Arriva un libretto graffiante e ridente: “Ricordati di sanificare le feste”
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Luigi Accattoli
Fabio Colagrande Ricordati di sanificare le feste
Fantacronache di rinnovamento pastorale post-pandemia
Illustrazioni di Chiostri
Prefazione di Antonio Spadaro
Ancora editore 2022, pp. 155, euro 15.00
Chiaramente la pandemia va a finire: non l’ha certificato soltanto Checco Zalone a Sanremo, ma – per quel che riguarda il mio orto – già arrivano saggetti sulla Chiesa nella post-pandemia. Ne è un esempio spassoso questo che presento, scritto dal più amabile dei colleghi vaticanisti: Fabio Colagrande, di Radio Vaticana.
15 Febbraio, 2022 - 21:46
Luigi Accattoli
Guida alla lettura. E’ raro che si rida nelle cose di Chiesa: qui invece si ride da matti. A patto che il lettore non parta con il piede sbagliato, che sarebbe quello di chiedersi dove l’autore voglia arrivare. O da che parte penda, o se in quel titolo vi sia un filino no-vax. Perché se prendi per quel sentiero non ti raccapezzi: Fabio Colagrande infatti non vuole andare da nessuna parte, vuole solo sdrammatizzare. La sua idea è che la salute della Chiesa non sia poi così male, oggi più o meno come sempre, con i tanti doni e i tanti peccati, ma che la loquela degli ambienti di Chiesa sia gravata da un’impropria e persino ridicola tendenza a drammatizzare. Sia che tu ascolti un tradizionalista, sia un innovatore, sentirai parole d’ordine ultimative: Fabio Colagrande li mette in scena ambedue, gli ultimativi, senza trascurare le venticinque posizioni intermedie, ed evidenzia le venature di ridicolo che ognuna alleva in seno. Da qui le risate del lettore che condivida quella buonissima idea di alleggerire il tono. E di non prendersi troppo sul serio.
15 Febbraio, 2022 - 21:48
Luigi Accattoli
Indice
Prefazione
Personaggi principali (in ordine sparso)
Prologo Il sogno di don Gino
«No, il convegno no!»
La pecorella smarrita
Webinar infuocato a Salsiccia
Adalgisa, il teologo e il cardinale
Largo ai «ggiovani»
L’ospite inatteso
Comunicattolici
Il precetto festivo
La Consulta femminile
Il talk show televisivo
Il prete youtuber
Il coro parrocchiale
Laudato si’
I silenzi di suor Elvira
Il teologo della misericordia
Prove di sinodalità
La conferenza stampa
Tengo famiglia
La svolta di Salsiccia
Il segreto di suor Elvira
L’altro sogno di don Gino
Ringraziamenti (o, meglio, giustificazioni)
15 Febbraio, 2022 - 21:49
Luigi Accattoli
Personaggi principali (in ordine sparso)
Don Gino Ciauscolo, parroco di San Biroldo
Teresa Cacciatore, sacrestana di San Biroldo
Evaristo Guanciale, sagrestano in seconda di San Biroldo, segretario della Confraternita della Soppressata
Assunta Bresaola, catechista e direttrice del coro parrocchiale di San Biroldo
Suor Mirella Lonzino, collaboratrice parrocchiale di San Biroldo
Agostino Ventricina, liturgista e organista di San Biroldo
Eleonora ’Nduja, ventiduenne catechista del gruppo delle comunioni di San Biroldo
Martina Ciuiga, membro del coro parrocchiale di San Biroldo e maestra elementare
Rino Golfetta, impiegato dell’Agenzia delle Entrate in pensione, membro del consiglio pastorale di San Biroldo
S.E. Mons. Egidio Pancetta, vescovo di Salsiccia
Don Pino Bardiccio, segretario del vescovo
Corrado Capicollo, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali e addetto stampa della diocesi di Salsiccia
S.E. Card. Attilio Corallini, vescovo emerito di Salsiccia
Luigi Mortadella, sindaco di Salsiccia
Gisella Cosciotto in Mortadella, moglie del sindaco di Salsiccia
Don Gennaro Zazzicchia, prete teologo conservatore, parroco di Santa Prassede in Sugna
Don Augusto Zampone, parroco di periferia a San Giacomo Lardellato e cyber-prete
Suor Elvira Luganega, religiosa del monastero di clausura di Jambon de Bosses
Suor Anna Cotechini, cuoca del monastero di Jambon de Bosses
Professor Adolfo Speck, teologo pastoralista
Agata Fesa, maritata Tacchino, biblista femminista
Giorgio Coppa, diacono missionario
Amalia Coratella, giornalista, blogger e conduttrice della rubrica televisiva Incenso & Mascara
Fabio Parsuto, giornalista vaticanista e conduttore di Radio Bacon
Don John Paul Kigeli, prete congolese, collaboratore della diocesi di Salsiccia
Fra Girolamo Strolghino, superiore del convento francescano di Santa Finocchiona
Fra Lardo di Colonnata, religioso dello stesso convento
Suor Veronica Mortazza, teologa pastoralista
Professor Norberto Burloni, virologo
Addolorata Pellegrini, conduttrice di Pentiti & Contenti, talk show di Tele Sanguinaccio
Rosario Santini, conduttore di Pentiti & Contenti, talk show di Tele Sanguinaccio
Don Duccio Abbacchietto, teologo progressista radical-chic
Alfio Sfilacci, vaticanista dell’agenzia Arista
15 Febbraio, 2022 - 21:49
Luigi Accattoli
Mia nota. Il godibile libretto di Fabio Colagrande può anche essere letto come una satira del linguaggio ecclesiale: di quell’ecclesialese che un altro arguto collega, Roberto Beretta, combatte da un ventennio. Su questo aspetto del libretto si ferma il padre Antonio Spadaro nella prefazione. Inoltre le illustrazioni sono di Chiostri, che già aveva illustrato le operette del Beretta. La satira del linguaggio pretino oggi si è fatta facile, si direbbe, più che non lo fosse ai tempi del Boccaccio, o del Belli e del Porta, per nominare i campioni di questo genere letterario. Ecco un elenco di titoli che s’incontrano nei venti capitoletti del Colagrande: titoli di rubriche, documenti, eventi, pubblicazioni, comunicati. Li metto alla rinfusa: Beati per caso, Siamo tutti nella stessa barca e speriamo non sia il Titanic, Vieni avanti, pretino, Una Chiesa in rete ma non irretita, Vogliamoci bene ma senza esagerare. L’intera operetta gira intorno al convegno post pandemico, intitolato Non temere Sion, non lasciarti cadere le braccia.
In vista del convegno il vescovo chiede che si faccia l’Ascolto dei lontani e ne nasce una discussione logistica: “Però se sono molto, ma molto lontani, dovranno parlare ad alta voce”.
Il convegno arriva in risposta a un documento della Conferenza episcopale che somiglia come un gemello a quelli della Cei: «Le diocesi – recitava l’agile ma pregno documento conclusivo dell’assemblea – erano invitate a mettersi in ascolto dei segni dei tempi per intraprendere un cammino preparatorio che partisse dalle realtà comunitarie locali per avviare un percorso di discernimento in vista dell’inaugurazione di un itinerario sinodale di riflessione per fare rotta verso quel rinnovamento ecclesiale suscitato dal momento di prova e di grazia della pandemia».
Il nostro autore prende in giro tutti e un poco anche se stesso. Perché qua e là compare un Fabio Parsuto che gli somiglia assai: “dinamico giornalista cattolico”, conduttore di trasmissioni di punta di Radio Bacon (emittente rediofonica della diocesi di Salsiccia), “inguaribile democristiano alla ricerca di una terza via”. Il meglio del libretto è nel capitolo 14 dove il prode giornalista cerca di tirare in una sua trasmissione una monaca di fama, suor Elvira Luganega, che ha attraversato una notte oscura pandemica (questo lato drammatico si scopre poi nel capitolo 20).
Un ultimo spunto. Perché i nomi dei personaggi e dei luoghi di questa fantachiesa paiono presi dalla vetrina di una norcineria? Tra le testate locali – tra l’altro – figura anche una “Gazzetta del norcino”. Il padre Spadaro nella prefazione illaziona che Colagrande con quei nomi ci voglia dire che la comunicazione ecclesiale sia oggi un filino “insaccata”. E’ il parere di uno specialista e non va trascurato.
Ma io ritengo che la matrice norcina della nomenclatura colagrandiana abbia la sola intenzione di far ridere. Del resto non fanno ridere, a volte, anche le nomenclature ecclesiastiche reali? “Santa Prassede in Sugna”, inventata dal Colagrande, che ha da invidiare a Santa Lucia in Selci che esiste davvero? E San Biroldo, patrono della Basilica di Salsiccia, non suona certo peggio del beato Secondo Pollo alla cui proclamazione – per bocca di Giovanni Paolo II – assistetti in Vercelli il 23 maggio 1998.
E’ come se il nostro conduttore ci dicesse: c’è tanto di antico e di buffo nel nostro mondo, nei titoli e nelle vesti dei consacrati, evitiamo almeno di aggiungervi del nostro e del non necessario. Sobrietà, misura, autoironia. Non è poco.
Fabio Colagrande
Ricordati di sanificare le feste
Fantacronache di rinnovamento pastorale post-pandemia
Illustrazioni di Chiostri
Prefazione di Antonio Spadaro
Ancora editore 2022, pp. 155, euro 15.00
Chiaramente la pandemia va a finire: non l’ha certificato soltanto Checco Zalone a Sanremo, ma – per quel che riguarda il mio orto – già arrivano saggetti sulla Chiesa nella post-pandemia. Ne è un esempio spassoso questo che presento, scritto dal più amabile dei colleghi vaticanisti: Fabio Colagrande, di Radio Vaticana.
Guida alla lettura. E’ raro che si rida nelle cose di Chiesa: qui invece si ride da matti. A patto che il lettore non parta con il piede sbagliato, che sarebbe quello di chiedersi dove l’autore voglia arrivare. O da che parte penda, o se in quel titolo vi sia un filino no-vax. Perché se prendi per quel sentiero non ti raccapezzi: Fabio Colagrande infatti non vuole andare da nessuna parte, vuole solo sdrammatizzare. La sua idea è che la salute della Chiesa non sia poi così male, oggi più o meno come sempre, con i tanti doni e i tanti peccati, ma che la loquela degli ambienti di Chiesa sia gravata da un’impropria e persino ridicola tendenza a drammatizzare. Sia che tu ascolti un tradizionalista, sia un innovatore, sentirai parole d’ordine ultimative: Fabio Colagrande li mette in scena ambedue, gli ultimativi, senza trascurare le venticinque posizioni intermedie, ed evidenzia le venature di ridicolo che ognuna alleva in seno. Da qui le risate del lettore che condivida quella buonissima idea di alleggerire il tono. E di non prendersi troppo sul serio.
Indice
Prefazione
Personaggi principali (in ordine sparso)
Prologo Il sogno di don Gino
«No, il convegno no!»
La pecorella smarrita
Webinar infuocato a Salsiccia
Adalgisa, il teologo e il cardinale
Largo ai «ggiovani»
L’ospite inatteso
Comunicattolici
Il precetto festivo
La Consulta femminile
Il talk show televisivo
Il prete youtuber
Il coro parrocchiale
Laudato si’
I silenzi di suor Elvira
Il teologo della misericordia
Prove di sinodalità
La conferenza stampa
Tengo famiglia
La svolta di Salsiccia
Il segreto di suor Elvira
L’altro sogno di don Gino
Ringraziamenti (o, meglio, giustificazioni)
Personaggi principali (in ordine sparso)
Don Gino Ciauscolo, parroco di San Biroldo
Teresa Cacciatore, sacrestana di San Biroldo
Evaristo Guanciale, sagrestano in seconda di San Biroldo, segretario della Confraternita della Soppressata
Assunta Bresaola, catechista e direttrice del coro parrocchiale di San Biroldo
Suor Mirella Lonzino, collaboratrice parrocchiale di San Biroldo
Agostino Ventricina, liturgista e organista di San Biroldo
Eleonora ’Nduja, ventiduenne catechista del gruppo delle comunioni di San Biroldo
Martina Ciuiga, membro del coro parrocchiale di San Biroldo e maestra elementare
Rino Golfetta, impiegato dell’Agenzia delle Entrate in pensione, membro del consiglio pastorale di San Biroldo
S.E. Mons. Egidio Pancetta, vescovo di Salsiccia
Don Pino Bardiccio, segretario del vescovo
Corrado Capicollo, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali e addetto stampa della diocesi di Salsiccia
S.E. Card. Attilio Corallini, vescovo emerito di Salsiccia
Luigi Mortadella, sindaco di Salsiccia
Gisella Cosciotto in Mortadella, moglie del sindaco di Salsiccia
Don Gennaro Zazzicchia, prete teologo conservatore, parroco di Santa Prassede in Sugna
Don Augusto Zampone, parroco di periferia a San Giacomo Lardellato e cyber-prete
Suor Elvira Luganega, religiosa del monastero di clausura di Jambon de Bosses
Suor Anna Cotechini, cuoca del monastero di Jambon de Bosses
Professor Adolfo Speck, teologo pastoralista
Agata Fesa, maritata Tacchino, biblista femminista
Giorgio Coppa, diacono missionario
Amalia Coratella, giornalista, blogger e conduttrice della rubrica televisiva Incenso & Mascara
Fabio Parsuto, giornalista vaticanista e conduttore di Radio Bacon
Don John Paul Kigeli, prete congolese, collaboratore della diocesi di Salsiccia
Fra Girolamo Strolghino, superiore del convento francescano di Santa Finocchiona
Fra Lardo di Colonnata, religioso dello stesso convento
Suor Veronica Mortazza, teologa pastoralista
Professor Norberto Burloni, virologo
Addolorata Pellegrini, conduttrice di Pentiti & Contenti, talk show di Tele Sanguinaccio
Rosario Santini, conduttore di Pentiti & Contenti, talk show di Tele Sanguinaccio
Don Duccio Abbacchietto, teologo progressista radical-chic
Alfio Sfilacci, vaticanista dell’agenzia Arista
Mia nota. Il godibile libretto di Fabio Colagrande può anche essere letto come una satira del linguaggio ecclesiale: di quell’ecclesialese che un altro arguto collega, Roberto Beretta, combatte da un ventennio. Su questo aspetto del libretto si ferma il padre Antonio Spadaro nella prefazione. Inoltre le illustrazioni sono di Chiostri, che già aveva illustrato le operette del Beretta. La satira del linguaggio pretino oggi si è fatta facile, si direbbe, più che non lo fosse ai tempi del Boccaccio, o del Belli e del Porta, per nominare i campioni di questo genere letterario. Ecco un elenco di titoli che s’incontrano nei venti capitoletti del Colagrande: titoli di rubriche, documenti, eventi, pubblicazioni, comunicati. Li metto alla rinfusa: Beati per caso, Siamo tutti nella stessa barca e speriamo non sia il Titanic, Vieni avanti, pretino, Una Chiesa in rete ma non irretita, Vogliamoci bene ma senza esagerare. L’intera operetta gira intorno al convegno post pandemico, intitolato Non temere Sion, non lasciarti cadere le braccia.
In vista del convegno il vescovo chiede che si faccia l’Ascolto dei lontani e ne nasce una discussione logistica: “Però se sono molto, ma molto lontani, dovranno parlare ad alta voce”.
Il convegno arriva in risposta a un documento della Conferenza episcopale che somiglia come un gemello a quelli della Cei: «Le diocesi – recitava l’agile ma pregno documento conclusivo dell’assemblea – erano invitate a mettersi in ascolto dei segni dei tempi per intraprendere un cammino preparatorio che partisse dalle realtà comunitarie locali per avviare un percorso di discernimento in vista dell’inaugurazione di un itinerario sinodale di riflessione per fare rotta verso quel rinnovamento ecclesiale suscitato dal momento di prova e di grazia della pandemia».
Il nostro autore prende in giro tutti e un poco anche se stesso. Perché qua e là compare un Fabio Parsuto che gli somiglia assai: “dinamico giornalista cattolico”, conduttore di trasmissioni di punta di Radio Bacon (emittente rediofonica della diocesi di Salsiccia), “inguaribile democristiano alla ricerca di una terza via”. Il meglio del libretto è nel capitolo 14 dove il prode giornalista cerca di tirare in una sua trasmissione una monaca di fama, suor Elvira Luganega, che ha attraversato una notte oscura pandemica (questo lato drammatico si scopre poi nel capitolo 20).
Un ultimo spunto. Perché i nomi dei personaggi e dei luoghi di questa fantachiesa paiono presi dalla vetrina di una norcineria? Tra le testate locali – tra l’altro – figura anche una “Gazzetta del norcino”. Il padre Spadaro nella prefazione illaziona che Colagrande con quei nomi ci voglia dire che la comunicazione ecclesiale sia oggi un filino “insaccata”. E’ il parere di uno specialista e non va trascurato.
Ma io ritengo che la matrice norcina della nomenclatura colagrandiana abbia la sola intenzione di far ridere. Del resto non fanno ridere, a volte, anche le nomenclature ecclesiastiche reali? “Santa Prassede in Sugna”, inventata dal Colagrande, che ha da invidiare a Santa Lucia in Selci che esiste davvero? E San Biroldo, patrono della Basilica di Salsiccia, non suona certo peggio del beato Secondo Pollo alla cui proclamazione – per bocca di Giovanni Paolo II – assistetti in Vercelli il 23 maggio 1998.
E’ come se il nostro conduttore ci dicesse: c’è tanto di antico e di buffo nel nostro mondo, nei titoli e nelle vesti dei consacrati, evitiamo almeno di aggiungervi del nostro e del non necessario. Sobrietà, misura, autoironia. Non è poco.
Promo. Qui un promo dell’editore:
https://www.youtube.com/watch?v=NJb4OXr8Iww
https://gpcentofanti.altervista.org/le-persone-rinnovano-la-storia/
A proposito di insaccati, scusate ma il card. Marx sembra proprio un wurstel ! Magari con crauti ( gli attivisti della chiesa tedesca)