Tra i commenti al post del 6 novembre [che trattava dei compaesani di Gesù che nel Vangelo di Marco, al capitolo sesto, sono scandalizzati dal “falegname” che agisce e parla come un profeta] sono venute drammatiche confessioni e proteste sulla difficoltà a credere a un Messia che patisce ogni sorta di sconfitte, fino alla Croce; e che risponde con il silenzio a ogni nostra invocazione. Conservo nel cuore confessioni e proteste e a esse mi unisco con una preghiera che svolgo nei primi cinque commenti e che intitolo “La beatitudine dello scandalo”.
“Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo”: qui ti voglio
10 Comments
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Signore che un giorno affermasti “beato è colui che non trova in me motivo di scandalo” (Luca 7, 23) ascolta per un attimo il mio disorientamento. La mandavi a dire – quella beatitudine – a Giovanni il Battezzatore, che era in carcere e forse cominciava a scandalizzarsi per la tua inerzia e a dubitare che tu fossi davvero l’Agnello di Dio che credeva di aver incontrato quel giorno della voce dal cielo, al fiume Giordano, mentre ora i suoi giorni erano tutti nel buio. Conosco persone che sono in quel buio e anche peggio: come faranno a non trovare motivo di scandalo nel tuo silenzio?
Signore tu fosti motivo di scandalo per i tuoi concittadini di Nazaret che ti conoscevano fin troppo bene e dunque era difficile per loro vederti come profeta [Marco 6, 3] ma lo fosti anche per gli scribi e i farisei e gli erodiani che non ti potevano accettare anche perché ti conoscevano appena [Matteo 15, 12]: io sono forse a metà in questa scala della conoscenza e anche a me risulta impegnativo respingere la tentazione di scandalizzarmi della tua perpetua richiesta d’avere fede nella tempesta.
Signore tu in vista della Passione avvertisti i discepoli che “tutti sarebbero restati scandalizzati” dal tuo modo non violento di reagire all’arresto e alla condanna [Marco 14, 26-29]: ma anche l’accettazione della Croce che tu poni a criterio della tua sequela scandalizza ogni giorno tanta umanità che pure cerca di esserti discepola. Puoi almeno gettarle – gettarci – uno sguardo come facesti quella notte con Pietro?
Tu dicesti un giorno a Pietro che ti era di scandalo perché non pensava “secondo Dio ma secondo gli uomini” [Matteo 16, 23]: dunque anche tu hai conosciuto non dirò lo scandalo di te stesso ma il rischio di quello scandalo, cioè della pietra d’inciampo che avrebbe potuto farti cadere: che aiuto darai a noi che quel rischio lo sperimentiamo ogni giorno?
Tu Signore ci hai mandato l’apostolo Paolo a insegnarci che è necessario a tutti vincere lo “scandalo della Croce” per farsi davvero tuoi discepoli [1 Corinti 1, 23]: noi ci siamo familiarizzati con quell’insegnamento, ma a ogni morte andiamo in turbamento e rischiamo di trovare in te un nuovo motivo di scandalo, ovvero un nuovo inciampo, una caduta, un naufragio della fede. Noi cerchiamo di credere alla più ardua delle tue beatitudini, quella rivolta a chi non si scandalizza dei tuoi incredibili comportamenti, ma tu aiuta la nostra fede scandalizzata. Amen
Nei vangeli pare di vedere la difficoltà per debolezza nel credere. “Credo, aiutami nella mia incredulità” (Mc 9,24 ma si veda tutta la pericope) e una chiusura di cuore consapevole e duratura per dare spazio al proprio potere, ai propri interessi. Anche questa seconda può in realtà non essere così consapevole e decisa fino in fondo e dunque può venire aiutata da Dio.
https://gpcentofanti.altervista.org/il-canto-che-sorprende/
Essere cristiani significa credere nel Risorto. La Festa cristiana per eccellenza e’la Pasqua. Gli ortodossi infatti amano piu’ rappresentare le icone della Resurrezione che quelle della Crocifissione, perche’ rimanendo fermi al Crocifisso senza pensare al Risorto si rischia di perdere di vista il nucleo fondamentale della nostra fede, e di cadere nel patetico e nel sentimentale.
Molti cattolici oggi sembrano o non credere proprio nella Resurrezione di Cristo ,diventata per loro un semplice modo di dire, un simbolo, non un fatto storico e reale, oppure anche se ci credono ritengono la Resurrezione meno importante della Croce, e parlano di un Dio impotente, fallito,sofferente, sconfitto, invece che di un Dio Luce Infinita che ha sconfitto la morte.
In questi cattolici lo scandalo per le sofferenze e la morte ha la meglio sulla semplice constatazione che se Cristo e’risorto anche noi risorgeremo, che la Morte e’stata sconfitta una volta per sempre. La Luce e’venuta nelle tenebre . Dio non ha mandato il suo Figlio con lo scopo di farlo soffrire ma con quello di farlo Risorgere,sconfiggendo cosi’la a morte! Nell’icona della Resurrezione si vede Cristo spaccare le porte degli inferi e trarne a viva forza Adamo ed Eva , i rappresentanti dell’umanita’, per portarli con se e liberarli dalla morte etrna.
Se non crediamo in questo ,dice S.Paolo che noi i cristiani siamo gli uomini piu’ da compiangere. Se infatti Cristo non e’risorto dai morti la nostra fede e’ vana e noi siamo dei miseri illusi . E questo vediamo oggi prendere piede : una disperazione, una disillusio, un nihilismo, che si fermano alla constatazione della ” Morte di Dio” del ” silenzio di Dio” , del fallimento di Cristo, del fallimento nostro , del trionfo del male ecc.
Ma chiunque si dica cristiano non puo’ accontentarsi di credere che il Falegname di Nazareth, cosi’deriso e disprezzato, non sia uscito realmente dalla tomba al terzo giorno e sieda nella Gloria, ma che sia marcito nella tomba, che il suo scheletro sia ancora al chiuso , che sia diventato ormai polvere ,e chel’ ultima parola di Dio non sia la Vita eterna ,ma la sofferenza.
Ma santa pace, Venturi, vedi di darti una svegliata.
Qui non si tratta di credere o no nella Risurrezione, lo vuoi capire? Si tratta di VIVERE la croce.
Il cosiddetto ” scandalo” nulla ha che dare con la disperazione, il nihilismo, e quelle quattro carabattole che ripeti come un mantra all’incontario.
Se qualcuno non crede, il problema non se lo pone.
Se io pensassi che Cristo fosse restato in una qualche tomba a imputridire, o sgraffignato cadavere da quattro esaltati che han messo su poi tutto l’ambaradan del cristianesimo, che problema avrei? Butterei tutto nello sciacquone, fine delle grane.
Non ci si incazza con il vuoto, santa pace.
Ma con qualcuno che c’è, a cui magari si è data, e per sempre- almeno si sarebbe voluto- la propria vita.
L’ eventuale ” scandalo”, l’ eventuale incazzatura, derivano PROPRIO dalla fede nella Risurrezione di Cristo.
Ringrazio Luigi per quanto ha scritto in precedenza.
Mi spiace di avere ” sporcato” la sua preghiera con un intervento d’altro tipo.
Ma , a pensarci bene, nemmeno poi tanto. Dai Salmi in giù, non è scritto da nessuna parte che la preghiera non possa anche frammischiarsi a toni da cui noi la teniamo pudicamente assai lontana. Anzi.
Quel che desidero dire, invece, è che la preghiera è dialogo, ed è relazione, come direbbe Teo. Dunque è il canale gisuto, l’unico, che possa funzionare.
Certo, con fatica grande e immane: perché è una relazione sbilanciata e , forzatamente,con linguaggi e tempi sfalsati e drammaticamente scoordinati. E il primo che ce lo fa capire, nei Vangeli, è proprio Gesù Cristo. Quella fatica immane, l’ha provata lui prima di noi. Ed era Dio.
Teniamocelo caro, il nostro Dio fratello.
Grazie, Luigi.
Il motivo di « scandalo « è la persistenza della sofferenza degli innocenti, la persistenza della sofferenza, la persistenza delle ingiustizie. Ma come , Gesù, non prometti la « salvezza « , non prometti una « terra nuova dove la giustizia avrà stabile dimora «? , e invece …eccoci qua ! È lo scandalo dei giudei che non riconoscono in Gesù di Nazaret, morto si una morte infame su di una croce, il Messia atteso. È lo scandalo della sofferenza che fa si che tante persone rinneghino il Padre.