“Bene-detto Bene-detto” gridavano ieri e stamattina i tedeschi al loro papa, così come avevano fatto i polacchi in maggio (vedi post del 27 maggio): gridavano cioè in italiano il nome del papa tedesco. “Le lingue nate dalla divisione di Babele possono aiutare al riavvicinamento”, avevo commentato allora, dal momento che anche il papa aveva scelto di parlare ai polacchi in italiano, per evitare loro il soprassalto emotivo di ricevere la benedizione nella lingua delle esecuzioni capitali della seconda guerra mondiale. Ma stavolta non c’è quella ragione geolinguistica, stavolta abbiamo solo una riprova che l’italiano – con i papi non italiani – è diventato come una seconda lingua della cattolicità, dopo il latino.
“Bene-detto Bene-detto” gridano i tedeschi
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