Domani Francesco canonizza dieci beati: sei uomini e quattro donne. Tra loro due mi sono carissimi: l’olandese e carmelitano Tito Brandsma, martire del nazismo; e il francese Charles de Foucauld, testimone di Cristo in terra d’Islam. Nel primo commento riporto l’intera decina – cinque sono italiani – e a seguire dirò il mio debito verso Tito e Charles.
Arrivano dieci nuovi santi e tra loro i carissimi Brandsma e De Foucauld
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Favolosa decina. Ecco i dieci che domani sanno proclamati santi:
Beato Lazzaro Devasahayam Pillai (1712-1752), laico, India
Beato César de Bus (1544-1607), fondatore della Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana, Francia
Beato Luigi Maria Palazzolo (1827-1886), sacerdote, fondatore dell’Istituto delle Suore delle Poverelle e dei Fratelli della Sacra Famiglia, Italia
Beato Giustino Maria Russolillo (1891-1955), sacerdote, fondatore della Società delle Divine Vocazioni, Italia
Beato Charles de Foucauld (1858-1916), sacerdote diocesano, Francia
Beata Maria Francesca di Gesù (al secolo: Anna Maria Rubatto, 1844-1904), fondatrice delle Suore Terziarie Cappuccine di Loano, Italia
Beata Maria Domenica Mantovani (1862-1934), cofondatrice e prima Superiora Generale dell’Istituto Piccole Suore della Sacra Famiglia, Italia
Beato Titus Brandsma (1881-1942), sacerdote professo dell’Ordine dei Carmelitani, Olanda
Beata Marie Rivier (1768 – 1838), Fondatrice della Congregazione delle Suore della Presentazione di Maria, Francia
Beata Maria di Gesù Santocanale (al secolo: Carolina, 1852-1923), fondatrice della Congregazione delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes, Italia
Per Tito Brandsma. In vista della canonizzazione ho tenuto ultimamente una conferenza su Tito Brandsma in una parrocchia romana: ne riporto l’attacco e metto il link al testo completo:
Vengo volentieri a parlare di Tito Brandsma che un poco conosco e amo. Scrissi della sua beatificazione sul Corriere della Sera del 3 novembre 1985. Ero allora in un’altra parrocchia carmelitana di Roma, San Martino ai Monti e partecipai ai festeggiamenti che si fecero alla Traspontina. Mi sono occupato di nuovo del suo martirio in occasione di una mia pubblicazione sui martiri nel ventesimo secolo: Nuovi Martiri, San Paolo Editore 2.000. Recentemente ho firmato la prefazione alla seconda edizione italiana di una sua conferenza del 1936 sugli animali, un testo ancora oggi attuale: Amore per gli animali e amore per l’uomo (Graphe Edizioni 2022).
Tra i martiri della Seconda guerra mondiale riconosciuti ufficialmente – che ora sono molti – Tito Brandsma è stato il secondo (1985), in ordine di tempo, dopo Maximilian Kolbe (1982), tanto viva ed eloquente è parsa a tutti la sua testimonianza.
La Chiesa olandese è stata la prima e la più coraggiosa nell’opporsi pubblicamente al nazismo e il nostro santo è stato tra i principali promotori di quell’opposizione. La mia passione per lui ha poi un rinforzo nel fatto che svolse un’opposizione da giornalista e consulente dei giornalisti cattolici, ponendosi specificamente, come vedremo, la questione della denuncia delle ingiustizie a mezzo stampa.
http://www.luigiaccattoli.it/blog/wp-admin/post.php?post=27894&action=edit
Per Charles de Foucauld. Charles de Foucauld, tra i santi moderni, è uno dei più provocanti sulla strada della carità intesa come via della fratellanza universale. L’espressione più luminosa della sua vocazione è in queste parole che dicono l’ultimo impegno della sua vita avventurosa, quello con cui si ritirò nel deserto per essere là – ai pochi uomini che vi si incontrano – un segno della carità di Cristo rivolto a ogni creatura: “Voglio abituare tutti gli abitanti, cristiani, musulmani, ebrei e non credenti, a guardarmi come un loro fratello, il fratello universale”.
Ci è vicino Charles de Foucauld – a noi, cittadini della città mondiale – per la destinazione universale della sua carità. Ma anche per il metodo silenzioso e libero della sua attestazione cristiana: egli non predica, non argomenta, non fa nulla per attirare e per imporsi. In silenzio si impegna a “invocare il perdono per coloro che non lo chiedono: un atto di contrizione per il mondo intero”. Esercita con tutti una sconfinata fratellanza: “Verso i tuoi fratelli usa sempre il perdono, la pazienza, la speranza illimitata di cui tu stesso hai bisogno”.
Il “piccolo fratello universale” ci è vicino anche come avventura umana: per la dimensione cavalleresca, si direbbe ludica, della sua esistenza. La gioca in tante direzioni e infine la scommette tutta su Gesù. Attua una semplificazione della vita e dell’anima che è di potente suggestione per noi, uomini e donne della competizione e della complessità. Nobile francese, uomo mondano e galante, poi militare. Capace di ogni indisciplina e stravaganza per corteggiare una sua amante che si chiamava Mimì, come poi per seguire Gesù. Il fratello Gesù, il fratello maggiore che ci insegna a divenire fratelli di tutti. Cioè fratelli universali.
Resta nel deserto sahariano dell’Algeria per 15 anni e non converte nessuno, non fa discepoli. Vuol solo mostrare la fratellanza predicata da Cristo. Viene ucciso da una tribù di Tuareg, in un momento di agitazione antifrancese, nel 1916, a 58 anni. Dal deserto il suo esempio abbaglia le generazioni.
“Verso i tuoi fratelli usa sempre il perdono, la pazienza, la speranza illimitata di cui tu stesso hai bisogno” frase luminosissima che non conoscevo.
E semplici credenti in Cristo sappiamo che esiste la sorgente di questa speranza illimitata; qualche segno nella nostra vita, la compagnia dei fratelli ce ne fornisce un assaggio
Charles de Foucault non solo e’ un grande santo cristiano ma un ” sant’uomo” ,una grande anima come sono abituati a conoscerne nell’ Islam e in Oriente.
Come un antico cavaliere, lascio’ ricchezze e piaceri, il Bel Mondo parigino, quando si converti’ a Cristo, decidendo di imitarne la vita , ma non la vita pubblica di predicazione , ma la vita fatta di silenzio, preghiera,lavoro manuale e nascondimento durante i trenta anni a Nazaret prima della sua manifestazione. E Charles tenne fede fino in fondo a questa sua personale ” imitazione di Cristo” , alla spiritualita’ di Nazaret , fino in fondo ,fino alla morte .
Pur essendo straniero e cristiano ,gli uomini del deserto lo stimavano tanto : rappresentava per loro tutto cio’ che e’ degno di un uomo : fede in Dio ,lealtà, coraggio, cortesia, ospitalita’ ,rispetto dell’ ospite, capacita’ di tenere fede alla parola data ,dignita’ silenziosa che non cerca la simpatia o l’ approvazione, ma la ottiene con la semplicita’ di vita.
Se tutti i cristiani fossero come fratel Charles , non si avrebbe bisogno di fare ” proselitismo” ne’ di usare tante parole per testimoniare chi fu Gesu’ .
https://gpcentofanti.altervista.org/domande-ad-avvenire/
Rif. 14 maggio ore 13.10 – Grande domenica
Grande festa per i dieci santi. E papa “in ritorno” di forze.
Mi dispoace solo che non riesco a leggere, qui, il link di padre Brandsma, di cui ho un ottimo ricordo (librofilo) di gioventù.
Se anche altri non riescono ad aprire il link – che a me si apre – me lo facciano sapere… grazie…