La “Commissione europea per la democrazia” chiede alla Turchia di riconoscere lo status del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e il suo ruolo internazionale, come esso è stato definito sin dal VI secolo e come è da sempre riconosciuto dalla comunità internazionale. La stessa mozione chiede ad Ankara di riconoscere lo stato giuridico di tutte le minoranze religiose che vivono in Turchia. La commissione, detta “Commissione Venezia” dal nome della città dove s’è riunita l’altro ieri, fa parte del Consiglio d’Europa che riunisce 47 Stati, compresa la Turchia. Vedi qui un approfondimento. Batto le mani a questa decisione. Già abbiamo avuto iniziative analoghe – per l’attuazione del principio di reciprocità – da parte dell’Unione Europea e del Parlamento Europeo. Qualcosa dunque si muove. Vedi post del 2 marzo: LODO FRATTINI MA LO INVITO A FARE DI PIU’.
Batto le mani all’Europa che va in aiuto di Bartolomeo I
16 Comments
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Anch0io plaudo alla richiesta.
«Lodo Frattini»
Io “lodo Alfano”, e più lo loderei se mandasse il gorilla in cassazione:
http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_16/gay-persona-reato-cassazione_c72cc02e-30fc-11df-bc31-00144f02aabe.shtml
Nel sistema totalitario che i giudici, giorno per giorno, stanno costruendo, tutto è reato.
L’ultimo rifugio dell’intelligenza è ormai il silenzio.
Sarebbe una buona idea, Leonardo.
Non condivido quella sentenza: secondo questa logica, coerentemente, anche dire “bigotto” o “secchione” a qualcuho sarebbe un’ingiuria da punire penalmente.
Ma creo che il “sstema totalitario” stia cercando di costruirlo Berlusconi con l’apporto di persone inqualificabili come Minzolini e con provvedimenti liberticidi come il divieto di parlare di politica sulla TV pubblica prima delle elezioni.
Concordo “in toto” con Raffaele.
Per tornare all’argomento proposto dal nostro ottimo padrone di casa, credo che l’iniziativa della “Commissione Venezia” sia meritoria e sacrosanta e penso anche che nessuna pur legittima “realpolitik” debba indurre l’Unione Europea a deflettere dal più rigoroso accertamento del rispetto, in Turchia, del principio di libertà religiosa e di tutela delle minoranze, ad esempio, cristiane (ma anche israelitiche, o d’altro culto), come requisito essenziale ed indispensabile per l’ammissione a pieno titolo della stessa Turchia nell’Unione Europea.
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Buona notte a tutti.
Roberto 55
Per una questione di rispetto, sine ira ac studio, della verità dei fatti: non esiste nessun provvedimento liberticida che vieti di parlare di politica in TV. Esiste una legge, fortissimamente voluta da Scalfaro (unicuique suum) che impone certe regole, dette di par condicio. La commissione di vigilanza, su proposta e impulso dei radicali (idem come sopra) ha deliberato di farne un’applicazione rigorosa. Sono i ducetti della TV (Santoro, Vespa, Floris e compagnia cantante) che non vogliono andare in onda con quelle regole.
Quelle regole sono stupide, quella legge è stupida (come quasi tutte le leggi che si fanno ora), ma mi pareva che i fanatici delle regole fossero proprio gli stessi che ora strillano (e che, tra l’altro, ne avranno gran beneficio elettorale).
In mancanza del fine giurista Mattlar, che ci ha lasciato, mi piacerebbe sapere da Roberto 55, che presumo lavori nell’ufficio legale di una grande impresa (indovinato?), che ne pensa del fatto che di due che eventualmente (mooolto eventualmente, perché qui di “fumus” ce n’è proprio pochino pochino, quello di una sigaretta ad essere generosi) se ne occupa la procura di Trani.
Una volta, quando studiacchiai un po’ di procedura, c’erano delle regole di competenza territoriale … ma eravamo ancora sotto lo Statuto albertino …
Seguendo da Roberto,
c’è un dovere civile dell’Europa di seguire ed accompagnare la Turchia,
verso una democrazia fatta del rispetto di tutte le opinioni e di tutte le fedi e di tutte le tradizioni.
Con tutto l’abbbaiare che si fa contro l’Europa, in questo continente, la libertà di pensiero, di azione, di parola, di fede, è assicurato,
e persino la querelle sul crocifisso fà parte della sana dialettica di un continente dove i popoli sono liberi, nonostante fondamentalisti tra i cattolici, evangelici etc.
Il Vicino Oriente con il Nord-Africa dall’Egitto, all’Algeria sono a rischio di una pericolosa deriva al potere del fondamentalismo islamico.
I fondamentalismi ideologici e religiosi portano sempre alla guerra. (Bush e i suoi evangalical contro il mondo islamico e viceversa…. Docet)
“Non condivido quella sentenza: secondo questa logica, coerentemente, anche dire “bigotto” o “secchione” a qualcuho sarebbe un’ingiuria da punire penalmente.”
Io penso, invece, che non sia così. “Bigotto” e “secchione” sono infatti termini che attengono al comportamento, mentre “gay”, “donna”, “negro”, “ebreo”, “zingaro”, per esempio, riguardano proprio l’essere di una persona. Usare tali parole per disprezzare un uomo significa, pertanto, calpestarne la dignità. D’altronde, a me non risulta che nessuno sia mai stato bruciato vivo o ammazzato col gas perché era secchione.
qualcosa mi sfugge in questi interventi…..
per caso
Bartolomeo I è gay ?
e nel caso fosse che c’entra con l’Europa che chiede alla Turchia di riconoscere lo status del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ?
O…
sta funzionando la disinformatia…. bulgara….?
Per Matteo,
credo che l’intervento di Raffaele e quello di Leopoldo si riferissero alla sentenza della Cassazione che ha condannato un tizio che aveva scritto in una lettera a un’altro tizio “sei un gay”, ritenendo la parola gay un insulto.
Anche fra gli stessi gay alcuni non hanno molto gradito la sentenza…
Il povero Bartolomeo I non c’entra nulla con tutta questa discussione ..
A meno che , fra un po’ di tempo, anche dire sei un Patriarca o sei un Cristiano venga vissuto come un insulto o una discriminazione come dire “sei una donna, sei un gay , sei un ebreo, sei un negro ecc. ecc.
allora si potrebbe proporre invece di dire patriarca ecumenico il titolo più politically correct di ” capo animatore religioso diversamente orientato”
🙂
Leopolodo sbagli, “gay” attiene al comportamento e non all’essere.
Mi accorgo ora che Leonardo (a proposito, indovinato ! Lavoro, effettivamente, nell’Ufficio Legale di una – grande – azienda privata italiana) ha avuto l’amabilità di chiedermi un parere sulle indagini attualmente condotte dalla Procura della Repubblica di Trani e che – come stiamo leggendo sui quotidiani di questi giorni – coinvolgono, tra gli altri, anche il Presidente del Consiglio.
Per la verità, Leo, non ho capito esattamente il tuo quesito, forse perchè non esattamente formulato (in caso contrario, ti prego di scusarmi e di chiarirmi meglio la domanda), ma mi pare, comunque, che riguardi la questione della competenza territoriale di quell’Autorità Giudiziaria.
Ad ogni modo, e posto che non credo d’aver – ahimè ! – studiato in anni molto più recenti dei tuoi, e che, poi, per esprimere una fondata opinione in argomento bisognerebbe aver acquisito cognizione degli atti (e non ci sono – giustamente – riusciti neppure gli ispettori ministeriali), posso, per quel poco che so e che ho inteso dai giornali, ipotizzare quanto segue.
La Procura della Repubblica di Trani ha, evidentemente, promosso azione penale ed attivato le relative indagini (e quindi, e come suol dirsi, “aperto un fascicolo”) per aver ricevuto notizia dell’eventuale commissione, nel territorio rientrante nella propria competenza, di reato (o di più reati): a quel che s’è capito, quest’indagine concernerebbe un giro di tassi usurai applicati a carte di credito.
Nell’ambito di tale attività istruttoria (“vulgo”: d’indagine), sono state disposte intercettazioni telefoniche, e qui la Magistratura è venuta ad imbattersi nell’ascolto delle conversazioni telefoniche di cui abbiamo letto, sulla stampa, svariati estratti.
Quale sia il collegamento tra l’indagine “originaria” e le telefonate dei vari Silvio Berlusconi, Innocenzi, Minzolini, Letta, etc., questo, ovvio, non è dato di sapere (almeno, a chi non possiede “talpe” nel Palazzo di Giustizia).
La Procura della Repubblica di Trani ha, ad ogni buon conto, ipotizzato che in tali conversazioni possano individuarsi fatti oggetto di reato e parrebbe, altresì (per rispondere alla – credo – tua domanda), che ritenga che tali reati siano, in qualche modo, “connessi” (in forza degli articoli 12 e seguenti del Codice di Procedura Penale) all’oggetto dell'”indagine – madre”.
Se così fosse (il problema è tutto là, e per scioglierlo, ripeto, bisogna conoscere gli atti), la decisione di trattenere l’indagine a Trani sarebbe corretta: diversamente, questo “filone d’inchiesta” andrebbe trasferito ad altra Procura della Repubbllica (immagino, in questo caso, quella di Roma).
Più di così non mi sentirei di dire (“incivile est, nisi tota lege – in questo caso, “tota acta” – perspecta, iudicare vel respondere”): spero, comunque, d’esserti stato chiaro.
A domani !
Roberto 55
Per Matteo: non ho mai detto che Bartlomeo I c’entrasse coi gay. Rispondevo semplicemente all’interventp di Lenardo che aveva postato un link alla sentenza della Cassazione.Ribadisco la mia opinione: i tribunali dovrebbero evitare di entrare nella sfera delle valutazioni sui comportamenti sessuali. Altrimenti sarebbe reato anche leggere il primo capitolo della lettera ai Romani, o dire che “la signra x è una escort”. Credo che non si debbano offendere le persone in quanto tali, ma che sa lecito criticare certi comportamenti sessuali in nome delle proprie convinzioni.
Rimane sempre il fatto,
come mai in questo post su Europa-Turchia-Bartolomeo I ?
Che ci azzeccano i froci?
Qualcuno ha delle fissazioni particolari,
anche quando si parla di Turchi o ortodossi,…..
in psichiatria,
le casualità non esistono.
se qualcuno le ha cacciate in questo contesto,
avrà pure una problematica che vorrebbe esplicitare…..
diversamente non si capisce con il post di Luigi,
a meno che mettere i finocchi di condimento ovunque,
a molti, da gusti molto intensi…..
in fondo,
la lingua batte sempre su quel dente….
e allora fate outing
come dicono i froci,
e mettetevi l’anima in pace,
e non ci mettete tutti sti finocchi in giro,
teneteveli sui vostri piatti di casa,
se proprio ci tenete.
Cantelmi mettici una parola tu !
“in psichiatria,
le casualità non esistono”.
Sinceramente non credevo di essere diventato un caso psichiatrico (e credo non lo sia neppure Leonardo, anche se dissento nettamente dalle sue valutazioni politiche).
Non ho la fissazione dei gay (attento, Matteo, se dici “froci” qualcuno prima o poi ti denuncia): dedico il 99,9 % del mio tempo ad altre questioni ben più rilevanti; e, ripeto, ho detto la mia solo dopo che un altro ha tirato in ballo la questione. Sono alcuni di loro che, non contenti di poter vivere la loro sessualità come credono (chi glielo impedisce?), pretendono un riconoscimento ufficiasle, un “timbro” dello Stato, magari costretto dalla solerte Corte di giustizia europea.
Caro Roberto, ti ringrazio della risposta e in particolare del brocardo finale. Anch’io me la ricordavo più o meno così, ma il punto a cui volevo arrivare è che è dura, ma proprio dura, ma dura dura dura sostenere la connessione delle telefonate romane di Berlusconi con l’indagine per la truffa sulle carte di credito in quel di Trani.
I magistrati, ammesso e non concesso che stessero intercettando lecitamente, non appena si fossero accorti di essere venuti a conoscenza di un possibile reato commesso a Roma e che nulla a a che fare con la loro inchiesta, invece di mettere in piedi tutto questo ambaradan, avrebbero dovuto immediatamente (nel senso di cinque minuti dopo) spogliarsi dell’indagine e inviare gli atti alla procura competente.
Ma oramai, in Italia, i magistrati fanno quello che vogliono.