Pubblicato da “Corsera Digital Edition” il 23 maggio 2016
Qualcosa si muove nel tribolato rapporto tra cristiani e musulmani: Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Muhammad Al-Tayyib, prima autorità dottrinale del mondo sunnita, hanno avuto un “cordiale colloquio” oggi sul mezzogiorno, in Vaticano, e si sono abbracciati. Parrebbe che la programmata “riconciliazione” ci sia stata davvero, se il portavoce Lombardi ha potuto dire ai giornalisti che i due “autorevoli interlocutori” hanno parlato – tra l’altro – della “situazione dei cristiani nel contesto dei conflitti e delle tensioni nel Medio Oriente e della loro protezione”: perché il pomo della discordia, o almeno il principale, era proprio quello e risaliva a cinque anni addietro.
C’era già stata in precedenza – è vero – nel settembre del 2006 la famosa lectio di Papa Ratzinger all’università di Ratisbona sul rapporto tra le religioni e la violenza, che era stata esigente di suo ma che soprattutto era stata grossolanamente strumentalizzata dagli ambienti islamisti e fatta passare come un attacco all’islam. Ma poi la goccia che aveva portato all’interruzione dei contatti tra Al-Azhar e la Santa Sede era venuta da un appello dello stesso Benedetto XVI ai governi dei paesi musulmani, rivolto il 1° gennaio 2011, perché difendessero le minoranze cristiane che vivono al loro interno.
Un appello sacrosanto, verrebbe da dire, quello di Papa Ratzinger, formulato all’indomani di un attentato in una chiesa copta di Alessandria d’Egitto che aveva provocato 21 morti. Ma quelle giuste parole erano state lette malissimo nella delicata situazione egiziana, dove il “faro” moderato rappresentato da Al-Azhar era – ed è – sotto accusa da parte degli ambienti fondamentalisti. Quell’appello era stato qualificato dallo stesso Grande Imam che oggi è stato ospite in Vaticano come un’ingerenza “intollerabile” da parte di un’autorità straniera ed è dunque importante che Al-Tayyib e Francesco abbiano parlato anche della “protezione” dei cristiani che vivono in Medio Oriente.
Papa e Imam – ha riferito ancora il padre Lombardi – hanno “rilevato il grande significato di questo nuovo incontro nel quadro del dialogo fra la Chiesa cattolica e l’Islam” e “si sono intrattenuti principalmente sul tema del comune impegno delle autorità e dei fedeli delle grandi religioni per la pace nel mondo, il rifiuto della violenza e del terrorismo”.
Dopo il colloquio con il Papa il Grande Imam ha incontrato il cardinale francese Jean-Louis Tauran, responsabile vaticano per il dialogo interreligioso, che è stato il mediatore della ripresa dei contatti. Tauran dopo l’incontro ha detto alla Radio Vaticana che “non si è parlato del passato” e neanche di Ratisbona, ma “del presente e del futuro: c’è un vivo desiderio, da parte dei nostri partner, di riprendere il dialogo”.
Sempre Tauran ha informato che ci si è proposti di “risuscitare” la Commissione per i rapporti bilaterali tra Al-Azhar e il Vaticano, che era stata costituita nel 1998 e che aveva portato, nel febbraio del 2000, alla storica visita di Giovanni Paolo II ad Al-Azhar. Da Al-Azhar dipende la formazione di migliaia di imam che vengono inviati nel mondo: essa ha nell’islam sunnita all’incirca il ruolo che nella Chiesa Cattolica hanno le facoltà teologiche romane.
L’incontro di oggi è un successo della diplomazia creativa di Papa Francesco. Il vice del Grande Imam di Al-Azhar, Abbas Choumane, aveva dichiarato ieri alla France Presse che l’incontro di oggi non sarebbe stato possibile senza i “gesti di apertura verso i musulmani” compiuti in questi tre anni dal Papa argentino: dal messaggio autografo ai credenti musulmani in occasione del Ramadan del 2013, nel quale li chiamava “fratelli”; alle parole e ai gesti in favore dello “Stato palestinese” in occasione della visita in Terra Santa del maggio 2014; all’aver preso con sé, rientrando da Lesbo il mese scorso, tre famiglie musulmane dicendo che non aveva “fatto la scelta fra cristiani e musulmani: tutti sono figli di Dio”.
Luigi Accattoli
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