“Il nostro primo pensiero, la nostra prima attenzione è nei confronti delle vittime [degli abusi sessuali da parte di appartenenti al clero cattolico]: ancora una volta esprimiamo a loro tutto il nostro dolore, il nostro profondo rammarico e la cordiale vicinanza per aver subito ciò che è peccato grave e crimine odioso“: così due ore addietro il cardinale Angelo Bagnasco ad apertura dell’assemblea della Cei. Ed è il primo passo che merita consenso. Il secondo è questo, riferito al papa: “Noi Vescovi sappiamo di dover ringraziare il Papa per quanto ha fatto e sta facendo in ordine all’esemplarità della Chiesa e dei suoi ministri. Egli è il Pastore all’altezza delle sfide, che affronta con credibilità e lucidità questo tempo difficile; è il maestro che parla della verità di Dio e rivela il giusto rispetto per la verità sugli uomini; è il testimone della carità, come della trasparenza che la carità esige. Non c’è cedevolezza in lui nei riguardi di pressioni esterne, ma un’assunzione di responsabilità proporzionata al suo mandato“. A queste due lodi aggiungo un consiglio che riguarda l’urgenza per la Cei di costituire un referente unico nazionale e di avviare un’operazione verità prima che sia troppo tardi: sviluppo l’idea nel primo commento a questo post.
Bagnasco sugli abusi sessuali: due lodi e un consiglio
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[Segue dal post] “L’opinione pubblica come le famiglie devono sapere che noi Chiesa faremo di tutto per meritare sempre, e sempre di più, la fiducia che generalmente ci viene accordata anche da genitori non credenti o non frequentanti. Non risparmieremo attenzione, verifiche, provvedimenti; non sorvoleremo su segnali o dubbi; non rinunceremo a interpretare, con ogni premura e ogni scrupolo necessari, la nostra funzione educativa“: è un altro passo della prolusione del cardinale Bagnasco ed è ben detto, ma credo si debba fare di più. Molti temono l’emergere di casi italiani simili a quelli dell’Austria e della Germania, se non dell’Irlanda e degli Usa. Si dovrebbe invece argomentare e operare in favore dello svelamento, purchè ovviamente i fatti siano reali. Sarebbe anzi bene che la nostra Conferenza episcopale prendessero delle iniziative di indagine e studiasse qualche “operazione verità” prima che sia troppo tardi. La nomina di un referente nazionale, come avvenuto in altri paesi, non sarebbe fuori luogo. Un’informazione trasparente sui casi accertati, come anche l’offerta di un contatto e di una fattiva consulenza a chi ha subito torti potrebbero essere tra i suoi compiti.
[Segue dal primo commento] A chi considerasse fuori luogo il mio allarme sul domani per quanto riguarda l’Italia, ricordo le parole che ha dedicato al nostro paese il “promotore di giustizia” della Congregazione per la dottrina della fede, il prete maltese Charles J. Scicluna, cioè l’uomo di Chiesa che ne sa di più: “Finora in Italia il fenomeno non sembra abbia dimensioni drammatiche, anche se ciò che mi preoccupa è una certa cultura del silenzio che vedo ancora troppo diffusa” (intervista ad Avvenire del 13 marzo 2010).
non penso lo faranno finché non si troveranno costretti!
Credo anch’io.
A domani !
Roberto 55
Alla veglia di Pentecoste per i giovani il Card. Bagnasco ha aggiunto una cosa a mio giudizio significativa: la causa di questa situazione – ha detto – risiede nel fatto che si parla poco, oggi, di peccato. E questo a partire dalla Chiesa stessa e tante volte dai sacerdoti: se non si dice più, se non si sa più cosa è peccato allora siamo sopratffatti dalle nostre debolezze e non sentiamo più il bisogno di essere salvati da Cristo.
Per me sono parole molto vere. Tanti preti oggi non parlano più di peccato!
Condivido preoccupazione e suggerimento di Luigi.
Un buon esempio potrebbe essere quello della chiesa di Teramo, che recentemente ha preso l’iniziativa e ha segnalato un caso alle autorità giudiziaria, invitando anche il sospettato a rientrare in Italia e presentarsi.
Senza scatenare la caccia alle steghe, è bene che si segua questa strada ovunque.
La cultura del silenzio è quanto di peggio possa esistere.
Buona è la strada indicata dal Santo Padre. E’ il caso che ci si attenga alla sua linea.
Non è buttando la sporchizia sotto il tappeto che si rimedia.
Coprire uno scandalo è peggior scandalo dello scandalo che si vuol coprire.
La denuncia di Ratzinger allora cardinale, sulla “sporchizia nella Chiesa” oggi è di estrema attualità. Va fatta la necessaria pulizia, costi quel che costi.
Credo sia questa la strada che indica Benedetto XVI.
Poi questa dichiarazione di Bagnasco:
““L’opinione pubblica come le famiglie devono sapere che noi Chiesa faremo di tutto per meritare sempre, e sempre di più, la fiducia che generalmente ci viene accordata”
io la commento così: caro don Bagnasco, omelie disccorsi e chiacchiere brevi grazie!!!
E fatti, molti fatti, solo fatti.
E tra i fatti mettiamoci pure un sano ritorno alla dottrina. Che vuol dire parlare del peccato. E confessionale tanto confessionale. Per confessarsi a momenti bisogna quasi fare acrobazie.
E detto da me che non sono un “tradizionalista” significherà qualcosa…
Preso atto che il “generale CA” di buon ora ammette le nefandezze, gli omissis, e la compassione per le vittime.
Nè lui, nè altri potranno guarire l’umanità dalle perverse e abiette fragilità della bestia che ognuno si porta dietro.
Tra l’altro l’oscena bozza sulla censura informativa in corso di elaborazione da questo splendido governo, prevede che i misfatti dei preti e delle religiose riportino alla giurisdizione vaticana che deciderà come meglio crede.
Mi ha fatto assai bene digiunare per qualche giorno, per notare come di fronte a gravissimi problemi della società contemporanea come quello del diritto all’informazione siano argomenti tra i “non classificato”.
In tema:
http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_25/cei-pedofilia-cifre_7f17e23c-67f7-11df-b83f-00144f02aabe.shtml
Sì, sì, un referente unico nazionale! Che sia esterno, però. E super partes. E insospettabile. Che bella idea!
Ho solo un dubbio: Moody’s o Standard and Poor’s?
Certo, lo scandalo è grossissimo è una voragine, un abisso senza fondo! Purtroppo questi provvedimenti, questa apertura andava fatta prima, invece si è chiusa la stalla quando i buoi ormai erano fuggiti, come al solito ovviamente. Ma questa è prassi ormai, in ogni ambito [vedi in politica dove degli evasori fiscali non è rimasto che l’ectoplasma, tutto ai limiti dell’irreparabile] Qui però ci sono delle responsabilità enormi, di una gerarchia corrotta e complice. Io sono convinta che Benedetto XVI aveva in petto chissà quale oppressione: quante volte avrebbe voluto gridare la propria indignazione ed è stato fatto tacere. Perché altrimenti non si spiegherebbe il coraggio encomiabile che ha dimostrato aprendo un simile vaso di Pandora !! Io credo che la Chiesa non si rialzerà facilmente da questa botta, non voglio fare la Cassandra ma, sarà difficile. Si è dato troppo spazio al peccato: si è introdotto fin dentro le fibre, le midolla come un oscuro paradosso.E ora? sarà capace di penitenza? Di autentica conversione? Perché allo stato attuale della cose si tratta di Ri-formare nel senso letterale del termine cioè, proprio dare una nuova forma a ciò che s’è deformato in modo abnorme. C’è bisogno di una nuova configurazione , che non sia “rivoluzione” ovviamente. Forse vanno cercate delle nuove formule, più adatte alle esigenze del tempo che viviamo, che la faccia apparire degna di essere creduta, ma senza rattoppamenti sul vecchio…e -fermo restando il basamento, la struttura fondante e portante che deve essere preservata- c’è bisogno davvero di vino nuovo, di trasparenza, di tagliare quei rami che hanno messo radici e generano solo un gran fogliame una grande ombra ma di frutti…ben pochini!!! Ecco io credo che bisognerà rinnovare molto dall’interno, altrimenti…temo che dovremo mettere tutti gli occhiali rosa di Barby!
“Moody’s o Standard and Poor’s?”
http://en.wikipedia.org/wiki/Bond_credit_rating
A come …
B come …
C come …
D come…
Ti adoro Syr ! Come?
”E tra i fatti mettiamoci pure un sano ritorno alla dottrina. Che vuol dire parlare del peccato. E confessionale tanto confessionale. Per confessarsi a momenti bisogna quasi fare acrobazie. E detto da me che non sono un “tradizionalista” significherà qualcosa…”
Ubi, grazie! (Molti più Ratzinger e molti meno Noyer …)
Prego Lyco.
E’ un dovere dire la verità!
Qualche parolina da semplice fedele sull’argomento “confessionale”.
Lo definisco il luogo dove si salvano\possono salvare anime oppure si perdono\possono perdere anime.
Il luogo ove i sacerdoti possono santificarsi o perdersi e far perdere anime.
Premessa: la chiesa parrocchiale cui sono appartenuto da bambino fino al matrimonio, sui piedritti dell’arco che sostiene la navata aveva (ed ha) due dipinti di pregevole fattura di un noto pittore napoletano.
I due dipinti furono la mia ossessione fino a quando non me ne fu spiegato (verso i quindici anni) il senso.
Sul piedritto di sinistra c’è disegnata una ragazza che si confessa.
Su quello di destra la stessa ragazza che riceve l’Ostia Consacrata sulla lingua dal sacerdote. Però… (il motivo della mia ossessione) il sacerdote ha un serpente (inutile spiegare il simbolo) attorcigliato intorno al braccio che con la bocca afferra l’Ostia tenuta dal sacerdote. Nella mia mente di ragazzino di allora sembrava impossibile: come può il diavolo (serpente) stare insieme con l’Ostia?. Come può il sacerdote porgere il Corpo di Cristo insieme col demonio? Come può la ragazza comunicarsi col demonio.
Poi mi fu spiegato il simbolismo: è stata fatta una cattiva confessione, e si fa una cattiva comunione. La ragazza “mangia e beve la propria condanna”.
Il mio parroco (Dio lo annoveri nelle schiere dei Santi) era un apostolo del confessionale. Sempre li dentro. Come il curato d’ars. Se stava in chiesa e entrava qualcuno subito si ficcava nel confessionale. Insomma senza che mi dilunghi.
Un’altra considerazione (fatta da quell’altro lato del confessionale cioè quello del fedele): non tutti abbiamo la stessa facilità nel confessare i nostri peccati.
Così a volte spesso si fanno cattive confessioni.
Eppure ricordo il mio parroco e altri che innanzitutto all’esordio chiedevano: “da quanto non ti confessi”?
E con la loro esperienza e delicatezza ti facevano vuotare tutto il sacco!
Mi permetto una considerazione che non appartiene al ruolo del fedele (me ne scuso e spero non se la prendano i sacerdoti che eventualmente leggono):
a perte il fatto che il decalogo quello è… ma ogni età e ogni condizione ha i suoi peccatucci… , credo che poi certe domande dovrebbero avere certi automatismi.
Poi oltre alla vergogna c’è la mancanza di coscienza di ciò che è peccato (i catechismi sono fatti come sono fatti…) e del peccato… non se ne parla davvero più.
Insomma l’aver indetto da parte del Santo Padre Benedetto XVI l’anno sacerdotale che si avvia alla chiusura, l’averlo dedicato al Santo Curato d’Ars… il suo insistere sul sacerdote che dispensa la misericordia di Dio… il suo insistere sul peccato e il suo senso stesso…
se apre gli occhi a me laico e semplice (in)fedele…
ai sacerdoti che deve fà…???
Insomma non sogno restaurazioni in stile Rococò… (anzi… un poco di stile francescano non guasterebbe)…
ma perlomeno la dottina…
P.S. La maggiore devozione che si può avere per il Corpo di Cristo (e per se stessi pure) è di riceverlo ben confessati, che èquivale a dire (si dice ancora?) “non in peccato mortale”…
Io un nome ce l’avrei, prete e super partes: Don Di Noto. Quale miglior prova dell’impegno della Chiesa?
Sono d’accordo con le parole di UBi Humilitas. tuttavia credo che “prima” del senso del peccato molti cattolici dovrebbero mettersi almeno d’accordo su cosa è peccato e cosa non lo è. E mi pare che oggi regni una grande confusione soprattutto nel campo della morale sessuale.
Per alcuni sacerdoti , oggi, certi comportamenti che la tradizione della Chiesa nel passato ha sempre definito “peccato”, non lo sono affatto.
Se ti confessi con uno di questi sacerdoti magari ti senti dire che quello che hai fatto non è un peccato.
Un esempio? Il sacerdote che hanno arrestato oggi a Milano con l’accusa di abusi su un ragazzino di 13 anni e a casa del quale hanno trovato materiale pedopornografiaco, nel 1999 ,si scagliava contro Ratzinger perchè troppo “conservatore” riguardo agli omossessuali. (potete trovare la sua requisitoria contro Ratzinger pubblicata sul “Regno” nel sito di Raffaella)
Tale sacerdote avrà presumibilmente insegnato ai suoi allievi che l’omosessualità non è un peccato ( e ,sempre che e le accuse siano vere magari neppurela pedofilia.
E così succede per tante altre comportamenti , esempio i rapporti sessuali prematrimoniali, ecc. ecc. Ci sono sacerdoti che insegnano una cosa.. altri che ne insegnano un altra completamente opposta.. insomma regna una grande confusione .. ricordo che una volta che posi una domanda semplicissima su questo blog se il matrimonio cristiano fosse o no indissolubile ricevetti le risposte più diverse tra loro chi diceva sì chi diceva no ,chi diceva sì però.. chi diceva si-e-no.chi diceva che era una domanda idiota. Ma come , non siamo d’accordo tra cattolici neppure su una cosa così semplice?
penso quindi che quello che UBi dice del “senso del peccato” è giustissimo ma prima della confessione deve esserci la chiarezza di idee . E’ quella che mi pare che manchi di più, ai nostri tempi.
E non rispondetemi come ha fatto qualcusno che è semplice: i cristiani debbono solo seguire l’insegnamento di Cristo.
non è affatto così semplice: perchè l’insegnamente di Cristo a noi è venuto tramandato da duemila anni di Tradizione ecclesiale . Nessuno di noi a meno che non fosse presente in Galilea o in Giudea alla predicazione di gesù di nazareth, o non abbia delle comunicazioni mistiche”dirette” con Lui, sa quello che veramente ha detto Cristo. Sappiamo quello che la Chiesa ci ha tramandato. dunque se non crediamo più in quello che la Chiesa ci ha tramandato nella sua tradizione millenaria , se riteniamo superate o antiquate certe concezioni, se riteniamo più giuste certe spiegazioni moderne sui comportamenti umani, è molto più onesto non dirsi più cristiani del tutto .
Discepolo, forse ti sei espressa male…
“Tale sacerdote avrà presumibilmente insegnato ai suoi allievi che l’omosessualità non è un peccato”
chiariamo: l’omosessualità NON è peccato. Praticare l’omosessualità è peccato.
Certamente un sacerdote potrà spiegare meglio di me, ma la morale sessuale è vasta e difficile.
Il campo dei peccati contro il Sesto Comandamento è vasto.
Per dirla in breve il “commettere atti impuri” si può compiere anche all’interno del matrimonio e con il coniuge stesso… (forse non è la dizione tecnica esatta però…).
La chiarezza di idee sul peccato la troviamo in brevi nanualetti di 2 paginette formato minuscolo che troviamo (trovavamo?) in giro e che servono per l’esame di coscienza.
Ad esempio il “non uccidere” non contempla “solo” la soppressione fisica di un uomo. C’è anche quella morale del giudizio e del pregiudizio…
“la lingua miete più vittime della spada”.
Comunque a prescindere dallo specifico di ogni singolo peccato, NULLA potrà mai sostituire quella “esperienza e delicatezza” del sacerdote ispirata dallo Spirito Santo, quell’amore e abnegazione di servizio alle anime che è il confessionale.
Se oggi veneriamo come beato Charles de Foucauld, lo dobbiamo ad un santo sacerdote.
Charles voleva parlare, ed il sacerdote imperterrito gli diceva: inginocchiati e confessati! E più Charles insisteva nel voler parlare, più il sacerdote insisteva nel volerlo confessare.
Vinse nella fermezza di proposito il santo sacerdote.
Guadagnò un’anima. Charles de Foucauld oggi è venerato come beato!
“Quanto è grande il sacerdote! Se egli si comprendesse, morirebbe. .. ”
San Giovanni Maria Vianney
A mio parere,sarebbe più giusto affermare che oggi regna la più grande confusione,punto.Non solo per quanto riguarda la morale sessuale.
Oltre al senso del peccato,esisterebbe anche il rispetto che pare essere diventata merce rara.Una volta ci si rispettava.Ed è dal rispetto che sono guidate tutte le nostre scelte di comportamento.
Ricordo i tempi in cui frequentavo il liceo si andava in bagno per scopiazzare dai libri poco prima del compito in classe, al massimo -proprio per essere audaci- ci passavamo la sigarette per fare un “tiro” e dividersela [ricordo le vecchie economiche “colombo” schifosissime] fino al filtro…era il massimo della trasgressione. Si tornava in aula dopo essersi mangiate un pacchetto di caramelle per camuffare l’alito. Oggi ragazzine di 12, 13 anni si infilano nei bagni e si riprendono con i telefonini mentre fanno sesso con i compagni maschi e femmine in una grande ammucchiata…poi, come se nulla fosse, si ricompongono, si rimettono le mutande e ritornano in aula….cioè…ci stiamo rendendo conto a che punto di squallore, di assenza di moralità di depravazione, di squallore? E’ il baratro, la fine…
Un paio di giorni or sono, in altro, precedente “post”, il nostro padrone di casa aveva invitato, a conclusione d’un duro “battibecco” (il termine non è il massimo ma, a quest’ora, non me ne viene altro di migliore) insorto tra le due ospiti del “pianerottolo”, Discepolo a tendere la mano verso Principessa.
Vedo ora che Discepolo, dopo un paio di giorni di silenzio, ha ripreso i suoi interventi, come se nulla fosse, senza far cenno all’episodio con Principessa.
Non ho titolo nè autorità per giudicare nulla e nessuno, e, del resto, ognuno si comporta come sa e come può: penso solo, Discepolo, che almeno una risposta all’invito del nostro (ed anche tuo) padrone di casa sarebbe stata dovuta, ti pare ?
Buona notte !
Roberto 55
Buona giornata a tutti.
– Cultura del silenzio…, che bisogna poi vedere cosa si intende. C’e’ il silenzio della prudenza, della comprensione, dell’accettazione, dell’umilta’; e il silenzio omertoso, criminale,…
– Cultura dello shameless (mancanza di vergogna). La vergogna e’ sempre stata una buona introduzione al senso del peccato…; cioe’ la natura fa’ la sua parte; nella fede, dovrebbe poi essere lo Spirito S. a guidarci al resto: riconoscere Dio o la mancanza di Dio nella nostra vita. Aveva ragione quello la’ che diceva che quando il senso del peccato sparisce e’ xe’ e’ gia’ sparito lo Spirito Santo.
E purtroppo ritrovo anche nelle nostre comunita’, nella nostra Chiesa questa mancanza di vergogna… gli esempi abbondano…senza parlare poi di tanti politici.
Al riguardo: scusate ma non posso non incazzarmi furiosamente quando devo sentire un Berlusconi che mi dice che “gli italiani hanno speso al di sopra delle loro possibilita’…e adesso devono pagare”. Ma lui me lo viene a dire? Ma non vi fa schifo? Un piatto di m….. glielo tirerei in faccia volentieri. Ma non c’e qualche pastore che possa richiamare al senso della vergogna, della dignita’? Altro che pedofili… Ma che vadano in mona tutti quanti!
P.S. – Se Clodine, Principessa e Discepolo si “beccano” continuamente ogni volta che entrano “in contatto”…well, a volte ignorarsi puo’ essere una buona cura…per evitare di coltivare sentimenti aggressivi.
(Io per esempio, come potete notare, non riesco a non coltivare sentimenti aggressivi riguardo la shameless berlusconiana!)
Condivido l’intervento di Roberto in toto -e mi sembra chiaro a cosa alludo- e anche la rabbia di Mabu sui sacrifici che ora , a tutti gli italiani vengono chiesti. Eh già! A tutti i pensionati, operai cass’integrati, dipendenti statali, insegnanti, insomma a tutti noi popolo di smargiassi ricchi epuloni con Ferrari di qua e panfili di la, abituati alla vita grassa e opulenta ora…ci viene—giustamenete ehhh ehh — chiestooo… ti tirare un tantino la cinghia…ma…niente allarmismi…nulla di che. In fondo si tratta di dare una mano dai! E’ la manovrina Temontina che richiede qualche miliarduccio di sacrificio da spalmare in chissà quanti anni, non ci si accorge neppure guarda. In fondo è anche salutare. Sai perché l’hanno fatta? Per contenere l’obesità crescente, per il nostro bene capito Mabu? Vedi che non ci arrivi??? A chi toglierli , poi, se non ai nostri vecchietti unltra settantenni che da anniiii e annniiiiiii s’ingrassano alle spalle dello stato italiana con quelle laude pensioni civili degni di un nababbo? …Manovrina miliardina, eurini chiesti agli italini per prudenza onde contenere la recessione e scongiurare l’effetto Grecia ma è robetta di poco conto in fondo…ci verranno restituiti, suvvia, ma che sarà mai!!
Vedi Mabu ti sembro una che cova sentimenti aggressivi?…Dai….te lo dico sinceramente, accetto lo scambio fricicarello sicuramente, anche il confronto forte quando verte su temi importanti che prendono la pancia certo.Ma ti assicuro di NON aver provocato in vita mia NESSUNO! Semplicemente perché non è nel mio stile, nel modo assoluto e ritengo la provocazione [specie quando sconfina nel maligno] una delle cose più meschine e miserabili, né mi ci gongolo quando capita. anzi.. Mi difendo, certo, ma il più delle volte chiedo scusa anche quando sono gli altri che dovrebbero. Credimi!
Buona giornata
@ Ubi humilitas 26 maggio 2010 @ 12:05
“Charles voleva parlare, ed il sacerdote imperterrito gli diceva: inginocchiati e confessati!”
———————————–
Accadde anche a me una esperienza simile,
negli anni ’80,
volevo parlare con il prete,
ero in una vecchia pieve nel trentino,
volevo parlare, cercavo discernimento, ero confuso,
il prete mi costrinse a confessarmi,
mi forzo’ ad inginocchiarmi,
la violenza che ricevetti per me è ancora oggi indimenticabile.
Mi inginocchiai e gli confessai turpitudini varie che nemmeno avevo fatto,
… era quello che voleva….
il giorno dopo mi chiamo’,
perchè vide che a
messa la mattina non mi ero comunicato (almeno un po’ di coerenza….)
mi chiamo’ in camera sua,
e mi chiese il motivo per cui non mi ero comunicato.
Gli risposi che il suo modo di condurre un ritiro era una violenza alle coscienze,
e poche ore dopo lasciavo la casa.
Non ho mai più dimenticato quella violenza ricevuta
usando un sacramento così importante.
Quindi caro UBI,
quando sento certi discorsi,
intrisi di tanta ipocrisia perbenista,
sulla pelle delle coscienze altrui,
non userei strumentalmente l’esperienza di fr. Charles, (che io ho letto nei suoi diari)
inoltre mi sembrano molto strumentali
gli attacchi contro i sacerdoti
sul senso del peccato,
sembra che
l’annullamento del senso del peccato
sia tutta colpa dei preti,
quando io
ricordo
che era peccato pure che un prete parlasse con una donna…
quando ero bimbo…..
Ma fatemi il piacere,
con il senso del peccato, spesso interpretato arbitrariamente,
per costumi sociali temporali,
avete giustificato ogni sorta di violenza verso le persone,
verso le coscienze,
si è fatto tantissimo del male
verso tantissime persone,
spesso cominciando dai fanciulli,
che con la prima confessione (e comunione)
(che spesso è stato un trauma),
hanno segnato
l’ultimo ingresso definitivo nella chiesa.
Allora caro UBI,
dinanzi a certe nostalgie,
un bel VAFF…..
per tutto il male che si è fatto
a tanti
a troppi cristiani,
che sono rimasti segnati a vita,
di cui noi come Chiesa
dovremmo chiedere perdono.
Confessare peccati inventati è sacrilegio..
meglio un trauma in questa vita che l’inferno nell’altra.
Bella spiritualità !!!!!!!
La usavano anche quando madavano la gente al rogo.
O come quando fu passata a fil di spada quella città….
…come fare a uccidere gli eretici ????
“Non preoccupatevi,”
rispose il sant’uomo,
“uccideteli tutti,
ci penserà Dio a trovare i giusti….”
Davvero bella spiritualità !!!!!!
“Una delle ultime mattinate di ottobre1886, probabilmente il 27, Charles si reca a Saint- Augustin e si dirige verso il confessionale dell’abate Huvelin. Si china verso lo sportello dove s’indovina la massa di un corpo possente rattrappito su se stesso e dice semplicemente: ‘Signor abate, non ho la fede; vengo a chiedervi di istruirmi.’ ‘Mettetevi in ginocchio’ risponde una voce, ‘confessatevi a Dio: crederete.
‘Ma non sono venuto per questo.’
‘Confessatevi.’
Non c’è da tergiversare. Quel tono evoca una certezza tale, una misericordia tale, che Charles si sente persuaso e insieme perdonato. Si inginocchia e parla. Quanto tempo? Cosa è una vita agli occhi di Dio che spera? E’ la somma delle nostre diffidenze, delle nostre rivolte e dei nostri tradimenti che dobbiamo raccontare, oppure il nostro dolore, la nostra sete e la nostra paura, in un unico grido nel quale si esprimono tanti anni di solitudine? Mistero del nostro annientamento di fronte all’invisibile. Umiltà di un Dio che acconsente ad abitare nel nostro essere più segreto. L’anima. Termine tante volte letto e ripetuto da Charles in questi mesi, senza che ne percepisse altro che il peso… Tanti anni nei quali non si è confessato, e questo atto che gli ispira un tale allontanamento. Raccontare ad un uomo le proprie pretese colpe d’uomo in una nera gabbia dove si installa il giudizio. Ridicolo di questa nozione di peccato agitata fin dall’infanzia per distruggere la spontaneità, il gusto della felicità, la realizzazione della carne nel godimento… Parla. E’ la rivolta che sorge in lui, mista alle confessioni, oppure il sollievo…’Mi davate quella vaga inquietudine di una coscienza cattiva che, per quanto addormentata, non è del tutto morta.’ Parla. I ricordi affluiscono…Egli sta completamente al gioco. Si piega lealmente. Non si risparmia. Soffre ancora? E’ finita. E’ assolto….’Non posso fare a meno di piangere quando ci penso, e non voglio impedire a queste lacrime di sgorgare, sono troppo giustificato, mio Dio! Quali torrenti di lacrime dovrebbero sgorgare dai miei occhi in ricordo di tali misericordie! Come siete stato buono! Come sono felice, cosa ho fatto per questo?’ “
(M. Castillon du Perron, Charles de Foucauld, Jaca Book, Milano 1986, pp. 151-53 )
Matteo bello caro, ti risponderei un poco sanguignamente… ma meglio di no.
Ti dico che le regole previste per una buona confessione sono sempre quelle cinque…
Che la regola per fare la comunione “in grazia di Dio” è aver confessato tutti i peccati mortali…
che solo il sacerdote può assolvere dai peccati…
che se il sacerdote sa fare bene il suo mestiere (confessare) può supplire alle difficoltà del confessando, inteso nel senso che ho ben specificato nei miei post:
“con esperienza e delicatezza” può aiutare a confessare ciò di cui magari ci sii vergogna…
purtroppo (o per fortuna?) non abbiamo tutti la stessa faccia tosta e sensibilità spirituale…
In ultimo se hai beccato un sacerdote inesperto ed indelicato non è colpa ne della chiesa ne mia…
ma chi vuol imparare impara….
…Curato d’Ars e S. Pio da Pietrelcina docet…
Grazie Clodine;
Grazie Fiorenza della citazione;
Grazie Ubi…assieme ai tuoi contenuti, ammiro molto anche il tuo stile!
Grazie Matteo…esageri un po’ (tanto) secondo me!
Senso di Dio (amore) e senso del peccato (egoismo) sono “connessi”, vanno davvero “di pari passo”…e ripeto, sono convinto che quando il senso del peccato sparisce nella vita di una persona, di una comunita’…vuol dire che ormai si e’ diventati proprio sordi alla presenza dello Spirito Santo.
bye bye, si parteeeeeeee………..
Probabilmente,
pur avendo messo insieme
in modo abbastanza chiaro le parole, espresse,
mi si legge in modo strumentale.
NON SI PUò MAI IMPORRE LA CONFESSIONE.
Come nel passato, ascoltando colleghi,
come ancora oggi,
la confessione come momento di violenza alla propria coscienza,
è ancora presente.
Oggi soprattutto le persone hanno più coscienza della propria dignità,
a differenza di un passato quando sembravano normali certi comportamenti
si soggiaceva a chi era superiore socialmente (prete, poliziotto, o potere vario).
La mia esperienza di quel momento fu di costrizione ad una confessione non richiesta,
è questo mi sembra abbastanza terribile come violenza nei confronti di un giovane che si affida,
c’è ben poco da giustificare,
io pur essendo aduso alla confessione,
pur avendo straordinari confessori fissi nella vita,
denuncio a voce alta queste violenze,
che si vogliono far passare come normali,
in nome di un senso del peccato…..
@ Matteo
Allora caro MATTEO,
dinanzi al ricordo del mio parroco,
del Curato d’Ars, di S. Pio e dell’abate Huvelin
un bel “SIA LODATO GESU’ CRISTO”
per tutto il BENE che si è fatto
a tanti
a troppi cristiani,
che sono rimasti segnati positivamente a vita,
di cui noi come Chiesa
dovremmo gioire ogni istante.
@ la mia concittadina Fiorenza
Grazie della citazione riportata fedelmente!
@ Mabuhay
A Lode e Gloria del Signore che dispensa i suoi beni a noi indegni.
Ma possa io gloriarmi solo della mia croce…
I Santi non impongono…
dolcemente… pazientemente… sensibilmente…
animati dallo Spirito del Signore…
raccolgono ciò che essi non hanno seminato…
Il seminatore è il Signore…
ma i suoi operai che sappiano almeno raccogliere…
“E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete
lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro”…
Matteo Ubi vuol bene anche a te… solo si permette di dirti…
… conta sempre prima fino a cento…
Caro UBI,
vorrei farti notare che in questi giorni passati ho anche contato fino a 1 milione…. se non te ne sei affatto accorto.
io quando vedo una persona che viene a parlarmi di cose sue, le chiedo sempre: vuoi confessarti o vuoi fare una chiacchierata?
spesso è una chiacchierata, poi la seconda o terza volta si trasforma in confessione, richiesta, desiderata, cercata.
Penso che non possiamo fare paragoni indebiti con Charles de Foucauld, né con il Curato d’Ars.
Io confesso tutti i giorni, a tutte le ore, in chiesa, in oratorio, a casa…
certo non posso stare fisso in confessionale, ma ci sono, e la gente lo sa. Se non mi trova mi chiama e chiede di parlare.
Il modo si trova sempre.
Mabuhay 27 maggio 2010 @ 11:48
“quando il senso del peccato sparisce nella vita di una persona, di una comunita’…vuol dire che ormai si e’ diventati proprio sordi alla presenza dello Spirito Santo.”
=============================================
Forse vorrà dire questo,
se i primi 45 anni del 1900
hanno visto due guerre mondiali con decine di milioni di morti,
di cui la cattolicissima Italia soprattutto con la 2^ è stata co-promotrice,
ma in compenso tanto timor di Dio…..
c’era un profondo senso del peccato,
i treni arrivavano in orario,
i seminari pieni di candidati al sacerdozio,
case religiose e monasteri pieni…..
Immagino che sto esagerando tanto !!!!!! ?????
mah!
Un po di sano senso di realismo?
Già,
l’ultima confessione con il mio confessore,
nel parco che circonda Castel s.Angelo,
il confessionale,
una semplice panchina,
mentre i bimbi scorazzavano, pur non sentendone la presenza.
Chiedo scusa,
se mi viene da dire
che si fa troppa demagogia sulla confessione e sul peccato.
Fatti,
non parole.
Ciao don Marco. Mi fa piacere che sei di nuovo tra noi.
Giusto per chiarire… … ero partito da chi va a confessarsi di sua sponte e viene “arronzato”…
poi si è parlato del senso del peccato e del fatto che non se ne parla più…
poi dei “mali estremi estremi rimedi”.
Tu sei un sacerdote, riverisco e bacio le mani. Tu sai cosa devi fare.
Certo, mi permetto… col parrocchiano il tuo atteggiamento va benissimo…
ma con quello di passaggio forse non andrebbe meglio chiedere direttamente di confessarsi?
A volte il seme del buon proposito, se non ha messo radici, viene “beccato” e portato via “dall’uccellino”…
ma scusate, Gesù quando si avvicinava alle persone (o le persone si avvicinavano a lui) li metteva subito davanti alla condizione: “Prima confessati, poi se ne parla!”??
Io penso che ci voglia anche davanti allo sconosciuto un contatto umano.
Se sono seduto in confessionale e uno viene, deduco che voglia confessarsi e non glielo chiedo nemmeno…
Ma se uno viene a parlarmi, a raccontarmi un problema o i suoi guai, perché devo subito mestare nei suoi peccati?
Lo faccio sfogare (Figlio di Davide, abbi pietà di me, gridava Bartimeo, oggi. E poi più forte: Figlio di Davide, abbi pietà di me!) e poi lo invito a mettersi davanti al Signore e a riconoscere il proprio peccato e la Sua misericordia (Allora Gesù lo chiamò e gli chiese: Cosa vuoi che io ti faccia?).
Forse anche noi dovremmo essere un po’ più sereni e chiedere: Cosa vuoi che io ti faccia?
Qusto vale anche con quello di passaggio (anzi: anche di più!)
@ Matteo
“vorrei farti notare che in questi giorni passati ho anche contato fino a 1 milione…. se non te ne sei affatto accorto.”
decuplica n volte ancora…
“Forse vorrà dire questo, se i primi 45 anni del 1900 hanno visto due guerre mondiali con decine di milioni di morti,”
devi vedere ancora PURTROPPO quello che deve venire… (a che squillo di tromba stiamo?…)
“il confessionale, una semplice panchina,”
dove ha scarsa importanza.. è il “come” che conta…
“che si fa troppa demagogia sulla confessione e sul peccato”
…è come dire che Cristo era un demagogo…
Ora voglio vedere quanto decuplichi l’enne volte…
oppure se t’arrabbi…
“Ma se uno viene a parlarmi, a raccontarmi un problema o i suoi guai, perché devo subito mestare nei suoi peccati?”
Don Marco, ti prenderei a “carocchie” in testa per questa frase…
Per il resto del tuo post concordo pienamente (e ci mancherebbe…)…
è una bella lezione!
P.S. (tra il serio ed il faceto) Don Marco mi permetto, se non ti offendi, di tramutarle in una intenzione di preghiera per te…
tramutare le “carocchie”… ovviamente…
L’ultima per Matteo poi chiudo perchè certamente ho scocciato…
Matteo ha scritto: “se i primi 45 anni del 1900
hanno visto due guerre mondiali con decine di milioni di morti,
di cui la cattolicissima Italia soprattutto con la 2^ è stata co-promotrice”
Ubi chiede a Matteo… :
…tra Vietnam, qualche incursincioncella in Libia e in Africa, Afghanistan, Iraq, due ordigni atomici in Giappone ecc. a quanto è arrivato negli ultimi cinquant’anni il conto dei morti, della protestantissima e dei cristiani rinali, “America”… ???
eppure i protestanti non hanno confessione e confessionali…
e il senso del peccato poi…
caro UBI,
che io sia passionale è risaputo,
lascio a ciascuno le proprie sante ipocrisie,
e continuerò ad essere sempre voce.
La demagogia non è mai stata di Gesù,
ma della gente che lo ha usato.
Amo fr. Charles,
quando entro nella mia amata basilica spesso penso a quando vi è passato lui
nel suo pellegrinaggio,
ha lasciato eredi di grande spiritualità e che continuano ancora oggi ad essere stupendi testimoni,
non amo vederlo piegato
ad ideologie…….religiose…..
Caro UBI,
non mi decontestualizzare quello che esprimo,
perchè questo significa rigirare la frittata.
Rileggiti quello che ho scritto.
Le mie espressioni sono molto chiare.
Poi
per carità puoi esercitarti nella tua apologetica
tanto di moda in questi ultimi tempi.
Sono anni che seguo questo blog pur non avendo mai commentato alcun argomento.Tante volte mi sarebbe piaciuto intervenire,tante volte mi sono incavolato,tante volte mi sono trovato d’accordo con alcuni di voi.
Mi piace oggi associarmi al messaggio di Roberto55 poichè penso che sia solamente naturale che ciascuno di noi dimostri un certo rispetto per il padrone di casa.Ve l’immaginate un litigio nel vostro salotto,dove una delle persone coinvolte se ne va e l’altra (nonostante i vostri inviti alla pace e alla concordia)continua a parlare come se voi non aveste detto nulla?A me non piacerebbe! Data la nota signorilità del dottor Luigi,penso che non piaccia neppure a lui.
La serenità di Maioba nel vivere la sua vocazione e il suo servizio agli altri è sempre una illuminazione:con poche,semplicissime parole è riuscito anche in questo caso a spiegare e rendere comprensibile come si può essere preti anche in tempi difficili come quelli odierni.
Concordo inoltre con Matteo quando dice che occorrono molti più fatti e meno parole,nel senso che mettendo in pratica il Vangelo ed esercitando il rispetto gli uni per gli altri le risposte che ricerchiamo le abbiamo a portata di mano.
E’ la mancanza di rispetto per se stessi che fa fare a certe ragazzine e ragazzini quello che diceva la Signora Clodine ieri.E’ la totale assenza di rispetto tra le persone che fa scalare le discussioni in litigi e,in ultimo,in guerre.E’ la mancanza di rispetto per i bambini,la loro innocenza e bellezza,che fa giungere adulti a commettere atti di pedofilia;o violenza verso le donne.E’ la assenza di rispetto per il mondo che ci è stato affidato che ci fa vedere scempi come quelli che stanno accadendo nel Golfo del Messico.E gli esempi potrebbero essere innumerevoli.
Non ci approcciamo più a nulla con il rispetto dovuto,neppure a noi stessi e alla sperimentazione della fede:questo favorisce l’imbarbarimento e la perdita di ogni senso della vita e della trascendenza.Il pensiero si ottunde,i sentimenti languono,i rapporti interpersonali transitano per la tecnologia e l’uomo si ritrova solo e sperduto a porsi domande a cui non sa rispondere.
Ubi, spiegami perché:
“Ma se uno viene a parlarmi, a raccontarmi un problema o i suoi guai, perché devo subito mestare nei suoi peccati?”
Don Marco, ti prenderei a “carocchie” in testa per questa frase…
Ti rispondo don Marco.
Premessa: ho il massimo rispetto di te e ti sono anche riconoscente…
perciò mi sono scherzosamente permesso.
La spiegazione dal mio punto di vista e del mio modo di sentire ed esperienza, poi ovvio il sacerdote sei tu.
Ti parlo di una situazione personale che ho vissuto…
una situazione di disagio di problemi e guai, dovuta ad un mio modo di fare che era “peccato” (e non posso ovviamente scendere nei particolari…)…
solo che il sottoscritto, per superbia, mancanza d’umiltà, e annebbiato dall’ira e dal disagio che creava tale situazione accusava sempre la “controparte” dell’origine dei mali e problemi…
fino a quando un sacerdote “con esperienza e delicatezza” mi ha messo di fronte alle “mie” responsabilità.
In soldoni: coscienza dell’errore e peccato compiuto, ammissione della colpa, proposito di non commetterla più, assoluzione, grazia di Dio… senza andare più vagando come un ossesso “perchè ciò un problema”.
Questa è l’esperienza personale.
Le considerazioni di ordine teologico morale e che riguardano le leggi della Chiesa, nonchè legate alla storia della vita dei Santi della Chiesa e la spiritualità su questo argomento le lascio a te (e questo non vuol dire che tu vada contro, sia ben chiaro! sono considerazioni di tipo personale).
Un saluto e perdonami per l’infelice battuta delle “carocchie” (che diverran preci).
i traumi terreni si possono superare
l’inferno dura per sempre.
l’italia governativa che ha dichiarato due guerre poi mondiali era tutt’altro che cattolicissima. era l’italia post-risorgimentale che le elite anticattoliche (massoneria, liberali, nazionalisti, parte dei socialisti) hanno trascinato all'”inutile strage” prima e al suo prolungamento 20 anni dopo.
l’italia cattolica mai avrebbe accettato una guerra contro la nazione cattolica austriaca.
La colpa è sempre degli altri…………………….
ovvio
è storia
basta studiarla
senti ma se quel sacerdote ti ha “imposto” la confessione
chi ti ha “imposto” di confessare peccati mai commessi?
Maioba, gira e rigira, anche il nostro (n.b. = conterraneo) A. Gramsci era molto scettico sull’unità d’Italia …
Giovanni
vedo che ti diverte giocare con le emozioni e la pelle altrui,
per quello che vale
masturbati da solo.
Matteo, non mi diverte e non capisco come un cristiano possa interloquire in modo così triviale.
Ubi, penso che stiamo dicendo la stessa cosa.
Ti faccio un esempio.
Una sera ad un convegno (non ecclesiale) cenavo con una persona, fortemente scettica e disullusa sul sacramento della confessione (era questo il nostro tema di discussione, ebbene sì!).
Lui pensava che Dio non ci può chiedere conto dei nostri errori e peccati mentre siamo in via, e che anzi, forse alla fine saremo noi a dover chiedere conto a lui…
Io gli ho detto che la confessione non è una seduta psicanalitica, ma un’esperienza di grazia, di misericordia, dove uno è chiamato a RICONOSCERE i propri peccati, senza fingere, cercando di porvi rimedio, pentendosi, e a riconoscere la misericordia del Padre.
Lui era molto scettico.
Io non ho indietreggiato di un millimetro sulla mia posizione.
Il giorno dopo al mattino lui mi ha chiesto di confessarsi.
E’ stata uan confessione bellissima, per lui (che è tronato in pace con Dio e con gli uomini), e per me, che ho ascoltato un uomo retto, che avendo compreso i suoi errori e i suoi peccati si è lasciato riconciliare con Dio.
Se io quella sera gli avessi detto: Inginocchiati e confessati, mi avrebbe mandato a quel paese!
Lyco: anch’io sono molto scettico sull’unità d’Italia…. 🙂
Sardus sum…
Maioba, quello che tu hai detto a quella persona quella sera, “senza indietreggiare di un millimetro” sulla tua posizione di sacerdote, è stato proprio un “inginocchiati e confessati”. Ci sono molti modi di dirlo.
La violenza affascina sempre,
anche se non ci fosse,
la si vorrebbe
in nome di un dio potente,
questo ha giustificato le condanne a morte
con quell’erotico momento
della confessione
che precede lo spirare……..
Che gusto
vedere un uomo inginocchiarsi
“inginocchiati e confessati !”
non fosse altro …
per quel retrogusto simbolico
di pessimo gusto….
nello stare violentemente inginocchiati
dinanzi ad un uomo seduto….. in cattedra,
simbolo di potere e di asservimento
simbolo di umiliazione masochistica e sessuale….
da qui…
il salto verso perverse fantasie
anche pedofile, perchè no !
non sono irreali……
Un po’ di sana analisi…. si può evincere utilmente in queste letture…..
E’ “ad un uomo seduto…in cattedra” che tu ti confessi, Matteo? Non vedi, in quell’uomo che sta celebrando un Sacramento, il Signore di fronte a cui ogni ginocchio si piega?
Si don Marco diciamo le stesse cose.
Grazie per l’esperienza che ci hai raccontato.
Matteo io credo che nella confessione fatta bene si è in “tre”…
e solo il confessando è “umano”…
l’altri: uno lo Spirito Santo e l’altro il Figliuolo…
Ormai è qualche anno che ci si scrive in condominio…..
come si fa a scambiare
una lettura froidiana di un atto concreto
con congetture apparentemente religiose a cui possono seguire?
So benissmo cosa è il sacramento della riconciliazione,
ce lo siamo già detti,
e non credo affatto di aver bisogno di lezioni in materia,
pur rendendomi conto che a troppi sfugge cosa
è diventata
la confessione
nei suoi usi distorti
e nella percezione di tanti cristiani o ex cattolici……
e allo stesso tempo di cattolici che reputano “normale”
la costrizione alla confessione…..
e comunque nulla
è soltanto quello che appare
nella storia e nella vita delle persone….
Lo so
sono sempre un fastidio ste’ letture a diversi livelli,
ma siamo dotati di capacità di “intelligere”,
ognuno è libero di usarla come e se vuole.
Io la uso sempre,
anche se è discutibile sul come.
La psicologia,
oggi richiesta a gran voce sull’onda dell’emotività-pedofilia
per seminari e noviziati,
si insegna da anni in facoltà teologiche,
Rulla, Manenti, Bresciani sono tra i nomi dei docenti noti,
ma la materia rimane ancora
ostica a tante “anime semplici”…..
che oggi vogliono psicanalisi per i preti, i frati…
(ma non si parla di suore…??? le cui violenze spesso non sono state da meno sui ragazzi, anche se non hanno il pisello…)
vogliono chiarezza per loro,
ma non per se stessi,
ma non per fare chiarezza
sul proprio rapporto con se stessi,
con il personale Gesù della fede,
con il personale Cristo della resurrezione,
con una religio troppo spesso apparenza civile
che non incontra le persone reali, quindi nemmeno Gesù il Cristo.
Iñigo di Loyola nel 1500 ci era già arrivato,
con il discernimento degli spiriti,
il motivo per cui i Gesuiti sono stati maestri in quest’arte.
Non per nulla, l’apporto dato dall’eredità lasciata da Freud, Jung, e discepoli
ha arricchito di apporti l’arte del discernimento,
che ha come conseguenza
una migliore riflessione
sul rapporto con se stessi, con Dio, e con gli uomini
nel sacramento della riconciliazione.
Ecco perchè si parla di RICONCILIAZIONE.
La confessione
ha fatto troppo spesso il paio
con
Inquisizione,
Stasi,
Gestapo,
….. la dice lunga analiticamente……..
Matteo la mia domanda
“senti ma se quel sacerdote ti ha “imposto” la confessione
chi ti ha “imposto” di confessare peccati mai commessi?”
era rivolta seriamente non per prenderti in giro o per godere delle tue disgrazie/sofferenze.
Mi spiego: siccome hai detto di aver confessato peccati mai commessi, che è un sacrilegio, non era meglio che, anche obbedendo all’imposizione, una volta iniziata la confessione dicessi al sacerdote i veri peccati o più semplicemente che non avevi in coscienza peccati mortali da confessare?
[il sacramento si chiama in realtà PENITENZA.
Inquisizione è altra cosa da Stasi e Gestapo, non a caso è preceduta dall’aggettivo Santa, ma i pregiudizi sono duri a morire.
La psicanalisi non mi interessa, Dio BASTA.]
ciao
La costrizione o violenza esercitata attraverso un sacramento
annulla l’efficacia del sacramento stesso.
In questi casi ciascuno al momento trova la propria legittima difesa.
Se credi di avere il metro di giudizio per quell’atto di violenza che subii nella mia giovinezza, mi pare che manchi di sensibilità.
Che a te la psicanalisi non interessi, non vuol dire che non esista, che il resto del mondo la usi, e se il buon Dio l’ha fatta scoprire avrà il suo buon motivo,
visto che prima di Freud, il grande Iñigo già ne aveva l’intuizione.
Nada te turbe, nada te espante.
Quien à Dios tiene nada le falta.
Solo Dios basta. …