“Donne è arrivato l’arrotino” grida l’altoparlante dal tetto dell’utilitaria che gira il borgo con il portellone alzato per non soffocare nella calura. “Arrotiamo coltelli e forbici, aggiustiamo fornelli a gas, abbiamo pezzi di ricambio per le cucine a gas, ripariamo ombrelli e ombrelloni da spiaggia”. E’ il diciottesimo anno che vengo in luglio a Santa Marinella – quaranta chilometri a nord di Roma – e sempre arriva l’arrotino ma con delle novità: arriva in automobile e non più con il triciclo munito di mola, chiama con l’altoparlante e non a voce, oltre agli ombrelli aggiusta gli ombrelloni. E’ una donna ma mantiene il grido “donne è arrivato l’arrotino”. Come sempre il grido dura più del fatto.
Arriva l’arrotino e porta novità
13 Comments
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Già, la mola: nel mio dialetto arrotino si dice appunto “muleta”.
Passano gli anni, ma il grido di richiamo delle brave “arzdore” parsimoniose è sempre quello, uguale a Santa Marinella come nelle nostre campagne.
I bravi “muleta” sono sempre meno ma ci aiutano a non sprecare quello che abbiamo, ci ricordano che, prima di buttare via un oggetto rotto, si può tentare di ripararlo.
A Monza l’arrotino che gira per le strade non c’è, ma mi fa compagnia per una quindicina di giorni all’anno nel mio consueto tour estivo tra la Basilicata e la Calabria.
Le espressioni sono le stesse, con qualche variazione del tipo “fornelli a gassi”, ma, mi strappano sempre un sorriso.
E poi, visto che siamo in tema di grida vi è anche il pescivendolo alle 07.00 di ogni mattina: “u pesc frisc, mò so rientrato ca a barca da u mer, accatatev u pesc frisc” (Trad. Il pesce fresco, or ora sono rientrato con la barca dal mare, compratevi il pesce fresco.)
Mi viene in mente ora, “la butto lì”: chissà se Simone poi chiamato Pietro, nel suo primo mestiere, gridava anche lui??
Luigi e amici e amiche del Blog, voi cosa pensate?
Secondo me, sì, gridava.
Le espressioni sono le stesse: ovvero le stesse indicate da Luigi nel post.
Caro Luigi, ma non sarà forse lo stesso che passa e ripassa da anni ormai per le vie della mia zona, est, di Roma a voce spiegata su una macchina nera attrezzata all’uopo e urla a gran voce:” la vostra macchina del gas fa il fumo? – noi aggiusteremo la vostra macchina del gas…le vostre forbici fanno cilecca! E noi affileremo le vostre forbici che fanno cilecca”. Però è bello quando arriva,forse perché ricorda i tempi in cui era tutto più semplice, casareccio e genuino. A proposito, ricordo un aneddoto che ancora oggi a distanza di 30 anni mi imbarazza e mi fa morire dal ridere allo stesso tempo per l’aspetto tragi-comico,. Ero incinta di mia figlia, credo all’ottavo mese. Stavo andando da mia madre quando mi prende un ammancamento. Mi siedo sul marciapiede in attesa..quando mi passa davanti il furgone del sor Cesare. Dunque, il sor Cesare era il pescivendolo ambulante che tutti i venerdì forniva quell’angolo di zona abitata da persone per lo più anziane essendo i caseggiati un tantino isolati rispetto al contesto. Si ferma, mi domanda come mi sento e mi invita a salire. Ci conosciamo, il percorso è lo stesso, accetto. Mi siedo e già la nausea tra quegli odori che andavano dalla salsedine al pesce marcio mi distrugge. Ma non solo, Inzia a dare fiato alle trombe: “pesce quanno te’ chiamooo. E’ arrivato er sor Cesare gente, pesce fresco, c’ho le sarde li’ sgombri , c’ho le cozze tarantine le vongole i gamberetti, la razza: bona la zuppa! Pesceeeee quanno te’ chiamo!…” il tutto a squarciagola. Gesù mio che imbarazzo. Ricordo che talmente ero appiattita sotto il cruscotto che per uscire mi ci volle il cacciacopertoni! ah ah ah ah..
Leggende metropolitane dicono che gli arrotini del centro Italia siano appartenenti tutti ad una medesima famiglia e questo spiegherebbe l’uso della medesima registrazione da parte di persone diverse.
Detto fra noi, se mai quel grido maschilista “donne è arrivato l’arrotino” dovesse sparire, ci mancherà. Anche se oggi una bella ciabatta gliela tireremmo volentieri.
Che l’arrotino di Santa Marinella sia donna, e che, a quanti pare, potrebbe essere lo stesso che fino alla scorsa primavera passava anche da noi nella zona est di Roma mi fa pensare che , probabilmente, il marito sia morto…o che non ci sia più per motivi contingenti e alla moglie tocca il compito di portare avanti la baracca. Anche per il sor Cesare fu così. Dopo la sua morte a moglie prese in mano le redini e a lei toccò fare il giro dei caseggiati, e portare le provvigioni ittiche ai vecchi clienti. La ricordo come fosse ora, la sora Ada. Una donna piccola, piena di rughe con due occhioni azzurri vivacissimi e un forte temperamento, portava quel furgone con una sicurezza incredibile! Noi donne abbiamo una marcia in più, siamo eclettiche, trasformiste, con una capacità di adattamento e senso di responsabilità che talvolta agli uomini manca. Sopratutto la capacità di reinventarsi, l’arte di riuscire a sopravvire anche in situazioni disperate e trovare una soluzione a tutto, specie se c’è una famiglia da mantenere. Incredibile la signora arrotina… Mi piace un sacco.
I “Coltelli da prosciutto” sono l’apice della loro professionalità.
“Se la vostra cucina fa fumo, noi la ripariamo”
Sono al mare e proprio in questi giorni ho risentito il “grido” che tante volte ho sentito da bambina:
“Cocco fresco, cocco bello, cocco bianco, cocco di mamma …. cooooooccccccooooo ….”
…. c’è sempre un “cocco” di “modello” differente e mi aspetto di sentire, prima o poi, “coooocccoooo drillo” =-D
…
Mi manca il “krrrraaaaphenn”, ma da qui a poco salterrà fuori anche lui.
ah ah ah ah….buone vacanze Marta, riposati…se ti riesce ovviamente….il che non è del tutto scontato!
Ciao carissima Marta09!!!
Ciao Clo!!!
Ciao carissimo Fabri…
Ciao Fabri e ciao Clo … e cercherò di riposarmi … ragni permettendo ah ah ah 😀