Becciu: qualche mia risposta ai visitatori

Il post dell’altro ieri sul cardinale Becciu invitato ai Concistori di fine mese (Concistoro per la nomina di nuovi cardinali sabato 27 agosto, Concistoro straordinario sulla riforma della Curia lunedì 29 e martedì 30 agosto) ha provocato vari commenti che contengono anche domande a me rivolte. Provo a rispondere seguendo l’ordine nel quale sono arrivati i commenti.

8 Comments

  1. Luigi Accattoli

    A Maria Cristina Venturi. Che il Papa non sbagli mai è un convincimento risibile quanto il suo contrario: che cioè il Papa sbagli sempre. Nello specifico, credo non abbia senso affermare che il Papa riabilita Becciu “prima dell’assoluzione nel processo”. La mia interpretazione dei fatti – che credo di aver esposto con chiarezza nell’articolo per il Corsera che riportavo in quel post – è che la riabilitazione del cardinale arriverà solo dopo e solo se ci sarà una sentenza che lo scagioni completamente dalle accuse che gli sono state rivolte. Aspettiamo dunque la sentenza.

    25 Agosto, 2022 - 22:31
  2. Luigi Accattoli

    Ad Andrea Paganini. Il punto è proprio quello che lei segnala della presunzione di innocenza. Già prima della telefonata a Becciu, in un’intervista del settembre del 2021 che citavo nell’articolo, Francesco aveva affermato che il criterio al quale improntava il suo atteggiamento verso il cardinale era quello della presunzione di innocenza: In base alla presunzione di innocenza “affettiva” – così il Papa si era espresso in quell’intervista – egli è andato a celebrare nell’appartamento del cardinale e ora l’ha invitato ai Concistori, ma essendoci un processo, la decisione ultima non potrà che essere presa in conformità alla sentenza che esso produrrà.

    25 Agosto, 2022 - 22:32
  3. Luigi Accattoli

    A Leonardo Lugaresi. Hai ragione ad affermare che essendo stata pubblica la sanzione, pubblica dovrà essere la riabilitazione. Secondo la mia interpretazione dei fatti, dovremmo attenderci che una volta che sarà pronunciata la sentenza, se questa sarà pienamente scagionante, il Papa reintegri Becciu nei diritti connessi al cardinalato. Ma non essendoci ancora la sentenza, i gesti di “benevolenza” non possono che essere parziali e presuntivi. Quanto invece alle ragioni della decisione presa dal Papa nel settembre del 2020 – argomento che non avevo trattato nell’articolo per il Corsera – io così le interpreto: essendo stato il cardinale Becciu il massimo responsabile di un affare “opaco” (questo aggettivo fu usato dal cardinale Parolin), segnalato da altre istanze vaticane come implicante varie decisioni e procedure irregolari, il Papa ha ritenuto che si dovesse procedere a una piena verifica giudiziale, senza fermarsi davanti alla dignità cardinalizia di uno dei dieci accusati (Becciu); e abbia anzi voluto che i diritti connessi a quella dignità fossero per il momento sospesi, in attesa della sentenza. Quanto alla mia opinione su tale decisione papale, vai al prossimo commento.

    25 Agosto, 2022 - 22:32
  4. Luigi Accattoli

    Mia opinione sulla decisione contro Becciu presa dal Papa nel 2020. Forse Francesco in quell’occasione – come in altre – è stato impulsivo. Di sicuro avrebbe potuto procedere con altre modalità e con una più adeguata comunicazione delle ragioni e delle intenzioni. Ma le ragioni e le intenzioni c’erano ed erano buone. Un processo su un affare opaco, comportante un enorme giro di denaro e il sospetto di comportamenti scorretti, coinvolgenti diverse personalità vaticane e in primis un cardinale di alto profilo, non avrebbe offerto certamente un buono spettacolo ai fedeli e al mondo. Forse un’autosospensione da parte del cardinale in attesa della sentenza avrebbe potuto costituire una via meglio rispondente alla situazione. Magari in futuro si farà così anche in Vaticano. La decisione brusca del Papa oltre che al suo brusco carattere mi pare riconducibile anche alla mancanza di analoghe decisioni precedenti: in passato i cardinali in Vaticano non erano passibili di giudizio. Quando si rompe un tabù magari si pecca per troppo di vigore.

    25 Agosto, 2022 - 22:33
  5. maria cristina venturi

    E’ la prima volta che trattare ingiustamente qualcuno ,sia pur esso un cardinale e pure antipatico, e metterlo alla porta prima che sia stato dimostrato colpevole e’ definito ” rompere un tabu ‘ con troppo vigore”
    Se i tabu’ da rompere sono questi, allora il futuro della Chiesa ci riservera’ un bel progresso : i malumori e gli scatti d’ ira dei papi, che si fanno giustizia da se’, al posto del diritto canonico e civile. Medioevo prossimo venturo.

    25 Agosto, 2022 - 22:58
  6. Non sono in grado di esprimere pareri ponderati su tale situazione. Mi pare che in generale la via sua crescere nella comunione, nell’obbedienza , nel buonsenso nella fede , in una sincera ricerca del vero personale e comunitaria, venendo liberati da schemi, risposte meccaniche di vario tipo… Qui posto un contributo ad una domanda stimolata dal vangelo di domenica scorsa (senza alcun riferimento al post di Luigi che non sia appunto quello di una sempre più autentica, ricerca del vero)
    https://gpcentofanti.altervista.org/perdono-o-pochi-si-salvano/

    26 Agosto, 2022 - 0:19
  7. Caro Accattoli,

    sono d’accordo con lei su questo punto: il Papa, ora, aspetta la sentenza, soprattutto per non dare l’impressione di assolvere una persona ancora sotto giudizio, anche se purtroppo due anni fa – molto probabilmente manipolato da una sofisticata macchinazione – ha punito Becciu prima ancora che venisse formulata un’accusa (figuriamoci una difesa!). Ciononostante immagino che il Papa sia al corrente che finora al processo le tesi dei PdG, per quanto violente, si sono rivelate del tutto infondate e inconsistenti.
    D’altra parte Parolin sbagliò all’epoca a definire quell’affare “opaco”. Soprattutto sbagliò a indicare Becciu come massimo responsabile, perché 1) chi si occupava degli investimenti era mons. Perlasca, 2) il superiore di Becciu era Parolin e 3) a quanto pare su quell’affare c’era “la firma” del Papa. Ma soprattutto per una ragione temporale: quando il palazzo di Londra venne acquistato – ciò che Parolin definì «un buon affare» (https://www.andreapaganini.ch/CASO_BECCIU_PALAZZO.html) – Becciu non era nemmeno più in Segreteria di Stato, la decisione non poteva quindi essere intestata a lui. Parrebbe che fu in realtà il cambiamento di broker – il passaggio da Mincione a Torzi (da Becciu mai nemmeno incontrato) – a far perdere i soldi di un affare di per sé promettente.
    La verità deve venire alla luce, è importante. Ma si potrà mai rimediare a un’ingiustizia come questa? Umanamente temo proprio di no. E il danno per la Chiesa è immenso, anche se è causato “solo” da una colossale calunnia.
    Con un cordiale saluto
    AP

    26 Agosto, 2022 - 6:15
  8. alphiton

    Mi domando perché alti prelati che dovrebbero avere come primo proposito quello della salvezza delle anime si gettino in operazioni finanziarie spericolate, nelle quali è facile scottarsi le mani, al di là delle buone intenzioni.

    Alberto Farina

    26 Agosto, 2022 - 8:37

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