Oggi ad Arezzo l’associazione “Verso l’Europa” consegna il premio che porta questo nome al figlio di Bronislaw Geremek, Marcin Geremek, in memoria del padre (morto il 13 luglio, quando il riconoscimento era stato assegnato). Io sono tra gli invitati a parlare e mi trovo per questo ad Arezzo. L’appuntamento è segnalato nella pagina “Conferenze e dibattiti” elencata sotto la mia foto e colgo l’occasione per informare i visitatori che quelle pagine oggi sono molto più affollate di qualche settimana addietro e possono fornire approfondimenti a chi è interessato ai temi che vengo toccando con questo diario in pubblico che è il blog. Ringrazio chi passa di qua, occasionalmente o assiduamente e saluto con affetto quanti lasciano commenti. A chi non commenta per difficoltà nell’accesso ricordo che può farlo inviando un’e-mail, come suggerisce l’ottava riga sotto la mia foto. Andiamo avanti!
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W Geremek!
Grande Luigi,
siamo noi a ringraziarti per aver messo a disposizione di tutti questo spazio importante costituito dal tuo blog.
Andiamo avanti insieme !
Roberto 55
Ho chiesto a Marcin Geremek che ne fosse dell’origine ebraica del papà e del suo battesimo e ha risposto generosamente alle mie domande e così ho potuto parlare con sicurezza di questo argomento delicato, in questa maniera:
Quando mi fu chiesto di parlare alla consegna del Premio Europa, che veniva dato a Bronislaw Geremek, ascoltando la richiesta per me del tutto inaspettata rividi la barba rossiccia, lo sguardo mite e volitivo, riascoltai la parola pacata e ferma con cui l’ottimo professore mi rispondeva una volta che l’intervistai per il “Corriere della Sera” a Castel Gandolfo, dov’era per uno dei simposi estivi di papa Wojtyla: era un ospite abituale di quei “colloqui”. Allora – l’intervista apparve il 12 agosto 1989 – egli era capogruppo dei 161 deputati di Solidarnosc eletti al Parlamento polacco e uno dei massimi protagonisti della “Tavola rotonda” che preludeva alla costituzione del primo governo post comunista.
Quand’ebbi la notizia della sua morte – ero in Australia con il Papa per la Giornata mondiale della gioventù – pensai che Geremek era stato per il mondo laico quello che il cardinale Lustiger è stato per la Chiesa cattolica: due ragazzi ebrei che scampano alla Shoah e vengono affidati a famiglie cristiane. Ambedue chiesero il battesimo a chi li aveva accolti. Geremek in gioventù fu anche lui – come Lustiger – attivo nella Chiesa e pensò anche di farsi prete, ma poi la sua partecipazione si affievolì e visse il suo rapporto con la comunità cattolica con un sobrio distacco, recuperando una viva attenzione culturale verso di essa con l’elezione di Wojtyla a papa, ma senza tornare alla pratica religiosa.
Il funerale di Geremek si è svolto nella cattedrale di Varsavia e alla fine l’arcivescovo potè leggere un telegramma del papa che riconosceva “il suo contributo al processo dei cambiamenti socio-politici iniziato in Polonia con Solidarnosc, come pure all’integrazione europea e alla ratifica del Concordato del 1998 tra la Repubblica di Polonia e la Santa Sede”.
Le cronache narrano che fuori della cattedrale vi era un gruppo di Radio Maria con uno striscione che diceva “Grazie Dio di avercelo tolto”. Come si vede c’è ancora strada da fare. Noi – dicevo – guardiamo indietro anche per il giusto stimolo ad andare avanti.
Il sonno della ragione genera mostri, disse qualcuno. Radio Mariah è uno di questi mostri.