Avrei lasciato in pace Padre Pio nella sua veneratissima tomba: credo sia giunto il tempo di lasciarci alle spalle la passione barocca per l’ostensione sotto vetro dei corpi santi, non vi pare? Importante è la memoria del cristiano esemplare che fu il frate di Pietrelcina che ci è trasmessa – nella sostanza – dai cinque volumi di lettere ed è arricchita dalle tante risorse documentali della nostra epoca: le foto, i filmati, la registrazione della voce. Che le sue ossa siano nella loro povera realtà in una tomba di pietra o in un’urna di vetro, coperte di cera, non fa differenza per la coltivazione di quella memoria. La commozione che circonda la figura di papa Roncalli non si è giovata – io credo – dall’averne riproposto l’immagine in quella forma che forse più non incontra il sentimento dell’umanità contemporanea. Ma chi sono io per dirlo? E se anche fosse vero quanto qui abbozzo, chi può sapere come sarà domani il sentimento dei corpi e dunque anche quello dei corpi santi? E’ vero. Ma è pur vero che anch’io sono un contemporaneo e dunque dovrò dire quello che sento perché la percezione del sentimento collettivo non sia falsata dalla voce preponderante di chi magari ha un interesse concreto a volgere gli eventi nella direzione sperimentata. Un giorno forse si dirà che si usò esporre i corpi santi nelle urne di vetro – rimodellati con cera o sotto maschera – dal XVII al XXI secolo: ma fino a quale anno del ventunesimo?
Avrei lasciato in pace Padre Pio
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provo gli stessi stentimenti che provi tu,
io stesso ho mio papà sepolto a Bologna,
e non ho un assoluto bisogno di recarmi presso la sua tomba per ricordarlo e pregare per la sua anima, lo posso fare benissimo qui da roma, poi quando ho la possibilità posso pure farmi una passeggiata a Bologna.
Ma il culto dei corpi che sono senza anima vivente, la cui vita è presso Dio
mi ha sempre lasciato molto perplesso,
anche se ho la massima comprensione
per figli o genitori che si sentono anche legati alle povere spoglie dei propri congiunti, ma sappiamo che li muove una dinamica psicologica.
Tutto si riunisce in Cristo, Lui è la somma di tutti i nostri cari e santi che sono passati dall’altra parte.
Nei santi stessi è sempre Cristo che agisce.
Mi colpisce sempre tanto,
vedere che molti non volgono lo sguardo al crocifisso o a Cristo, ma a questo o a quella spoglia di beato/santo anche in statua….
Ma è vero che sono sensibilità anche molto personali, emozionali,
che poi chiamano venerazione.
ciao
matteo
Sì, c’è forse un che di barocco in tutto questo.
Personalmente (ma non mi scomunicate) trovo talvolta un pò barocca tutta l’atmosfera che si respira attorno ai santuari o ai luoghi di grande devozione per un santo.
Penso a Fatima, ma anche a Cascia, a Santa Maria Goretti a Nettuno (ci sono stato tre giovedì fa), al nostro Divino Amore a Roma (ci sono passato domenica pomeriggio, accompagnavo un amico ferocemente anticlericale che però voleva pregare in solitudine proprio davanti a quell’icona lì).
C’è, in questi posti, sempre un’aria che un pò mi respinge e un pò mi attrae, e prediligo i luoghi della vita vera dei santi più ancora che le chiese in cui si venerano: Pietrelcina mi attrae più del Gargano, Corinaldo o Le Ferriere più di Nettuno, le case natali di Suor Lucia, Giacinta e Francesco più della grande piazza portoghese,
Circa Padre Pio, in questi giorni mi ha colpito la semplice dichiarazione del papà del ragazzo guarito dalla meningite per intercessione del Santo.
A chi gli chiedeva perchè il figlio avesse insistito tanto per assistere all’esumazione, ha risposto: “mi ha detto che si trattava di un suo carissimo amico, e che non poteva mancare proprio adesso”.
Un carissimo amico. Questo mi piace.
anche io non mi appassiono granchè di tutto ciò che di barocco e, qualche volta, “pagano” (oddio, l’ho detto) avvolge i santuari.
Ma da quando mia figlia (già chiamata Miriam) mi è nata proprio il giorno della Madonna di Lourdes, mi son detto che mi toccherà proprio andarci…
Tra l’altro conservo nel cuore i racconti di Lourdes, grati di “liberazione della paura della morte”, di uno splendido amico morto qualche anno fa di tumore dopo essere stato qualche anno missionario insieme a sua moglie e alle sue figlie in Mozambico. Un uomo tosto che propprio non ce lo vedresti (e neanche lui ci si vedeva)… ecco, così intesa, l’esperienza di questi luoghi mi riconcilia con essi.
Caro Luigi,
purtroppo attorno a Padre Pio ci sono sempre stati sciacalli e avvoltoi, assetati di possedere le qualità che hanno da sempre connotato la sua persona: la capacità di attrarre grandi masse di fedeli e quella di radunare ingentissime offerte di denaro.
Questi due elementi che letti in chiave mondana possono essere identificati come “potere” e “denaro”, sono fonte di costante interesse per un’organizzazione – chiamiamola così – che si è concentrata su Padre Pio per perseguitarlo un’ennesima volta. Non pensi ch’io sia un pazzo visionario alla Traversi…(l’avvocato torinese che con le carte bollate ha cercato di evitare questo scempio)! Io amo Padre Pio che da un momento drammatico della mia vita mi tiene per mano…e mi aiuta ogni giorno….lo amo come si può amare un nonno o un papà! Lui è sempre qui vicino a me….pur nella mia miseria di peccatore…ed io non voglio vedere lo scheletro di mio nonno o del mio papà esposto agli sguardi morbosi e curiosi di migliaia di persone! No!
Lei avrà letto la dichiarazione idiota di quel vescovo: “sembra che gli abbiano fatto il manicure”! Un vescovo deve avere rispetto per un santo! NON può parlare così, con frivolezza, delle spoglie mortali del mio “papà” Padre Pio…! E poi basta vedere la foto dell’esumazione avvenuta….tutti i frati che si chinano con curiosità morbosa in attesa di vedere il “miracolo” del corpo inconsunto….o che magari versa sangue…per attrarre fedeli e far soldi! Padre Pio non ha fatto nessun miracolo sul suo corpo mortale…come avrebbe potuto? Egli continua a soffrire dall’alto per noi suoi miseri ed ingrati figli che aspetta sulla soglia del Paradiso che forse difficilmente raggiungeremo…
Un caro abbraccio! Francesco Colafemmina
p.s. ho davvero il cuore spezzato a sentir parlare di ossa cartilagini tegumenti e manicure del Padre! Che vergogna! Come tante piccole formiche senza midollo a S.G.R. ci sono operai della fede nel senso più volgare del termine che lavoricchiano per tenere accesa l’attenzione della gente non sulla preghiera e sulla disgrazia dell’uomo, ma sul culto dell’immanente e dell’immagine. Ho notato due settimane fa che avevano rimosso il saio del Padre dalla navata sinistra di S.Maria delle Grazie, per farlo indossare alla salma….E checchè ne dicano sono pronto a scommettere che la salma sarà portata alla fine nella chiesa massonica di R.Piano! Senza alcun dubbio! Se poi vuol sapere il perchè glielo posso spiegare dettagliatamente.
Non vado quasi mai da nessuna parte, quindi dei luoghi che avete nominato non ne conosco direttamente quasi nessuno, però l’attrazione per i corpi umani (vivi e morti) è un dato così profondamente inscritto nella natura umana (di qualunque uomo in qualunque tempo e luogo) che è impossibile sbarazzarsene così facilmente. Altro che moda barocca: saremo sempre affamati di vedere dei cadaveri.
Concordo pienamente con Luigi e con gli altri che hanno scritto. Concordo anche con chi sostiene che intorno ai corpi e ai luoghi santi ci sia un po’ (spesso un bel po’) di fanatismo. Che i santi per primo non avrebbero voluto.
Che ci sia un pò di fanatismo non vi è dubbio, non dobbiamo dimenticare che il centro della nostra Fede è CRISTO, CROCIFISSO E RISORTO.
Personalmente però, non mi dispiace visitare questi luoghi, mi tornano sempre in mente le parole del Beato Card. Schuster:
Voi desiderate un ricordo da me” disse ai seminaristi pochi giorni prima di morire. “Altro ricordo non ho da darvi che un invito alla santità. La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità, ancora crede, ancora si inginocchia. La gente pare che viva ignara delle realtà soprannaturali, indifferente ai problemi della salvezza. Ma se un santo, vivo o morto passa, tutti accorrono al suo passaggio. Ricordate le folle intorno alla bara di Don Orione? Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi e dei nostri cinematografi: ha paura, invece, della nostra santità.”
A proposito di Testimoni:
Oggi “escono” per le edizioni Einaudi le LETTERE DI ALDO MORO DALLA PRIGIONIA…Penso possa essere una lettura molto interessante…
Un cordiale saluto.
F.
Concordo con entrambe le visioni, nel senso che: da un lato ha ragione Matteo -il corpo si dissolve, l’anima resta, ed ha bisogno delle nostre preghiere in virtù della cominione (dei santi) che si instaura tra i vivi e i morti di cui si parla tanto- dall’altra mi piace anche la riflessione di moralista e Rob circa il giro d’affari attorno ai santuari che ben poco hanno a che fare con le memorie del Santo.
Però non sottovaluto la riflessione di Leonardo: troviamo il culto dei morti in civiltà antichissime, rientra in quella visione antropologica legata al bisogno ancestrale di sopravvivenza e non accettazione della morte (basterebbe visitare un sito etrusco- e non solo-per rendersene conto).
Se posso tornare alla mia esperienza personale -visto che ne ho parlato nel post precedente- io e le mie sorelle abbiamo passato gran parte della nostra infanzia -almeno 5 mattine su sette- a giocare con le pentoline sulla lapide di mio fratello. Era una cosa normale per noi, non ci facevamo neppure più caso! Avevamo una confidenza con quell’angelo di marmo posto sopra la lapide marmorea bianchissima che ne ricordo perfettamente i lineamenti…una cosa normale per noi!
Per quanto riguarda S.Padre Pio (devota da sempre, per via di una suora figlia spirituale del santo nata e cresciuta a S.Giovanni Rotondo la quale amava raccontarne vita morte miracoli quando non se ne parlava: potrei raccontarvi aneddoti inediti) credo di conoscerlo da sempre,vado spesso al santuario specie quando mi sento un poì giù. Bhè..sinceramente mi angustia la riesumazione del corpo, penso sia una profanazione..di un deprimente che.. Non ho parole.
Un abbraccio
mi viene da sorridere..però..lasciatemi correggere quel “beh”…sarà la terza o quarta volta che lo scrivo al contrario….
ahahhaahh….scusate mi viene da ridere…il bello è che mi ci impegno ( qui ci vuole Iapino: aiuto Iapino i refusiii)
“Credo sia giunto il tempo di lasciarci alle spalle la passione barocca per l’ostensione sotto vetro dei corpi santi”, scrive Luigi, e credo che sia giusto dire così: da molti anni provo un senso di estraneità e d’imbarazzo di fronte a certe manifestazioni di religiosità popolare.
Non riesco però a respingere del tutto l’ipotesi che potremmo essere noi nel torto. Il cristianesimo è – che lo vogliamo o no – per alcuni aspetti una religione “imbarazzante”, ferma nella sua attesa della resurrezione dei corpi, fonte di scandalo e incredulità per i colti e paludati sadducei, fonte di sghignazzo per i saggi e raffinati ateniesi nell’episodio di Paolo negli Atti. Il cristianesimo, dopo la sua vittoriosa lotta contro gli gnostici e i loro epigoni, è sempre stata una religione molto legata al corpo, al sangue, a partire dal grande mistero eucaristico e proseguendo – da subito – col culto dei martiri e delle loro reliquie: parecchi secoli prima delle manifestazioni barocche.
Avrei bisogno di rifletterci un po’.
io invece… non è per gusto barocco ma per un profondo amore per la tradizione ecclesiale che penso sia bello riscoprire questo culto delle reliquie dei santi
non come “religiosità popolare” né come “residuo medievale” ma come vicinanza fisica a persone che hanno raggiunto la vetta della santità… per la concretezza – scandalosamente materiale come spesso accade nella fede cristiana – di poter vivere la comunione dei santi
non solo come esempi ideali, ma come amici, fratelli che posso toccare, vedere, con cui posso entrare in una relazione storica, vicina a me…
frfrancesco
personalmente, non è l’esposizione del corpo in sè che mi fa problema (anche se per esempio ho un pessimo ricordo di bambino nel santuario di Cascia).
Nè tantissimo (ormai…) mi fanno stracciare le vesti le varie speculazioni economiche del caso… ma per bilanciare la pur giusta osservazione di Fabricianus-Schuster, credo che noi tutti dobbiamo vegliare su un uso, diciamo, apotropaico (voglio dire, a mo’ di portafortuna) dei santi e delle loro reliquie… perchè tante cose, anche assurde, possono ricondurre a Dio. Ma non tutte al Dio di Gesù Cristo. e’ meglio non fare troppa confusione. Ché la Redenzione è una cosa bella ma “seria”.
Che impressione S.Rita da Cascia, e che dire di santa Chiara?…Mi hanno sempre impressionata queste mummiette piccole piccole. A me pieace raccomandarmi a loro in preghiera, con delle novene. Allora veramente sento la presenza di queste donne stupende che hanno segnato una svolta nella storia della chiesa. Donne e uomini, i nostri santi che hanno sofferto pene indicibili! Sono molto devota anche di S.Giovanni Bosco il quale Dio solo sa quanti dispiaceri e quanto ha pedalato bussando alle porte dei benefattori per sfamare centinaia di ragazzini in un tempo in cui di miseria e malattie ce n’era per tutti!
Sono rimasta impressionata per il modo in cui è stata esposta la salma: seduto sulla poltrona !! Ma ragazzi vi rendete conto? Hanno messo don Bosco seduto sulla poltrona. Mi sono sempre domandata come sia stato possibile: i cadaveri da che mondo è mondo sono rigidi..mah !
Luigi ci invita sempre a discernere i fatti alla luce del Vangelo. Penso anch’io, come lui, che questa abitudine di disseppellire i morti sia qualcosa di altri tempi. Anche per il lavoro che faccio (mi occupo di concessioni cimiteriali nel mio Comune) sono spesso in contatto con queste vicende ed ho assistito personalmente ad operazioni di esumazione ed estumulazione (c’è differenza tra le due cose: l’esumazione è l’estrazione del cadavere dalla nuda terra (humus), l’estumulazione dal tumulo, cioè dalla sepoltura murata; nel caso di p. Pio, tecnicamente, è un’estumulazione). Anche da ciò che mi raccontano i custodi dei cimiteri è assai frequente ritrovare cadaveri perfettamente intatti, anche dopo 50 anni dalla morte: ciò dipende da vari fattori: le condizioni del terreno, della cassa, l’areazione del tumulo, le sostanze o i farmaci assunti dalla persona prima della morte, ecc. Che il corpo del santo, estratto dalla bara, risulti perfettamente conservato, a mio giudizio non cambia nulla sulla sua santità (il vescovo ha parlato del corpo di p. Pio come “parzialmente conservato”, ciò vuol dire che alcune parti erano consunte, in termine tecnico “mineralizzate”, altre no).
Credo che quest’usanza risponda effettivamente ad un desiderio “materiale” di vedere il corpo, di guardarlo anche da morto, per aumentarne la venerazione. Ma, ripeto, il fatto che il cadavere sia rimasto intatto o meno non è certo una dimostrazione della sua morte “in odor di santità”. Come dicono molti familiari chiamati ad assistere alle esumazioni dei propri cari, “ma lasciamo che i morti riposino in pace…”.
Reliquie sì, ma non sono ancora riuscito a digerire il banco del macellaio di S.Antonio a Padova….
Diciamo che non ci siamo più abituati.
Canelli cos’è il banco del macellaio ? Ma..è una barzelletta !(?)
Disse un giorno Claudio Risè: “Due tipi di persone, infatti, sono del tutto inadatte a capirci qualcosa, nei racconti dei bambini. I primi sono i moralisti, i secondi sono gli «ortopedici dell’anima», come li chiamava Michel Foucault”.
Ovvio che qui non c’entra il NOSTRO moralista, assai empatico in tema di religiosità popolare (e, in qualche modo, “bambina”), ma tutto un humus che ci contagia tutti e ci fa TROPPO disincantati, fino ad ingessarci inutilmente; e troppa ingessatura, atrofizza.
Il santo Luigi Maria Grignon de Monfort (il segreto ammirabile del santo Rosario) fa, a questo proposito, un discorso che calza a pennello:
“Tutti sanno, del resto, che esistono tre specie di fede da prestate ai vari racconti. Agli avvenimenti narrati dalla Sacra Scrittura dobbiamo una fede divina; ai racconti profani che non ripugnano alla ragione e che sono scritti da seri autori, una fede umana, ai racconti pii riferiti da autori ponderati, non contrari alla ragione né alla fede o alla morale, anche se talvolta sono straordinari, dobbiamo una fede pia.
Convengo che non bisogna essere troppo creduli, ma neppure troppo critici e in tutto occorre tenere il giusto mezzo se si vuole scoprire dove sia la verità e la virtù. E sono anche convinto che come la carità crede facilmente tutto ciò che non è contrario alla fede e ai buoni costumi: la carità tutto crede (1Cor 13,7), così l’orgoglio induce a negare quasi tutti i fatti soprannaturali, anche se accertati, col pretesto che non si trovano nelle Sacre Scritture.
E questo è il tranello teso dal demonio nel quale sono caduti gli eretici che negano la Tradizione e in cui cadono senza accorgersene i critici odierni, che non credono ciò che non capiscono o che non conviene loro, a motivo del loro orgoglio e della pretesa sufficienza del loro spirito”.
Due perle di queste discussione: la visione di Clodine bambina che con le sue sorelline gioca sulla tomba del fratellino morto e la distinzione, per cui ringrazio Sandro, fra esumazione ed estumulazione.
Vado a letto più contento.
Spiego le mie espressioni a Clodine:
http://www.basilicadelsanto.org/ita/visita/storia.asp
“Salendo da sinistra verso si trovano le tre nicchie che racchiudono reliquie di sant’Antonio e di altri santi, ma soprattutto un gran numero di doni offerti per riconoscenza o devozione da illustri pellegrini dei passato al Santo di Padova. Ciò che invece deve focalizzare l’attenzione sono le più prestigiose reliquie di sant’Antonio, che si trovano nella nicchia centrale. La lingua del Santo (al centro). Non si pensi di vedere una lingua di colore rosso vivo. Ma ciò che si vede costituisce ugualmente un fatto inspiegabile, dato che si tratta di una parte anatomica fragilissima e tra le prime a dissolversi dopo la morte. Ora sono passati oltre 770 anni dalla dipartita di sant’Antonio e quella lingua costituisce un miracolo perenne, unico nella storia e carico di significato religioso, quale suggello dell’opera di rievangelizzazione della società ad opera del Santo.
Degno di accoglienza di così incredibile reliquia è il finissimo e delicato capolavoro di armonia e di grazia, in argento dorato, opera di Giuliano da Firenze (1434-36). La reliquia del mento (in alto). Più esattamente si tratta della mandibola, collocata in un reliquiario concepito come un busto, con aureola e cristallo in luogo dei volto. È stato commissionato nel 1349 dal cardinale Guy de Boulogne-sur-Mer, miracolato dal Santo: Egli stesso lo portò a Padova l’anno dopo, procedendo solennemente alla sistemazione del mento in questo reliquiario (in argento dorato). Le cartilagini laringee (in basso). Queste, ancora conservate, che sono gli strumenti della fonazione, cioè della parola, hanno subito attirato l’attenzione, pur non costituendo un fatto inspiegabile come la lingua, nella recente ricognizione dei 1981. Si è pensato quindi di collocarle in visione insieme alla lingua del Santo. Il reliquiario è opera del trevisano Carlo Balljana. “
Comunque, a proposito di reliquie, io adoro sentire mia moglie (che ci ha fatto il dottorato sopra) raccontarmi la storia del furto delle reliquie di San Marco, o di quelli di altre reliquie, o di come le reliquie venissero usate per legittimare re, imperatori, abati e vescovi.
Ma soprattutto perchè lo fa con un misto di realpolitik e fede raramente eguagliato…..
.ahhh…ecco perché parlavi di “macelleria”!! Ho capito, ed hai perfettamente ragione, tale è , tra lingua, cartilagini, mandibole, ci mancano solo le orecchie e possiamo cominciare metter i prezzi.
Grazie Canelli: hai illustrato perfettamente la situazione, che ho visualizzato. Non sapevo di questo altare così singolare a Padova. Passai per Padova molti anni fa quando ero studentessa all’Artistico per il ciclo di Giotto alla cappella degli Scrovegni, motivo per il quale la visita al santuario fu brevissima e non ebbi –ne potei- fermarmi più a lungo. Dovrò tornarci, sta’ “lingua” mi incuriosisce…la lingua…(!) …ma come avranno fatto a sgozzillarlo (!!!) povero Sant’Antonio !!!
Caro dott. Luigi,
ho trovato particolarmente opportune, come spesso accade, le parole di Franco Zeffirelli in materia di stumulazione del povero frà Pio: una grottesca carnevalata. Allucinanti le parole del vescovo – manicure che rivelano una personalità psicologica immatura e radicalmente distante dalla realtà, un vero e proprio dramma pastorale. Vorrei poi sapere perchè il vescovo nella foto era in camice solenne e piviale!! Un vero abuso! Un delirio da manichino di sartoria liturgica! Visto che qui qualcuno ama citare il venerabile Schuster – da me particolarmente venerato – ho avuto modo di vedere le foto della recognitio canonica che il beato cardinale fece assieme ad altri benedettini sul corpo del beato Placido Riccardi osb prima della traslazione: nessuno indossava paramenti liturgici!! e comunque – proprio vedendo quelle foto che sono degli anni ’30 – ho pensato per fortuna che queste cose orrende non si fanno più, per fortuna che si lasciano in pace i defunti…
Io penso che un atto del genere, compiuto da un vescovo in paramenti liturgici e con solenne partecipazione di religiosi e laici sia un atto che non centra nulla di nulla con il vengelo. Un atto che lascia allibiti, senza parole, davvero, sono triste e senza parole.
Cara Clodine, da quanto hai comunicato del tuo fratellino rapito dal mistero di Dio sono sicuro di avere qualcuno in più che in cielo prega per me.
Un abbraccio.
Ho apprezzato molto questo tuo commento, Luigi. Lo giudico coraggioso. Lo dico con il massimo rispetto possibile per San Pio e i suoi devoti. Ho fatto riflessioni simili alle tue quando riesumarono il corpo di papa Roncalli. Qualcosa in queste cerimonie andrebbe rivisto.
Grazie,
Psico
ha ragione lycopodium: sono “empatico” in tema di religiosità popolare. E colgo l’occasione per approfondire, anche se nella sostanza convengo col tuo post.
In specie, invece, sono molto affascinato dalla religiosità “bambina” (se vissuta con il cuore dei bambini), che per esempio è bene testimoniata da alcuni post del buon Alessandro Iapino. Mia moglie è, da poco, catechista del Buon Pastore (il metodo catechetico che ha applicato alcuni principi montessoriani alla catechesi dei bambini fin dai 3 anni, e ideato da Sofia Cavalletti) e la religiosità “bambina” è la vera provocazione di questa forma di prima evangelizzazione… All’estero è, da 50 anni, piuttosto diffuso nella Chiesa cattolica e nelle parrocchie; in Italia è praticamente bandito o considerato troppo poco efficiente e laborioso: meglio tanti, sporchi e subito 🙂
In ogni caso non mi sogno di disprezzare alcuna forma di religiosità, se davvero riconduce a Cristo. E non dico “davvero” solo per esercizio retorico. Insulterei mia nonna, che tra l’altro dice un rosario ogni giorno per me e la mia famiglia.
Credo, ahivoi, di averlo già scritto… Il mio criterio di riferimento è una frase detta da un amico prete nei giorni delle lacrime di sangue della madonnina di Civitavecchia: “Cosa cambia davvero nella nostra fede in Cristo se la madonnina ha pianto o meno?”. Ci rassicura sul fatto che sia davvero esistita o solo sul fatto che sia “magica”?
E cosa cambia invece se scopriamo con certezza che Gesù non è mai nato, vissuto, morto nè risorto, anche nella nostra vita? O se non lo abbiamo mai saputo e creduto?.
Oggi sono particolarmente moralista…
Per la cronaca:
TORINO – Tutto è avvenuto nel massimo riserbo. Mentre l’esumazione del corpo di padre Pio attirava l’attenzione mediatica di tutto il mondo, a Torino, si è eseguita la stessa operazione sulla salma di un beato, forse meno conosciuto, ma comunque molto amato: Pier Giorgio Frassati. Figlio dell’alta borghesia torinese, spese la sua vita a servizio dei più poveri, fino alla morte ad appena 24 anni, nel 1925. Nel duomo del capoluogo piemontese, dove il beato riposa dal 1990, nessuno vuole parlare di quella che in gergo tecnico viene chiamata “ricognizione canonica”.
Ne sono, tuttavia, una prova i segni dei lavori sull’altare della cappella di San Massimo (la terza della navata sinistra), collocazione provvisoria della tomba del beato. Sono stati smontati il vetro e la grata protettiva, oltre alle statue dei due angeli che facevano da sostegno. Ogni cosa è appoggiata in modo discreto in un angolo della cappella e l’altare è ricoperto da un telo rosso, come se nulla fosse. Nessun avviso, stessi portacandele, stesso inginocchiatoio per i tanti pellegrini che pregano sulla tomba.
Ignigo, non mi scrivere «un atto che non centra nulla con il vengelo»! Queste son cose da lasciarle a un pasdaran antiortografico (e anti buon senso) come Matteo.
Caro Ignigo, sono sicura che il mio fratellino -in Dio- è tra i vivi, in una maniera misteriosa, come lo sono tutte le realtà invisibili in cui crediamo e ne professiamo la fede.
Fu una tragedia immane quella, simile a mille altre…specie quando ti coglie all’improvviso e a soccombere è un bambino,(schok anafilattico a seguito di un vaccino) e non importa se sia bello o meno bianco o nero: è un dolore, senza posa, ma che ti fa crescere con la consapevolezza che questa esistenza non è che il piccolissimo segmento di una linea circolare che trova il suo principio e la sua fine in Cristo. Un ponte, sul quale non ci si può sistemare alcuna tenda..
Ho sempre avvertito la presenza di questo spirito puro, allo stesso modo in cui si avverte quella dei grandi Santi quando ci si raccogliamo in preghiera: sono lì, presenti, nel momento stesso in cui la tua fede li evoca! Al di là del fatto che ci sia la mummia a rappresentarli o meno -e qui mi riallaccio all’inutilità della riesumazione-
Quando ci sedevamo attorno alla tavola la mamma lasciava una sedia vuota…allora, quando ebbi l’età della ragione, la suora -quella figlia spirituale di Padre Pio- mi suggerì di aggiungerne un’altra, e mi disse:” quando la mamma ti chiederà ragione di questa sedia tu dirai che è per Gesù!”
Fu geniale questa ispirazione! Sicché vevamo 2 sedie vuote: una di mio fratello e l’altra -quando mi si chiedeva ragione – rispondevo che era la sedia di Gesù. La mamma sorrideva..e intanto fu un balsamo, l’inizio lento, molto lento, e pacato di una guarigione interiore.
Ignigo, certo che mio fratello prega anche per te. Se vuoi glie lo chiederò espressamente!
Con affetto grande, ti voglio bene!
Ringrazio Clodine per ciò che ci insegna, parlandoci del fratellino volato in cielo…Ora piccolo Angelo di Gesù.
Un caro saluto,
F.
“GLIELO chiederò espressamente” -la correzione è duopo in questo caso-
Comunque, mi sembra di capire che siamo tutti d’accordo su di un punto:” L’inutilità di questa ennesima “violazione della privacy”!
Sembra (così ha raccontato una giornalista presente) che nel momento stesso in cui il corpo veniva estratto dalla fossa, all’esterno si sia alzato un forte vento improvviso -come quello che sfogliò il Vangelo durante le esequie di Giovanni Paolo II- quello era lo spirito di Padre Pio incavolato nero!
Ne sono convinta, conoscendone la sobrietà in cui è vissuto.
Leonardo scrive, – 5 Marzo 2008 @ 12:07
Queste son cose da lasciarle a un pasdaran antiortografico (e anti buon senso) come Matteo.
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non capisco ma mi adeguo.
Le crigiche costruttive sono sempre ben accette.
grazie Leonardo
Clodine, non sai quanto mi commuove il tuo racconto…grazie
Quando ho sentito alla radio dell’esumazione, istintivamente ho provato fastidio. Non so, non credo che Padre Pio avesse bisogno di essere messo in mostra a 40 anni dalla morte. Ma ricordo che da vivo il Santo di Pietrelcina disse: “Chiunque può dire ‘Padre Pio è mio'”, e avrebbe sopportato con molta pazienza (nonostante il carattere burbero) questa cosa.
Detto questo, l’avrei lasciato in pace pure io.
Leonardo Sciascia, in La Corda Pazza racconta delle catacombe dei Cappuccini a Palermo. Non so quanti di voi le abbiano visitate o ne abbiano sentito parlare, forse Luigi c’è stato. Queste catacombe, visitate da Pindemonte (che poi scrisse i suoi Sepolcri, cui rispose Foscolo con il ben più noto carme) ospitano corpi di palermitani imbalsamati dal ‘500 ai primi del XX secolo.
Sciascia dice: è il culto più ateo che ci sia. E’ culto della morte e verrebbe da parafrasare Cristo, dicendo: “Lasciate che i morti seppelliscano i morti”.
Sarebbe irrispettoso parlare di questo anche per Padre Pio? Non so, un dubbio mi assale.
… c’è anche il famoso cimitero dei cappuccini vicino a p.zza Barberini a Roma, che ricorda le catacombe di Palermo di cui parla Tonizzo…
Potete vedere i Cappuccini di Palermo qua:
http://www.palermoweb.com/sottopalermo/catacombe/cappuccini1.htm
Che ve ne pare del pensiero di Sciascia e dei “corpi d’anima voti” di cui parlò Pindemonte?
…la catacomba di Palermo è decisamente più inquietante.
… spero che nessuno si offenda o si senta aggredito, dato anche il tono e la confidenza di alcuni commenti in questo post …
ma da ieri circola la seguente battuta che Maurizio Crozza avrebbe detto al Tg3: “Riesumato il corpo di padre Pio. E’ in ottime condizioni. Per un attimo ho temuto che Veltroni lo volesse candidare per il PD”.
a me fa ridere… per via di Veltroni e del PD, ovviamente.
Stamattina nella chiesa di S.Lorenzo c’era una scolaresca con la maestra che spiegava loro il Miracolo Eucaristico di Torino: con tanto di premessa “Si dice che…” e, alla fine, di raccomandazioni: “Mi raccomando, io ho detto solo quello che si racconta, non vi sto dicendo che sia vero! Ai miracoli voi potete crederci o non crederci…”
Che tristezza…aveva paura che qualche bambino lo raccontasse in giro e lei potesse essere denunciata per istigazione al cattolicesimo?
Infierire così sui bambini è vomitevole.
Io direi che da una parte occorre guardarsi dall’eccesso di barocco, dall’altra non squalificare completamente un ragionevole culto delle reliquie.
Credo che la misura di queste cose, oltrechè in una impostazione e in una sensibilità generali, la si determini un pò anche caso per caso.
E’ chiaro che quando ci sono di mezzo i corpi (mummificati o meno) è molto facile passare dalla giusta venerazione all’attrazione (inconscia) per il macabro.
Diverso il caso della reliquia non fisica.
Forse l’ho già detto, ma un mesetto fa sono andato nella Chiesa Prelatizia dell’Opus Dei, a Roma.
Ho preso l’ascensore per scendere, perchè ero con una persona infortunta.
Si aprono le porte e mi si para innanzi una teca con la veste talare di Wojtyla.
Naturalmente mi ha emozionato trovarmela davanti all’improvviso, montata a grandezza e altezza naturale.
Ecco, anche quella è in un certo senso una reliquia, e però non implica una “venerazione”.
Direi che esporla induce a un caro ricordo, a rinnovare una presenza.
Mi pare una strada preferibile.
Al moralista: tua moglie catechista del Buon Pastore! Uno dei miei figli ha fatto il catechismo per la comunione da Sofia Cavalletti – di cui sono grande estimatore – e ha avuto come “maestra” Francesca Cocchini. Un nuovo saluto a tua moglie, se conosce Francesca incaricala di salutarla da parte mia.
Già,
il potenziale religioso del bambino (e la religiosità depotenziata del c.d. “adulto”).
Padre Pio era una persona eccezionale, nulla di strano che se ne voglia esporre il corpo, dato che noi uomini abbiamo bisogno di segni anche tangibili. Chi non sentisse il desiderio di vedere ciò che di lui resta non dovrebbe fare altro che non andare a vederlo.
Ciò che infastidisce, secondo me, è l’odore di soldi che circonda tutta la faccenda. Ma, consentitemi, è un odore che nella Chiesa si sente spesso.
Il corpo del beato Pier Giorgio Frassati sarà portato a Sydney, in Australia, per la Giornata mondiale della gioventù di luglio. È questo il motivo della ricognizione canonica avvenuta lunedì 3 marzo, sulla salma del giovane beato, sepolto nel duomo di Torino.
Voi cosa ne pensate? Io trovo giusto che i Giovani si ritrovino a Pregare davanti al corpo di questo Beato…e che PierGiorgio ci aiuti e aiuti i più giovani a camminare verso Gesù.
Frassati! Sono commosso.
Anche se sarà dura da fare capire, ma forse proprio per questo salutarmente shoccante.
La speranza è che ce ne siano dei… vivi, di Frassati, a Sidney e altrove.
Canelli,
questo link è per te:
http://www.edizionicantagalli.com:80/cgi-bin/catalogo/index_catalogue.pl?title=Eugenetica+e+altri+malanni=
Quanto alla speranza “che ce ne siano dei… vivi, di Frassati”, la condivido (con l’augurio aggiuntivo che i familiari e cultura di riferimento li trattino … meglio).
per Luigi: certo, conosciamo Francesca. Messaggio ricevuto.
x lyco
Se li trattassero meglio non diventerebbero santi.
Grazie del link!!!!