Batto le mani alla chiamata in Vaticano di Gianfranco Ravasi: l’uomo più colto a capo della cultura.
Le batto anche per la nomina di Francesco Giovanni Brugnaro ad arcivescovo di Camerino: è l’unico nella Cei ad aver fatto politica e potrà trattenere gli altri da quella tentazione.
La vicenda umana di Brugnaro è davvero interessante e bella, sulla carta mi pare un’ottima scelta, un pò fuori dagli schemi.
In bocca al lupo, come anche a Mons. Ravasi!
Domenica sera ho assistito dal vivo ad una conferenza di Ravasi dal titolo “La parola creatrice”.
Vista da vicino, la sua cultura è veramente impressionante. Ha spaziato dalla Bibbia alla letteratura, al cinema, alla musica e alla pittura. Tutto questo parlando a braccio ma con grandissima chiarezza e linearità, come se stesse leggendo un gobbo immaginario. Le sue citazioni e i suoi aneddoti sfioravano l’autocompiacimento, senza però raggiungerlo.
La conferenza era all’interno del “Festival della Mente” di matrice iperlaica ma Ravasi, uno dei pochi relatori non allineati al pensiero unico, ha saputo calamitare l’attenzione del pubblico per un’ora. Penso quindi che la sua nomina possa rappresentare un ponte anche verso chi non crede.
Un grande in bocca al lupo.
Mi associo.
In un’intervista pubblicata ieri da Avvenire, Ravasi dice che il suo motto di vescovo sarà: “Praedica Verbum” (Annuncia la Parola) e confessa che “è stato Massimo Cacciari a suggerirmelo, durante un incontro pubblico che abbiamo avuto tempo fa”. Afferma anche che si avverte una “difficoltà crescente” ad annunciare la Parola al mondo d’oggi nel quale “prevale decisamente lo scontro, almeno da parte di una sedicente cultura laica che in questo momento ottiene un’eco mediatica del tutto eccessiva”. Sono spunti che promettono bene. Luigi
Mi associo ai complimenti per le nomine di Ravasi e Brugnaro.
Mi permetto di battere le mani all’Arcidiocesi di Milano, che sta donando diversi nuovi vescovi alla Chiesa. Segno della qualità del clero ambrosiano.
Auguri ad entrambi!
Nella Curia romana dicono che è “l’invasione dei milanesi”, o “il vento del Nord”, con riferimento al fatto che il segretario di Stato è piemontese. Luigi
I miglior e più sinceri auguri a Monsignor Ravasi.
Grazie a lui e alla sua straordinaria capacità di creare continui ponti tra culture spesso altrimenti artatamente separate ho amato Avvenire, ho riletto classici e ho ritrovato spunti nuovi e inattesi di riflessione.
Vorrei poter dire che ho riscoperto il vero senso del pensare cristiano grazie al suo quotidiano distillato di sapida sapienza, che senza l’aiuto della sua illuminata esegesi non avrei mai potuto appassionarmi alla lettura della Sacra Bibbia, che senza il crossing-over della sua profondissima (e direi “rinascimentale”) cultura avrei perso quanto di più intelletualmente stimolante si possa immaginare.
Grazie Monsignore, leggo oggi il suo ultimo “Mattutino”, e ancora auguri!
Caro Bertacchi, benvenuto nel blog! Proprio oggi ho incontrato Ravasi nella Domus Sancta Marta dove al momento alloggia, in attesa che sia pronto l’appartamento che gli hanno assegnato e che si trova nello stesso edificio dove abitava il cardinale Ratzinger. L’ho trovato sereno e consapevole delle possibilità e dei limiti del nuovo lavoro.