,
sentiii il caso di una donna che doveva avere un’amputazione per diabete,
si rifiutò,
dovette adare a nascondersi,
per poter morire in pace.
Questo a me ha fatto e continua a fare molto impressione.
Non mi viene garantita la libertà,
di vivere anche i miei blocchi emotivi,
nei confronti del mio corpo,
anche se a questo può conseguire la morte.
Questo è terribile,
è profondamente violento.
Arroganza è soprattutto quella di colui che smette di cercare la Verità perché crede di averla in tasca.
Da questa arroganza derivano tutte le altre.
Un grande “Fatto quotidiano di Vangelo” è anche di colui che per disgrazia o per anzianità perde definitivamente l’uso delle gambe o ogni altrà disabilità ed offre questa croce all’Onnipotente.
@ elsa.F
“Arroganza è soprattutto quella di colui che smette di cercare la Verità perché crede di averla in tasca.”
Se non ce l’avesse in tasca come potrebbe avere fede ?
E se continua a cercarla, come saprà se, quando e come la troverà se non la conosce e non sa dov’è ?
” Pilato chiese : “Che cos’è la verità ? ” ( Giovanni 18.36) – “Gesù disse : “Santificali per mezzo della verità; la tua parola è verità.” ( Giovanni 17.17)
La Sua parola è scritta, non c’è nulla da cercare, e la può tenere anche in tasca. E’ quella che da 2000 anni dice : “Voi, o uomini, io chiamo, e la mia voce è diretta ai figli degli uomini. O inesperti, comprendete l’accortezza; e voi stupidi, comprendete il cuore. Ascoltate, poiché parlo delle cose più importanti, e le mie labbra si aprono intorno alla rettitudine….Tutti i detti della mia bocca sono nella giustizia. Fra loro non c’è nulla di storto o di perverso. Sono tutti diritti per chi ha discernimento, e retti per quelli che trovano la conoscenza. Accettate la mia disciplina e non l’argento, e la conoscenza anziché l’oro scelto. Poiché la sapienza è migliore dei coralli, e tutti gli altri diletti stessi non si possono uguagliare ad essa. ( Proverbi 8.4-11)
Il segretario di Geremia (Baruc) era simile a lei sig. elsa.F ma il Dio gli disse: “Ecco, ciò che ho edificato demolisco, e ciò che ho piantato sradico, sì, tutto il paese stesso. Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare”’. “‘Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova’”.( Geremia 45.4-5)
Se anche la trovasse, come la riconoscerebbe ? Non è arroganza è fede !