Articolo scritto per il “Corriere della Sera” – inviato il 23 settembre 2014 – non pubblicato.
Piccole ma precise novità segnano il rinnovo della Commissione teologica internazionale, deciso dal Papa il 26 luglio ma pubblicato oggi: Francesco ha accresciuto il numero degli extraeuropei, che aumentano di quattro unità, passando da 12 a 16, mentre gli europei scendono da 18 a 14; e ha più che raddoppiato la presenza delle donne, che passano da due a cinque (due religiose e tre laiche). Per la prima volte le donne – due di numero – erano entrate nella Commissione nel 2004, su nomina di Papa Wojtyla.
“Le donne nelle assemblee tacciano” aveva stabilito d’imperio Paolo di Tarso e raramente un divieto di parola è stato meglio osservato nei secoli. Anzi: nei millenni. Nessuna figlia di Eva ha mai avuto un ruolo di vertice nella Curia Romana, nei Sinodi figurano ancora come “uditrici” e siamo dovuti arrivare al terzo millennio perché una di loro fosse chiamata a dirigere un ateneo pontificio: è avvenuto lo scorso luglio, con l’insediamento di Mary Melone a rettore magnifico dell’Antonianum.
Le nomine di ieri, unite a quella di luglio, confermano l’impressione che Francesco compirà passi più spediti, rispetto ai predecessori, nella valorizzazione del genio femminile. Ma dovremo aspettare la riforma della Curia e del Sinodo per vedere attuata la promessa più impegnativa che ha fatto fino a oggi: di averle presenti “dove si prendono le decisioni importanti”. Nel Sinodo che sta per aprirsi, e che tratta della famiglia, ci saranno e presenteranno “testimonianze”, ma ancora nel vecchio ruolo delle “uditrici”.
In qualche organismo nuovo – tipo il Consiglio per l’Economia e la Commissione per la tutela dei minori – Francesco ha stabilito che laici e chierici, uomini e donne stiano “sullo stesso piano”. Quando il voto di un laico e di una donna, negli organismi collegiali della Curia, varrà quanto quello di un cardinale, vedremo attuata la pari dignità affermata in solenne latino dai documenti del Vaticano II. “La Chiesa è femminile” ama dire Bergoglio, ma al momento continua a parlare con la sola voce maschile.
Luigi Accattoli