“La vita in baracca è stata terribile, non è stato come per quelle venute dopo, che avevano la protezione della famiglia. Io per lavorare nella gelateria dovevo attraversare un bosco e non c’era anima viva. Mi ha protetta solo Dio”: parla così Apollonia Russo, calabrese, narrando il suo inserimento tra gli emigrati in Germania, dove va nel 1964 a cercare lavoro con il marito e un figlio. E’ la prima tra le donne calabresi a osare tanto: “Tutti uomini, io non ci potevo parlare”. Vedi la sua storia – narrata da Assunta Scorpiniti in Sette storie su scala di seta, Cosenza 2009 – e il suo entusiasmo di cristiana evangelica nel capitolo PREGHIERA PUBBLICA della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.
Apollonia: “Tutti uomini e io non ci potevo parlare”
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La frase “Tutti uomini, ed io non ci potevo parlare” mi ricorda l’esclamazione, pronunciata con un sottile filo di voce, della madre del Giudice Rosario Livatino (che sarà ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990), quando il figlio Rosario le presenta la sua fidanzata, una giovane avvocata di Agrigento: “un avvucatu fimmina ?!?!?!?!?”, mormora allibita l’anziana madre.
Buona domenica pomeriggio a tutti !
Roberto 55
Robè, di Avvocata c’è solo la Madonna. E meno male che c’è Lei.