“Non dobbiamo racchiuderci in troppi piagnistei sul cambiamento epocale” ha sentenziato il 16 giugno il cardinale Angelo Scola che forse è di centro. Da quattro anni abbondanti Papa Bergoglio che forse è di sinistra viene deprecando “il signore e la signora Piagnistei” che trova devoti più alla “dea lamentela” che a Cristo. Ma già nel 1994 Robert Hughes che forse era di destra aveva dichiarato guerra alla “Cultura del piagnisteo”. Tempi grami per i piagnoni.
“Basta con i piagnistei” sentenziò Angelo Scola
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E’ il mio “spillo” di questa settimana, pubblicato con il titolo “Abbasso i piagnistei” a pagina 3 dalla “Lettura” del Corsera che sarà in edicola fino a sabato. Per sapere che siano gli spilli, vedi il post del 9 luglio:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/accusa-er-papa-a-santuffizio/
Già nel 62, Roncalli assestò il primo colpo senza mezze misure ai frignoni, con il suo insuperato “profeti di sventura”, con cui gli sembrava di dovere “risolutamente” dissentire.
🙂
In questo senso ( e in molti altri, a pensarci bene ) non è cambiato granchè in oltre mezzo secolo.
L’istantanea, a rileggerla oggi, sembra scattata ora ora_
“….sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa.”
MA sono proprio loro!!!
🙂 🙂 🙂
Sì, sono proprio loro!!
Sono passati gli anni e loro continuano a non capire e a non sentire chi ha ( ha avuto) una mente ben più aperta della loro.
“Aperta” non significa accettare ogni licenza o permissivismo, come loro credono. Significa fare i conti con il tempo che passa e saper vedere che ogni età ha le sue specificità in cui Dio continua a farsi vedere e a rivelarsi.
Mentre loro Lo vogliono chiudere a doppia mandata nel castello di carta delle antiche Scritture e degli antichi documenti magisteriali.
Dio non si fa rinchiudere. Dio va cercato sempre nel PRESENTE di qualsiasi età perché ha sempre cose nuove da dire. Dio non vuole essere fossilizzato.
L’errore più grave dell’uomo, perché gravido di conseguenze deleterie, è chiudere Dio in una fissità che contraddice quel “IO SONO” che è il nome di Dio detto una volta per tutte a Mosè, e ripetuto da Gesù , che così rivelava il suo essere Dio.
E intanto i profeti di sventura avevano ragione!
L’auspicata “ventata d’aria fresca” , lasciò ben presto il posto al “fumo di Sanata”…
E infatti i profeti di sventura erano e restano i profeti di sventura intenti a gufeggiare. È il loro mestiere.
E “il fumo di Satana” è una barzelletta che fa solo ridere.
@Clodine-Claudia Leo: mai refuso fu più emblematico. «Sanata» invece di «Satana». Nulla di cui lamentarsi, dunque, se la questione è «sanata».
E’ vero, toh, un refuso! Ma il concetto non cambia, Roberto Russo che saluto cordialmente…magari, un refuso, potesse cambiare la realtà, e modificare gli eventi …
https://www.youtube.com/watch?v=0ij8y5bf9kM
Se volessimo fare una “Storia universale del Piagnisteo”, nel genere di Borges che scrisse la “Storia universale dell’infamia”, troveremmo che i piagnoni ci sono sempre stati e sempre sono stati malvisti , soprattutto dai potenti e dai governanti, tanto è vero che il cosiddetto “malcontento popolare” era temutissimo.Il popolo doveva essere mantenuto in allegria.
Nel Mistero Buffo di Dario Fo il popolino medioevale cantava:
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al Re
fa male al papa e ai cardinali
diventan tristi se noi piangiam…
e sempre allegri bisogna stare…
Il principe Amleto di Danimarca, un piagnone al cubo, finì piuttosto male.Se invece di piangere avesse danzato allegramente la gavotta, non ci sarebbe stata la tragedia di Shakespeare.
Ai tempi degli antichi romani gli imperatori si premunivavano che il popolino fosse allegro e contento , dando loro a pioggia “panem et circensem”. per fortuna i romani si accontentavano di poco: i giochi nel circo, qualche bel rogo di cristiani, i trionfi dei generali…un popolo gaio e sazio .
ma qualche piagnone c’era anche all’epoca, storici acidi e mai contenti come Tacito, filosofi guastafeste tipo Seneca, con le loro lamentele, ma bastava invitarli stoicamente a “suicidarsi” e loro stoicamente obbedivano!.
Nella Firenze del 500 i seguaci del Savonarola detti “piagnoni” erano sbeffeggiati dai gaudenti prelati della corte papale, finchè il Savonarola prese il potere e i grassi prelati guadenti dovettero darsela a gambe da Firenze presi a sassate dai piagnoni.
Non parliamo poi dei profeti ebrei, tipo Geremia, le cui lamentazioni veramente strazianti sono diventate proverbiali e infatti si parla di “geremiadi”. Smettila con queste geremiadi , dice il marito alla moglie che si lagne delle di lui mancanze. Quei piagnoni biblici i contemporanei li facevan fuori senz’altro, in genere lapidandoli.
Quindi i “piagnoni” non solo oggi vengono mal visti, ma da che mondo è mondo, sono sempre stati mal visti, e in tempi più grami di questi venivan fatti fuori . Oggi nella Chiesa vanno di moda i gai, con la i e i gay con la ipsilon.. La Cultura del Piagnisteo è sempre stata battuta dalla solita antichissim a arte del governare : “panem et circensem”
E invece “i piagnoni” sono dei martiri che andranno difilato in Paradiso.
Ma Dio dirà loro: perché piangevate sempre? Donde le continue lamentazioni vostre? Perché vedevate ovunque un delirio di sventure? A che pro gli auspici reiterati di castighi eterni per i vostri fratelli non gaudenti e però neanche piagnoni?
Eppure la vita è tanto bella, e voi, piangi piangi, non avete saputo godere del dono che io vi avevo fatto.
Dunque, voi non mi amavate come io vi amavo. Io ho sempre creato per amore e con amore, ma voi disprezzavate il mio amore.
Non siete degni di me. Continuate pure a piagnere, cari piagnoni miei, ma all’inferno. Via, lontano da me. Non vi conosco.
Andate là dove è pianto e stridor di denti. Quello è il luogo giusto giusto per voi.
“Ho visto un re”
Dario Fo.
Dai dai, conta su…ah be, sì be…
– Ho visto un re.
– Sa l’ha vist cus’è?
– Ha visto un re!
– Ah, beh; sì, beh.
– Un re che piangeva seduto sulla sella
piangeva tante lacrime, ma tante che
bagnava anche il cavallo!
– Povero re!
– E povero anche il cavallo!
– Ah, beh; sì, beh.
– È l’imperatore che gli ha portato via
un bel castello…
– Ohi che baloss!
– …di trentadue che lui ne ha.
– Povero re!
– E povero anche il cavallo!
– Ah, beh; sì, beh.
– Ho visto un vesc.
– Sa l’ha vist cus’è?
– Ha visto un vescovo!
– Ah, beh; sì, beh.
– Anche lui, lui, piangeva, faceva
un gran baccano, mordeva anche una mano.
– La mano di chi?
– La mano del sacrestano!
– Povero vescovo!
– E povero anche il sacrista!
– Ah, beh; sì, beh.
– è il cardinale che gli ha portato via
un’abbazia…
– Oh poer crist!
– …di trentadue che lui ne ha.
– Povero vescovo!
– E povero anche il sacrista!
– Ah, beh; sì, beh.
– Ho visto un ric.
– Sa l’ha vist cus’è?
– Ha visto un ricco! Un sciur!
– Ah, beh; sì, beh.
– Il tapino lacrimava su un calice di vino
ed ogni go-, ed ogni goccia andava…
– Deren’t al vin?
– Sì, che tutto l’annacquava!
– Pover tapin!
– E povero anche il vin!
– Ah, beh; sì, beh.
– Il vescovo, il re, l’imperatore
l’han mezzo rovinato
gli han portato via
tre case e un caseggiato
di trentadue che lui ne ha.
– Pover tapin!
– E povero anche il vin!
– Ah, beh; sì, beh.
– Ho vist un villan.
– Sa l’ha vist cus’è?
– Un contadino!
– Ah, beh; sì, beh.
– Il vescovo, il re, il ricco, l’imperatore,
persino il cardinale, l’han mezzo rovinato
gli han portato via:
la casa
il cascinale
la mucca
il violino
la scatola di scacchi
la radio a transistor
i dischi di Little Tony
la moglie!
– E po`, cus’è?
– Un figlio militare
gli hanno ammazzato anche il maiale…
– Pover purscel!
– Nel senso del maiale…
– Ah, beh; sì, beh.
– Ma lui no, lui, non piangeva, anzi: ridacchiava!
Ah! Ah! Ah!
– Sa l’è, matt?
– No!
– Il fatto è che noi villan…
Noi villan…
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!
( ….ma non mi pare che sia di Mistero Buffo, almeno non del testo originale.
Non faceva parte di ” Ci ragiono e ci canto?”
Cmq di Fo sicuro, ovvio, oltre che cantata benissimo pure da Jannacci.
Omaggi affettuosi ad entrambi)
🙂
Era certamente una canzone di contestazione contro il potere del ricco, dei signori, del clero. Degli anni 70 mi sembra o fine anni 60. Periodo della contestazione. Curioso che MCV la canti con tanta foga. Comincio a pensare che sia una donna con un fondo di anticlericalismo medioevoleggiante e pauperista. Sorprendente…
https://www.youtube.com/watch?v=SyJ2Jxf0fjk
versione “contaminata” , ma da riguardare con grande affetto,
🙂
Faccio eco a Leonardo Lugaresi
https://youtu.be/yjvZbblLvJI
Se poi volessimo scrivere la Storia universale del piagnisteo, sempre secondo il.genere borgesiano,( Borges scrisse oltre alla Storia universale dell’infamia, anche la Storia universale dell’eternita’) dovremo per forza parlare di piagnoni storici.Se per piagnisteo e piagnoni si intendono coloro che si lamentano e sono.pessimisti e non vedono che il bicchiere mezzo vuoto, e’indubbio che tra i piagnoni “storici” dovremmo catalogare due grandi geni dell’umanita’, Pascal e Leopardi.
Se il.conte Monaldo ,padre di Leopardi, fosse stato Bergoglio avrebbe scritto un cartello nella famosa biblioteca di Recanati:Vietato lamentarsi.
Il figliolo, se avesse obbedito, non avrebbe scritto le sue tristi e lamentose poesie.
Pascal.poi, come tutti i giansenisti, era un gran.piagnone.
Ma ci penso’Luigi XIV a radere al suolo Port Ro y al e l a sua accolita di piagnoni.
Certo al giorno d’oggi i piagnoni moderni sono meno.romantici e piu’della serie ” indignados”
Sono.piagnoni per lo.piu’arrabbiati neri.Non basta ,temo, dire vietato l amentatsi. MOLTI sono veramente incaz….ti piu’che l amentosi. Difficile sedarli anche con dosi massicce di ottimismo d’ufficio.
Certa gente ha la mente così aperta che ha perso il cervello e nemmeno se n’è accorta.
Rimanendo nella milanesità da cui il post è partito, i vecchi parroci ambrosiani erano assai meravigliati di vedere l’arcivescovo Montini andare a letto alle ore in cui il predecessore Schuster era solito alzarsi. Ma mai nessuno dubitò che ognuno dei due pregasse e dormisse il giusto. E’ stato così anche per il cardinal Scola, centrista.
Forse per questo anche il saggio giudizio riportato è in linea con la sua capacità di “vedere e prevedere lo sviluppo della società” che gli ha riconosciuto molto recentemente il filosofo Cacciari – di sinistra – suo estimatore. Forse la concretezza e la produttività (non solo economica) lombarda han rettificato in Scola nei suoi pochi anni milanesi la propensione, un tempo coltivata dal suo movimento spirituale, a giudicare tagliando netto “con spada affilata”.
E ben ha colto, sulla linea dei pre-cursori del futuro solidi di ferma fiducia nel Signore, chi ha richiamato papa Giovanni e il suo indimenticato discorso, di rara sapienza storica e di fede, dell’ 11 ottobre mattina 1962, che 50 anni dopo incantava ancora – insieme alla “sera della luna e della carezza” – papa Ratzinger, un bel po’ più disilluso rispetto ad allora.
Non credo che nella preparazione accurata di quel discorso giovanneo lo Spirito santo fosse a immanente portata di penna. Lo era né più né meno di quel che capita ad altri papi, prima e dopo Giovanni, alle prese con impegnativi proclami e con indicazione di prospettive importanti. Ma ritengo che, riguardo a quel discorso sulla medicina della misericordia e la presa di distanza dai profeti di sventura, il consenso generale dei credenti – non populista, ma dal profondo di tanti cuori – avesse e abbia ancora un senso nel patrimonio di fede della Chiesa; e valga almeno come i “santo subito”, immediatamente rispettati. Rimane vero che quel discorso giovanneo ispirato dallo Spirito – per fortuna ripreso oggi programmaticamente da Bergoglio – ha trovato, subito e in seguito, anche forte opposizione e cattivissimi contrasti. Perché sui profeti biblici e sul loro compito di orientare la storia e i suoi protagonisti è variegato anche il giudizio dei libri sacri, con i gruppi di pensiero succedutisi nei secoli e con i diversi redattori finali, singoli o di scuola.
Per superBiffi – sempre distanziato dalle opinioni generalizzate, quasi per investitura divina – “profeti di sventura” non significa profeti falsi, ma, più volte, profeti veri. Ma è difficile staccare dai grandi profeti dell’Antico Testamento (cioè dalla nostra piattaforma di credenti) le visioni messianiche di pace, di giustizia, le confluenze di popoli, i banchetti ospitali per tutte le genti, i cieli e le terre nuove, il riscatto morale dei poveri e degli umili, lo spirito nuovo che muove lingua e cuore di tutti, lo spirito che rinnova la faccia della terra. Come dire: non basta una quindicina o più di capitoli apocalittici e di pronostici luttuosi di Isaia, Geremia e Ezechiele per ridurre tutto il profetismo biblico e la nostra preistoria cristiana a una totale “geremiade piagnisteante”. Sta scritto, da un papa Giovanni di allora: “Saranno finiti i giorni del tuo lutto; il tuo popolo sarà tutto di giusti, per sempre avranno in possesso la terra, germogli della piantagione del Signore, lavoro delle sue mani per mostrare la sua gloria” (Isaia 60, 20-21). Altro che americanate televisive.
Sì, ma per i piagnoni o profeti di sventura è stato sempre più gratificante isolare e presentare agli altri le pagine bibliche dove compaiono i pronostici luttuosi, e, di conseguenza, mettere in ombra quelle che parlano di eventi lieti e gioiosi.
In loro prevale la filosofia del rigorismo che respinge sorrisi ed amore, quasi fossero “satanici”. Il rigorismo del dito puntato minacciosamente sui peccati dell’uomo, e additante il castigo eterno. Quello che paventa il naturale mutamento della vita, in cui avviene il cambiamento dei parametri su cui si è fondata, spesso erroneamente, la Chiesa del Cristo.
In realtà loro proiettano su Dio i caratteri della loro stessa personalità e vogliono inculcare negli altri un senso di colpa. Illusione vana. Da papa Giovanni in poi il linguaggio della Chiesa, ad opera dello Spirito, ha smussato, seppur lentamente e a fasi alterne, i toni inquietanti apocalittici che dovevano far tremare il popolo di Dio.
E lo sdegno lamentoso della cassandre di ogni tempo, lugubri profetesse di sventura, non varrà ad arrestare il lento cammino della Chiesa verso la terra in cui il Signore ha piantato i semi dell’Amore per vederli fruttificare a maggior gloria di Dio.
Spillo per spillo sui piagnoni e i profeti di sventura.
Gesù è notevolmente riservato: rifiuta ogni calcolo in merito alla fine dei tempi. La sua è una “buona Novella”. Allora perché, pur seducendo verrà rifiutato dalla maggioranza del popolo e anche dai capi politico-religiosi ?
Per un semplice motivo:
il regno da Lui annunciato non è terreno, fatto da mani d’uomo, non riguarda la potenza politica i beni materiali, ma la sovranità di Dio che suppone due semplici ed ineludibili cose : conversione e fede. E già qualcuno prima di Lui aveva gridato nel deserto “ravvedetevi e credete al Vangelo. Povero “profeta di sventura” quel Battista e quale infausta fine ebbe in sorte.
Vedete, nessun profeta è di sventura, e nessuno desidera esserlo. Anzi, proprio come Giona si vorrebbe fuggire dall’annunciare la sventura nella speranza che essa non giunga..
Penso a suor Lucia do Santos a Santa Maria Alacoque e a Faustina Kowalska, alla Vergine de La Salette, di Lourdes, de Le Tre Fontane, o San Pio da Pietrelcina il quale, all’annuncio dell’apertura del Concilio nella sua infallibile chiaroveggenza esclamò: “Che lo chiudano sùbito!” .
Si vorrebbe snaturare il ruolo del profeta perché la profezia spaventa, scuote dal placido sonno in cui siamo immersi, ma resta una pia illusione: lapidario il detto di Tommaso d’Aquino: «Egli muta decisione, ma non muta consiglio». La «dialettica della misericordia» esige una profezia falsificata, ma lo Spirito non soffia a comando d’uomo e guarda caso,tutte le sventure annunciate dai profeti e dalla Vergine, si son puntualmente abbattute sull’umanità con buona pace dei bontemponi e dell’ottimismo derisorio che presagiva auspicare nuove balsamiche stagioni, e lieti annunci ai bagliori del sol dell’avvenir…
certa gente ha la mente così chiusa che ha perso il cuore e nemmeno se n’è accorta.
cristina Vicquery
spillo per spillo:
sorvolando a piè pari gli “eventi lieti e gioiosi” che mal si coniugano con i tempi correnti – ” spes contra spem” – restiamo pur sempre figli della luce e figli del giorno; non della notte, né delle tenebre né vero?
. “Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo sobrii” (1Ts5;5)
Sono molti a pensare che Giovanni XXIII abbia emancipato la Chiesa: stretta stretta nella sua posizione di pura difesa a fronte della cultura vincente che, strattonando fuori la porta tutti i tesori teologici accumulati nei secoli, accettava il rischio del confronto. Ma, com’è nella natura delle cose ad ogni rischio corrisponde una sfida. Tra il rischio e la sfida, poi, c’è di mezzo la scommessa dall’esito sempre incerto quando non,addirittura, fatale. Certo è che l’aggiornamento, ancorato sui “radicali mutamenti storici”, ben presto assunse i caratteri del “mutamento”; la parola d’ordine specie in politica ecclesiale divenne ” modernizzazione” e così ci si mise al passo con i partiti e i governi in Europa, nel mondo fino a quel “patto scellerato” con il Cremlino.
In fondo la Chiesa è una realtà “viva” di questo mondo, intanto avrebbe dovuto mantenersi viva in quanto capace di corrispondere alle inarrestabili mutazioni della storia: ahhh! Ma che ventata d’aria fresca!
Una sola domanda. È un fatto che da qualche tempo a questa parte l’ira di Dio non venga più predicata, anche la “correzione” da parte di Dio- troppo simile a punizione – non viene considerata a fronte della predicazione di una misericordia molto “buonista”.
La domanda è ma questo nuovo atteggiamento ha prodotto un maggior fervore, un maggiore avvicinamento degli uomini a Dio? La,situazione della Chiesa, dal punto di vista della adesione degli uomini a essa, è migliorata ?
Che salto di mentalità, un salto mortale a doppia capriola in avanti da un passato che la teneva “prigioniera” la “soffocava”,la stritolava perbacco! La Sua struttura istituzionale e giuridica, secondo la nuova vulgata risentiva d’epoche lontane: cerimoniali Liturgici, papali (ma che schifo!) , la dottrina del primato petrino( che sciagura!) così vetusta, ancorata a basi storiche maturate in modo bolso nel corso dei secoli, superiamo suvvìa lo scarto col mondo! Concezione creaturale dell’uomo? Ridimensioniamo questa “antropologia teologica, così giurassica che cozza radicalmente con le filosofie moderne dalle elaborazioni antropologiche friccicarelle che fanno dell’uomo il protagonista unico del mondo e della storia e il PadreEterno? Questo “frignone” chi ci obbliga all’obbedienza: ma che ci lasci respirare una buona volta: ahhh! Ma che ventata d’aria pura!
Caro Beppe Zezza, ahinoi , la realtà è sotto i nostri occhi, e la viviamo ogni giorno: famiglie distrutte,unioni omosessuali,uteri in affitto, aborto, eutanasia, gioventù alla deriva, popoli che si riversano su altri in massa,persecuzione dei cristiani in medio oriente nel totale silenzio del mondo, mistatti storici in nome di una diabolica diplomazia; conversione ad altre religioni e quel “professa un solo battesimo” gettato alle ortiche. E’ questo oggi il grande fallimento cristiano : la svendita di Cristo Gesù al mondo e alle sue abominevoli teorie d’iniquità. Non è cristiano chi la domenica va a messa e voltato l’angolo rinnega e svende Cristo e se stesso al pensiero del mondo. Cristiano può dirsi chi rimane ancorato eternamente a Cristo e ne testimonia verità e autenticità con la propria vita…
Non solo piagnistei, anche Sacra Liturgia.
A Roma si e’svolto il VI Convegno Internazionale del Pellegrinaggio Summorum Pontificum per ricordare il Motu Proprio di Benedetto XVI, che dalla sua promulgazione, tanti frutti ha portato alla Chiesa.
Convegno pieno di partecipanti, monaci, preti, laici, giovani, suore venute addirittura dalla Lapponia.
Ha parlato il card. SARAH:non siete cristiani di serie b, ha detttto, non lasciatevi mettere negli scaffali ed etichettare come “tradizionalisti”, siete cattolici romani, la messa tridentina NON E’MAI Stata abolita!
Ieri ci sono stati i Vespri silenni celebrati da Mons.Gainswein in rappresentanza di papa Benedetto XVI ,oggi alla fine della Via Crucis il card. BURKEterra’una orazione funebre sul compianto catd. Caffarra
Il popolo di credenti che si oppone alla deriva modernista della Chiesa non e’un popolo di “piagnoni”come furbescamente qualcuno.vuol far credere, per screditarci, ne’tantomeno cattolici di serie B.
Guardate le foto del Convegno, l eggete gli interventi sul blog Messa in latino.
Vedrete facce giovani, liete e gioiose anche nella tribolazione!
La Sacra Liturgia sara’la vera, unica grazia che salvera’la Chiesa dallo sfacelo moderno:l’aria fresca non e’quella dell’incenso incessante dei turiferari bergogliani madi tanti giovani che partecipano alla Santa Messa V.O.,INGINOCCHIANDOSI davanti a Dio, a differenza degli attuali capi della Chiesa che si inginocciano solo davanti all’uomo.
Benedetto XVI profetizzo’che fra pochii anni i cattolici sarebbero stati in Europa non piu’che un “piccolo gregge”, una minoranza creativa. .Lasciamo.le grandi adunate oceaniche a chi si sente un grande laeder popolare, un capo carismatico e scambia il successo mondano con il vero carisma spirituale.
Rimaniamo uniti ,un piccolo gregge, che trattato dall’alto in basso e con disprezzo dai nuovi padroni deldiscorso, nel segreto e nel quotidiano continua a professare la vera fede.
Sottoscrivo Venturi..
Emblematica questa scena del film “l’avvocato del diavolo” che propongo, da ascoltare attentamente…
https://youtu.be/ikhirvu76hw
Leggendo quanto scrive il compagno Amigoni sembra quasi che ” l’arcivescovo Montini andare a letto alle ore in cui il predecessore Schuster ” si mettessero a mezzanotte a scrivere su internet polemizzando e intervenendo in modo sarcastico…
Liberi tutti di trascorrere il tempo come preferite (anche peccando, tanto Dio è misericordioso e i tempi sono cambiati), ma Vi prego: lasceteci almeno l’illusione di avere (e avere avuto) dei pastori che pregano per noi e per il compito loro affidato, per la Chiesa Cattolica e per la vocazione di sacerdoti e religiosi, cominciando dalla propria. Almeno questo.
Mala tempora currunt.
https://youtu.be/vk07ck0oqfw
Federico, pensa alle notti, alle preghiere e alle polemiche e interventi su internet tuoi(!!!!!!) che ne hai da vendere e da appendere.
Sentire Claudia Floris Leo che parla di ” primato petrino”, lei che ricopre di letame il papa, ( il presente e almeno i suoi due predecessori) di letame a capriccio senza averne la minimissima preparazione, autorità e motivo, è veramente roba da fare sganasciare tutti i tacchini e tacchinelle dell’universo mondo.
Si ripassasse un pochetto , oltre a tutto il resto che deve, il ” suo ” richiamato don Bosco, forse avrebbe più giovamento che a consumare chili di kleenex in lagrime e gramaglie….
🙂 ::
Si, Venturi, Benedetto ha certamente detto quello che tu riporti.
Con qualche evidente strabismo dei tuoi.
Non hai un buon paio di lenti sul naso?
Le adunate oceaniche hanno costellato il globo per vent’anni sotto papa Giovanni Paolo II, certo non sono state inventate nella detestabile era del Pampero, el Papa della Pampa.
E soprattutto, la ” vera fede”è QUELLA DELLA CHIESA CATTOLICA , non quella della prima ( o seconda o terza ) malpancista che insegue la ua diverticolite spirituale.
Resta sempre vero che , appena ci sitrova davanti uno/a che, in nome della Chiesa, dice altro rispetto alla Chiesa stessa, pernacchia libera e via.
🙂
Caro Beppe, una domanda sola anche da me.
Seguendo la passione per le etichette, siamo arrivati a quella di buonsita.
E siamo daccapo.
Lasciamo perdere, perché peonastico, Bergoglio di cui hai già più volte detto.
Buonisti pure Benedetto e Giovanni Paolo II?
Soprattutto : buonista pure Gesù Cristo?
Basta intendersi sui termini.
Che poi uno abbia nostalgia del ” Dies irae”, queto è un discorso altro.
Ecco qua, il deus ex machina con i suoi consueti interventi e insulti, pernacchie, e richiami ai “ripassini”. Povero Bergoglio quanti”Piccoli mostri” senza collo ha generato!
Hanno ragione i salesiani: tu ripassa,e non pensare ad altro.
Fidati della Chiesa e sfogati contro Cuffino vedrai che i tuoi problemi si risolvono.
🙂 🙂 🙂
E lascia in pace pure il povero Bergoglio, sai quel sgnore vestito di bianco che tu reputi NON essere il Papa: quella è una tua personale ossessione.
🙂
Se proprio devi, e non si sa perchè; riacchiappati a Benedetto,a GPII, a Paolo a GP1 a Paolo a Giovanni….sono tutti dalla stessa parte, e tu, e qualche raro malpancista, da tutta un’altra.
Vorrà forse dire qualcosina?
😉 😉 😉
Sottoscrivo Lorenzo.
I catastrofisti non hanno mai portato , con i loro occhiali neri come la pece, un minimo di bene nella Chiesa del Signore.
Hanno prodotto solo alti gemiti che si sono persi col vento come la pula.
Chiusi di mente e di cuore, non hanno capito la parola del Cristo travisando ad abundantiam il linguaggio dell’ Amore. Loro hanno paura perfino di pronunciarla questa parola.
Via da me, profeti di sventura, dirà loro un giorno il Dio dell’ Amore. Non vi conosco.
Il campione in bigottismo e cafoneria, che ogni tanto si affaccia nel blog per portare un po’ di ottimismo con le sue stupidaggini insensate, farebbe meglio a pensare al suo tempo, da gestire assai meglio in internet.
Non ha ancora capito, questo strano individuo, che i preti per vocazione non sono solo quelli che se ne stanno rinchiusi comodamente in chiesa e fanno prediche dal pulpito, come lui stoltamente pensa.
Ne ho sentite tante di scemenze da parte di preti che parlavano dal pulpito. Proprio tante e da dimenticare. Qualcuno l’ho pure rimbeccato, in sacrestia, dopo Messa.
Qualcuno invece l’ho lodato per l’intelligenza con cui aveva fatto un’omelia.
Stante che l’etimo del termine “omelia” dice che si tratta di “conversazione”, si può ben dire che le riflessioni sensate espresse in un blog da un prete sono paragobanili ad una bella omelia, purché chi legge sia in grado di capirle.
Certo che se uno ha i paraocchi e i paraorecchi, come il suddetto, non sarà mai in grado di vedere e di capire.
E suggerirei al piagnone di cui sopra, di attaccarsi al naso quel “compagno” detto ad un prete di fronte al quale lui, con la maleducazione che lo ha sempre contraddistinto, verrebbe penalizzato notevolmente data la enorme disparità in statura intellettuale e fors’anche morale che intercorre fra le due persone.
Ho letto con grande disgusto definire con disprezzo “compagno” un sacerdote e anziché confutare con rispetto le sue opinioni portando argomentazioni serie, accusarlo di non pregare.
A questo punto come risponderebbe il Federico ferrarese se mi rivolgessi a lui dicendo, ripagandolo con la stessa moneta
“Camerata Federico! Sia più rispettoso!” ?
Credo che P.Amigoni si sappia difendere da solo, non ha bisogno di difensori.
Anche i presbiteri possono accedere alla politica: basterà chiedere la dispensa a divinis e aspirare ai più alti vertici dell’istituzione dello stato.
Frattanto, può solo timidamente esporre il suo pensiero che sia di destra o di sinistra, palesemente o velatamente, consapevole che l’onere da pagare è che che gli venga contestato. Diverso è tacciare di cameratismo il laico che lo contesta: in tal caso siamo in democrazia e nessuno può spegnere il diritto di manifestare il proprio pensiero.
Questo in via di principio.
Bisogna amare i presbiteri, io li amo: amo il presbitero perché è il solo che conduce all’eternità beata, il solo che svela la stoltezza che governa le menti, il solo che difende le verità dell’uomo e di Dio. Il solo che fa scendere il cielo sulla terra e infine, il solo punto d’incontro tra l’uomo e il suo Signore…
Eppure, lo dico con dolore, se il presbitero vuole che finisca tutto questo, gli basterà oscurare la Luce del Vangelo, gli è sufficiente anche solo non predicare più Cristo secondo Verità e tutto si oscura: oscurato Cristo, si offusca la luce che conduce alla Verità..
Ho vissuto gran parte della mia vita gomito con i presbiteri, ho lavoro per loro e con loro anni ed anni, e dico con cognizione che ciascuno, anche in buona fede, può diventare un suo tentatore, dice “io non ho mai tentato un presbitero”, e invece si, lo si tenta ogni volta che gli chiedi la Grazia sapendo di essere fuori da ogni regola, o quando ti presenti a lui e con fare sornione cerchi di portarlo dalla tua parte, quando lo usi, servendosi della sua influenza, della sua autorità, dei suoi servizi. Il presbitero è costantemente tentato ogni giorno, da donne, uomini, peccatori, santi, e non oso immaginare quando si espone alla piazza. Pensare che non ci sia Satana ad insufflarlo è da ingenui , perché è tipico del male fargli apparire i vizi come virtù, la fortezza come arroganza, la difesa della verità come rigidità,l’amore senza legge, scevro dai comandamenti, senza riferimento al Vangelo. Lo seduce, perché si preoccupi solo del corpo, del ventre dell’uomo e lo ammalia di ogni umana suggestione…
Preghiamo per i presbiteri, piuttosto!
🙂 🙂 🙂
‘ A Florisse Leo, ma bada a non offuscare tu la qualunque quando apri bocca, va…..
Resta inteso che delle calunnie, del consueto tono obliquo e vaniloquente ma diffamatorio , oltreché disseminato di scemenze, con cui si parla dei preti cattolici nell’intervento delle 13,04, si accorge anche un bambinello.
Un abbraccio a padre Amigoni, che non ne ha certo bisogno, ma a cui mi fa piacere darlo.
E- soprattutto – a tutti i preti che conosco e che non conosco. Che oltre alle grane e alle difficoltà quotidiane, devono sorbirsi anche brodarozzo come questi, da parte di solerti, piissime donne ( ma pure certi omini non stanno a scherzà).
Se i laici con cui hanno a che fare sono come questa, spiegata di botto la penuria di vocazioni di qui al tremila e ventuno.
🙂 🙂 🙂
In via di principio chi contesta deve farlo con un minimo di educazione, chiunque egli voglia contestare, cara signora.
Il solito individuo, che la signora difende, manco a dirlo, a spada tratta, neanche lui ha bisogno di quei difensori che poi si aspettano omaggi e ossequi e applausi miseramente gratificanti.
Qua non si tratta di difendere un prete; si tratta di dire pane al pane e vino al vino, cioè che qualcuno, sempre lo stesso, condisce in salsa politica ogni critica che fa a tutti quelli che sono distanti dal suo pensiero religioso e politico, e che pertanto non sopporta. Fa una strana pastetta, questo amabile signore, mista di religione e politica che fa ridere perfino i polli.
I presbiteri che parlano con chiarezza, gentile signora, non fanno politica, ancorché esprimano pensieri non graditi a voi cattolici destrorsi e bigottissimi. I preti di cui parliamo, si guardano bene dal chiedere la dispensa a divinis, perché sanno che il loro dovere è, in primis, quello di dire le verità scomode anche nel pieno del loro ministero sacerdotale. Ho visto fior di preti intelligenti fare così nelle loro omelìe impostate a partire dai sacri testi. Uniscono i discorsi evangelici alla realtà concreta in cui devono calarsi i contenuti delle pagine della liturgia della parola. Niente astrazioni teoriche che non avrebbero alcun senso. Predicano proprio Gesù Cristo secondo Verità nel concreto della vita. Come faceva Gesù stesso, del resto.
Allora, nessuno ha il diritto di sconfessarli, questi presbiteri, o di ironizzare su di loro o di dire cattiverie come le sue, signora, imperdonabili.
Lorenzo Cuffini, hai tutta la mia condivisione, per quel che può valere.
Ti ringrazio per le risate che mi fai fare, con i termini coloriti che usi, ogni volta che ti leggo. Troppo simpatico.
😀 😀 😀
Ha ragione Clodine: preghiamo per i sacerdoti.
Rispondo “brevemente” ad Andrea Salvi, eviterò di replicare a quella villana che va a rimproverare i sacerdoti in sacrestia quando si permettono di non ripetere ossequiosamente le massime del pensiero dominante (il “mondo”, secondo il linguaggio del Vangelo), o qualsiasi altre cretinata di suo esclusivo piacimento.
Caro Andrea,
sono stato cresciuto ed educato da una famiglia piuttosto clericale e all’antica. La mia educazione, sostenuta fuori dalla famiglia in parrocchia e all’Azione Cattolica, mi impone il massimo rispetto per sacerdoti e religiosi.
Tuttavia qui, nella blogosfera, è assurdo distinguere tra laici e religiosi, uomini e donne, giovani e vecchi: siamo tutti “maschere” (uso un’espressione di Leonardo che mi è rimasta impressa) e ognuno è ciò che scrive. Il rispetto necessario è quello dovuto a chiunque in quanto persona. Invocare altri privilegi è assurdo. Liberi tutti di giudicare le idee espresse pubblicamente.
Il sullodato e sedicente (per quanto ne so io, dal momento che non lo conosco personalmente) p. Amigoni ha difeso insistentmente i governi del PD e pertanto mi sono permesso di chiamarlo scherzosamente “compagno” (che oltretutto non è mai stata un’offesa, a differenza dell’espressione usata da te nei miei confronti, che equivale a darmi del fascista: tu sei esonerato da un liguaggio rispettoso?). Ogni volta che Amigoni esprime un’opinione che non condivido (in particolare quando usa sarcasmo e toni non troppo gentili), mi sento libero di criticare le sue idee. Non capisco lo scandalo. Se tu fossi stato qui quando c’era un seminarista cagliaritano che veniva offeso in tutti i modi dalla solita Marilisa e da un paio di altri eroi del progressismo militante avresti letto espressioni molto MOLTO più offensive di un ironico “compagno”… Vaimo un po’ a verificare.
Lo scandalo vero è che nascosta dietro queste accalorate reazioni a fronte di presunta “offesa” al sacerdote (che poi non è un’offesa), c’è una VERA verissima volontà di azzittire il dissenso. Chi non la pensa come LA MAGGIORANZA (che idolatra il papa, si riempie la bocca di un generico e superficialissimo buonismo, ripete ossessivamente gli slogan del pensiero dominante: unioni civili, ius soli, Trump distruggerà il mondo…) genera A PRESCINDERE “disgusto” e “disprezzo” (parole tue, Andrea).
Un saluto cordiale
Caro Federico, il disprezzo era riferito al tuo modo di rivolgerti a padre Amigoni. Rileggiti bene quello che ho scritto.
E poi ho concluso…rileggere prego.
“Il presbitero è costantemente tentato ogni giorno, da donne, uomini, peccatori, santi, e non oso immaginare quando si espone alla piazza. Pensare che non ci sia Satana ad insufflarlo è da ingenui , …”
Questa è una perla di saggezza.
I presbiteri tentati… Ma quando mai?
E anche dai santi?…Quando mai?
Non è possibile, non ci credo. I presbiteri non sono uomini, sono angeli e non cedono mai alla tentazione, quand’anche ci fosse.
E poi addirittura “insufflati da Satana”. Miserere mei!! Diabolicum est…
Ecco perché un prete tuonò, poco tempo fa, contro Luxuria, che in una piazzetta, di fronte a una chiesa rigorosamente chiusa, pubblicizzava, leggiadramente rossovestita, il suo ultimo libro.
Lui, il giovane prete o presbitero stile passato remoto, fortemente tentato da quella signora dietro cui Satana insufflava il suo spirito maligno, continuava a chiamarla “signor Vladimiro” perché voleva ignorare pervicacemente la femminilità della suddetta, tanto ne veniva tentato.
E lei , o meglio Satana l’ insufflante, continuava imperterrita a tentarlo, il poveretto. Fra le risate generali.
Da una personcina di così libero pensiero come lei Boa, ci si aspetta la famosa frase :”non sono d’accordo con ciò che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo”.
Principio che lei difende, e rivendica a spada tratta – quando riguarda i suoi deliri- mentre lo stesso non vale se la musica non è in sintonia col suo diapason, vero Boetta?
A correnti alterne dunque, ahh, capisco.
E senta un po’, dove legge cattiverie cotro i presbiteri nelle parole che ho scritto: sono i suoi pensieri luciferini, è la sua mente mangiata, bacata, che vede il male dove non c’è.
Quanti mostri schizzofrenici ha creato questo povero Bergoglio!
Si sbaglia di grosso,mia cara BOA, il santo precetto di dare a ” Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”, vale ancora e, con sua buona pace varrà fino alla fine dei tempi . Al presbitero non è concesso fare politica come non è concesso trombare, cara signora…ha capito!? Il prete spregiudicato che si serve del collarino per diventare il cappellano di un partito, di una corrente politica o sociale è una persona di basso profilo spirituale che non giova né alla Chiesa, né alla comunità!
Ci sono dei criteri da rispettare, e non li stabilisce lei, Boettina sciocchina, ma la Chiesa istituzione, il Magistero, c’è la Gaudium et Spes che n°42 dice espressamente : “La missione propria che Cristo ha affidato alla sua Chiesa non è di ordine politico, economico e sociale: il fine, infatti, che le ha prefisso è di ordine religioso”. E questo perché il piano inclinato tale da scivolare in estremismi è sempre in agguato, rispetto ad un’etica ispirata dalla fede secondo la legge divina.
Si, i presbiteri sono sempre tentati. Nessuno conosce l’intimità del presbitero come Satana, che possiede che conosce con assoluta perfezione ogni debolezza. Lo chieda ai sacerdoti se non è così, chieda a P.Ammigoni se dico eresia o verità. Le risponderà che è vero. Il presbitero è tentato h24 e lo si evince dalle tentazioni che sferza contro di lui con ogni arma, strategia, tattica, senza mai stancarsi perché lui sa che conquistando un presbitero ha già nel suo inferno un buon saccheggio di anime! Stolta, sciocca, insipida Boa…
Ammappete , aho, la signorilità della devotissima Maestrina va crescendo col passar dei giorni. Siamo al trombare, e chissà che altro ci attende….
” Il prete spregiudicato che si serve del collarino per diventare il cappellano di un partito, di una corrente politica o sociale è una persona di basso profilo spirituale che non giova né alla Chiesa, né alla comunità!”
Ha in mente il compianto Baget Bozzo?
“Vaimo un po’ a verificare.”
Sì, Andrea, vai a verificare quante falsità ci sono dietro le parole del nostro maleducatissimo bloggarolo piagnone e vittimista.
Chiunque parli e pensi in modo diverso dal suo, è “offensivo”, a suo modo di intendere. Soprattutto se in politica è orientato a sinistra.
L’odiosa e odiata sinistra che gli turba i sonni come il fantasma di Banco.
🙂 🙂 🙂
Uuuuuuuu.
H 24.
Floris Leo ha scoperto l’acqua calda.
Lei è esente da tentazioni, sora maestra?
Lo escludo.
Dunque, si preoccupi con palpitante, sollecita cura, di quelle.
Vedrà come le passa il tempo.
“Quanti mostri schizzofrenici ha creato questo povero Bergoglio!”
E che c’entra papa Bergoglio? Perché voi lo mettete dappertutto come il prezzemolo? I cattolici pensanti ci sono sempre stati, cara signora.
Da molto prima che arrivasse papa Francesco. Non l’ha ancora capito?
Testa un po’ duretta, la sua.
Tutti gli uomini, compresi i preti, sono passibili di tentazioni, gentile signora. Non deve venire lei a ricordarcelo. Gesù stesso fu tentato, se non sbaglio.
Lo ha capito o no che lei non dice niente di nuovo rispetto agli altri? Tutti, proprio tutti, sappiamo quel che lei viene a ricordare appassionatamente, credendo di essere originale.
No, non lo è, originale; che a lei piaccia o non piaccia.
Non vale la pena riproporre certe frasi di Gesù estrapolate da un contesto molto ricco e non compreso. Le frasi fanno parte di un discorso più ampio, nel quale trovano il senso più vero, gentile signora. Dovrebbe saperlo.
E se non lo sa, vada a farselo spiegare da chi sa.
Per lorenzo cuffini
La misericordia è offerta a chiunque riconosca il proprio errore ( anche se non esplicitamente ma con uncambio di direzione ) Il buonsimo non condanna il peccato.
Il misericordiiso corregge, il buonista lascia correre.
Il misericordioso chiama a conversione, il buonista offre la grazia “a poco prezzo ” ( bonhoeffer)
Una domanda per il p.Amigoni.
Lei veste in clergyman o in borghese, con il collarino o senza?
Padre Amigoni, ci dica: lei è tentato h24 ?
Questo dubbio mi intriga assai.
Sciolga, se vuole, questo dubbio lancinante di noi, poveri laici ignari e ignoranti.
“Lei veste in clergyman o in borghese, con il collarino o senza?”
Questa è bellissima.
😀 😀 😀
Mi sembra che sia tutto molto chiaro…da chi sa, ci vada lei:ne avrebbe urgente bisogno.
Grazie Beppe.
E’ esattamente questo che fa la Chiesa.
Anzi : segna, pungola e martella su molte cose sulle quali fino ad adesso si era lasciato correre, SENZA ABBANDONARE MANCO UNA DELLE PRECEDENTI.
Dunque:la Chiesa, e come potrebbe essere diversamente? è ” misericordiosa” e niente , niente, niente affatto “buonista”.
Il problema è un altro, inutile girarci intorno : è che la Chiesa chiama, e lo fa incessantemente, A CONVERSIONE, ma se io storco il naso, tiro su il ditino, faccio spallucce e dico: boh, mica è questa la conversione, bisogna occuparsi di ben altro, te lo dico io, lo so io che cosa è il veramente importante,e continuo per la mia strada….vanifico la Chiesa, rinuncio alla MIA conversione, getto la chiamata di GC nel pattume.
Ne vale la pena?
Io dico di no.
Tu che ne dici?
Fino a pochi anni fa i preti hanno preso posizione in politica pubblicamente e addirittura dall’altare. Anche i papi, s’è per questo.
Quanto a padre Amigoni, ha voluto entrare nell’agone e ora che ci stia; tuttavia, attaccarlo nella sua qualità di sacerdote mi pare veramente ingeneroso, anche peggio degli insulti con i quali ci allietiamo quotidianamente: un vero colpo basso.
La Chiesa è misericordia se non si perde nel visibile, se evita di mettersi a livello di altre organizzazioni , o una associazione d’interesse, o un “pressure group” -solamente un po’ più pio-tra i molti in concorrenza con gli altri in politica, economia e quant’altro, perchè , rischia di condannarsi da sola.
E sa perché si condanna da sola Cuffino? perché le manca l’essenziale: lo Spirito Santo che invisibilmente la penetra in ciò che è visibile e la rende spiritualmente viva, feconda e degna di fede. Quando dice che andremo tutti in Paradiso, quando non parla del peccato come qualcosa di oggettivo, si pone fuori dalla misericordia, perchè si pone fuori dall’azione dello Spirito santo.
Il compito che è stato dato alla Chiesa da Nostro Signore è uno, ed uno solo : gridare la verità sopra i tetti, una verità sul peccato d’azione che è oggettivo: l’adulterio è trasgressione oggettiva, tal quale può esserlo l’omicidio, il furto, la calunnia, la menzogna, l’inganno, la falsa testimonianza. Per una falsa testimonianza si può uccidere, ogni trasgressione della legge è un male.
Questa non è morale rigida, è semplicemente morale. Ci sono problemi che la Chiesa pretende di risolvere in chiave sacramentale, come la comunione ai divorziati ad esempio, mentre il problema va risolto in chiave morale, in chiave formativa, non celebrativa o rituale. Solo una Chiesa che nella sua essenza è sempre contemporaneamente visibile ed invisibile crede, ed è creduta…
Della sua valanga di insulti e cattiverie che ora scaterà, non me ne può fregare di meno…se lo ficchi in mente.
Leopoldo, non era il mio, sopra i presbiteri, riferito a P. Amigoni del quale non conosco nulla, ma che rispetto, ci mancherebbe altro…
Poi, non sono responsabile della malvagità che è nella mente di chi legge. E ho dovuto fare lo yoga per sopportare quella dose di sporcizia che mi è arrivata dai soliti noti. Che veramente sono di una malvagità rara da trovare sa’…Certo che tutti siamo tentati h24, chi ha mai negato il contrario, ma posso dire per esperienza personale che il sacerdote è molto più fragile degli altri, perché ha un carico di responsabilità pesantissimo e i primi ad oberare quel carico sono proprio coloro che frequentano la Chiesa, che lo criticano, mormorano contro di lui, lo espongono ad ogni malignità specie nei piccoli centri, in provincia. ..
Un saluto a P.Amigoni
Clodine, non mi riferivo a te ma ti ringrazio.
Ci mancherebbe pure che te ne fregasse qualcosa di quello che dico io.
Sarebbe una ulteriore aggravante.
Te ne freghi di quello che dice la Chiesa e Cristo, e dovresti preoccuparti di Cuffino? Unsama’.
Guarda, Floris Leo: te lo si ripete ancora una volta.
Bada al quel poco di Spirito che potrebbe aleggiare su di te, come su di me e su tutti, invece di speperonare sullo Quello che investe e vivifica la Chiesa.
Che, lascia fare a Cristo (che, spiacemi ricordartelo, non sei tu ): ne è investita e vivificata.
Claudia Floris Leo dice di no?
O corbezzoli!
Allora è’ fuori come un balcone a due piani.
Rientra in te, vedrai che un poco di cocuzza ti si snebbia.
Poi, mollala con la litania delle storie contate.
Do you know ” storie”? Bufale, panzane, corbellerie: COSE NON VERE.
Falso -come è falso che Bergoglio non sia il papa legittimo -che la Chiesa dica ( parole, anzi menzogne tue) “che andremo tutti in Paradiso”, che ” non parla del peccato come qualcosa di oggettivo”, che ” si pone fuori dalla misericordia, perchè si pone fuori dall’azione dello Spirito santo”.
TUTTO QUESTO E’ FALSO.
(E spacciarlo per vero è malafede allo stato puro, ma questo sono affarelli tuoi).
La Chiesa la verità la grida eccome sopra i tetti: ed è sempre la Verità che ha ricevuto.
Se Claudia Floris LEo ritiene che non sia la verità, Claudia Floris leo è nei gran casini: lei e la sua anima.
Me ne dolgo, ma ha tutti i mezzi per affidarsi a chi, NELLA CHIESA E CON AUTORITA’, puo’ aiutarla a ritornare in se stessa e nella comunità.
Altrimenti, vada per la strada che ritiene opportuna.
Se ritiene di dover fare proselitismo per questa specie di controcattolicesimo che si è messa in uzzolo di predicare, bene, lo faccia.
Ma lo faccia alla luce del sole .
Se la Chiesa Cattolica è a Roma, quello che predica Claudia Floris Leo è nell’iperuranio.
Stia tranquillo per la mia anima, è in una botte di ferro, pensi alla sua Cuffini.
Grazie comunque per gli avvertimenti, che sempre apprezzo.
Ma non c’è nulla che io non sappia o non sappia discernere alla luce della parola di Dio. Sarebbe deprimente dopo anni di discepolato e studi e lavoro duro anche se siamo vasi d’argilla….
Credo La Chiesa, non si preoccupi….
Un saluto Lorenzo.
.Per tornare alla frase del card. Scola citata da Luigi Accattoli: per temperamento il cardinale
SCOLA e ‘piuttosto flemmatico, misurato, freddo
Non bisogna prendersela per il cambiamento epocale questa e’l il significato della frase del card.Scola. Se gli extraterrestri atterrassero sopra il Duomo di Milano ,penso che Scola tratterrebbe a malapena uno.sbadiglio.
Magari avra’ragione, ma non tutti hanno il suo carattere flemmatico.
Ricordo la divisione classica nei quattro temperamenti:sanguigno, bilioso, malinconico o saturnino, flemmatico.
Il flemmatico tende a mai scaldarsi ne’ disperarsi, e naturalmente non apprezza chi lo fa, mentre al contrario il sanguigno trova difficile essere calmo e controllato
E’ inutile chiedere al malinconico di non essere pessimista, di non essere un piagnone.
Ho preso alla lettera il suo invito mattutino, Venturi, e sono andato a farmi un giro sul blog messainlatino.
Ho guardato le foto del Convegno, ho pure letto , essignur!, gli interventi sul blog . Solo che di ” facce giovani, liete e gioiose anche nella tribolazione!” non ne ho vista manco mezza.
Mi mette il link preciso alla pagina? Forse ho sbagliato blog?
Mi riferisco alle parole di Leopoldo Calò @15:35
Se “prendere posizione in politica” significa interessarsi di quel che succede nel mondo ed esprimere consenso o dissenso a seconda di quel che i governanti dicono e fanno, allora si può essere d’accordo su questa espressione.
Ma il fatto è che la vita di questo mondo entra a far parte di diritto, in tutte le sue componenti, della Chiesa di Dio intesa come Istituzione terrena che non deve solo e semplicemente indicare teoreticamente Dio o un Ideale, per quanto importante esso sia.
La Chiesa ha il dovere, che è anche un diritto, di guardare con occhi attenti, intorno a sé, la vita dell’umanità e trovare le parole più giuste, eticamente valide, per esortare a cercare i modi idonei per garantire a tutti gli uomini, per quanto possibile, quella giustizia che è la premessa indispensabile per il Bene comune. Si va salvaguardando, in questo modo, la dignità umana.
Ed è il primo indispensabile passo per onorare la volontà del Signore.
E infatti esiste una dottrina sociale della Chiesa che si preoccupa di dare le giuste indicazioni, seguendo sempre le linee evangeliche, per il raggiungimento di tale scopo.
Predicare in astratto le vie del Signore non serve a nulla. Citare continuamente questa o quella frase dei testi sacri non serve a dare cibo materiale, di cui tutti abbiamo bisogno, agli uomini affamati e disperati.
Non serve a mettere nella vita degli uomini globalmente intesi l’impronta divina, autentica, che deve essere impressa nell’esistenza umana.
Un tempo la Chiesa metteva a tacere chi si trovava nel disagio più profondo, predicando con belle parole la sottomissione umile e paziente di chi soffriva a causa della indifferenza e dell’egoismo di chi era sazio. Il premio sarebbe stato il Paradiso. Pessima indicazione. Nel Vangelo c’è la parabola dell’Epulone a ricordarci che si deve essere generosi nei confronti del prossimo indigente. Di qualunque prossimo.
È del tutto inutile che la parabola resti fra le pagine del Vangelo e non trovi riscontri precisi e attuali nel concreto della vita da parte di una Chiesa che si limita a predicare dal pulpito, durante la Messa, l’insegnamento insito in quella pagina evangelica.
Molti preti buoni e santi lo hanno capito, e vanno nelle strade ad aiutare fattivamente chi ha bisogno di aiuto variamente inteso.
In ogni caso, padre Amigoni non è “entrato nell’agone”. Per quel che posso vedere, entra nel blog per commentare i temi proposti da Accattoli; e lo fa con uno stile che è diverso da quello di ogni altro frequentatore del blog. Ognuno ha il suo stile.
Scrutare il linguaggio altrui per appiccicare un’etichetta di comodo è quanto di più sbagliato e grossolano possa esserci.
In questo blog–non so di altri perché entro solo in questo–molti frequentatori, quasi tutti, hanno come primo intento quello di leggere per giudicare chiunque altro entri. E se lo si vede diverso, anche di poco, dal proprio pensiero, lo si bastona come un perdigiorno fuori dal recinto sacro dei cattolici esclusivisti, convintissimi di essere, solo loro, i depositari della verità.
Se questa non è presunzione e cattiveria, non saprei dire quale altra cosa sia.
A lorenzo cuffini
Forse non ci sento bene, ma in tutto l’anno della misericordia ho sentito poco il richiamo a “cambiare vita”, poche volte ho sentito il peccato chiamato con il suo nome.
E’ vero che l’aspetto della “giustizia sociale” non è stato per anni al centro della predicazione della Chiesa – anche se tutti i Papi ne hanno parlato , come hai vuto modo di ricordare con ampie citazioni – ma ora – questa è la mia impressione forse sbagliata non chiedermi di darti l’elenco dei riferimenti, le impressioni si formano come esattamente non si può dire – pare che Cristianesimo e azione sociale si identifichino, che l’impegno principale e più importante del cristiano sia di lavorare per eliminare le ingiustizie sociali, sconfiggere la povertà, o in poche parole instaurare su questa terra la città di Dio.
Io vorrei che la chiamata a conversione fosse più forte, vorrei che fosse detto ad alta voce che non ci può essere carità ( vera ) senza la FEDE perché questo e’ il mezzo attraverso il quale lo Spirito Santo viene in noi e ci trasforma e vince il naturale egoismo del quale siamo impastati.
Tu dici SENZA ABBANDONARE NULLA DI QUELLE PRECEDENTI.
Questo può essere anche formalisticamente vero perché nulla di quelle precedenti è DICHIARATO superato, ma è solo non predicato, non richiamato : si lascia che cada nel dimenticatoio.
Le nuove generazioni non conoscono neanche i dieci comandamenti.
Ho chiesto a P. AMigoni se indossasse il clergyman o qaulche segno distintivo del suo essere un presbitero, per avere conferma da lui che si contraddistingue per quello che è in tutti gli ambienti che frequenta . Personalmente non lo conosco.
Tutto vero.
Tutto molto rinunciatario, però, Beppe, se mi consenti.
Le nuove generazioni non solo non conoscono i dieci comandamenti. Ma, se li conoscono, li mandano rapidamente in soffitta, insieme a Babbo Natale e alle favole della buonanotte.
La Chiesa , intesa come Parrocchie, Oratori, Gruppi, tutta quella ossatura su cui fino alla generazione nostra abbiamo imparato a fare affidamento, oggi , anche quando c’è, ed è indispensabile che ci sia, non basta: anzi, non è nemmeno il minimo sufficiente a che il messaggio cristiano e cattolico passi.
Tocca a noi.
Noi, dove stiamo?
Nel senso di : noi, laici credenti, dove siamo?
Che facciamo?
Stiamo lì a piangerci addosso? A fare le geremiadi su come dovrebbe, potrebbe, avrebbe dovuto, avrebbe potuto….
Finito. Tutto questo è finito. Preistoria.
Tocca a noi.
La Chiesa ha bisogno di noi qui ed ora.
Non ” di una mano”. Non di un aiutino. Non di qualche ora di volontariato. Non del nostro fare il volontario, il catechista, il ministro straordinario ecc.
Tutta roba indispensabile e benedetta, intendiamoci.
Ma non si tratta più di quello.
Oggi c’è bisogno di gente laica che si giochi la vita intera ( la vita intera: non andando a fare il finto prete e la finta suora, la sua vita così come è ) per essere MISSIONARIO e TESTIMONE.
Senza nessuna garanzia di venire accolto, creduto, figurarsi seguito! Completamente nella logica liberatoria e rivoluzionaria del servo inutile.
Ma se non saremo noi a fare il lavoro CHE ADESSO SPETTA A NOI E A NESSUN ALTRO, il messaggio non passerà più.
Non c’è più tempo da perdere, nel senso che NOI ( tu, io e tutti qui sopra) non abbiamo più tempo da perdere.
Siamo noi i responsabili diretti della Chiesa e di Cristo oggi: anche se non volessimo e anche se non sappiamo farlo.
La Chiesa come la conosciamo oggi, che resta Madre e maestra e casa nostra, non ha più nessuna possibilità di penetrare, di incidere, di “passare” negli ambienti ormai fuori. Che, inutile nasconderselo, sono ormai gli stessi nostri.
Anche se, cosa assai probabile, i preti stessi non se ne rendessero conto o non ne fossero ancora attrezzati: dobbiamo assillarli, incalzarli e tampinarli. E restare alle loro dirette direttive, senza voler fare i battitori liberi, che sarebbe il disastro più completo.
Abbiamo Cristo in mano. Mica pizza e fichi.
“Predicare in astratto le vie del Signore non serve a nulla. Citare continuamente questa o quella frase dei testi sacri non serve a dare cibo materiale, di cui tutti abbiamo bisogno, agli uomini affamati e disperati.
Non serve a mettere nella vita degli uomini globalmente intesi l’impronta divina, autentica, che deve essere impressa nell’esistenza umana.”
Concordo con Victoria quando dice che ” citare questa o quella frase dei testi sacri non serve a dare agli uomini cibo materiale”
Aggiunge poi – e concordo ancora – che ” l’impronta divina deve essere impressa nella esistenza umana”
Victoria non indica quale sia il modo in cui questo possa avvenire. Si sente pero’ di poter affermare che ” predicare in astratto le vie del Signore non serve a nulla “.
Prima di dire se concordo o meno con questa affermazione, ritengo che essa vada esplicitata un po’.
Se per “predicare in astratto le vie del SIgnore” Victoria intende una “predicazione morale” cioè predicare cio’ che secondo il Signore e’ bene e ciò che secondo Il Signore e’ male, concordo con lei. La predicazione “morale” non imprime l’impronta divina nelle persone.
Ma c’è un’altra forma di predicazione delle “vie del Signore” ed è la predicazione del Kerigma, di Gesu’ Cristo morto per i nostri peccati e risuscitato per la nostra giustificazione. questa predicazione, per vie misteriose a noi non note, secondo la Scrittura confermata dalla Tradizione della Chiesa, è capace di far accendere nel cuore di chi la ascolta e la crede la scintilla della fede che “imprime all’interno della persona l’impronta divina”.
Capitolo 10 della lettera ai Romani. La fede nasce dall’ascolto della predicazione.
Guardi, caro Beppe Zezza, di p. Amigoni non so, ma di altri preti so bene che si vestono “in borghese” e senza collarino, come lei ha detto.
Anche il mio parroco, per esempio. Ed è un bravissimo prete conosciuto in tutta la città. Insegnante di filosofia. Attivissimo in parrocchia pur essendo lui a gestirla da solo in maniera egregia. Ed è una parrocchia di ben 10000 anime, Ha installato perfino una radio-TV –l’unica in città–da cui vengono trasmesse conferenze e Messa in streaming il sabato sera e la domenica mattina.
Le sue omelie io perfino le registro, tanto sono dense di significato. E ogni tanto ne riascolto una.
Che significa, allora, l’abito? Non è forse vero che l’abito non fa il monaco?
Però, devo dire che non mi piacciono per niente i preti in talare e con quel cappello a bombetta centrale e tese più o meno larghe. E magari hanno anche la piazzetta nel cocuzzolo della testa a mo’ di ostia.
Quelli lì li rimanderei volentierissimo nella Chiesa medioevale.
Caro Lorenzo Cuffini
Sono perfettamente e pienamente d’accordo con te.
I cristiani non possono limitarsi ad anadre a messa la domenica.
Abbiamo tutti la necessità di essere “missionari” e ” testimoni”.
La prima testimonianza cristiana è vivere la vita quotidiana secondo Mt 5-6-7!
Vivi “veramente” mettendo in partica quelle parole e sarai immediatamente un punto interrogativo per tutte le persone che incontri e che ti vivono accanto Sarai missionario “in casa tua” senza andare chissà dove.
Ma per vivere “veramente”, almeno un poco perché viverlo tutto ci vuole una vita, il Discorso della Montagna devei vivere in continuo rapporto con lo Spirito Santo,,perché quelle sono “azioni divine” e non “umane” e senza lo Spirito di Dio non le puoi fare: come puoi accettare che in ufficio ti “facciano le scarpe” e continuare a fare il tuo lavoro
con dedizione collaborando con quel collega che ti ha rubato il posto ? Come fare a prestare denaro a chi te lo chiede e poi non pretenderlo indietro? Come fare a perdonare con il cuore a chi ti ha fatto un grave torto?
E se ti accorgi che non hai fede sufficiente, che non hai sufficente Spirito Santo, impari a chiederlo , con insistenza. E a praticare i sacramenti che sono “il cibo spirituale” che il Signore ha predisposto per noi.
Questa è la prima testimonianza – molto,più efficace che fare il volontario della caritas o di qualche ong che si occupa di solidarietà.
SI firma p. Amigoni. Volevo sapere se il distinguersi come prete lo faceva sempre o solo in questo blog o a seconda dei casi. Per capire un poco la persona.
L’abito non fa il monaco. Concordo pienamente. Ci sono ottimi preti che vestono in “borghese” e pessimi preti che vestono in talare.
Io, personalmente, in prima istanza diffido sia di quelli che vestono “in borghese” – alcuni mettono una crocetta sul bavero della giacca, altri nenanche quella , sia di quelli che vestono in talare. Ma è sempre e solo ‘in prima istanza’ .
L’abito in qualche maniera impone chi lo incontra a “prendere posizione” e quindi, in qualche maniera “provoca”. Questo può essere visto come un bene o come un male.
Una volta il diritto canonico – credo – imponeva che ci si vestisse da prete. Ora non so se è ancora così omse dipenda dal vescovo locale. Non sono addentro a queste cose.
“Capitolo 10 della lettera ai Romani. La fede nasce dall’ascolto della predicazione.”
Non è sempre così, mi dispiace.
La fede nasce nel modo e nel tempo in cui Lo Spirito Santo la fa nascere. Tanto è vero che molti, pur ascoltando la predicazione, non hanno fede, e viceversa molti altri acquistano la fede senza ascoltare predicazione; stando attenti alla predicazione della vita e riflettendo su di essa. Per me è stato così, per esempio. Gli eventi della vita, tua e degli altri, giocano un ruolo importantissimo ai fini della fede.
Secondo chi trovi a fare predicazioni, quel poco che hai di fede, la perdi; altro che storie!
Diceva il grande don Mazzolari: “Il Vangelo non spiega il nostro mistero, come non spiega il mistero di Dio.”
Aveva ragione.
Dio è Mistero, l’uomo è un mistero.
La fede è opera dello Spirito Santo, non della predicazione.
A lorenzo Cuffini
Io sono meno clericale di te.
Se non parli “in nome della Chiesa ” ma come semplice cristiano Non credo che tu debba essere “alle dirette direttive” di qualche prete. L’importante è “condurre” alla Chiesa ( e quindi a qualche prete ) .
Che la fede venga dall’ascolto non vuole dire che tutti coloro che ascoltano aderiscono alla fede.
Che certe “predicazioni” facciano perdere la fede, non ne dubito. A volte senti certi “sfondoni”. La predicazione che suscita la fede è quella del Kerigma. Questo afferma
la Scrittura ( va bene, so, che lei non riconosce autorità alla Scrittura, ma io si ).
I fatti della vita e le meditazioni che suscitano non “danno” la fede – possono “predisporre” alla fede.
Io a lei non la conosco. È stata battezzata da bambina? Se sì, rietngo che sia possibile che le sue meditazioni sui fatti della sua vita abbiano risvegliato quel seme di Fede che le era stato donato , lei inconsapevole, quando era bambina.
Se invece ha avuto un battesimo da adulta, in qualche maniera deve avere ricevuto la predicazione del Kerigma.
È questa la via che il Signore ha scelto per donare lo Spirito Santo. AI suoi discepoli ha detto: Anadate e predicate!
Non si tratta di essere clericale, Beppe.
Si tratta di essere Chiesa.
Uniti ad essa intimamente, una cosa sola, una casa sola.
Se ciascuno di noi se ne va bellamente in giro a dare esempio, peggio che peggio ” a predicare”, magari pure con tanta buona volontà, ma “la farina del suo sacco,” brucerà solo tempo, energia, se stesso, Chiesa e Cristo.
Troppo facile, troppo comodo, troppo dilettantesco, troppo sbagliato.
Qui non siamo NOI ad essere in gioco, ma Chi ci ha spedito in giro.
E, fuori dalla CHIESA VERA E DI CARNE, non c’è nessun CHI. Restiamo noi: il nulla.
No, sig. Beppe, io sono stata battezzata da bambina e ho avuto un percorso religioso normalissimo. Mai mi sono allontanata dalla Chiesa. Mai. Ma la mia fede era di routine, come si suol dire. Cioè abitudinaria.
E mi sentivo a posto, ma insoddisfatta.
La mia era una fede che io, col senno di poi, ho sempre definito una “fede bambina”, ovvero immatura.
Ad un certo punto della mia esistenza, però, ho avuto una formidabile crisi di fede in seguito ad un grave evento che mi ha spiazzata. Letteralmente.
E allora mi sono posta molti “perché” a cui ho cercato risposte convincenti.
E mi sono resa conto che dovevo ricominciare tutto da capo in materia di fede. Non mi bastavano più tutte le presunte “verità” insegnatemi dai genitori e dai catechisti e dalla Chiesa in generale. E ho fatto tutto un altro percorso che mi ha portato a crescere nella fede; a darle solide fondamenta; ad acquisire pian piano una fede adulta, matura.
Quella fede che io non riesco a vedere–è una mia percezione opinabile–in alcuni frequentatori del blog che deridono la “fede matura” perché forse non sanno di che cosa si tratta. E però mostrano di avere una fede tutta libresca, facendo molteplici citazioni scritturistiche per convincere gli altri della loro fede.
Non basta dire “io credo” per affermare la propria presunta fede.
Non basta neanche fare studi particolari per essere sicuri di averla, la fede. La fede vera è qualcosa di intimamente personale ed esige ricerca continua, in un percorso spesso accidentato. E io credo che la ricerca di Dio, che è lì ad un passo da te ma spesso nasconde il suo Volto, debba continuare fino al termine della vita, quando si arriva al punto in cui davvero ci si abbandona totalmente al Mistero di Dio.
E dopo, al di là del “muro d’ombra”, si potrà dire–spero–: “finalmente Ti ho trovato”.
Era così semplice trovarLo, e tu non te ne accorgevi.
Sarà banale, ma io la penso così.
Aggiungo brevemente che una volta il grande cardinal C.M. Martini mi parlò, in una risposta pubblica sul Corsera, di FEDE che Dio plasma a suo piacimento. Una FEDE “malleabile” (sic!) nelle mani di Dio, nostro Padre.
Fu una risposta che mi riempì di consolazione e di gioia.
Una fede malleabile. Cioe’?????..
Come un chewiing-gum? Come la melassa?Come la gomma?
E allora perche’ cara Victoria Boe Gesu’defini’Pietro laROCCIA, materia per definizione dura, resistente, non malleabile?
Con tuttoi il rispetto per il'”illuminato”fratello di Loggia card. MARTINI, io credo piu’che alle sue rispoiste sul Corriere. Ai Vangeli e a Gesu’Cristo, ai Padri della Chiesa.
La fede e’la roccia, il papa e’il difensore della fede.Chi coistruisce sulle “sabbie”vede tutto andare a catafascio.
A lei cara Victoria lascio la sua fede “malleabile”comeun chewing gum Lo.mastichi bene ,questo boccone gommoso e ci faccia unbel pallone, pPAF !!!!!!
?
La fede malleabile e’un ossimoro che non dovrebbe sfuggire al.collezionista di ossimori c ome Accattoli.
Fede malleabile e’come dire colonna di sabbia.
Si sfa e deve reggere un edificio???La Chiesa v olomna e fondamento della Verita’(San Paolo) dovrebbe essere fatta di hommah, di cera, o di sabbia?
Fede malleabile: fedelta’ variabile
Coraggio codardo.
Convinzione non convinta
Come fa la fede a nascere spontaneamente, mi scusi se mi intrometto signora Boe.. Può crescere una pianta, senza seme? Risponda. Secondo lei una sequoia, cresce senza che qualcuno conficchi nella terra quel semino grande come una lenticchia?
Per virtù dello Spirito Santo solo Maria generò, altrimenti, neppure un filo d’erba cresce senza l’aiuto del seme.
Il modo con il quale lei sia pervenuta alla fede è scandito da tempi che Dio aveva in serbo per lei.
«Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».(Mc 4, 26-29)
Non approvo chi si sbilancia in giudizi temerari sulla fede: già fare questo distinguo di per se denota immaturità. Qual’è il crinale per cui si possa dire : da qui a qui la tua fede e immatura, da qui in avanti è matura? Fede adulta, fede bambina- fede matura -fede immatura: non sono che categorie umane prive di qualunque fondamento.Nessuno uomo può conquistare il regno di Dio con le proprie forze: Dio dispone del Suo Regno e a noi non spetta che riceverlo, proprio come un bambino (Mc 10,15)…
E non mi piace chi disprezza il lavoro di chi, per passione e con passione, dedica la vita allo studio delle scritture.
Se Gesu’sulla Croce avesse avuto una fede malleabile avrebbe gridato:
Fatemi scendere, parliamone, veniamo ad un compromesso, dialoghiamo, magari la pensiamo nello stesso modo, ci deve essere stato un equivoco…
Perché tutta la predicazione degli Apostoli, l’annuncio del Regno di Dio è così fondamentale. Non se la pone questa domanda? Semplice: Perché ogni uomo a qualunque latitudine sia raggiunto dall’annuncio, e anche se peccatore è investito della salvezza di Dio ad una condizione -in assenza della quale la salvezza la vede col binocolo- ravvedersi, convertirsi, e credere in ossequio al Vangelo.
Non c’è altra via percorribile: nessuna.
E questo non è un concetto partorito, come allude lei, da una fede bambina, che equivale a dire “mentecatta”, ho capisto perfettamente-
Nessuno qui è un mentecatto. Ciascuno deve porsi, se veramente crede , se veramente dice di avere fede, in una obbedienza radicale di fronte alla Volontà di Dio anche quando non la comprendiamo, e a Dio deve attaccare il suo cuore, tenacemente, anche oltre all’attaccamento che si può avere per la propria famiglia. Non si tratta di atteggiamenti esteriori che lambiscono l’ipocrisia, ma è dentro, nella parte più oscura, nelle inclinazioni interiori intime, nella mentalitù: non solo l’omicidio, ma anche la collera; non solo l’adulterio , ma anche il desiderio impuro; non solo lo spergiuro, ma anche i desideri contrari…e questo so essere arduo, difficile, ma irrevocabile…
Altro che fede bambina…fede bambina un corno!
Ahahahaha
Bella questa
Martini massone. Contestiamolo sulle sue posizioni e non con insulti postumi pescati da qualche articolo di delirante paranoico. Sempre piú in basso. Complimenti
A Victoria Boe
La mia esperienza è assai simile alla sua.
Le ho chiesto se era stata battezzata da Bambina perché la dottrina della Chiesa dice che il Battesimo da’ la fede. Questa affermazione a me è sempre parsa “strana” dato che la grandissima maggioranza dei cristiani che conosco la fede non sanno neanche dove stia di casa. Poiché però uno dei miei “postulati” è che la tradizione della Chiesa non può sbagliare ho continuato a cercare una risposta che mettesse insieme il dato tradizionale e l’esperienza. Io l’ho trovato in questo: il
Battesimo sacramento conferito a dei bambini inconsapevoli mette un “seme” di fede, seme che per svilupparsi ha necessità di essere “irrigato” e passare attraverso un incontro personale con il Cristo vivente. Questo può avvenire attraverso l’ascolto della predicazione del Kerygma – la forma normale di chiamata alla fede di un pagano o appartenente ad altra religione – o anche forse attraverso meditazioni e letture MA PERCHÉ C’ERA GIÀ IL BATTESIMO SACRAMENTO.
Comunque sia, la fede non si misura dalle parole ma dalla vita e dal confronto con il Discorso della Montagna, che è la “fotografia” del “cristiano adulto”.
Se assomigli in qualche misura a quell’immagine allora puoi dire di avere fede, altrimenti è meglio dire che di fede ne hai pochissima. ( in verità sarebbe meglio che altri dicessero di te che rassomigli a quella foto, perché nessuno è buon giudice di se’ stesso).
Quanto alla fede “malleabile” del Cardinal Martini, espressione contestata da mcv e da ccl , bisognerebbe capire bene cosa intendeva dire con quei termini. Certo la fede è la Roccia sulla quale si fonda la casa, dunque per “malleabile” il cardinale doveva voler intendere altro, forse che può avere fasi di crescita e di crisi , non so.
Una delle caratteristiche della fede “adulta” è la “benevolenza” cioè il “pensare bene” dell’altro. Non sospettare ad esempio che si citino le scritture per fare mostra di avere studiato molto ma pensare che lo si faccia per sostenere le proprie argomentazioni.
Infine credo che non ci si debba dimenticare che non siamo tutti uguali e che Dio ha distribuito i suoi doni in modo diverso: a uno ha dato il gusto e il dono di studiare le scritture, ad un altro di visitare e confortare gli ammalati, a un terzo di passare la vita in preghiera ecc. Non c’è un modo che sia “meglio” dell’altro. Tutti dobbiamo cercare di fare quella particolare Forma della volontà di Dio che ci è stata affidata.
A Lorenzo Cuffini
Ma fare parte della Chiesa di Carne non significa che si debba fare tutto sotto le direttive di un prete! Tra l’altro i preti sono pochi e saranno sempre meno.
La tua missione, la tua testimonianza la fai in rpimo luogo con la tua vicina di pianerottolo, con il condomino litigioso, con l’automibilista che ti manda a quel paese perché hai fatto male un sorpasso o sei stato lento a un semaforo. Li’ non hai nessun bisogno del prete. E se puoi, parli con le parole che ti vengono.
Sempre per Lorenzo
Mi è tornato alla emnte un libro che ho letto molto tempo fa e che parlava della diffusione del crstianesimo nei primi tempi. DIceva che si era diffuso soprattutto attraverso le chiacchiere delle donne che andavano raccontando di questo uomo che era risorto dalla morte insieme a tante fantasticherie. E poi venivano i catechisti e imissionari e precisavano le cose ma su unterreno che era stato fertilizzato.
Qeullo che dici non è poi così importante se testimoni quello che Gesu’ ha fatto per te e manifesti con la tua vita che sei un ‘salvato’. Per farlo non hai bisogno di nessun prete, basta il tuo battesimo.
Volevo aspettare un commento di Amigoni, ma ormai è tardi.
Preferisco pregare.
Buona notte a tutti
Male hai iniziato la giornata, male la finisci Federico.
Se poi la tua voleva essere una battuta di spirito, e’ di spirito cattivo.
Buona veglia.
Ma davvero si può replicare a persone così ottuse come le due signore qui sopra? E a quale delle due sorellastre dare, con immensa soddisfazione, la palma dell’ignoranza?
Mio Dio, che squallore! Qualche perla di idiozia pazzoide racattata a caso qua e là: chewiing-gum, melassa, boccone gommoso, ossimoro, colonna di sabbia…
Ma la più bella fra tutte è: l'”illuminato” fratello di Loggia card. MARTINI. Questa è molto simile all’ altra del Bergoglio massonico. E pensare che la signora che ha avuto per molti anni il vescovo Martini e lo venerava senza capirne l’impostazione religiosa, oggi ne parla in questi termini osceni. All’anima dell’incoerenza! Che vergogna!!
Signora Venturi illustrissima, non è che la gomma lei ce l’ha nella testolina tutta scema? Ha verificato? Se ancora non l’ha fatto, provveda il più presto possibile. E che c’entra, mi spieghi un po’, ineffabile signora, la fede di Gesù Cristo sulla Croce e quel po’ po’ di scemenze che ne ha fatto seguire? Qua stiamo parlando di persone comuni senza fede o con fede incerta o con fede incollata a forza, da bambini, in una mente che assorbe tutto quello che sente dire da genitori e maestri, e non ci ragiona sopra. E prosegue vita natural durante per questa via. Ammesso che prosegua, fra l’altro.
Non c’è che dire: cattolici così non possono edificare la Chiesa. Non c’è rimedio che tenga. Altro che “ospedale da campo”!
E a quell’ altra, che benedico perchè per la prima volta ha evitato di chiamarmi BOA ( notare il tutto maiuscolo, prego) e che mette in campo, tutta convinta, una sequoia e poi, tanto per cambiare, cita un brano di Vangelo, faccio notare che non solo io parlo di fede immatura. Non è un’espressione di mia invenzione. Lo fanno teologi ben più preparati di me, e anche di lei però, determinando le diverse specie di fede. Dunque, quali categorie umane prive di qualunque fondamento! Sono fondatissime, invece, cara signora. Io, fra l’altro, l’ho sperimentato personalmente, come ho già detto.
Certo che nessun uomo può arrivare a Dio con le proprie forze. Certissimo, anzi. Ma lei non ha letto bene i miei interventi, signora. È evidentissimo.
E ha alterato il mio discorso. Non è certo spulciando libri e documenti che si arriva alla vera Fede. Sui libri si deve ragionare, da qualunque parte vengano. Anche sui testi sacri si deve ragionare con la propria testa e magari con l’aiuto di un buon teologo.
Ancora lei non ha capito che, per quanto una persona possa dedicarsi con passione allo studio delle Scritture, non è detto che arrivi alla Fede per questa via.
E faccio osservare innanzi tutto, signora cara, che io non disprezzo proprio per niente chi dedica la propria vita allo studio delle Scritture. Non l’ho mai fatto né mai lo farò. Né mai ho usato il termine “mentecatto”, per cui devo dirle che lei non ha capito “perfettamente” niente di niente.
Quando mai un bimbo equivale a un mentecatto? Donde le giunge questa assurda equiparazione? Un bambino, senza essere mentecatto, prende per buono tutto ciò che gli viene detto, e senza problemi di sorta se li porta appresso senza cercare di verificare. Tale e quale è la fede immatura.
Quanto a tutte quelle belle virtù da lei elencate con tanto zelo, anche chi non ha Fede può esercitarle per nobiltà di coscienza. Lei non conosce forse atei conclamati che le hanno tutte quelle virtù che lei ascrive alla Fede? Io ne conosco parecchi. La differenza fra me e loro è che loro non hanno fede e io invece sì. Ma per il resto siamo uguali in tutto e per tutto. Quelle sono persone degnissime alla pari di me e di lei e di tanti altri che la fede ce l’hanno. Forse, anzi, loro sono anche migliori di me.
Mi dispiace che si sia perso il filo del bel tema messo sul tappeto da Accattoli.
Ma era inevitabile che tra il “panem et circenses” (dove per “circenses” oggi bisogna anche intendere i divertimenti in rete a suon di contumelie) relativi ai “profeti di ventura e di sventura” il discorso scivolasse anche sul decennale del Motu proprio di Benedetto XVI “Summorum Pontificum”. L’anniversario celebrativo ha visto a Roma – mi sembra di avere capito – una grande folla di “vetus ordo” di tutte le età.
Non mi pare qui il momento di parlare in lungo e in largo di detto Motu proprio. Ma ricordo che qui, a fine agosto – quando fu lanciato il 27 agosto il post sulla “riforma liturgica irreversibile” – venne citato il “Cum primum tempore”, la costituzione apostolica di San Pio V che nel luglio 1570 promulgava il Messale romano, valido in tutta la Chiesa latina.
Venivano riportate le parole usuali di ogni atto pontificio istitutivo di qualche solida legislazione: “Con il presente decreto noi ordiniamo…che mai niente deve essere aggiunto, omesso o cambiato in questo Messale…”.
Che è ragionevolmente da intendere, da sempre: mai nessuno modifichi, eccetto il Papa attuale o un altro Papa.
Si dà il caso che il Missale Romanum a cui faccio riferimento (stampato a Milano, dalla Daverio, nel 1923) oltre alla costituzione di Pio V, ne abbia una di Clemente VIII del 1604, una di Urbano VIII del 1634, una di Pio X del 1911. E tutte e tre con la bella formuletta della irreformabilità di quanto modificato rispetto a Pio V.
E tutti sappiamo che papa Giovanni toccò l’intoccabile – dal 1570 – Canone romano (oggi anche, per noi riformati: preghiera eucaristica prima) inserendovi il nome di san Giuseppe. Non risulta che S. Pio V si sia rivoltato nella tomba, né che altri siano insorti, almeno a difesa del principio della sacralità del Canone romano.
Nella costituzione con cui istituisce la Messa riformata a norma del Vaticano II, Paolo VI, nella tranquilla pienezza dei suoi poteri apostolici, scrive alla fine: “Quanto abbiamo qui stabilito e ordinato, vogliamo che rimanga valido ed efficace, ora e in futuro, nonostante quanto vi possa essere di contrario nelle Costituzioni e negli Ordinamenti Apostolici dei Nostri Predecessori e in altre disposizioni, anche degne di particolare menzione e deroga”.
Sia SuperBiffi, con la sua logica di solito stringente, sia tutti gli altri hanno inteso che con il nuovo Messale (e anche a motivo della formula esplicita citata) il Messale precedente di S. Pio V era abolito.
Il resto del ragionamento a una prossima occasione, se ci sarà.
Per la Signora Boe(A)
Guardi,non mi attardo a risponde alle sue solite battute personali, né mi soffermo sul florilegio di aggettivi, commentando perché, non conviene. Qui nessuno è “ottuso”, né “ignorante”, nessuno proferisce “idiozie pazzoidi”, nessuno dice “scemenze”, nessuno è “ineffabile” né “illustrissimo” .
E’ stato sufficientemente chiaro il suo riferimento alla fede “libraia” che non riesce “a vedere in alcuni frequentatori del blog” i quali non si attarda a definire “immaturi”, non adulti e un adulto immaturo in italiano equivale a definirlo un “mentecatto”, vittima di pensosa stupidità né più, né meno.
E siccome, a parer suo la sottoscritta, la Venturi, Federico e chiunque non si allinei con i suoi ragionamenti non avrebbe un’alta percezione della fede. Le farò rispondere da Nostro Signore in Persona.
” se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile”
Mt 17,21) “potreste dire a questo albero “sradicati e piantati nel mare” (Luca 17,6)
Come vede, la fede non è questione di dimensioni, conoscenze personali, maturità o immaturità, elucubrazioni viziate dalla nostra personalità e inclinazioni. Ma di fiducia, di abbandono nelle mani di Dio proprio come un piccolo, un neonato, ha visto quando il neonato esce dal ventre, quando te lo poggiano sul cuore ed è li, in attesa, con quegli occhietti incolore che non riesce a aprire perché cieco, non vede se non ombre, ed emette suoni incomprensibili e attende di essere nutrito, al seno, altrimenti cesserebbe di vivere ?! Ecco…questa è la fede.
Tutto qui!
Peccato si sia perso il filo, ha ragione P.Amigoni.
Pazienza!
” La fede non è un prodotto della riflessione e neppure un cercare di penetrare nelle profondità del mio essere. Entrambe le cose possono essere presenti, ma esse restano insufficienti senza l’ascolto mediante il quale Dio dal di fuori, a partire da una storia da Lui stesso creata, mi interpella. Perché io possa credere ho bisogno di testimoni che hanno incontrato Dio e me lo rendono accessibile”.
Benedetto XVI
“Avvenire” mercoledì 16 marzo 2016
” se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile”
Mt 17,21) “potreste dire a questo albero “sradicati e piantati nel mare” (Luca 17,6)
di fronte a queste parole evangeliche tutti noi – credo – dobbiamo dire : la mia fede è più piccola di un granello di senape (che è veramente molto piccolo)
Nel linguaggio corrente si parla di “fede matura” e di “fede infantile” – con la prima si indica una fede profondamente radicata nel mistero di Pasqua di Gesù Cristo che si traduce in atteggiamenti e azioni conformi al Vangelo – con la seconda si indica la adesione a tradizioni ricevute, l’accettazione dei riti e dei dogmi ma con scarsa consapevolezza e anche con poca rispondenza nella vita concreta al Vangelo.
E’ evidente che i termini “Fede” del Vangelo citato e del linguaggio corrente non sono immediatamente sovrapponibili.
Basta avere la volontà di capirsi.
Se non si ha la volontà di capirsi ogni “dialogo” è impossibile oltre a essere assolutamente inutile.
Senza volere essere moralista invito tutti gli accesi contendenti di questo blog a meditare il Vangelo di oggi, a proposito della “bocca che parla dalla pienezza del cuore” e dei “fichi e degli spini”.
Personalmente sono certo che tutti nutriamo sincero amore per la Chiesa (altrimenti non dedicheremmo neanche un minuto a partecipare a questo blog) anche se abbiamo visioni (ed esperienze) diverse. Penso che un dialogo franco possa essere costruttivo, se si presuppone nell’interlocutore la “buona fede” e si lasciano cadere i toni accesi e gli insulti personali.
E basta così. Non mi voglio fare maestro di nessuno
“Se non si ha la volontà di capirsi ogni “dialogo” è impossibile oltre a essere assolutamente inutile.”
Giustissimo, sig. Beppe. Ben detto.
Caro Beppe: certo che , per usare il tuo linguagguio” ” non si deve fare tutto sotto le direttive di un prete”.
Ma, proprio perché sono e saranno sempre meno, il compito di missionari e testimoni che ci è proprio NON PUO’ ASSOLUTAMENTE PIU’ essere affidato al nostro generico e superficialissimo faidate, alla nostra buona volontà facilona e umorale, ai nostri dubbi e pasticci.
Ma dico: guardaci per quello che siamo qua: è detto tutto.
Non solo non siamo testimoni credibili, ma siamo, tutti quanti, controtestimoni.
Io spero sempre che nessun “tiepido” ci legga: diventerebbe gelido, anziché tiepido.
Per vivere la missione con la vicina di casa, la famiglia, gli amici il lavoro, ci vuole FORMAZIONE, DEDIZIONE, VOLONTA’ DI METTERE QUESTO AL PRIMISSIMO POSTO, LACIARSI CONSUMARE COME UN PANETTO DI BURRO NELLA TEGLIA.
Ogni altra cosa è inutile, vana, superflua.
I ragazzi e i lontani non li abbagli con l’esere tuto d’un pezzo, o corretto o un buon cittadino. Tutto necessario, ma niente affatto minimamente sufficiente.
E’ pieno il mondo di atei splendenti che ci danno per fortuna punti in tutti questi settori.
DA SOLI facciamo il niente che abbiamo sempre fatto: infatti NON attiriamo in chiesa, NON attiriamo al matrimoniio, NON attiriamo a Cristo.
Solo in unione intima e profonda con la Chiesa che ci formi e e ci mandi( e magari non ne è ancora capace o non ne ha voglia) potremo tentare di cercare di fare qualcosina.
Caro Lorenzo
Lungi da me dire che non è necessario essere formati dalla Chiesa.
La formazione è FONDAMENTALE .
La dedizione è FONDAMENTALE ( ma , a mio parere, questa è una conseguenza della formazione. Tenendo presente tuttavia che il seme frutta alle vole 20 alle volte 60 alle vole il 100 per 1 )
Il Primo Comandamento è AMERAI IL SIGNORE DIO TUO CON TUTTO IL TUO CUORE ecc. L’aggettivo TUTTO sgomenta perché non lascia spazio ad altro.
E amare Dio vuole dire : Fare la sua volontà come egli te la indica nella tua vita concreta. E questa può essere: metti al mondo una famiglia numerosa e spendi tutto il tuo tempo per essa, oppure fatti religioso e entra in un convento, oppure fatti sacerdote, oppure dedicati all’infanzia abbandonata o quello che sia. A ognuno il suo.
Senza pretendere che il tuo particolare modo sia il solo o il migliore.
Il “mandato” lo da’ necessariamente la Chiesa. COncordo assolutamente con te.
Ma, se sei battezzato, non hai necessità di ULTERIORI mandati. Quello che ti è stato dato con il Battesimo e’ sufficiente.
Certo un lavoro strutturato può essere più efficace . E un incoraggiamento da parte delle strut.ture ecclesiastiche è di grande aiuto – psicologico e effettivo ( anche se, ahimè questo talvolta non avviene e le strutture ecclesiastiche sono di impedimento invece che di aiuto )
Il lavoro “apostolico” che ogni singolo cristiano può fare non ha probabilmente, o è assai difficile che abbia, riscontri immediati.
Ma, specialmente nel tempo odierno, è necessario che venga fatto perché ci possa essere nel futuro una inversione di tendenza.
Infatti, nessun ulteriore mandato.
Dipende se la cosa è la piu’ importante e fondante della tua storia, e precede e ispira tutte le altre, o no.
Se lo è, è impensabile farlo ” da soli”.
Innestati nella Chiesa fino alla morte: specie se la Chiesa di carne con cui abbiamo a che fare non ci piace, non la capiamo, ci irrita e ci infastidisce.
Facciamoci furbi una buona volta, piantiamola di comportarci da bamboccetti infantili e viziatissimi come cattolicamente facciamo di continuo, e diamoci una mossa.
Buon sabato.