Papa Bergoglio ha il talento della lingua e l’ambizione di farsi capire. Ci riesce grazie alla più importante tra le sue riforme che è quella del linguaggio. Egli predica una «riforma della Chiesa in uscita missionaria» e per primo esce dalla lingua codificata della tradizione papale. Questo libretto raccoglie 120 spunti su quell’uscita, uno per pagina, partendo sempre da una parola che attesta un cambiamento. Per un terzo questi spunti sono apparsi su “La Lettura”, che è il supplemento culturale del “Corriere della Sera”: lì si chiamano «spilli». Per un altro terzo erano apparsi lì, ma li ho riscritti perché fuori dall’attualità settimanale non erano comprensibili. Per l’ultimo terzo sono inediti. Qualcuno è buono e qualcuno fa pena, ma è così che si fanno i libretti.
Il titolo del libretto è preso dal motto seguente:
56. Hai visto che non ho messo le scarpe rosse?
Forse c’è una donna dietro la scelta di Francesco di non usare le scarpe rosse tipiche dei Papi. Maria Ines, nipote di Jorge Mario Bergoglio, racconta al settimanale Il mio Papa in edicola il 5 novembre 2014 d’aver fatto una battuta contro le scarpe rosse salutando lo zio che partiva per il Conclave: «Un uomo con le scarpe rosse è ridicolo». Ed ecco che una settimana dopo lo zio divenuto Francesco la chiama al telefono e le dice: «Maria Ines, hai visto che non ho messo le scarpe rosse?».