Dedico tre battute a Gaspare Barbiellini Amidei che ci ha lasciati l’altro ieri a 72 anni: quella che mi disse al momento della mia assunzione al Corsera nell’agosto del 1981, una dell’ultimo incontro e una terza con cui gli hanno reso “onore” i colleghi di “Avvenire”. L’assunzione l’aveva decisa il direttore Alberto Cavallari che dopo firmato il contratto mi portò da Barbiellini Amidei che aveva la carica di “vicedirettore vicario”. “Non ho nessun merito o demerito per la tua assunzione – disse quando restammo soli – perché neanche sono stato consultato, ma sono contento perché ti conosco come un cristiano e qui siamo davvero pochi. Questo crocifisso che ho messo alla parete credo sia l’unico in tutta la redazione”. L’ho visto l’ultima volta il settembre scorso, all’indomani dell’incidente di Regensburg e questo fu il suo commento: “Dobbiamo aiutare il papa a intendere le ragioni dei musulmani e dobbiamo aiutare i laici a capire che ha ragione il papa. Con i musulmani noi giornalisti non credo che possiamo fare nulla finchè non ci sarà libertà nei loro paesi”. Infine Avvenire che ha dedicato a Gaspare queste belle parole: “In tempi e in ambienti in cui non era facile dichiararsi cattolici egli non si è mimetizzato, diventando un chiaro punto di riferimento”.
Barbiellini Amidei e quel crocifisso al “Corsera”
5 Comments
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“…ti conosco come un cristiano…”
E’ curioso, caro Luigi, dico anch’io di te questa cosa quando mi ritrovo – per diletto o per lavoro – a raccontare agli altri quello che scrivi tu rispetto magari a quello che scrivono gli altri tuoi colleghi. L’ultima volta proprio sabato sera, mentre parlavo di Chiesa e giornali con un grande parroco romano, don Enrico Feroci (credo tu lo conosca). Dal 1981 ad oggi – dopo miglialia di articoli, centinaia di conferenze e diversi libri – potrebbe sembrare riduttivo a qualcuno quel semplice: “lo conosco come un cristiano..”. Ma a me sembra bellissimo. Distintivo e insieme umile, povero, capace di significati infiniti…
Conosco don Enrico e ti prego di salutarlo. Luigi
A Barbiellini Amidei ho da sempre associato, personalmente, l’aggettivo (corrispondente ad una dote sempre più a rischio di estinzione) “garbato” .
Altre epoche, altro stile, altri giornali.
Oggi servono solo ricatti, merce di scambio e raccomandazioni per poter tentare anche solo di proporre un pezzo. E non parlo del mondo laico.
Una preghiera per Barbellini Amidei che ho conosciuto tanti anni or sono , quando ancora non sapevo che sarei diventata una giornalisti. O almeno che ci avrei provato.
Angela
Da lettrice, di Barbiellini Amidei ho sempre avuto l’impressione di un cristiano, gentiluomo d’altri tempi di cui aprendo il giornale la mattina (ultimamente mi capitava talvolta di leggere i suoi commenti sul Resto del Carlino) sentirò la mancanza.