Pubblicato dal “Corriere della Sera” del 29 settembre 2014 alle pagine 1 e 19 con il titolo “L’umanità di un abbraccio che unisce i due Pontefici”
Quarta presenza ieri di Benedetto accanto a Francesco: li avevamo già visti insieme il 5 luglio dell’anno scorso a una cerimonia nei Giardini Vaticani, il 22 febbraio e il 27 aprile di quest’anno – in Basilica e sulla piazza di San Pietro – per un Concistoro e per le canonizzazioni dei Papi Roncalli e Wojtyla.
Per le canonizzazioni Benedetto era in abiti liturgici e concelebrò sedendo accanto ai cardinali. E’ ragionevole immaginare che torni a concelebrare sulla piazza domenica 19 ottobre, quando Francesco proclamerà “beato” Paolo VI, che fece cardinale Ratzinger e al quale il Papa tedesco si è sempre richiamato definendone “quasi sovrumano” il “merito” acquisito nella conduzione del Vaticano II.
Come nelle altre occasioni, ieri i due Papi si sono abbracciati due volte: all’arrivo di Francesco sulla piazza, trovandosi già Benedetto al suo seggio, accanto a vescovi e cardinali, sulla sinistra del palco papale; e all’uscita dell’emerito dalla scena, nella pausa tra l’ “incontro con gli anziani” e la celebrazione della messa, alla quale non ha assistito. Nel secondo di questi saluti Benedetto si era tolto lo zucchetto e l’aveva in mano, in segno di rispetto verso il Papa in carica.
“Vi ringrazio di essere venuti così numerosi! E grazie della festosa accoglienza: oggi è la vostra festa, la nostra festa” ha detto Francesco all’inizio del suo discorso, mettendo se stesso tra gli anziani ai quali parlava: “Ringrazio specialmente il Papa Emerito Benedetto XVI per la sua la presenza. Io ho detto tante volte che mi piaceva tanto che lui abitasse qui in Vaticano, perché era come avere il nonno saggio a casa. Grazie!”
Continua dunque la strategia di coinvolgimento dell’emerito che Papa Bergoglio ha avviato fin dal primo affaccio alla loggia dopo l’elezione. Più che le apparizioni pubbliche – che comunque segnalano una presenza meno “nascosta agli occhi del mondo” di quanto si poteva immaginare inizialmente – sono rilevanti le occasioni in cui Benedetto XVI ha fatto conoscere la sua opinione, o sono state riportate sue parole.
Queste occasioni sono almeno quattro: un’omelia agli ex alunni ripresa dalla Radio Vaticana il 2 settembre 2013, la risposta al volume di Odifreddi pubblicata nel volume “Caro Papa teologo – caro matematico ateo” (Mondadori 2013), un’intervista scritta per il volume “Accanto a Giovanni Paolo II” (Ares 2014), tre risposte scritte per “Vaticaninsider” sulla rinuncia al Papato (13 febbraio 2014).
Frequenti sono foto e video diffusi da quanti gli fanno visita: vescovi e collaboratori di un tempo, amici che vengono dalla Germania. Non manca qualche nuova conoscenza: l’11 settembre è apparso nella rete un “selfie con Papa Benedetto” scattato da un seminarista di Posillipo, Giuseppe Ricciardi, che qualcuno aveva condotto da lui.
Parlando in aereo con i giornalisti il 19 agosto, al ritorno dalla Corea, Francesco disse del Papa emerito: “Ci vediamo. Prima di partire sono andato a trovarlo. Lui, due settimane prima, mi ha inviato uno scritto interessante: mi chiedeva l’opinione. Il nostro rapporto è di fratelli. Mi fa bene sentirlo. E, anche, mi incoraggia”. Non sappiamo di che scritto si trattasse, forse di un quinto testo destinato a essere diffuso. E’ ovvio che Benedetto informi Francesco prima di pubblicare qualcosa. Ma dopo tante uscite è ragionevole attendersi che la sua parola possa farsi più frequente.
Luigi Accattoli
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