Il papa che improvvisa è sempre il migliore ed ecco Benedetto a un nuovo e vivace appuntamento in Cadore, con i preti di Belluno e Treviso, come già aveva fatto in più occasioni con quelli di Aosta, di Albano e di Roma. Sono conversazioni riprodotte come sempre dal Sito vaticano e da leggere per intero, perché solo così permettono di cogliere dal vivo l’attivissimo laboratorio mentale di papa Benedetto. Colgo i due punti a mio parere più vivi con questo e con un altro post che pubblicherò dopodomani e li riassumo con le parole audaci che ho messo a titolo di questo e con quelle addirittura spericolate che costituiranno il prossimo titolo: “Imparare il vero trionfalismo”. “In Brasile – ha detto ieri Benedetto nella chiesa di Santa Giustina ad Auronzo di Cadore, in risposta a una domanda sul dopoconcilio – sono arrivato sapendo come si espandono le sette e come sembra un po’ sclerotizzata la Chiesa cattolica; ma una volta arrivato ho visto che quasi ogni giorno in Brasile nasce una nuova comunità religiosa, nasce un nuovo movimento, non solo crescono le sette. Cresce la Chiesa con nuove realtà piene di vitalità, non così da riempire le statistiche – questa è una speranza falsa, la statistica non è la nostra divinità – ma crescono negli animi e creano la gioia della fede, creano presenza del Vangelo, creano così anche vero sviluppo del mondo e della società”.
Benedetto: “La statistica non è la nostra divinità”
17 Comments
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Per chi gradisca un’idea veloce dei temi affrontati dal papa in risposta alle dieci domande dei sacerdoti, ecco qui una serie di rapide citazioni fuori contesto:
1. “Che cosa annunciamo noi? Annunciamo il Regno di Dio. Ma il Regno di Dio non è una lontana utopia di un mondo migliore, che forse si realizzerà tra 50 anni o chissà quando. Il Regno di Dio è Dio stesso, Dio avvicinatosi e divenuto vicinissimo in Cristo. Questo è il Regno di Dio: Dio stesso è vicino e dobbiamo noi avvicinarci a questo Dio che è vicino, perché si è fatto uomo, rimane uomo ed è sempre con noi nella sua Parola, nella Santissima Eucaristia e in tutti i credenti”.
2. “E’ importante anche questa umiltà, che riconosce i limiti delle nostre forze. Quanto non possiamo fare, deve fare il Signore”.
3. “Vivere, quindi, in prima linea l’amore del prossimo come espressione della nostra fede”.
4. “Lei mi sembra che abbia dato una precisa descrizione di una vita nella quale Dio non appare. In un primo momento sembra che non abbiamo bisogno di Dio, anzi che, senza Dio saremmo più liberi e il mondo sarebbe più ampio”.
5. “Il cristianesimo non è un pacchetto complicatissimo di tanti dogmi, così che nessuno può conoscerli tutti; non è cosa solo per accademici, che possono studiare queste cose, ma è cosa semplice: Dio c’è e Dio è vicino in Gesù Cristo”.
6. “Anche per me l’annuncio più confortante è sempre quello di vedere le famiglie cattoliche o le personalità cattoliche che sono penetrate dalla fede: risplende in loro realmente la presenza di Dio e arriva questa “acqua viva” della quale Lei ha parlato. Quindi l’annuncio fondamentale è proprio quello della vita stessa dei cristiani”.
7. “Dio non viene mai da solo, ma viene accompagnato e circondato dagli Angeli e dai Santi. Nella grande vetrata di San Pietro che raffigura lo Spirito Santo mi piace tanto il fatto che Dio è circondato da una folla di angeli e di esseri viventi, che sono espressione e emanazione – per così dire – dell’amore di Dio. Con Dio, con Cristo, con l’uomo che è Dio e con Dio che è uomo, arriva la Madonna. Questo è molto importante. Dio, il Signore, ha una Madre e nella Madre riconosciamo realmente la bontà materna di Dio”.
8. “E’ bello fare lo sport, io non sono un grande sportivo, ma magari andare in montagna mi piaceva quando ero ancora più giovane, adesso faccio solo camminate molto facili, ma sempre trovo molto bello camminare qui in questa bella terra che il Signore ci ha dato”.
9. “Essere veramente uomo ed ognuno secondo i suoi doni e secondo il suo carisma amare la terra e le belle cose che il Signore ci ha dato, ma essere anche grati perché sulla terra splende la luce di Dio, che dà splendore e bellezza a tutto il resto. Viviamo in questo senso gioiosamente la cattolicità”.
domenica ero a Lorenzago e parlando della bellezza delle dolomiti bellunesi il papa ha “vedo come realmente voi coltivate e custodite questo bel giardino di Dio, un vero paradiso” e a braccio ha detto: lo custodite bellissimamente…
in questi giorni le Dolomiti sono ancora più splendide, bellissimamente
anche per noi che le viviamo
un saluto
Grazie!
Anch’io penso che questi incontri con i preti (veri incontri!) siano tra le cose più preziose del ministero di Benedetto XVI. Forse sono troppo severo, ma ho l’impressione che la crisi del clero sia profonda e costituisca una delle cause fondamentali della crisi della chiesa oggi. Spero che da questi incontri almeno qualcuno tra i sacerdoti esca con il cuore toccato dal riaccadere dell’annuncio di Cristo.
Penso non sia un segreto per i fedeli di questo blog ,che io consideri Benedetto XVI un dono di Dio, ma mi sento di dire che in lui sento un`uomo di Dio.
Ieri ho stampato la trascrizione del suo incontro con il clero , l`ho letto, riletto…anche se non sono un prete.
Quando esco da quella lettura ancora una volta rimane in me l`impressione della forza della fede di Papa Benedetto , il suo radicamento così evidente in Cristo, quel suo parlarci della sofferenza legata all`amore, come in pochi oggi osano fare, la sua maniera così personale, oso dire creativa, di parlarci dei Comandamenti, il suo affetto per i sacerdoti, la sua semplicità.
Il suo rinviarci alla nostra responsabilità di essere pronti a dare ragione della speranza che è in noi, come se fossimo quei cristiani ,piccolissima minoranza.
Come ha descritto i “molteplici colori dell`unica luce di Dio e del Suo amore”,la verità che si esprime nella bellezza.
Ma ciò che ad ogni volta mi tocca, è come il santo Padre ci parla della Croce, dell`umiltà della Croce, la presenza del Crocifisso risorto.
Troppo spesso ho l`impressione che si metta in disparte, la Croce, il sacificio, la sofferenza, anche durante la Santa Liturgia,dove solo il banchetto del giovedì e la Risurrezione della domenica sono ricordati.
Quanto ancora sento delle persone scagliarsi contro la visione della sofferenza redentrice della Chiesa….ho ancora in mente le reazioni di certi preti qui a Ginevra dopo la morte di Welby.
Ringrazio Papa Benedetto per averci ricordato il senso della sofferenza e del dolore e che “solo se possiamo dare un senso al dolore e alla sofferenza può maturare la nostra vita”.
Papa Ratzinger E’ uomo di Dio, non c’è alcun dubbio. Uomo di fede profonda e profonda immersione mistica nel mistero di Cristo.
Concordo con Luigi: in questi incontri “a braccio” viene fuori moltissimo il Ratzinger più cordialmente pastore, attento all’essenziale e provvisto di visuale ampia ed equilibrata a un tempo. Del resto, essendo uomo del ragionamento, forse questi elenchi di “perle” non sono quegli che gli fanno più onore, ma questa è solo una valutazioncina personale.
Aggiungo su quanto dice Luisa che Chiesa deve giustamente proclamare la verità sulla vita, sulla morte e sulla sofferenza, che comprende chiaramente il no all’eutanasia. Dobbiamo però stare attenti a non giudicare la vita, la morte e la sofferenza degli altri. Negando a Piergiorgio Welby il funerale religioso – ma invitando a pregare per lui – la Chiesa ha compiuto un atto di prudenza pastorale, non ha in alcun modo anticipato il giudizio che è riservato a Dio.
È la nostra propria sofferenza che non dobbiamo giudicare ma cercare di accettare e in questo ci può essere di aiuto, anzi direi è essenziale, lo sguardo rivolto alla Croce . È questa visione che è rifiutata da molti,compresi anche da membri del clero che non osano passare questo messaggio trasmesso con grande umanità e fede da Papa Benedetto .
“La fede semplice del Papa teologo”.
Riprendo il titolo di un commento che ho letto oggi su “Il Giornale”…
Sentendo Papa Benedetto pronunciare un discorso, un’omelia, leggendo i suoi interventi e i suoi messaggi, mi dimentico spesso che quest’uomo è stato (ed è tutt’ora) un grande teologo…eppure riesce ad arrivare a me, a farmi capire, a non lasciarmi indirefferente…e sono un semplice ragazzo che non si è ancora diplomato… 🙂
Ciao a tutti.
La conversazione del Papa con i parroci cadorini è un’altra perla preziosissima del suo magistero,come l’incontro con i seminaristi,con i parroci romani,valdostani,albani,con i bambini della prima comunione e con i ragazzi di Roma.
Mi piace molto quando Benedetto parla a braccio(lo fa molto spesso,anche alle udienze)perchè riesce a rendere concetti difficili in parole semplici.Ricordate quando spiegò ai bimbi che Gesù è presente nell’eucarestia anche se non vediamo?Ci sono tante cose che noi non vediamo eppure esistono e sono essenziali:la ragione,l’intelligenza,anche la corrente elettrica.
La Chiesa attraversa una profonda crisi che dura da qualche decennio.Ho la sensazione che molti fedeli si fidino del Papa ma non dei sacerdoti.Questo è sbagliato perchè la Chiesa siamo tutti noi.Spero che queste perle del Papa possano aiutare tutti,sacerdoti e fedeli,a riscoprire la gioia e la bellezza del Cristianesimo.
Saluti MG
Oggi formare i preti è veramente difficile … le attese e le speranze, le gioie e i dolori, della nostra umanità chiedono e necessitano di preti veramente adeguati alle misure del regno di Dio e alle misure della famiglia umana… sono le misure di Cristo, le misure della croce, le misure piene del dono e le misure vuote del sepolcro, svuotato dalla risurrezione; il Seminario dovrebbe essere questo luogo pasquale dello svuotamento (Kenosi) e del nuovo riempimento (grazia e libertà), un processo pasquale che poi diventa permanente, diventa sequela, diventa storia, diventa ministero, diventa servizio. per favore accompagnate con la pegheira coloro i quali (fra cui io) hanno nella Chiesa il compito di formare i preti. Gesù resta nei Seminari per favore.
Maria Grazia, hai scritto uno dei tuoi commenti più belli. Grazie e complimenti!
Gianluca
Concordo con Gianluca!
Sono ritornato per caso nel posto del 17 Luglio (Esmet).
Un abbraccio a Syriacus. La fede e la speranza lo accompagnino in questo momento.
Un benvenuto a Livio e – ovviamente – buone Dolomiti! Luigi
Davvero sublime l’incontro di Benedetto XVI con i sacerdoti del Cadore. Alcune risposte toccano veramente il cuore e ci presentano quello che definerei un CATTOLICESIMO CONCRETO, UMANO, inteso come forte vicinanza di DIO all’uomo.
Un abbraccio e CONDOGLIANZE a Siryacus. IL Signore accolga nella Sua Gloria
il tuo caro papa’.
Grazie 🙂
Permettetemi di porgere le mie condoglianze a Syriacus.Un fortissimo abbraccio.
Saluti MG
Mi associo anch’io alle più sentite condoglianze per il nostro amico.
Mi unisco, in ritardo ma di vero cuore, alle condoglianze a Syriacus per la morte di suo padre. Sperimenterà, credo, che la morte del padre è uno degli avvenimenti fondamentali, e più dirompenti, nella vita di un uomo, ma anche che il colloquio col padre continua (anzi talvolta comincia) più profondo di prima.