Ho apprezzato, da cittadino europeo, la visita di Draghi, Macron, Scholz a Kiev. L’apprezzamento è totale per la visita, parziale per le parole. Vorrei poi che i tre annuncino anche una visita a Mosca: che chiedano a Putin di poterlo incontrare. Disapprovo il loro silenzio in direzione di Mosca. Nei primi tre commenti metto le mie riserve alle parole pronunciate dai tre, iniziando dal nostro premier.
Draghi dixit. Vogliamo che si fermino le atrocità e vogliamo la pace. Ma l’Ucraina deve difendersi se vogliamo la pace, e sarà l’Ucraina a scegliere la pace che vuole. Qualsiasi soluzione diplomatica non può prescindere dalla volontà di Kiev, da quello che ritiene accettabile per il suo popolo. Soltanto così possiamo costruire una pace che sia giusta e duratura.
Mio emendamento. Vogliamo che si fermino i combattimenti e che si vada al negoziato. Ma l’Ucraina deve difendersi per negoziare, e saranno le due parti a scegliere la pace che parrà a loro accettabile. Qualsiasi soluzione non può prescindere dalla volontà di Kiev, come non può trascurare i legittimi interessi di ambedue le parti. Soltanto così possiamo costruire una pace duratura.
Macron dixit. L’Ue vi sta accanto fino alla vittoria. Le modalità della pace non saranno decise che dall’Ucraina e dai loro rappresentanti. L’unico risultato auspicabile del conflitto è una vittoria militare ucraina o, a un certo punto, un negoziato perché ci sarà stato un cessate il fuoco, che potrebbe consentire un accordo tra Ucraina e Russia.
Mio emendamento. L’Ue vi starà accanto fino al raggiungimento della pace. Le modalità della pace non saranno decise che dall’Ucraina e dai loro rappresentanti. Il risultato auspicabile del conflitto non è una vittoria militare ma un negoziato, dopo un cessate il fuoco, che consenta un accordo in condizioni di pari dignità tra Ucraina e Russia.
Scholz dixit. Non vogliamo solo mostrare la nostra solidarietà, ma anche garantire che gli aiuti che organizziamo: finanziari, umanitari, ma anche per quanto riguarda le armi, continuino. Continueremo finché sarà necessario per la lotta per l’indipendenza dell’Ucraina. Le sanzioni contribuiscono alla possibilità che la Russia rinunci all’operazione e ritiri nuovamente le sue truppe. Perché questo è l’obiettivo.
Mio emendamento. Non vogliamo solo mostrare la nostra solidarietà, ma anche garantire che gli aiuti che organizziamo: finanziari, umanitari e militari continuino. Li porteremo avanti finché sarà necessario per arrivare a una reale negoziato. Le sanzioni contribuiscono a creare le condizioni perché la Russia fermi la sua ingiustificata invasione e accetti di trattare sul piano diplomatico la difesa dei propri legittimi interessi.
https://gpcentofanti.altervista.org/la-preghiera-in-maria-e-gesu/
Prima cosa per noi cristiani la preghiera.
Quali sarebbero “i propri legittimi interessi” della Russia?
Due principalmente: la condizione delle minoranze russofone che sono all’interno dell’Ucraina e la garanzia che in Ucraina la Nato non dislochi basi aeree e missilistiche di portata continentale.
E’ opinione comune tra gli analisti indipendenti che gli accordi di Minsk non siano stati attuati per quanto riguarda la tutela delle minoranze. Per avere un’idea della materia: https://it.wikipedia.org/wiki/Protocollo_di_Minsk_II – per l’approfondimento: https://www.dirittoconsenso.it/2022/03/23/gli-accordi-di-minsk/#:~:text=Gli%20Accordi%20di%20Minsk%20sono,e%20le%20autorit%C3%A0%20separatiste%20filorusse.
Per “la Nato che abbaia alla porta della Russia” è sufficiente il paragone con la crisi dei missili a Cuba nel 1962: l’Ucraina sta alla Russia come Cuba agli Usa. Si può aggiungere la reazione degli Usa e dell’Australia al recente allargamento militare della Cina nell’Oceano Pacifico [vedi la sottoscrizione tra Australia, Gran Bretagna e USA, il 15 settembre 2021, del nuovo patto di sicurezza trilaterale AUKUS].
Draghi ,Macron e Scholz non possono andare a Mosca perche’ non sono capi di governo estranei al conflitto contro la Russia . La Nato ,di cui facciamo parte, e’ alleata di Zelensky . Anche se non e’ stato ufficialmente dichiarato i paesi Nato sono in guerra contro Putin. Numerosi combattenti inglesi, francesi,americani ,addestratori dell’ esercito ucraino, sono stati trovati e fatti prigionieri dai russi nel territorio ucraino. Sappiamo che questa e’ l’ ennesima “guerra per procura” combattuta dagli Stati Uniti e dall’ Occidente.
Questa volta pero’ e’ piu’ complicato e non si sa più come finire questa inutile strage, senza che perdano la faccia ne’ la Nato ne’ Zelenskyj ne’ Putin.Come dice il professore Barbero ,eminente storico torinese, esistono poche regole nella storia , una di queste e’ mai fare guerra alla Russia perche’ per chi l’ ha fatto finisce sempre male.
Noi lo stiamo facendo. La Storia non insegna mai nulla.
Concordo pienamente con gli emendamenti suggeriti da Luigi, î quali, purtroppo, non hanno possibilità di essere accolti, posto che noi, fedeli alla adesione alla Nato, siamo alleati « di fatto « con la Ucraina e dunaue in guerra con la Russia. Guerra parziale sul terreno militare perché contribuiamo per il momento solo con l’invio di armi anche se nel futuro non è escluso l’invio ( o il’finanziamento ) di contractors ( mercenari ) che quelle armi le sappiano far funzionare. Geurra aspra sul terreno economico : sanzioni economiche pesanti da parte Nato e risposta sulle forniture di gas e di liberazione dei commerci alimentari. Una osservazione: tutti I giornali parlano di « ricatto russo « nei confronti dell’Italia per quanto riguarda la fornitura di gas. Fa un po’ sorridere. Cosa ci si poteva attendere di diverso a fronte di sanzioni portate avanti anche da noi? Sarebbe più proprio parlare di ‘reazione’ piuttosto che di ‘ricatto’
Con buona pace di Barbero e di chi lo cita, qui è la Russia a far guerra agli altri.
Vero che la storia non insegna nulla. Si profilano all’orizzonte gli errori già compiuti con Hitler nel 39.
D’accordo che ci si debba inventare qualcosa di nuovo. Sapendo che abbiamo di fronte un vecchio, anzi, vecchisimo copione.