Auguri a papa Benedetto che oggi entra nell’ottavo anno del pontificato. Svolgo i miei intendimenti augurali rimandando a uno smodato articolo pubblicato martedì 17 aprile da LIBERAL nel paginone centrale con il titolo VI RACCONTO BENEDETTO IL SOLISTA accompagnato da questo sommario che volenterosamente ne dice il contenuto: “Al contrario di quanto sostengono alcuni osservatori, non è nè ‘solo’ nè ‘solitario’. Semplicemente, quello che ha appena compiuto 85 anni è un papa abituato ad ascoltare tutti ma che poi, alla fine, sceglie di decidere con la propria testa”.
Auguri a Benedetto che entra nell’ottavo anno
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Auguri a papa Benedetto XVI.
Che il Signore lo conservi a lungo alla guida della Chiesa.
Auguri
“Auguri a Benedetto che entra nell’ottavo anno.”
“L’àugure (dal latino augur, all’accusativo augurem) era un sacerdote dell’antica Roma che aveva il compito di interpretare la volontà degli dèi…..Il compito degli auguri era di trarre auspicia dall’osservazione del volo, del comportamento e del verso degli uccelli e di capire se gli dèi approvavano o no l’agire umano sia nell’ambito pubblico sia in quello privato, sia in pace sia in guerra. Erano inoltre specializzati nello studio delle viscere degli animali sacrificali e in quello delle condizioni atmosferiche, come la caduta dei fulmini. L’augure non doveva predire quale fosse la cosa migliore da fare, ma solo se un qualcosa su cui si era già deciso incontrasse o meno l’approvazione divina. L’arte degli auguri era chiamata “augùrio” o “auspìcio” _ Wikipedia
Caro Luigi, non la trovi un po’ paganeggiante questa abitudine di cui si è persa l’origine ?
E poi ?….Mica sono tutti d’accordo, vedi quante contrarietà all’interno della chiesa ? Lefevre se n’è andato, Fellay dice che va bene ma l’abbé Bouchacourt non è d’accordo, gli austriaci voglio le donne prete e la comunione ai divorziati, ecc. è un mare in tempesta, pensi davvero che un “vecchietto” di 86 anni dopo aver sopportato per 7 anni tutta “st’ammuina” abbia ancora la forza e la volontà di “non mandarli tutti a quel paese ? “
Mi sa che quella frase “pregate per me” nasconda un presagio “in tema di auguri !
Auguri al papa e tanta solidarietà a lui nelle infinite battaglie che quotidianamente deve combattere col mondo e all’interno stesso della Chiesa dove tutti, tirandolo per la veste, vorrebbero decidere per lui e portarlo a percorrere le loro strade.
“Al contrario di quanto sostengono alcuni osservatori, non è nè ‘solo’ nè ‘solitario’. Semplicemente, quello che ha appena compiuto 85 anni è un papa abituato ad ascoltare tutti ma che poi, alla fine, sceglie di decidere con la propria testa”.”
E tu come fai a saperlo, caro Luigi, è una tua opinione o hai elementi di prova per dirlo ? Forse ti sei nascosto sotto il suo letto per sapere ciò che fa quando nessuno lo vede ? O hai messo le microspie ?
Recentemente ho riscoperto di BenedettoXVI, al quale vanno i miei più grandi , calorosi auguri di buon compleanno, la dichiarazione ” Dominus Iesus” circa l’Unicità e universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa in merito al dialogo interreligioso!
Mirabile sintesi: anche solo analizzando l’incipit vi si può rintracciare la purezza del messaggio …:
” Il Signore Gesù, prima di ascendere al cielo, affidò ai suoi discepoli il mandato di annunciare il Vangelo al mondo intero e di battezzare tutte le nazioni: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,15-16); «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,18-20; cf. anche Lc 24,46-48; Gv 17,18; 20,21; At 1,8).
Amen
Lunga vita a Benedetto il solista!
Auguri a papa Benedetto XVI. Lunga vita al papa!
Benedetto e tanti altri gerarchi e cattolici
hanno la fissa che siamo in una epoca unica nella storia
di crisi della fede.
Personalmente a me pare una bestialità.
Nei primi 45 anni del 1900,
al centro/cuore
dell’Europa cristiana e cattolica,
abbiamo avuto due guerre mondiali
con più di 60 milioni di assassinati.
Ritengo di una ignoranza bestiale
ritenere
che quello non fu il periodo peggiore
della storia fino ad oggi,
in cui la fede in Cristo e nei fratelli (sacramento di Cristo)
sia stato sotterrato come non mai,
lasciando solo sacche
di solidarietà,
di testimonianza attraverso il martirio,
ma
non ha toccato
quello che si riteneva la massa cristiana o cattolica dei popoli europei.
Lunedì un amico che rientrava da un ritiro in Assisi e passando per Roma raggiungeva sua moglie e i figli in Germania e la sua chiesa dove è responsabile,
sorridendo mi diceva di quella battuta molto comune in Germania su Benedetto:
“il nostro paese ha in Vaticano la sua prima ballerina”.
Auguro a Benedetto
di saper fare la differenza
tra la crisi di fede che ha assassinato più di 60 milioni di persone,
e
la crisi di fede attuale
che risponde al dono della libertà
donata dal Creatore
e che questi tempi attuali sanno meglio discernere
che non nelle epoche di Hitler e Mussolini.
Auguri di una continuazione di vita e di pontificato
a te mio vescovo Benedetto,
il tuo episcopato e la tua storia
pur nelle sue umane contraddizioni
per me è importante.
Fides et ratio …. Ed ecco il nostro Papa.
Auguri di cuore a Benedetto XVI che è una riscoperta continua … almeno per me.
Cara Marta, fides ha toccato un tema di così grande impatto che subito mi ha rammentato il dialogo di Gesù con Pietro descritto nel Vengelo di Giovanni. Credo sia davvero calzante…
«Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità ti dico: quand’eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove tu non vorrai». Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. E dopo aver parlato così, gli disse: «Seguimi».
Giovanni 21,15-25
Santità, Vi auguro di vedere il Signore e i Vostri santi preferiti molto presto.
@Marco,
questa tua ultima CATTIVERIA è veramente inaccettabile.
Anche il cinismo deve avere un limite.
E’ vero.
Riparo subito la cattiveria:
Santità, che Voi possiate vedere il Signore e i Vostri santi preferiti proprio adesso, subito. Auguri pii e devotissimi.
“l’Unicità e universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa in merito al dialogo interreligioso!
Perché, per fare ciò che Gesù ha insegnato c’è bisogno di mettersi d’accordo ?
Nel 1919 la Chiesa Cattolica fu invitata a partecipare a una discussione interconfessionale su fede e costituzione dove dovevano essere prese in considerazione divergenze in materia di dottrina e ministero. Ma papa Benedetto XV respinse l’invito.
Nel 1927 la Chiesa Cattolica ricevette un altro invito a prendere parte alla prima Conferenza mondiale su “Fede e Costituzione”, da tenersi a Losanna. Delegati di varie chiese protestanti e ortodosse si incontrarono per discutere gli ostacoli all’unità, ma papa Pio XI non consentì alcuna partecipazione dei cattolici.
Su Pio XI la “New Catholic Encyclopedia” dice: “La Santa Sede adottò un atteggiamento negativo nei confronti del movimento ecumenico della cristianità non cattolica”. () Questo atteggiamento negativo sfociò in aperta ostilità nel 1928 quando il papa promulgò la sua enciclica “Mortalium animos”. In essa condannava il movimento ecumenico e proibiva ai cattolici di sostenerlo in qualsiasi maniera.”
E’ vero che sono i serpenti a cambiare la pelle ?
Non hai tutti i torti, buon Matteo…Fu quello un periodo terribile e drammatico.
Penso però che Benedetto XVI lo abbia ben tenuto presente nel suo discorso ad Auschwitz:
Quante domande ci si impongono in questo luogo! Sempre di nuovo emerge la domanda: Dove era Dio in quei giorni? Perché Egli ha taciuto? Come poté tollerare questo eccesso di distruzione, questo trionfo del male? Ci vengono in mente le parole del Salmo 44, il lamento dell’Israele sofferente: “…Tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli e ci hai avvolti di ombre tenebrose… Per te siamo messi a morte, stimati come pecore da macello. Svégliati, perché dormi, Signore? Déstati, non ci respingere per sempre! Perché nascondi il tuo volto, dimentichi la nostra miseria e oppressione? Poiché siamo prostrati nella polvere, il nostro corpo è steso a terra. Sorgi, vieni in nostro aiuto; salvaci per la tua misericordia!” (Sal 44,20.23-27). Questo grido d’angoscia che l’Israele sofferente eleva a Dio in periodi di estrema angustia, è al contempo il grido d’aiuto di tutti coloro che nel corso della storia – ieri, oggi e domani – soffrono per amor di Dio, per amor della verità e del bene; e ce ne sono molti, anche oggi.
Comunque, approfondirò quel periodo perchè è giusto documentarsi: comincerò da oggi a “capire” meglio la figura di Pio XII ad esempio.
Un abbraccio,
F.
@ Clodine
“ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove tu non vorrai». Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. E dopo aver parlato così, gli disse: «Seguimi».” Giovanni 21,15-25
Ma Pietro è diventato cieco ? o potrebbe significare che in vecchiaia avrebbe perso la capacità di vedere “dentro” le scritture e avrebbe avuto bisogno di qualcuno che gliele spiegasse ?
Ci sono tanti modi di “farsi condurre” ma più importante “perché non ci voleva andare ?”
@ Clodine
“Mortalium Animos è un’enciclica di papa Pio XI, promulgata il 6 gennaio 1928, e scritta per difendere la verità rivelata da Gesù e per ribadire la vera natura della Chiesa fondata da Cristo. In particolare nell’enciclica il Pontefice mette in guardia dall’ecumenismo vietando ai cattolici di partecipare ad incontri ecumenici.” Wikipedia
Nella tradizione apostolica di un unico magistero, com’è che uno dice una cosa e un ‘altro ne dice un’altra ?
“affinché di comune accordo glorifichiate con una sola bocca l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo.” ( Rm. 15.6-7)
Mi dispiace deluderti amico Gioab, ma la dichiarazione ” Dominus Iesus” segue la scia di PioXI, non discostandosi nella sostanza.
“Il 6 agosto 2000, in pieno Giubileo, la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava la Dichiarazione Dominus Iesus, sulla unicità e universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa. Sebbene il testo non facesse altro che ripetere la dottrina immutabile della Chiesa Cattolica in materia….”
Tratto da
“Atti del Convegno tenuto presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum” Roma 11-12 marzo 2010
@FABRICIANUS
Dalle schegge della Notte dei Cristalli
un nuovo spirito è nato.
E’ uno spirito nobile e valoroso,
vulnerabile e fragile,
che aspetta di essere modellato e inciso,
che può avvizzire e morire con i veleni dell’odio,
che ha bisogno dell’amore di tutta l’umanità
per crescere e fiorire.
Lucartha Kohler – Shards of Kristallnacht
Quanta parte ha ognuno di noi
nel destino di questo nobile e vulnerabile spirito?
Quanta piccola o grande responsabilità
sarà la nostra,
se esso avvizzirà avvelenato nell’odio,
o fiorirà nell’amore tra le genti?
Molto bello l’articolo di Luigi per Liberal. In quanto alla crisi di fede, penso che sia proprio così. Ho avuto modo di vedere alcuni materiali destinati alla preparazione alla Prima Comunione dei ragazzi. Quanta confusione, per non dire altro. Si parla di tutto, fuorchè dei punti fermi fissati dal CCC.
Oggi poi ho letto di un vaticanista che parla di un papato ormai al suo definitivo crepuscolo, e che sottolinea l’assoluta irrelevanza, nei tempi attuali, della Santa Sede da un punto di vista diplomatico. Ma penso che a Benedetto XVI di contare sullo scenario diplomatico mondiale non importi veramente un gran che; certo, a lui interessa molto più la fede. E poi è chiato che, finita la contrapposizione tra Unione Sovietica e mondo Occidentale, il papato non interessa più a livello diplomatico (per lo meno non più come prima). Ma questo, tutto sommato, può essere un bene.
“Oremus pro pontifice nostro Benedicto.
Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum faciat eum in terra, et non tradat eum in animam inimicorum eius”.
Ciao, Matteo. Concordo con una piccola aggiunta:
Vietnam
Cambogia e Laos
Hiroshima e Nagasaki
Un pò di guerra dei 6 giorni o delle 3 ore, di desaparecidos proprio nei più cattolici dei Paesi.
Irak-Iran
Un vero immane olocausto tuttora in corso specie in Africa.
Belli gli auguri in latino.
Se fossi cattiva, direi che potevano esser fatti in italiano.
Ma non sono cattiva e non lo dico, solo lo penso.
Cara Marilisa, il latino è più musicale e più lapidario.
Suona meglio e colpisce di più (chi deve colpire).
Grande, Lyco! Poi si tratta di un augurio tradizionale, cui unisco il mio. Un saluto.
“il latino è più musicale” E ‘ Verissimo!
ma che importa ai piccolo-borghesi, alle catechiste di mezz’età , alle “pasionarie della fede” stile zitelle, ai parrocchiani di buon cuore e poco cervello che però fanno volontariato, agli scout, ai preti operai , ai preti spretati, ai movimenti, ai cattolici ecumenici , che gli importa a tutti costoro della musicalità, caro Lycopodium?
“de la musique avant toute chose” diceva Verlaine della poesia. ma Verlaine era un poeta maledetto
E la religione allora? Ancora di più della poesia: de la musique avant toute chose!!!
ma la religione cattolica italiana oggi è stile piccolo borghese, moralista, secca e nemica del godimento e dell’estetica, e al livello infimo di cultura e del gusto. dunque gli auguri vanno fatti in italiano per carità e anche i canti , più brutti sono meglio è!
Tutto il resto è letteratura.
Auguri, santità!
E pensare che è stato resettato il latino. Ritenuta “Lingua morta” è stata abolita anche quell’oretta riservata alla scuola dell’obbligo! Che meraviglia quando la SC [CVII] sentenziava: “l’uso del latino, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini per i quali è prevista la regola della continuità della lingua latina e dispone anche di aver cura che i fedeli sappiano recitare e cantare insieme, anche in latino, le parti dell’Ordinario della Messa, ad essi spettanti” (!) ma poi…ahinoì, entra come un elefante in una vetreria quando aggiunge udite udite :”…è lasciata facoltà alla competente autorità ecclesiastica territoriale di determinare gli adattamenti, riguardo ai sacramentali, alle processioni e alla lingua liturgica, alla musica sacra, alle arti etc, etc etc…” asserendo in tal senso che “l’uso del volgare nelle celebrazioni, può riuscire di grande utilità”…Una contraddizione in termini davvero stupefacente, ma non dobbiamo stupirci se pensiamo che già S.PioX con il “motu proprio” per quanto collocasse al primo posto una Liturgia solenne con canto gregoriano per la santificazione della anime e si prodigava in catechesi veramente straordinarie di li a poco, tra le due guerre, iniziava a far capolino quel pensiero orizzontale devastatore e devastante che destabilizzò e influenzò in modo determinante lo sviluppo postumo della Chiesa fino alla deriva che è sotto gli occhi di tutti…dove la confusione impera a tal punto da confondere Dio con L’uomo: terreno di coltura delle idee correnti…purtroppo!
Verissimo : il latino è più musicale. Chi se ne importa se sono in pochi a capirlo!
Ma sì, la religione cattolica di oggi è lontana dall’estetica; quella dei bei tempi andati, invece, ne godeva alla grande.
Oggi, tutti zoticoni, tranne noi naturalmente. Noi che capiamo tutto, noi che formiamo un’élite di classe, impareggiabile.
Come si è caduti in basso oggi! Il gusto: che parola è mai? Tutto il bello del passato dove sta? Beati quelli che sono vissuti nel passato. Fortunati loro!
Rivogliamo il passato, perbacco! Quando si era belli, intelligenti e si adorava Dio col canto gregoriano. Il meglio del meglio.
Evviva il passato!!
Tutto il resto è spazzatura.
Mi sa che si sta sovraccaricando di implicazioni e complicazioni l’innocente citazione di un canto latino tutt’ora vigente e, per fortuna, quasi intraducibile. Peraltro, se è vero che qualcosa “è più musicale”, ha in sè i requisiti di “comprensione” e “fruizione”. Basta obbedire alla realtà.
Ma va benissimo lycopodium – Luigi; oltre tutto è un salmo, 40, 3 – 5. Poi è molto bello; mi ricordo che lo cantavano a San Giovanni in Laterano quando Giovanni Paolo II era morente, e la cosa mi commosse molto. Ma che vuoi? Oggi in Italia nessuno sopporta più il latino, forse perché anche quelli che lo hanno studiato conservano la memoria dei brutti voti. Ed ora anche le suore non mi fanno più entrare per dare loro lezione. Però ogni tanto arriva da loro qualche e – mail con richiesta di consulenze che mi fanno ricordare tante belle cose.
Sì, preghiamo. C’è bisogno di pregare.
Oremus pro Pontifice nostro Benedicto.
Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum faciat eum in terra, et non tradat eum in animam inimicorum eius.
Fiat manus tua super virum dexterae tuae
Et super filium hominis quem confirmasti tibi
Oremus. Deus, omnium fidelium pastor et rector, famulum tuum Benedictum, quem pastorem Ecclesiæ tuæ præesse voluisti, propitius respice: da ei, quæesumus, verbo et exemplo, quibus præest, proficere: ut ad vitam, una cum grege sibi credito, perveniat sempiternam. Per Christum, Dominum nostrum. Amen
http://www.youtube.com/watch?v=mTR4dSkW88U
@fidesetratio
Già, caro Fides, la nostra responsabilità c’è…Piccola o grande, c’è…
Fatta salva la bella e innocente citazione-preghiera di Lycopodium, meno male che c’è qualcuno che prega in latino, altrimenti il buon Dio come farebbe a orientarsi nella babele per lui incomprensibile delle lingue odierne. Invece con il latino lui ci aveva fatta l’abitudine, e riascoltarlo lo fa senz’altro sobbalzare di gioiosa sorpresa. Pensare che anche il latino di una mia prozia (“spappé, ciatté, scandinbàce, ammén) era per lui più comprensibile dell’italiano, non per nulla “volgare” rispetto al latino.
Auguri, Benedetto Papa!
Cara Clodine, dal tuo intervento sembra che la Chiesa abbia sbagliato fortemente negli ultimi 50anni promuovendo l’accesso alla messa anche a coloro che di latino non capivano molto.
Potere accedere è una ricchezza, una grazia stupenda. Le preghiere eucaristiche in italiano sono bellissime. Sopra a tutte la quarta, quella che proprio è nata dal concilio. Ma anche quelle antiche.
Mi è capitato di sentire una messa in inglese…anche l’inglese è spesso sintetico come il latino. Meno espressivo pero’.
Dall’articolo di Luigi mi sembra di avere capito che non è nè nella messa in lingua nè nell’affanno a trovare qualcosa d’altro di nuovo che Benedetto trova le ragioni della crisi religiosa attuale.
La proposta universale deve essere in lingua corrente, perchè altrimenti non si segue.
Una delle mie osservazioni in chiesa è che il prete non trasmette il senso di ciò che dice. Finchè lo faceva in latino…gli accenti della frase erano quelli, il senso chiaro a pochi e la cosa passava inosservata.
In lingua corrente, invece, si capisce benissimo la differenza tra uno che recita a macchinetta e uno che trasmette quello che sta dicendo!
Cavoli, si perdono a discutere se le candele vadano a sinistra e i fiori a destra e non si rendono conto che non possono recitare una filastrocca.
“Prendete e mangiatene tutti!” “Di noi tutti abbi misericordia”
“Padre santo, hai tanto amato il mondo
da mandare a noi, nella pienezza dei tempi,
il tuo unico Figlio come salvatore.”
…
“E perché non viviamo più per noi stessi
ma per lui che è morto e risorto per noi,
ha mandato, o Padre, lo Spirito Santo,
primo dono ai credenti,
a perfezionare la sua opera nel mondo
e compiere ogni santificazione”
E questa viene direttamente dal Concilio
http://www.bologna.chiesacattolica.it/ucdnew/pagine/congrucd/09/materiale/hernandez_preg_euc_4.pdf
Lazzaro, mi è venuto un attacco irrefrenabile di tenerezza per la tua prozia che diceva ” scandinbàce”.
Che cosa Dio gradisce, io non lo so davvero. Per me, l’importante è pregare. Pregare come uno sente di poterlo fare nella pace del cuore. Lazzaro, se a volte mi viene da pregare in Latino (o se questa sera per il Papa, in questo suo anniversario mi è è venuto da pregare in Latino), che cosa faccio di male? Io sono abituata a dire le preghiere in Latino, quelle solenni. Poi, certo, c’è anche la preghiera in cui le parole mancano, vengono proprio a cessare… E, sai, non riesco proprio a comprendere perchè si debba irridere chi prega, per come prega, per la lingua in cui prega… Davvero, Lazzaro, non lo comprendo.
“Oggi in Italia nessuno sopporta più il latino, forse perché anche quelli che lo hanno studiato conservano la memoria dei brutti voti.”
Antonella Lignani, parli sul serio? Non posso credere alle mie orecchie. Queste parole dette da te mi lasciano interdetta.
Io, modestamente, ho sempre avuto bei voti in latino, a scuola e all’Università.
Certissimamente a me il latino piace, e molto.
Ma non penso solo a me. Penso ai tantissimi che non lo capiscono e che quindi non sono in grado di apprezzarlo.
Pensare solo a sé è egoistico.
La Messa è una funzione liturgica pubblica alla quale partecipano molti fedeli, non pochi adepti.
E ritengo che tutti debbano essere in grado di parteciparvi attivamente, comprendendo bene la lingua in cui il sacerdote recita le formule della liturgia.
Mi sembra talmente ovvio che rimango di stucco quando sento certe affermazioni.
Ho già detto che in passato, durante la celebrazione della Messa, molti, soprattutto donne, che non riuscivano a seguire per l’incomprensibilità della lingua, recitavano il rosario. E non era bene fare così. Vero o no? Potresti negarlo?
Oggi i fedeli seguono con molta più attenzione e partecipazione.
Tutti i presenti, colti e meno colti, devono poter capire bene.
Perché rifiutarsi con ostinazione di vedere la inconfutabile realtà delle cose? Da che cosa deriva questa incapacità di cogliere i segni dei tempi nuovi?
È questo che mi fa adirare davvero. Questa strana opposizione a riconoscere una realtà che è sotto gli occhi di tutti, tranne che di quelli che vivono di patetiche nostalgie.
Chi vuole pregare in latino, perché magari si sente più edificato, lo faccia per conto proprio, senza pretendere che tutti debbano essere d’ accordo nel trovare maggiore “musicalità” o maggiore spiritualità e bellezza in una lingua che, volere o nolere, è proprio morta ormai e sconosciuta ai più.
Se poi lo si fa per atteggiamento snobistico, come io sospetto riguardo ad alcuni, peggio ancora.
I preti austriaci esprimeranno pure solo una spinta disperata a fare qualcosa…
ma qui gli amanti del latino sembrano o sono alla disperata ricerca di qualche emozione.
Loro pensano sia la mancanza del latino la causa ma dopo qualche mesetto di latino, quando i loro corpi genicolati, i loro tubercoli quadrigemini, la loro corteccia uditiva avranno rodato le vie neuronali di trasmissione e integrazione di tali suoni, per quanto lapidari e musicali, non ci saranno più endorfine a sollazzarli e allora cercheranno altre usanze, formule, altri riti, simboli, tessuti e vesti per riempire il vuoto in cui è sprofondato il loro io, silenzio che non sanno sopportare, terrore che non sanno domare, Dio che non sanno più dove cercare, come chiamare, perché pregare.
Caro lycopodium, cosa hai fatto! Vedi bene che non riusciamo a uscirne. A Marilisa dico che, parlando di persone che hanno esperienze (assai passate di latino a scuola) ovviamente mi riferivo a determinate persone in carne ed ossa che conosco; ho sbagliato, ovviamente, a generalizzare. Era solo una constatazione, per dire che oggi non è più possibile, anche perché la maggior parte delle persone non segue. Certo, il latino è una lingua bella e interessante, ma forse non più di altre. Il fatto è che la Chiesa di Roma (e quindi la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, come si diceva una volta) parlava, scriveva, pregava in latino. Anche il Concilio Vaticano II è stato tutto “parlato” in latino. Quindi pregando in latino usiamo la lingua originale di alcune preghiere, la lingua delle prime traduzioni dalla lingua originale (ebraico e greco) dei testi sacri. Inoltre fino a 50 anni fa dovunque si andasse (dalla Patagonia alla Cina) si pregava e si cantava sempre con le stesse parole. Concludendo constato che una sola preghiera, assai bella, sia nelle parole che nella melodia, resiste ancora, la antifona “Salve Regina”. E quando si va a Roma non sarebbe male che tutti dicessero con Benedetto XVI (illuc, unde abii, redeo) il “Pater noster” in latino; in fondo non è difficile, e ripeteremmo tutti le stesse parole.
Si è vero, cos’ho fatto…
Buongiorno, Fiorenza. La mia bonaria presa in giro non tanto era rivolta a te, quanto a chi (piccolo-borghesi, catechiste di mezz’età , pasionarie della fede” stile zitelle, parrocchiani di buon cuore e poco cervello che però fanno volontariato, scout, preti operai , preti spretati, movimenti, cattolici ecumenici”) ha il torto di non godere della musicalità del latino e magari è nemico “del godimento e dell’estetica”, avendo un “livello infimo di cultura e del gusto”.
Ecco, una religione di esteti per me è un tantino restrittiva, senza per questo voler giustificare un certo pressapochismo liturgico. Ma la partecipazione è per me essenziale. Dalle mie parti ai tempi del latino si diceva che si andava a “sentire la messa”. Se tu invece senti che il latino ti mette più facilmente in sintonia con Dio, e chi può proibirtelo di ricorrervi nel tuo privato? Lo faccio anch’io e qualche volta tra me e me canto il Salve Regina in latino. Vedi, sono presidente di un coro polifonico di voci dispari che canta passabilmente, tra gli altri, Praetorius, Mozart, Bach e contemporanei come Bartolucci. Però quanto sento certe stonature fatte da alcune vecchiette al momento del canto dell’assemblea, ecco, mi fanno tenerezza e immagino il buon Dio con quanta comprensione, e anche “godimento estetico”, accolga quelle stecche. Per dire: secondo me le frequenze per mettersi in sintonia con Dio sono infinite, ciascuno ha la sua anche in campo linguistico. Però quando si è in “assemblea” è bene usare un linguaggio comprensibile a tutti, non ti pare?
Senza sentirsi un pesce acculturato ed esteticamente evoluto (e non penso sia il tuo caso) che soffoca in un mare di ignoranti.
Mia nonna trasformava il “et ipse redimet israel” in “et ìsi redìmit ìsi”.
Poi diceva: “Dar da mangiare agli affamati e dar da bere ai c’hannoséti”.
Non credo tuttavia che le preghiere storpiate valgano meno agli occhi di Dio….
@Marilisa, concordo!
Anche io avevo buoni voti in latino. Mi piace leggere le preghiere antiche, ma le leggo per me stesso. I racconti dei nonni e dei bisnonni che storpiavano le preghiere certo son esempi di grandissima fede, perchè, nonostante fossero ostacolati dal latino, avevano una grandissima fede.
Non è riproponendo un rito magico del quale non capisci le parole e non vedi dove è il trucco che soggioghi le folle e riempi le chiese!
@Antonella quando ti rivolgi alla mamma o al papà non dai più del lei, cerchi invece di spiegarti con l’affetto e le parole semplici del figlio. Cosi’ prima di tutti il Padre nostro dovrebbe sempre rimanere in Italiano. “Preceptis salutaribus moniti” : sembra di guardare un film, una registrazione del passato…mentre “Con la fiducia e la libertà dei figli” ci si rivolge consapevoli di quello che si sta per dire!
Si guarda ai fiori sull’altare,alle candele, ai paramenti.
Le parrocchie nelle città non esistono quasi più come entità che insiste sul territorio, inutile proporre campi da calcetto e catechesi basate su un modello scolastico, in crisi anche quello.
Esistevano le benedizioni delle case nel periodo dopo Pasqua. Oltre a benedire la casa e la famiglia il prete poteva conoscere le persone che abitavano attorno al campanile. Ora non girano quasi più, impediti dai chili di troppo e dalla pigrizia. Se non conosci la realtà che vivi non hai il polso della situazione!
Se non riesci a curare le vie e i quartieri, per lo meno potresti cercare di conoscere le persone che ancora vengono alla tua messa.
Ma questo non avviene.
Nelle chiese inglesi (anglicane) la moglie del pastore alla fine della messa offre tè e biscottini in fondo alla chiesa. Questa abitudine ha contagiato anche le chiese cattoliche là. E anche se non offrono il tè, il prete scende dall’altare, arriva sulla porta e saluta tutti…compreso chi, come me, turista, è lì ospite solo per una domenica.
E’ solo un esempio. Ma se guardate bene anche nelle nostre città le chiese che costruiscono comunità (attorno ad un convento che è allenato alla vita comunitaria o dove laici e pastori coltivano questa idea) non sono cosi desolate.
“I racconti dei nonni e dei bisnonni che storpiavano le preghiere certo son esempi di grandissima fede, perchè, nonostante fossero ostacolati dal latino, avevano una grandissima fede”.
Sono esempi di ignoranza, superstizione e abitudine.
E’ bastato che arrivasse una TV e le famiglie bucoliche di contadini testé descritte hanno smesso di recitare il rosario, preferendo le cosce delle Kessler…
http://www.youtube.com/watch?v=HbWIVJqrjfo
…e menomale!
@Marco: non volevo discutere l’autenticità delle loro fede. Ma di certo non era il latino a creare la costanza della frequentazione alla messa, se mai la ostacolava.
Eppure ti sbagli lazzaro, è l’anima che sussulta, l’anima che anela e comprende oltre le parole oltre, molto, molto oltre le parole…Quella tanto declamata “actuosa partecipatio” di cui si fa un gran dire…non è tanto riferibile ad una assemblea partecipante fisicamente, a livello sensoriale o fisico per intenderci: non è ballando o battendo le mani a go-go che si partecipa attivamente anzi, un siffatto atteggiamento potrebbe produrre l’effetto contrario. Sollecitare tutto fuorché lo spirito. Recare un certo appagamento, che si sgonfia come una bolla di sapone perché frivolo al termine del quale non resta nulla e spesso si esce dal tempio più vuoti di prima, l’anima si è distratta perché ha pensato all’apparenza.
La Liturgia,e il rito Eucaristico in particolare, quallo che trae la sua linfa dalla Tradizione dei padri , che si perpetuata nei secoli, compresa la lingua originaria e originante può essere benissimo riproposto traducendo il latino a fianco dello stesso messalino, dov’è il problema? Eccetto che per i bambini e adolescenti ai quali si può comunicare con un linguaggio più consono, non vedo perché ritenere archeologia un rito che è di una bellezza struggente! Grazie a Dio sta tornando ad essere molto apprezzato: c’è una grande riscoperta da parte dei giovani del canto gregoriano -non per niente i CD sono al primo posto nelle vendite- e una presenza sempre più massiccia alle solenni celebrazioni la quale attesta che la Tradizione è viva, e non è viva perché vi si inserisce qua e la qualche novità, ma perché si riscoprono nella sua purezza sorgiva quegli elementi sfuggiti … perchè abituati ad essere distratti dal rumore, dal caos, un caos interiore, prima ancora che esteriore.
Infatti a messa ci andavano quasi solo le donne che 50-60 anni fa erano nella stessa situazione in cui stanno le donne musulmane oggi: niente studio, niente lavoro, dall’obbedienza al padre a quella al marito.
Guarda l’Italia bucolica che pensi tu com’era davvero ai tempi del boom:
http://www.youtube.com/watch?v=2rugWWRuraY
@ Clodine
“La Liturgia,e il rito Eucaristico in particolare, quallo che trae la sua linfa dalla Tradizione dei padri”
Non concordo affatto.
Se ti proponessero una messa in ebraico? sostenendo che “Prendete e mangiatene tutti” l’ha detto così?!?
Il testo a fronte è come vedere il film coi sottotitoli o sentire l’interprete che ti traduce in simultanea.
Apprezzo il gregoriano, l’ho anche studiato, apprezzo la polifonia. Palestrina è stupendo. Avo Part scrive un magnifica 80 anni fa che rende il testo altrettanto bene che il gregoriano. Ma son dettagli. Che una chiesa buia favorisca la concentrazione, che una musica dolce aiuti lo spirito di preghiera, che l’incenso allieti l’odorato mi sta bene…ma sono cornici. Capire il quadro è molto più importante!
Grandiose talune analisi sociologiche. Dato che siamo in tema, si potrebbe dire “sutor, ne ultra crepidam”.
Quello che mi spiace è l’inconferenza dei commenti rispetto al tema, che è “soltanto” quello della perdita o dell’irrilevanza della fede nel mondo moderno e particolarmente in Europa, drammaticamente evidenziato da Benedetto XVI e che Luigi cosi precisamente ha messo al centro del suo articolo (davvero bello, lo dico perchè ne sono convinto).
Il 12 maggio in tante piazze di tante città europee si svolgerà “Insieme per l’Europa”, con cristiani di tutte le confessioni (e tanti movimenti, anche quelli che non sono certo presenzialisti), che diranno – senza iattanza, ma con convinzione – “ci siamo anche noi”, la nostra fede non è irrilevante, se l’obiettivo è quello dell’elevazione dell’uomo, non solo quello di parametri economici. Una goccia nel mare? Il mare è fatto di gocce. Un saluto.
Eh, “grandiose”, sì, caro Gerry. Non c’è da aggiungere altro.
Mi limito ad un’altra cosa: a ringraziare Lazzaro. Grazie per il chiarimento, Lazzaro.
Però ti chiederei di fare ancora un altro passo: quello di concedermi a cuor leggero -cioè con entusiasmo, con slancio, con carità – di poter pregare in latino non soltanto “in privato” ma anche in chiesa, nell’assemblea santa, se lo sentissi necessario per la mia anima.
Si può?
Del resto, se lo concede il Papa di andare a “sentire la Messa”, la Messa di sempre in latino, non capisco perché un cattolico dovrebbe avere qualcosa da obiettare (Caro Papa, come dimenticare che qui, in questo pianerottolo, ieri ti è stata augurata la morte? E nessuno, su questo, con mio sommo dolore, ha avuto niente da ridire. Basta, dunque, parlare in italiano, qui, che, allora, “tutto è permesso”?) (ma Tu, Tu sei oltre tutto questo: “Tu es Petrus”).
Io non capisco (davvero è un mistero) perché ci sia sempre da ironizzare, da immeschinire tutto quanto, da irrigidirsi, da irritarsi, al solo pensiero che ci siano tanti che amano la Messa della Tradizione. Ripeto la mia domanda, questa volta al plurale: ma questi, che male vi fanno? Perché, insomma, questa “fascistoide” intolleranza del “diverso”?
Lazzaro, scusa, rivolgo queste domande a te perché con te sento più confidenza, ma è chiaro che non le rivolgo a te soltanto.
Tu mi hai spiegato bene e mi hai fatto capire a chi era rivolta la tua “bonaria presa in giro”. Ma, mi chiedo: non può essere proprio quella vostra “presa in giro” – che a volte non è stata affatto “bonaria”- o il vostro rifiuto, il vostro scherno, il “volgare” di certi toni, qui ormai consueti, che li esaspera al punto di portarli ad esprimersi con parole provocatorie e sgradevoli? Ma basta, ora, non ho più neanche voglia di parlare di tutto questo.
Quello che sta avvenendo qui, però, (dico a te, Luigi), secondo me è molto grave. Fare finta di nulla io non posso. Ma neanche posso fare nulla, io: questa non è casa mia
Che potenza questo nostro Marco che spazia dalla storia alla teologia, dalla politica alla medicina, dalla fisica alle scienze umane.
Conoscenza spaziale che gli consente di giudicare tutti, la fede nostra e quella dei nostri antenati, di conoscere le età biologiche e psichiche e gli indirizzi politici dei blogganti,
di mandare a quel paese e affibbiare attributi fecali. Niente male!
A me devo dire che questo personaggi fanno sorridere… basta non prenderli sul serio… 😉
@ Gerry: di certo screditare le opinioni degli altri non aiuta a fare fronte comune.
Una manifestazione è una bellissima occasione per cominciare.
Ma non bisogna forse che tutti si ricordino di essere cristiani ogni giorno, ogni settimana, soprattutto da lunedì a sabato?
@ Manuel76
“Ma non bisogna forse che tutti si ricordino di essere cristiani ogni giorno, ogni settimana, soprattutto da lunedì a sabato?”
E la domenica ?
manuel76 non ti seguo!
Cosa intendi per : “Se ti proponessero una messa in ebraico? sostenendo che “Prendete e mangiatene tutti” l’ha detto così?!?
Io credo che questa affermazione tua postuli una ignoranza -intesa come “non sapere”, ignorare appunto e non per cattiva volontà -di cosa c’è dietro il lemma “Tradizione della Chiesa” . Ci troviamo dinnanzi ad un corpus gigantesco con una base scientifica storica, filologica, linguistica, archeologica, dottrinale e letteraria che è il patrimonio culturale della Classicità greca e latina e della Civiltà cristiana dalle sue origini storiche d’Oriente e d’Occidente enorme! un ventaglio di antichi scrittori cristiani dal primo secolo d.c alla tradizione bizantina a quella medievale e umanistica fino ai nostri giorni, il tutto sotto la supervisione dell’Acta Apostolicae Sedis…istituzione al servizio della tradizione e della cultura ecclesiastica che custodisce il patrimonio dottrinale del cristianesimo di un valore incommensurabile …non ti capisco…veramente…
Forse non lo sai ma, c’è una parte immutabile nella Liturgia e quindi “irreformabile”che purtroppo è stata inquinata dalla “Riforma Liturgica” con introduzione di elementi eterogenei e questo si che è grave. Non è già la lingua di trasmissione che fa problema,anche perché su quella non ci piove, quanto questa seconda realtà che è davvero mostruosa…ed è scaturigine di quello che dice Gerry [ben tornato Gerry]: la relativizzazione della fede, la perdita della fede che vede interi stati un tempo cattolici perdere quota vertiginosamente…giusto un assaggino:
differente dossologia delle orazioni, parti di queste completamente cambiate.
La prece Eucaristica n° III ad esempio ci hanno abituati a recitarla così : ” la notte in cui fu tradito etc, etc”- ma- l’autentica dicitura, che doveva restare IMMUTATA come da Tradizione asseriva: ” la notte in cui si SACRIFICO’, si consegnò alla morte, o fu sacrificato”…come vedi, manuel, la differenza è abnorme
Stupendo vero ?! Per amore di ” comprendere il mistero” -come si può comorendere il mistero me lo chiedo..- Per il BENE delle anime si è capovolto il rito; un errore mastodontico.
Non “albo” ma ” nigro vel rubro signadus lapillo”
E qui chiamo in campo la mia Prof Lignani.
Sono i fatti che parlano. Non c’è bisogno di spaziare. Basta stare alla realtà, come ha scritto Lyco.
Siete alla disperata ricerca di qualche emozione. E’ evidente. Così come è evidente che il latino colmerà il vuoto per un po’ ma poi il suo effetto stupefacente svanirà… Allora si troveranno altre formule, altri riti, altre tradizioni incomprensibili ed improponibili da riscoprire, con sempre meno consapevolezza di chi si è davvero e dove si vuole andare.
Io preferisco chi tenta disperatamente di fare qualcosa. Chi è sintonizzato con la Storia e guarda il desiderio dell’Uomo con occhio vigile e puro, sapendo cogliere ciò che di buono esprime. Chi in qualche modo sa che niente succede senza che Dio lo permetta e quindi che tutto serve e proprio per questo fa qualcosa: non rimpiange il passato, non passa il tempo a lamentarsi, si affida a Dio nell’azione.
Non ho augurato la morte, ho augurato a SS di poter presto vedere il Signore, al Cui servizio ha dedicato l’esistenza. Penso non vi possa essere cosa più bella per SS. Rinnovo quindi a Loro i miei più sinceri auguri.
@ Marco
“Sono esempi di ignoranza, superstizione e abitudine.
E’ bastato che arrivasse una TV e le famiglie bucoliche di contadini testé descritte hanno smesso di recitare il rosario, preferendo le cosce delle Kessler…”
Un grosso e caloroso applauso per un commento perfetto ! Condivido. Complimenti.
Grazie fiorenza,perché hai tradotto quello che avevo in cuore…
@Fiorenza
Quello che sta avvenendo qui, però, (dico a te, Luigi), secondo me è molto grave. Fare finta di nulla io non posso. Ma neanche posso fare nulla, io: questa non è casa mia.
Fiorenza,
forse il nostro illustre ospite è talmente liberale da offrire la possibilità ad ognuno di dimostrarsi per come egli veramente è; ne deriva che uno stupido non può far altro che rivelarsi tale e le sue affermazioni non possono che essere coerenti con la propria ahilui stupida natura.
Vedendo certi commenti di ieri, non si può fare inoltre a meno di notare quanto sia sconveniente e controproducente misurarsi a parole con uno stupido.
Sono forse armi migliori l’indifferenza e il page down.
@ Fidesetratio
“Non credo tuttavia che le preghiere storpiate valgano meno agli occhi di Dio….”
Giusto, allora perché le scrivono e le fanno recitare a pappagallo e litanie ?
“In maniera simile anche lo spirito viene in aiuto della nostra debolezza; poiché non sappiamo per che cosa dobbiamo pregare secondo il bisogno, ma lo spirito stesso intercede per noi con gemiti inespressi. Ma colui che scruta i cuori sa qual è l’intenzione dello spirito, perché intercede in armonia con Dio per i santi.” ( Rm 8.26-27)
Mi scuso davvero per la distonia rispetto all’andamento bonario e gentilmente svagato che la conversazione mi sembra aver ripreso, ma visto che non lo fa chi ne avrebbe più titolo (e forse dovere) sento tuttavia l’obbligo di avvertire Marco che quelloda lui commesso alle 15.04 di ieri, e reiterato alle 15.23, è molto probabile che sia un peccato.
Una volta si sarebbe detto “peccato mortale”, ma è possibile che questa formula gli risulti ostica.
Comunque, io il mio dovere l’ho fatto. Veda un po’ lui.
Marco : perché non ti sciacqui la bocca prima di parlare, me lo spieghi??
Vedo che nel frattempo Marco, alle 10.54, ha pensato anche di fare il furbo, il che temo aggravi la sua posizione. Ma son fatti suoi.
Mi pare che anche Fiorenza abbia sentito la mia stessa preoccupazione.
Alla Fede e alla Ragione farei sommessamente osservare che “liberale” non è un grande elogio, in circostanze in cui si tratta di doveri del cristiano.
L’ira di Fides che mi dà dello stupido è proprio la dimostrazione che stavolta ho fatto centro.
Siete alla disperata ricerca di qualche emozione.
Va benissimo, ma evitate di fare i paladini della fede.
Siete piuttosto i feticisti della fede.
C.V.D.
Leo,
io lo faccio perché mi manchi. Da tempo infatti scrivi solo quando faccio casino.
Dì qualcosa di tuo, se vuoi. Ti ascolto.
Non ho fatto nessun peccato. Ho augurato a SS quello che immagino desiderino anche Loro più d’ogni altra cosa: vedere il Signore! E presto, prestissimo!
@ Clodine: Il mio era un sillogismo:
Ipotesi di partenza: Gesù non parlava Latino.
Disse: Fate questo in memoria di me. (lo disse in aramaico? ebraico antico?)
Partendo da questo potrebbe qualcuno ripristinare l’originario rito portando in ebraico antico il memoriale dell’ultima cena.
Se facesse questo, ipotesi mia, concordi che saremmo ben esclusi dal capire quello che si sta celebrando? pur avendo un testo a fronte?
Questa esclusione è analoga a quella che hanno subìto a lungo coloro che il latino non lo masticavano.
Conosco bene, pur per sommi capi, la tradizione e la messa in latino.
Le traduzioni approssimative sono da sempre un problema, in letteratura, in diplomazia, nella preghiera.
Conoscere e studiare le fonti è doveroso, studiarle continuamente. Come in discussioni precedenti, la lingua cambia, gli studi si approfondiscono. L’archeologia scopre un manoscritto antico e si scopre che la traduzione già in greco era stata fraintesa.
La bibbia di san Gerolamo è piena di problemi di traduzione.
La stessa nostra lingua cambia. “Poichè” oggi non significa lo stesso che usava Dante nella Commedia.
Allora ci son due possibilità: o tutti studiano approfonditamente il latino, oppure chi lo studia fornisce ed adatta possibilmente con una certa frequenza le traduzioni!
Os stulti contritio eius.
@ Marilisa @ Antonella Lignani
“Chi vuole pregare in latino, perché magari si sente più edificato, lo faccia per conto proprio, senza pretendere che tutti debbano essere d’ accordo nel trovare maggiore “musicalità” o maggiore spiritualità e bellezza in una lingua che, volere o nolere, è proprio morta ormai e sconosciuta ai più.”
“Ma ora, fratelli, se venissi da voi parlando in lingue, che bene vi farei a meno che non vi parlassi con una rivelazione o con conoscenza o con profezia o con insegnamento? ( 1 Cor. 14.6)
“Tuttavia, in una congregazione direi piuttosto cinque parole con la mia mente, per istruire oralmente anche altri, anziché diecimila parole in lingua.” ( Cor 14.18-19)
La bocca dello stolto è il suo castigo.
Ehhhh … Auguri di cuore Santo Padre … Ne ha proprio bisogno.
Per chiarezza: ho studiato poco il Latino (sino alle scuole Medie), ma è comunque una bellissima lingua che non ritengo per nulla morta considerando anche che la nostra lingua affonda le sue radici proprio nel Latino.
Sarebbe bellissimo se tutto il mondo usasse il latino come se fosse lingua comune ed ancor più bello essere in grado di celebrare in qualsiasi altro Stato senza incappare nella difficoltà (ovvia) di comprensione.
Sono comunque d’accordo con l’analisi di Marilisa per quanto riguarda la comprensione di tutti (proprio di tutti) bimbi compresi.
Gesù stesso ha “parlato” nella lingua del popolo e Pietro di certo a Roma non avrà parlato in aramaico. 🙂
Sono stata felicissima all’introduzione della lingua italiana nelle celebrazioni e della celebrazione verso il popolo.
Per quanto riguarda i vari Rosari durante le Messe, purtoppo è ancora così, ma non sta a noi giudicare e comunque (da sempre) manca fortemente un’educazione liturgica per cui …. non si capisce bene cosa ci si stia a fare a Messa se non per un obbligo.
Comunque sia, credo proprio, che la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani sia da rivolgere prima di tutto al nostro interno, all’interno della Chiesa Cattolica considerando i commenti piccati e piuttosto violenti.
Non all’altezza della vostra preparazione teologica ho detto solo quello che sinceramente ho nel cuore.
@ Fiorenza
Scusa, non intendevo (e non potrei) porre limitazioni alla pratica orante del latino. Ci mancherebbe! E mi spiace anche che una presa in giro possa provocare reazioni come quelle cui tu accenni tra frequentatori più o meno abituali del pianerottolo, che nella quasi totalità si dicono cristiani. Almeno in un pianerottolo si può provare a essere non troppo seriosi, no? Sono una volta, qualche anno fa, mi sono arrabbiato “dialetticamente” con un certo Giovanni, se non sbaglio, che ormai non si fa vivo più. Gli chiesi scusa.
Ma non voglio insistere su quello che Manuel76 chiama cornici. Per quello che mi riguarda, la cosa veramente fondamentale è che sull’altare c’è Cristo in persona come nell’ultima cena, Il Logos da cui ha avuto inizio tutto. E lì e allora mi viene spontaneo anche rimanere ammutolito, senza proferire parole, nè in latino e nemmeno in italiano.
Per limitare l’inconferenza dei commenti lamentata da Gerry e quindi per tornare a bomba, suggerisco questo link: http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201204/120420dusi.pdf
Marco, quello che veramente pensi lo sai tu (forse). Dall’esterno a me pare che tu stia adesso cercando di fare il furbo, ma con queste cose non si scherza.
Se non è così, meglio.
Quanto al resto, non è che tu sia particolarmente interessante, ma in questi giorni sono a casa malato e quindi son tornato a visitare un po’ più spesso questo sito: mi sono imbattuto in qualcosa che mi sembra oggettivamente grave e, visto che nessun altro lo faceva, mi sono sentito in obbligo di dirlo. Fine.
Potrei risponderti veramente male, tipo:
e il culo di tua… la sua fortuna.
Ma non lo faccio. Ti perdono.
Va bene, Leonardo. Ti auguro pronta guarigione.
@ Clodine
Molto probabilmente sono io che sbarello, non ci faccia caso, ma se la chiesa cattolica ha sempre rifiutato l’ecumenismo e quando ha fatto finta di accettarlo era solo per imporre la sua supremazia, come la “Mortalium animos” dimostra, come mai si sbilanciano con i raduni interreligiosi dove fanno svolgere i riti di altre religioni nelle chiese cattoliche dissacrandole ( a mio parere v. GPII e Assisi – “Giornata mondiale della preghiera per la pace” 1986- Incontro di preghiera patrocinato dai Buddisti 1987 al monte Hei in Giappone con la partecipazione del Card. Francis Arinze della Segreteria di Stato ) e la più recente riunione interreligiosa promossa nel 2007 da BXVI ? vedi – http://www.internetica.it/documenti_essenziali.htm
Assodato che l’ecumenismo non è gradito perché mi dice : “Mi dispiace deluderti amico Gioab, ma la dichiarazione ” Dominus Iesus” segue la scia di PioXI, non discostandosi nella sostanza.”
Se quindi non si discosta dalla sostanza anche lei concorda con me se dico che la chiesa non è disponibile all’unione delle fedi ! ?
Ma allora, se non gradiscono, perché fanno i mega raduni come quello di GPII ad Assisi e quello di BXVI ?
IManuel, circa la traduzione: anche se Gesù avesse parlato solo l’aramaico …
– e nel contesto permettimi una chiosa: Vangelo di Matteo racconta o no il dialogo di Gesù con un centurione romano (Matteo 8,5-13) ? E Il centurione quasi certamente parlava in greco e, come Matteo scrive, lui e Gesù conversavano senza un interprete, come suggerisce il senso della narrazione, o no!? Lo stesso si potrebbe affermare della conversazione avuta da Gesù con Ponzio Pilato prima della sua crocifissione (Matteo 27,11-14; Giovanni 18,33-38) racconto che favorisce la realtà di un Gesù che parlava greco. Anche Pilato avrebbe usato il greco, non il latino. Non è nemmeno ipotizzabile che un governatore romano abbia potuto conoscere ed usare l’aramaico non credi? chiudo chiosa]
Detto questo : ma….davvero pensi che possa esserci un problema di traduzione? Dai…si traducono lingue dell’era giurassica…figuriamoci una traduzione dall’armaico che era la lingua ufficiale dell’intero medioriente…
ma per carità!
@ Marco
“Io preferisco chi tenta disperatamente di fare qualcosa. Chi è sintonizzato con la Storia e guarda il desiderio dell’Uomo con occhio vigile e puro, sapendo cogliere ciò che di buono esprime. Chi in qualche modo sa che niente succede senza che Dio lo permetta e quindi che tutto serve e proprio per questo fa qualcosa: non rimpiange il passato, non passa il tempo a lamentarsi, si affida a Dio nell’azione.”
Pensiero davvero profondo e nobile ! Infatti il Nome di Dio significa “IO Farò “!
“Jehovah disse dunque a Mosè: “Ora vedrai che farò a Faraone” ( Eso 6.1)
“Non è bene che l’uomo stia solo. Gli farò un aiuto “ ( Gen 2.18)
““Esci dal tuo paese e dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre [e va] al paese che io ti mostrerò; e farò di te una grande nazione e ti benedirò e davvero farò grande il tuo nome” ( Gn 12.1-2)
Il Dio è il Padrone del Futuro potendolo modellare a suo piacimento sempre rispettando il libero arbitrio e la libertà di scelta.
Salirò all’altare di Dio,
a Dio che allieta la mia giovinezza …
irraggia la tua luce e la tua verità,
esse mi guidino e mi conducano al tuo santo monte,
e ai tuoi tabernacoli.
Ti loderò sulla mia cetra, o Dio, Dio mio;
Perché sei triste, anima mia?
Perché mi turbi?”
L’intensità, la bellezza, la profondità di questa preghiera rimane tale sia nella versione latina che in quella italiana.
Latino o non latino, quello che vale è ciò che la preghiera dice.
Quello che contesto, non è la lingua, quanto la banalizzazione dei testi.
Seppure io ami il gregoriano, riconosco la bellezza di inni popolari e di canti influenzati dalle mode del momento.
Ma i testi di certi canti che riempiono i libretti distribuiti sui banchi della messa sono veramente scarsi e inaccettabili.
Penso ad esempio all’abisso fra un “Miserere mei Deus” e un “Tra le mani non ho niente spero che mi accoglierai”. Orrore!!!!
Alla disperata ricerca di emozioni, gadgets, spille, orpelli…
Povero Fides…
Chiedo solo di restare accanto a Te!
Sono ricco solamente dell’Amore che mi dai:
è per quelli che non l’hanno avuto mai.
Se mi accogli, mio Signore, altro non Ti chiederò:
e per sempre la Tua strada la mia strada resterà.
Nella gioia, nel dolore, fino a quando Tu vorrai,
con la mano nella Tua camminerò.
Fantastico Fides…semplicemente fantastico!! Hai riassunto il tutto in una parola : Orrore!!
Ehhh…però, vedi come Marcolino la conosce eh…! Anche io la conosco, se vuoi te la canto! Peccato non puoi sentirmi…la cantavamo con i gruppi di prima comunione nel lontano 85, pressappoco. Una melodia adatta ad un linguaggio di prima comunione appunto! …
una canzone da “zecchino d’oro”, per dirla tutta!!
@ Clodine
Mi sa che non mi hai seguito nel ragionamento.
Gesù era liberissimo di sapere il latino e il greco e tutte le lingue.
Ma mi vien da pensare che i 12, pescatori etc, non tutti conoscessero il latino. Dubito pertanto che nell’ultima cena abbia parlato loro lingue diverse da quella in cui conversavano. Era l’ultima occasione che aveva di parlare loro in vita…di vederli tutti davanti a sè. Penso fosse fondamentale che comunicasse loro…e che loro capissero bene! Perchè poi avrebbero dovuto fare lo stesso ed insegnare ad altri a farlo!
Sulle riscritture e traduzioni…già nella bibbia di san Girolamo ci son molti problemi. Ma lo dici tu stessa:
” La prece Eucaristica n° III ad esempio ci hanno abituati a recitarla così : ” la notte in cui fu tradito etc, etc”- ma- l’autentica dicitura, che doveva restare IMMUTATA come da Tradizione asseriva: ” la notte in cui si SACRIFICO’, si consegnò alla morte, o fu sacrificato”…come vedi, manuel, la differenza è abnorme”
Una cosa di fondo mi sfugge.
Come mai se chiedi a tutti di rispettare il magistero, i dogmi, di non mettere in discussione quello che viene insegnato, poi però non accetti la riforma della lingua o della liturgia?
Clodine et Fides,
quelli dell’appello all’umiltà…
CVD
Giovane donna, attesa dell’umanità;
un desiderio d’amore e pura libertà.
Il Dio lontano è qui, vicino a te,
voce e silenzio, annuncio di novità.
Na Na NaNaNa Na
NaNaNa Na NaNa…
Clodine, sono d’accordo con te al 99, 99999999 … per cento!
In quanto al resto della discussione, non la ritengo poi così drammatica. C’è divergenza di opinioni, ma su un problema tutto sommato non fondamentale. Però sarebbe bene che i detrattori del latino tenessero conto di quello che dicono coloro che sono a favore; sono argomenti validi. Clodine parla del tesoro della Tradizione. E’ vero; bisognerebbe che almeno nei seminari e nei vari corsi di teologia se ne tenesse conto.
Povera voce di un uomo che non c’è
la nostra voce se non ha più un perché:
deve gridare, deve implorare
che il respiro della vita non abbia fine.
Poi deve cantare perché la vita c’è,
tutta la vita chiede l’eternità;
non può morire, non può finire
la nostra voce che la vita chiede all’ Amor.
Non è povera voce di un uomo che non c’è,
la nostra voce canta con un perché.
Non è che non accetti tout court la Riforma Liturgica….semplicemente ravviso delle incongruenze, delle incoerenze insite e su molti fronti, non soltanto in ambito liturgico…Limiti che hanno prodotto una crisi tutt’ora in atto, di cui anche Benedetto XVI si fa carico tentando di puntellare quanto possibile le derive del post concilio..Tutto qui.
Mentre rispondevo a Manuel mi ha raggiunto Antonella Lignani che ringrazio.
Anch’io, Antonella, sono daccordo rispetto alla preparazione accurata dei sacerdoti in relazione al latino,e al contempo ad una maggiore aderenza alla Tradizione nei confronti del rito….
Di quali contraddizioni parli Clodine?
Clodine, capisco.
Mi fa piacere scorgere una posizione di critica al magistero. Sempre nell’ottica di pensare con la propria testa.
Temo pero’ che la crisi di fede cui si riferisce il Papa sia a monte. Temo anche che un ritorno alla messa tridentina non aggiungerebbe presenze alla messa domenicale, ma tenderebbe anzi ad aumentare le perdite.
La cosa che mi colpisce è che Benedetto cerca di ascoltare due voci che vengono da posizioni molto diverse tra loro.
Da un lato i tradizionalisti: cerca di riportarli dentro la Chiesa, almeno formalmente, concedendo la messa tridentina e sopportandone prese di posizione non sempre rispettose degli sforzi fatti nei loro confronti.
Dall’altro ascolta le parole di vescovi e sacerdoti che gli chiedono urgente riforma.
Vorrei capire, e chiedo aiuto a Luigi, come si sia evoluto il pensiero di Ratzinger da vescovo a Papa. Alla luce anche della lettera di Swidler:
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/benedetto-xvi-benedict-xvi-benedicto-xvi-14403/
“Temo pero’ che la crisi di fede cui si riferisce il Papa sia a monte. Temo anche che un ritorno alla messa tridentina non aggiungerebbe presenze alla messa domenicale, ma tenderebbe anzi ad aumentare le perdite.”
Lo sapevo che manuel è un grande!
“La cosa che mi colpisce è che Benedetto cerca di ascoltare due voci che vengono da posizioni molto diverse tra loro”.
Ingenuità che muove tenerezza. Un peccato veniale che si può perdonare a manuel.
Anche a me tanto è stato perdonato.
“lettera di Swidler”
Astuto come un serpente, candido come una colomba.
Straordinario manuel76.
Lascio fare a te.
Sto rileggendo “Rapporto sulla fede” di Ratzinger – Messori. Mi ha colpito una frase, detta dall’allora cardinale Ratzinger: nei documenti conciliari c’è un equilibrio, una compensazione tra le varie posizioni. Riforme sì, ma nel solco della tradizione. Poi c’è stata un’accelerazione verso il cambiamento nelle forme estreme. Questo diceva il cardinale Ratzinger, che era presente al Concilio. Dei 2000 e più padri presenti, solo 200 hanno preso la parola, esprimendo le loro opinioni. Su altre considerazioni non mi dilungo, perché non ho la preparazione sufficiente per riportare le parole del Prefetto della Congregazione della Fede nella maniera giusta, senza fraintenderle. Penso che Ratzinger sia sempre stato per innovazioni che approfondissero la fede, nel solco della Tradizione. Di qui le sue prese di posizione attuali, molto misurate, che tuttavia sembrano passatiste. Il “Padre nostro”, dice Manuel, deve sempre rimanere in italiano. Ma se ci troviamo in una assemblea che parla varie lingue, non sarebbe più bello recitarlo tutti insieme in latino?
“Sto rileggendo “Rapporto sulla fede” di Ratzinger – Messori”
Ma perché non passiamo una notte insieme, anziché leggere Messori?
Life is too short! La vita è breve! Vita brevis est!
Vabbuo’.
De gustibus.
Pater Noster: http://www.youtube.com/watch?v=P2YQ8BRiAF0
Scusi Antonella,
si rende conto dei links che si trovano sul suo blog?
Guardi nella colonna a sinistra a quale pagina facebook rimandano…
Mah? Da lei non me lo sarei mai aspettato!
http://blog.libero.it/scritturascuola/
Bene Marco! Oltre a Ratzinger – Messori sto anche leggendo un libro sulle beccacce che ho ritrovato tra i libri di caccia di mio padre! Che vuole, sono in pensione, ed ho tanti libri che non ho mai finito di leggere. Però è sempre istruttivo.
Guardi che o le hanno fatto uno scherzo o c’è qualche errore o deve contattare il webmaster…
Ah ah ah… Pazzesco…
Certo, Marco, quello è il mio blog, purtroppo attualmente molto trascurato. Lo avevo cominciato quando all’IRRSAE avevo progettato un gruppo di ricerca su “Scrivere a scuola” (più o meno). Allora speravo nella possibilità di insegnare ai ragazzi a scrivere, ma ora all’oratorio sto perdendo tutte le speranze. Altro che latino! I ragazzi non sanno più scrivere in nessuna lingua; il loro alfabeto assomiglia molto a quello etrusco. Le sarei grata, Marco, se volesse mettere qualche commento nel mio blog.
Ok, signora.
Ma adesso c’è una priorità: quel link va fatto sparire da lì. Le hanno fatto uno scherzo o c’è stato qualche errore. Nella colonna a sinistra c’è un link ad una pagina facebook che non ha nulla a che vedere con lei e il suo blog. Dia un’occhiata e si faccia aiutare da qualcuno che sa usare questi cosi. Quel link è assurdo.
Caro Marco, non c’è nessuno scherzo; quello è veramente il mio blog. Ho veramente trovato compiti in latino del liceo locale dal 1830 al 1850. Sono molto interessanti. Quando gli Annali del Liceo avranno pubblicato l’articolo relativo, vedrò di mettere il tutto in qualche modo nel sito. Lei, caro Marco, assomiglia molto ad un ragazzo che viene all’oratorio, che chiamerò S., e che fa sempre inquietare noi poveri insegnanti volontari con le sue trovate. Salvo poi stare buono buono con la prof. di matematica … potenza dei numeri!
Marco, il fatto è che non riesco a fare sintesi sul personaggio!
Al concilio si trovano due grandi Teologi, Carlo e Giuseppe.
Quarant’enni pronti ad un contratto da dirigenti, pieni di idee, metodo solido, un fiume in piena, travolgenti. Tra le migliori menti della Mitteleuropa.
Poi? E’ la storia dell’uomo che porta nella terza età a posizioni di prudenza?
Uno fisicamente è un leone, un’energia e un’esperienza umana straordinarie.
L’altro ha una mente affascinante, suona l’organo, scrive di suo pugno, regge abbastanza bene fisicamente.
Un’altra cosa non capisco. Perchè se Carlo diviene vescovo a 38 anni, Giuseppe a 50 vescovo e cardinale, abbiamo nomine di vescovi dell’età in cui i laici vanno in pensione? (con la riforma delle pensioni poi…diventa preoccupante!)
Sì, ha ragione; non mi ero accorta del link di facebook (del quale bisogna sempre diffidare). Vedrò il da farsi, ma ora devo correre all’oratprio.
No, signora. Mi ascolti un momento. Ho capito che è il suo blog e che lo ha creato lei. Io l’ho trovato seguendo il link che c’è con il suo nome nei commenti che lascia qui.
Le sto dicendo di guardare la colonna a sinistra del suo blog, quella su sfondo viola: ad un certo punto arriva ad un riquadro che rimanda a facebook, all’interno di quel riquadro c’è un link ad una pagina che non ha niente a che vedere con il latino e gli argomenti che la appassionano.
La prego di verificare: non è uno scherzo il mio. Non sto facendo il pirla adesso.
Chiedo anche a Luigi o a qualcuno di andare a vedere e di dare un consiglio ad antonella su cosa fare.
“Come mai se chiedi a tutti di rispettare il magistero, i dogmi, di non mettere in discussione quello che viene insegnato, poi però non accetti la riforma della lingua o della liturgia?”!
Manuel76, non lo hai ancora capito? Davvero sei così candido?
Si deve accettare solo quel che attiene alla Chiesa ante Concilium, perché il CVII è stato “luciferino”( parole di una frequentatrice del blog).
Sappi, caro Manuel, che qualcuno qui è molto vicino alle posizioni lefebvriane.
Stai più attento, Manuel76, e dovrai prendere atto di questa triste ( per me) realtà.
La rigidità, in tema di religione cristiana, caratterizza queste persone, che sono, come ho già detto, tutte rivolte al passato, nostalgiche di una Tradizione ingessata, quella valida per una élite che si ritiene capace di capire tutto (latino compreso) e di essere sempre e comunque nel giusto.
E tali persone si permettono, con presunzione, di criticare e di mostrarsi inorridite di fronte alla odierna liturgia, secondo loro povera e indegna del vero culto al Signore, proposta in sede di CVII.
Hanno ragione: sicuramente Dio si è dispiaciuto dei nuovi riti, ha trovato orripilante il fatto che tutti i partecipanti al rito liturgico possano capire le preghiere e rivolgersi Lui con piena consapevolezza delle parole che esprimono.
Evidentemente in quella occasione lo Spirito Santo latitava se ha ispirito i padri conciliari ad una riforma liturgica così scadente.
Meno male che il papa attuale ha reintrodotto, almeno in parte, la Messa in latino.
Così queste persone si precipitano a frequentare le chiese dove, seguendo la celebrazione in latino, si sentono più vicine a Dio; l’anima è più ispirata, davvero vibra nell’anelito a Dio. Ohibò!
Molte altre, però, pur conoscendolo a menadito, il latino, si guardano bene dall’ andare in tali chiese e provano fastidio solo a sentirne parlare.
Non parlo di me; parlo di altre persone– piccine, naturalmente, e senza afflato religioso, che conosco, cattolicissime e intelligenti, ma che non capiscono niente di estetica e di musicalità, ovviamente.
Qualcuno poi, nella sua grande sensibilità, ha parlato di “fascistoide” intolleranza del “diverso”.
Scherziamo, vero?
Intolleranza?! Ma dove, ma quando…
Gli amanti della Tradizione vadano con Dio, come vogliono e dove vogliono. Mi sembra lecito e legittimo, tuttavia, mostrare riprovazione per qualcosa che non si approva.
E, credetemi, non è per nulla grave che il tema proposto dal caro Luigi abbia suscitato una discussione che in seguito ha preso un’altra piega.
Questo succede spesso ( niente di nuovo sotto il sole) ed è naturale. Perché quando qualcuno propone un’opinione, può succedere facilmente che una frase susciti una reazione per la quale si sente la necessità di controbattere, educatamente si spera. Il brutto è che non sempre è così.
Non appigliamoci a cavilli pretestuosi, per favore.
P.S.
lycopodium, non rammaricarti. Non hai fatto niente di male.
Ci hai dato solo l’occasione per parlare di argomenti non banali.
@ Clodine
no, non sono tornato: mi affaccio ogni tanto, ma mi eclisso subito. Le ragioni sono evidenti, io ho davvero grande rispetto per Luigi, che è il padrone di casa, ma non so “vivere” in questo clima e con queste “regole”. Ho preso atto che non è casa mia, così ogni tanto mi affaccio tra amici e tra volti noti, cercando riflessione e punti di vista diversi dal mio, nei limiti di un decoro che non è forma, ma rispetto per l’uomo. Se il nuovo è la vis che taluni impunemente brandiscono (magari anche “disperatamente”) io copro il mio volto, vedo abbastanza violenza nel mondo reale per cercarla anche qui. Un saluto.
Caro manuel76,
sull’età delle nomine dobbiamo darci la risposta che sappiamo ma che non vogliamo darci perché non vogliamo crederci: viene scelta gente allineata. Un uomo di 70-80 anni che magari ha l’insufficienza renale, lo scompenso cardiaco o il diabete è tutto contento di potersi vestire di fuxia o di rosso e non ha certo voglia di pensare a strategie che possano veicolare meglio il messaggio evangelico. Ha voglia di passare serenamente i suoi ultimi anni, ed è più che comprensibile, no?
Ora, questo sta bene alle alte sfere gerarchiche, molto più disorientate di quanto appaiono e anche loro in attesa del dipanarsi di questo tempo così incerto.
Riguardo i cambiamenti di idee di Joseph Ratzinger non so che dire. Può darsi che non siano motivati soltanto dal fatto che fu chiamato a ricoprire un ruolo isitituzionale ma che effettivamente nei decenni si accorse di eccessi reali o di situazioni da lui percepite come reale minaccia alla Chiesa ed alla sua missione. Non so.
Io so che dopo aver letto Luce nel Mondo non ho più alcuna stima del pensiero di quest’uomo e sono in totale disaccordo, per quanto possa valere, con la direzione che sta dando al modo in cui la Chiesa opera e parla nel Mondo e riguardo le cose del Mondo.
Lui è Gerry, io sono Tom!
Ehi, Gerry! Tanto lo sai che alla fine vinci tu! Non fracassare i maroni con il tuo patetico vittimismo.
http://www.youtube.com/watch?v=Rx4CUFyA-74
Ciao Gerry, che dire, hai ragione…condivido in toto. Ma ci sono anche persone piacevoli, con le quali mi trovo in sintonia, al di la della visione prettamente ecclesiale, o religiosamente condivisa, non è quello il punto. Uno può avere un parere e sostenerlo con intelligenza e spirito di confronto, che può essere anche arricchente, poi per mia fortuna ho un grande senso dell’humor: lo stare tra ragazzi e ragazzini, poi, si finisce con l’acquisire una certa leggerezza e perfino ridere nel leggere certe sciocchezze. Mi disturba molto, invece, il perduare di atteggiamenti gratuiti, che denotano ignoranza strutturale e anche una certa durezza di cuore, di comprendonio…..una povertà a tutti i livelli. Ecco, quello mi disturba, e..di fronte a certi campioni di stupidità, se non fosse per la stima che ho per Luigi, farai la fuga da Alcatraz molto volentieri.
“io ho davvero grande rispetto per Luigi, che è il padrone di casa,…”
Tutti abbiamo rispetto per Luigi, il padrone di casa.
Possibile che molti non abbiano imparato niente dal suo “equilibrio religioso”?
Possibile che tanti frequentatori del blog non abbiano ancora capito che, nella sua apertura mentale di grande intelligenza, non ama gli estremismi?
Preciso: di estremismi dietrologici.
Antonella, ma è bellissimo il tuo sito. Si , magari abbisogna di qualche accorgimento in più, puòi lavorarci ancora molto e renderlo più ricco di nozioni, tu stessa sei una fonte di conoscenza -per quanto io non saprei fare di più; tante voltre ho pensato di aprire un blog sull’arte del Rinascimento ma, non sono capace ad impostare un blog, Nè da che parte iniziare- Comunque, è bello! Sarà che amo le lettere Classiche, che dire …il Carme latino per le nozze di Giulia e Cillian è uno schianto!!
Ultimamente lessi di Ovidio le Heroides, o lettere d’amore…sono scritti che non temono il trascorrere del tempo. Sempre attuali perché attingono dalle profondità dell’inconscio. Troppo bella la letteratura latina e greca. Come anche l’Arte, ovviamente…
E’ evidente una cosa: non si risponde mai nel merito. Non parlo di me, che sono brutto, sporco e cattivo…
Parlo ad es. di manuel76 che deve aver perso molto tempo a scrivere le cose che ha scritto, le ha scritte con equilibrio, con pacatezza, partendo sempre dal presupposto che l’altro/a sia in buona fede eppure nessuno gli ha risposto nel merito.
E lo stesso vale per marilisa, matteo, sz e altri.
Cara Clodine, ti ringrazio per il tuo gradimento del testo latino per le nozze di Giulia e Cillian. Pensa che molti hanno creduto alla panzana (o finzione poetica) con la quale attribuivo il carme a Venanzio Fortunato!
Caro Marco, ho disattivato ogni tipo di link a facebook. Mi sembra che non si veda più quello che mi segnalava.
Apprezzo molto manuel76.
Brava signora Lignani.
Per gli intenditori, se mai ve ne fossero, segnalo una cosa sublime successa oggi in questa discussione: alle 14.23 Marco segnala alla professoressa Lignani la presenza, nel di lei blog testè visitato, di un link che lo ha molto stupito. (È il rinvio ad una pagina di Facebook dedicata al sesso orale). Il tono è tra l’ingolosito e l’allarmato.
Il suo messaggio si incrocia evidentemente con un altro della signorina Lignani che parla soavemente di libri. Alle 14.28 Marco, già un po’ più preoccupato,dice alla signorina Lignani di avvisare il webmaster. Però l’idea del sesso orale in un casto blog di educazione alla scrittura lo manda ancora un po’ su di giri («Ah ah ah… Pazzesco…»).
Alle 14.29 la signorina Lignani, soave come sempre, replica ringraziando con modestia per l’attenzione al suo piccolo blog, accennando alla difficoltà di insegnare a scrivere ai ragazzi di oggi.
Alle 14.33 Marco è veramente allarmato. Parla come quello della torre di controllo nei film di catastrofi aeree («Ok, signora. Ma adesso c’è una priorità: quel link va fatto sparire da lì. Le hanno fatto uno scherzo o c’è stato qualche errore. Nella colonna a sinistra c’è un link ad una pagina facebook che non ha nulla a che vedere con lei e il suo blog. Dia un’occhiata e si faccia aiutare da qualcuno che sa usare questi cosi. Quel link è assurdo»).
Con la risposta della signorina Lignani della stessa ora ci innalziamo verso i cieli. C’è una chiaroveggenza paradisiaca nel giudizio che, imperturbabile, lascia scivolare, come se niente fosse, su di lui: «Lei, caro Marco, assomiglia molto ad un ragazzo che viene all’oratorio, che chiamerò S., e che fa sempre inquietare noi poveri insegnanti volontari con le sue trovate. Salvo poi stare buono buono con la prof. di matematica … potenza dei numeri!». (Per inciso, la tragedia è che ha ragione: Marco è buono d’animo …).
Alle 14.45 Marco, ritenendo che l’anziana signorina Lignani, professoressa di greco e latino in pensione, non abbia capito di che cosa sta parlando (e che, si noti, continua ad avere il pudore di non dirle in maniera esplicita) sempre più in pensiero glielo ridice scandendo bene le parole. È così preoccupato che si tende sino ad una quasi assoluta nudità: «La prego di verificare: non è uno scherzo il mio. Non sto facendo il pirla adesso».
Nel frattempo, però, era arrivata questa sublime risposta della signorina Lignani, che lascio senza un commento perché la perfezione non si deve toccare: «Sì, ha ragione; non mi ero accorta del link di facebook (del quale bisogna sempre diffidare). Vedrò il da farsi, ma ora devo correre all’oratprio».
Che meraviglia! Ma quale genio letterario avrebbe potuto costruire un dialogo del genere?
Il gioco degli incroci, come è evidente, coinvolge anche il mio precedente messaggio, che non tiene conto di quelli immediatamente precedenti.
«Vedrò il da farsi, ma ora devo correre all’oratorio» è di una bellezza che lascia senza parole.
Manzoni. Anzi meglio.
Caro Leonardo, la storia si conclude felicemente, spero, con la disattivazione di facebook. Comunque, perchè non vendiamo a Carlo Verdone o altri questi spunti veramente comici? A volte accadono nella realtà cose che superano l’immaginazione. Che bisogno c’è di guardare Fazio e la Littizetto? E’ solo tempo perso.
Sì Leonardo, dovevo correre all’oratorio, e mi sono pure un po’ inquietata, anche se S. non c’era.
Grandisco tantissimo il testo, Antonella, e non solo…potresti avere qualche dubbio!? …eh….lo sai che , certe volte mi sento la reincarnazione di una Vestale [scherzo naturalmente] .Spesso mi capita di portare in visita gruppi di ragazzini, romani ovviamente, che conosco poco la Storia e la latinità.
Si perdono tra i ruderi, in contemplazione, tra le vestigia che sono numerose nella Urbe .. Ricordo di un rgazzino il quale di fronte ai templi di Largo Argentina [ un’ara sacra antichissima, diciamo che è la parte storicamente più remota con templi che risalgono al IV- III sec. avanti Cristo] restò senza parole, poi, osservando un piccolo tettuccio tegolato che sormonta in parte il tempio in onore di Lutazio Catulo incredulo mi fa : ” ma sei sicura sicura che è così antico!? Ma si ce stanno le tegole! Mica l’antichi sapevano fa’ i tetti con le tegole. Mi sa tanto che ti sbagli, quello è taroccato!!”
Beata innocenza!! ah ah ah ah…
AH AH AH AH AH ..leggo solo ora…ma dai Leonardo! Ma, quando ho aperto il blog di Antonella non c’era più niente di quello che dici…ma è vero?….
C’ erano immagini HHAARRDDD……dai!!!
Oh Signore AH AH AH AH AH ….AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH
Povera Antonella, che t’è successo…com’è accaduto!!
Sentivo in Marco una certa agitazione, stavo per…ma è andata via la corrente e si è spento tutto qui da me. Quando ho riacceso evidentemente era finito tutto…AH AH AHAH…oddio…che ridere!
Gentile signorina Lignani, ho il sospetto che lei creda ch’io scherzi e non lo potrei tollerare. Io non so scrivere, ma un pochino so leggere e quando m’imbatto in un pezzo di vera letteratura come quello che, forse inconsapevolmente, lei e Marco avete scritto oggi so restare a bocca aperta e occhi sgranati, come si deve.
Marco@” non sto facendo il pirla” ….incredibile! AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AHAH AH AH AH AH AH AH AH AH AH …scusate ma…è irresistibile…non ce la faccio…ooooddioddiodioo
Hai ragione Leonardo…hai proprio ragione…è stato fantastico.
Hai ragione anche su Marco.
RaGazzi, smettetela di ridere! Siate seri! Mi distraete! Devo fare una traduzione dal latino ed una ricerca sull’emigrazione dall’Italia verso il Brasile per fornire materiali a una scuola.
@ Fides et ratio
“La bocca dello stolto è il suo castigo.”
Lo ha pensato lei o lo ha copiato da qualche parte ?
Dagli auguri a papa Benedetto ad un link che rimanda ad un sito osceno.
Accidenti che salto! Chi l’avrebbe mai detto?
Da sganasciarsi dal ridere.
E poi qualcuno si lamenta perché si va fuori tema.
Il mio modestissimo “Premio Speciale della critica” va stavolta, ed “ex-aequo”, a Leonardo, per il suo post delle ore 19.01 (ah, se vi fosse ancora Dino Risi che scena esilarante, degna della miglior commedia all’italiana, saprebbe costruire !), ed a Marco per il suo “non sto facendo il pirla” (ma siamo certi che dietro il nickname di Marco non si celi Josè Mourinho ?).
Nel frattempo, amici, quello là ormai parla da solo: cerca d'”attaccare bottone” con tutti, come certi poveri, patetici pensionati al centro civico di quartiere, ma, ormai, nessuno più lo bada; continuiamo così, cari amici !
Buon fine – settimana !
Roberto 55
Roberto55, non volendo, hai rivelato un aspetto della disperazione moderna…
Un caro saluto
Non sono del tutto d’accordo, Roberto55. Scusa la franchezza.
Non mi piace l’espressione “quello là”. E se il parlare da solo è “un aspetto della disperazione moderna” , come dice giosal, non si deve provare soddisfazione.
Capisco che Gioab a volte porti all’esasperazione (io stessa più d’una volta ho provato grande fastidio per i suoi “scantonamenti”), ma se una persona non fa del male, nonostante la noiosa ostinazione in certi ragionamenti che si nutrono di pillole di Bibbia sentenziate ad hoc, l’isolamento, come fosse un appestato, non mi sembra la migliore delle soluzioni.
Quel che trovo insostenibile nell’atteggiamento del suddetto G. è che parli il più delle volte per fare obiezioni fini a se stesse.
In questo, però, non è solo: molti in questo blog sono esattamente uguali a lui.
Ci hai fatto caso, Roberto55?
Da cosa nasce cosa…
In fondo il thread non è andato male. Tutto è bene quel che finisce bene.
Roberto, che affettuosamente saluto, mi permetterei una correzione:
“poveri, pensionati al centro civico di quartiere”.
Ho tolto il “patetici”; tralasciando che andrebbero comunque e sempre rispettati, per quanto possano esserlo i “vecchi” oggi soffrono le peggiori malattie della nostra società, la solitudine e l’abbandono.
Un cordiale saluto a tutti.
Anch’io saluto Gioab! Buon week-end!!!
@ Marilisa @ Marco
Non posso che esprimerle tutto i mio apprezzamento per la generosità espressa nei miei confronti. Così per ricompensare vi prego di aiutarmi a capire:
Giovanni 20.17 scrive:
Nuova Riveduta: “Gesù le disse: «Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; “».
C.E.I.:“Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; “
Nuova Diodati:”Gesù le disse: «Non toccarmi, perché non sono ancora salito al Padre mio;!.
Riveduta: “Gesù le disse: Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre;”.
Diodati:”Gesù le disse: Non toccarmi, perciocchè io non sono ancora salito al Padre mio; “
NM : ” Gesù le disse [a Maria]: “Smetti di stringerti a me. Poiché non sono ancora asceso al Padre “ ( Gv. 20.17)
Qualcuno ha qualche idea perché mai Tommaso poté toccare e Maria Maddalena no ? Eppure non era ancora asceso al Padre neanche per Tommaso !
Come avrebbe potuto Maria Maddalena toccarlo DOPO che fosse asceso al Padre ?
@ Fideset ratio
A proposito di bocca, guardi che ho trovato spero le piacerà !
“ La bocca del giusto è quella che esprime sottovoce sapienza,
E sua è la lingua che parla giustamente.
La legge del suo Dio è nel suo cuore;
I suoi passi non vacilleranno.”
( Sal 37.30)
“la bocca di quelli che pronunciano falsità sarà tappata.” ( Sal 63.11)
Sì, Gioab,
Questi versi mi piacciono molto, perché ci suggeriscono come debba essere usata la nostra parola, sommessa eco di quella Parola…
E’ cambiato il vento ? Oppure la trappola è dietro l’angolo ?
E’ sempre il bacio il sego del tradimento !
Ho sbagliato, e chiedo venia.
Non avrei dovuto usare l’espressione “certi poveri, patetici pensionati al centro civico di quartiere”, perchè (in ciò hanno ragione gli amici Giosal ed Ubihumilitas, di cui ricambio l’affettuoso saluto) non c’è nulla da ridere/sorridere/scherzare in questi (tanti, purtroppo) piccoli drammi della solitudine contemporanea.
Sono ricorso ad una locuzione infelice, e faccio ammenda.
Nel merito, peraltro, cara amica Marilisa (non scusarti per la franchezza: anzi, ti risponderò con eguale sincerità, che spero apprezzerai), dissento da te: quello là non è un povero disperato in cerca di pietosa compagnia, ma è un provocatore, (anche) “per conto terzi” (perdonami, Marilisa, ma mi chiedo se tu non l’hai ancora capito); come tale, merita solo d’essere isolato ed estirpato da questo “blog”.
Buon sabato sera a te ed a tutti gli amici.
Roberto 55
@ Roberto 55
Forse perché “quello là ” pone quesiti a cui non sa rispondere ? e fa venire meno le sue certezze ?
Secondo lei chi ha ragione nella controversia tutta cattolica tra Luzzi e BIanchi ? Esiste la trinità o come recita il Credo è solo “Figlio ” ?
Facciamo un ragionamento semplice, Dio è l’Alfa e l’Omega, ovvero è eterno senza principio e senza fine, quindi anche la trinità dovrebbe essere simile.
Paolo dice : “riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore.” ( Rm 1.3-4 CEI)
Se fu costituito “Figlio” mediante la risurrezione, prima della risurrezione non era Figlio ergo la trinità non esisteva PRIMA magari solo DOPO oppure Paolo si è sbagliato e la scrittura è falsa. Cosa sceglie ?
Il Credo
Simbolo degli Apostoli
“Io credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra. Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. E in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore”
Perché poi lo chiama mistero ? E’ così chiaro !
“35 L’uomo ha facoltà che lo rendono capace di conoscere l’esistenza di un Dio personale. Ma perché l’uomo possa entrare nella sua intimità, Dio ha voluto rivelarsi a lui e donargli la grazia di poter accogliere questa Rivelazione nella fede. Tuttavia, le “prove” dell’esistenza di Dio possono disporre alla fede ed aiutare a constatare che questa non si oppone alla ragione umana.”
v. Catechismo della Chiesa – Le vie che portano alla conoscenza.
Se è personale è diverso per ogni uomo ?
Isolato ed estirpato ! non è esagerato ? ( per fare la rima)
Prego gli amici di continuare a non rispondergli: non cadiamo nel suo trannello, amici, ed il motivo credo d’averlo spiegato fin troppo chiaramente.
Roberto 55
Roberto55, apprezzo la tua sincerità.
Io ho capito bene il tuo discorso e certo neanche a me Gioab è sembrato un disperato. Tant’è vero che io non gli rispondo quasi mai.
Il fatto che sia un provocatore a me non dice niente. Me ne rido delle sue provocazioni che a volte trovo patetiche, e– ti dirò–mi fanno ridere di gusto, anche se può sembrare strano.
Il blog però è libero e aperto a tutti, per cui anche lui ha il diritto di entrare e di dire ciò che vuole a meno che il padrone di casa non si esprima chiaramente con lui dissuadendolo dall’entrare. Cosa che Luigi non ha mai fatto.
Quando a casa mia si presentano dei t.d.G., io con chiarezza esprimo la mia indisponibilità a riceverli e a dialogare con loro. Punto.
Quando G. dice stupidaggini o così ci pare, basta replicare e rintuzzare, quando si vuole farlo. Altrimenti si lascia perdere.
Tanto, caro Roberto, niente varrà ad “estirpare” chi resta attaccato alle proprie idee, soprattutto in materia religiosa, e propone, quasi fosse una missione, le sue convinzioni.
Tutti voi, che non riuscite a sopportarlo, non avete capito questo.
Tutto sommato, non credo che Gioab sia stupido.
Se ancora non ha capito, nel suo fanatismo (tale a me pare), che non riuscirà a muoverci di un millimetro dalla nostra religione cristiana, nonostante le sue opposizioni, peggio per lui.
Se poi offende, come talvolta è capitato perché irritato dall’aver mancato il bersaglio o perché innervosito da non so cosa, peggio per lui due volte.
L’ offesa si ritorcerà contro di lui, in un modo o nell’altro.
Io la penso così.
Ti saluto, Roberto55, ed auguro anche a te una buona serata.
@ Marilisa
“quasi fosse una missione, le sue convinzioni.” Ma è una missione no ?
Andate e fate discepoli …….
Le mie convinzioni ? No, sono Scritture, Parola di Dio non opinioni mie…. Sorry !
“nel suo fanatismo (tale a me pare),” Non ho ancora ucciso nessuno forse “integralista”…
“Se poi offende, come talvolta è capitato” Forse ha letto male “vantulo” è stato detto a me non da me !
“non riuscirà a muoverci di un millimetro dalla nostra religione cristiana,” Non è più cattolica ?
@ Marilisa
“Quando G. dice stupidaggini o così ci pare,
Potrebbe indicarmene una così imparo ? e miglioro !
Marilisa, non cadere nella provocazione di quello là: farai, ovvio, quel che ti pare, ma questo, intanto, è il mio amichevole invito.
Roberto 55
@ Roberto55
“Marilisa, non cadere nella provocazione di quello là: farai, ovvio, quel che ti pare, ma questo, intanto, è il mio amichevole invito.”
Innammorato geloso ? Paura ?
@ Roberto55
Lo sapeva vero ? che Saulo di Tarso prima di divenire Paolo era uno che perseguiva i cristiani ? Poverino aveva le “scaglie sugli occhi” gli fu mandato Anania “uomo riverente secondo la Legge, del quale tutti i giudei che dimoravano là parlavano bene,” ( Atti 22.12)
Però Anania aveva un certo timore di “quello là” pensi che ebbe perfino il coraggio di dire al Signore risorto : “Signore, ho udito da molti circa quest’uomo, quante cose dannose ha fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. E qui ha autorità dai capi sacerdoti di mettere in legami tutti quelli che invocano il tuo nome” ( Atti 9.13-14)
Gesù non rimproverò Anania per aver espresso le sue perplessità. Piuttosto gli diede istruzioni precise. Gli mostrò considerazione spiegandogli il motivo per cui gli affidava un compito così insolito. Disse di Saulo: “Quest’uomo è per me un vaso eletto per portare il mio nome alle nazioni e anche ai re e ai figli d’Israele. Poiché gli mostrerò chiaramente quante cose debba soffrire per il mio nome”. (Atti 9:15, 16)
Anania ubbidì prontamente, trovatolo,** gli disse: “Saulo, fratello, il Signore, il Gesù che ti apparve sulla strada per cui venivi, mi ha mandato, affinché tu ricuperi la vista e sia pieno di spirito santo”. — (Atti 9:17.)
**pensi gli diede perfino l’indirizzo dove poteva trovarlo :“Alzati, va sulla strada chiamata Diritta, e nella casa di Giuda cerca un uomo di nome Saulo, di Tarso” ( Atti 9.11) Pensi non ebbe nemmeno bisogno della Google Map per trovarlo.
Lei a chi vorrebbe assomigliare ? A Saulo o ad Ananina ?