Venerdì 23 Avvenire scrive che “è avviato un processo di beatificazione” del commissario Calabresi. La famiglia, il Vicariato di Roma (dove il commissario è nato) e la Curia di Milano (dove è morto) prima dicono che non ne sanno nulla e poi smentiscono. Per tutto il pomeriggio è una ridda di illazioni e dichiarazioni. Per un momento sembra che il Vicariato abbia dato un “nulla osta” per la raccolta della documentazione sul personaggio, ma subito il portavoce smentisce anche questo preavvio. Avvenire di oggi dedica alla questione un trafiletto (ieri era una pagina) dove si dà conto che il Vicariato ha fatto la sua precisazione “dopo la notizia di un presunto ‘nulla osta’ diffusa ieri dalle agenzie”. Insomma viene gettata la croce sulle agenzie per quel peregrino “nulla osta” e non si dice nulla della falsa notizia della causa data da Avvenire e da tutti smentita. E’ abituale che il quotidiano cattolico faccia la predica a noi informatori religiosi della stampa laica perchè – sostiene con ogni ragione – non corregiamo quasi mai le informazioni sbagliate che ogni tanto diamo e mai ammettiamo l’errore. E’ vero, noi siamo indifendibili. Ho fatto qualche battaglia nei due quotidiani dove ho lavorato e lavoro per riconoscere i “miei” errori e sono stato quasi sempre sconfitto. Ma oggi posso dire ad Avvenire: “Oimè, quanto somiglia al tuo costume il mio!”
“Avvenire” beatifica il commissario Calabresi
3 Comments
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E quanto il suo costume somigli a quello di altri, dato che il Tg2 delle 13 di oggi ha rilanciato la notizia negli stessi termini di Avvenire…
Già, bisognerebbe sempre stare attenti a scagliare pietre (anche di carta).
Comunque (non certo per il nostro padrone di casa, che queste cose le conosce benissimo) ecco un esempio chiaro ed istruttivo di come nascono e si autoalimentano certe *non notizie*:
http://reporters.blogosfere.it/2007/02/storia-di-una-bufala.html
…e torniamo al problema di come si “gonfia” notizia e di come molti colleghi, che magari vanno per la maggiore, non controllano nulla…
come è stato per il documento annunciato da Ruini sui DICO, definito da illustri colleghi “vincolante” perchè ripreso da alcune agenzie, mentre il presidente della Cei lo aveva definito “impegnativo”!
Io ero presente e l’ ho sentito , ma pochi hanno avuto la pazienza di controllare…
Luigi sa bene quanto queste dinamiche siano …diaboliche!
L’ augurioo ai colleghi e che per inseguire la notizia non la perdano di vista!
Angela