PER UN PAESE SOLIDALE. CHIESA ITALIANA E MEZZOGIORNO è il titolo di un documento dei vescovi italiani che si pubblica oggi. Il capitolo 9, Una piaga profonda: la criminalità organizzata, contiene l’affermazione che “le mafie sono la configurazione più drammatica del male” e ammette che i cristiani quel “peccato” non l’hanno ancora inteso: “Si deve riconoscere che le Chiese debbono ancora recepire sino in fondo la lezione profetica di Giovanni Paolo II e l’esempio dei testimoni morti per la giustizia. Tanti sembrano cedere alla tentazione di non parlare più del problema o di limitarsi a parlarne come di un male antico e invincibile. La testimonianza di quanti hanno sacrificato la vita nella lotta o nella resistenza alla malavita organizzata rischia così di rimanere un esempio isolato. Solo l’annuncio evangelico di pentimento e di conversione, in riferimento al peccato-mafia, è veramente la buona notizia di Cristo (cfr Mc 1,15), che non può limitarsi alla denuncia, perché è costitutivamente destinato a incarnarsi nella vita del credente”. [Segue nei primi due commenti]
Autocritica dei vescovi sulle mafie
17 Comments
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[Segue dal post] Ecco altri passaggi del capitolo 9 del documento dei vescovi di cui nel post:
Torniamo a condannare con forza una delle sue piaghe più profonde e durature ? un vero e proprio «cancro»20, come lo definivamo già nel 1989, una «tessitura malefica che avvolge e schiavizza la dignità della persona»21 ?, ossia la criminalità organizzata, rappresentata soprattutto dalle mafie che avvelenano la vita sociale, pervertono la mente e il cuore di tanti giovani, soffocano l’economia, deformano il volto autentico del Sud (…).
In questa situazione, la Chiesa è giunta a pronunciare, nei confronti della malavita organizzata, parole propriamente cristiane e tipicamente evangeliche, come “peccato”, “conversione”, “pentimento”, “diritto e giudizio di Dio”, “martirio”, le sole che le permettono di offrire un contributo specifico alla formazione di una rinnovata coscienza cristiana e civile (…).
Vogliamo ricordare i numerosi testimoni immolatisi a causa della giustizia: magistrati, forze dell’ordine, politici, sindacalisti, imprenditori e giornalisti, uomini e donne di ogni categoria. Le comunità cristiane del Sud hanno visto emergere luminose testimonianze, come quella di don Pino Puglisi, di don Giuseppe Diana e del giudice Rosario Livatino, i quali ? ribellandosi alla prepotenza della malavita organizzata ? hanno vissuto la loro lotta in termini specificamente cristiani: armando, cioè, il loro animo di eroico coraggio per non arrendersi al male, ma pure consegnandosi con tutto il cuore a Dio.
Riflettendo sulla loro testimonianza, si può comprendere che, in un contesto come quello meridionale, le mafie sono la configurazione più drammatica del “male” e del “peccato”. In questa prospettiva, non possono essere semplicisticamente interpretate come espressione di una religiosità distorta, ma come una forma brutale e devastante di rifiuto di Dio e di fraintendimento della vera religione: le mafie sono strutture di peccato24. Solo la decisione di convertirsi e di rifiutare una mentalità mafiosa permette di uscirne veramente e, se necessario, subire violenza e immolarsi.
[Segue dal primo commento] Della preparazione del documento pubblicato oggi ci eravamo qui occupati con i post del 17 e 18 novembre e con i commenti a essi, avendo anche per un momento la visita virtuale del vescovo Salvatore Pennisi.
Il testo completo del documento può essere scaricato dal sito della Cei: http://www.chiesacattolica.it/cci2009/chiesa_cattolica_italiana/00007238_Home.html.
salutari tourn over di profezia da parte dei nostri vescovi,
ma fatto il documento?
gabbato lo santo?
Sono grato ai nostri vescovi di ricordare i martiri della giustizia e della verità,
una memoria che tutti i cristiani hanno il dovere di fare ogni giorno,
…… anche quando sono al governo….. o al potere….
… ma questa è un’altra storia….
I vescovi hanno il dovere di rinfocolare la memoria,
ma i cristiani non possono esimersene… delegando…
Precariato?
a quando un documento……..
già,
ma come quel bravo prete dell’altro giorno….
che mi chiedeva di interessarci ad una raccomandazione
per uno che il lavoro già l’ha,
ma potremmo renderglielo meno gravoso….
(scena che non mi capitava da moltissimo tempo….)
Si sono accorti… si sono ricordati…
meno male…
(anche se visto il periodo mi sorge fortissimo questo dubbio:
Non cercheranno mica voti ??????????????????)
Buongiorno CEI, ben alzata!
Il solito? Ma si, grazie : Cappuccino e cornetto.
Don Ciotti è sveglio da anni e non ha tempo per i cappuccini, anzi dovette guardarsi persino da un vescovo , vedi a : http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/06/23/quando-ruppi-chiese-di-bastonare-eretico.html
Quando Ruppi chiese di ‘bastonare’ l’ eretico Ciotti
Repubblica — 23 giugno 2006 pagina 9 sezione: TORINO
Trattasi di voto di scambio, porcatine da niente.
C’è del marcio in Danimarca!!
Non abbiamo bisogno di un’altra chiesa, ma di una CHIESA ALTRA!
Grazie Nino del “tassello” che non conoscevo.
Se mi “capita” di concordare alla grande con te,
io cerco di ricordare,
che nonostante una gerarchia che ha il pallino fisso del potere
a braccetto esclusivo con le destre, monarchie e dittature sempre di destra… (Mussolini, Hitler, Franco, Pinocchietto, etc…), vecchio vizio che si trascina dai bui secoli della storia,
ci sono fior di vescovi,
che lavorano per e con il popolo affidatogli,
per rendere contro del proprio “gregge” all’unico Pastore che è Cristo,
altri vescovi sono arrivati a dare la propria vita nel sangue…. (magari in odore di marxismo…..!!! paranoia di molti ecclesiastici che per paura del marxismo in quanto anticlericale… e non per i massacri, ha peccato di gravi omissioni, se non connivenza attraverso alcuni suoi ministri…con i massacri delle dittature neofasciste ma clericali… )
E’ interessante,
che in questo momento in cui c’è un governo che si arroga l’opera di contrasto alle mafie (che è stata sempre e continua ad essere opera di Magistrati, Polizia, Carabinieri, Finanza),
proprio in questo momento….
vedo questo documento dei vescovi ?????
Un posto al sole ?? (pensiero vagante…)
Plaudo di fronte a questo documento. E inviterei chi teme secondi fini a non coltivare la “cultura del sospetto” nei confronti dei nostri vescovi.
P.S.: per l’esattezza ci sono stati vescovi collusi con dittatori di destra, ma anche di sinistra (qualcuno molto amico di Fidel Castro, ad esempio).
Ma c’era la CEI nel 1992?
http://archiviostorico.corriere.it/1992/dicembre/06/confiscati_beni_don_Coppola_co_0_92120617157.shtml
Confiscati beni di don Coppola
sequestrati i beni di don Coppola Agostino, 56 anni, arrestato e condannato negli anni ‘ 70 per vari rapimenti e legato a boss mafiosi come Liggio e Riina. nel 1988 fini’ in carcere per associazione mafiosa
Pagina 17
(6 dicembre 1992) – Corriere della Sera
Scusate se parlo, dato che sono un ‘infiltrato”, non organico alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Premesso che non capisco che cosa c’entrino le dittature di destra o di sinistra con la criminalità organizzata, penso che la parola sia importante, specie quando proviene da un’autorità riconosciuta, come può essere la Cei. Stigmatizzare l’appartenenza alla mafia come peccato mortale lo trovo perfettamente coerente con il Vangelo e non è affatto scontato, almeno non lo è stato fino a qualche decennio addietro, specie nelle comunità in cui la mafia faceva parte integrante della società fino a costituirne quasi il tessuto connettivo. Non capisco neppure il riferimento alle imminenti elezioni e non mi spiego, infine, tanto sarcasmo per una parola di verità finalmente pronunziata in modo chiaro e inequivocabile.
caro Leopoldo, la mafia è sempre stata peccato mortale. Non sono molto d’accordo quando dici che la mafia “faceva parte integrante della società fino a costituirne il tessuto connettivo”.
Primo, non mi sembra esatto ciò che dici. La mafia -le mafie in genere- sono state storicamente il braccio armato di chi opprimeva la popolazione: baroni locali, i tanti alcade spagnoli…. Certo trovavano complicità tra le pieghe delle società, ma ritenerla il tessuto connettivo di essa è veramente improprio. La società meridionale ha sopravvissuto grazie alla sua tenacia alle tante dominazioni, tra cui quella mafiosa. Nel corso poi del ‘900 si è avuta una trasformazione delle mafie per l’avvento dello Stato unitario, con la penetrazione nelle pieghe della pubblica amministrazione e della rappresentanza politica. Ma anche qui, è stata elemento di forte disgregazione e non “collante”. Ai giorni nostri tale forza disgregatrice (“diabolica” in un’ottica cristiana) è emersa sempre più chiaramente. Un Meridione sempre più diviso, un’Italia sempre più divisa, una legislazione e un’amministrazione della giustizia sempre più contraddittoria…
In ogni caso i crimini che sempre le mafie hanno perpretato non potevano lasciare dubbi per un cristiano sulla profonda peccaminosità di tali organizzazioni.
Il documento della CEI mi pare assolutamente ineccepibile nel suo contenuto, ed alto e forte nel tono (ciò che pure non guasta), ed anch’io, come Raffaele e Leopoldo, non capisco molto, in tutta franchezza, i sarcasmi, le ironie e le dietrologie varie con cui lo stiamo commentando.
Altro, poi, è osservare (e qui posso concordare) come non sempre, in passato, la Chiesa – specie del territorio – abbia parlato con tanto vigore “profetico”: ma, appunto, è, pe me, ragione di più per essere soddisfatti (della conferma) di tale posizione.
Buona notte a tutti !
Roberto 55
C’e’ da ringraziare lo Spirito Santo per questo documento: “Si deve riconoscere che le Chiese debbono ancora recepire sino in fondo la lezione profetica di Giovanni Paolo II e l’esempio dei testimoni morti per la giustizia….” Grazie Luigi per il titolo. Anche per la Chiesa, dove il tempo per “barcamenarsi” non manca, non e’ mai troppo tardi per convertirsi.
Anche io non vedo/sento ambigue dietrologie circa la tempistica nella pubblicazione del documento. Anzi! Se solo servisse a far usare/abusare di meno l’aggettivo (si’ si’, aggettivo, NON sostantivo!) cristiano a tanti dei nostri utilizzatori finali! By the way, una domanda solo: ma non si chiedono i nostri pastori perche’ in una delle regioni ad alta infiltrazione mafiosa -Sicilia- una parte politica in una delle ultime elezioni ha “razziato” tutto? Adesso non ricordo bene…fu 69-0? Ma fanno un po’ di analisi? …O forse sbaglio io: magari questo documento e’ una delle risposte a situazioni come queste. Speriamo bene. … Seguendo l’esempio di Roberto 55: Buon risveglio a tutti!
In un articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera – a pagina 50 con il titolo SCOMUNICARE O NO I MAFIOSI’ LA DIFFICILE SCELTA DEI VESCOVI – mi interrogo sul perchè nel documento dei vescovi vi sia la sostanza ma non la parola della scomunica ai mafiosi: http://www.agenzien.chiesacattolica.it/pls/ceirassegna_new/pd2_segnalazioni_c.pdf_viewer_?id=166837&livello=1&id_sessione=4027&pwd_sessione=DEEFKLGHEGHJEGSUuvyzHJjjrr.
A Mabuhay (nuovo amico, credo conoscitore più che parlante la lingua filippina, o Tagalog) dico che se è vero che “non e’ mai troppo tardi per convertirsi” anche per la Chiesa (rectius: per gli uomini di Chiesa, “cardinaloni” compresi: a proposito, si tratta dei cardinali più alti di m. 1,80 o di quelli che pesano più di 100 Kg?), dove – come tu dici – certo non manca il tempo per “barcamenarsi”, considerati i tempi (come dire, biblici?) nei quali le gerarchie sono use prendere le loro decisioni, se questo è vero non capisco perché si debba essere sarcastici ed esporre (o trinciare) giudizi su cose che non si conoscono appieno pur di marcare la distanza rispetto ad una gerarchia evidentemente non molto apprezzata. Ovviamente qualche esercizio di sarcasmo non è difficile, basta impegnarsi un po’ (come ho fatto sopra) e il risultato è immediatamente sgradevole, lo so.
Tutte le critiche sono possibili e quando sono sincere sono anche costruttive, ma voler trovare a tutti i costi la pagliuzza, anche quando non c’è, mi pare non giusto, persino nei confronti delle gerarchie.
P.S. Credo che gli amici del blog capiscano da soli che mia madre sta un po’ meglio (bene sarebbe troppo, è come se – al di là delle poche forze – abbia perso interesse alle tante piccole cose che, messe assieme, fanno la vita); è uscita da alcuni giorni dall’ospedale e attualmente io dormo da lei, che vive sola, ma fortunatamente abbastanza vicino da casa mia (ormai non so più dove sono io e dove sono i miei calzini!). Un saluto affettuoso a tutti coloro che mi sono stati vicini.
Sono contento, Gerry: grazie a te per aver voluto condividere con noi questa buona notizia.
Un abbraccio.
Roberto 55
Non c’è solo la mafia da condannare al Sud. Ci sono anche gruppi di potere più o meno occulti, a volte più o meno contigui con la Chiesa locale – spiace dirlo – che rappresentano storture e sovrastrutture di potere che in una democrazia non dovrebbero esistere.