“Vi chiediamo perdono e speriamo che dal Cielo possiate capire la nostra fragilità. Vogliateci bene, perché ne abbiamo tanto bisogno. Ora che vedete tutto, anche i nostri cuori, dateci la forza di affrontare questo immenso dolore”: parole di Bashkim Dobrushi, albanese di 45 anni, di religione musulmana, rivolte alle figlie Sidny, Keisi e Simona, di 4, 10 e 13 anni, uccise il 9 marzo dalla loro mamma a Lecco. La lettera che Bashkim ha scritto alle figlie è uno straordinario documento della nostra epoca, della sua indifferenza e della sua pietà. la cito ampiamente e l’interpreto in Vino Nuovo. Mi è stata data dal padre Angelo Cupini, amico dei poveri, che ha ospitato le tre bare per una settimana nella sua comunità. Qui una lettera del padre Angelo che aiuta a intendere la drammatica vicenda e mostra come si possa vivere umanamente, per la via della fraternità, una situazione disumana. Nella quale infine hanno sovrabbondato il sangue e la grazia.
Bashkim Dobrushi alle figlie: “Perdonateci dal Cielo”
12 Comments
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Stasera alle 17 ero al Gemelli.
Nell’attesa della visita di controllo,
i vari schermi televisivi disseminati in zona-attesa degli ambulatori,
mandavano due canali, RAI1 e CANALE 5,
non so che titolo di programmi,
credo che siano qualcosa di quotidiano,
passeggiavo lentamente nella zona-attesa,
mentre quei canali mandavano programmi di vojerismo
su morti, aggressioni, inseguimenti strade-case di chi ha visto cosa e cosa pensa,
sentivo quel senso profondo di schifo, e rabbia,
di quell’uso del dolore, e dell’umana follia
che andrebbero elaborati,
e invece era solo tutto spettacolo di intrattenimento,
sulla carne viva delle persone,
con persino cerebrolesi,
che si prestavano a opinionare.
TROVO QUESTO DI UNA VIOLENZA SPAVENTOSA.
E’ quel mondo di violenza a cui ci stiamo abituando
soprattutto
da 20 anni a questa parte,
inseguendo la TV degli istinti violenti.
E’ quel mondo di violenza a cui mi vogliono far abituare,
qui’ in Italia,
mentre il mio Vescovo mi dice,
che quello
è disprezzo è violenza è schiavitù,
e
ci sono altri cristiani che non gli sta bene che
il mio vescovo dice questo.
Anzi si sono persino rotti i coglioni, e lo dicono, eh!
Io sono grato al Signore,
perchè mi ha mandato il nuovo vescovo,
che mi ha disinnescato la guerra ideologica sui valori,
e sta accendendo giorno dopo giorno
i fari
sulla violenza di tutto un sistema,
a cui io e troppi cristiani
ci siamo abituati.
Grazie, grazie, Luigi,
di questo post,
ho letto con cuore gonfio
ogni link che hai proposto.
Grazie al padre Angelo, che tu Luigi ci fai scoprire,
un prete senza bandiere ideologiche,
ma già da anni attivo nell’Ospedale da Campo.
Un prete che non è rimasto chiuso in chiesa,
a pettinare l’unica pecora rimasta nel recinto, a farle i bigodini.
Grazie Angelo e grazie a papà Bashkim Dobrushi, di religione musulmana.
.
Aggiungo quanto mi ha colpito Aldo Cazzullo nel suo articolo di oggi:
“Il buon senso
e la cura delle persone
sono parte della misericordia civile e religiosa.
Devono prevalere
sui modelli ideologici e
sul disinteresse per la vita vera e il dolore altrui.
Solo una chiosa sulla presunta “la guerra ideologica sui valori”: c’è chi la fa e chi la subisce. Forse Matteo ha creduto che fosse la Chiesa Cattolica a muovere la prima offensiva, ma in realtà a cominciare sono stati i suoi avversari (diciamo pure l’Avversario) e la Chiesa si è limitata a rispondere attraverso le opere di misericordia spirituale: ammonire i peccatori, consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti.
Naturalmente gli avversari hanno saputo far passare come oscurantismo (o fondamentalismo) quello che era un semplice (ma convinto) richiamo ai cattolici rispetto ai valori del cattolicesimo stesso.
Non c’è stata nessuna guerra ideologica, ma un’offensiva ideologica anticattolica alla quale la Chiesa ha reagito come ha potuto come era suo dovere nei confronti della Verità che è il Signore Gesù.
Non so se effettivamente il nuovo Vescovo di Roma (e Vicario di Cristo) preferisca dare la precedenza ad altre priorità, ma l’offensiva, almeno in Occidente e in Italia, continua e i cattolici sono ancora chiamati ad una testimonianza chiara.
Non riesco a capire come una donna una mamma possa arrivare a questo.
Cara La ginestra
per essere all’altezza della comprensione di simili tragedie umane non basta la razionalità odierna , e forse neppure il nostro cristianesimo “edulcorato”.
Bisogna leggerle alla luce della tragedia greca e di quel senso del Fato e dell’inelettuabilità del destino, di cui l’uomo non si rende conto se non DOPO che si è realizzato.
nella “Medea ” di Euripide Il Coro delle Donne di Corinto, dopo che Medea ha deciso di uccidere i figli per punire Giasone del tradimento, eleva una bellissima poesia corale che finisce con due strofe di compianto sia per Giasone che per Medea, che si avviano ciechi al loro destino:
“E tu misero, che con traditrici nozze,
ti volesti imparentare coi re,
tu sui tuoi figli e sulla loro vita
porti sterminio
e alla tua sposa lo strazio
di un orribile morte.
E non lo sai, tanto t’inganni, infelice , sul tuo destino!
E te compiango e il dolore tuo,
miseranda madre di figli:
te che i tuoi figli stai per uccidere
a vendetta dell’empio marito
che il letto maritale tradì
e con altra compagna nel letto si congiunse.
“Medea di Euripide” , fu rappresentata nel primo anno della 87 Olimpiade ( 431 a. C ) e non vinse il primo premio.
le ultime parole della tragedia “Medea” di Euripide
Di molte sorti dispensatore è DIO in Olimpo, e molte di queste non attese
per volere degli dei si compiono, altre che sono attese non si compiono.
A ciò che è inatteso apre la Divinità una strada. Tale di questa azione fu l’esito”
La tragedia greca non era uno spettacolo, ma un rito religioso.
“…Forse Matteo ha creduto …”
Io e te, Federico, abbiamo visioni differenti
e questo è acclarato,
tu quando parli di chiesa ovviamente intendi Vaticano,
mentre io intendo “popolo cristiano” e basta.
Io non vedo anticattolici,
non ho nemici da fabbricare a tutti i costi.
Ma vedo la cattiveria e la malvagità,
in piena attività,
grazie all’indifferenza
e grazie
alla mancanza
di
misericordia civile e religiosa.
Federico,
ti prego di non appropriarmi di cose che non dico
per fare l’appagante guerra di religione.
Provaci!
Altra tragedia su cui si stende il silenzio assordante dei cristiani d’occidente , di quelli che son convinti essere arrrivata la Primavera della Chiesa e per i quali il vero grosso unico ineludibile problema oggi è se i risposati divorziati possan o no far la comunione , ciechi che conducono altri ciechi, ciechi soprattutto di fronte al Destino ,
http://www.lastampa.it/2014/03/18/blogs/san-pietro-e-dintorni/siria-cristiani-come-animali-AZlSI9eGptZajx9EmkPtdI/pagina.html
Matteo,
il fatto che tu non veda i nemici della Chiesa, non significa che non ci siano.
Purtroppo ci sono e la loro presenza ci costringe a reagire.
Reagire non nel senso della “guerra di religione”, ma con una testimonianza credibile e con il coraggio di difendere i valori in cui crediamo, anche se sono causa di disprezzo agli occhi del mondo.
Il Vangelo ci insegna a porgere l’altra guancia, non a far finta di niente e passare dalla parte del male.
2500 anni da Euripide, stessa dinamica. Dall’antro della Cumana una sinistra eco profetizza guerre e sangue; un destino ineludibile sembra travolge ogni società sotto il cielo: violenza e follìa si perpetuano. Strutture di male, ora, come allora, e di quel sangue innocente a qualcuno verrà chiesto, nessuno esente da responsabilità. In una società senza etica, né morale, con un vuoto istituzionale spaventoso, dove impera sovrana la precarietà e si è sempre più soli mi chiedo chi è moralmente migliore, se l’uomo che tradisce lasciando sola una donna con i suoi mostri interiori, o lei, che in preda al delirio sottrae alla vita le sue craturem quasi a volerle “reingoiare nell’utero” .
“Solo gli dei sanno chi per primo ha fatto del male” -fa dire Corrado Alvaro a Medea, l’eroina dal “cuore di cane” e del “dolos”,l’”Innominabile” portinaia degli Inferi, dea delle apparizioni notturne. Le stesse dei nostri giovani , ubriachi e drogati d’inganno. La tragedia si ripete in un mondo separato in sé, dicotomico, dove il virtuale e il reale si mescolano , il mondo dei falsi profeti…
Federico,
e io ti prego di non appropriarmi di cose che non dico.
Abbiamo visioni molto diverse, anche sulla testimonianza.
E allora che facciamo ?
Mi ci devo suicidare ? perchè non vedo le cose come le vedi tu ?
Io non vedo il Vangelo come indotrinamento.
Che faccio?
Mi suicido ?
Le guerre non hanno mai convinto,
hanno solo ucciso, ammazzato, assassinato,
e
anche io vi collaboro con la parola quando non sono capace di uscire da questa dinamica di violenza.
Purtroppo non ho la bacchetta magica per guarirmi all’istante,
ma almeno vedo la violenza che è in me.
rileggo molte volte in questi giorni le parole di Gianpaolo,
in servizio al 118 quella mattina…
l’immagine che mi rimandano quelle parole é quella di un piccolo anfiteatro in cemento armato di tre gradini, grezzo, dove sono adagiati in centro sul pavimento i corpi esanimi di queste tre bambine in vesti candide..
attorno i loro spiriti impalpabili volteggiano vorticosamente
un senso di vuoto un pugno allo stomaco indescrivibili
non so neanche se una preghiera abbia senso..
Grazie Paolo.
Queste le parole di Giampaolo che anch’io ho subito amato:
Vite incompiute
Composte nel talamo:
una Pietà domestica.
Candidi
I corpi esanimi
Rossa
La vita intorno