Pubblicato dal “Corriere della Sera” del 6 febbraio 2014 a pagina 15 con il titolo “Ma la Chiesa ha da anni cambiato la sua rotta”
Non è la prima volta che ambienti dell’Onu criticano il Vaticano e viceversa, ma quello esploso ieri è il più clamoroso tra questi incidenti ed è anche, probabilmente, quello con minore contenuto concreto: esso a una prima lettura appare dovuto per metà all’invadenza dell’ideologia e per metà al peso della storia. Ma forse lo scontro non risulterà inutile se spingerà gli ambienti Onu a prestare maggiore attenzione alla nuova politica vaticano-cattolica in materia di abusi sui minori e se stimolerà il Papa e i suoi a dare compiti adeguati alla “Commissione per la protezione dei fanciulli” annunciata il dicembre scorso.
L’invadenza dell’ideologia è evidente nei rilievi riguardanti l’omosessualità, l’aborto, l’identità di genere, la contraccezione. Affermare che la Chiesa Cattolica debba rivedere la propria dottrina e il proprio codice riguardo a queste materie perché essi confliggono con i convincimenti dei componenti di un comitato delle Nazioni Unite – ovvero: con l’interpretazione che questo comitato dà a documenti Onu – appare fuori di verosimiglianza.
Il peso della storia svolge invece un ruolo decisivo nella critica riguardante il perseguimento dei reati di abuso sessuale: copertura dei colpevoli, loro spostamento “da una parrocchia a un’altra” per poterli mantenere in attività, mancata collaborazione con le autorità civili, insufficiente o nulla considerazione dei diritti delle vittime hanno caratterizzato certamente il comportamento storico della Chiesa Cattolica – simile nella sostanza a quello delle altre Chiese e di altre istituzioni – ma l’ultimo decennio ha visto un rapido cambiamento di rotta.
Quattrocento preti ridotti allo stato laicale nel solo biennio 2011-2012, la disposizione ai vescovi di collaborare con le autorità dei diversi paesi, l’ordine di fare fronte “secondo giustizia” al risarcimento delle vittime, la vicinanza a queste sollecitata da Papa Benedetto con una decina di incontri a Roma e nei viaggi: ci saranno senz’altro altri passi da compiere e residue zone d’ombra, ma se non si riconosce quanto già realizzato sarà difficile suggerire i giusti rimedi.
Curiosamente proprio il 16 gennaio, quando a Ginevra la delegazione vaticana incontrava il Comitato dell’Onu, Papa Francesco pronunciava la parola più severa sullo scandalo degli abusi, definendolo “la vergogna della Chiesa”. Una vergogna grande di suo, ma che getta un’ombra ancora più grande.
Luigi Accattoli
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