Balla il nero che vende “Terre di mezzo” all’uscita dalla Metro.
Balla il nero che vende “Terre di mezzo”
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Balla il nero che vende “Terre di mezzo” all’uscita dalla Metro.
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I neri cantano e ballano sempre.
Cantano e ballano perché i tramonti africani sono meravigliosi, perché il loro cielo è pieno di stelle … tantissime e luminosissime, perché loro camminano scalzi, liberi da scomodi impedimenti. Per loro ogni momento è buono per cantare e ballare – hanno una fisicità incredibilmente accentuata. Forse non sono culturalmente abituati a parlare delle loro emozioni, ma la loro modalità di esprimerle è straordinariamente potente! Gli africani trasmettono una intensa carica emotiva con le loro movenze e i loro canti – anche i bimbi piccolissimi hanno una capacità innata di muoversi e danzare come se avessero alle spalle una scuola di formazione.
Cantano e ballano sempre, anche quando sono lontani e sentono forte la mancanza della loro terra e dei loro cari.
Le ” terre di mezzo” sono come le sabbie mobili : più ci balli più ti infossi…più ti infossi più ti seppelliscono.
Le “terre di mezzo” sono quelle che producono foglie, molte foglie, ma pochi frutti…come il fico sterile, cresciuto nella “terra di mezzo” tra Betania e Gerusalemme, tra la resurrezione di lazzaro e la morte del Signore!
…il fico incenerito in quella “terra di mezzo” tra la pudrefazione prodotta dal male, dal peccato e alfine della morte e la vita eterna in Colui che si è addossato le nostre colpe, le nostre iniquità…
Grazie per questo spunto che invita alla meditazione Luigi….grazie!
In Africa non so, non ci sono mai stato, ma dalle mie parti non vedo molti “neri che ballano e cantano”: qui, per lo più (e per – anche loro – fortuna), lavorano, a volte “ambulano”, altre volte “elemosinano”, e, di sera, si ritirano oppure si radunano in crocchi, tra connazionali, presso qualche bar, o ritrovo.
Non sarà “pittoresco”, sarà pure colpa dell'”aria del Nordest”, ma è così.
Buona serata !
Roberto 55
A ottobre ho comprato casa in Via Pré. Chi conosce Genova almeno un pò sa a che posto mi riferisco. Oggi, per far qualche lavoretto, visto che fra poco dovrebbe diventare mia dimora principale, mi ci sono recato due ore, ed è bastato andare a comprare un dentifricio nella farmacia e una Fanta e una banana in un negozietto sotto casa, per essere irraggiato di quella simpatia contagiosa di molti africani. “Diouf, ma se arrivi alle dieci, lo credo che non trovi aperto!” -scherzava il farmacista , dopo che l’africano nero sorridente ribadiva come fosse difficile trovare la farmacia aperta. “No, hai ragione, è che io arrivo sempre in ritardo, ehe …”
Comunque i miei vicini saranno per gran parte senegalesi e cinesi. (Quelli di pianerottolo più prossimi, invece, pakistani. Oggi tenevano la porta aperta e ne usciva una nube acre di fumo d’olio…)