Bergoglio e le “gravi incertezze” della città di Roma

Pubblicato dal “Corriere della Sera – Roma” del 2 gennaio 2016 a pagina 1 con il titolo “Bergoglio, Roma e la sua debolezza”

Com’è sua consuetudine, Bergoglio dedica il “Te Deum” di fine anno, che ha celebrato l’altro ieri in San Pietro, ai mali di Roma: il 31 dicembre 2014 aveva accusato la società romana di costringere i poveri a “mafiarsi” (era appena esploso lo scandalo di Mafia Capitale), quest’anno ha denunciato le “gravi incertezze” che hanno dominato la nostra città lungo gli ultimi dodici mesi, che sono “sintomi di scarso senso di dedizione al bene comune”.

Il linguaggio stavolta è stato più cauto perché è venuta in primo piano la politica (avremo le elezioni amministrative a giugno) e il Papa argentino non vuole mescolarsi a essa, ma il contenuto è altrettanto drammatico: riguarda la debolezza della politica in una città commissariata, la perdurante incapacità della comunità cittadina a occuparsi degli ultimi, la mancanza di voce pubblica della comunità cattolica.

E’ ovvio che al passaggio dell’anno il Papa pensi ai continui rilanci dell’azione della magistratura che scopre interminabili catene di malaffare in cui sono coinvolte sia la destra sia la sinistra, nonché all’attuale – mortificante – paralisi amministrativa dopo la troppo lenta uscita di scena del sindaco Marino, alla quale si direbbe che Francesco abbia posto mano in prima persona. Ma non c’è solo la politica nella veduta di Bergoglio. L’altro ieri ha svolto questa implorazione rivolta alla Chiesa romana: “Non manchi mai l’apporto positivo della testimonianza cristiana per consentire a Roma di essere interprete privilegiata di fede, di accoglienza, di fraternità e di pace”.

Chi frequenta Papa Francesco conosce la sua preoccupazione per l’incapacità dei cattolici romani a far sentire la loro voce nella scena pubblica. Al “Te Deum” del 2014 aveva rivolto ai fedeli di Roma la domanda inchiodante: “In questa città siamo sale e luce? Oppure siamo spenti, irrilevanti, stanchi?”. Ecco la parola: “irrilevanti”. La comunità cattolica di Roma rischia oggi l’irrilevanza nella vita pubblica.

Da due anni c’è un “Osservatorio sulla citta” – promosso dal cardinale Vallini – dal quale fino a oggi non è venuta una sola parola utile alla convivenza cittadina. Lo scorso novembre è stata pubblicata una “Lettera [della Chiesa locale] alla città di Roma” che non ha avuto alcuna eco pubblica. Il Papa dei poveri e delle periferie, che con un’omelia faceva tremare l’ufficialità argentina, stenta a capire questa “irrilevanza”. Ne terrà conto per la nomina del nuovo vicario che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi.

Luigi Accattoli

www.luigiaccattoli.it

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