Auguri a Enrico Letta e alla sua ardua scommessa

Enrico Letta mi è caro perché discepolo di Andreatta e anche perché nipote di Gianni Letta: sono uno che ama collezionare i titoli della gratitudine, da qualunque parte gli arrivino. Mi è caro inoltre per la giovinezza, essendo io del parere che il ringiovanimento anche anagrafico possa giovare al ritrovamento nostro collettivo della passione per la politica. Di più al momento non so dire. E’ andato al Quirinale con la sua automobile, che aveva nel sedile posteriore i seggiolini per i bambini. Li ho avuti quei seggiolini nelle mie automobili per quasi trent’anni e dunque tifo tifo tifo per il suo tentativo.

34 Comments

  1. luca73

    Mi unisco a Luigi e faccio anch’io gli auguri ad Enrico Letta!

    24 Aprile, 2013 - 13:45
  2. mattlar

    E’ bravissimo.
    Competente e lungimirante.
    Capace di servire e di stare al suo posto, senza ambizioni personali.
    Il Signore aiuti il nostro Paese.

    24 Aprile, 2013 - 13:50
  3. andreacs

    Trent’anni di seggiolini: fantastico! Non oso pensare se tu dovessi quantificare i pannolini…

    24 Aprile, 2013 - 14:13
  4. Una preghiera per lui, insieme al tifo.
    Di cuore.

    24 Aprile, 2013 - 14:29
  5. Federico B.

    Facciamo gli auguri all’Italia e speriamo che il prossimo governo Letta possa aiutare gli Italiani ad affrontare la pesantissima crisi di questi tempi. I problemi sono tanti e le soluzioni impegnative.

    Si arriva con grande ritardo alla formazione di un governo di cui si intravedeva la necessità e l’assenza di alternative già la sera del 25 febbraio. Mi auguro che adesso non si perda più tempo prezioso e si pensi al bene dell’Italia prima che agli interessi di parte e di partito. Resta l’incognita del PD: acefalo e lacerato dalle divisioni precogressuali, riuscirà a sostenere la responsabilità della guida di un governo di larghe intese?

    24 Aprile, 2013 - 14:31
  6. lorenzo

    Non per smorzare la tua saggezza , Federico, ma questo NON è un governo di larghe intese. Come potrebbe mai esserlo?!
    Intese- ammesso che ci riescano- forse, ma ” larghe”, non le vuole nessuno.
    Avvedutamente, Letta jr., che cesella le parole – il che provoca una certa goduria alle orecchie avvezze all’urlio di parole violente e in libertà del Dux Grillo – ha voluto parlare di ” governo di servizio”.

    24 Aprile, 2013 - 14:49
  7. mattlar

    Federico B., va bene che il PD ci ha ormai abituati a scelte suicide una dopo l’altra ma se si andasse presto alle urne il PD lacerato prenderebbe una percentuale più che scadente (ammesso che la prenda). Nessuno di coloro che sono lacerati vorrà andare adesso a nuove elezioni.

    24 Aprile, 2013 - 14:59
  8. mattlar

    Comunque devo dire che ho sentito da persone che lavorano in banca con profili non di sportello che il secondo semestre dell’anno sarà terribile per l’economia… sarebbe stato verametne dannoso andare avanti senza governo come vorrebbe quel buontempone di grillo

    24 Aprile, 2013 - 15:02
  9. elsa.F

    Basta con questi attributi: governo di scopo, di servizio, di larghe intese, tecnico, a termine.
    Ci manca solo quello della supercazzola!
    Un governo è un governo e basta.
    E deve sapere affrontare con coraggio i problemi che sono sul tavolo.
    Altrimenti cosa ci sta a fare?
    Fra l’altro riguardo alle larghe intese il Presidente si è già ampiamente espresso: e io le vedo come un grande passo avanti, ovvero con la capacità di guardare ai problemi da più prospettive diverse per trovare soluzioni condivise.
    Adesso c’è il passaggio chiave della scelta dei ministri. Chiave in quanto la politica reale non la fanno le idee ma gli uomini con le loro competenze e qualità.

    24 Aprile, 2013 - 15:43
  10. FABRICIANUS

    Auguri sinceri e in bocca al lupo a Enrico Letta.

    24 Aprile, 2013 - 16:17
  11. Federico B.

    @ Lorenzo
    Non mi formalizzo sugli attributi, ma trovo ipocrita parlare di “governo di servizio” e rifiutare l’espressione “larghe intese”. Le intese ci sono, altrimenti il governo non potrebbe nascere, e tanto basta. Più “larghe” si riveleranno, meglio sarà il Paese.
    PD e PDL collaborano al sostegno di un governo già da un anno e mezzo, hanno trovato un accordo per la Presidenza della Repubblica (per la verità almeno due: per Marini e per Napolitano) e si accingono a dar vita ad un nuovo governo insieme: negare l’evidenza delle intese è guardare ancora una volta alla propaganda e agli interessi del partito prima che al bene del Paese.
    Facendo il tifo per Letta, si fa il tifo per le intese più larghe possibili.
    Se la base del PD non le “digerisce”, la colpa è anche di quei leader che assecondano sempre la “pancia” del partito e non sono capaci di proporre e spiegare una linea politica che in questo momento è l’unica praticabile (e oltretutto potrebbe dare perfino buoni risultati).

    @Mattlar
    la base del PD, specialmente i gruppi giovanili, sedotti dal grillismo, è contraria ad un governo Pd-Pdl. Il carisma di Letta non basta. Una parte dei parlamentari potrebbe essere seriamente tentata di non votare la fiducia e accontentare gli elettori, anche a costo di costringere Napolitano alle elezioni anticipate: meglio il voto subito (con Renzi?) nel nome dell’antiberlusconismo, che continuare a logorarsi e a lacerarsi come in questi ultimi due mesi. A questo punto, non mi pare si possa escludere niente. E meno male che, secondo alcuni, questo doveva essere il partito più responsabile…

    24 Aprile, 2013 - 16:19
  12. Federico B.

    Il capo dello Stato Giorgio Napolitano spiega: ‘Si apre la strada una larga convergenza tra le forze politiche che possono assicurare la maggioranza al governo’.

    24 Aprile, 2013 - 16:28
  13. 😀

    24 Aprile, 2013 - 16:32
  14. lorenzo

    Pd e Pdl ” hanno collaborato” per un anno e mezzo, finché Berlusconi ha deciso di giocar d’anticipo, buttare il tavolo alle ortiche, e presentarsi agli elettori come oppositore…lasciando Monti e il poor Bersani col cerino in mano. Così sarà anche questa volta. “Il positivo” è che Letta potrà contare su una finestra temporale di tranqullità da parte sua: ha centrato gli obbiettivi che si era preposto: governo, presidente della repubblica, e, in sovrappiù, sconfitta dell’inviso Prodi e PD a pezzi. Vero vincitore, come lo ha incoronato Vendola: e per giunta non piu’ in veste di asso pigliatutto, ma in quella più defilata del ” king maker”. Eh sì, grillonzo che gioca a fare il duce deve ancora mangiarne di minestra …Perché un conto è avere un mirabolante risultato elettorale ( e non saper bene cosa fasene) un conto è essere AL CENTRO ASSOLUTO della politica italiana d 20 anni. Cosa che a Berlusconi continua a riuscire benissimo.

    24 Aprile, 2013 - 16:41
  15. Federico B.

    La collaborazione a sostegno del governo Monti è terminata a causa delle tensioni per la campagna elettorale in vista di elezioni comunque imminenti (era questione di poche settimane). Ci si è messa anche la legittima ma inopportuna ambizione personale di Mario Monti, l’endorsement del PPE e dei c.d. poteri forti…: Monti ha colto l’occasione di un discorso critico (a cui però non corrispose una mozione di sfiducia, ma semplicemente una richiesta di maggiore coinvolgimento) di Alfano per dimettersi e incassare quello che considerava un largo consenso popolare per aver “salvato” l’Italia, aprofittando anche delle divisioni e della crisi del PDL, che i sondaggi davano al 12%…
    Le cause della “sospensione temporanea” di quella collaborazione non è imputabile solo ad un capriccio di Berlusconi, ma ad una serie di concause. La sinistra ha poi risolto il problema con ricostruzioni come quella presentata da Lorenzo, trovando come sempre il modo per scaricare la colpa su B. Ma il quadro è un po’ più complesso.

    24 Aprile, 2013 - 17:04
  16. Federico B.

    Anzi, la collaborazione diretta, non mediata dai tecnici, dovrebbe essere più semplice e più fruttuosa.
    Non dico che sia una strada semplice, ma che sicuramente è possibile e sensata, a differenza di quanto sosteneva Bersani e hanno poi ripetuto pedissequamente moltissimi elettori del PD, anche su questo blog.

    24 Aprile, 2013 - 17:18
  17. lorenzo

    Quale ” capriccio” di Berlusconi?
    Nessun “capriccio”. Una mossa politica valutata e calcolata da un anno e mezzo, che prevedeva una sorta di sparizione dalla scena politica ( e tutti convinti della sua “fine”…) che gli ha consentito:
    a) di dimostrare la assoluta inconsistenza dei suoi, senza di lui. Se c’erano dei dubbi, adesso è chiarissimo che il centrodestra E’ Berlusconi e basta.
    b) di rifarsi una ” verginità” (!!) da oppositore
    c) di capire che la sua centralità assoluta NON dipende nemmeno piu’ dal fatto che sia fisicamente lui al potere ( e ho l’impressione che questo ruolo di manovratore e regista gli piaccia assai di piu’)
    Alla faccia del capriccio.
    Non si finirà mai di analizzare( lo dico obtorto collo, ma lo dico) la capacità politica notevolissima dell’uomo. Parlo di capacità di capire e muoversi in politica. Ha ragione Sara quando dice una spanna sopra tutti gli altri.
    Anzi, io direi sei o sette…
    Per cui io direi che la situazione tra i tre vincitori inutili delle elezioni è paraddosalmente questa. Un partito non acefalo, ma mostruosamente centicefalo , come certi mostri mitologici, e autofagocitantesi, da una parte; e due uomini soli, dalle altre due. Solo che uno dei due è politicamente un nano, e non è quello che grillonzo usa chiamare così….E l’altro ne esce come una specie di tattico Ercole.

    24 Aprile, 2013 - 17:19
  18. lorenzo

    Semplice e fruttuosa?
    Provare a sentire un dibattito qualunque degli infiniti di questi gg, e , dopo minuti 5 di fair play di facciata, si finisce ad aggressività e reciproci insulti.

    24 Aprile, 2013 - 17:21
  19. Federico B.

    Ma sì, fanno così per accontentare gli elettori, che legittimamente sono riluttanti.
    Se si vuole le intese sono possibili.

    24 Aprile, 2013 - 18:11
  20. lorenzo

    Come inatteso balsamo sulle dolorose piaghe, giungono al poor Bersani
    queste parole dell’Osservatore Romano di oggi:

    “Pier Luigi Bersani, che ha formalizzato le sue già annunciate dimissioni da segretario, aveva condotto una campagna elettorale sobria e realista, adatta a una forza politica che si accingeva a prendere in mano il Governo del Paese. “

    24 Aprile, 2013 - 20:29
  21. Marilisa

    “Non si finirà mai di analizzare( lo dico obtorto collo, ma lo dico) la capacità politica notevolissima dell’uomo. Parlo di capacità di capire e muoversi in politica. Ha ragione Sara quando dice una spanna sopra tutti gli altri.
    Anzi, io direi sei o sette…”

    Io direi venti anche cinquanta o magari cento spanne sopra agli altri.E chi più ne ha più ne metta, tanto non costa niente.
    “Sopra”, sì, nel far politica(!?) facendo leggi ad personam, promettendo sempre di più l’irrealizzabile, ciò che fa andare a fondo il Paese;ciò che i politici onesti non fanno per non prendere in giro i cittadini.
    I cittadini che, però, amano farsi prendere per i fondelli e che gli danno il voto vergognandosi di darglielo.
    Anche tu, Lorenzo, saresti capace a muoverti in politica in questo modo. Saresti applauditissimo e se sorridessi in continuazione a 32 denti, raccontando ogni tanto qualche barzelletta sporca, lanciando battute di infimo grado e facendo ridere gli scemotti della platea, saresti un politico ancora più abile. E se accusassi i magistrati di avercela con te da una vita, li convinceresti, i fessacchiotti, di essere una vittima e ti verrebbero dietro a migliaia.
    E molti ti direbbero che sei molte spanne al di sopra degli altri. E tu ci crederesti pure, temo.
    Quello che tu da qualche giorno definisci il “poor Bersani”, mio caro Lorenzo, non è “poor” proprio per niente.
    È un vero politico, non raccogliticcio come quell’altro, ma ha il “difettuccio” di essere persona seria, onesta e coerente, il che non sempre è riconosciuto e apprezzato.
    Se il PD oggi è nelle condizioni ben note a tutti, lo si deve ai tanti nuovi iscritti che ancora non hanno ben capito le regole della politica, e che si sono permessi di fare vigliaccamente i franchi tiratori dopo aver promesso ipocritamente di dare un voto unitario. Mai vista una cosa simile.
    Ha ragione da vendere Marini ad essere molto preoccupato per la piega delle cose.
    Molti dovrebbero andare a lezione di politica prima di cimentarsi con essa con tanta faciloneria.
    Comunque, spero che molti denigratori dell’ex segretario riescano a capire dalla nota dell’Osservatore Romano chi egli è veramente.
    Chissà se ne terrà conto, per esempio, l’amico di qui che ha sempre dimostrato un’avversione viscerale nei suoi confronti, e che oggi non trova niente da eccepire su Letta, e meno male!

    24 Aprile, 2013 - 21:37
  22. mattlar

    Marilisa di quale nota dell’osservatore romano parli?
    Hai un link per favore?

    24 Aprile, 2013 - 21:59
  23. Sara1

    http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html

    Il vicesegretario dei democratici avvia le consultazioni
    A Enrico Letta
    l’incarico di formare il nuovo Governo

    di Marco Bellizi
    Il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, ha affidato mercoledì mattina, al vicesegretario del Partito democratico (Pd), Enrico Letta, l’incarico di formare il nuovo Governo. Uscendo dall’incontro avuto al Quirinale, Letta, che come da prassi ha accettato l’incarico con riserva, ha annunciato che comincerà giovedì le consultazioni con le forze politiche, alle quali proporrà un Governo “di servizio al Paese”. L’Esecutivo – ha aggiunto – “non nascerà a tutti i costi ma solo se ci saranno le condizioni”; si tratta infatti di un tentativo “complesso” e “difficile”. Nel programma, secondo Letta, oltre agli interventi per fronteggiare un’emergenza che per gli italiani “è ormai insopportabile”, dovranno figurare “le riforme costituzionali necessarie a ridurre il numero dei parlamentari” e la legge elettorale, la quale “ha bloccato la situazione a tal punto che, anche se si rivotasse immediatamente, la situazione non cambierebbe”.
    Il capo dello Stato ha espresso fiducia nel tentativo di Letta. Napolitano ha sottolineato come la “larga convergenza” fra le forze politiche sia “la sola prospettiva possibile” e ha dunque auspicato la “massima collaborazione” e il “rispetto” reciproco fra i partiti. La scelta di un alto dirigente del Pd conferma la volontà, espressa con fermezza dal capo dello Stato, di dare vita a un Esecutivo “politico”, nel quale cioè il grado di impegno dei partiti sia rilevante. Di fronte alla necessità di interventi incisivi per contrastare la crisi economica e occupazionale, tenendo al contempo fermo l’equilibrio dei conti pubblici, si ritiene indispensabile cioè che chi si assume la responsabilità di governare il Paese lo faccia senza la tentazione di farsi indietro, spinto dal timore di deludere il proprio elettorato. Non a caso il segretario del Popolo della libertà (Pdl), Angelino Alfano, mercoledì mattina, poco prima che si diffondesse la notizia dell’incarico a Letta, aveva avvertito di non essere disponibile a un Governo “balneare”; creato per superare l’estate ma con vita breve, in attesa di nuove elezioni.
    Dopo la scelta del potenziale presidente del Consiglio, il nodo da sciogliere è perciò quello dei ministri. Come accennato, il Pdl chiede che il Pd si assuma in pieno la responsabilità del Governo, anche al di là di Letta, attraverso la scelta di nomi che ne rappresentino tutte le correnti. Il partito di Berlusconi infatti può sempre contare sull’arma delle elezioni, forte dei sondaggi che, a causa anche delle vicende post-elettorali del Pd, lo descriverebbero in netto vantaggio. Anche per questo, nelle ultime ore, diversi esponenti del Pdl hanno precisato che l’azione del Governo non può prescindere da alcuni punti cari all’elettorato di centrodestra, vale a dire l’abolizione dell’Imu, la riduzione delle tasse, la defiscalizzazione delle nuove assunzioni. Provvedimenti che dovranno essere armonizzati con la necessità di tenere conto di una crisi economica che, nelle previsioni degli esperti, non allenterà la morsa a breve termine. Né queste difficoltà, per il Pdl, possono essere superate con un Esecutivo tecnico; un’esperienza già fatta e che Berlusconi e i suoi ritengono esaurita.
    Nel Pd, ancora alle prese con un complicato redde rationem, le preoccupazioni sono diverse e per molti versi all’opposto. Ha provato in qualche modo a farle uscire allo scoperto lo stesso Alfano, quando ha avvertito che il Pdl non sarà disposto ad assistere passivamente al ripetersi di un altro “caso Marini”. Il timore è appunto che anche sul nome di Enrico Letta si giochino i veti delle diverse correnti del Pd, finendo con il coinvolgere anche il Pdl in una nuova situazione di caos istituzionale. La riunione della direzione del Pd – nella quale si sono poste come condizioni per la partecipazione al nuovo Governo l’impegno per il lavoro e le riforme istituzionali – non è stata sufficiente a ricompattare le fila di un partito sprofondato in una crisi difficile da prevedere nelle sue dimensioni.
    Pier Luigi Bersani, che ha formalizzato le sue già annunciate dimissioni da segretario, aveva condotto una campagna elettorale sobria e realista, adatta a una forza politica che si accingeva a prendere in mano il Governo del Paese. Per rispondere alla voglia di partecipazione degli elettori, dimostrata dalle primarie, aveva anche sostenuto la scelta dal basso di una parte consistente di candidature parlamentari: si è pensato così di rispondere alla sfida del Movimento 5 Stelle, togliendogli l’esclusività delle istanze di cambiamento.
    Un cambiamento che però, invece di essere guidato, è stato subito. Dentro la confezione non si è visto il contenuto. E alle spalle di Bersani c’era un partito che lo stesso segretario non ha più saputo interpretare. Da qui le vicende che hanno condotto alla rielezione di Giorgio Napolitano, votato dal Parlamento a larga maggioranza, con 738 voti. E da qui le incognite che ancora pesano sulla formazione e sul destino del nuovo Governo che Enrico Letta ha accettato di provare a formare. Un Governo che, al di là delle dichiarazioni di buona volontà dei partiti, sferzati con severità dal capo dello Stato nel suo discorso di insediamento, dipende pur sempre dai numeri in Parlamento. Ed è evidente che, di fronte a un Pd che non recuperasse al più presto una voce sola, il Governo sarebbe debole e con prospettive troppo a termine. Non è un buon viatico per un Esecutivo che non può limitarsi a gestire la sola emergenza.
    Nell’importante intervento a Montecitorio, il presidente Napolitano, non ha soltanto condannato la gestione dell’impasse istituzionale di questi ultimi due mesi ma ha bollato senza mezzi termini l'”incapacità”, la “sterilità”, la “sordità” e l'”irresponsabilità” manifestate dalle forze politiche nei sette anni del suo primo mandato presidenziale, a partire dalle mancate riforme istituzionali; fra queste, soprattutto, la riforma elettorale.

    24 Aprile, 2013 - 22:28
  24. Marilisa

    Mattlar, come hai potuto vedere, Sara mi ha preceduto.
    Mi piace sottolineare quest’ altro passaggio: “… nelle ultime ore, diversi esponenti del Pdl hanno precisato che l’azione del Governo non può prescindere da alcuni punti cari all’elettorato di centrodestra, vale a dire l’abolizione dell’Imu, la riduzione delle tasse, la defiscalizzazione delle nuove assunzioni. Provvedimenti che dovranno essere armonizzati con la necessità di tenere conto di una crisi economica che, nelle previsioni degli esperti, non allenterà la morsa a breve termine.”
    La vedo dura per il nuovo Governo. È difficile “armonizzare” le richieste intransigenti del PDL, soprattutto l’abolizione dell’Imu, con la situazione economica del Paese. Abolizione? Forse una riduzione.
    Occorre, al di là dei desideri di tutti, almeno un po’ di realismo e di sincera volontà di superare gli ostacoli che determinano lo stallo di una situazione difficilmente governabile. Ma non è facile e comunque è dovere di tutti contribuire, se si vuole davvero uscire da questa incredibile impasse che non ha precedenti.

    25 Aprile, 2013 - 0:03
  25. lorenzo

    Marilisa, quando dico poor Bersani, non dileggio né commisero.
    Constato solo che anche lui, buon ultimo- in ordine di tempo- di una catena ininterrotta di leader PD et similia, è finito vittima di quella forza distruttrice che sembra animare questo partito fin dalle sue origini. Secondo la quale, in un gioco di complotti,di rancori mai sopiti e covati anni e decenni sotto la cenere, di rivalità personali e di divergenze ideologiche evidentemente insormontabili, appena fatto un leader- di partito o di governo- è fisiologico e inarrestabile procedere al suo rapido e implacabile deterioramento.Il che, se paragonato alla stabilità di impronta parasovietica dei segretari del vecchio PCI, fa il doppio di sensazione. Proviamo a citare a memoria e alla rinfusa: Ochetto, DAlema, Veltroni, Prodi, Marini, Rutelli, Franceschini, Bersani con l’aggiunta dello stesso Amato. Questo “massacro”, continuo e mai compiuto fino in fondo, con la conseguenza che i trombati di turno, e in vario modo, non se ne vanno, ma restano lì- anche quando, come per Veltroni e Dalema non c’è piu’ la presenza in parlamento come è adesso- restano con memorie storiche da elefanti e fegati marci per la bile, con la conseguenza che, periodicamente, si creano o si colgono occasioni per regolare vecchi e vecchissimi conti. I giovani del partito, da Renzi ai ” giovani turchi” , spesso si stratificano e si intrecciano su questi giochi preesistenti, dimodoché non è semplice, anche in una ottica di ricambio generazionale che prima o poi ci sarà, azzerare il pregresso.
    Tutto questo accade mentre, nello stesso identico periodo di tempo ( 20 anni), dal’altro lato della barricata , “giganteggia” stabilissimo, nonostante ogni tipo di terremoto e di demitizzazione ormai messa fortunatamente in atto, Berlusconi.Dalla gioiosa macchina da guerra al giaguaro da smacchiare, lui è sempre lì. Non bastano le barzellette, la abilità da venditore, la seduzione del successo personale e l’abilità fuori della media del gran comunicatore a spiegare tutto questo. Così come non bastano le televisioni, la fortuna stramilionaria, ecc.Tutto questo, ovviamente c’è, e pesa. Ma non basta a spiegare. Non basta, soprattutto, a “tenere” costantemente. pur con alti e bassi, per vent’anni. Berlusconi non è un Alto Politico: non è Degasperi, ma non è nemmeno lontanamente Andreotti. Non è certo uno statista. Non è , nè sraà mai, un padre della patria. Di tutte queste cose , credo che non gli interessi minimamente. Tuttavia Berlusconi è diventato- perché all’inizio non lo era per nulla – uomo di grande, acuta e furbissima abilità nella tattica e nella strategia politica, e con un autentico talento naturale ( e questo è sì degno del politico di razza) per mettersi e RESTARE in sintonia ed essere giudicato credibile ed attendibile dai suoi elettori : ” a pelle”.
    I suoi limiti sono evidenti ed arcinoti, ma continuare a considerarlo solo un personaggio da commedia all’italiana ( che peraltro ha ampiamente sorpassato in ogni direzione, incarnandola e portandola a livelli impensabili per ogni sceneggiatore ) è sbagliato e pericoloso, perché continua ad offrire il fianco a ritrovarsi, ad ogni elezione, a dire: Berlusconi, incredibile….

    25 Aprile, 2013 - 0:30
  26. lorenzo

    Comunque, politicamente parlando, Letta non è alternativa a Bersani, di cui è stato negli ultimi anni fedelissimo, lealissimo e senza incrinature vicesegretario e principale collaboratore.(La Bindi, tanto per citare un’altra cattolica PD, è stat assai piu’ ficchetta e intemperante). Piuttosto nè è una naturale prosecuzione.

    25 Aprile, 2013 - 0:37
  27. Giorgio Licini

    Baaaah… giovane… leggo che ha 47 anni…fino a che eta’ si e’ “giovani” in Italia? Un primo ministro sotto i 40 anni forse e’ “giovane” (in quanto primo ministro), ma sopra… Anyway…vado a controllare meglio… se sono proprio 47 o magari 37… ciao!

    25 Aprile, 2013 - 3:00
  28. Sara1

    Lorenzo liquide sono le famiglie, precari i lavori perché dovrebbero essere solidi i partiti?
    Anche i nuovi spingono sulla liquidità adesso che han fatto saltare il tappo della rigidità ottocentesca di Bersani.
    A destra rimangono compatti perché c’è Berlusconi, via lui si è visto a cosa si era ridotto il PDL (con Alfano, Gelmini, Meloni che non si mettevano d’accordo su nulla).

    25 Aprile, 2013 - 9:37
  29. Sara1

    Che poi il rischio è proprio questo, se non in questa liquidità continua non si trovano mai punti di contatti si finisce per consegnarsi al capo che sia Berlusconi o Grillo è uguale.
    Questa era la denuncia di Bersani ai partiti personali che mettevano a rischio la democrazia, è stato in questo sconfitto.
    Però Letta non è un accentratore è già qualche cosa.

    25 Aprile, 2013 - 9:39
  30. Il fatto è, Sara, che nella liquidità bisogna saperci stare.
    Pur vedendone i rischi, non si può semplicemente opporsi, io credo.

    http://albtex.files.wordpress.com/2009/10/3125610533_3a0e163b6e_o.jpg

    I pali che affiorano nella laguna di Venezia si chiamano bricole. Sono punti di riferimento per la navigazione, ed eventualmente approdi nella tempesta.
    A me questa metafora intriga…

    25 Aprile, 2013 - 9:52
  31. Clodine

    speriamo bene!!! Temo, anzi mi terrorizza letteralmente , la minaccia di una eventuale rentrée della Gelmini : occhio che torna!!!

    25 Aprile, 2013 - 10:13
  32. mattlar

    Grazie SAra1, grazie Marilisa dell’articolo.

    25 Aprile, 2013 - 10:44
  33. Sara1

    Non credo che si tratti di saperci o non saperci stare Nico, semplicemente ci stiamo e basta, se le relazioni fuori dai partiti sono fuggevoli e poco durature è normale che lo siano anche dentro un partito.

    25 Aprile, 2013 - 15:50
  34. Federico B.

    Vedo che molti simpatizzanti della sinistra, che avevano fino a pochi giorni fa negato con forza la POSSIBILITA’ delle larghe intese, piano piano si sono convinti non solo della possibilità, ma dell’opportunità di un accordo tra PD e PDL. Buon segno, anche se mi ricorda certe vignette di Guareschi (“contrordine, compagni!”)…
    L’Osservatore Romano non elogia Bersani, ma ne apprezza alcuni aspetti del suo impegno politico, come è normale abitudine quando un “nemico” viene sconfitto ed esce di scena: l’onore delle armi. Non si rimpiange la sua mancata vittoria.
    Su Letta non ho nulla da obiettare perchè, pur essendo in questo momento la figura più importante e di rilievo nel PD (vicesegretario di una segreteria dimissionaria), finora è sempre stato piuttosto in secondo piano. Vedremo e valuteremo con il tempo le sue scelte e l’azione del suo governo.

    Il PD non può pretendere di avere tutte e quattro le più alte cariche politiche istituzionali del Paese, stabilire da solo i programmi del nuovo governo e porre veti ai nomi dei ministri che spettano alle altre parti politiche: ricordiamo che ha ricevuto meno di un terzo dei consensi e che ha trascinato le istituzioni italiane in uno stallo senza precedenti da quasi due mesi.
    Non mi scandalizza l’idea che si ridiscuta l’IMU sulla prima casa: in tempi di recessione le cure “tradizionali” sono investimenti pubblici e riduzioni delle imposte. L’abolizione dell’IMU darebbe un segnale di discontinuità con l’austerity dei tecnici e darebbe una boccata di ossigeno alla quasi totalità delle famiglie italiane (per non parlare dell’impatto nei settori edilizia e immobiliare). Il governo delle intese non può accontentarsi degli elaborati dei saggi di Napolitano (che comunque rappresentano un buon punto di partenza), ma dovrà sforzarsi di trovare nuove intese tutti i giorni per affrontare al meglio i bisogni e le emergenze (a volte purtroppo imprevedibili) di questo Paese.

    Resta il dubbio sulla tenuta dei gruppi parlamentari del PD: riusciranno a votare compatti la fiducia al Governo Letta?

    25 Aprile, 2013 - 22:17

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